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Codice dell'ambiente
 

Articoli, primi commenti e "vicissitudini" sul Codice dell'Ambiente

 

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14 Aprile 2006: Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152, recante "Norme in materia ambientale" è stato pubblicato nella G.U. n. 88 del 14/04/2006 - S.O. n. 96 Vedi: Testo Unico - Allegati

 

Decreto Legislativo 152-2006: Modificata la parte relativa ai rifiuti e alle acque. Delega, lo smontaggio prosegue


Via libera al secondo decreto che modifica la riforma del codice ambientale varata dal governo Berlusconi. Pecoraro: «Era impegno dell'Unione» / Suv, il superbollo avanza. Lo smontaggio della Legge Delega, con cui il governo Berlusconi aveva riordinato l’intera materia ambientale, prosegue. Stamattina è arrivato il via libera al secondo decreto legislativo di modifica che il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, ha commentato molto positivamente: «Sono molto soddisfatto, abbiamo avviato un'azione di manutenzione nei confronti delle parti più critiche del Codice ambientale rispettando i tempi che ci eravamo dati ma stiamo già lavorando all'intera riforma del testo». Il provvedimento approvato oggi modifica prevalentemente la parte terza e quarta del Codice, ovvero la disciplina delle acque e dei rifiuti. In particolare viene eliminata la nozione di sottoprodotto e quella di materia prima secondaria fin dall'origine, introducendo invece la nozione di prodotto recuperato. «In sostanza il concetto di rifiuto diventa più rigoroso – ha aggiunto il ministro - Ora intendo aprire una nuova fase di confronto con il Parlamento, al Conferenza Unificata e il mondo imprenditoriale e associativo». Il testo del decreto che va alle Camere e alla conferenza Stato-Regioni: «Era un impegno preso nel programma dell’Unione - spiega Pecoraro - Permangono delle osservazioni anche da parte di altri ministeri, in particolare su materie secondarie. Nel percorso parlamentare ci sarà facoltà di ascolto anche delle realtà sociali in modo che, essendo questa una legge delega, si lavori di concerto con il Parlamento».  La Nuova Ecologia 12 ottobre 2006

 

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 DELEGA AMBIENTALE: CIAMPI HA FIRMATO IL DECRETO LEGISLATIVO


(ANSA) - ROMA - Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, a quanto si apprende, ha controfirmato il decreto legislativo sull'ambiente. Si tratta del provvedimento sul quale il capo dello Stato aveva chiesto chiarimenti al governo. Il 20 marzo scorso, il Presidente della Repubblica, dopo aver esaminato il provvedimento trasmesso da Palazzo Chigi, aveva chiesto per lettera dei chiarimenti al governo, sollevando una questione di metodo relativa al parere negativo espresso dalla Conferenza Stato-Regioni sulla delega ambientale, e sulla eventualita' di un parere del Consiglio di Stato.

- LE NOVITA': Tra le modifiche apportate la scorsa settimana dal Governo, sulla base dei chiarimenti richiesti dal Quirinale, la specifica formale della titolarita' delle associazioni ambientaliste nei procedimenti per danno ambientale. Il decreto legislativo che attua la delega ambientale aveva avuto il via libera definitivo da parte del Consiglio dei Ministri lo scorso 10 febbraio, in terza lettura. Si tratta di un codice di oltre 700 pagine, 318 articoli e 45 allegati. Tra le novita' incentivi alle rinnovabili al Sud e rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori in alcuni settori ambientali. Introdotti anche tempi certi per i procedimenti di Valutazione di impatto ambientale. Il disegno di legge di delega era stato approvato per la prima volta in Consiglio dei Ministri il 9 agosto del 2001 e aveva concluso il suo iter parlamentare il 24 novembre del 2004. La Commissione di saggi istituita ad hoc per la scrittura dei testi aveva concluso il suo lavoro a settembre del 2005. Il Consiglio dei Ministri aveva quindi approvato il testo in prima lettura il 18 novembre 2005 e in seconda lettura il 19 gennaio 2006. (ANSA) 03/04/2006 18:12

