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Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 156
Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali.
(GU n. 97 del 27-4-2006- Suppl. Ordinario n.102)Decreto 6 aprile 2006
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76, 87, 117 e 118 della Costituzione;
Visto l'articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto il decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, recante istituzione del
Ministero per i beni e le attivita' culturali, a norma dell'articolo 11 della
legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni;
Visto il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei beni
culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002,
n. 137;
Visto l'articolo 10, comma 4, della legge 6 luglio 2002, n. 137;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 18 novembre 2005;
Acquisito il parere della Conferenza unificata, istituita ai sensi dell'articolo
8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;
Acquisiti i pareri delle competenti commissioni del Senato della Repubblica e
della Camera dei deputati;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 2
marzo 2006;
Sulla proposta del Ministro per i beni e le attivita' culturali, di concerto con
il Ministro per gli affari regionali;
E m a n a
il seguente decreto legislativo:
Art. 1.
Modifiche alla Parte prima
1. Alla Parte prima del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42,recante
il codice dei beni culturali e del paesaggio, di seguito denominato: «decreto
legislativo n. 42 del 2004»,
sono apportate le seguenti modifiche:
a) all'articolo 5:
1) il comma 2 e' sostituito dal seguente:
«2. Le funzioni di tutela previste dal presente codice che abbiano ad oggetto
manoscritti, autografi, carteggi, incunaboli, raccolte librarie, nonche' libri,
stampe e incisioni, non
appartenenti allo Stato, sono esercitate dalle regioni. Qualora l'interesse
culturale delle predette cose sia stato riconosciuto con provvedimento
ministeriale, l'esercizio delle potesta' previste dall'articolo 128 compete al
Ministero.»;
2) al comma 3, le parole: «anche su raccolte librarie private, nonche» sono
soppresse;
b) al comma 1 dell'articolo 6 dopo le parole: «del patrimonio stesso» sono
inserite le seguenti: «, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura».
Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto dall'amministrazione
competente per materia, ai sensi dell'art. 10, commi 2 e 3, del testo unico
delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei decreti
del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica
italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la
lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali e' operato il
rinvio.
Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
Note alle premesse:
- L'art. 76 della Costituzione stabilisce che l'esercizio della funzione
legislativa non puo' essere delegato al Governo se non con determinazione di
principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti
definiti.
- L'art. 87 della Costituzione conferisce, tra l'altro, al Presidente della
Repubblica, il potere di promulgare le leggi ed emanare i decreti aventi valore
di legge e i regolamenti.
- Si riporta il testo degli
articoli 117 e 118 della Costituzione:
«Art. 117. - La potesta' legislativa e' esercitata dallo Stato e dalle regioni
nel rispetto della Costituzione, nonche' dei vincoli derivanti dall'ordinamento
comunitario e dagli obblighi internazionali.
Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato
con l'Unione europea;
diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti
all'Unione europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza;
sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; perequazione
delle risorse finanziarie;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione
del Parlamento europeo;
g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici
nazionali;
h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa
locale;
i) cittadinanza, stato civile e anagrafi;
l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia
amministrativa;
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti
civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
n) norme generali sull'istruzione;
o) previdenza sociale;
p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di comuni,
province e citta' metropolitane;
q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale;
r) pesi, misure e determinazione del tempo;
coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell'amministrazione
statale, regionale e locale; opere dell'ingegno;
s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali.
Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti
internazionali e con l'Unione europea delle regioni; commercio con l'estero;
tutela e sicurezza del lavoro;
istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione
della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca
scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi;
tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile;
governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di
navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e
distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare e integrativa;
armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del
sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione
e organizzazione di attivita' culturali; casse di risparmio, casse rurali,
aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a
carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle
regioni la potesta' legislativa, salvo che per la determinazione dei principi
fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.
Spetta alle regioni la potesta' legislativa in riferimento ad ogni materia non
espressamente riservata alla legislazione dello Stato.
Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, nelle materie di loro
competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti
normativi comunitari e provvedono all'attuazione e all'esecuzione degli accordi
internazionali e degli atti dell'Unione europea, nel rispetto delle norme di
procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalita' di
esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza.
La potesta' regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione
esclusiva, salva delega alle regioni. La potesta' regolamentare spetta alle
regioni in ogni altra materia. I comuni, le province e le citta' metropolitane
hanno potesta' regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e
dello svolgimento delle funzioni loro attribuite.
Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parita' degli
uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la
parita' di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive.
La legge regionale ratifica le intese della regione con altre regioni per il
migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi
comuni.
Nelle materie di sua competenza la regione puo' concludere accordi con Stati e
intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme
disciplinati da leggi dello Stato.».
«Art. 118. - Le funzioni amministrative sono attribuite ai comuni salvo che, per
assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a province, citta'
metropolitane, regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarieta',
differenziazione ed adeguatezza.
I comuni, le province e le citta' metropolitane sono titolari di funzioni
amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale,
secondo le rispettive competenze.
La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e regioni nelle
materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell'art. 117, e
disciplina inoltre forme di intesa e coordinamento nella materia della tutela
dei beni culturali.
Stato, regioni, citta' metropolitane, province e comuni favoriscono l'autonoma
iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attivita'
di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarieta'.».
- Il testo dell'art. 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita'
di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri),
pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 214 del 12
settembre 1988, e' il seguente:
«Art. 14 (Decreti legislativi). - 1. I decreti legislativi adottati dal Governo
ai sensi dell'art. 76 della Costituzione sono emanati dal Presidente della
Repubblica con la denominazione di "decreto legislativo" e con l'indicazione,
nel preambolo, della legge di delegazione, della deliberazione del Consiglio dei
Ministri e degli altri adempimenti del procedimento prescritti dalla legge di
delegazione.
2. L'emanazione del decreto legislativo deve avvenire entro il termine fissato
dalla legge di delegazione; il testo del decreto legislativo adottato dal
Governo e' trasmesso al Presidente della Repubblica, per la emanazione, almeno
venti giorni prima della scadenza.
3. Se la delega legislativa si riferisce ad una pluralita' di oggetti distinti
suscettibili di separata disciplina, il Governo puo' esercitarla mediante piu'
atti successivi per uno o piu' degli oggetti predetti. In relazione al termine
finale stabilito dalla legge di delegazione, il Governo informa periodicamente
le Camere sui criteri che segue nell'organizzazione dell'esercizio della delega.
4. In ogni caso, qualora il termine previsto per l'esercizio della delega ecceda
i due anni, il Governo e' tenuto a richiedere il parere delle Camere sugli
schemi dei decreti delegati. Il parere e' espresso dalle Commissioni permanenti
delle due Camere competenti per materia entro sessanta giorni, indicando
specificamente le eventuali disposizioni non ritenute corrispondenti alle
direttive della legge di delegazione. Il Governo, nei trenta giorni successivi,
esaminato il parere, ritrasmette, con le sue osservazioni e con eventuali
modificazioni, i testi alle Commissioni per il parere definitivo che deve
essere espresso entro trenta giorni.».
- Il decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368 (Istituzione del Ministero per
i beni e le attivita' culturali, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997,
n. 59), e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 250 del 26 ottobre 1998.
- Il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del
paesaggio ai sensi dell'art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137), e'
pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24
febbraio 2004.
- Il comma 4 dell'art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 (Delega per la riforma dell'organizzazione del Governo e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonche' di enti pubblici), pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 158 dell'8 luglio 2002, come modificato dall'art. 1-bis del decreto-legge 18 febbraio 2003, n. 24, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 40 del 18 febbraio 2003 e convertito, con modificazioni, nella legge 17 aprile 2003, n. 82, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 92 del 19 aprile 2003, e' il seguente:
«4. Disposizioni correttive ed
integrative dei decreti legislativi di cui al comma 1 possono essere adottate,
nel rispetto degli stessi principi e criteri direttivi e con le medesime
procedure di cui al presente articolo, entro due anni dalla data della loro
entrata in vigore.».
- Il testo dell'art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281
(Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente per i
rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ed
unificazione, per le materie ed i compiti di interesse comune delle regioni,
delle province e dei comuni, con la Conferenza Stato-citta' ed autonomie
locali), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 30 agosto 1997, n. 202, e' il
seguente:
«Art. 8 (Conferenza Stato-citta' ed autonomie locali e Conferenza unificata). -
1. La Conferenza Stato-citta' ed autonomie locali e' unificata per le materie ed
i compiti di interesse comune delle regioni, delle province, dei comuni e delle
comunita' montane, con la Conferenza Stato-regioni.
2. La Conferenza Stato-citta' ed autonomie locali e' presieduta dal Presidente
del Consiglio dei Ministri o, per sua delega, dal Ministro dell'interno o dal
Ministro per gli affari regionali; ne fanno parte altresi' il Ministro del
tesoro e del bilancio e della programmazione economica, il Ministro delle
finanze, il Ministro dei lavori pubblici, il Ministro della sanita', il
presidente dell'Associazione nazionale dei comuni d'Italia - ANCI, il presidente
dell'Unione province d'Italia - UPI ed il presidente dell'Unione nazionale
comuni, comunita' ed enti montani - UNCEM. Ne fanno parte inoltre quattordici
sindaci designati dall'ANCI e sei presidenti di provincia designati dall'UPI.
Dei quattordici sindaci designati dall'ANCI cinque rappresentano le citta'
individuate dall'art. 17 della legge 8 giugno 1990, n. 142. Alle riunioni
possono essere invitati altri membri del Governo, nonche' rappresentanti di
amministrazioni statali, locali o di enti pubblici.
3. La Conferenza Stato-citta' ed autonomie locali e' convocata almeno ogni tre
mesi, e comunque in tutti i casi il presidente ne ravvisi la necessita' o
qualora ne faccia richiesta il presidente dell'ANCI, dell'UPI o dell'UNCEM.
4. La Conferenza unificata di cui al comma 1 e' convocata dal Presidente del
Consiglio dei Ministri. Le sedute sono presiedute dal Presidente del Consiglio
dei Ministri o, su sua delega, dal Ministro per gli affari regionali o, se tale
incarico non e' conferito, dal Ministro dell'interno.».
Note all'art. 1:
- Si riporta il testo dell'art. 5 del citato decreto legislativo n. 42 del 2004,
come modificato dal presente decreto:
«Art. 5 (Cooperazione delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali in
materia di tutela del patrimonio culturale). - 1. Le regioni, nonche' i comuni,
le citta' metropolitane e le province, di seguito denominati "altri enti
pubblici territoriali", cooperano con il Ministero nell'esercizio delle funzioni
di tutela in conformita' a quanto disposto dal titolo I della Parte seconda del
presente codice.
2. Le funzioni di tutela previste dal presente codice che abbiano ad oggetto
manoscritti, autografi, carteggi, incunaboli, raccolte librarie, nonche' libri,
stampe e incisioni, non appartenenti allo Stato, sono esercitate dalle regioni.
Qualora l'interesse culturale delle predette cose sia stato riconosciuto con
provvedimento ministeriale, l'esercizio delle potesta' previste dall'art. 128
compete al Ministero.
3. Sulla base di specifici accordi od intese e previo parere della Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e Bolzano, di seguito denominata "Conferenza Stato-regioni", le regioni
possono esercitare le funzioni di tutela su carte geografiche, spartiti
musicali, fotografie, pellicole o altro materiale audiovisivo, con relativi
negativi e matrici, non appartenenti allo Stato.
4. Nelle forme previste dal comma 3 e sulla base dei principi di
differenziazione ed adeguatezza, possono essere individuate ulteriori forme di
coordinamento in materia di tutela con le regioni che ne facciano richiesta.
5. Gli accordi o le intese possono prevedere particolari forme di cooperazione
con gli altri enti pubblici territoriali.
6. Le funzioni amministrative di tutela dei beni paesaggistici sono conferite
alle regioni secondo le disposizioni di cui alla Parte terza del presente
codice.
7. Relativamente alle funzioni di cui ai commi 2, 3, 4, 5 e 6, il Ministero
esercita le potesta' di indirizzo e di vigilanza e il potere sostitutivo in caso
di perdurante inerzia o inadempienza.».
- Si riporta il testo dell'art. 6 del citato decreto legislativo n. 42 del 2004,
come modificato dal presente decreto:
«Art. 6 (Valorizzazione del patrimonio culturale). - 1. La valorizzazione
consiste nell'esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attivita'
dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le
migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso
al fine di promuovere lo sviluppo della cultura. Essa comprende anche la
promozione ed il sostegno degli interventi di conservazione del patrimonio
culturale.
2. La valorizzazione e' attuata in forme compatibili con la tutela e tali da non
pregiudicarne le esigenze.
3. La Repubblica favorisce e sostiene la partecipazione dei soggetti privati,
singoli o associati, alla valorizzazione del patrimonio culturale.».
Art. 2.
