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Decreto Legislativo 6 aprile 2005, n.67
Attuazione della direttiva 2003/32/CE concernente i dispositivi medici fabbricati con tessuti di origine animale.
(GU n. 97 del 28-4-2005)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti articoli 76 e 87 della Costituzione;
Visto il decreto legislativo 24
febbraio 1997, n. 46, recante attuazione della direttiva 93/42/CEE, concernente
i dispositivi medici e successive modificazioni;
Vista la direttiva 2003/32/CE della Commissione, del 23 aprile 2003, recante
modalita' specifiche relative ai requisiti previsti dalla direttiva 93/42/CEE
del Consiglio, del 14 giugno 1993, per i dispositivi medici fabbricati con
tessuti d'origine animale;
Vista la rettifica alla direttiva 2003/32/CE della
Commissione, del 23 aprile 2003, recante modalita' specifiche relative ai
requisiti previsti dalla direttiva 93/42/CEE del Consiglio, del 14 giugno 1993,
per i dispositivi medici fabbricati con tessuti d'origine animale, pubblicata
nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea dell'8 gennaio 2005, serie L 6/10;
Vista la legge 31 ottobre 2003, n. 306, recante disposizioni per l'adempimento
di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita' europee.
Legge comunitaria 2003, ed in particolare l'articolo 1 e l'allegato A;Visto
l'articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 28 gennaio 2005;
Acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 18 marzo 2005;
Sulla proposta dei Ministri per le politiche
comunitarie e della salute, di concerto con i Ministri degli affari esteri,
della giustizia, dell'economia e delle finanze e delle attivita' produttive;
E m a n a
il seguente decreto legislativo:
Art. 1.
Campo di applicazione
1. Le prescrizioni del presente decreto sono dirette a escludere o limitare i
rischi di trasmissione a pazienti o a terzi, in normali condizioni d'uso, di
encefalopatie spongiformi trasmissibili (EST), tramite dispositivi medici
fabbricati utilizzando tessuti animali
resi non vitali o prodotti non vitali derivati da tessuto animale.
2. Il presente decreto si applica ai tessuti animali ottenuti da animali della
specie bovina, ovina e caprina, nonche' da cervi, alci, visoni e gatti.
3. Il collagene, la gelatina e il sego utilizzati per la fabbricazione di
dispositivi medici presentano, come requisiti minimi, quelli necessari ai fini
dell'idoneita' al consumo umano.
4. Il presente decreto non si applica ai dispositivi medici di cui al comma 1
qualora questi non siano destinati ad entrare in contatto con il corpo umano o
siano destinati ad entrare in contatto solo con superfici cutanee intatte.
Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto dall'amministrazione
competente per materia, ai sensi dell'art. 10, commi 2 e 3, del testo unico
delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi,sull'emanazione dei decreti
del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica
italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di
facilitare la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali e'
operato il rinvio. Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti
legislativi qui trascritti. Per le direttive CE vengono forniti gli estremi di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea
(GUUE).
Note alle premesse:
- L'art. 76 della Costituzione e' il seguente: «L'esercizio della funzione
legislativa non puo' essere delegato al Governo se non con determinazione di
principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti
definiti.».
- L'art. 87 della Costituzione conferisce, tra l'altro, al Presidente della
Repubblica il potere di promulgare le leggi ed emanare i decreti aventi valore
di legge e i
regolamenti.
- Il decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 46, concerne «Attuazione della
direttiva 93/42/CEE, concernente i dispositivi medici».