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AMBIENTE: DELEGA; COSA PREVEDE IL CODICE VERDE / SCHEDA


(ANSA) - ROMA, 3 APR - Questo quanto prevede il Codice dell' Ambiente: - Via (Valutazione di impatto ambientale), Vas (Valutazione ambientale strategica), Ippc (Prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento): Integrale recepimento di quattro direttive. Scansione puntuale dei procedimenti Via per garantire il completamento di tutte le procedure in tempi certi. Anche per la Via ordinaria verra' esaminato il progetto preliminare. Definizione dei meccanismi di coordinamento tra Via e Vas e tra Via e Ippc. Introduzione di un sistema di controlli successivi. Accoglimento del principio del silenzio-rifiuto e rafforzamento della disciplina di informazione al pubblico. - Difesa suolo, lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche: Riordino e coordinamento delle disposizioni normative frammentate in una pluralita' di testi e interconnesse come la difesa del suolo, la tutela delle acque, la gestione delle risorse idriche. Integrale recepimento della direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede l' istituzione di Autorita' di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che sono stati definiti in sette (Distretto delle Alpi Orientali, che comprende i bacini dell' Adige e dell'Alto Adriatico; Distretto Padano, che segue la geografia dell'attuale Autorita' di bacino del Po; Distretto dell'Appennino Settentrionale, che comprende il bacino dell' Arno, della Liguria, i bacini meridionali dell'Emilia e quelli settentrionali delle Marche; Distretto Appennino Centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche meridionali, dell Umbria e dell Abruzzo; Distretto Appennino Meridionale, che include anche tutti i bacini dell'Italia meridionale; Distretto idrografico della Sicilia e Distretto idrografico della Sardegna). Individuazione del Piano di gestione come strumento di pianificazione, riconferma del principio di pubblicita' delle acque. Rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e di igiene urbana. - Rifiuti e bonifiche: Vengono riordinate e coordinate le disposizioni normative concernenti questi settori. Per le bonifiche vengono confermati sostanzialmente i parametri in vigore per la definizione di 'sito inquinato' e per la successiva bonifica viene compiuta un'analisi di rischio, viene confermato anche il meccanismo dell'accordo di programma che ha dato buoni risultati e che prevede procedure piu' snelle e tempi piu' veloci nel pieno rispetto dell'ambiente. Vengono ridefinite le priorita' nella gestione dei rifiuti in conformita' con la normativa UE. Viene istituita inoltre un'Authority per acque e rifiuti, creando due sezioni al posto del vecchio Comitato di vigilanza sull'uso delle risorse idriche e dell'Osservatorio nazionale dei rifiuti, con una diminuzione nel numero degli organi. Viene riconosciuto il ruolo delle Province in materia di rifiuti. - Tutela dell'aria: Riordino e coordinamento di tutte le misure concernenti la prevenzione dell'inquinamento dell'aria; promozione del ricorso alle migliori tecniche disponibili; introduzione di una durata fissa per l'autorizzazione pari a 15 anni. L'apparato sanzionatorio non e' stato variato rispetto al passato in quanto la delega non prevedeva modifiche di questo capitolo. Impegni maggiori sulle fonti rinnovabili con priorita' nel dispacciamento e interventi finanziari per incentivare l' energia rinnovabile al Sud, soprattutto per raggiungere gli obiettivi di Kyoto. - Danno ambientale: Viene definita la nozione di danno ambientale e una nuova disciplina in materia per conseguire l' effettivita' delle sanzioni amministrative e viene applicato il principio che chi inquina paga. Per accorciare i tempi del risarcimento del danno, ad oggi il Ministero ha incassato soltanto le somme derivanti da transazioni, e' prevista un' ordinanza-ingiunzione per il risarcimento del danno che dara' la possibilita' al Ministero di incassare in modo certo e veloce le somme. Viene recepita integralmente la direttiva europea. (ANSA). 03/04/2006 19:12

 

 

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AMBIENTE - Concluso l'iter di un testo che divide, la firma di Ciampi


Il 20 marzo il Presidente della Repubblica aveva rispedito al governo il decreto legislativo, e chiesto chiarimenti. Poche modifiche e il testo è ritornato al Colle per la firma definitiva di oggi.
Legambiente: «Norme da riscrivere»

Si è concluso un lungo e controverso percorso . Il Decreto Legislativo in materia ambientale, ormai nota Legge Delega, è stata firmata questa mattina dal Presidente della Repubblica. L’iter è concluso, dunque, ma in molti dubitano del testo, e chiedono che sia modificato durante la prossima legislatura.