Modifiche alla Parte seconda
1. Alla Parte seconda del decreto legislativo n. 42 del 2004 sono apportate
le seguenti modifiche:
a) all'articolo 10:
1) al comma 2, lettera c), dopo le parole: «ente e istituto pubblico» sono
aggiunte, in fine, le seguenti: «, ad eccezione delle raccolte delle biblioteche
indicate all'articolo 47, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica
24 luglio 1977, n. 616, e di quelle ad esse assimilabili»;
2) al comma 3, lettera e), dopo le parole: «e particolari caratteristiche
ambientali,» sono inserite le seguenti: «ovvero per rilevanza artistica,
storica, archeologica, numismatica o etnoantropologica,» e le parole: «artistico
o storico» sono soppresse;
3) al comma 4, lettera b), dopo le parole: «le cose di interesse numismatico»
sono inserite le seguenti: «che, in rapporto all'epoca, alle tecniche e ai
materiali di produzione, nonche' al contesto di riferimento, abbiano carattere
di rarita' o di pregio, anche storico»;
4) al comma 4, lettera l), le parole: «le tipologie di architettura rurale» sono
sostituite dalle seguenti: «le architetture rurali»;
b) all'articolo 11, comma 1, lettera a), le parole: «e gli altri ornamenti» sono sostituite dalle seguenti: «ed altri elementi decorativi»;
c) all'articolo 12:
1) al comma 1, le parole: «del presente Titolo» sono sostituite dalle seguenti:
«della presente Parte»;
2) al comma 6, le parole: «Le cose di cui al comma 3 e quelle di cui al comma 4»
sono sostituite dalle seguenti: «Le cose di cui al comma 4 e quelle di cui al
comma 5»;
3) il comma 10 e' sostituito dal
seguente:
«10. Il procedimento di verifica si conclude entro centoventi giorni dal
ricevimento della richiesta.»;
d) all'articolo 14, comma 3, la parola: «o» e' sostituita dalla seguente: «e»;
e) all'articolo 16, comma 1, dopo la parola: «Avverso» sono inserite le seguenti: «il provvedimento conclusivo della verifica di cui all'articolo 12 o»;
f) all'articolo 17, comma 5, dopo le
parole: «beni culturali» sono aggiunte, in fine, le seguenti: «in ogni sua
articolazione»;
g) all'articolo 20, comma 2, dopo le parole: «Gli archivi» sono inserite le
seguenti: «pubblici e gli archivi privati per i quali sia intervenuta la
dichiarazione ai sensi dell'articolo 13»;
h) all'articolo 21:
1) al comma 1, lettera d), dopo le parole: «ai sensi dell'articolo 13» sono
aggiunte, in fine, le seguenti: «, nonche' lo scarto di materiale bibliografico
delle biblioteche pubbliche, con l'eccezione prevista all'articolo 10, comma 2,
lettera c), e delle biblioteche private per le quali sia intervenuta la
dichiarazione ai sensi dell'articolo 13»;
2) al comma 1, lettera e), le parole: «di soggetti giuridici privati» sono
sostituite dalle seguenti: «privati per i quali sia intervenuta la dichiarazione
ai sensi dell'articolo 13»;
3) al comma 4, dopo le parole: «del soprintendente.» e' aggiunto il seguente
periodo: «Il mutamento di destinazione d'uso dei beni medesimi e' comunicato al
soprintendente per le finalita' di cui all'articolo 20, comma 1.»;
4) al comma 5 e' aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Se i lavori non
iniziano entro cinque anni dal rilascio dell'autorizzazione, il soprintendente
puo' dettare prescrizioni ovvero integrare o variare quelle gia' date in
relazione al mutare delle tecniche di conservazione.»;
i) all'articolo 22:
1) al comma 3, le parole: «Ove la soprintendenza proceda ad accertamenti di
natura tecnica, dandone preventiva comunicazione al richiedente,» sono
sostituite dalle seguenti: «Ove sorga l'esigenza di procedere ad accertamenti di
natura tecnica, la soprintendenza ne da' preventiva comunicazione al richiedente
ed»;
2) il comma 4 e' sostituito dal seguente:
«4. Decorso inutilmente il termine stabilito, il richiedente puo' diffidare
l'amministrazione a provvedere. Se l'amministrazione non provvede nei trenta
giorni successivi al ricevimento della diffida, il richiedente puo' agire ai
sensi dell'articolo 21-bis della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, e successive
modificazioni.»;
l) all'articolo 28, comma 4, le parole: «di opere pubbliche» sono sostituite
dalle seguenti: «di lavori pubblici» e le parole:«dell'opera pubblica» sono
soppresse;
m) all'articolo 29:
1) al comma 8 le parole: «previo parere della Conferenza Stato-regioni» sono
soppresse;
2) al comma 9, secondo periodo, le parole: «previo parere della Conferenza Stato-regioni» sono soppresse; dopo le parole: «dell'esame finale,» sono inserite le seguenti: «abilitante alle attivita' di cui al comma 6 e avente valore di esame di Stato,»; dopo le parole: «un rappresentante del Ministero,», sono inserite le seguenti: «il titolo accademico rilasciato a seguito del superamento di detto esame, che e' equiparato al diploma di laurea specialistica o magistrale,» ed, in fine, e' aggiunto il seguente periodo: «Il procedimento di accreditamento si conclude con provvedimento adottato entro novanta giorni dalla presentazione della domanda corredata dalla prescritta documentazione.»;
3) dopo il comma 9 e' inserito il
seguente:
«9-bis. Dalla data di entrata in vigore dei decreti previsti dai commi 7, 8 e 9,
agli effetti dell'esecuzione degli interventi di manutenzione e restauro su beni
culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici, nonche' agli
effetti del possesso dei requisiti di qualificazione da parte dei soggetti
esecutori di detti lavori, la qualifica di restauratore di beni culturali e'
acquisita esclusivamente in applicazione delle predette disposizioni.»;
4) al comma 11 le parole: «o intese»
sono soppresse; dopo le parole: «possono essere altresi' istituite,» sono
inserite le seguenti: «ove accreditate,»; e' aggiunto, in fine, il seguente
periodo: «All'attuazione del presente comma si provvede nell'ambito delle
risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente,
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.»;
n) all'articolo 30, comma 4, e' aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Copia
degli inventari e dei relativi aggiornamenti e' inviata alla soprintendenza,
nonche' al Ministero dell'interno per gli accertamenti di cui all'articolo
125.»;
o) all'articolo 37, comma 1, la
parola: «immobili» e' soppressa;
p) all'articolo 38:
1) nella rubrica, le parole: «Apertura al pubblico degli immobili» sono
sostituite dalle seguenti: «Accessibilita' del pubblico ai beni culturali»;
2) al comma 1, le parole: «Gli immobili» sono sostituite dalle seguenti: «I beni culturali»;
q) all'articolo 44:
1) al comma 1, la parola: «importanza» e' sostituita dalla seguente: «pregio»;
2) al comma 4 e' aggiunto, in fine, il seguente periodo:
«L'assicurazione puo' essere sostituita dall'assunzione dei relativi rischi da
parte dello Stato, ai sensi dell'articolo 48, comma 5.»;
r) all'articolo 46, comma 3, la parola: «o» e' sostituita dalla seguente: «e»;
s) all'articolo 50, comma 1, le parole: «ed altri ornamenti» sono sostituite
dalle seguenti: «ed altri elementi decorativi di edifici»;
t) all'articolo 54:
1) al comma 2, lettera a), le parole: «fino a quando non sia intervenuta, ove
necessario, la sdemanializzazione a seguito del procedimento di verifica
previsto dall'articolo 12» sono sostituite dalle seguenti: «fino alla
conclusione del procedimento di verifica previsto dall'articolo 12. Se il
procedimento si conclude con esito negativo, le cose medesime sono liberamente
alienabili, ai fini del presente codice, ai sensi dell'articolo 12, commi 4, 5 e
6»;
2) al comma 2, lettera d), le parole: «quali testimonianze dell'identita' e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive, religiose» sono soppresse;
u) all'articolo 55, comma 2, la
lettera a) e' sostituita dalla seguente: «a) l'alienazione assicuri la tutela,
la fruizione pubblica e la valorizzazione dei beni;»;
v) all'articolo 57, comma 2, secondo periodo, sono aggiunte, in fine, le
seguenti parole: «e sono trascritte su richiesta del soprintendente nei registri
immobiliari»;
z) all'articolo 59, comma 2, lettera c), le parole:
«dall'apertura della successione» sono sostituite dalle seguenti:
«dalla comunicazione notarile prevista dall'articolo 623 del codice civile»;
aa) all'articolo 60, comma 1, le parole: «al medesimo prezzo stabilito nell'atto
di alienazione» sono sostituite dalle seguenti:
«o conferiti in societa', rispettivamente, al medesimo prezzo stabilito
nell'atto di alienazione o al medesimo valore attribuito nell'atto di
conferimento»;
bb) all'articolo 62:
1) al comma 2, la parola: «trenta» e' sostituita dalla seguente: «venti»; le
parole: «la proposta» sono sostituite dalle seguenti: «una proposta»; dopo le parole: «della spesa» sono aggiunte, in fine,
le seguenti: «indicando le specifiche finalita' di valorizzazione culturale del
bene»;(*)
2) al comma 3, il primo periodo e' sostituito dal seguente: «Il Ministero puo'
rinunciare all'esercizio della prelazione, trasferendone la facolta' all'ente
interessato entro venti giorni dalla ricezione della denuncia.»;
cc) all'articolo 70, comma 3, le parole: «, in materia di copertura finanziaria
della spesa e assunzione del relativo impegno» sono soppresse;
dd) all'articolo 106:
1) al comma 1, le parole: «Il Ministero» sono sostituite dalle seguenti: «Lo
Stato»;
2) dopo il comma 2, e' aggiunto il seguente:
«2-bis. Per i beni diversi da quelli indicati al comma 2, la concessione in uso
e' subordinata all'autorizzazione del Ministero, rilasciata a condizione che il
conferimento garantisca la conservazione e la fruizione pubblica del bene e sia
assicurata la compatibilita' della destinazione d'uso con il carattere
storico-artistico del bene medesimo. Con l'autorizzazione possono essere dettate
prescrizioni per la migliore conservazione del bene.»;
ee) all'articolo 107, comma 2, secondo periodo, dopo le parole:
«gia' esistenti» sono inserite le seguenti: «nonche' quelli ottenuti con
tecniche che escludano il contatto diretto con l'originale»;
ff) l'articolo 112 e' sostituito dal seguente:
«Art. 112 (Valorizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica). - 1. Lo
Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali assicurano la
valorizzazione dei beni presenti negli istituti e nei luoghi indicati
all'articolo 101, nel rispetto dei principi fondamentali fissati dal presente
codice.
2. Nel rispetto dei principi richiamati al comma 1, la legislazione regionale
disciplina le funzioni e le attivita' di valorizzazione dei beni presenti negli
istituti e nei luoghi della cultura non appartenenti allo Stato o dei quali lo
Stato abbia trasferito la disponibilita' sulla base della normativa vigente.
3. La valorizzazione dei beni culturali pubblici al di fuori degli istituti e
dei luoghi di cui all'articolo 101 e' assicurata, secondo le disposizioni del
presente Titolo, compatibilmente con lo svolgimento degli scopi istituzionali
cui detti beni sono destinati.
4. Lo Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali stipulano accordi
per definire strategie ed obiettivi comuni di valorizzazione, nonche' per
elaborare i conseguenti piani strategici di sviluppo culturale e i programmi,
relativamente ai beni culturali di pertinenza pubblica. Gli accordi possono
essere conclusi su base regionale o subregionale, in rapporto ad ambiti
territoriali definiti, e promuovono altresi' l'integrazione, nel processo di
valorizzazione concordato, delle infrastrutture e dei settori produttivi
collegati. Gli accordi medesimi possono riguardare anche beni di proprieta'
privata, previo consenso degli interessati.
Lo Stato stipula gli accordi per il tramite del Ministero, che opera
direttamente ovvero d'intesa con le altre amministrazioni statali eventualmente
competenti.
5. Lo Stato, per il tramite del Ministero e delle altre amministrazioni statali
eventualmente competenti, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali
possono costituire, nel rispetto delle vigenti disposizioni, appositi soggetti
giuridici cui affidare l'elaborazione e lo sviluppo dei piani di cui al comma 4.
6. In assenza degli accordi di cui al comma 4, ciascun soggetto pubblico e'
tenuto a garantire la valorizzazione dei beni di cui ha comunque la
disponibilita'.
7. Con decreto del Ministro sono definiti modalita' e criteri in base ai quali
il Ministero costituisce i soggetti giuridici indicati al comma 5 o vi
partecipa.
