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Decreto 22 dicembre 2005
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Modifica degli allegati I e II del decreto legislativo 14 marzo 2005, n. 65, in tema di requisiti specifici di stabilita' delle navi ro/ro da passeggeri.
(GU n. 49 del 28-2-2006)
IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Visto il decreto legislativo 14 marzo 2005, n. 65, «Attuazione della direttiva
2003/25/CE relativa ai requisiti specifici di stabilita' per le navi ro-ro da
passeggeri», ed in particolare l'art. 9 il quale prevede che con decreto del
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono apportate le modifiche agli
allegati, adottate con la procedura di cui all'art. 11 della direttiva
2003/25/CE;
Vista la direttiva 2005/12/CE della Commissione del 18 febbraio 2005, recante
modifica degli allegati I e II della direttiva 2003/25/CE del Parlamento europeo
e del Consiglio concernente requisiti specifici di stabilita' per le navi ro-ro
da passeggeri;
Visto l'art. 13 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, che consente di dare
attuazione, in via amministrativa, alle direttive comunitarie che modificano
modalita' esecutive e caratteristiche tecniche introdotte con direttive gia'
recepite nell'ordinamento nazionale rispetto alle quali le modifiche
costituiscano meri adeguamenti tecnici della disciplina in materia;
Decreta:
Art. 1.
1. L'allegato I del decreto legislativo 14 marzo 2005, n. 65, «Attuazione
della direttiva 2003/25/CE relativa ai requisiti specifici di stabilita' per le
navi ro-ro da passeggeri» e' modificato come segue:
a) il paragrafo 2.3 e' sostituito dal seguente:
«2.3 La tenuta stagna delle paratie trasversali o longitudinali considerate
efficaci per contenere il volume ipotetico di acqua marina accumulata nel
compartimento in questione sul ponte ro/ro danneggiato deve essere commisurata
al sistema di drenaggio e deve resistere alla pressione idrostatica in accordo
con i calcoli di avaria. Tali paratie devono avere un'altezza di almeno 4 metri,
a meno che l'altezza dell'acqua sia inferiore a 0,5 metri. In questi casi,
l'altezza della paratia puo' essere calcolata con la seguente formula: Bh = 8 hw
in cui:
Bh indica l'altezza della paratia;
hw indica l'altezza dell'acqua.
In ogni caso, l'altezza minima delle paratie non dovrebbe essere inferiore a 2,2
metri. Nel caso di navi dotate di ponti garage sospesi, tuttavia, l'altezza
minima della paratia non deve essere inferiore a quella dell'altezza libera del
ponte sospeso, quando e' abbassato.».
b) L'appendice intitolata «Prove in vasca» e' sostituita dal testo di cui
all'annesso I del presente decreto.
2. L'allegato II del citato decreto legislativo 14 marzo 2005, n. 65 e'
modificato come segue:
a) la parte II, intitolata «Prove in vasca», e' sostituita integralmente dal
testo di cui all'annesso II del presente decreto.
Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana.
Roma, 22 dicembre 2005
Il Ministro: Lunardi
Registrato alla Corte dei conti il 19 gennaio 2006 Ufficio di controllo atti
Ministeri delle infrastrutture ed assetto del territorio, registro n. 1, foglio
n. 18
ANNESSO I
[articolo 1, comma 1, lettera b)]
«Appendice
Prove in vasca
1. Obiettivi.
La presente versione delle prove in vasca costituisce una revisione delle prove
di cui all'appendice all'allegato della risoluzione 14 della conferenza SOLAS
del 1995. Dall'entrata in vigore dell'accordo di Stoccolma sono state effettuate
diverse prove in vasca conformemente ai metodi di prova precedentemente in
vigore. Durante queste prove sono stati individuati alcuni miglioramenti da
apportare alle procedure. Questa nuova versione delle prove in vasca mira a
recepire detti miglioramenti e, unitamente alle note orientative allegate,
proporre una procedura piu' affidabile per la valutazione della capacita' di
mantenimento dell'assetto («sopravvivenza») di una nave ro/ro da passeggeri a
seguito di un'avaria in condizioni di mare increspato. Nell'ambito delle prove
di cui al paragrafo 1.4 dei requisiti di stabilita' riportati all'allegato I, la
nave deve essere capace di affrontare le condizioni di mare increspato definite
al paragrafo 4, nel caso di avaria piu' grave previsto.