- La direttiva 2003/32/CE, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione
europea 26 aprile 2003, n. L 105 concerne: «Modalita' specifiche relative ai
requisiti previsti dalla direttiva 93/42/CEE per i dispositivi medici fabbricati
con tessuti d'origine animale»;
- La legge 31 ottobre 2003, n. 306 concerne: «Disposizioni per l'adempimento di
obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita' europee. Legge
comunitaria 2003»;
- Il testo dell'art. 14, della legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita'
di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri), e' il
seguente:
«Art. 14. (Decreti legislativi). - 1. I decreti legislativi adottati dal Governo
ai sensi dell'art. 76 della Costituzione sono emanati dal Presidente della
Repubblica con la denominazione di "decreto legislativo" e con l'indicazione,
nel preambolo, della legge di delegazione, della deliberazione del Consiglio dei
Ministri e degli altri adempimenti del procedimento prescritti dalla legge di
delegazione.
2. L'emanazione del decreto legislativo deve avvenire entro il termine fissato
dalla legge di delegazione; il testo del decreto legislativo adottato dal
Governo e' trasmesso al Presidente della Repubblica, per la emanazione, almeno
venti giorni prima della scadenza.
3. Se la delega legislativa si riferisce ad una pluralita' di oggetti distinti
suscettibili di separata disciplina, il Governo puo' esercitarla mediante piu'
atti successivi per uno o piu' degli oggetti predetti. In relazione al termine
finale stabilito dalla legge di delegazione, il Governo informa periodicamente
le Camere sui criteri che segue nell'organizzazione dell'esercizio
della delega.
4. In ogni caso, qualora il termine previsto per l'esercizio della delega ecceda
i due anni, il Governo e' tenuto a richiedere il parere delle Camere sugli
schemi dei decreti delegati. Il parere e' espresso dalle commissioni permanenti
delle due Camere competenti per materia entro sessanta giorni, indicando
specificamente le eventuali disposizioni non ritenute corrispondenti alle
direttive della legge di delegazione. Il Governo, nei trenta giorni successivi,
esaminato il parere, ritrasmette, con le sue osservazioni e con eventuali
modificazioni, i testi alle commissioni per il parere definitivo che deve essere
espresso entro trenta giorni.».
Art. 2.
Definizioni
1. Ai fini del presente decreto, oltre alle definizioni del decret legislativo
24 febbraio 1997, n. 46, di seguito denominato: «decret legislativo n. 46 del
1997», si applicano le seguenti definizioni:
a) cellula: la piu' piccola unita' organizzata di qualsiasi forma vivente capace
di esistenza indipendente e di autorigenerarsi in ambiente idoneo;
b) tessuto: una organizzazione di cellule e/o di componenti extracellulari;
c) derivato: un materiale ottenuto da un tessuto animale mediante un processo di
fabbricazione, come, ad esempio, collagene, gelatina, anticorpi monoclinali;
d) non vitale: non suscettibile di metabolismo o moltiplicazione;
e) agenti trasmissibili: entita' patogene non classificate, prioni ed entita'
quali gli agenti dell'encefalopatia spongiforme bovina e dello scrapie;
f) riduzione, eliminazione o rimozione: un processo mediante il quale vengono
ridotti, eliminati o rimossi gli agenti trasmissibili al fine di prevenire
infezioni o reazioni patogene;
g) disattivazione: un processo mediante il quale viene ridotta la capacita' di
agenti trasmissibili di causare infezioni o reazioni patogene;
h) Paese di origine: il Paese in cui l'animale e' nato, e' stato allevato e/o e'
stato macellato;
i) materiali di base: le materie prime o altri prodotti di origine animale e dai
quali, o tramite i quali, vengono fabbricati i dispositivi di cui all'articolo
1, comma 1.
Nota all'art. 2:
- Per il titolo del decreto legislativo n. 46 del 1997, si veda nelle note alle
premesse.
Art. 3.
Valutazione di conformita'
1. Prima di presentare domanda di valutazione della conformita' a norma
dell'articolo 11, comma 1, del decreto legislativo n. 46 del 1997, i produttori
dei dispositivi medici di cui all'articolo 1, comma 1, applicano il sistema di
analisi e gestione del rischio di cui all'allegato 1 al presente decreto.