8. Ai soggetti di cui al comma 5 possono partecipare privati proprietari di beni
culturali suscettibili di essere oggetto di valorizzazione, nonche' persone
giuridiche private senza fine di lucro, anche quando non dispongano di beni
culturali che siano oggetto della valorizzazione, a condizione che
l'intervento in tale settore di attivita' sia per esse previsto dalla legge o
dallo statuto.(*)
9. Anche indipendentemente dagli accordi di cui al comma 4, possono essere
stipulati accordi tra lo Stato, per il tramite del Ministero e delle altre
amministrazioni statali eventualmente competenti, le regioni, gli altri enti
pubblici territoriali e i privati interessati, per regolare servizi strumentali
comuni destinati alla fruizione e alla valorizzazione di beni culturali. Con gli
accordi medesimi possono essere anche istituite forme consortili non
imprenditoriali per la gestione di uffici comuni. All'attuazione del presente
comma si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie
disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza
pubblica.»;
gg) il comma 1 dell'articolo 114 e' sostituito dal seguente:
«1. Il Ministero, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali, anche con
il concorso delle universita', fissano i livelli minimi uniformi di qualita'
delle attivita' di valorizzazione su beni di pertinenza pubblica e ne curano
l'aggiornamento periodico.»;
hh) l'articolo 115 e' sostituito dal seguente:
«Art. 115 (Forme di gestione). - 1. Le attivita' di valorizzazione dei beni
culturali di appartenenza pubblica sono gestite in forma diretta o indiretta.
2. La gestione diretta e' svolta per mezzo di strutture organizzative interne
alle amministrazioni, dotate di adeguata autonomia scientifica, organizzativa,
finanziaria e contabile, e provviste di idoneo personale tecnico. Le
amministrazioni medesime possono attuare la gestione diretta anche in forma
consortile pubblica.
3. La gestione indiretta e' attuata tramite concessione a terzi delle attivita'
di valorizzazione, anche in forma congiunta e integrata, da parte delle
amministrazioni cui i beni appartengono o dei soggetti giuridici costituiti ai
sensi dell'articolo 112, comma 5, qualora siano conferitari dei beni ai sensi
del comma 7, mediante procedure di evidenza pubblica, sulla base della
valutazione comparativa di specifici progetti. I privati che eventualmente
partecipano ai soggetti indicati all'articolo 112, comma 5, non possono comunque
essere individuati quali concessionari delle attivita' di valorizzazione.
4. Lo Stato, le regioni e gli altri
enti pubblici territoriali ricorrono alla gestione indiretta al fine di
assicurare un miglior livello di valorizzazione dei beni culturali. La scelta
tra le due forme di gestione indicate ai commi 2 e 3 e' attuata mediante
valutazione comparativa in termini di sostenibilita' economico-finanziaria e di
efficacia, sulla base di obbiettivi previamente definiti. La gestione in forma
indiretta e' attuata nel rispetto dei parametri di cui all'articolo 114.
5. Le amministrazioni cui i beni pertengono e, ove conferitari dei beni, i
soggetti giuridici costituiti ai sensi dell'articolo 112, comma 5, regolano i
rapporti con i concessionari delle attivita' di valorizzazione mediante
contratto di servizio, nel quale sono determinati, tra l'altro, i contenuti del
progetto di gestione delle attivita' di valorizzazione ed i relativi tempi di
attuazione, i livelli qualitativi delle attivita' da assicurare e dei servizi da
erogare, nonche' le professionalita' degli addetti. Nel contratto di servizio
sono indicati i servizi essenziali che devono essere comunque garantiti per la
pubblica fruizione del bene.
6. Nel caso in cui la concessione a terzi delle attivita' di valorizzazione sia
attuata dai soggetti giuridici di cui all'articolo 112, comma 5, in quanto
conferitari dei beni oggetto della valorizzazione, la vigilanza sul rapporto
concessorio e' esercitata anche dalle amministrazioni cui i beni pertengono. Il
grave inadempimento, da parte del concessionario, degli obblighi derivanti dalla
concessione e dal contratto di servizio, oltre alle conseguenze
convenzionalmente stabilite, determina anche, a richiesta delle amministrazioni
cui i beni pertengono, la risoluzione del rapporto concessorio e la cessazione,
senza indennizzo, degli effetti del conferimento in uso dei beni.
7. Le amministrazioni possono partecipare al patrimonio dei soggetti di cui
all'articolo 112, comma 5, anche con il conferimento in uso dei beni culturali
che ad esse pertengono e che siano oggetto della valorizzazione. Al di fuori
dell'ipotesi prevista al comma 6, gli effetti del conferimento si esauriscono,
senza indennizzo, in tutti i casi di cessazione dalla partecipazione ai soggetti
di cui al primo periodo o di estinzione dei medesimi. I beni conferiti in uso
non sono assoggettati a garanzia patrimoniale specifica se non in ragione del
loro controvalore economico.
8. Alla concessione delle attivita' di valorizzazione puo' essere collegata la
concessione in uso degli spazi necessari all'esercizio delle attivita' medesime,
previamente individuati nel capitolato d'oneri. La concessione in uso perde
efficacia, senza indennizzo, in qualsiasi caso di cessazione della concessione
delle attivita'.
9. Alle funzioni ed ai compiti derivanti dalle disposizioni del presente
articolo il Ministero provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e
finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per
la finanza pubblica.»;
ii) l'articolo 116 e' sostituito dal seguente:
«Art. 116 (Tutela dei beni culturali conferiti o concessi in uso). - 1. I beni
culturali che siano stati conferiti o concessi in uso ai sensi dell'articolo
115, commi 7 e 8, restano a tutti gli effetti assoggettati al regime giuridico
loro proprio. Le funzioni di tutela sono esercitate dal Ministero in conformita'
alle disposizioni del presente codice. Gli organi istituzionalmente preposti
alla tutela non partecipano agli organismi di gestione dei soggetti giuridici
indicati all'articolo 112, comma 5.»;
ll) all'articolo 122:
1) al comma 1, dopo la lettera b) e' aggiunta la seguente:
«b-bis) di quelli versati ai sensi dell'articolo 41, comma 2, fino allo scadere
dei termini indicati al comma 1 dello stesso articolo.»;
2) al comma 2, dopo la parola: «provvede» sono inserite le seguenti: «, ove
ancora operante,».
(*) N.d.R.: in carattere corsivo
sono riportate le rettifiche di cui all'avviso pubblicato nella G.U. n. 119 del
24-5-2006
Note all'art. 2:
- Si riporta il testo dell'art. 10 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 10 (Beni culturali). - 1. Sono beni culturali le cose immobili e mobili
appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali,
nonche' ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private
senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o
etnoantropologico.
2. Sono inoltre beni culturali:
a) le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello
Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonche' di ogni
altro ente ed istituto pubblico;
b) gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri
enti pubblici territoriali nonche' di ogni altro ente ed istituto pubblico;
c) le raccolte librarie delle biblioteche dello Stato, delle regioni, degli
altri enti pubblici, territoriali, nonche' di ogni altro ente e istituto
pubblico ad eccezione delle raccolte delle biblioteche indicate all'art. 47,
comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, e
di quelle ad esse assimilabili.
3. Sono altresi' beni culturali, quando sia intervenuta la dichiarazione
prevista dall'art. 13:
a) le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico,
archeologico o etnoantropologico particolarmente importante, appartenenti a
soggetti diversi da quelli indicati al comma 1;
b) gli archivi e i singoli documenti, appartenenti a privati, che rivestono
interesse storico particolarmente importante;
c) le raccolte librarie, appartenenti a privati, di eccezionale interesse
culturale;
d) le cose immobili e mobili, a
chiunque appartenenti che rivestono un interesse particolarmente importante a
causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura,
dell'arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identita' e
della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose;
e) le collezioni o serie di oggetti, a chiunque appartenenti che, per
tradizione, fama e particolari caratteristiche ambientali, ovvero per rilevanza
artisitica, storica, archeologica, numismatica o etnoantropologica, rivestono
come complesso un eccezionale interesse.
4. Sono comprese tra le cose indicate al comma 1 e al comma 3, lettera a):
a) le cose che interessano la paleontologia, la preistoria e le primitive civilta';
b) le cose di interesse
numismatico che, in rapporto all'epoca, alle tecniche e ai materiali di
produzione, nonche' al contesto di riferimento, abbiano carattere di rarita' o
di pregio, anche storico;
c) i manoscritti, gli autografi, i carteggi, gli incunaboli, nonche' i libri, le
stampe e le incisioni, con relative matrici, aventi carattere di rarita' e di
pregio;
d) le carte geografiche e gli spartiti musicali aventi carattere di rarita' e di
pregio;
e) le fotografie, con relativi negativi e matrici, le pellicole cinematografiche
ed i supporti audiovisivi in genere, aventi carattere di rarita' e di pregio;
f) le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico;
g) le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse
artistico o storico;
h) i siti minerari di interesse storico od etnoantropologico;
i) le navi e i galleggianti aventi interesse artistico, storico od
etnoantropologico;
l) le architetture rurali aventi interesse storico od etnoantropologico quali
testimonianze dell'economia rurale tradizionale.
5. Salvo quanto disposto dagli articoli 64 e 178, non sono soggette alla
disciplina del presente titolo le cose indicate al comma 1 e al comma 3, lettere
a) ed e), che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad
oltre cinquanta anni.».
- Si riporta il testo dell'art. 11 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 11 (Beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela). 1. Fatta salva
l'applicazione dell'art. 10, qualora ne ricorrano presupposti e condizioni, sono
beni culturali, in quanto oggetto di specifiche disposizioni del presente
titolo:
a) gli affreschi, gli stemmi, i graffiti, le lapidi, le iscrizioni, i
tabernacoli ed altri elementi decorativi, di edifici, esposti o non alla
pubblica vista, di cui all'art. 50, comma 1;
b) gli studi d'artista, di cui all'art. 51;
c) le aree pubbliche di cui all'art. 52;
d) le opere di pittura, di scultura, di grafica e qualsiasi oggetto d'arte di
autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni, di cui
agli articoli 64 e 65;
e) le opere dell'architettura contemporanea di particolare valore artistico, di
cui all'art. 37;
f) le fotografie, con relativi negativi e matrici, gli esemplari di opere
cinematografiche, audiovisive o di sequenze di immagini in movimento, le
documentazioni di manifestazioni, sonore o verbali, comunque realizzate, la cui
produzione risalga ad oltre venticinque anni, di cui all'art. 65;
g) i mezzi di trasporto aventi
piu' di settantacinque anni, di cui agli articoli 65 e 67, comma 2;
h) i beni e gli strumenti di interesse per la storia della scienza e della
tecnica aventi piu' di cinquanta anni, di cui all'art. 65;
i) le vestigia individuate dalla vigente normativa in materia di tutela del
patrimonio storico della Prima guerra mondiale, di cui all'art. 50, comma 2.».
- Si riporta il testo dell'art. 12 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 12 (Verifica dell'interesse culturale). - 1. Le cose immobili e mobili
indicate all'art. 10, comma 1, che siano opera di autore non piu' vivente e la
cui esecuzione risalga ad oltre cinquanta anni, sono sottoposte alle
disposizioni della presente Parte fino a quando non sia stata effettuata la
verifica di cui al comma 2.
2. I competenti organi del Ministero, d'ufficio o su richiesta formulata dai
soggetti cui le cose appartengono e corredata dai relativi dati conoscitivi,
verificano la sussistenza dell'interesse artistico, storico, archeologico o
etnoantropologico nelle cose di cui al comma 1, sulla base di indirizzi di
carattere generale stabiliti dal Ministero medesimo al fine di assicurare
uniformita' di valutazione.
3. Per i beni immobili dello Stato, la richiesta di cui al comma 2 e' corredata
da elenchi dei beni e dalle relative schede descrittive. I criteri per la
predisposizione degli elenchi, le modalita' di redazione delle schede
descrittive e di trasmissione di elenchi e schede sono stabiliti con decreto del
Ministero adottato di concerto con l'Agenzia del demanio e, per i beni immobili
in uso all'amministrazione della difesa, anche con il concerto della competente
Direzione generale dei lavori e del demanio. Il Ministero fissa, con propri
decreti i criteri e le modalita' per la predisposizione e la presentazione delle
richieste di verifica, e della relativa documentazione conoscitiva, da parte
degli altri soggetti di cui al comma 1.
4. Qualora nelle cose sottoposte a schedatura non sia stato riscontrato
l'interesse di cui al comma 2, le cose medesime sono escluse dall'applicazione
delle disposizioni del presente titolo.
5. Nel caso di verifica con esito negativo su cose appartenenti al demanio dello
Stato, delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali, la scheda
contenente i relativi dati e' trasmessa ai competenti uffici affinche' ne
dispongano la sdemanializzazione, qualora, secondo le valutazioni
dell'amministrazione interessata, non vi ostino altre ragioni di pubblico
interesse.
6. Le cose di cui al comma 4 e quelle di cui al comma 5 per le quali si sia
proceduto alla sdemanializzazione sono liberamente alienati ai fini del presente
codice.
7. L'accertamento dell'interesse artistico, storico, archeologico o
etnoantropologico,
effettuato in conformita' agli indirizzi generali di cui al comma 2, costituisce
dichiarazione ai sensi dell'art. 13 ed il relativo provvedimento e' trascritto
nei modi previsti dall'art. 15, comma 2. I beni restano definitivamente
sottoposti alle disposizioni del presente titolo.