2. Definizioni.
LBP lunghezza tra le perpendicolari;
HS altezza d'onda significativa;
B larghezza fuori ossatura della nave;
TP periodo di picco;
TZ periodo medio a livello zero (zero-crossing).
3. Modelli di nave.
3.1. Il modello deve rispecchiare sia l'effettiva configurazione esterna della
nave che la sua suddivisione interna, soprattutto quella degli spazi danneggiati
che possono influenzare il processo di allagamento e di imbarco di acqua. Il
tirante d'acqua (o pescaggio), l'assetto, lo sbandamento e la curva limite (KG)
operativa devono essere adeguati al peggior caso di avaria. Inoltre, i casi da
prendere in considerazione devono rappresentare i casi di avaria peggiore
ipotizzabile definiti conformemente alla regola SOLAS II-1/8.2.3.2 (SOLAS 90),
con riferimento all'area totale sottesa dalla curva positiva GZ, e il piano di
simmetria della falla deve essere situato entro i seguenti valori:
3.1.1. ± 35% LBP da meta' nave;
3.1.2. e' necessaria una prova supplementare nei casi piu' gravi di avaria entro
± 10 % LBP da meta' nave, se l'avaria di cui al punto 3.1 si situa al di fuori
del ± 10% LBP .
3.2. Il modello deve soddisfare i seguenti requisiti:
3.2.1. lunghezza fra le perpendicolari (LBP) pari ad almeno 3 m o corrispondente
a un modello in scala 1:40, a seconda di quale dei due valori sia maggiore, ed
estensione verticale pari a 3 altezze standard di sovrastruttura al di sopra del
ponte delle paratie (bordo libero);
3.2.2. spessore dello scafo al livello degli spazi allagati non superiore a 4
mm;
3.2.3. sia a nave integra che in condizioni di avaria, il modello deve
soddisfare le scale di dislocamento e le marche di bordo libero corrette (TA, TM,
TF, a dritta e a sinistra) con una tolleranza massima di + 2 mm per qualsiasi
marca di bordo libero. Le marche di bordo libero a proravia e a poppavia
dovrebbero essere collocate il piu' possibile vicino a FP e AP;
3.2.4. tutti i compartimenti e gli spazi ro/ro danneggiati devono essere
riprodotti nel modello con le permeabilita' di superficie e di volume corrette
(valori e distribuzioni effettivi) per assicurare la corretta rappresentazione
della massa di acqua e della sua distribuzione;
3.2.5. le caratteristiche del modello devono riprodurre fedelmente le
caratteristiche della nave reale e particolare attenzione va riservata alla
tolleranza della distanza metacentrica in condizioni di integrita' e ai raggi di
inerzia longitudinale (beccheggio) e trasversale (rollio). Entrambi i raggi
devono essere misurati fuori dell'acqua e devono essere compresi tra 0,35B e
0,4B per il movimento trasversale e 0,2LOA e 0,25LOA per quello
longitudinale;
3.2.6. i principali elementi strutturali, quali paratie stagne, prese d'aria,
ecc., al di sopra e al di sotto del ponte delle paratie, che possono determinare
un allagamento asimmetrico, devono essere riprodotti correttamente nel modello
in modo da rappresentare, per quanto possibile, la realta'; i dispositivi di
ventilazione e bilanciamento trasversale devono avere una sezione trasversale di
almeno 500 mm2.
3.2.7. La falla deve avere la forma seguente:
1) profilo trapezoidale con lato inclinato a 15° sulla verticale e estensione
longitudinale alla linea di galleggiamento stabilita conformemente alla regola
II-1/8.4.1 della convenzione SOLAS;
2) profilo triangolare isoscele sul piano orizzontale con altezza pari a B/5,
conformemente alla regola II-1/8.4.2 della convenzione SOLAS. Nel caso in cui
siano sistemate casse laterali in B/5, la lunghezza dell'avaria lungo le casse
laterali non puo' essere inferiore a 25 mm;
3) nonostante le disposizioni dei precedenti sottoparagrafi 3.2.7.1 e 3.2.7.2,
tutti i compartimenti considerati danneggiati nel calcolo dell'avaria piu'
grave, di cui al paragrafo 3.1, devono essere allagati nelle prove su modello.