Nota all'art. 3:
- L'art. 11, comma 1, del citato decreto legislativo n.46 del 1997, e' il
seguente: «Art. 11. (Valutazione della conformita). - 1. Per i dispositivi
appartenenti alla classe III, ad esclusione dei dispositivi su misura e dei
dispositivi destinati ad indagini cliniche, il fabbricante deve, ai fini
dell'apposizione della marcatura CE:
a) seguire la procedura per la dichiarazione di conformita' CE (sistema completo
di assicurazione di qualita) di cui all'allegato II, oppure
b) seguire la procedura relativa alla certificazione CE di conformita' del tipo
di cui all'allegato III,unitamente:
1) alla procedura relativa alla verifica CE di cui all'allegato IV, oppure
2) alla procedura relativa alla dichiarazione di conformita' CE (garanzia di
qualita' della produzione) di cui all'allegato V.».
Art. 4.
Verifica nei confronti degli organismi notificati
1. I Ministeri della salute e delle attivita' produttive verificano che gli
organismi notificati a norma dell'articolo 15 del decreto legislativo n. 46 del
1997 abbiano conoscenze aggiornate dei dispositivi di cui all'articolo 1, comma
1, del presente decreto, al fine di valutarne la conformita' con il decreto
legislativo n. 46 del 1997 e con le modalita' di cui all'allegato 1 al presente
decreto.
2. Se sulla base della verifica di cui al comma 1 e' necessario che i Ministeri
della salute e delle attivita' produttive modifichino i compiti degli organismi
notificati, essi notificano tali
modificazioni alla Commissione europea e agli altri Stati membri.
Note all'art. 4:
- L'art. 15, del citato decreto legislativo n. 46 del 1997, e' il seguente:
«Art. 15. (Organismi designati ad attestare la conformita). - 1. Possono essere
autorizzati ad espletare le procedure di valutazione di conformita' di cui
all'art. 11, nonche' i compiti specifici per i quali sono stati autorizzati, i
soggetti che soddisfano i requisiti fissati
con decreto del Ministro della sanita', di concerto con il Ministro
dell'industria, del commercio e dell'artigianato. Con lo stesso decreto e'
disciplinato il procedimento di autorizzazione e fino alla sua entrata in
vigore, i requisiti e le prescrizioni procedimentali sono fissati,
rispettivamente, negli allegati XI e XII.
2. I soggetti interessati inoltrano istanza al Ministero della sanita' che
provvede d'intesa con il Ministero dell'industria, del commercio e
dell'artigianato alla relativa istruttoria ed alla verifica dei requisiti.
L'autorizzazione e' rilasciata dal Ministero della sanita', di concerto con il
Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, entro novanta
giorni; decorso tale termine si intende rifiutata.
3. L'autorizzazione di cui al comma 2 ha durata quinquennale e puo' essere
rinnovata. L'autorizzazione e' revocata quando i requisiti di cui al comma 1
vengano meno ovvero nel caso in cui siano accertate gravi o reiterate
irregolarita' da parte dell'organismo.
4. All'aggiornamento delle prescrizioni, nonche' all'aggiornamento dei requisiti
in attuazione di norme comunitarie, si provvede con decreto del Ministro della
sanita', di concerto con il Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato.
5. Il Ministero della sanita' e il Ministero dell'industria, del commercio e
dell'artigianato vigilano sull'attivita' degli organismi designati. Il Ministero
della sanita' per il tramite del Ministero degli affari esteri notifica alla
Commissione europea e agli altri Stati membri l'elenco degli organismi designati
ad espletare le procedure di certificazione ed ogni successiva variazione.
5-bis. L'organismo designato fornisce agli altri organismi notificati ed al
Ministero della sanita' tutte le informazioni sui certificati sospesi o ritirati
e, su richiesta, sui certificati rilasciati o rifiutati. Esso mette inoltre a
disposizione, su richiesta, tutte le informazioni supplementari pertinenti.