8. Le schede descrittive degli immobili di proprieta' dello Stato oggetto di
verifica con esito positivo, integrate con il provvedimento di cui al comma 7,
confluiscono in un archivio informatico accessibile al Ministero e all'Agenzia
del demanio, per finalita' di monitoraggio del patrimonio immobiliare e di
programmazione degli interventi in funzione delle rispettive competenze
istituzionali.
9. Le disposizioni del presente articolo si applicano alle cose di cui al comma
1 anche qualora i soggetti cui esse appartengono mutino in qualunque modo la
loro natura giuridica.
10. Il procedimento di verifica si conclude entro centoventi giorni dal
ricevimento della richiesta.».
- Si riporta il testo dell'art. 14 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 44 (Procedimento di dichiarazione). - 1. Il soprintendente avvia il
procedimento per la dichiarazione dell'interesse culturale, anche su motivata
richiesta della regione e di ogni altro ente territoriale interessato, dandone
comunicazione al proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo della
cosa che ne forma oggetto.
2. La comunicazione contiene gli elementi di identificazione e di valutazione
della cosa risultanti dalle prime indagini, l'indicazione degli effetti previsti
dal comma 4, nonche' l'indicazione del termine, comunque non inferiore a trenta
giorni, per la presentazione di eventuali osservazioni.
3. Se il procedimento riguarda complessi immobiliari, la comunicazione e'
inviata anche al comune e alla citta' metropolitana.
4. La comunicazione comporta l'applicazione, in via cautelare, delle
disposizioni previste dal capo II, dalla sezione I del capo III e dalla sezione
I del capo IV del presente titolo.
5. Gli effetti indicati al comma 4 cessano alla scadenza del termine del
procedimento di dichiarazione, che il Ministero stabilisce a norma dell'art. 2,
comma 2, della legge 7 agosto 1990, n. 241.
6.La dichiarazione dell'interesse culturale e' adottata dal Ministero.».
- Si riporta il testo dell'art. 16 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 16 (Ricorso amministrativo avverso la dichiarazione). - 1. Avverso il
provvedimento conclusivo della verifica di cui all'art. 12 o la dichiarazione di
cui all'art. 13 e' ammesso ricorso al Ministero, per motivi di legittimita' e di
merito, entro trenta giorni dalla notifica della dichiarazione.
2. La proposizione del ricorso comporta la sospensione degli effetti del
provvedimento impugnato. Rimane ferma l'applicazione, in via cautelare, delle
disposizioni previste dal capo II, dalla sezione I del capo III e dalla sezione
I del capo IV del presente titolo.
3. Il Ministero, sentito il competente organo consultivo, decide sul ricorso
entro il termine di novanta giorni dalla presentazione dello stesso.
4. Il Ministero, qualora accolga il ricorso, annulla o riforma l'atto impugnato.
5. Si applicano le disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 24
novembre 1971, n. 1199.».
- Si riporta il testo dell'art. 17 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 17 (Catalogazione). - 1. Il Ministero, con il concorso delle regioni e
degli altri enti pubblici territoriali, assicura la catalogazione dei beni
culturali e coordina le relative attivita'.
2. Le procedure e le modalita' di catalogazione sono stabilite con decreto
ministeriale. A tal fine il Ministero, con il concorso delle regioni, individua
e definisce metodologie comuni di raccolta, scambio, accesso ed elaborazione dei
dati a livello nazionale e di integrazione in rete delle banche dati dello
Stato, delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali.
5. I dati di cui al presente
articolo affluiscono al catalogo nazionale dei beni culturali in ogni sua
articolazione.
6. La consultazione dei dati concernenti le dichiarazioni emesse ai sensi
dell'art. 13 e' disciplinata in modo da garantire la sicurezza dei beni e la
tutela della riservatezza.».
- Si riporta il testo dell'art. 20 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
Art. 20 (Interventi vietati). - 1. I beni culturali non possono essere
distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere
storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione.
2. Gli archivi pubblici e gli archivi privati per i quali sia intervenuta la
dichiarazione ai sensi dell'art. 13 non possono essere sembrati.».
- Si riporta il testo dell'art. 21 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
Art. 21 (Interventi soggetti ad autorizzazione). - 1. Sono subordinati ad
autorizzazione del Ministero:
a) la demolizione delle cose costituenti beni culturali, anche con successiva
ricostituzione;
b) lo spostamento, anche temporaneo, dei beni culturali, salvo quanto previsto
ai commi 2 e 3;
c) lo smembramento di collezioni, serie e raccolte;
d) lo scarto dei documenti degli archivi pubblici e degli archivi privati per i
quali sia intervenuta la dichiarazione ai sensi dell'art. 13, nonche' lo scarto
di materiale bibliografico delle biblioteche pubbliche, con l'eccezione prevista
all'art. 10, comma 2, lettera c), e delle biblioteche private per le quali sia
intervenuta la dichiarazione ai sensi dell'art. 13;
e) il trasferimento ad altre persone giuridiche di complessi organici di
documentazione di archivi pubblici, nonche' di archivi privati per i quali sia
intervenuta la dichiarazione ai sensi dell'art. 13.
2. Lo spostamento di beni culturali, dipendente dal mutamento di dimora o di
sede del detentore, e' preventivamente denunciato al soprintendente, che, entro
trenta giorni dal ricevimento della denuncia, puo' prescrivere le misure
necessarie perche' i beni non subiscano danno dal trasporto.
3. Lo spostamento degli archivi correnti dello Stato e degli enti ed istituti
pubblici non e' soggetto ad autorizzazione.
4. Fuori dei casi di cui ai commi precedenti, l'esecuzione di opere e lavori di
qualunque genere su beni culturali e' subordinata ad autorizzazione del
soprintendente. Il mutamento di destinazione d'uso dei beni medesimi e'
comunicato al soprintendente per le finalita' di cui all'art. 20, comma 1.
5. L'autorizzazione e' resa su progetto o, qualora sufficiente, su descrizione
tecnica presentati dal richiedente, e puo' contenere prescrizioni. Se i lavori
non inziano entro cinque anni dal rilascio dell'autorizzazione il soprintendente
puo' dettare prescrizioni ovvero integrare o variare quelle gia' date in
relazione al mutare delle tecniche di conservazione.».
- Si riporta il testo dell'art. 22 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 22 (Procedimento di autorizzazione per interventi di edilizia). - 1. Fuori
dei casi previsti dagli articoli 25 e 26, l'autorizzazione prevista dall'art.
21, comma 4, relativa ad interventi in materia di edilizia pubblica e privata e'
rilasciata entro il termine di centoventi giorni dalla ricezione della richiesta
da parte della soprintendenza.
2. Qualora la soprintendenza chieda chiarimenti o elementi integrativi di
giudizio, il termine indicato al comma 1 e' sospeso fino al ricevimento della
documentazione richiesta.
3. Ove sorga l'esigenza di procedere ad accertamenti di natura tecnica, la
soprintendenza ne' da' comunicazione al richiedente ed il termine indicato al
comma 1 e' sospeso fino all'acquisizione delle risultanze degli accertamenti
d'ufficio e comunque per non piu' di trenta giorni.
4. Decorso inutilmente il termine stabilito, il richiedente puo' diffidare
l'amministrazione a provvedere.
Se l'amministrazione non provvede nei trenta giorni successivi al ricevimento
della diffida, il richiedente puo' agire ai sensi dell'art. 21-bis della legge 6
dicembre 1971, n. 1034 e successive modificazioni.».
- Si riporta il testo dell'art. 28 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 28 (Misure cautelari e preventive). - 1. Il soprintendente puo' ordinare
la sospensione di interventi iniziati contro il disposto degli articoli 20, 21,
25, 26 e 27 ovvero condotti in difformita' dall'autorizzazione.
2. Al soprintendente spetta altresi' la facolta' di ordinare l'inibizione o la
sospensione di interventi relativi alle cose indicate nell'art. 10, anche quando
per esse non siano ancora intervenute la verifica di cui all'art. 12, comma 2, o
la dichiarazione di cui all'art. 13.
3. L'ordine di cui al comma 2 si intende revocato se, entro trenta giorni dalla
ricezione del medesimo, non e' comunicato, a cura del soprintendente, l'avvio
del procedimento di verifica o di dichiarazione.
4. In caso di realizzazione di lavori pubblici ricadenti in aree di interesse
archeologico, anche quando per esse non siano intervenute la verifica di cui
all'art. 12, comma 2, o la dichiarazione di cui all'art. 13, il soprintendente
puo' richiedere l'esecuzione di saggi archeologici preventivi sulle aree
medesime a spese del committente.».
- Si riporta il testo dell'art. 29 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 29 (Conservazione). - 1. La conservazione del patrimonio culturale e'
assicurata mediante una coerente coordinata e programmata attivita' di studio,
prevenzione, manutenzione e restauro.
2. Per prevenzione si intende il complesso delle attivita' idonee a limitare le
situazioni di rischio connesse al bene culturale nel suo contesto.
3. Per manutenzione si intende il complesso delle attivita' e degli interventi
destinati al controllo delle condizioni del bene culturale e al mantenimento
dell'integrita', dell'efficienza funzionale e dell'identita' del bene e delle
sue parti.
4. Per restauro si intende l'intervento diretto sul bene attraverso un complesso
di operazioni finalizzate all'integrita' materiale ed al recupero del bene
medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei suoi valori culturali. Nel
caso di beni immobili situati nelle zone dichiarate a rischio sismico in base
alla normativa vigente, il restauro comprende l'intervento di miglioramento
strutturale. 5. Il Ministero definisce, anche con il concorso delle regioni e
con la collaborazione delle universita' e degli istituti di ricerca competenti,
linee di indirizzo, norme tecniche, criteri e modelli di intervento in materia
di conservazione dei beni culturali.
6. Fermo quanto disposto dalla normativa in materia di progettazione ed
esecuzione di opere su beni architettonici, gli interventi di manutenzione e
restauro su beni culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici
sono eseguiti in via esclusiva da coloro che sono restauratori di beni culturali
ai sensi della normativa in materia.
7. I profili di competenza dei restauratori e degli altri operatori che svolgono
attivita' complementari al restauro o altre attivita' di conservazione dei beni
culturali mobili e delle superfici decorate di beni architettonici sono definiti
con decreto del Ministro adottato ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge 23
agosto 1988, n. 400, d'intesa con la Conferenza Stato-regioni.
8. Con decreto del Ministro adottato ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge
n. 400 del 1988 di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e
della ricerca, sono definiti i criteri ed i livelli di qualita' cui si adegua
l'insegnamento del restauro.
9. L'insegnamento del restauro e' impartito dalle scuole di alta formazione e di
studio istituite ai sensi dell'art. 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998,
n. 368, nonche' dai centri di cui al comma 11 e dagli altri soggetti pubblici e
privati accreditati presso lo Stato.
Con decreto del Ministro adottato ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge n.
400 del 1988 di concerto con il Ministro dell'istruzione, del-l'universita' e
della ricerca, sono individuati le modalita' di accreditamento, i requisiti
minimi organizzativi e di funzionamento dei soggetti di cui al presente comma,
le modalita' della vigilanza sullo svolgimento delle attivita' didattiche e
dell'esame finale abilitante alle attivita' di cui al comma 6 e avente valore di
esame di Stato, cui partecipa almeno un rappresentante del Ministero, il titolo
accademico rilasciato a seguito del superamento di detto esame, che e'
equiparato al diploma di laurea specialistica o magistrale, nonche' le
caratteristiche del corpo docente. Il procedimento di accreditamento si conclude
con provvedimento adottato entro novanta giorni dalla presentazione della
domanda corredata dalla prescritta documentazione.
9-bis. Dalla data di entrata in vigore dei decreti previsti dai commi 7, 8 e 9,
agli effetti dell'esecuzione degli interventi di manutenzione e restauro su beni
culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici, nonche' agli
effetti del possesso dei requisiti di qualificazione da parte dei soggetti
esecutori di detti lavori, la qualifica di restauratore di beni culturali e'
acquisita esclusivamente in applicazione delle predette disposizioni.
10. La formazione delle figure professionali che svolgono attivita'
complementari al restauro o altre attivita' di conservazione e' assicurata da
soggetti pubblici e privati ai sensi della normativa regionale. I relativi corsi
si adeguano a criteri e livelli di qualita' definiti con accordo in sede di
Conferenza Stato-regioni, ai sensi dell'art. 4 del decreto legislativo 28 agosto
1997, n. 281.
11. Mediante appositi accordi il Ministero e le regioni, anche con il concorso
delle universita' e di altri soggetti pubblici e privati, possono istituire
congiuntamente centri, anche a carattere interregionale, dotati di personalita'
giuridica, cui affidare attivita' di ricerca, sperimentazione, studio,
documentazione ed attuazione di interventi di conservazione e restauro su beni
culturali, di particolare complessita'. Presso tali centri possono essere
altresi' istituite, ove accreditate, ai sensi del comma 9, scuole di alta
formazione per l'insegnamento del restauro.