«L’autorevole intervento del Altero Matteoli presidente della Repubblica Ciampi ha sottolineato con forza le troppe incongruenze e i troppi limiti di una legge che, secondo noi, non solo non difende e valorizza l’ambiente, ma finisce addirittura col renderlo più vulnerabile. Il fatto che oggi sia arrivata la firma al decreto legislativo in campo ambientale non toglie nulla alla serietà e gravità di quel richiamo e di quella richiesta di chiarimenti che il Quirinale aveva indirizzato al governo pochi giorni fa».

Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, dopo che stamane l’associazione ha avuto conferma dell’apposizione della firma presidenziale al testo unico sull’ambiente, rilancia la necessità di rimettere mano al testo varato dal ministro Matteoli e dal governo Berlusconi. «C’è una rivolta delle Regioni in atto – continua Della Seta – che auspichiamo porti al ricorso alla Corte Costituzionale contro il provvedimento del Ministero dell’ambiente. Legambiente sicuramente appoggerà questa iniziativa, così come – fin d’ora – promette il massimo impegno affinché il prossimo esecutivo riscriva le norme più contestate». 3 aprile 2006 La nuova ecologia

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AMBIENTE:COORDINATORE REGIONI,RICORSO A CONSULTA SU RIORDINO

 

(ANSA) - CATANZARO, 3 APR - ''Continueremo la nostra battaglia, in difesa dell' ambiente e contro l'aumento dell'inquinamento, in tutte le sedi: dalla Commissione europea alla Corte costituzionale. Ma soprattutto impegneremo il prossimo Governo di centrosinistra ad emanare, subito dopo le elezioni politiche, un decreto-legge che blocchi gli effetti negativi della controriforma voluta dal ministro Altero Matteoli''. Cosi' l' assessore della Regione Calabria, Diego Tommasi, coordinatore della Commissione ''Ambiente e protezione civile'' delle Regioni, ha commentato la notizia dell' emanazione del decreto legislativo di riordino della normativa ambientale. ''La firma del Presidente della Repubblica - ha sostenuto Tommasi - e' un atto dovuto, rispetto alla normalita' di un iter procedurale per un decreto legislativo che attua una legge delega come la n. 308/2004, ma e' gia' un fatto istituzionalmente gravissimo che il Presidente della Repubblica abbia ritenuto di chiedere una serie di approfondimenti al Governo e che quest' ultimo abbia dovuto approvare due volte il testo in Consiglio dei Ministri. Segno che questa maggioranza ha costruito un 'castello' di carte poco chiare per riaccentrare tutte le decisioni ed espropriare del potere di controllo e di partecipazione i cittadini, le associazioni sia della piccola e media impresa che del volontariato, i sindacati, gli Enti locali e le Regioni''. Il decreto legislativo, e' scritto in una nota, ''e' composto da 318 articoli e 420 pagine di allegati che rappresentano, di per se', un quadro normativo difficilmente applicabile. Inoltre, sono gia' fioccate le interrogazioni anche al Parlamento europeo, in quanto invece di sanare le decine di procedure di infrazione, aperte contro l' Italia proprio sulle normative ambientali, con questo provvedimento si aumenta il contenzioso, ad esempio sulle Direttiva per gli imballaggi ed i rifiuti connessi''. ''Come Regione Calabria - ha sostenuto Tommasi - faremo sicuramente ricorso alla Consulta, ma quasi tutte le Regioni hanno gia' deciso di andare per questa strada a causa delle molte illegittimita' della norma: dall' eccesso di delega al mancato rispetto delle competenze per i settori dell' assetto del territorio e della salute''. Una posizione, prosegue la nota, condivisa da tutte le Regioni, ''in quanto il Ministro Matteoli non ha rispettato neppure il protocollo d' intesa da lui stesso firmato il 4 ottobre 2001 con l' allora presidente della Conferenza delle Regioni Enzo Ghigo, di Fi''. ''Adesso, in campagna elettorale - ha sostenuto Tommasi - e' logico che le Regioni di centrodestra si differenzino, ma finora le critiche a Matteoli sono state all' unanimita', perche' ha distrutto quanto finora costruito assieme tra Stato e Regioni, con gravi espropri di competenze come nel caso delle Autorita' di Bacino dei fiumi e senza rispettare il patto istituzionale con gli Enti territoriali di 'operare pariteticamente nell' elaborazione legislativa ai fini di conseguire obiettivi condivisi'. Il Governo non ci ha neppure permesso di avanzare emendamenti, su questioni importanti come la localizzazione direttamente da Roma degli inceneritori oppure sulle autorizzazioni al riutilizzo dei siti industriali inquinati e da bonificare o sul principio del silenzio-assenso per la Valutazione di Impatto Ambientale sulle opere pubbliche, da dare in pochi giorni, che rischia di procurare ulteriori scempi al territorio. Questa la chiamano democrazia, ma in realta' e' solo la curatela di interessi particolari''. (ANSA). 03/04/2006 19:07
 

