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Codice
dell'ambiente
Articoli, primi commenti e "vicissitudini" sul Codice dell'Ambiente
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14 Aprile 2006: Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152, recante "Norme in materia ambientale" è stato pubblicato nella G.U. n. 88 del 14/04/2006 - S.O. n. 96 Vedi: Testo Unico - Allegati
Decreto Legislativo 152-2006: Modificata la parte relativa ai rifiuti e alle acque. Delega, lo smontaggio prosegue
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DELEGA AMBIENTALE: CIAMPI HA FIRMATO IL DECRETO LEGISLATIVO
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AMBIENTE: DELEGA; COSA PREVEDE IL CODICE VERDE / SCHEDA
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AMBIENTE - Concluso l'iter di un testo che divide, la firma di Ciampi
Il 20 marzo il Presidente della Repubblica aveva rispedito al governo il decreto
legislativo, e chiesto chiarimenti. Poche modifiche e il testo è ritornato al
Colle per la firma definitiva di oggi.
Legambiente: «Norme da riscrivere»
Si è concluso un lungo e controverso percorso . Il Decreto Legislativo in
materia ambientale, ormai nota Legge Delega, è stata firmata questa mattina dal
Presidente della Repubblica. L’iter è concluso, dunque, ma in molti dubitano del
testo, e chiedono che sia modificato durante la prossima legislatura.
«L’autorevole intervento del Altero Matteoli presidente della Repubblica Ciampi
ha sottolineato con forza le troppe incongruenze e i troppi limiti di una legge
che, secondo noi, non solo non difende e valorizza l’ambiente, ma finisce
addirittura col renderlo più vulnerabile. Il fatto che oggi sia arrivata la
firma al decreto legislativo in campo ambientale non toglie nulla alla serietà e
gravità di quel richiamo e di quella richiesta di chiarimenti che il Quirinale
aveva indirizzato al governo pochi giorni fa».
Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, dopo che stamane
l’associazione ha avuto conferma dell’apposizione della firma presidenziale al
testo unico sull’ambiente, rilancia la necessità di rimettere mano al testo
varato dal ministro Matteoli e dal governo Berlusconi. «C’è una rivolta delle
Regioni in atto – continua Della Seta – che auspichiamo porti al ricorso alla
Corte Costituzionale contro il provvedimento del Ministero dell’ambiente.
Legambiente sicuramente appoggerà questa iniziativa, così come – fin d’ora –
promette il massimo impegno affinché il prossimo esecutivo riscriva le norme più
contestate». 3 aprile 2006 La nuova ecologia
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AMBIENTE:COORDINATORE REGIONI,RICORSO A CONSULTA SU RIORDINO
(ANSA) - CATANZARO, 3
APR - ''Continueremo la nostra battaglia, in difesa dell' ambiente e contro
l'aumento dell'inquinamento, in tutte le sedi: dalla Commissione europea alla
Corte costituzionale. Ma soprattutto impegneremo il prossimo Governo di
centrosinistra ad emanare, subito dopo le elezioni politiche, un decreto-legge
che blocchi gli effetti negativi della controriforma voluta dal ministro Altero
Matteoli''. Cosi' l' assessore della Regione Calabria, Diego Tommasi,
coordinatore della Commissione ''Ambiente e protezione civile'' delle Regioni,
ha commentato la notizia dell' emanazione del decreto legislativo di riordino
della normativa ambientale. ''La firma del Presidente della Repubblica - ha
sostenuto Tommasi - e' un atto dovuto, rispetto alla normalita' di un iter
procedurale per un decreto legislativo che attua una legge delega come la n.
308/2004, ma e' gia' un fatto istituzionalmente gravissimo che il Presidente
della Repubblica abbia ritenuto di chiedere una serie di approfondimenti al
Governo e che quest' ultimo abbia dovuto approvare due volte il testo in
Consiglio dei Ministri. Segno che questa maggioranza ha costruito un 'castello'
di carte poco chiare per riaccentrare tutte le decisioni ed espropriare del
potere di controllo e di partecipazione i cittadini, le associazioni sia della
piccola e media impresa che del volontariato, i sindacati, gli Enti locali e le
Regioni''. Il decreto legislativo, e' scritto in una nota, ''e' composto da 318
articoli e 420 pagine di allegati che rappresentano, di per se', un quadro
normativo difficilmente applicabile. Inoltre, sono gia' fioccate le
interrogazioni anche al Parlamento europeo, in quanto invece di sanare le decine
di procedure di infrazione, aperte contro l' Italia proprio sulle normative
ambientali, con questo provvedimento si aumenta il contenzioso, ad esempio sulle
Direttiva per gli imballaggi ed i rifiuti connessi''. ''Come Regione Calabria -
ha sostenuto Tommasi - faremo sicuramente ricorso alla Consulta, ma quasi tutte
le Regioni hanno gia' deciso di andare per questa strada a causa delle molte
illegittimita' della norma: dall' eccesso di delega al mancato rispetto delle
competenze per i settori dell' assetto del territorio e della salute''. Una
posizione, prosegue la nota, condivisa da tutte le Regioni, ''in quanto il
Ministro Matteoli non ha rispettato neppure il protocollo d' intesa da lui
stesso firmato il 4 ottobre 2001 con l' allora presidente della Conferenza delle
Regioni Enzo Ghigo, di Fi''. ''Adesso, in campagna elettorale - ha sostenuto
Tommasi - e' logico che le Regioni di centrodestra si differenzino, ma finora le
critiche a Matteoli sono state all' unanimita', perche' ha distrutto quanto
finora costruito assieme tra Stato e Regioni, con gravi espropri di competenze
come nel caso delle Autorita' di Bacino dei fiumi e senza rispettare il patto
istituzionale con gli Enti territoriali di 'operare pariteticamente nell'
elaborazione legislativa ai fini di conseguire obiettivi condivisi'. Il Governo
non ci ha neppure permesso di avanzare emendamenti, su questioni importanti come
la localizzazione direttamente da Roma degli inceneritori oppure sulle
autorizzazioni al riutilizzo dei siti industriali inquinati e da bonificare o
sul principio del silenzio-assenso per la Valutazione di Impatto Ambientale
sulle opere pubbliche, da dare in pochi giorni, che rischia di procurare
ulteriori scempi al territorio. Questa la chiamano democrazia, ma in realta' e'
solo la curatela di interessi particolari''. (ANSA). 03/04/2006 19:07
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AMBIENTE: DELEGA; CRITICI AMBIENTALISTI E OPPOSIZIONE
(ANSA) - ROMA, 3 apr - Critiche sono state sollevate alla delega ambientale
da parte di opposizione e ambientalisti. ''La firma di Ciampi e' un atto dovuto,
il Governo ha imposto l' emanazione di un 'ecomostro legislativo''', dicono
Verdi, Margherita, Sinistra Ecologista, Wwf, Legambiente e Federambiente. ''Tocchera'
al centrosinistra riparare i danni. Il decreto delegato in materia ambientale
riporta indietro l'Italia di anni, stravolge l'intera legislatura sull'ambiente
e allontana il nostro paese dall'Europa'', dice Fabrizio Vigni, portavoce
nazionale di Sinistra Ecologista. ''Ridare certezza ed efficacia alle politiche
ambientali, anche rimediando i guasti della Legge delega, sara' un compito in
piu' per il centrosinistra al Governo''. Questa la reazione di Ermete Realacci,
dell'Esecutivo della Margherita. ''La firma da parte del Presidente Ciampi e' un
atto dovuto, ma restano rilievi gravissimi. Gli speculatori e i nemici
dell'ambiente non se ne rallegrino, dopo Punta Perotti abbatteremo anche questo
ecomostro legislativo'', afferma il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio.