All'attuazione del presente comma si provvede nell'ambito delle risorse umane,
strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o
maggiori oneri per la finanza pubblica.».
- Si riporta il testo dell'art. 30 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 30 (Obblighi conservativi). - 1. Lo Stato, le regioni, gli altri enti
pubblici territoriali nonche' ogni altro ente ed istituto pubblico hanno
l'obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di
loro appartenenza.
2. I soggetti indicati al comma 1 e le persone giuridiche private senza fine di
lucro fissano i beni culturali di loro appartenenza, ad eccezione degli archivi
correnti, nel luogo di loro destinazione nel modo indicato dal soprintendente.
3. I privati proprietari, possessori o detentori di beni culturali sono tenuti a
garantirne la conservazione.
4. I soggetti indicati al comma 1 hanno l'obbligo di conservare i propri archivi
nella loro organicita' e di ordinarli, nonche' di inventariare i propri archivi
storici, costituiti dai documenti relativi agli affari esauriti da oltre
quaranta anni. Allo stesso obbligo sono assoggettati i proprietari, possessori o
detentori, a qualsiasi titolo, di archivi privati per i quali sia intervenuta la
dichiarazione di cui all'art. 13. Copia degli inventari e dei relativi
aggiornamenti e' inviata alla soprintendenza, nonche' al Ministero dell'interno
per gli accertamenti di cui all'art. 125.».
- Si riporta il testo dell'art. 37 del decreto legislativo n. 42 del 2004, come
modificato dal presente decreto:
«Art. 37 (Contributo in conto interessi). - 1. Il Ministero puo' concedere
contributi in conto interessi sui mutui accordati da istituti di credito ai
proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di beni culturali per la
realizzazione degli interventi conservativi autorizzati.
2. Il contributo e' concesso nella misura massima corrispondente agli interessi
calcolati ad un tasso annuo di sei punti percentuali sul capitale erogato a
titolo di mutuo.
3. Il contributo e' corrisposto direttamente dal Ministero all'istituto di
credito secondo modalita' da stabilire con convenzioni.
4. Il contributo di cui al comma 1 puo' essere concesso anche per interventi
conservativi su opere di architettura contemporanea di cui il soprintendente
abbia riconosciuto, su richiesta del proprietario, il particolare valore
artistico.».
- Si riporta il testo dell'art. 38 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 38 (Accessibilita' del pubblico ai beni culturali oggetto di interventi
conservativi). - 1. I beni culturali restaurati o sottoposti ad altri interventi
conservativi con il concorso totale o parziale dello Stato nella spesa, o per i
quali siano stati concessi contributi in conto interessi, sono resi accessibili
al pubblico secondo modalita' fissate, caso per caso, da appositi accordi o
convenzioni da stipularsi fra il Ministero ed i singoli proprietari all'atto
della assunzione dell'onere della spesa ai sensi dell'art. 34 o della
concessione del contributo ai sensi dell'art. 35. 2 Gli accordi e le convenzioni
stabiliscono i limiti temporali dell'obbligo di apertura al pubblico, tenendo
conto della tipologia degli interventi, del valore artistico e storico degli
immobili e dei beni in essi esistenti. Accordi e convenzioni sono trasmessi, a
cura del soprintendente, al comune o alla citta' metropolitana nel cui
territorio si trovano gli immobili.».
- Si riporta il testo dell'art. 44 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 44 (Comodato e deposito di beni culturali). - 1. I direttori degli archivi
e degli istituti che abbiano in amministrazione o in deposito raccolte o
collezioni artistiche, archeologiche, bibliografiche e scientifiche possono
ricevere in comodato da privati proprietari, previo assenso del competente
organo ministeriale, beni culturali mobili al fine di consentirne la fruizione
da parte della collettivita', qualora si tratti di beni di particolare pregio o
che rappresentino significative integrazioni delle collezioni pubbliche e
purche' la loro custodia presso i pubblici istituti non risulti particolarmente
onerosa.
2. Il comodato non puo' avere durata inferiore a cinque anni e si intende
prorogato tacitamente per un periodo pari a quello convenuto, qualora una delle
parti contraenti non abbia comunicato all'altra la disdetta almeno due mesi
prima della scadenza del termine. Anche prima della scadenza le parti possono
risolvere consensualmente il comodato.
3. I direttori adottano ogni misura necessaria per la conservazione dei beni
ricevuti in comodato, dandone comunicazione al comodante. Le relative spese sono
a carico del Ministero.
4. I beni sono protetti da idonea copertura assicurativa a carico del Ministero.
L'assicurazione puo' essere sostituita dall'assunzione dei relativi rischi da
parte dello Stato, ai sensi dell'art. 48, comma 5.
5. I direttori possono ricevere altresi' in deposito, previo assenso del
competente organo ministeriale, beni culturali appartenenti ad enti pubblici. Le
spese di conservazione e custodia specificamente riferite ai beni depositati
sono a carico degli enti depositanti.
6. Per quanto non espressamente previsto dal presente articolo, si applicano le
disposizioni in materia di comodato e di deposito.».
- Si riporta il testo dell'art. 46 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 46 (Procedimento per la tutela indiretta). - 1. Il soprintendente avvia il
procedimento per la tutela indiretta, anche su motivata richiesta della regione
o di altri enti pubblici territoriali interessati, dandone comunicazione al
proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo dell'immobile cui le
prescrizioni si riferiscono. Se per il numero dei destinatari la comunicazione
personale non e' possibile o risulta particolarmente gravosa, il soprintendente
comunica l'avvio del procedimento mediante idonee forme di pubblicita'.
2. La comunicazione di avvio del procedimento individua l'immobile in relazione
al quale si intendono adottare le prescrizioni di tutela indiretta e indica i
contenuti essenziali di tali prescrizioni.
3. Nel caso di complessi immobiliari, la comunicazione e' inviata anche al
comune e alla citta' metropolitana.
4. La comunicazione comporta, in via cautelare, la temporanea immodificabilita'
dell'immobile limitatamente agli aspetti cui si riferiscono le prescrizioni
contenute nella comunicazione stessa.
5. Gli effetti indicati al comma 4 cessano alla scadenza del termine del
relativo procedimento, stabilito dal Ministero ai sensi dell'art. 2, comma 2,
della legge 7 agosto 1990, n. 241.».
- Si riporta il testo dell'art. 50 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 50 (Distacco di beni culturali). - 1. E' vietato, senza l'autorizzazione
del soprintendente, disporre ed eseguire il distacco di affreschi, stemmi,
graffiti, lapidi, iscrizioni, tabernacoli ed altri elementi decorativi di
edifici esposti o non alla pubblica vista.
2. E' vietato, senza l'autorizzazione del soprintendente, disporre ed eseguire
il distacco di stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni, tabernacoli nonche' la
rimozione di cippi e monumenti, costituenti vestigia della Prima guerra mondiale
ai sensi della normativa in materia.».
- Si riporta il testo dell'art. 54 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 54 (Beni inalienabili). - 1. Sono inalienabili i beni culturali demaniali
di seguito indicati:
a) gli immobili e le aree di interesse archeologico;
b) gli immobili riconosciuti monumenti nazionali con atti aventi forza di legge;
c) le raccolte di musei, pinacoteche; gallerie e biblioteche;
d) gli archivi.
2. Sono altresi' inalienabili:
a) le cose immobili e mobili appartenenti ai soggetti indicati all'art. 10,
comma 1, che siano opera di autore non piu' vivente e la cui esecuzione risalga
ad oltre cinquanta anni, fino alla conclusione del procedimento di verifica
previsto dall'art. 12. Se il procedimento si conclude con esito negativo, le
cose medesime sono liberamente alienabili, ai fini del presente codice, ai sensi
dell'art. 12, commi 4, 5 e 6;
b) le cose mobili che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non
risalga ad oltre cinquanta anni, se incluse in raccolte appartenenti ai soggetti
di cui all'art. 53;
c) i singoli documenti appartenenti ai soggetti di cui all'art. 53, nonche' gli
archivi e i singoli documenti di enti ed istituti pubblici diversi da quelli
indicati al medesimo art. 53;
d) le cose immobili appartenenti ai soggetti di cui all'art. 53 dichiarate di
interesse particolarmente importante ai sensi dell'art. 10, comma 3, lettera d).
3. I beni e le cose di cui ai commi 1 e 2 possono essere oggetto di
trasferimento tra lo Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali.
4. I beni e le cose indicati ai commi 1 e 2 possono essere utilizzati
esclusivamente secondo le modalita' e per i fini previsti dal Titolo II della
presente Parte.».
- Si riporta il testo dell'art. 55 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 55 (Alienabilita' di immobili appartenenti al demanio culturale). - 1. I
beni culturali immobili appartenenti al demanio culturale e non rientranti tra
quelli elencati nell'art. 54, commi 1 e 2, non possono essere alienati senza
l'autorizzazione del Ministero.
2. L'autorizzazione di cui al comma 1 puo' essere rilasciata a condizione che:
a) l'alienazione assicuri la tutela, la fruizione pubblica e la valorizzazione
dei beni;
b) nel provvedimento di autorizzazione siano indicate destinazioni d'uso
compatibili con il carattere storico ed artistico degli immobili e tali da non
recare danno alla loro conservazione.
3. L'autorizzazione ad alienare comporta la sdemanializzazione dei beni
culturali cui essa si riferisce. Tali beni restano sottoposti a tutela ai sensi
dell'art. 12, comma 7.».
- Si riporta il testo dell'art.
57 del citato decreto legislativo n. 42 del 2004, come modificato dal presente
decreto:
«Art. 57 (Regime dell'autorizzazione ad alienare). - 1. La richiesta di
autorizzazione ad alienare e' presentata dall'ente cui i beni appartengono ed e'
corredata dalla indicazione della destinazione d'uso in atto e dal programma
degli interventi conservativi necessari.
2. Relativamente ai beni di cui all'art. 55, comma 1, l'autorizzazione puo'
essere rilasciata dal Ministero su proposta delle soprintendenze, sentita la
regione e, per suo tramite, gli altri enti pubblici territoriali interessati,
alle condizioni stabilite al comma 2 del medesimo art. 55. Le prescrizioni e le
condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione sono riportate
nell'atto di alienazione e sono trascritte su richiesta del soprintendente nei
registri immobiliari.
3. Il bene alienato non puo' essere assoggettato ad interventi di alcun genere
senza che il relativo progetto sia stato preventivamente autorizzato ai sensi
dell'art. 21, comma 4.
4. Relativamente ai beni di cui all'art. 56, comma 1, lettera a), e ai beni
degli enti ed istituti pubblici di cui all'art. 56, comma 1, lettera b) e comma
2, l'autorizzazione puo' essere rilasciata qualora i beni medesimi non abbiano
interesse per le raccolte pubbliche e dall'alienazione non derivi danno alla
loro conservazione e non ne sia menomato il pubblico godimento.
5. Relativamente ai beni di cui all'art. 56, comma 1, lettera b) e comma 2, di
proprieta' di persone giuridiche private senza fine di lucro, l'autorizzazione
puo' essere rilasciata qualora dalla alienazione non derivi un grave danno alla
conservazione o al pubblico godimento dei beni medesimi.».
- Si riporta il testo dell'art. 59 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 59 (Denuncia di trasferimento). - 1 Gli atti che trasferiscono, in tutto o
in parte, a qualsiasi titolo, la proprieta' o la detenzione di beni culturali
sono denunciati al Ministero.
2. La denuncia e' effettuata entro trenta giorni:
a) dall'alienante o dal cedente
la detenzione, in caso di alienazione a titolo oneroso o gratuito o di
trasferimento della detenzione;
b) dall'acquirente, in caso di trasferimento avvenuto nell'ambito di procedure
di vendita forzata o fallimentare ovvero in forza di sentenza che produca gli
effetti di un contratto di alienazione non concluso;
c) dall'erede o dal legatario, in caso di successione a causa di morte. Per
l'erede, il termine decorre dall'accettazione dell'eredita' o dalla
presentazione della dichiarazione ai competenti uffici tributari; per il
legatario, il termine decorre dalla comunicazione notarile prevista dall'art.
623 del codice civile, salva rinuncia ai sensi delle disposizioni del codice
civile.
3. La denuncia e' presentata al competente soprintendente del luogo ove si
trovano i beni.
a) i dati identificativi delle parti e la sottoscrizione delle medesime o dei
loro rappresentanti legali;
b) i dati identificativi dei beni;
c) l'indicazione del luogo ove si trovano i beni;
d) l'indicazione della natura e delle condizioni dell'atto di trasferimento;
e) l'indicazione del domicilio in Italia delle parti ai fini delle eventuali
comunicazioni previste dal presente Titolo.
5. Si considera non avvenuta la denuncia priva delle indicazioni previste dal
comma 4 o con indicazioni incomplete o imprecise.».