3.3. Il modello in equilibrio dopo l'allagamento deve essere inclinato di un
angolo addizionale corrispondente a quello creato dal momento di sbandamento Mh
= max (Mpass; MIauflch) - Mwind, ma in nessun caso l'inclinazione finale puo'
essere inferiore a 1° nel lato della falla. Mpass, MIauflch e Mwind sono
conformi a quanto specificato nella regola II-1/8.2.3.4 della convenzione SOLAS.
Per le navi esistenti questo angolo puo' essere considerato pari a 1°.
4. Svolgimento delle prove.
4.1. Il modello deve essere sottoposto a prove in vasca con moto ondoso
irregolare a creste lunghe (spettro JONSWAP) con altezza d'onda significativa HS,
coefficiente di aumento del picco y = 3,3 e periodo di picco Tp = 4 radice di Hs
(TZ= TP/1,285). HS e' l'altezza d'onda significativa per l'area di operazione,
per la quale esiste una probabilita' di superamento annuo non superiore al 10%;
detta altezza non puo' superare 4 m.
Inoltre,
4.1.1. la larghezza del bacino deve consentire di evitare il contatto o
qualsiasi altra interazione del modello con i bordi del bacino (valore
raccomandato non inferiore a LBP +2 m;
4.1.2. la profondita' del bacino deve essere tale da consentire una
modellizzazione adeguata dell'onda e comunque non dovrebbe essere inferiore a 1
m;
4.1.3. per riprodurre in maniera rappresentativa una serie di onde, le
misurazioni dovrebbero essere effettuate prima della prova in tre punti diversi
nell'area di deriva;
4.1.4. il sensore per la misurazione delle onde piu' vicino all'ondogeno deve
essere collocato nel punto in cui si trova il modello all'inizio della prova;
4.1.5. la variazione dei valori HS e TP non deve variare piu' di ± 5% nei tre
punti; e
4.1.6. durante le prove di omologazione, deve essere consentita una tolleranza
di + 2,5% per HS, ± 2,5 % per TP e ± 5 % per TZ per il sensore di misurazione
piu' vicino all'ondogeno.
4.2. Il modello deve poter andare alla deriva liberamente ed essere posto in
mare al traverso (prua 90°) con la falla orientata verso le onde in arrivo e non
legato a nessun sistema di ormeggio. Per mantenere una direzione di circa 90° in
mare al traverso durante la prova devono essere soddisfatti i seguenti
requisiti:
4.2.1. le linee di controllo della prua, destinate a effettuare piccole
correzioni, devono essere posizionate nell'asse prua-poppa, in modo simmetrico,
tra la posizione di KG e la linea di galleggiamento dopo l'avaria; e
4.2.2. la velocita' del carrello deve essere uguale alla velocita' di deriva
vera del modello, con adeguamenti della velocita' ove necessario.
4.3. Devono essere realizzate almeno 10 prove. La durata di ciascuna prova deve
essere sufficiente per permettere al modello di raggiungere uno stato
stazionario e in ogni caso non dovrebbe essere inferiore a un periodo
corrispondente a 30 minuti per la nave reale.
Per ciascuna prova deve essere utilizzata una serie di onde diversa.
5. Criteri di sopravvivenza.
Si deve considerare il modello sopravvissuto, se giunge a uno stato stazionario
nella serie di prove successive di cui al punto 4.3. Si deve considerare il
modello capovolto, in caso di angoli di rollio superiori a 30° rispetto all'asse
verticale o di angolo di sbandamento costante (medio) superiore a 20° per un
periodo di oltre 3 minuti nella nave reale, anche se il modello ha raggiunto uno
stato stazionario.
6. Documentazione relativa alle prove.
6.1. Il programma di prove in vasca deve essere approvato preventivamente
dall'amministrazione, sentito un ente tecnico per le navi straniere e l'ente
tecnico della nave per le navi italiane.