Per il presidente del Wwf Italia, Fulco Pratesi, ''oggi e' una giornata nera per
l'ambiente. Il Governo si e' preso la responsabilita' di creare un vero e
proprio 'ecomostro giuridico' imponendo di fatto l'emanazione da parte della
Presidenza della Repubblica''. Il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta,
lancia un appello: ''Le Regioni facciano immediatamente ricorso'' e aggiunge:
''Il fatto che oggi sia arrivata la firma al decreto legislativo in campo
ambientale non toglie nulla alla serieta' e gravita' di quel richiamo e di
quella richiesta di chiarimenti che il Quirinale aveva indirizzato al governo
pochi giorni fa''. Il presidente di Federambiente, Daniele Fortini, sottolinea
quindi ''le contestazioni istituzionali che Regioni, Province e Comuni hanno
gia' formulato e che porteranno in sede giudiziale''. (ANSA). 03/04/2006 18:58
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Il codice dell'Ambiente non entra in vigore - Ciampi rinvia al governo il decreto
Ciampi rinvia al governo il decreto sull’ambiente
IL PRESIDENTE della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha chiesto al governo una
serie di chiarimenti sul decreto legislativo che attua la legge delega sulla
materia ambientale. E l’esecutivo sta lavorando per fornire al Quirinale tutti i
chiarimenti. In particolare il Presidente della Repubblica avrebbe sollevato una
questione di merito relativa al parere negativo espresso dalla Conferenza Stato
Regioni sulla delega ambientale e sulla eventualità di un parere del Consiglio
di Stato. La richiesta del Capo dello stato è stata commentata da diverse parti
(Conferenza delle regioni, gli enti locali, i sindacati, associazioni
ambientaliste, associazioni economiche e naturalmente l'opposizione) che hanno
espresso un giudizio negativo sull'applicabilità delle norme, sul loro effetto
sull'ambiente e sul processo che ne ha visto la nascita, e dopo che il mondo
della ricerca ha sottoscritto un appello al Presidente della Repubblica
invitandolo a non firmare il decreto. Iltempo.it martedì 21 marzo 2006
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AMBIENTE | In attesa delle reazioni di Matteoli - Delega, vizi di forma
Altero Matteoli Il mancato vaglio del Consiglio di Stato e delle associazioni
ambientaliste. Più il parere negativo della conferenza Stato-Regioni. Le
motivazioni con cui Ciampi ha fermato il riordino ambientale
Il decreto legislativo in materia ambientale è stato rinviato al governo dal
Capo dello stato per rilievi formali. Una serie di obiezioni sul metodo seguito,
ma non rilievi di natura sostanziale per ciò che riguarda il contenuto dei
decreti attuativi della Delega ambientale.
A quanto pare, insomma, il Quirinale non avrebbe sollevato osservazioni di
merito tali da richiedere modifiche del testo. Dunque, dal presidente della
Repubblica sono giunte obiezioni sul mancato vaglio del provvedimento da parte
del Consiglio di Stato, sulle ragioni del parere negativo della Conferenza
Stato-Regioni, giunto solo dopo la chiusura dell'iter, e delle associazioni
ambientaliste. Rilievi formali, dunque, e non una bocciatura, ne' un rinvio al
governo perché si intervenga sui testi. Questo, sempre a quanto si apprende, il
contenuto della lettera inviata dal Quirinale alla segreteria di Palazzo Chigi
contenente, appunto, i rilievi del Colle sul "Codice dell'ambiente" fortemente
voluto dal ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli.
In particolare, il Quirinale avrebbe fatto notare come il provvedimento non sia
stato sottoposto al vaglio del Consiglio di Stato, così come sarebbe stato
rilevata dal Quirinale la chiusura da parte delle Regioni, della quale il Colle
avrebbe chiesto le ragioni. Inoltre, il Quirinale avrebbe fatto notare come
rispetto alle intenzioni iniziali, non siano state coinvolte nel processo di
estensione dei decreti attuativi le associazioni ambientaliste, anche solo in
forma consultiva. lanuovaecologia 21 marzo 2006
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Ciampi ''boccia'' il
Decreto Matteoli
Ambiente. Ennesimo stop al governo che aveva deciso di
sfidare le associazioni, il parere di numerosi scienziati e le norme comunitarie
Il Presidente della Repubblica ha rinviato al governo il decreto legislativo in
materia ambientale con cui venivano modificate le norme in tema di rifiuti,
bonifiche, aria, danno ambientale, acque, VIA e VAS.
Già da diversi mesi il WWF aveva predisposto una poderosa mole di osservazioni e
documenti contro queste modifiche che violano le direttiva comunitarie di
riferimento. In questi mesi le osservazioni del WWF, come anche delle altre
associazioni ambientaliste, erano comunque state sistematicamente ignorate dal
Parlamento e dal Governo: la notizia del rinvio al Governo da parte del
Presidente della Repubblica è una conferma della correttezza di queste
osservazioni.
Non si conoscono ancora le motivazioni con cui il Capo dello Stato ha
sostanziato l’atto di rinvio, ma questo può avvenire per motivi di ordine
costituzionale, intendendo con questo anche il problema delle competenze tra
Stato e Regioni, di obblighi internazionali che il nostro Paese ha (e quindi
anche il corretto recepimento delle direttive comunitarie) e la copertura
finanziaria. Quindi quantomeno uno di questi elementi ha pregiudicato la firma
del Decreto legislativo sull'ambiente da parte del Capo dello Stato.
“Il rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra come e
quanto la tenace battaglia che abbiamo condotto fosse tutt’altro che ideologica
o di parte – ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia - evidenzia
poi come il provvedimento abbia bisogno di specifici approfondimenti e di una
radicale revisione. Il nostro è un plauso al Presidente della Repubblica perché
in una condizione istituzionale così difficile ha saputo rappresentare il senso
e il valore dei beni di tutti, quali sono l’ambiente e la salute, valori
garantiti dalla Costituzione”.
Il WWF infatti ritiene che le scelte nei vari comparti siano viziate da
un’impostazione che viola le direttive comunitarie che si dichiara di voler
recepire. Molti i punti critici sottolineati in questi mesi: la legge Delega di
fatto sottrae milioni di tonnellate di rifiuti alla disciplina comunitaria che
diventano facilmente smaltiti in modo illegale; indebolisce la procedura di
danno ambientale e annulla la partecipazione delle associazioni ambientaliste ai
processi per i reati ambientali; rende meno certi e cogenti gli interventi di
bonifica dei siti industriali inquinati; stabilisce procedure che rendono
impossibile il raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque stabilite
dall’Unione Europea; crea un procedimento di valutazione ambientale strategica (VAS)
a valle dei piani o dei programmi e non, come richiesto contestuale alla
decisione di questi e trasforma la VIA in un passaggio burocratico svuotandola
di ogni potere di controllo e diniego.
Tutto questo senza considerare il conflitto di competenze che le Regioni hanno
eccepito o le carenti coperture economiche che sono state da più parti
osservate. Su tutti questi temi il governo era stato allertato non solo dalle
associazioni ambientaliste, ma anche dalla Conferenza Stato-Regioni da numerosi
organi istituzionali, non ultimi gli uffici del Ministero dell’economia. Il
governo ha scelto di andare avanti contro tutto e contro tutti, anche contro il
mondo scientifico che si era mobilitato con centinaia di docenti indirizzando
proprio all'esecutivo e al Capo dello Stato un accorato appello che vedeva fra i
primi firmatari Rita Levi Montalcini e Salvatore Settis. aprileonline
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Ciampi vuole
chiarimenti prima di firmare la legge ambiente
Data di pubblicazione: 21/03/2006
Ciampi vuole chiarimenti prima di firmare la legge ambiente “I chiarimenti
richiesti dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi in materia di
decreto delega sull’ambiente approvato dal Governo dimostrano come lo stesso
presidente ritenga incoerenti con quanto stabilito dalla Costituzione alcuni
passaggi del decreto, le sue richieste di chiarimento vanno nella direzione
assunta quest’oggi dal consiglio regionale della Liguria e confermano le nostre
preoccupazioni su una legge che diminuisce il livello ambientale”.