5-ter. Qualora un organismo designato constati che i requisiti pertinenti della
presente direttiva non sono stati o non sono piu' soddisfatti dal fabbricante
oppure che un certificato non avrebbe dovuto essere rilasciato, esso sospende,
ritira o sottopone a limitazioni il certificato rilasciato, tenendo conto del
principio della proporzionalita', a meno che la conformita' con tali requisiti
non sia assicurata mediante l'applicazione di appropriate misure correttive da
parte del fabbricante. L'organismo designato informa il Ministero della sanita'
i caso di sospensione, ritiro o limitazioni del certificato o nei casi in cui
risulti necessario l'intervento del Ministero della sanita'. Il Ministero della
sanita' informa gli altri Stati membri e la Commissione europea.
5-quater. L'organismo designato fornisce al Ministero della sanita', su
richiesta dello stesso, tutte le informazioni e i documenti pertinenti, compresi
i documenti di bilancio, necessari per verificare la conformita' con i requisiti
di cui all'allegato XI e al decreto 1° luglio
1998, n. 318, del Ministro della sanita'.».
Art. 5.
Analisi e gestione del rischio
1. Le procedure di valutazione della conformita' per i dispositivi medici di cui
all'articolo 1, comma 1, comprendono la valutazione della loro conformita' ai
requisiti essenziali stabiliti dal decreto legislativo n. 46 del 1997 e alle
modalita' di cui all'allegato 1 al
presente decreto.
2. Gli organismi notificati valutano la strategia di analisi e di gestione del
rischio seguita dal fabbricante e, in particolare, quanto segue:
a) le informazioni fornite dal fabbricante;
b) la giustificazione dell'uso di tessuti animali o di derivati;
c) i risultati di studi in materia di eliminazione e/o disattivazione, o di
ricerca nella letteratura scientifica;
d) il controllo da parte del fabbricante sulle fonti delle materie prime, sui
prodotti finiti e sui subappaltatori;
e) la necessita' di verifica degli aspetti relativi all'approvvigionamento,
comprese le forniture da parte di terzi.
3. Nella valutazione dell'analisi e della gestione del rischio eseguita nel
corso della procedura di valutazione della conformita', gli organismi notificati
tengono conto del certificato di idoneita' EST rilasciato per i materiali di
base dalla Direzione europea per la qualita' dei medicinali, di seguito
denominato certificato EST, ove questo sia disponibile.
4. Ad esclusione dei dispositivi medici che usano materiali di base per i quali
e' stato rilasciato un certificato EST, gli organismi notificati chiedono, per
il tramite del Ministero della salute, il parere delle autorita' competenti
degli altri Stati membri sulla loro valutazione e sulle conclusioni dell'analisi
e gestione del rischio sui tessuti o i derivati da utilizzare nel dispositivo
medico effettuata dal produttore.
5. Prima di rilasciare un certificato di esame CE della progettazione o un
certificato CE di conformita' del tipo, gli organismi notificati tengono debito
conto di eventuali osservazioni
ricevute nei tre mesi seguenti la data in cui e' stato richiesto il
parere delle autorita' nazionali.
Nota all'art. 5:
- L'art. 1, comma 1, del citato decreto legislativo n. 46 del 1997, e' il
seguente:
«Art. 1. (Definizioni). - 1. Il presente decreto si applica ai dispositivi
medici ed ai relativi accessori. Ai fini del presente decreto gli accessori sono
considerati dispositivi medici a pieno titolo. Nel presente decreto e nei suoi
allegati i dispositivi medici ed i loro accessori
vengono indicati con termine «dispositivi».
Art. 6.
Autorita' competente per la garanzia di conformita'
1. Il Ministero della salute adotta i provvedimenti necessari per garantire che
i dispositivi medici di cui all'articolo 1, comma 1, siano immessi in commercio
e messi in servizio solo se conformi al decreto legislativo n. 46 del 1997 e
alle modalita' di cui all'allegato 1 al presente decreto.