- Si riporta il testo dell'art. 60 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 60 (Acquisto in via di prelazione). - 1. Il Ministero o, nel caso previsto
dall'art. 62, comma 3, la regione o l'altro ente pubblico territoriale
interessato, hanno facolta' di acquistare in via di prelazione i beni culturali
alienati a titolo oneroso o conferiti in societa', rispettivamente, al medesimo
prezzo stabilito nell'atto di alienazione o al medesimo valore attribuito
nell'atto di conferimento.
2. Qualora il bene sia alienato con altri per un unico corrispettivo o sia
ceduto senza previsione di un corrispettivo in denaro ovvero sia dato in
permuta, il valore economico e' determinato d'ufficio dal soggetto che procede
alla prelazione ai sensi del comma 1.
3. Ove l'alienante non ritenga di
accettare la determinazione effettuata ai sensi del comma 2, il valore economico
della cosa e' stabilito da un terzo, designato concordemente dall'alienante e
dal soggetto che procede alla prelazione. Se le parti non si accordano per la
nomina del terzo, ovvero per la sua sostituzione qualora il terzo nominato non
voglia o non possa accettare l'incarico, la nomina e' effettuata, su richiesta
di una delle parti, dal presidente del tribunale del luogo in cui e' stato
concluso il contratto. Le spese relative sono anticipate dall'alienante.
4. La determinazione del terzo e' impugnabile in caso di errore o di manifesta
iniquita'.
5. La prelazione puo' essere esercitata anche quando il bene sia a qualunque
titolo dato in pagamento.».
- Si riporta il testo dell'art. 62 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 62 (Procedimento per la prelazione). - 1. Il soprintendente, ricevuta la
denuncia di un atto soggetto a prelazione, ne da' immediata comunicazione alla
regione e agli altri enti pubblici territoriali nel cui ambito si trova bene.
Trattandosi di bene mobile, la regione ne da' notizia sul propio Bollettino
ufficiale ed eventualmente mediante altri idonei mezzi di pubblicita' a livello
nazionale, con la descrizione dell'opera e l'indicazione del prezzo.
2. La regione e gli altri enti pubblici territoriali, nel termine di venti
giorni dalla denuncia, formulano al Ministero una proposta di prelazione,
corredata dalla deliberazione dell'organo competente che predisponga, a valere
sul bilancio dell'ente, la necessaria copertura finanziaria della spesa
indicando le specifiche finalita' di valorizzazione culturale del bene.
3. Il Ministero puo' rinunciare all'esercizio della prelazione, trasferendone la
facolta' all'ente interessato entro venti giorni dalla ricezione della
denuncia. Detto ente assume il relativo impegno di spesa, adotta il
provvedimento di prelazione e lo notifica all'alienante ed all'acquirente entro
e non oltre sessanta giorni dalla denuncia medesima. La proprieta' del bene
passa all'ente che ha esercitato la prelazione dalla data dell'ultima notifica.
4. Nei casi di cui all'art. 61, comma 2, i termini indicati al comma 2 ed al
comma 3, primo e secondo periodo, sono, rispettivamente, di novanta, centoventi
e centottanta giorni dalla denuncia tardiva o dalla data di acquisizione degli
elementi costitutivi della denuncia medesima.».
- Si riporta il testo dell'art. 70 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 70 (Acquisto coattivo). - 1. Entro il termine indicato all'art. 68, comma
3, l'ufficio di esportazione puo' proporre al Ministero l'acquisto coattivo
della cosa o del bene per i quali e' richiesto l'attestato di libera
circolazione, dandone contestuale comunicazione alla regione e all'interessato,
al quale dichiara altresi' che l'oggetto gravato dalla proposta di acquisto
resta in custodia presso l'ufficio medesimo fino alla conclusione del relativo
procedimento. In tal caso il termine per il rilascio dell'attestato e' prorogato
di sessanta giorni.
2. Il Ministero ha la facolta' di
acquistare la cosa o il bene per il valore indicato nella denuncia. Il
provvedimento di acquisto e' notificato all'interessato entro il termine
perentorio di novanta giorni dalla denuncia. Fino a quando non sia intervenuta
la notifica del provvedimento di acquisto, l'interessato puo' rinunciare
all'uscita dell'oggetto e provvedere al ritiro del medesimo.
3. Qualora il Ministero non intenda procedere all'acquisto, ne da'
comunicazione, entro sessanta giorni dalla denuncia, alla regione nel cui
territorio si trova l'ufficio di esportazione proponente. La regione ha facolta'
di acquistare la cosa o il bene nel rispetto di quanto stabilito all'art. 62,
commi 2 e 3. Il relativo provvedimento e' notificato all'interessato entro il
termine perentorio di novanta giorni dalla denuncia.».
- Si riporta il testo dell'art. 106 del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 106 (Uso individuale di beni culturali). - 1. Lo Stato, le regioni e gli
altri enti pubblici territoriali possono concedere l'uso dei beni culturali che
abbiano in consegna, per finalita' compatibili con la loro destinazione
culturale, a singoli richiedenti.
2. Per i beni in consegna al Ministero, il soprintendente determina il canone dovuto e adotta il relativo provvedimento.
2-bis. Per i beni diversi da quelli indicati al comma 2, la concessione in uso e' subordinata all'autorizzazione del Ministero, rilasciata a condizione che il conferimento garantisca la conservazione e la fruizione del bene e sia assicurata la compatibilita' della destinazione d'uso con il carattere storico-artistico del bene medesimo. Con l'autorizzazione possono essere dettate prescrizioni per la migliore conservazione del bene.».
- Si riporta il testo dell'art.
107 del citato decreto legislativo n. 42 del 2004, come modificato dal presente
decreto:«Art. 107 (Uso strumentale e precario e riproduzione di beni culturali).
- 1. Il Ministero, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali possono
consentire la riproduzione nonche' l'uso strumentale e precario dei beni
culturali che abbiano in consegna, fatte salve le disposizioni di cui al comma 2
e quelle in materia di diritto d'autore.
2. E' di regola vietata la riproduzione di beni culturali che consista nel
trarre calchi dagli originali di sculture e di opere a rilievo in genere, di
qualunque materiale tali beni siano fatti. Sono ordinariamente consentiti,
previa autorizzazione del soprintendente, i calchi da copie degli originali gia'
esistenti nonche' quelli ottenuti con tecniche che escludano il contatto diretto
con l'originale. Le modalita' per la realizzazione dei calchi sono disciplinate
con decreto ministeriale.».
- Si riporta il testo dell'art.
114 del citato decreto legislativo n. 42 del 2004, come modificato dal presente
decreto:
«Art. 114 (Livelli di qualita' della valorizzazione). - 1. Il Ministero, le
regioni e gli altri enti pubblici territoriali, anche con il concorso delle
universita', fissano i livelli minimi uniformi di qualita' delle attivita' di
valorizzazione su beni di pertinenza pubblica e ne curano l'aggiornamento
periodico.
2. I livelli di cui al comma 1 sono adottati con decreto del Ministro previa intesa in sede di Conferenza unificata. 3. I soggetti che, ai sensi dell'art. 115, hanno la gestione delle attivita' di valorizzazione sono tenuti ad assicurare il rispetto dei livelli adottati.».
- Si riporta il testo dell'art.
122 del citato decreto legislativo n. 42 del 2004, come modificato dal presente
decreto:
«Art. 122 (Archivi di stato e archivi storici degli enti pubblici:
consultabilita' dei documenti). - 1. I documenti conservati negli archivi di
Stato e negli archivi storici delle regioni, degli altri enti pubblici
territoriali nonche' di ogni altro ente ed istituto pubblico sono liberamente
consultabili, ad eccezione:
a) di quelli dichiarati di carattere riservato, ai sensi dell'art. 125, relativi
alla politica estera o interna dello Stato, che diventano consultabili cinquanta
anni dopo la loro data;
b) di quelli contenenti i dati sensibili nonche' i dati relativi a provvedimenti di natura penale espressamente indicati dalla normativa in materia di trattamento dei dati personali, che diventano consultabili quaranta anni dopo la loro data. Il termine e' di settanta anni se i dati sono idonei a rivelare lo stato di salute, la vita sessuale o rapporti riservati di tipo familiare.
b-bis) di quelli versati ai sensi dell'art. 41, comma 2, fino allo scadere dei termini indicati al comma 1 dello stesso articolo.
2. Anteriormente al decorso dei
termini indicati nel comma 1, i documenti restano accessibili ai sensi della
disciplina sull'accesso ai documenti amministrativi.Sull'istanza di accesso
provvede, ove ancora operante, l'amministrazione che deteneva il documento prima
del versamento o del deposito.
3. Alle disposizioni del comma 1 sono assoggettati anche gli archivi e i
documenti di proprieta' privata depositati negli archivi di Stato e negli
archivi storici degli enti pubblici, o agli archivi medesimi donati o venduti o
lasciati in eredita' o legato. I depositanti e coloro che donano o vendono o
lasciano in eredita' o legato i documenti possono anche stabilire la condizione
della non consultabilita' di tutti o di parte dei documenti dell'ultimo
settantennio. Tale limitazione, cosi' come quella generale stabilita dal comma
1, non opera nei riguardi dei depositanti, dei donanti, dei venditori e di
qualsiasi altra persona da essi designata; detta limitazione e' altresi'
inoperante nei confronti degli
aventi causa dai depositanti, donanti e venditori, quando si tratti di documenti
concernenti oggetti patrimoniali, ai quali essi siano interessati per il titolo
di acquisto.».
Art. 3.
Modifiche alla Parte quarta
1. Alla Parte quarta del decreto legislativo n. 42 del 2004 sono apportate
le seguenti modifiche:
a) all'articolo 163, comma 1, dopo le parole: «del Capo V» sono inserite le
seguenti: «del Titolo I della Parte seconda»;
b) all'articolo 173, comma 1,
lettera c), le parole: «diritto di» sono soppresse;
c) all'articolo 179, comma 1, le parole: «od imitazione» sono sostituite dalle
seguenti: «od imitazioni».
Note all'art. 3:
- Si riporta il testo degli articoli 163, 173 e 179 del citato decreto
legislativo n. 42 del 2004, come modificato dal presente decreto: «Art. 163
(Perdita di beni culturali). - 1.1. Se, per effetto della violazione degli
obblighi stabiliti dalle disposizioni della sezione I del Capo IV e della
sezione I del Capo V del Titolo I della Parte seconda, il bene culturale non sia
piu' rintracciabile o risulti uscito dalterritorio nazionale, il trasgressore e'
tenuto a corrispondere allo Stato una somma pari al valore del bene.
2. Se il fatto e' imputabile a piu' persone, queste sono tenute in solido al pagamento della somma.
3. Se la determinazione della
somma fatta dal Ministero non e' accettata dall'obbligato, la somma stessa e'
determinata da una commissione composta di tre membri da nominarsi uno dal
Ministero, uno dall'obbligato e un terzo dal presidente del tribunale. Le spese
relative sono anticipate dall'obbligato.
4. La determinazione della commissione e' impugnabile in caso di errore o di
manifesta iniquita'.».
«Art. 173 (Violazioni in materia di alienazione). - 1. E' punito con la reclusione fino ad un anno e la multa da euro 1.549,50 a euro 77.469: a) chiunque, senza la prescritta autorizzazione, aliena i beni culturali indicati negli articoli 55 e 56;
b) chiunque, essendovi tenuto,
non presenta, nel termine indicato all'art. 59, comma 2, la denuncia degli atti
di trasferimento della proprieta' o della detenzione di beni culturali;
c) l'alienante di un bene culturale soggetto a prelazione che effettua la
consegna della cosa in pendenza del termine previsto dall'art. 61, comma 1.».
«Art. 179 (Casi di non punibilita).
- 1. Le disposizioni dell'art. 178 non si applicano a chi riproduce, detiene,
pone in vendita o altrimenti diffonde copie di opere di pittura, di scultura o
di grafica, ovvero copie od imitazioni di oggetti di antichita' o di interesse
storico od archeologico, dichiarate espressamente non autentiche all'atto della
esposizione o della vendita, mediante annotazione scritta sull'opera o
sull'oggetto o, quando cio' non sia possibile per la natura o le dimensioni
della copia o dell'imitazione, mediante dichiarazione rilasciata all'atto della
esposizione o della vendita. Non si applicano del pari ai restauri artistici che
non abbiano ricostruito in modo determinante l'opera originale.».
Art. 4.