Lo ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Franco Zunino dopo aver appreso
della lettera di chiarimenti indirizzata da Ciampi al Governo. “La richiesta di
accertamenti tecnici avanzata dalle Regioni sulla legge del Governo – ha detto
Zunino – non era stata presa in considerazione, nonostante la prevaricazione del
decreto rispetto al ruolo degli Enti locali, a questo punto l’esecutivo sarà
costretto a rispondere”.
Da parte del Governo si tratta semplicemente di un paio di giorni per la
risposta e quindi il presidente firmerà la legge.
Di diverso parere il Wwf che afferma "Una decisione che non coglie di sorpresa
il Wwf che già diversi mesi fa aveva predisposto una poderosa mole di
osservazioni e documenti contro queste modifiche che violano le direttiva
comunitarie di riferimento."
“Il rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra come e
quando la tenacie battaglia condotta dal Wwf fosse tutt’altro che ideologica o
di parte – ha dichiarato il presidente Fulco Pratesi - evidenzia poi come il
provvedimento abbia bisogno di specifici approfondimenti e di una radicale
revisione.”
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Ciampi non firma e
chiede chiarimenti, la legge delega è appesa a un filo
Soddisfazione delle associazioni ambientaliste. Wwf:
«Avevamo ragione noi». Legambiente: «E´ il funerale di questo decreto, grazie
Presidente»
ROMA. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (nella foto) ha
rinviato al governo il decreto sulla Legge delega in materia di ambiente, di
recente approvato dal Governo. La decisione del Capo dello Stato è stata accolta
con entusiasmo dagli esponenti di molte associazioni ambientaliste, anche se
ancora non si conoscono i motivi dei chiarimenti chiesti dal Quirinale al
Governo. «Il rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra
come e quando la tenace battaglia condotta dal Wwf fosse tutt’altro che
ideologica o di parte», sono le parole di Fulco Pratesi, presidente del Wwf
Italia. Secondo Pratesi «il provvedimento ha bisogno di specifici
approfondimenti e di una radicale revisione». «Il nostro – conclude il
presidente del Wwf – è un plauso al Presidente della Repubblica perché in una
condizione istituzionale così difficile ha saputo rappresentare il senso e il
valore dei beni di tutti, quali sono l´ambiente e la salute, valori garantiti
dalla Costituzione».
Ancora più netto il giudizio di Legambiente: «E’ il funerale della Delega
ambientale», dice il direttore generale Francesco Ferrante. «Il Presidente della
Repubblica – continua Ferrante – ha ascoltato gli accorati appelli di cittadini,
associazioni ambientaliste e enti locali. Il timore di una débacle ambientale,
qualora il testo unico fosse entrato in vigore, è arrivato al Quirinale ed è
stato fortunatamente accolto. A questo punto possiamo cantare vittoria, il
Decreto legislativo non c’è più. Grazie Ciampi».
Il presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci ricorda di essersi già
espresso: «Speravo che Matteoli, almeno dopo la chiusura delle urne il 10 aprile
dichiarasse, come ha fatto Calderoli, la sua legge una porcata». Nei giorni
scorsi il senatore della Margherita e il ministro dell’ambiente Altero Matteoli
erano stati protagonisti di un faccia a faccia organizzato dall’Agenzia di
stampa Adnkronos. E la discussione s’era accesa proprio quando è stata
affrontata la delega ambientale. «L’atto di Ciampi – dice Realacci – conferma le
difficoltà di questa legge sul piano delle relazioni fra istituzioni. Adesso
speriamo che la decisione del Quirinale serva a far fermare su questa strada,
almeno per comune senso del pudore, Matteoli e il governo». greenreport.it
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DELEGA AMBIENTALE: CORO DI APPROVAZIONE A DECISIONE CIAMPI
(AGI) - Roma, 20 mar. - Coro di approvazione per la ulteriore richiesta di chiarimenti da parte del presidente della Repubblica sulla delega ambientale.
Di "una autorevole risposta all'appello lanciato da trecento rappresentanti del
mondo ambientalista e accademico, a partire da Rita Levi Montalcini", parla la
Coldiretti. A giudizio della confederazione "la raccolta delle nuove norme
ambientali piuttosto che un'operazione di riassetto e semplificazione, risponde
a un mero interesse a ricentralizzare le competenze dello Stato, senza aver
proceduto ad alcuna forma di concertazione con le piu' importanti forze
sociali".
Per Pino Sgobio, capogruppo del Partito dei Comunisti Italiani alla Camera, i
chiarimenti richiesti da Ciampi "confermano cio' che abbiamo sostenuto al
momento del varo della delega e cioe' che la delega stessa non semplificava un
bel niente, anzi rappresentava un pasticciaccio brutto e indigesto, che crea
ancora piu' confusione, limita i vincoli e le tutele e schiude l'ingresso alle
peggiori e orrende speculazioni". Il collega di Partito Iacopo Venier della
segreteria del Pdci sottolinea che la delega sarebbe stato "l'ennesimo
provvedimento in contrasto con quanto previsto dalla nostra Costituzione. E'
stato scongiurato un altro oltraggio al territorio e all'ambiente. Il governo ed
il ministro dovrebbero trarne le conseguenze".
"Il decreto legislativo sull'ambiente presenta problemi e la mancata firma di
Ciampi lo dimostra": cosi' il Wwf secondo il quale l'unico passaggio che il capo
dello Stato poteva fare rispetto alla legge delega sull'ambiente era "una
richiesta di chiarimenti proprio perche' si tratta di un decreto e non di una
legge ordinaria". Del resto, prosegue il Wwf, "si puo' legittimamente
interpretare che quanto fatto dal Quirinale nella sostanza equivalga ad un
rinvio al governo e che il decreto legislativo non e' esente da problemi". (AGI)
.20 MAR 06
Roma, 20 mar. (Adnkronos) - Fonti del Quirinale rendono noto che il
decreto legislativo relativo alla delega ambientale e' stato rinviato al governo
il 15 marzo scorso per alcuni chiarimenti. Si sottolinea, inoltre come il
provvedimento sia un decreto e non la legge delega come alcune notizie
circolanti avevano fatto erroneamente pensare. 20/03/2006 14:25
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Ciampi: dubbi su
legge delega ambientale
«Il rinvio del Capo dello Stato dimostra come e quando la
tenacie battaglia condotta dal Wwf fosse tutt’altro che ideologica o di parte»,
dice Fulco Pratesi
ROMA - Il Presidente della Repubblica ha rinviato al governo il decreto sulla
Legge delega in materia ambientale con cui venivano modificate le norme in tema
di rifiuti, bonifiche, aria, danno ambientale, acque, Via e Vas.
Una decisione che non coglie di sorpresa il Wwf che già diversi mesi fa aveva
predisposto una poderosa mole di osservazioni e documenti contro queste
modifiche che violano le direttiva comunitarie di riferimento. In questi mesi le
osservazioni del Wwf, come anche delle altre associazioni ambientaliste, erano
comunque state sistematicamente ignorate dal Parlamento e dal Governo: la
notizia del rinvio alla Governo da parte del Presidente della Repubblica in
questo caso è per il Wwf una conferma della correttezza di queste osservazioni.
Secondo il Wwf non si conoscono ancora le motivazioni con cui il Capo dello
Stato ha sostanziato l’atto di rinvio, ma questo può avvenire per motivi di
ordine costituzionale, intendendo con questo anche il problema delle competenze
tra Stato e Regioni, di obblighi internazionali che il nostro Paese ha (e quindi
anche il corretto recepimento delle direttive comunitarie) e la copertura
finanziaria. Quindi quantomeno uno di questi elementi ha pregiudicato la firma
della legge delega sull’ambiente da parte del Capo dello Stato.