6.2. Le prove devono essere documentate da un'apposita relazione e da
registrazione su supporto video, anche di tipo informatico (o altra
registrazione visiva) contenenti tutte le necessarie informazioni sul modello e
sui risultati delle prove, che devono essere approvati dall'amministrazione, I
dati devono comprendere almeno gli spettri d'onda teorici e misurati (HS, TP, TZ)
dell'altezza d'onda nei tre diversi punti del bacino per ottenere una serie
rappresentativa di onde e, per le prove in vasca, le serie temporali delle
principali statistiche sull'elevazione dell'onda misurata vicino all'ondogeno e
le registrazioni dei movimenti di rollio, sussulto e beccheggio del modello,
nonche' della velocita' di deriva.».
ANNESSO II
(art. 1, comma 2)
«Parte II
Linee guida per le prove in vasca
Scopo delle presenti linee guida e' assicurare l'uniformita' dei metodi
impiegati per costruire e verificare il modello, nonche' svolgere e analizzare
le prove mediante il commento ad alcuni paragrafi dell'appendice «Prove in
vasca» dell'allegato I.
Paragrafo 3 - Modelli di nave.
3.1. Il materiale impiegato per costruire il modello non e' di per se'
importante, purche' il modello risulti, sia a nave integra che in condizioni di
avaria, sufficientemente rigido da garantire che le proprieta' idrostatiche
siano identiche a quelle della nave reale e che la flessione dello scafo al
contatto con le onde sia trascurabile.
E' inoltre importante garantire che i compartimenti danneggiati siano
ricostruiti nel modello nel modo piu' accurato possibile, in modo che il volume
d'acqua rappresentato sia corretto.
Poiche' la penetrazione di acqua (anche in quantita' minime) nelle parti intatte
del modello ne influenzerebbe il comportamento, occorre adottare le necessarie
misure perche' cio' non si verifichi.
Nelle prove in vasca riguardanti le avarie piu' gravi previste dalla convenzione
SOLAS vicino alle estremita' della nave, si e' osservato che l'allagamento
progressivo non era possibile a causa della tendenza dell'acqua sul ponte ad
accumularsi vicino alla falla e quindi a defluire verso l'esterno.
Questi modelli sono riusciti a sopravvivere in condizioni di mare molto agitato,
ma si sono capovolti in condizioni di mare meno agitato, dopo aver subito avarie
meno gravi di quelle previste dalla convenzione SOLAS, lontano dalle estremita'.
Per evitare questa situazione e' stato introdotto il limite di ± 35%.
Ricerche approfondite, volte all'elaborazione di criteri adeguati per le navi
nuove, hanno chiaramente dimostrato che, oltre all'altezza metacentrica e al
bordo libero, per valutare le possibilita' di sopravvivenza delle navi
passeggeri e' importante tenere conto anche dell'area sottesa dalla curva di
stabilita'.
Pertanto, il caso di avaria piu' grave previsto dalla convenzione SOLAS, da
considerare per soddisfare i requisiti di cui al paragrafo 3.1, deve essere
quello in cui l'area sottesa dalla curva di stabilita' residua risulta minima.
3.2. Dettagli del modello.
3.2.1. Visto che gli effetti di scala possono influenzare notevolmente il
comportamento del modello durante le prove, e' opportuno garantire la
minimizzazione di questi effetti. Il modello deve essere piu' grande possibile,
in quanto e' piu' agevole ricostruire fedelmente i compartimenti danneggiati in
modelli piu' grandi, con conseguente riduzione degli effetti di scala. Si
raccomanda pertanto di adottare per il modello una scala non inferiore a 1:40
ovvero non inferiore a 3 m, a seconda di quale dei due valori e' maggiore.
Durante le prove e' stato rilevato che la dimensione verticale del modello puo'
influenzare i risultati delle prove dinamiche. E' pertanto necessario che
l'altezza del modello al di sopra del ponte delle paratie (bordo libero)
corrisponda ad almeno tre altezze standard di una sovrastruttura, affinche' le
onde piu' grosse della serie non possano infrangersi sul modello.
3.2.2. Nel punto dell'ipotetica avaria, il modello deve essere quanto piu'
possibile sottile per assicurare che la quantita' di acqua penetrata e il suo
centro di gravita' siano correttamente rappresentati. Lo scafo deve avere uno
spessore non superiore a 4 mm. Talvolta potrebbe risultare impossibile
ricostruire, in modo sufficientemente dettagliato, lo scafo del modello e gli
elementi di compartimentazione primaria e secondaria nel punto del danno, in tal
caso sarebbe impossibile calcolare accuratamente la permeabilita' ipotizzata
dello spazio.