Modifiche alla Parte quinta
1. Alla Parte quinta del decreto legislativo n. 42 del 2004 sono apportate
le seguenti modifiche:
a) all'articolo 182:
1) il comma 1 e' sostituito dai
seguenti:
«1. In via transitoria, agli effetti indicati all'articolo 29, comma 9-bis,
acquisisce la qualifica di restauratore di beni culturali:
a) colui che consegua un diploma
presso una scuola di restauro statale di cui all'articolo 9 del decreto
legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, purche' risulti iscritto ai relativi corsi
prima della data del 1° maggio 2004;
b) colui che, alla data di entrata in vigore del decreto del Ministro 24 ottobre
2001, n. 420, abbia conseguito un diploma presso una scuola di restauro statale
o regionale di durata non inferiore a due anni ed abbia svolto, per un periodo
di tempo almeno doppio rispetto a quello scolare mancante per raggiungere un
quadriennio e comunque non inferiore a due anni, attivita' di restauro dei beni
suddetti, direttamente e in proprio, ovvero direttamente e in rapporto di lavoro
dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa con responsabilita'
diretta nella gestione tecnica dell'intervento, con regolare esecuzione
certificata dall'autorita' preposta alla tutela dei beni o dagli istituti di cui
all'articolo 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368;
c) colui che, alla data di entrata in vigore del decreto del Ministro 24 ottobre
2001, n. 420, abbia svolto, per un periodo di almeno otto anni, attivita' di
restauro dei beni suddetti, direttamente e in proprio, ovvero direttamente e in
rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa con
responsabilita' diretta nella gestione tecnica dell'intervento, con regolare
esecuzione certificata dall'autorita' preposta alla tutela dei beni o dagli
istituti di cui all'articolo 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368.
1-bis. Puo' altresi' acquisire la qualifica di restauratore di beni culturali,
ai medesimi effetti indicati all'articolo 29, comma 9-bis, previo superamento di
una prova di idoneita' con valore di esame di stato abilitante, secondo
modalita' stabilite con decreto del Ministro da emanarsi di concerto con il
Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, entro il 30 ottobre
2006:
a) colui che, alla data di entrata
in vigore del decreto del Ministro 24 ottobre 2001, n. 420, abbia svolto, per un
periodo almeno pari a quattro anni, attivita' di restauro dei beni suddetti,
direttamente e in proprio, ovvero direttamente e in rapporto di lavoro
dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa con responsabilita'
diretta nella gestione tecnica dell'intervento, con regolare esecuzione
certificata dall'autorita' preposta alla tutela dei beni o dagli istituti di cui
all'articolo 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368;
b) colui che abbia conseguito o consegua un diploma in restauro presso le
accademie di belle arti con insegnamento almeno triennale, purche' risulti
iscritto ai relativi corsi prima della data del 1° maggio 2004;
c) colui che abbia conseguito o consegua un diploma presso una scuola di
restauro statale o regionale di durata non inferiore a due anni, purche' risulti
iscritto ai relativi corsi prima della data del 1° maggio 2004;
d) colui che consegua un diploma di laurea specialistica in conservazione e
restauro del patrimonio storico-artistico, purche' risulti iscritto ai relativi
corsi prima della data del 1° maggio 2004.
1-ter. Ai fini dell'applicazione dei commi 1, lettere b) e c), e 1-bis, lettera
a):
a) la durata dell'attivita' di restauro e' documentata dai termini di consegna e
di completamento dei lavori, con possibilita' di cumulare la durata di piu'
lavori eseguiti nello stesso periodo;
b) il requisito della responsabilita' diretta nella gestione tecnica dell'intervento deve risultare esclusivamente da atti di data certa anteriore alla data di entrata in vigore del presente decreto emanati, ricevuti o comunque custoditi dall'autorita' preposta alla tutela del bene oggetto dei lavori o dagli istituti di cui all'articolo 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368; i competenti organi ministeriali rilasciano agli interessati le necessarie attestazioni entro trenta giorni dalla richiesta.
1-quater. La qualifica di
restauratore di beni culturali e' attribuita, previa verifica del possesso dei
requisiti ovvero previo superamento della prova di idoneita', secondo quanto
disposto ai commi precedenti, con provvedimenti del Ministero che danno luogo
all'inserimento in un apposito elenco, reso accessibile a tutti gli interessati.
Alla tenuta dell'elenco provvede il Ministero medesimo, nell'ambito delle
risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente,
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, sentita una rappresentanza
degli iscritti.
L'elenco viene tempestivamente aggiornato, anche mediante inserimento dei
nominativi di coloro i quali conseguono la qualifica ai sensi dell'articolo 29,
commi 7, 8 e 9.
1-quinquies. Nelle more dell'attuazione dell'articolo 29, comma 10, ai medesimi
effetti di cui al comma 9-bis dello stesso articolo, acquisisce la qualifica di
collaboratore restauratore di beni culturali:
a) colui che abbia conseguito un diploma di laurea universitaria triennale in
tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali, ovvero un
diploma in restauro presso le accademie di belle arti con insegnamento almeno
triennale;
b) colui che abbia conseguito un diploma presso una scuola di restauro statale o regionale di durata non inferiore a tre anni;
c) colui che, alla data di entrata
in vigore del decreto del Ministro 24 ottobre 2001, n. 420, abbia svolto lavori
di restauro di beni ai sensi dell'articolo 29, comma 4, anche in proprio, per
non meno di quattro anni. L'attivita' svolta e' dimostrata mediante
dichiarazione del datore di lavoro, ovvero autocertificazione dell'interessato
ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445,
accompagnate dal visto di buon esito degli interventi rilasciato dai competenti
organi ministeriali;
d) il candidato che, essendo ammesso in via definitiva sostenere la prova di
idoneita' di cui al com-ma 1-bis ed essendo poi risultato non idoneo ad
acquisire la qualifica di restauratore di beni culturali, venga nella stessa
sede giudicato idoneo ad acquisire la qualifica di collaboratore restauratore di
beni culturali.»;
2) il comma 2 e' sostituito dal seguente:
«2. In deroga a quanto previsto dall'articolo 29, comma 11, ed in attesa della
emanazione dei decreti di cui ai commi 8 e 9 del medesimo articolo, con decreto
del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, di concerto con
il Ministro, la Fondazione "Centro per la conservazione ed il restauro dei beni
culturali La Venaria Reale" e' autorizzata ad istituire ed attivare, in via
sperimentale, per un ciclo formativo, in convenzione con l'Universita' di Torino
e il Politecnico di Torino, un corso di laurea magistrale a ciclo unico per la
formazione di restauratori dei beni culturali ai sensi del comma 6 e seguenti
dello stesso articolo 29. Il decreto predetto definisce l'ordinamento didattico
del corso, sulla base dello specifico progetto approvato dai competenti organi
della Fondazione e delle universita', senza nuovi o maggiori oneri a carico
della finanza pubblica.»;
b) all'articolo 183:
1) al comma 2, le parole: «degli articoli 5 e 44» sono sostituite dalle seguenti: «degli articoli 5, 44 e 182, commi 1, 1-quater e 2,»;
2) al comma 5, dopo le parole: «in
attuazione» sono inserite le seguenti: «degli articoli 44, comma 4, e».
Note all'art. 4:
- Si riporta il testo degli articoli 182 e 183 del citato decreto legislativo n.
42 del 2004, come modificato dal presente decreto:
«Art. 182 (Disposizioni transitorie). - 1. In via transitoria, agli effetti
indicati all'art. 29, comma 9-bis, acquisisce la qualifica di restauratore di
beni culturali:
a) colui che consegua un diploma presso una scuola di restauro statale di cui
all'art. 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, purche' risulti
iscritto ai relativi corsi prima della data del 1° maggio 2004;
b) colui che, alla data di
entrata in vigore del decreto ministeriale 24 ottobre 2001, n. 420, abbia
conseguito un diploma presso una scuola di restauro statale o regionale di
durata non inferiore a due anni e abbia svolto, per un periodo di tempo almeno
doppio rispetto a quello scolare mancante per raggiungere un quadriennio e
comunque non inferiore a due anni, attivita' di restauro dei beni suddetti,
direttamente e in proprio, ovvero direttamente e in rapporto di lavoro
dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa con responsabilita'
diretta nella gestione tecnica dell'intervento, con regolare esecuzione
certficata dall'autorita' preposta alla tutela dei beni o dagli istituti di cui
all'art. 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368;
c) colui che, alla data di entrata in vigore del decreto del Ministro 24 ottobre
2001, n. 420, abbia svolto, per un periodo di almeno otto anni, attivita' di
restauro dei beni suddetti, direttamente e in proprio, ovvero direttamente e in
rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa con
responsabilita' diretta nella gestione tecnica dell'intervento, con regolare
esecuzione certificata dall'autorita' preposta alla tutela dei beni o dagli
istituti di cui all'art. 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368.
1-bis. Puo' altresi' acquisire la qualifica di restauratore di beni culturali,
ai medesimi effetti indicati all'art. 29, comma 9-bis, previo superamento di una
prova di idoneita' con valore di esame di Stato abilitante secondo modalita'
stabilite con decreto del Ministro da emanarsi di concerto con il Ministro
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, entro il 30 ottobre 2006:
a) colui che, alla data di entrata in vigore del decreto del Ministro 24 ottobre
2001, n. 420, abbia svolto, per un periodo almeno pari a quattro anni, attivita'
di restauro dei beni suddetti, direttamente e in proprio, ovvero direttamente e
in rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa
con responsabilita' diretta nella gestione tecnica dell'intervento, con regolare
esecuzione certificata dall'autorita' preposta alla tutela dei beni o dagli
istituti di cui all'art. 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368;
b) colui che abbia conseguito o consegua un diploma in restauro presso le accademie di belle arti con insegnamento almeno triennale, purche' risulti iscritto ai relativi corsi prima della data del 1° maggio 2004;
c) colui che abbia conseguito o
consegua un diploma presso una scuola di restauro statale o regionale di durata
non inferiore a due anni, purche' risulti iscritto ai relativi corsi prima della
data del 1° maggio 2004.
d) colui che consegna un diploma di laurea scpecialistica in conservazione e
restauro del patrimonio storico-artistico, purche' risulti iscritto ai relativi
corsi prima della data del 1° maggio 2004.
1-ter. Ai fini dell'applicazione dei commi 1, lettere b) e c) e 1-bis, lettera
a):
a) la durata dell'attivita' di restauro e' documentata dai termini di consegna e di completamento dei lavori, con possibilita' di cumulare la durata di piu', lavori eseguiti nello stesso periodo;
b) il requisito della
responsabilita' diretta nella gestione tecnica dell'intervento deve risultare
esclusivamente da atti di data certa anteriore alla data di entrata in vigore
del presente decreto emanati, ricevuti o comunque custoditi dall'autorita'
preposta alla tutela del bene oggetto dei lavori o dagli istituti di cui
all'art. 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368; i competenti organi
ministeriali rilasciano agli interessati le necessarie attestazioni entro trenta
giorni dalla richiesta.
1-quater. La qualifica di restauratore di beni culturali e' attribuita, previa
verifica del possesso dei requisiti ovvero previo superamento della prova di
idoneita', secondo quanto disposto ai commi precedenti, con provvedimenti del
Ministero che danno luogo all'inserimento in un apposito elenco, reso
accessibile a tutti gli interessati. Alla tenuta dell'elenco provvede il
Ministero medesimo, nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie
disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza
pubblica, sentita una rappresentanza degli iscritti. L'elenco viene
tempestivamente aggiornato, anche mediante inserimento dei nominativi di coloro
i quali conseguono la qualifica ai sensi dell'art. 29, commi 7, 8 e 9.
1-quinquies. Nelle more dell'attuazione dell'art. 29, comma 10, ai medesimi
effetti di cui al comma 9-bis dello stesso articolo, acquisisce la qualifica di
collaboratore restauratore di beni culturali:
a) colui che abbia conseguito un
diploma di laurea universitaria triennale in tecnologie per la conservazione e
il restauro dei beni culturali, ovvero un diploma in restauro presso le
accademie di belle arti con insegnamento almeno triennale;
b) colui che abbia conseguito un diploma presso una scuola di restauro statale o
regionale di durata non inferiore a tre anni;
c) colui che, alla data di entrata in vigore del decreto del Ministro 24 ottobre 2001, n. 420, abbia svolto lavori di restauro di beni ai sensi dell'art. 29, comma 4, anche in proprio, per non meno di quattro anni. L'attivita' svolta e' dimostrata mediante dichiarazione del datore di lavoro, ovvero autocertificazione dell'interessato ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, accompagnate dal visto di buon esito degli interventi rilasciato dai competenti organi ministeriali;
d) il candidato che, essendo
ammesso in via definitiva a sostenere la prova di idoneita' di cui al comma
1-bis ed essendo poi risultato non idoneo ad acquisire la qualifica di
restauratore di beni culturali, venga nella stessa sede giudicato idoneo ad
acquisire la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali.
2. In deroga a quanto previsto dall'art. 29, comma 11, ed in attesa della
emanazione dei decreti di cui ai commi 8
e 9 del medesimo articolo, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universita'
e della ricerca, di concerto con il Ministro, la Fondazione «Centro per la
conservazione ed il restauro dei beni culturali La Venaria Reale» e' autorizzata
ad istituire ed attivare, in via sperimentale, per un ciclo formativo, in
convenzione con l'Universita' di Torino e il Politecnico di Torino, un corso di
laurea magistrale a ciclo unico per la formazione di restauratori dei beni
culturali ai sensi del comma 6 e seguenti dello stesso art. 29. Il decreto
predetto definisce l'ordinamento didattico del corso, sulla base dello specifico
progetto approvato dai competenti organi della Fondazione e delle universita',
senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
3. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del presente codice, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali adottano le necessarie disposizioni di adeguamento alla prescrizione di cui all'art. 103, comma 4.