«Il rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra come e
quando la tenacie battaglia condotta dal Wwf fosse tutt’altro che ideologica o
di parte - dice Fulco Pratesi, Presidente del Wwf Italia- evidenzia poi come il
provvedimento abbia bisogno di specifici approfondimenti e di una radicale
revisione. Il nostro è un plauso al Presidente della Repubblica perchè in una
condizione istituzionale così difficile ha saputo rappresentare il senso e il
valore dei beni di tutti, quali sono l’ambiente e la salute, valori garantiti
dalla Costituzione».
Il Wwf infatti ritiene che le scelte nei vari comparti siano viziate da
un’impostazione sbagliata che viola le direttive comunitarie che si dichiara di
voler recepire. Molti i punti critici sottolineati in questi mesi: la legge
Delega di fatto sottrae milioni di tonnellate di rifiuti alla disciplina
comunitaria che diventano facilmente smaltiti in modo illegale; indebolisce la
procedura di danno ambientale e annulla la partecipazione delle associazioni
ambientaliste ai processi per i reati ambientali; rende meno certi e cogenti gli
interventi di bonifica dei siti industriali inquinati; stabilisce procedure che
rendono impossibile il raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque
stabilite dall’Unione Europea; crea un procedimento di valutazione ambientale
strategica (VAS) a valle dei piani o dei programmi e non, come richiesto
contestuale alla decisione di questi e trasforma la Via in un passaggio
burocratico svuotandola di ogni potere di controllo e diniego.
Tutto questo senza considerare il conflitto di competenze che le Regioni hanno
eccepito o le carenti coperture economiche che sono state da più parti
osservate. Su tutti questi temi il Governo era stato allertato non solo dalle
associazioni ambientaliste, ma anche dalla Conferenza Stato-Regioni da numerosi
organi istituzionali , non ultimi gli uffici del Ministero dell’economia. Il
Governo ha scelto di andare avanti contro tutto e contro tutti, anche contro il
mondo scientifico che si era mobilitato con centinaia di docenti indirizzando
proprio al Governo e al Capo dello Stato un accorato appello che vedeva fra i
primi firmatari Rita Levi Montalcini e Salvatore Settis.20/3/2006
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AMBIENTE: LEGGE
DELEGA, PER GREENPEACE IL RINVIO DI CIAMPI E' UN ATTO ILLUMINATO
(AGE) ROMA - "Il
Presidente Ciampi rinviando al Governo il decreto sulla legge delega ambientale
compie un atto illuminato di cui si sentiva grande necessità. Se vogliamo
affrontare le sfide ambientali che ci attendono, dai rifiuti alla qualità delle
acque, non possiamo smantellare l’intera legislazione ambientale faticosamente
conquistata". Lo ha dichiarato Donatella Massai, direttore generale di
Greenpeace. Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, aveva già
dimostrato la sua sensibilità nei giorni scorsi, inviando un messaggio a
Greenpeace in cui si legge tra l’altro che “la tutela dell’ambiente, la
salvaguardia della vitalità e della funzionalità dell’ecosistema sono fondamenti
essenziali per costruire un nuovo umanesimo alla base di un progetto di pace, di
stabilità e di prosperità condivisa”. (AGE) 20/03/2006 - 18:49
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Ciampi rinvia al Governo le legge: plauso del WWF
Il Presidente della Repubblica ha rinviato al governo
il decreto sulla Legge Delega in campo ambientale che modifica le norme in tema
di rifiuti, bonifiche, aria, danno ambientale, acque, VIA e VAS.
Il Presidente della Repubblica ha rinviato al governo il decreto sulla Legge
Delega: una decisione che non coglie di sorpresa il WWF che già diversi mesi fa
aveva predisposto una poderosa mole di osservazioni e documenti contro queste
modifiche che violano le direttive comunitarie di riferimento. In questi mesi le
osservazioni del WWF, come anche delle altre associazioni ambientaliste, erano
comunque state sistematicamente ignorate dal Parlamento e dal Governo: la
notizia del rinvio al Governo da parte del Presidente della Repubblica in questo
caso è per il WWF una conferma della correttezza di queste osservazioni.
Non si conoscono ancora le motivazioni con cui il Capo dello Stato ha
sostanziato l’atto di rinvio, ma questo può avvenire per motivi di ordine
costituzionale, intendendo con questo anche il problema delle competenze tra
Stato e Regioni, di obblighi internazionali che il nostro Paese ha (e quindi
anche il corretto recepimento delle direttive comunitarie) e la copertura
finanziaria. Quindi quantomeno uno di questi elementi ha pregiudicato la firma
della Legge Delega sull'ambiente da parte del Capo dello Stato.
“Il rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra come e
quando la tenacie battaglia condotta dal WWF fosse tutt’altro che ideologica o
di parte - ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia - evidenzia
poi come il provvedimento abbia bisogno di specifici approfondimenti e di una
radicale revisione. Il nostro è un plauso al Presidente della Repubblica perché
in una condizione istituzionale così difficile ha saputo rappresentare il senso
e il valore dei beni di tutti, quali sono l’ambiente e la salute, valori
garantiti dalla Costituzione”.
Il WWF infatti ritiene che le scelte nei vari comparti siano viziate da
un’impostazione sbagliata che vìola le direttive comunitarie che si dichiara di
voler recepire. Molti i punti critici sottolineati in questi mesi: la legge
Delega di fatto sottrae milioni di tonnellate di rifiuti alla disciplina
comunitaria che diventano facilmente smaltiti in modo illegale; indebolisce la
procedura di danno ambientale e annulla la partecipazione delle associazioni
ambientaliste ai processi per i reati ambientali; rende meno certi e cogenti gli
interventi di bonifica dei siti industriali inquinati; stabilisce procedure che
rendono impossibile il raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque
stabilite dall’Unione Europea; crea un procedimento di valutazione ambientale
strategica (VAS) a valle dei piani o dei programmi e non, come richiesto
contestuale alla decisione di questi e trasforma la VIA in un passaggio
burocratico svuotandola di ogni potere di controllo e diniego.
Tutto questo senza considerare il conflitto di competenze che le Regioni hanno
eccepito o le carenti coperture economiche che sono state da più parti
osservate. Su tutti questi temi il Governo era stato allertato non solo dalle
associazioni ambientaliste, ma anche dalla Conferenza Stato-Regioni da numerosi
organi istituzionali, non ultimi gli uffici del Ministero dell’economia. Il
Governo ha scelto di andare avanti contro tutto e contro tutti, anche contro il
mondo scientifico che si era mobilitato con centinaia di docenti indirizzando
proprio al Governo e al Capo dello Stato un accorato appello che vedeva fra i
primi firmatari Rita Levi Montalcini e Salvatore Settis. WWF 20 marzo 2006
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Pecoraro: «Matteoli si dimetta»
È il commento del presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio alla richiesta di chiarimenti sul decreto legislativo in materia ambientale fatta dal Capo dello Stato. E aggiunge: «È una normativa che fa scempio del territorio»
«Il presidente Ciampi ha ascoltato i Verdi, le associazioni, le regioni, gli
enti-locali e gli studiosi, che avevano denunciato l'incostituzionalità e la
pericolosità della delega ambientale. Ora Matteoli dovrebbe dimettersi per aver
forzato la presentazione di una legge disastrosa per l'ambiente contro il parere
dell'Europa e degli esperti». Lo dice il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro
Scanio, dopo la richiesta di chiarimenti sul decreto legislativo che attua la
legge delega sull'ambiente fatta al governo dal Capo dello Stato.