3.2.3. E' fondamentale misurare e verificare il pescaggio del modello non
soltanto a nave integra ma anche in condizioni di avaria, per confrontare i
risultati con quelli ottenuti con il calcolo di stabilita' in condizioni di
avaria. Per ragioni pratiche, una tolleranza di + 2mm puo' essere accettata per
i pescaggi.
3.2.4. Dopo aver misurato il pescaggio in condizioni di avaria, puo' risultare
necessario modificare la permeabilita' del compartimento danneggiato,
aggiungendo volumi integri o pesi supplementari. Occorre inoltre fare in modo
che il centro di gravita' dell'acqua penetrata sia rappresentato correttamente.
Gli eventuali adeguamenti devono avere per effetto di aumentare i margini di
sicurezza.
Se il modello deve essere dotato di barriere sul ponte e se tali barriere sono
di altezza inferiore a quella indicata qui di seguito, il modello deve essere
dotato di telecamere a circuito chiuso, in modo che sia possibile tenere sotto
controllo eventuali proiezioni e accumuli di acqua nell'area non danneggiata del
ponte. In tal caso questa videoregistrazione costituisce parte integrante della
documentazione di prova.
L'altezza delle paratie trasversali o longitudinali giudicate efficaci per
contenere il volume ipotetico di acqua marina accumulata nel compartimento in
questione sul ponte ro/ro danneggiato dovrebbe essere pari ad almeno 4 metri, a
meno che l'altezza dell'acqua sia inferiore a 0,5 m. In questi casi l'altezza
della paratia puo' essere calcolata con la seguente formula:
Bh = 8hw in cui Bh = altezza della paratia e hW altezza dell'acqua.
In ogni caso, le paratie devono avere un'altezza minima non inferiore 2,2 m. Nel
caso di navi dotate di ponti garage sospesi, tuttavia, l'altezza minima della
paratia non deve essere inferiore a quella dell'altezza libera del ponte
sospeso, quando e' abbassato.
3.2.5. Per garantire che le caratteristiche del movimento del modello rispettino
quelle della nave reale, e' importante che il modello sia sottoposto a test di
inclinazione e rollio a condizioni di nave integra, in modo che l'altezza
metacentrica (GM) a nave integra e la distribuzione della massa possano essere
verificati. La distribuzione della massa deve essere misurata al di fuori
dell'acqua. Il raggio di inerzia trasversale della nave reale deve essere
compreso tra 0,35B e 0,4B e quello longitudinale tra 0,2L e 0,25L.
3.2.6. Si presume che il sistema di ventilazione del compartimento danneggiato
della nave reale sia tale da non ostacolare l'allagamento ne' il movimento
dell'acqua imbarcata. Tuttavia, la riproduzione su scala piu' piccola dei
sistemi di ventilazione della nave reale potrebbe comportare effetti di scala
indesiderati. Per evitare tali effetti, si raccomanda di costruire il sistema di
ventilazione su una scala maggiore rispetto a quella impiegata nel modello,
accertandosi che cio' non influenzi il flusso dell'acqua sul ponte garage.
3.2.7. Si ritiene opportuno considerare un'avaria con una forma che sia
rappresentativa della sezione trasversale della nave speronante nella regione di
prua. L'angolo di 15° e' basato su uno studio della sezione trasversale a una
distanza di B/5 dalla prua per una selezione rappresentativa di navi di tipo e
dimensioni diversi. Il profilo triangolare (isoscele) della falla con forma
prismatica corrisponde al galleggiamento a pieno carico. Inoltre, nel caso in
cui siano sistemate casse laterali interne di larghezza inferiore a B/5 e al
fine di evitare eventuali effetti di scala, la lunghezza della falla non deve
essere inferiore a 25 mm.
3.3. Nella prova in vasca originaria descritta nella risoluzione n. 14 della
conferenza SOLAS del 1995, l'effetto di sbandamento prodotto dal momento massimo
derivante dall'addensamento dei passeggeri, dalla messa in mare dei mezzi di
salvataggio, dal vento e dalla rotazione della nave non e' stato preso in
considerazione, sebbene questi fattori siano considerati dalla convenzione SOLAS.