2. Il Ministero della salute comunica alla regione territorialmente interessata,
per opportuna conoscenza, l'elenco degli stabilimenti che fabbricano i
dispositivi di cui al comma 1.
Nota all'art. 6:
- Per il testo dell'art. 1, comma 1, del citato decreto legislativo n. 46 del
1997, si veda in nota all'art. 5.
Art. 7.
Disposizioni transitorie
1. I titolari di un certificato di esame CE della progettazione o di un
certificato CE di conformita' del tipo rilasciato per un dispositivo medico di
cui all'articolo 1, comma 1, anteriormente alla data di entrata in vigore del
presente decreto, chiedono agli
organismi di cui all'articolo 4, un certificato complementare di esame CE della
progettazione o un certificato complementare CE di conformita' del tipo che
attesti l'osservanza delle modalita' di cui all'allegato 1 al presente decreto.
2. Fino al novantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del
presente decreto e' consentita l'immissione in commercio e la messa in servizio
dei dispositivi medici di cui all'articolo 1, comma 1, per i quali e' stato
rilasciato un certificato di esame CE
della progettazione o un certificato CE di conformita' del tipo anteriormente
alla data di entrata in vigore del presente decreto, purche' il titolare di tale
certificato abbia richiesto il certificato integrativo di cui al comma 1 entro i
trenta giornisuccessivi alla data di entrata in vigore del decreto stesso.
Nota all'art. 7:
- Per il testo dell'art. 1, comma 1, del citato decreto legislativo n. 46 del
1997, si veda in nota all'art. 6.
Art. 8.
Disposizioni finanziarie
1. Alle disposizioni di cui agli articoli 4, 5 e 6, si applica l'articolo 25 del
decreto legislativo n. 46 del 1997.
2. Le spese relative al rilascio dei certificati complementari, di cui al comma
1 dell'articolo 7, sono a carico del richiedente, sulla base del costo effettivo
del servizio.
Nota all'art. 8:
- Si riporta il testo dell'art. 25 del citato decreto legislativo n. 46 del
1997:
«Art. 25 (Norma di rinvio). - 1. Alle procedure di valutazione della conformita'
dei dispositivi disciplinati dal presente decreto, a quelle finalizzate alla
designazione degli organismi, alla vigilanza sugli organismi stessi, nonche'
all'effettuazione dei controlli sui prodotti si applicano le disposizioni
dell'art. 47 della legge 6 febbraio 1996, n. 52.».
Art. 9.
Disposizioni finali ed entrata in vigore
1. L'applicazione del presente decreto non comporta nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio dello Stato.
2. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il presente
decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale
degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 6 aprile 2005
CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Buttiglione, Ministro per le politiche comunitarie
Sirchia, Ministro della salute
Fini, Ministro degli affari esteri
Castelli, Ministro della giustizia
Siniscalco, Ministro dell'economia e delle finanze
Marzano, Ministro delle attivita' produttive
Visto, il Guardasigilli: Castelli
Allegato 1
(Art. 3, comma 1)
1. ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO.
1.1. Giustificazione dell'uso di tessuti animali o derivati.
Il fabbricante, in base alla sua strategia globale di analisi e di gestione del
rischio per ogni specifico dispositivo medico, giustifica la decisione di usare
tessuti animali o loro derivati di
cui all'art. 1, specificando specie animali e tessuti, tenuto conto dei benefici
clinici attesi, del possibile rischio residuo e delle eventuali alternative.
1.2. Procedura di valutazione.
Per garantire elevati livelli di tutela dei pazienti o degli utenti, il
fabbricante di dispositivi che impiegano i tessuti animali o loro derivati di
cui al punto 1.1. applica un adeguato e documentato sistema di analisi e
gestione dei rischi che consideri i vari aspetti della EST. Egli individua i
rischi associati a tali tessuti o derivati, documenta le misure per minimizzare
il rischio di trasmissione e dimostra l'accettabilita' del rischio residuo
insito nel dispositivo che impiega i tessuti o i derivati, tenuto conto del suo
campo d'impiego e del relativo beneficio atteso.