«Questa normativa che fa scempio del territorio - aggiunge Pecoraro - va
bloccata e dovrà essere il nuovo governo di centrosinistra a dare al Paese una
seria ed efficace politica ambientale». lanuovaecologia 20 marzo 2006
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Roma, 20 mar. (Adnkronos)
- Fonti del Quirinale rendono noto che il decreto legislativo relativo alla
delega ambientale e' stato rinviato al governo il 15 marzo scorso per alcuni
chiarimenti. Si sottolinea, inoltre come il provvedimento sia un decreto e non
la legge delega come alcune notizie circolanti avevano fatto erroneamente
pensare.20/03/2006 14:25
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«Ciampi non firmi la Legge delega»
La nuova ecologia
Stamattina il via libera del Consiglio dei ministri al testo unico
sull'ambiente. Legambiente: «Operazione scandalosa». E i Verdi chiedono
al Presidente di non avallare il provvedimento / La Consulta: no al condono in
Sicilia
Il Consiglio dei ministri ha approvato la Legge delega sull’ambiente. Il
via libera definitivo al decreto legislativo che riordina tutta la materia
ambientale è giunto stamattina ed è stato salutato con entusiasmo dal ministro
dell'Ambiente, Altero Matteoli: «E’ una riforma attesa da molti anni», ha
commentato. Sei i settori chiave riordinati: rifiuti e bonifiche, acqua, difesa
del suolo, inquinamento atmosferico, procedure ambientali e danno ambientale.
Giunge così al traguardo finale una normativa che gli ambientaliste hanno
avversato a più riprese: «E’ un operazione scandalosa, nella forma e nella
sostanza – ha detto il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta – La
conferenza unificata Stato Regioni aveva espresso parere contrario ma il suo
giudizio è stato ignorato, nonostante le materie in questione siano fondamentali
per il governo del territorio. Il fatto è grave e mina le stessa legittimità
costituzionale del provvedimento».
Chiede a Ciampi addirittura di non firmare il testo Alfonso Pecoraro
Scanio, presidente dei Verdi: «La legge delega contiene profili scandalosi di
incostituzionalità A fine legislatura - ha proseguito Pecoraro - il Governo
assesta un'altra coltellata all'ambiente. Con la Delega si fa tornare indietro
la legislazione di 20 anni. Abrogheremo questa porcheria. Questo è il regalo del
Governo a una settimana dal compleanno del Protocollo di Kyoto».
Tra le novità della versione finale del testo unico, il rafforzamento
della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici del settore
dell'igiene urbana e una politica incentivante per le energie rinnovabili. «Ma
questo codice – riprende Della Seta – non semplifica le procedure e smantella
norme avanzate in materia di rifiuti, acque, dissesto idrogeologico, danno
ambientale, Via, Vas e inquinamento dell’aria. Auspichiamo che le Regioni
facciano subito ricorso alla Corte Costituzionale. Ci costituiremo ad adiuvandum».
10 febbraio 2006
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Varato il Codice
dell'ambiente
Settecento pagine, 318 articoli, 45 allegati: sono i numeri del Codice
dell’ambiente, varato oggi dal Consiglio dei ministri.
Un decreto legislativo che, secondo il ministro dell’Ambiente Matteoli,
semplifica, razionalizza e riordina la normativa ambientale esistente in sei
settori chiave: rifiuti e bonifiche, acqua, difesa del suolo, inquinamento
atmosferico, procedure ambientali e danno ambientale. Di parere opposto il
presidente di Legambiente Roberto Della Seta. «Questo codice dell'ambiente,
fortemente voluto dal ministro Matteoli e dal suo capo di gabinetto - dice Della
Seta - é un'operazione scandalosa, nella forma e nella sostanza. La conferenza
unificata Stato-Regioni aveva espresso parere contrario, ma il suo giudizio é
stato ignorato, nonostante le materie in questione siano fondamentali per il
governo del territorio. Il fatto é grave e mina le stessa legittimità
costituzionale del provvedimento. Questo nuovo codice é addirittura pericoloso
per l'ambiente. Senza semplificare minimamente le procedure, smantella norme
avanzate in materia di rifiuti, acque, dissesto idrogeologico, danno ambientale,
Via, Vas e inquinamento dell'aria».
Il testo, che ha ricevuto il via libera definitivo in terza lettura, è un fiore
all'occhiello della legislatura, secondo il ministro Matteoli. «Una grande
riforma di legislatura - dice il ministro Matteoli -, attesa da molti anni, che
ho fortemente voluto per far uscire l’ambiente da un caos normativo in cui
troppo spesso hanno potuto prosperare gli ecofurbi. Ora il cittadino e
l’imprenditore potranno avere a disposizione un Codice dell’ambiente chiaro e
razionale che permetterà di compiere quel salto di qualità indispensabile per
una reale tutela dell’ambiente».
Il provvedimento recepisce otto direttive comunitarie che ancora non erano
entrate nella legislazione italiana, accorpa le disposizioni per settori
omogenei, abroga cinque leggi. dieci disposizioni di legge, quattro decreti del
Presidente della Repubblica, tre decreti del Presidente del Consiglio dei
ministri e otto decreti ministeriali.
Il Codice interviene, tra l'altro, sulla valutazioni di impatto ambientale
(Via), sulla valutazione ambientale strategica (Vas) e sull'Ippc (Prevenzione e
riduzione integrale dell'inquinamento) recependo integralmente quattro direttive
comunitarie. Nei procedimenti di valutazione viene garantito il completamento
dell'iter in tempi certi. Introdotto un sistema di controlli successivi e il
principio del silenzio-rifiuto. Riordinata e coordinata la normativa su difesa
del suolo, lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle
risorse.
Recepita, fra le altre, la direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede
l'istituzione di Autorità di bacino distrettuali e la definizione dei distretti
idrografici, che sono stati definiti in sette: distretto delle Alpi orientali,
che comprende i bacini dell'Adige e dell'Alto Adriatico; distretto Padano, che
segue la geografica dell'attuale Autorità di bacino del Po; Distretto
dell'Appennino settentrionale, che comprende il bacino dell'Arno, della Liguria,
i bacini meridionali dell'Emilia e quelli settentrionali delle Marche; distretto
Appennino centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche
meridionali, dell'Umbria e dell'Abruzzo; distretto dell'Appennino meridionale,
che include anche tutti i bacini dell'Italia meridionale; distretto idrografico
della Sicilia e distretto idrografico della Sardegna. Previsto anche un
rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi
idrici e di igiene urbana. Novità anche sul fronte di rifiuti e bonifiche:
ridefinite le priorità nella gestione dei rifiuti in conformità con la normativa
Ue, istituita un'Autorità delle acque e dei rifiuti, riconosciuto il ruolo delle
Province in materia di rifiuti. Ridefinita la nozione di danno ambientale: si
applica il principio che chi inquina, paga. Prevista una ordinanza-ingiunzione
per il risarcimento del danno, che darà la possibilità al ministero di incassare
rapidamente le somme dovute.di Nicoletta Cottone
articolo pubblicato su "Il Sole 24 ore.com 10 febbraio 2006
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COMUNICATO STAMPA
Delega ambientale, il governo approva il decreto caos
Un giorno nero per l'ambiente
La Giunta esecutiva di Federambiente denuncia i gravissimi danni che dal nuovo
provvedimento deriveranno per ambiente e cittadini: “Entrambi saranno chiamati a
pagare la libertà d'inquinare concessa ad alcuni produttori di rifiuti”. Impegno
a ottenere sostanziali modifiche dal nuovo Parlamento
Con l'approvazione, oggi in articulo mortis della legislatura, del decreto
legislativo in attuazione della delega per il riordino della normativa
ambientale, il Consiglio dei ministri ha messo, per ora, il sigillo a un
provvedimento farraginoso, contraddittorio, complicato, sostanzialmente
inapplicabile, ostinatamente perseguito contro tutto e contro tutti. Un
provvedimento che Federambiente – insieme alla quasi totalità del mondo
produttivo, dei sindacati, delle Regioni e degli enti locali, dell'università e
dell'associazionismo ambientalista e dei consumatori – giudica gravemente
negativo e auspica possa essere fortemente modificato non appena si sarà
insediato il nuovo Parlamento frutto delle elezioni del prossimo 9 aprile.