Tuttavia, i risultati di uno studio hanno dimostrato che sarebbe prudente tenere
conto di questi effetti e conservare, per ragioni pratiche, un'inclinazione
minima di 1° di sbandamento dal lato della falla. Occorre notare che lo
sbandamento dovuto alla rotazione non e' stato ritenuto pertinente.
3.4. Nei casi in cui l'altezza metacentrica comporti un margine, nelle
condizioni di carico reali, rispetto alla curva limite dell'altezza metacentrica
(stabilita dalla norma SOLAS 90), l'amministrazione puo' accettare che detto
margine sia usato nella prova in vasca. In questi casi la curva limite
dell'altezza metacentrica dovrebbe essere adattata secondo la seguente formula:
(Immagine omessa)
d = ds-0,6 (dS-dLS)
in cui: dS e' il pescaggio di compartimentazione e dLS e' il pescaggio della
nave vacante.
La curva modificata e' una linea retta tra l'altezza metacentrica usata nella
prova in vasca all'immersione di compartimentazione e l'intersezione della curva
originaria della norma SOLAS 90 e l'immersione d.
Paragrafo 4 - Svolgimento delle prove.
4.1. Spettro dell'onda.
Deve essere utilizzato lo spettro JONSWAP, in quanto descrive condizioni di mare
limitate in estensione e durata, che corrispondono alla maggior parte delle
condizioni osservate a livello mondiale. A tal fine, e' importante verificare
non solo il periodo di picco della serie di onde, ma anche controllare che il
periodo di passaggio al livello medio (zero-crossing) sia corretto.
Lo spettro dell'onda deve essere registrato e documentato per ciascuna serie di
prove. Le misurazioni devono essere effettuate in prossimita' del sensore piu'
vicino all'ondogeno.
Nota: sul modello le prove di inclinazione e di rollio in condizioni di avaria
possono essere accettate quale prova di verifica della curva di stabilita'
residua, ma tali prove non sono ammissibili in sostituzione di quelle a nave
integra.
Il modello deve essere inoltre dotato di sensori che permettano di controllare e
registrare tutti i suoi movimenti (rollio, sussulto e beccheggio) e il suo
comportamento (angolo di sbandamento, immersione e assetto longitudinale) nel
corso della prova.
Si e' constatato che non risulta opportuno fissare limiti assoluti per le
altezze d'onda significativa, il periodo di picco e il periodo per il passaggio
al livello medio (zero-crossing) degli spettri dell'onda del modello. E' stato
pertanto introdotto un margine accettabile.
4.2. Per evitare interferenze tra il sistema di ormeggio e la dinamica della
nave, il carrello da rimorchio (al quale e' fissato il sistema di ormeggio) deve
seguire il modello alla sua reale velocita' di deriva. In caso di mare con onde
irregolari, la velocita' di deriva non e' costante; una velocita' di rimorchio
costante genererebbe oscillazioni di deriva di bassa frequenza ed elevata
ampiezza, creando cosi' una situazione che puo' influire sul
comportamento del modello.
4.3. E' necessario eseguire un numero sufficiente di prove con serie di onde
diverse per garantire l'affidabilita' statistica dei risultati: l'obiettivo e'
determinare con un elevato grado di certezza che una nave che non risponde ai
criteri di sicurezza si capovolge nelle condizioni scelte per le prove. Si
ritiene che sia necessario un minimo di 10 prove per garantire un livello
ragionevole di affidabilita'.
Paragrafo 6 - Omologazione.
Alla relazione presentata all'amministrazione vanno allegati i seguenti
documenti:
a) calcoli sulla stabilita' in condizioni di avaria nell'ipotesi peggiore
prevista dalla convenzione SOLAS e (se diverso) con avaria a centro nave;
b) piani generali del modello, dettagli di costruzione e informazioni sulla
strumentazione;
c) prova di inclinazione e misurazioni dei raggi di rotazione;
d) spettri d'onda nominali e misurati (nei tre punti diversi per ottenere dati
rappresentativi e, per le prove in vasca, rilevati al sensore piu' vicino all'ondogeno);
e) registrazione rappresentativa dei movimenti, del comportamento e della deriva
del modello;
f) videoregistrazioni pertinenti.
Nota:
Un rappresentante dell'ente tecnico della nave deve assistere a tutte le prove.».