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Legge 20 ottobre 2006, n. 271
Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attivita' illecite ad esso connesse.
(GU n. 256 del 3-11-2006)
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
P r o m u l g a
la seguente legge:
Art. 1.
Istituzione e compiti della Commissione
1. E' istituita, per la durata della XV legislatura, ai sensi dell'articolo
82 della Costituzione, una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei
rifiuti e sulle attivita' illecite ad esso connesse con il compito di:
a) svolgere indagini atte a fare luce sul ciclo dei rifiuti, sulle
organizzazioni che lo gestiscono, sui loro assetti societari e sul ruolo svolto
dalla criminalita' organizzata, con specifico riferimento alle associazioni di
cui agli articoli 416 e 416-bis del codice penale;
b) individuare le connessioni tra le attivita' illecite nel settore dei rifiuti
e altre attivita' economiche, con particolare riguardo al traffico dei rifiuti
tra le diverse regioni del Paese e verso altre nazioni;
c) verificare l'attuazione delle normative vigenti e le eventuali inadempienze
da parte dei soggetti pubblici e privati destinatari delle stesse;
d) verificare i comportamenti della pubblica amministrazione centrale e
periferica, al fine di accertare la congruita' degli atti e la coerenza con la
normativa vigente;
e) verificare le modalita' di gestione dei servizi di smaltimento dei rifiuti da
parte degli enti locali e i relativi sistemi di affidamento;
f) proporre le soluzioni legislative e amministrative ritenute necessarie per
rendere piu' coordinata e incisiva l'iniziativa dello Stato, delle regioni e
degli enti locali e per rimuovere le disfunzioni accertate, anche attraverso la
sollecitazione al recepimento di normative previste in direttive comunitarie non
introdotte nell'ordinamento italiano e in trattati o accordi internazionali non
ancora ratificati dall'Italia.
2. La Commissione riferisce al Parlamento annualmente con singole relazioni o
con relazioni generali e ogniqualvolta ne ravvisi la necessita' e comunque al
termine dei suoi lavori.
3. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le
stesse limitazioni dell'autorita' giudiziaria. La Commissione non puo' adottare
provvedimenti attinenti alla liberta' e alla segretezza della corrispondenza e
di ogni altra forma di comunicazione nonche' alla liberta' personale, fatto
salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura
penale.
Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto dall'amministrazione
competente per materia, ai sensi dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione delle leggi sull'emanazione dei decreti del
Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica
italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di
facilitare la lettura delle disposizioni di legge alle quali e' operato il
rinvio. Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui
trascritti.
Note all'art. 1:
- Si riporta il testo dell'art. 82 della Costituzione: «Art. 82 (Ciascuna Camera
puo' disporre inchieste su materie di pubblico interesse). - A tale scopo nomina
fra i propri componenti una commissione formata in modo da rispecchiare la
proporzione dei vari gruppi. La commissione di inchiesta procede alle indagini e
agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni della Autorita'
giudiziaria.».
- Si riporta il testo degli articoli 416 e 416-bis del codice penale:
«Art. 416 (Associazione per delinquere). - Quando tre o piu' persone si
associano allo scopo di commettere piu' delitti, coloro che promuovono o
costituiscono od organizzano l'associazione sono puniti, per cio' solo, con la
reclusione da tre a sette anni.
Per il solo fatto di partecipare all'associazione, la pena e' della reclusione
da uno a cinque anni. I capi soggiacciono alla stessa pena stabilita per i
promotori.
Se gli associati scorrono in armi le campagne o le pubbliche vie si applica la
reclusione da cinque a quindici anni.
La pena e' aumentata se il numero degli associati e' di dieci o piu'.
Se l'associazione e' diretta a commettere taluno dei delitti di cui agli
articoli 600, 601 e 602, si applica la reclusione da cinque a quindici anni nei
casi previsti dal primo comma e da quattro a nove anni nei casi previsti dal
secondo comma.».
«Art. 416-bis (Associazione di tipo mafioso). - Chiunque fa parte di
un'associazione di tipo mafioso formata da tre o piu' persone, e' punito con la
reclusione da cinque a dieci anni.
Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l'associazione sono puniti, per
cio' solo, con la reclusione da sette a dodici anni.
L'associazione e' di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgano
della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di
assoggettamento e di omerta' che ne deriva per commettere delitti, per acquisire
in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attivita'
economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per
realizzare profitti o vantaggi ingiusti per se' o per altri, ovvero al fine di
impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a se' o
ad altri in occasione di consultazioni elettorali.
Se l'associazione e' armata si applica la pena della reclusione da sette a
quindici anni nei casi previsti dal primo comma e da dieci a ventiquattro anni
nei casi previsti dal secondo comma.
L'associazione si considera armata quando i partecipanti hanno la disponibilita',
per il conseguimento della finalita' dell'associazione, di armi o materie
esplodenti, anche se occultate o tenute in luogo di deposito.
Se le attivita' economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere
il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, o
il profitto di delitti, le pene stabilite nei commi precedenti sono aumentate da
un terzo alla meta'.
Nei confronti del condannato e' sempre obbligatoria la confisca delle cose che
servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il
prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l'impiego.
Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra e alle
altre associazioni, comunque localmente denominate, che valendosi della forza
intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli
delle associazioni di tipo mafioso.».
- Si riporta il testo dell'art. 133 del codice di procedura penale:
«Art. 133 (Accompagnamento coattivo di altre persone). - 1. Se il testimone, il
perito, il consulente tecnico, l'interprete o il custode di cose sequestrate,
regolarmente citati o convocati, omettono senza un legittimo impedimento di
comparire nel luogo, giorno e ora stabiliti, il giudice puo' ordinarne
l'accompagnamento coattivo e puo' altresi' condannarli, con ordinanza, a
pagamento di una somma da lire centomila a lire un milione a favore della cassa
delle ammende nonche' alle spese alle quali la mancata comparizione ha dato
causa.
2. Si applicano le disposizioni dell'art. 132.».
Art. 2.
Composizione della Commissione
1. La Commissione e' composta da venti senatori e da venti deputati,
nominati rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal
Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti i
gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per
ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento.
2. La Commissione, nella prima seduta, elegge il proprio ufficio di presidenza,
costituito dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari.
3. Per l'elezione del presidente e' necessaria la maggioranza assoluta dei
componenti la Commissione; se nessuno riporta tale maggioranza si procede al
ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggiore numero di voti.
Nel ballottaggio e' proclamato eletto colui che ottiene il maggiore numero di
voti; in caso di parita' di voti e' proclamato eletto il piu' anziano di eta'.
Art. 3.
Testimonianze
1. Per le testimonianze davanti alla Commissione si applicano le
disposizioni previste dagli articoli da 366 a 384-bis del codice penale.
Nota all'art. 3:
- Si riporta il testo degli articoli 366 e 384-bis del codice penale:
«Art. 366 (Rifiuto di uffici legalmente dovuti). - Chiunque, nominato dall'autorita'
giudiziaria perito, interprete, ovvero custode di cose sottoposte a sequestro
dal giudice penale, ottiene con mezzi fraudolenti l'esenzione dall'obbligo di
comparire o di prestare il suo ufficio, e' punito con la reclusione fino a sei
mesi o con la multa da lire sessantamila a un milione.
Le stesse pene si applicano a chi, chiamato dinanzi all'autorita' giudiziaria
per adempiere ad alcuna delle predette funzioni, rifiuta di dare le proprie
generalita', ovvero di prestare il giuramento richiesto, ovvero di assumere o di
adempiere le funzioni medesime.
Le disposizioni precedenti si applicano alla persona chiamata a deporre come
testimonio dinanzi all'autorita' giudiziaria e ad ogni altra persona chiamata ad
esercitare una funzione giudiziaria.
Se il colpevole e' un perito o un interprete, la condanna importa l'interdizione
dalla professione o dall'arte.».
«Art. 384-bis (Punibilita' dei fatti commessi in collegamento audiovisivo nel
corso di una rogatoria dall'estero). - I delitti di cui agli articoli 366, 367,
368, 369, 371-bis, 372 e 373, commessi in occasione di un
collegamento audiovisivo nel corso di una rogatoria all'estero, si considerano
commessi nel territorio dello Stato e sono puniti secondo la legge italiana.».