Secondo la Giunta esecutiva di Federambiente, “oggi è un giorno nero per
l'ambiente italiano. questo provvedimento ingestibile renderà più difficile il
governo del sistema dei rifiuti del nostro paese, sul quale arriveranno meno
controlli, più burocrazia, minore capacità organizzativa e industriale. Il
decreto penalizza l'ambiente e le tasche dei cittadini, i quali entrambi saranno
chiamati a pagare la libertà d'inquinare concessa soltanto ad alcuni settori
produttori di rifiuti. Cittadini e ambiente sono colpiti da questo decreto
legislativo e anche per questo ci adopereremo perché venga fortemente
modificato”.
Roma, 10 febbraio 2006
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AMBIENTE: TUTTA LA MAPPA DEL CODICE VERDE / SCHEDA
(ANSA) - ROMA, 10 FEB - Questa la mappa dei contenuti del Codice italiano
dell'Ambiente: - Via (Valutazione di impatto ambientale) Vas (Valutazione
ambientale strategica) Ippc (Prevenzione e riduzione integrate
dell'inquinamento): Integrale recepimento di quattro direttive. Scansione
puntuale dei procedimenti Via per garantire il completamento di tutte le
procedure in tempi certi. Anche per la Via ordinaria verra' esaminato il
progetto preliminare. Definizione dei meccanismi di coordinamento tra Via e Vas
e tra Via e Ippc. Introduzione di un sistema di controlli successivi.
Accoglimento del principio del silenzio-rifiuto e rafforzamento della disciplina
di informazione al pubblico. - Difesa suolo, lotta alla desertificazione, tutela
delle acque e gestione delle risorse idriche: Riordino e coordinamento delle
disposizioni normative frammentate in una pluralita' di testi e interconnesse
come la difesa del suolo, la tutela delle acque, la gestione delle risorse
idriche. Integrale recepimento della direttiva 2000/60/Ce in materia di acque
che prevede l' istituzione di Autorita' di bacino distrettuali e la definizione
dei distretti idrografici, che sono stati definiti in sette (Distretto delle
Alpi Orientali, che comprende i bacini dell' Adige e dell'Alto Adriatico;
Distretto Padano, che segue la geografia dell'attuale Autorita' di bacino del
Po; Distretto dell'Appennino Settentrionale, che comprende il bacino dell' Arno,
della Liguria, i bacini meridionali dell'Emilia e quelli settentrionali delle
Marche; Distretto Appennino Centrale, che include il bacino del Tevere, quelli
delle Marche meridionali, dell Umbria e dell Abruzzo; Distretto Appennino
Meridionale, che include anche tutti i bacini dell'Italia meridionale; Distretto
idrografico della Sicilia e Distretto idrografico della Sardegna).
Individuazione del Piano di gestione come strumento di pianificazione,
riconferma del principio di pubblicita' delle acque. Rafforzamento della
clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e di igiene
urbana. - Rifiuti e bonifiche: Vengono riordinate e coordinate le disposizioni
normative concernenti questi settori. Per le bonifiche vengono confermati
sostanzialmente i parametri in vigore per la definizione di 'sito inquinato' e
per la successiva bonifica viene compiuta un'analisi di rischio, viene
confermato anche il meccanismo dell'accordo di programma che ha dato buoni
risultati e che prevede procedure piu' snelle e tempi piu' veloci nel pieno
rispetto dell'ambiente. Vengono ridefinite le priorita' nella gestione dei
rifiuti in conformita' con la normativa UE. Viene istituita inoltre un'Authority
per acque e rifiuti, creando due sezioni al posto del vecchio Comitato di
vigilanza sull'uso delle risorse idriche e dell'Osservatorio nazionale dei
rifiuti, con una diminuzione nel numero degli organi. Viene riconosciuto il
ruolo delle Province in materia di rifiuti. - Tutela dell'aria: Riordino e
coordinamento di tutte le misure concernenti la prevenzione dell'inquinamento
dell'aria; promozione del ricorso alle migliori tecniche disponibili;
introduzione di una durata fissa per l'autorizzazione pari a 15 anni. L'apparato
sanzionatorio non e' stato variato rispetto al passato in quanto la delega non
prevedeva modifiche di questo capitolo. Impegni maggiori sulle fonti rinnovabili
con priorita' nel dispacciamento e interventi finanziari per incentivare l'
energia rinnovabile al Sud, soprattutto per raggiungere gli obiettivi di Kyoto.
- Danno ambientale: Viene definita la nozione di danno ambientale e una nuova
disciplina in materia per conseguire l' effettivita' delle sanzioni
amministrative e viene applicato il principio che chi inquina paga. Per
accorciare i tempi del risarcimento del danno, ad oggi il Ministero ha incassato
soltanto le somme derivanti da transazioni, e' prevista un'
ordinanza-ingiunzione per il risarcimento del danno che dara' la possibilita' al
Ministero di incassare in modo certo e veloce le somme. Viene recepita
integralmente la direttiva europea. (ANSA). GU
10/02/2006 14:18
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Appello degli ambientalisti: "Solo Ciampi può fermare la Legge Delega"
In una lettera le associazioni ambientaliste chiedono al Capo dello Stato uno
stop al regolamento in materia ambientale
Le associazioni ambientaliste (Acli Anni Verdi, Ambiente e Lavoro, Amici della
Terra, FAI, Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, Fare Verde, Green
Cross , Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Società
Speleologica Italiana, VAS, WWF) hanno rivolto un ultimo accorato appello al
Presidente della Repubblica, quale supremo garante, per chiedere di arrestare
l’iter di approvazione del Decreto Legislativo di riforma della normativa
ambientale approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 febbraio.
Il decreto abbassa in maniera evidente i livelli di tutela dell'ambiente e
rappresenta un attacco senza precedenti alla normativa ambientale, frutto di
anni di lavoro e di ricerca. Risulta poi disatteso anche l'obiettivo della
delega, di semplificare le leggi ambientali, armonizzandole con le più recenti
norme comunitarie per renderle comprensibili ed applicabili da parte degli
amministratori e degli operatori economici. Già in passato le associazioni si
erano rivolte al Capo dello Stato per segnalare i rischi e le situazioni di
illegittimità che oggi trovano conferma e vengono aggravate nel provvedimento.
Le contestazioni degli ambientalisti sono andate in parallelo con quelle del
mondo accademico, di enti locali ed anche gran parte del mondo produttivo.
“La vicenda non si chiude con questo atto del Governo - dichiarano i portavoce
delle associazioni - ci batteremo affinchè il testo venga modificato nella
prossima legislatura, sperando di riuscire a farlo prima che ci venga imposto
dall'Europa...per non parlare dei danni all'ambiente che potrebbero derivare da
quanto previsto dal Decreto". Fonte WWF Italia 10/02/2006
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La mappa dei contenuti del Codice italiano dell’Ambiente
- Via (Valutazione di impatto ambientale), Vas (Valutazione ambientale
strategica), Ippc (Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento):
Integrale recepimento di quattro direttive. Scansione puntuale dei procedimenti
Via per garantire il completamento di tutte le procedure in tempi certi. Anche
per la Via ordinaria verrà esaminato il progetto preliminare. Definizione dei
meccanismi di coordinamento tra Via e Vas e tra Via e Ippc. Introduzione di un
sistema di controlli successivi. Accoglimento del principio del silenzio-rifiuto
e rafforzamento della disciplina di informazione al pubblico.