In caso di inadempienza, il
Ministero procede in via sostitutiva, ai sensi dell'art. 117, quinto comma,
della Costituzione.».«Art. 183 (Disposizioni finali). - 1. I provvedimenti di
cui agli articoli 13, 45, 141, 143, comma 10, e 156, comma 3, non sono soggetti
a controllo preventivo ai sensi dell'art. 3, comma 1, della legge 14 gennaio
1994, n. 20. 2. Dall'attuazione degli articoli 5, 44 e 182, commi 1,1-quater e 2
non derivano nuovi o maggiori oneri per lafinanza pubblica. 3. La partecipazione
alle commissioni previste dal presente codice e' assicurata nell'ambito dei
compiti istituzionali delle amministrazioni interessate, non da' luogo alla
corresponsione di alcun compenso e, comunque, da essa non derivano nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
4. Gli oneri derivanti dall'esercizio da parte del Ministero delle facolta'
previste agli articoli 34, 35 e 37 sono assunti nei limiti degli stanziamenti di
bilancio relativi agli appositi capitoli di spesa.
5. Le garanzie prestate dallo
Stato in attuazione degli articoli 44, comma 4, e 48, comma 5, sono elencate in
allegato allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze,
ai sensi dell'art. 13 della legge 5 agosto 1978, n. 468. In caso di escussione
di dette garanzie il Ministero trasmette al Parlamento apposita relazione.
6. Le leggi della Repubblica non possono introdurre deroghe ai principi del
presente decreto legislativo se non mediante espressa modificazione delle sue
disposizioni.
7. Il presente codice entra in vigore il giorno 1° maggio 2004.».
Art. 5.
Modifiche all'Allegato A
1. All'Allegato A del decreto legislativo n. 42 del 2004 sono apportate le
seguenti modifiche:
a) nella rubrica, le parole: «Previsto dagli» sono sostituite dalle seguenti:
«Integrativo della disciplina di cui agli»;
b) alla lettera A, il punto b) del
numero 13 e' sostituito dal seguente: «b) Collezioni aventi interesse storico,
paleontologico, etnografico o numismatico.»;
c) alla lettera A, in fine, dopo il numero 15, il periodo che inizia con le
parole: «I beni culturali» e finisce con le parole: «alla lettera B» e'
soppresso.
Note all'art. 5:
- Si riporta il testo dell'allegato A del citato decreto legislativo n. 42 del
2004, come modificato dal presente decreto: «Allegato A Integrativo della
disciplina di cui agli articoli 63, comma 1; 74, commi 1 e 3; 75, comma 3,
lettera a)
A. Categorie di beni:
1. Reperti archeologici aventi piu' di cento anni provenienti da:
a) scavi e scoperte terrestri o sottomarine;
b) siti archeologici;
c) collezioni archeologiche.
2. Elementi, costituenti parte integrante di monumenti artistici, storici o
religiosi e provenienti dallo smembramento dei monumenti stessi, aventi piu' di
cento anni.
3. Quadri e pitture diversi da quelli appartenenti alle categorie 4 e 5 fatti
interamente a mano su qualsiasi supporto e con qualsiasi materiale.
4. Acquerelli, guazzi e pastelli
eseguiti interamente a mano su qualsiasi supporto.
5. Mosaici diversi da quelli delle categorie 1 e 2 realizzati interamente a mano
con qualsiasi materiale e disegni fatti interamente a mano su qualsiasi
supporto.
6. Incisioni, stampe, serigrafie
e litografie originali e relative matrici, nonche' manifesti originali.
7. Opere originali dell'arte statuaria o dell'arte scultorea e copie ottenute
con il medesimo procedimento dell'originale diverse da quelle della categoria 1.
8. Fotografie, film e relativi negativi.
9. Incunaboli e manoscritti, compresi le carte geografiche e gli spartiti
musicali, isolati o in collezione.
10. Libri aventi piu' di cento anni, isolati o in collezione.
11. Carte geografiche stampate aventi piu' di duecento anni.
12. Archivi e supporti, comprendenti elementi di qualsiasi natura aventi piu' di
cinquanta anni.
13. a) Collezioni ed esemplari provenienti da collezioni di zoologia, botanica, mineralogia, anatomia. b) Collezioni aventi interesse storico, paleontologico, etnografico o numismatico.
14. Mezzi di trasporto aventi
piu' di settantacinque anni.
15. Altri oggetti di antiquariato non contemplati dalle categorie da 1 a 14,
aventi piu' di cinquanta anni.
B. Valori applicabili alle
categorie indicate nella lettera A (in euro):
1) qualunque ne sia il valore:
1. Reperti archeologici.
2. Smembramento di monumenti.
9. Incunaboli e manoscritti.
12. Archivi.
2) 13.979,50:
5. Mosaici e disegni.
6. Incisioni.
8. Fotografie.
11. Carte geografiche stampate.
3) 27.959,00:
4. Acquerelli, guazzi e pastelli.
4) 46.598,00:
7. Arte statuaria.
10. Libri.
13. Collezioni.
14. Mezzi di trasporto.
15. Altri oggetti.
5) 139.794,00:
3. Quadri.
Il rispetto delle condizioni relative ai valori deve essere accertato al momento
della presentazione della domanda di restituzione.».
Art. 6.
Abrogazioni
1. Sono abrogate le seguenti disposizioni:
a) decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, limitatamente agli articoli 154 e
155;
b) decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, limitatamente all'articolo 10;
c) decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla
legge 24 novembre 2003, n. 326, limitatamente all'articolo 27, commi da 1 a 12;
d) decreto-legge 26 aprile 2005, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla
legge 25 giugno 2005, n. 109, limitatamente all'articolo 2-decies.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 24 marzo 2006
CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Buttiglione, Ministro per i beni e le attivita' culturali
La Loggia, Ministro per gli affari regionali
Visto, il Guardasigilli: Castelli
Note all'art. 6:
- Gli articoli 154 e 155 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112
(Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed
agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59),
pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 92 del 21 aprile
1998, abrogati dal presente decreto, recavano:
«Art. 154 (Commissione per i beni e le attivita' culturali).».
«Art. 155 (Funzioni della commissione).».
- L'art. 10 del citato decreto legislativo n. 368 del 1998, abrogato dal
presente decreto, recava: «Art. 10 (Accordi e forme associative).».
- Si riporta l'art. 27 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269 (Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici),pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 2 ottobre 2003, n. 229, supplemento ordinario e convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, legge 24 novembre 2003, n. 326 (Gazzetta Ufficiale 25 novembre 2003, n. 274, supplemento ordinario), come modificato dal presente decreto:
«Art. 27 (Verifica dell'interesse culturale del patrimonio immobiliare pubblico). - 1.-12. (Abrogati).
13. Le procedure di valorizzazione e dismissione previste dai commi 15 e 17 dell'art. 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, nonche' dai commi dal 3 al 5 dell'art. 80 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, si applicano anche ai beni immobili di cui al comma 3 del presente articolo, nonche' a quelli individuati ai sensi del comma 112, dell'art. 3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni, e del comma 1, dell'art. 44 della legge 23 dicembre 1998, n. 448. All'art. 44 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive modificazioni, sono soppressi i commi 1-bis e 3.
13-bis. L'Agenzia del demanio, di concerto con la Direzione generale dei lavori e del demanio del Ministero della difesa, individua beni immobili in uso all'Amministrazione della difesa non piu' utili ai fini istituzionali da inserire in programmi di dismissione per le finalita' di cui all'art. 3, comma 112, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni.
13-ter. In sede di prima applicazione dei commi 13 e 13-bis, il Ministero della difesa - Direzione generale dei lavori e del demanio, di concerto con l'Agenzia del demanio, individua entro il 28 febbraio 2005 beni immobili comunque in uso all'Amministrazione della difesa, non piu' utili ai fini istituzionali, da dismettere e, a tal fine, consegnare al Ministero dell'economia e delle finanze e, per esso, all'Agenzia del demanio. [Entro i centoventi giorni successivi alla data di pubblicazione dell'elenco dei beni immobili da dismettere, l'Agenzia del demanio provvede alla ripubblicazione dello stesso elenco nella Gazzetta Ufficiale, nonche' sul sito Internet dell'Agenzia, con l'indicazione del valore base degli immobili medesimi].
13-quater. Gli immobili
individuati e consegnati ai sensi del comma 13-ter entrano a far parte del
patrimonio disponibile dello Stato per essere assoggettati alle procedure di
valorizzazione e di dismissione di cui al decreto-legge 25 settembre 2001, n.
351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, e di
cui ai commi da 6 a 8 nonche' alle procedure di cui ai commi 436, 437 e 438
dell'art. 1 della 30 dicembre 2004, n. 311, e alle altre procedure di
dismissioni previste dalle norme vigenti ovvero alla vendita a trattativa
privata anche in blocco. Gli immobili individuati sono stimati a cura
dell'Agenzia del demanio nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano.
L'elenco degli immobili individuati e consegnati ai sensi del comma 13-ter e'
sottoposto al Ministro per i beni e le attivita' culturali, il quale, nel
termine di novanta giorni dalla data di pubblicazione del decreto di
individuazione, provvede, attraverso le competenti soprintendenze, a verificare
quali tra detti beni siano soggetti a tutela ai sensi del codice dei beni
culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42,
dandone comunicazione al Ministro dell'economia e delle finanze. L'Agenzia del
demanio apporta le conseguenti modifiche all'elenco degli immobili.
13-quinquies. La Cassa depositi e prestiti concede, entro trenta giorni dalla
data di individuazione degli immobili di cui al comma 13-ter, anticipazioni
finanziarie della quota come sopra determinata, pari al valore degli immobili
individuati, per un importo complessivo non inferiore a 954 milioni di euro e,
comunque, non superiore a 1.357 milioni di euro. Le condizioni generali ed
economiche delle anticipazioni sono stabilite in conformita' con le condizioni
praticate sui finanziamenti della gestione separata di cui all'art. 5, comma 8.
Il Ministro dell'economia e delle finanze provvede al rimborso delle somme
anticipate e dei connessi oneri finanziari a valere sui proventi delle
dismissioni degli immobili. Le anticipazioni concesse dalla Cassa depositi e
prestiti sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere
riassegnate al Dicastero della difesa su appositi fondi relativi ai consumi
intermedi e agli investimenti fissi lordi, da ripartire, nel corso della
gestione, sui capitoli interessati, con decreto del Ministro della difesa da
comunicare, anche con evidenze informatiche, a Ministero dell'economia e delle
finanze, tramite l'Ufficio centrale del bilancio, nonche' alle Commissioni
parlamentari competenti e alla Corte dei conti. Sull'obbligo di rimborso alla
Cassa depositi e prestiti delle somme ricevute in anticipazione e dei relativi
interessi puo' essere prevista, secondo criteri, condizioni e modalita'
dastabilire con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e
delle finanze, la garanzia dello Stato. Tale garanzia e' elencata nell'allegato
allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze di cui
all'art. 13 della legge 5 agosto 1978, n. 468. Ai relativi eventuali oneri si
provvede ai sensi dell'art. 7, secondo comma, numero 2), della medesima legge n.
468 del 1978, con imputazione nell'ambito dell'unita' previsionale di base
3.2.4.2 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle
finanze per l'anno 2005 e corrispondenti per gli anni successivi.
13-sexies. Fermo restando quanto
previsto al comma 13-quinquies, a valere sulle risorse derivanti
dall'applicazione delle procedure di valorizzazione e dismissione dei beni
immobili dell'Amministrazione della difesa, non piu' utili ai fini
istituzionali, ai sensi dei commi 13 e 13-bis, e individuati dal Ministero della
difesa - Direzione generale dei lavori e del demanio, di concerto con l'Agenzia
del demanio, per ciascuno degli anni dal 2005 al 2009 una somma di 30 milioni di
euro e' destinata all'ammodernamento e alla ristrutturazione degli arsenali
della Marina militare di Augusta, La Spezia e Taranto.
Inoltre, una somma di 30 milioni di euro per l'anno 2005 e' destinata al
finanziamento di un programma di edilizia residenziale in favore del personale
delle Forze armate dei ruoli dei sergenti e dei volontari in servizio
permanente.».
- L'art. 2-decies del decreto-legge 26 aprile 2005, n. 63 (Disposizioni urgenti
per lo sviluppo e la coesione territoriale, nonche' per la tutela del diritto
d'autore, e altre misure urgenti), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 96 del
27 aprile 2005, convertito, con modificazioni, nella legge 25 giugno 2005, n.
109, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 25 giugno 2005, abrogato dal
presente decreto, recava:
«Art. 2-decies (Collezioni numismatiche).».