Art. 4.
Acquisizione di atti e documenti
1. La Commissione puo' acquisire copie di atti e documenti relativi a
procedimenti e inchieste in corso presso l'autorita' giudiziaria o altri
organismi inquirenti, nonche' copie di atti e documenti relativi a indagini e
inchieste parlamentari, anche se coperti dal segreto. In tale ultimo caso la
Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza. Se l'autorita'
giudiziaria, per ragioni di natura istruttoria, ritiene di non poter derogare al
segreto di cui all'articolo 329 del codice di procedura penale, emette decreto
motivato di rigetto. Quando tali ragioni vengono meno, l'autorita' giudiziaria
provvede senza ritardo a trasmettere quanto
richiesto.
2. La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati,
anche in relazione ad esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in
corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti e i documenti
attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari.
3. Il segreto funzionale riguardante atti e documenti acquisiti dalla
Commissione in riferimento ai reati di cui agli articoli 416 e 416-bis del
codice penale non puo' essere opposto ad altre Commissioni parlamentari di
inchiesta.
Nota all'art. 4:
- Per il testo degli articoli 416 e 416-bis del codice penale vedi note all'art.
1.
Art. 5.
Obbligo del segreto
1. I componenti la Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni
altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere
atti di inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni di ufficio o di
servizio sono obbligati al segreto per tutto quanto riguarda gli atti e i
documenti di cui all'articolo 4, comma 2.
2. Salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, la violazione del segreto di
cui al comma 1, nonche' la diffusione in tutto o in parte, anche per riassunto o
informazione, di atti o documenti del procedimento di inchiesta dei quali sia
stata vietata la divulgazione, sono punite ai sensi dell'articolo 326 del codice
penale.
Nota all'art. 5:
- Si riporta il testo dell'art. 326 del codice penale: «Art. 326 (Rivelazione ed
utilizzazione di segreti di ufficio). - Il pubblico ufficiale o la persona
incaricata di un pubblico servizio, che, violando i doveri inerenti alle
funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualita', rivela notizie
d'ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la
conoscenza, e' punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Se l'agevolazione e' soltanto colposa, si applica la reclusione fino a un anno.
Il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio, che, per
procurare a se' o ad altri un indebito profitto patrimoniale, si avvale
illegittimamente di notizie d'ufficio, le quali debbano rimanere segrete, e'
punito con la reclusione da due a cinque anni. Se il fatto e' commesso al fine
di procurare a se' o ad altri un ingiusto profitto non patrimoniale o di
cagionare ad altri un danno ingiusto, si applica la pena della reclusione fino a
due anni.».
Art. 6.
Organizzazione interna
1. L'attivita' e il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un
regolamento interno approvato dalla Commissione stessa prima dell'inizio dei
lavori. Ciascun componente puo' proporre la modifica delle norme regolamentari.
2. La Commissione puo' organizzare i propri lavori anche attraverso uno o piu'
comitati, costituiti secondo il regolamento di cui al comma 1.
3. Tutte le volte che lo ritenga opportuno la Commissione puo' riunirsi in
seduta segreta.
4. La Commissione puo' avvalersi dell'opera di agenti e ufficiali di polizia
giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie.
5. Per l'espletamento delle sue funzioni la Commissione fruisce di personale,
locali e strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle Camere,
di intesa tra loro.
6. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite
massimo di 75.000 euro per l'anno 2006 e di 150.000 euro per ciascuno degli anni
successivi e sono poste per meta' a carico del bilancio interno del Senato della
Repubblica e per meta' a carico del bilancio interno della Camera dei deputati.
I Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, con
determinazione adottata di intesa tra loro, possono autorizzare annualmente un
incremento delle spese di cui al precedente periodo, comunque in misura non
superiore al 30 per cento, a seguito di richiesta formulata dal presidente della
Commissione per motivate esigenze connesse allo svolgimento dell'inchiesta.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta
ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a
chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, addi' 20 ottobre 2006
NAPOLITANO
Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Visto, il Guardasigilli: Mastella