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AMBIENTE: DELEGA; CRITICI AMBIENTALISTI E OPPOSIZIONE


(ANSA) - ROMA, 3 apr - Critiche sono state sollevate alla delega ambientale da parte di opposizione e ambientalisti. ''La firma di Ciampi e' un atto dovuto, il Governo ha imposto l' emanazione di un 'ecomostro legislativo''', dicono Verdi, Margherita, Sinistra Ecologista, Wwf, Legambiente e Federambiente. ''Tocchera' al centrosinistra riparare i danni. Il decreto delegato in materia ambientale riporta indietro l'Italia di anni, stravolge l'intera legislatura sull'ambiente e allontana il nostro paese dall'Europa'', dice Fabrizio Vigni, portavoce nazionale di Sinistra Ecologista. ''Ridare certezza ed efficacia alle politiche ambientali, anche rimediando i guasti della Legge delega, sara' un compito in piu' per il centrosinistra al Governo''. Questa la reazione di Ermete Realacci, dell'Esecutivo della Margherita. ''La firma da parte del Presidente Ciampi e' un atto dovuto, ma restano rilievi gravissimi. Gli speculatori e i nemici dell'ambiente non se ne rallegrino, dopo Punta Perotti abbatteremo anche questo ecomostro legislativo'', afferma il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. Per il presidente del Wwf Italia, Fulco Pratesi, ''oggi e' una giornata nera per l'ambiente. Il Governo si e' preso la responsabilita' di creare un vero e proprio 'ecomostro giuridico' imponendo di fatto l'emanazione da parte della Presidenza della Repubblica''. Il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, lancia un appello: ''Le Regioni facciano immediatamente ricorso'' e aggiunge: ''Il fatto che oggi sia arrivata la firma al decreto legislativo in campo ambientale non toglie nulla alla serieta' e gravita' di quel richiamo e di quella richiesta di chiarimenti che il Quirinale aveva indirizzato al governo pochi giorni fa''. Il presidente di Federambiente, Daniele Fortini, sottolinea quindi ''le contestazioni istituzionali che Regioni, Province e Comuni hanno gia' formulato e che porteranno in sede giudiziale''. (ANSA). 03/04/2006 18:58

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Il codice dell'Ambiente non entra in vigore - Ciampi rinvia al governo il decreto

 

Ciampi rinvia al governo il decreto sull’ambiente


IL PRESIDENTE della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha chiesto al governo una serie di chiarimenti sul decreto legislativo che attua la legge delega sulla materia ambientale. E l’esecutivo sta lavorando per fornire al Quirinale tutti i chiarimenti. In particolare il Presidente della Repubblica avrebbe sollevato una questione di merito relativa al parere negativo espresso dalla Conferenza Stato Regioni sulla delega ambientale e sulla eventualità di un parere del Consiglio di Stato. La richiesta del Capo dello stato è stata commentata da diverse parti (Conferenza delle regioni, gli enti locali, i sindacati, associazioni ambientaliste, associazioni economiche e naturalmente l'opposizione) che hanno espresso un giudizio negativo sull'applicabilità delle norme, sul loro effetto sull'ambiente e sul processo che ne ha visto la nascita, e dopo che il mondo della ricerca ha sottoscritto un appello al Presidente della Repubblica invitandolo a non firmare il decreto. Iltempo.it  martedì 21 marzo 2006

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AMBIENTE | In attesa delle reazioni di Matteoli - Delega, vizi di forma



Altero Matteoli Il mancato vaglio del Consiglio di Stato e delle associazioni ambientaliste. Più il parere negativo della conferenza Stato-Regioni. Le motivazioni con cui Ciampi ha fermato il riordino ambientale

Il decreto legislativo in materia ambientale è stato rinviato al governo dal Capo dello stato per rilievi formali. Una serie di obiezioni sul metodo seguito, ma non rilievi di natura sostanziale per ciò che riguarda il contenuto dei decreti attuativi della Delega ambientale.