La sicurezza del dispositivo medico, dal punto di vista della sua capacita' di
trasmettere un agente trasmissibile, dipende dai fattori descritti ai punti da
1.2.1. a 1.2.7., che vanno analizzati, valutati e gestiti. I provvedimenti
combinati determinano la sicurezza del dispositivo.
Occorre tener conto di due elementi fondamentali.
Essi sono:
la selezione dei materiali di base (tessuti o derivati) ritenuti sicuri dal
punto di vista di una possibile contaminazione da parte di agenti trasmissibili,
ai sensi dei punti 1.2.1., 1.2.2. e 1.2.3., tenendo conto della successiva
lavorazione;
l'applicazione di tecniche produttive che rimuovano o disattivino gli agenti
trasmissibili nei materiali di partenza controllati o nei derivati, ai sensi del
punto 1.2.4.
Occorre inoltre tenere conto delle caratteristiche del dispositivo medico e
dell'uso che di esso verra' fatto, ai sensi dei punti 1.2.5., 1.2.6. e 1.2.7.
Nel mettere in atto la strategia di analisi e di gestione del rischio occorre
tenere nel debito conto i pareri espressi dai comitati scientifici competenti
ed, eventualmente, i pareri del
Comitato per le specialita' medicinali ad uso umano (CPMP), i cui riferimenti
sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea.
1.2.1. Animali come fonte di materiale.
Il rischio di EST dipende dalle specie, dai ceppi e dalla natura del tessuto di
partenza. Poiche' i piu' alti livelli di infettivita' da EST si verificano
nell'arco di un periodo di incubazione di diversi anni, l'approvvigionamento da
esemplari giovani e' ritenuto
un fattore di riduzione del rischio. Vanno esclusi animali a rischio come
animali morti, macellati d'urgenza e sospettati di essere affetti da EST.
1.2.2. Paesi di origine.
In attesa di classificare i Paesi in base alla loro qualifica sanitaria con
riguardo alla encefalopatia spongiforme bovina (ESB) a norma del regolamento CE
n. 999/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, recante
disposizioni per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione di alcune
encefalopatie spongiformi trasmissibili, per valutare il rischio del Paese di
origine si applica il rischio geografico di ESB (RGE). L'RGE e' un indicatore
qualitativo della probabilita' in un determinato momento di trovare, in un
Paese, uno o piu' bovini clinicamente o preclinicamente affetti da ESB. Se tale
presenza e' confermata, l'RGE indica il livello di infezione secondo la seguente
tabella.
=====================================================================
|Presenza di uno o piu' bovini clinicamente o
|preclinicamente affetti da agenti dell'ESB in un Paese/
Livello RGE|in una regione geografica
=====================================================================
I |Altamente improbabile
---------------------------------------------------------------------
II |Improbabile ma da non escludere
---------------------------------------------------------------------
III |Probabile ma non confermato o confermato, a basso livello
---------------------------------------------------------------------
IV |Confermato, a livello piu' elevato
Alcuni fattori influenzano il rischio geografico dell'ESB associato all'uso di
tessuti grezzi o loro derivati provenienti da determinati Paesi. Tali fattori
sono definiti all'articolo 2.3.13. del codice zoosanitario internazionale dell'UIE
(Ufficio internazionale delle epizoozie), disponibile presso il sito web
www.oie.int
Il comitato scientifico direttivo ha valutato il rischio geografico di ESB (RGE)
di vari Paesi terzi e degli Stati membri e proseguira' la valutazione per tutti
i Paesi che hanno richiesto la qualifica sanitaria con riguardo all'ESB, in base
ai fattori definiti dall'UIE.