- Difesa suolo, lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle
risorse idriche: Riordino e coordinamento delle disposizioni normative
frammentate in una pluralità di testi e interconnesse come la difesa del suolo,
la tutela delle acque, la gestione delle risorse idriche. Integrale recepimento
della direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede l’istituzione di
Autorità di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che
sono stati definiti in sette (Distretto delle Alpi Orientali, che comprende i
bacini dell’Adige e dell’Alto Adriatico; Distretto Padano, che segue la
geografia dell’attuale Autorità di bacino del Po; Distretto dell’Appennino
Settentrionale, che comprende il bacino dell’Arno, della Liguria, i bacini
meridionali dell’Emilia e quelli settentrionali delle Marche; Distretto
Appennino Centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche
meridionali, dell Umbria e dell Abruzzo; Distretto Appennino Meridionale, che
include anche tutti i bacini dell’Italia meridionale; Distretto idrografico
della Sicilia e Distretto idrografico della Sardegna). Individuazione del Piano
di gestione come strumento di pianificazione, riconferma del principio di
pubblicità delle acque. Rafforzamento della clausola sociale per tutelare i
lavoratori dei servizi idrici e di igiene urbana.
- Rifiuti e bonifiche: Vengono riordinate e coordinate le disposizioni normative
concernenti questi settori. Per le bonifiche vengono confermati sostanzialmente
i parametri in vigore per la definizione di sito inquinato e per la successiva
bonifica viene compiuta un’analisi di rischio, viene confermato anche il
meccanismo dell’accordo di programma che ha dato buoni risultati e che prevede
procedure più snelle e tempi più veloci nel pieno rispetto dell’ambiente.
Vengono ridefinite le priorità nella gestione dei rifiuti in conformità con la
normativa UE. Viene istituita inoltre un’Authority per acque e rifiuti, creando
due sezioni al posto del vecchio Comitato di vigilanza sull’uso delle risorse
idriche e dell’Osservatorio nazionale dei rifiuti, con una diminuzione nel
numero degli organi. Viene riconosciuto il ruolo delle Province in materia di
rifiuti.
- Tutela dell’aria: Riordino e coordinamento di tutte le misure concernenti la
prevenzione dell’inquinamento dell’aria; promozione del ricorso alle migliori
tecniche disponibili; introduzione di una durata fissa per l’autorizzazione pari
a 15 anni. L’apparato sanzionatorio non è stato variato rispetto al passato in
quanto la delega non prevedeva modifiche di questo capitolo. Impegni maggiori
sulle fonti rinnovabili con priorità nel dispacciamento e interventi finanziari
per incentivare l’energia rinnovabile al Sud, soprattutto per raggiungere gli
obiettivi di Kyoto.
- Danno ambientale: Viene definita la nozione di danno ambientale e una nuova
disciplina in materia per conseguire l’ effettività delle sanzioni
amministrative e viene applicato il principio che chi inquina paga. Per
accorciare i tempi del risarcimento del danno, ad oggi il Ministero ha incassato
soltanto le somme derivanti da transazioni, è prevista un’ ordinanza-ingiunzione
per il risarcimento del danno che darà la possibilità al Ministero di incassare
in modo certo e veloce le somme. Viene recepita integralmente la direttiva
europea. 10/2/2006
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TESTO UNICO AMBIENTALE
Varato il “Codice dell’Ambiente”
Via libera definitivo alla riforma della legislazione ambientale.
Più di 700 pagine, 318 articoli e 45 allegati per semplificare e rendere più
razionali le eco-norme.
Tra le novità incentivi alle rinnovabili al Sud e rafforzamento della clausola
sociale.
Matteoli: “Una riforma di legislatura per far uscire l’ambiente dal caos
normativo”
Varato il “Codice
dell’Ambiente”, il decreto legislativo che semplifica, razionalizza e riordina
la normativa ambientale esistente in sei settori chiave: rifiuti e bonifiche,
acqua, difesa del suolo, inquinamento atmosferico, procedure ambientali, danno
ambientale.
Il Consiglio dei Ministri ha infatti dato il via libera definitivo, in terza
lettura, al Decreto legislativo sull’ambiente. Tra le novità inserite nel testo,
che accolgono le osservazioni delle Commissioni parlamentari e delle parti
sociali, il rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei
servizi idrici e del settore dell’igiene urbana e una politica incentivante
delle energie rinnovabili attraverso le priorità di dispacciamento ed interventi
finanziari per promuovere le energie rinnovabili soprattutto nel Sud.
“Una grande riforma di legislatura, attesa da molti anni - ha detto il ministro
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli – che ho fortemente
voluto per far uscire l’ambiente da un caos normativo in cui troppo spesso hanno
potuto prosperare gli eco-furbi. Ora il cittadino e l’imprenditore potranno
avere a disposizione un Codice dell’Ambiente chiaro e razionale che permetterà
di compiere quel salto di qualità indispensabile per una reale tutela
dell’ambiente”.
Il Testo unico sull’Ambiente è un corpus normativo di più di 700 pagine, 318
articoli e 45 allegati. Il disegno di legge di delega è stato approvato per la
prima volta in Consiglio dei Ministri il 9 agosto del 2001 e ha concluso il suo
iter parlamentare il 24 novembre del 2004.
La Commissione di saggi istituita ad hoc per la scrittura dei testi ha concluso
il suo lavoro a settembre del 2005.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo in prima lettura il 18 novembre
2005 ed in seconda lettura il 19 gennaio 2006.
Il Testo unico sull’Ambiente recepisce otto direttive comunitarie ancora non
entrate nella legislazione italiana nei settori oggetto della delega; accorpa le
disposizioni concernenti settori omogenei di disciplina, in modo da ridurre le
ripetizioni; abroga cinque leggi, dieci disposizioni di legge, due decreti
legislativi, quattro d.P.R., tre d.P.C.M. ed otto decreti ministeriali, cui sono
da aggiungere le disposizioni già abrogate e di cui viene confermata
l’abrogazione da parte dei decreti delegati.
Ecco in sintesi il
contenuto del testo:
VIA (Valutazione di impatto ambientale) – VAS (Valutazione ambientale
strategica) IPPC (Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento):
Integrale recepimento di quattro direttive. Scansione puntuale dei procedimenti
VIA per garantire il completamento di tutte le procedure in tempi certi. Anche
per la VIA ordinaria verrà esaminato il progetto preliminare. Definizione dei
meccanismi di coordinamento tra VIA e VAS e tra VIA e IPPC. Introduzione di un
sistema di controlli successivi.
Accoglimento del principio del silenzio-rifiuto e rafforzamento della disciplina
di informazione al pubblico.
Difesa suolo: lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle
risorse idriche: Riordino e coordinamento delle disposizioni normative
frammentate in una pluralità di testi e interconnesse come la difesa del suolo,
la tutela delle acque, la gestione delle risorse idriche. Integrale recepimento
della direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede l’istituzione di
Autorità di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che
sono stati definiti in sette ( Distretto delle Alpi Orientali, che comprende i
bacini dell’Adige e dell’Alto Adriatico; Distretto Padano, che segue la
geografia dell’attuale Autorità di bacino del Po; Distretto dell’Appennino
Settentrionale, che comprende il bacino dell’Arno, della Liguria, i bacini
meridionali dell’Emilia e quelli settentrionali delle Marche; Distretto
Appennino Centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche
meridionali, dell’Umbria e dell’Abruzzo; Distretto Appennino Meridionale, che
include anche tutti i bacini dell’Italia meridionale; Distretto idrografico
della Sicilia e Distretto idrografico della Sardegna). Individuazione del Piano
di gestione come strumento di pianificazione, riconferma del principio di
pubblicità delle acque.
Rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi
idrici e di igiene urbana.
Rifiuti e bonifiche: Vengono riordinate e coordinate le disposizioni normative
concernenti questi settori.
Per le bonifiche vengono confermati sostanzialmente i parametri in vigore per la
definizione di “sito inquinato” e per la successiva bonifica viene compiuta
un’analisi di rischio, viene confermato anche il meccanismo dell’accordo di
programma che ha dato buoni risultati e che prevede procedure più snelle e tempi
più veloci nel pieno rispetto dell’ambiente.