A quanto pare, insomma, il Quirinale non avrebbe sollevato osservazioni di merito tali da richiedere modifiche del testo. Dunque, dal presidente della Repubblica sono giunte obiezioni sul mancato vaglio del provvedimento da parte del Consiglio di Stato, sulle ragioni del parere negativo della Conferenza Stato-Regioni, giunto solo dopo la chiusura dell'iter, e delle associazioni ambientaliste. Rilievi formali, dunque, e non una bocciatura, ne' un rinvio al governo perché si intervenga sui testi. Questo, sempre a quanto si apprende, il contenuto della lettera inviata dal Quirinale alla segreteria di Palazzo Chigi contenente, appunto, i rilievi del Colle sul "Codice dell'ambiente" fortemente voluto dal ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli.

In particolare, il Quirinale avrebbe fatto notare come il provvedimento non sia stato sottoposto al vaglio del Consiglio di Stato, così come sarebbe stato rilevata dal Quirinale la chiusura da parte delle Regioni, della quale il Colle avrebbe chiesto le ragioni. Inoltre, il Quirinale avrebbe fatto notare come rispetto alle intenzioni iniziali, non siano state coinvolte nel processo di estensione dei decreti attuativi le associazioni ambientaliste, anche solo in forma consultiva. lanuovaecologia 21 marzo 2006


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Ciampi ''boccia'' il Decreto Matteoli
Ambiente. Ennesimo stop al governo che aveva deciso di sfidare le associazioni, il parere di numerosi scienziati e le norme comunitarie



Il Presidente della Repubblica ha rinviato al governo il decreto legislativo in materia ambientale con cui venivano modificate le norme in tema di rifiuti, bonifiche, aria, danno ambientale, acque, VIA e VAS.


Già da diversi mesi il WWF aveva predisposto una poderosa mole di osservazioni e documenti contro queste modifiche che violano le direttiva comunitarie di riferimento. In questi mesi le osservazioni del WWF, come anche delle altre associazioni ambientaliste, erano comunque state sistematicamente ignorate dal Parlamento e dal Governo: la notizia del rinvio al Governo da parte del Presidente della Repubblica è una conferma della correttezza di queste osservazioni.
Non si conoscono ancora le motivazioni con cui il Capo dello Stato ha sostanziato l’atto di rinvio, ma questo può avvenire per motivi di ordine costituzionale, intendendo con questo anche il problema delle competenze tra Stato e Regioni, di obblighi internazionali che il nostro Paese ha (e quindi anche il corretto recepimento delle direttive comunitarie) e la copertura finanziaria. Quindi quantomeno uno di questi elementi ha pregiudicato la firma del Decreto legislativo sull'ambiente da parte del Capo dello Stato.

“Il rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra come e quanto la tenace battaglia che abbiamo condotto fosse tutt’altro che ideologica o di parte – ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia - evidenzia poi come il provvedimento abbia bisogno di specifici approfondimenti e di una radicale revisione. Il nostro è un plauso al Presidente della Repubblica perché in una condizione istituzionale così difficile ha saputo rappresentare il senso e il valore dei beni di tutti, quali sono l’ambiente e la salute, valori garantiti dalla Costituzione”.

Il WWF infatti ritiene che le scelte nei vari comparti siano viziate da un’impostazione che viola le direttive comunitarie che si dichiara di voler recepire. Molti i punti critici sottolineati in questi mesi: la legge Delega di fatto sottrae milioni di tonnellate di rifiuti alla disciplina comunitaria che diventano facilmente smaltiti in modo illegale; indebolisce la procedura di danno ambientale e annulla la partecipazione delle associazioni ambientaliste ai processi per i reati ambientali; rende meno certi e cogenti gli interventi di bonifica dei siti industriali inquinati; stabilisce procedure che rendono impossibile il raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque stabilite dall’Unione Europea; crea un procedimento di valutazione ambientale strategica (VAS) a valle dei piani o dei programmi e non, come richiesto contestuale alla decisione di questi e trasforma la VIA in un passaggio burocratico svuotandola di ogni potere di controllo e diniego.