1.2.3. Natura dei tessuti di base.
Il produttore terra' conto della classificazione dei rischi dei vari tipi di
tessuto di base. Il tessuto animale di cui si entra in possesso va sottoposto al
controllo e alla ispezione singola da parte di un veterinario; occorrera'
certificare che la carcassa animale e' adatta al consumo umano.
Il produttore garantira' la non insorgenza di rischi di infezione al momento
della macellazione.
Il produttore non si servira' di tessuto animale o derivati classificati ad alta
infettivita' potenziale di EST, a meno che approvvigionarsi di tali materiali
non sia necessario in circostanze eccezionali, dati i grandi benefici per i
pazienti e la mancanza di un tessuto di base alternativo.
Saranno inoltre applicate le disposizioni del regolamento CE n. 1774/2002 del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 ottobre 2002, recante norme sanitarie
relative ai sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano.
1.2.3.1. Ovini e caprini.
Alla luce delle attuali conoscenze, in base ai titoli degli agenti trasmissibili
nei tessuti e liquidi organici di ovini e caprini infettati per via naturale da
scrapie clinico e' stata redatta una classificazione della infettivita' di tali
specie animali. Il parere del 22-23 luglio 1999 del Comitato scientifico di
coordinamento (SSC) su «The policy of breeding and genotyping of sheep» e'
corredato in allegato di una tabella, successivamente aggiornata nel parere
dell'SSC su «TSE infectivity distribution in ruminant tissues (state of
knowledge, December 2001)», approvato il 10-11 gennaio 2002.
La classificazione puo' essere rivista alla luce di nuovi risultati scientifici
(per esempio, i pertinenti pareri dai Comitati scientifici, come il comitato per
le specialita' medicinali ad uso umano (CPMP) e i provvedimenti della
Commissione che regolano l'uso di materiale a rischio di EST. Un elenco dei
riferimenti ai documenti/pareri pertinenti sara' pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale dell'Unione europea non appena la decisione della Commissione sara'
stata adottata.
1.2.3.2. Bovini.
I materiali specifici a rischio (SRM) elencati nel regolamento (CE) n. 999/2001
vanno considerati ad alto potenziale di trasmissione di EST.
1.2.4. Disattivazione o rimozione di agenti trasmissibili.
1.2.4.1. Per i dispositivi medici che non possono essere sottoposti ad un
procedimento di disattivazione/eliminazione senza subire una degradazione
inaccettabile, il fabbricante fara' affidamento essenzialmente sul controllo
dell'approvvigionamento.
1.2.4.2. Per gli altri dispositivi, se il fabbricante dichiara che i processi di
fabbricazione sono tali da rimuovere o disattivare gli agenti trasmissibili,
tali dichiarazioni vanno comprovate mediante documentazione appropriata.
Informazioni tratte da ricerche e analisi sulla pertinente letteratura
scientifica possono essere usate per sostenere i fattori di
disattivazione/eliminazione, purche' i processi specifici citati dalla
letteratura siano comparabili a quelli usati per il dispositivo sanitario. Tali
ricerche e analisi devono anche coincidere con i pareri scientifici disponibili
adottati da un comitato scientifico dell'UE. Tali pareri serviranno da
riferimento in caso di pareri contrastanti.
Se la ricerca nella letteratura non conferma le dichiarazioni, il fabbricante
deve effettuare uno specifico studio scientifico in materia di disattivazione
e/o eliminazione, che consideri i seguenti elementi:
il rischio identificato, associato al tessuto; identificazione dei pertinenti
agenti modello;
giustificazione della scelta delle specifiche combinazioni di agenti modello;
identificazione della fase prescelta per l'eliminazione e/o disattivazione degli
agenti trasmissibili;
calcolo dei fattori di riduzione.Una relazione finale dovra' individuare
parametri e limiti del processo di fabbricazione che rivestono importanza
critica per l'efficacia del processo di disattivazione o eliminazione.