Vengono ridefinite le priorità nella gestione dei rifiuti in conformità con la
normativa UE. Viene istituita inoltre un’Authority per acque e rifiuti, creando
due sezioni al posto del vecchio Comitato di vigilanza sull’uso delle risorse
idriche e dell’Osservatorio nazionale dei rifiuti, con una diminuzione nel
numero degli organi. Viene riconosciuto il ruolo delle Province in materia di
rifiuti.
Tutela dell’aria: Riordino e coordinamento di tutte le misure concernenti la
prevenzione dell’inquinamento dell’aria; promozione del ricorso alle migliori
tecniche disponibili; introduzione di una durata fissa per l’autorizzazione pari
a 15 anni.
L’apparato sanzionatorio non è stato variato rispetto al passato in quanto la
delega non prevedeva modifiche di questo capitolo. Impegni maggiori sulle fonti
rinnovabili con priorità nel dispacciamento ed interventi finanziari per
incentivare l’energia rinnovabile al Sud, soprattutto per raggiungere gli
obiettivi di Kyoto.
Danno ambientale: Viene definita la nozione di danno ambientale e una nuova
disciplina in materia per conseguire l’effettività delle sanzioni amministrative
e viene applicato il principio che chi inquina paga. Per accorciare i tempi del
risarcimento del danno, ad oggi il Ministero ha incassato soltanto le somme
derivanti da transazioni, è prevista un’ordinanza-ingiunzione per il
risarcimento del danno che darà la possibilità al Ministero di incassare in modo
certo e veloce le somme. Viene recepita integralmente la direttiva europea.
Fonte minambiente.it Roma, 10 febbraio 2006
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Delega ambiente. Una legge incostituzionale
''E' una norma che ha creato solo caos. In questa controriforma c'è un idea
proprietaria dei beni naturali''. Intervista a Sergio Gentili, responsabile
ambientale dell'Unione
In cosa consiste l’ecoriforma approvata dal Consiglio dei Ministri?
Questa, prima di tutto, non è una riforma, ma una controriforma. Capace di
sconvolgere tutta la legislazione ambientale italiana di quest’ ultimi quindici
anni. Una legge che interviene sul problema dei rifiuti, del dissesto
idrogeologico, dell’ acqua, dell’inquinamento del suolo e dell’aria, della
valutazione dell’ impatto ambientale e di quello strategico e delle bonifiche.
E’ un tentativo di intervenire su una infinità di materie, che sono state
oggetto di una vera e propria riscritturazione generale che, anziché
migliorarle, le ha danneggiate. Per questo è definibile come una controriforma,
che butta all'aria quindici anni di leggi ambientaliste italiane.
Il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli ha dichiarato che questa riforma ha
il merito di aver fatto uscire l’Italia dal caos legislativo che la
caratterizzava in materia ambientale…
E' una cosa assurda perchè è un intervento di oltre 700 pagine, 318
articoli, 45 allegati e parla di cose completamente diverse l'una dall'altra.
Quindi lui il caos lo crea, lo alimenta. Questa affermazione è una idiozia.
In quali punti contrasta maggiormente con le politiche comunitarie, europee?
In modo particolare contrasta in tema di rifiuti, di valutazione di impatto
ambientale, di danno ambientale e anche per quanto riguarda l'idea di distretto,
di bacino; anche su questo punto non ci siamo. In generale, questa legge
significa un allontanamento dell'Italia dal resto dell'Europa e comporterà un
incremento dei contenziosi con la Ue. Anche sul metodo poi c'è molto da ridire.
Questa legge infatti è stata costruita dentro un bunker politico: il governo ha
rifiutato ogni dialogo con le regioni, le province, i comuni. E quando dico
questo, parlo delle associazioni come l’ Upi, l'Anci. Per non citare la chiusura
manifestata verso i sindacati, le associazioni ambientaliste, la stragrande
maggioranza delle forze imprenditoriali ed appunto lo stesso parlamento, che è
stato messo in mora. Mai hanno portato in discussioni alla Camera queste
questioni. Le forze che ti ho appena citato sono contrarie alla confusione e ai
danni che questo provvedimento creerà, tanto è vero che già molte associazioni
hanno chiesto alle regioni di ricorrere alla Corte costituzionale per contestare
l’incostituzionalità del provvedimento legislativo e queste stesse regioni gli
hanno risposto favorevolmente. In questo provvedimento non c’è posto per il
riconoscimento di quei poteri regionali (in materia di rifiuti, acqua e altro)
che pure la nostra Costituzione riconosce. Per questo sia le città che i comuni
che le regioni stanno pensando ad una offensiva costituzionale. C'è un danno del
governo reale dell'ambiente, delle imprese più innovative e soprattutto della
salute dei cittadini. Non c'è possibilità di mediazione con questa legge, quindi
a noi spetterà di rimetterci le mani. Anche perché questa legge ha ancora due
anni per essere definitivamente applicata per cui bisognerà in questo lasso di
tempo intervenire per correggere l’errore.
E in che modo l’Unione intenderà porre rimedio a questa norma ambientale?
Ci sarà una revisione di tutti gli aspetti. Conoscendo il programma
dell'Unione, sicuramente interverremo sulla questione dell'acqua perchè si
prevede una programmazione della presenza pubblica nel settore idrico. Così come
avverrà per i rifiuti, per la valutazione dell’impatto o del danno ambientale;
insomma per tutti quegli ambiti che questa legge odierna ha devastato. Ambiti in
cui verrà difeso e riaffermato il ruolo delle regioni. Verrà attuato un
rinnovamento, ma in senso costruttivo. La posizione infatti non è abroghiamo la
delega ambientale per tornare alla situazione di prima, bensì aboliamo la delega
ambientale ma per fare un ulteriore passo in avanti.
Il ruolo delle regioni, delle province, dei comuni è stato quindi offuscato a
favore di un’affermazione del vertice governativo?
Sì, se tu pensi che questa legge prevede una centralizzazione nazionale
dell'individuazioni dei siti per gli impianti dei rifiuti; cosa che invece è di
competenza delle regioni. Sapendo quello che significano per la popolazione le
zone per lo smaltimento dei rifiuti, si comprende la gravità dell’accentramento
nelle competenze. Forse questo è l’esempio più eclatante, anche se un altro
punto risulta altamente emblematico: è quello riguardante la definizione dei
bacini idrografici, che è stata fatta a tavolino senza criterio e senza
confronto con la realtà ambientale dell’ultimo decennio.
Ma in questi ultimi anni è esistita realmente una politica ambientale
unitaria oppure è sussistito un certo caos normativo?
Certo, che c’è stata. Per esempio la legge 22 per i rifiuti era una
applicazione della normativa europea all’Italia. Adesso loro la stravolgono. La
stessa cosa per quanto riguarda la legge Galli sulle risorse idriche, dove loro
puntano alla privatizzazione più radicale. Oppure per quanto riguarda l’impatto
ambientale, che doveva essere rapportata alle indicazioni europee che sono molto
precise ed invece è stato fatto un passo indietro. Idem per la definizione del
danno ambientale dove poi alla fine si fa un pasticcio e non si garantisce
affatto l’ambiente.
Insomma, la solita politica del governo Berlusconi che in fatto di ambiente
non ha mai nascosto il suo sostanziale menefreghismo…
Sì. La concezione dell’ambiente del centro-destra è quella dello
sfruttamento selvaggio, non certo di bene comune. E soprattutto è un’idea
proprietaria del ministro e del suo amico Togni. Per loro l’ambiente è un
vincolo, un fastidio. Senza considerare che la tutela dell’ambiente è la più
moderna e avanzata frontiera per la qualità della vita delle persone, guardando
ad uno sviluppo sostenibile e duraturo. E loro questa categoria dello sviluppo
sostenibile non ce l’hanno proprio nella testa. in aprileonline.info
dell'11/02/2006 Marzia Bonacci