Tutto questo senza considerare il conflitto di competenze che le Regioni hanno eccepito o le carenti coperture economiche che sono state da più parti osservate. Su tutti questi temi il governo era stato allertato non solo dalle associazioni ambientaliste, ma anche dalla Conferenza Stato-Regioni da numerosi organi istituzionali, non ultimi gli uffici del Ministero dell’economia. Il governo ha scelto di andare avanti contro tutto e contro tutti, anche contro il mondo scientifico che si era mobilitato con centinaia di docenti indirizzando proprio all'esecutivo e al Capo dello Stato un accorato appello che vedeva fra i primi firmatari Rita Levi Montalcini e Salvatore Settis. aprileonline

 

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Ciampi vuole chiarimenti prima di firmare la legge ambiente
Data di pubblicazione: 21/03/2006


Ciampi vuole chiarimenti prima di firmare la legge ambiente “I chiarimenti richiesti dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi in materia di decreto delega sull’ambiente approvato dal Governo dimostrano come lo stesso presidente ritenga incoerenti con quanto stabilito dalla Costituzione alcuni passaggi del decreto, le sue richieste di chiarimento vanno nella direzione assunta quest’oggi dal consiglio regionale della Liguria e confermano le nostre preoccupazioni su una legge che diminuisce il livello ambientale”.

Lo ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Franco Zunino dopo aver appreso della lettera di chiarimenti indirizzata da Ciampi al Governo. “La richiesta di accertamenti tecnici avanzata dalle Regioni sulla legge del Governo – ha detto Zunino – non era stata presa in considerazione, nonostante la prevaricazione del decreto rispetto al ruolo degli Enti locali, a questo punto l’esecutivo sarà costretto a rispondere”.

Da parte del Governo si tratta semplicemente di un paio di giorni per la risposta e quindi il presidente firmerà la legge.

Di diverso parere il Wwf che afferma "Una decisione che non coglie di sorpresa il Wwf che già diversi mesi fa aveva predisposto una poderosa mole di osservazioni e documenti contro queste modifiche che violano le direttiva comunitarie di riferimento."

“Il rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra come e quando la tenacie battaglia condotta dal Wwf fosse tutt’altro che ideologica o di parte – ha dichiarato il presidente Fulco Pratesi - evidenzia poi come il provvedimento abbia bisogno di specifici approfondimenti e di una radicale revisione.”


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Ciampi non firma e chiede chiarimenti, la legge delega è appesa a un filo
Soddisfazione delle associazioni ambientaliste. Wwf: «Avevamo ragione noi». Legambiente: «E´ il funerale di questo decreto, grazie Presidente»


ROMA. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (nella foto) ha rinviato al governo il decreto sulla Legge delega in materia di ambiente, di recente approvato dal Governo. La decisione del Capo dello Stato è stata accolta con entusiasmo dagli esponenti di molte associazioni ambientaliste, anche se ancora non si conoscono i motivi dei chiarimenti chiesti dal Quirinale al Governo. «Il rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra come e quando la tenace battaglia condotta dal Wwf fosse tutt’altro che ideologica o di parte», sono le parole di Fulco Pratesi, presidente del Wwf Italia. Secondo Pratesi «il provvedimento ha bisogno di specifici approfondimenti e di una radicale revisione». «Il nostro – conclude il presidente del Wwf – è un plauso al Presidente della Repubblica perché in una condizione istituzionale così difficile ha saputo rappresentare il senso e il valore dei beni di tutti, quali sono l´ambiente e la salute, valori garantiti dalla Costituzione».

Ancora più netto il giudizio di Legambiente: «E’ il funerale della Delega ambientale», dice il direttore generale Francesco Ferrante. «Il Presidente della Repubblica – continua Ferrante – ha ascoltato gli accorati appelli di cittadini, associazioni ambientaliste e enti locali. Il timore di una débacle ambientale, qualora il testo unico fosse entrato in vigore, è arrivato al Quirinale ed è stato fortunatamente accolto. A questo punto possiamo cantare vittoria, il Decreto legislativo non c’è più. Grazie Ciampi».