Dovranno essere applicate idonee procedure documentate per garantire il rispetto
dei parametri di fabbricazione convalidati durante le operazioni di produzione
ordinaria.
1.2.5. Quantitativo di tessuto animale di partenza o suo derivato richiesto per
la produzione di un singolo dispositivo medico.
Il fabbricante deve valutare la quantita' di tessuti grezzi o loro derivati
necessari per la produzione di un singolo dispositivo medico. Qualora si
applichi un processo di depurazione, il fabbricante deve valutare la
possibilita' di concentrazione dei livelli di agenti trasmissibili presenti nei
tessuti animali di base o nei loro derivati.
1.2.6. Tessuti o derivati di origine animale che vengono a contatto con pazienti
e utenti.
Il fabbricante prendera' in considerazione:
i) la quantita' di tessuti animali o loro derivati;
ii) l'area di contatto: la sua superficie, il tipo (per esempio, cute, tessuto
mucoso, cervello, ecc.) e sua condizione (per esempio, se e' intatto o
danneggiato);
iii) il tipo di tessuti o loro derivati che vengono a contatto con pazienti e/o
utenti;
iv) la prevedibile durata del contatto del dispositivo con il corpo (compreso
l'effetto di bioassorbimento).Si deve tenere conto del numero dei dispositivi
medici che potrebbero essere utilizzati in una determinata procedura.
1.2.7. Via di somministrazione.
Il fabbricante terra' conto della via di somministrazione raccomandata nelle
informazioni sul prodotto, da quelle a rischio piu' elevato (contatto con il
sistema nervoso centrale) a quelle a rischio piu' basso (applicazione su cute
priva di lesioni).
1.3. Revisione della valutazione.
Il fabbricante deve definire e mantenere una procedura sistematica per
controllare l'informazione sul suo dispositivo medico o dispositivi simili,
raccolta nella fase successiva alla produzione.
L'informazione andra' valutata, data la sua rilevanza per la sicurezza, in base
ai seguenti elementi:
a) detenzione di rischi in precedenza non identificati;
b) possibilita' che il rischio originariamente stimato non sia piu' accettabile;
c) altri fattori tali da invalidare la valutazione originaria.
Qualora si verifichi una delle ipotesi di cui sopra, i risultati della
valutazione devono essere considerati come input di ritorno del processo di
gestione del rischio.
Alla luce di tali nuove informazioni deve essere effettuata una revisione delle
procedure per la gestione del rischio inerente al dispositivo medico in
questione (compresa la giustificazione della scelta dei tessuti di origine
animale o loro derivati). Se e' possibile che si modifichi il rischio residuo o
la sua accettabilita', dovra' esserne riesaminata e giustificata l'incidenza
sulle misure di controllo del rischio precedentemente attuate.
I risultati di tale valutazione devono essere documentati.
2. VALUTAZIONE DEI DISPOSITIVI MEDICI APPARTENENTI ALLA CLASSE III DA PARTE DI
ORGANISMI NOTIFICATI.
Per i dispositivi medici appartenenti alla classe III a norma della regola 17
dell'allegato IX del decreto legislativo n. 46 del 1997, i fabbricanti devono
trasmettere agli organismi notificati di cui all'art. 4 del presente decreto
tutte le informazioni pertinenti per consentire una valutazione della loro
strategia di analisi e di gestione del rischio. Qualsiasi nuova informazione in
materia di rischio di EST raccolta dal fabbricante e pertinente rispetto ai
dispositivi di sua fabbricazione dovra' essere trasmessa all'organismo
notificato.
Qualsiasi eventuale variazione in materia di approvvigionamento, raccolta,
trattamento e disattivazione/eliminazione che possa modificare i risultati delle
procedure di gestione del rischio applicate dal fabbricante va trasmessa
all'organismo notificato per una ulteriore approvazione preventiva.