Il presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci ricorda di essersi già espresso: «Speravo che Matteoli, almeno dopo la chiusura delle urne il 10 aprile dichiarasse, come ha fatto Calderoli, la sua legge una porcata». Nei giorni scorsi il senatore della Margherita e il ministro dell’ambiente Altero Matteoli erano stati protagonisti di un faccia a faccia organizzato dall’Agenzia di stampa Adnkronos. E la discussione s’era accesa proprio quando è stata affrontata la delega ambientale. «L’atto di Ciampi – dice Realacci – conferma le difficoltà di questa legge sul piano delle relazioni fra istituzioni. Adesso speriamo che la decisione del Quirinale serva a far fermare su questa strada, almeno per comune senso del pudore, Matteoli e il governo». greenreport.it


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DELEGA AMBIENTALE: CORO DI APPROVAZIONE A DECISIONE CIAMPI

(AGI) - Roma, 20 mar. - Coro di approvazione per la ulteriore richiesta di chiarimenti da parte del presidente della Repubblica sulla delega ambientale.


Di "una autorevole risposta all'appello lanciato da trecento rappresentanti del mondo ambientalista e accademico, a partire da Rita Levi Montalcini", parla la Coldiretti. A giudizio della confederazione "la raccolta delle nuove norme ambientali piuttosto che un'operazione di riassetto e semplificazione, risponde a un mero interesse a ricentralizzare le competenze dello Stato, senza aver proceduto ad alcuna forma di concertazione con le piu' importanti forze sociali".


Per Pino Sgobio, capogruppo del Partito dei Comunisti Italiani alla Camera, i chiarimenti richiesti da Ciampi "confermano cio' che abbiamo sostenuto al momento del varo della delega e cioe' che la delega stessa non semplificava un bel niente, anzi rappresentava un pasticciaccio brutto e indigesto, che crea ancora piu' confusione, limita i vincoli e le tutele e schiude l'ingresso alle peggiori e orrende speculazioni". Il collega di Partito Iacopo Venier della segreteria del Pdci sottolinea che la delega sarebbe stato "l'ennesimo provvedimento in contrasto con quanto previsto dalla nostra Costituzione. E' stato scongiurato un altro oltraggio al territorio e all'ambiente. Il governo ed il ministro dovrebbero trarne le conseguenze".


"Il decreto legislativo sull'ambiente presenta problemi e la mancata firma di Ciampi lo dimostra": cosi' il Wwf secondo il quale l'unico passaggio che il capo dello Stato poteva fare rispetto alla legge delega sull'ambiente era "una richiesta di chiarimenti proprio perche' si tratta di un decreto e non di una legge ordinaria". Del resto, prosegue il Wwf, "si puo' legittimamente interpretare che quanto fatto dal Quirinale nella sostanza equivalga ad un rinvio al governo e che il decreto legislativo non e' esente da problemi". (AGI) .20 MAR 06
 


Roma, 20 mar. (Adnkronos) - Fonti del Quirinale rendono noto che il decreto legislativo relativo alla delega ambientale e' stato rinviato al governo il 15 marzo scorso per alcuni chiarimenti. Si sottolinea, inoltre come il provvedimento sia un decreto e non la legge delega come alcune notizie circolanti avevano fatto erroneamente pensare. 20/03/2006 14:25


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Ciampi: dubbi su legge delega ambientale
«Il rinvio del Capo dello Stato dimostra come e quando la tenacie battaglia condotta dal Wwf fosse tutt’altro che ideologica o di parte», dice Fulco Pratesi


ROMA - Il Presidente della Repubblica ha rinviato al governo il decreto sulla Legge delega in materia ambientale con cui venivano modificate le norme in tema di rifiuti, bonifiche, aria, danno ambientale, acque, Via e Vas.

Una decisione che non coglie di sorpresa il Wwf che già diversi mesi fa aveva predisposto una poderosa mole di osservazioni e documenti contro queste modifiche che violano le direttiva comunitarie di riferimento. In questi mesi le osservazioni del Wwf, come anche delle altre associazioni ambientaliste, erano comunque state sistematicamente ignorate dal Parlamento e dal Governo: la notizia del rinvio alla Governo da parte del Presidente della Repubblica in questo caso è per il Wwf una conferma della correttezza di queste osservazioni.

Secondo il Wwf non si conoscono ancora le motivazioni con cui il Capo dello Stato ha sostanziato l’atto di rinvio, ma questo può avvenire per motivi di ordine costituzionale, intendendo con questo anche il problema delle competenze tra Stato e Regioni, di obblighi internazionali che il nostro Paese ha (e quindi anche il corretto recepimento delle direttive comunitarie) e la copertura finanziaria. Quindi quantomeno uno di questi elementi ha pregiudicato la firma della legge delega sull’ambiente da parte del Capo dello Stato.

«Il rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra come e quando la tenacie battaglia condotta dal Wwf fosse tutt’altro che ideologica o di parte - dice Fulco Pratesi, Presidente del Wwf Italia- evidenzia poi come il provvedimento abbia bisogno di specifici approfondimenti e di una radicale revisione. Il nostro è un plauso al Presidente della Repubblica perchè in una condizione istituzionale così difficile ha saputo rappresentare il senso e il valore dei beni di tutti, quali sono l’ambiente e la salute, valori garantiti dalla Costituzione».

Il Wwf infatti ritiene che le scelte nei vari comparti siano viziate da un’impostazione sbagliata che viola le direttive comunitarie che si dichiara di voler recepire. Molti i punti critici sottolineati in questi mesi: la legge Delega di fatto sottrae milioni di tonnellate di rifiuti alla disciplina comunitaria che diventano facilmente smaltiti in modo illegale; indebolisce la procedura di danno ambientale e annulla la partecipazione delle associazioni ambientaliste ai processi per i reati ambientali; rende meno certi e cogenti gli interventi di bonifica dei siti industriali inquinati; stabilisce procedure che rendono impossibile il raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque stabilite dall’Unione Europea; crea un procedimento di valutazione ambientale strategica (VAS) a valle dei piani o dei programmi e non, come richiesto contestuale alla decisione di questi e trasforma la Via in un passaggio burocratico svuotandola di ogni potere di controllo e diniego.

Tutto questo senza considerare il conflitto di competenze che le Regioni hanno eccepito o le carenti coperture economiche che sono state da più parti osservate. Su tutti questi temi il Governo era stato allertato non solo dalle associazioni ambientaliste, ma anche dalla Conferenza Stato-Regioni da numerosi organi istituzionali , non ultimi gli uffici del Ministero dell’economia. Il Governo ha scelto di andare avanti contro tutto e contro tutti, anche contro il mondo scientifico che si era mobilitato con centinaia di docenti indirizzando proprio al Governo e al Capo dello Stato un accorato appello che vedeva fra i primi firmatari Rita Levi Montalcini e Salvatore Settis.20/3/2006
 

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AMBIENTE: LEGGE DELEGA, PER GREENPEACE IL RINVIO DI CIAMPI E' UN ATTO ILLUMINATO
 

(AGE) ROMA - "Il Presidente Ciampi rinviando al Governo il decreto sulla legge delega ambientale compie un atto illuminato di cui si sentiva grande necessità. Se vogliamo affrontare le sfide ambientali che ci attendono, dai rifiuti alla qualità delle acque, non possiamo smantellare l’intera legislazione ambientale faticosamente conquistata". Lo ha dichiarato Donatella Massai, direttore generale di Greenpeace. Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, aveva già dimostrato la sua sensibilità nei giorni scorsi, inviando un messaggio a Greenpeace in cui si legge tra l’altro che “la tutela dell’ambiente, la salvaguardia della vitalità e della funzionalità dell’ecosistema sono fondamenti essenziali per costruire un nuovo umanesimo alla base di un progetto di pace, di stabilità e di prosperità condivisa”. (AGE) 20/03/2006 - 18:49
 


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Ciampi rinvia al Governo le legge: plauso del WWF
Il Presidente della Repubblica ha rinviato al governo il decreto sulla Legge Delega in campo ambientale che modifica le norme in tema di rifiuti, bonifiche, aria, danno ambientale, acque, VIA e VAS.
 


Il Presidente della Repubblica ha rinviato al governo il decreto sulla Legge Delega: una decisione che non coglie di sorpresa il WWF che già diversi mesi fa aveva predisposto una poderosa mole di osservazioni e documenti contro queste modifiche che violano le direttive comunitarie di riferimento. In questi mesi le osservazioni del WWF, come anche delle altre associazioni ambientaliste, erano comunque state sistematicamente ignorate dal Parlamento e dal Governo: la notizia del rinvio al Governo da parte del Presidente della Repubblica in questo caso è per il WWF una conferma della correttezza di queste osservazioni.

Non si conoscono ancora le motivazioni con cui il Capo dello Stato ha sostanziato l’atto di rinvio, ma questo può avvenire per motivi di ordine costituzionale, intendendo con questo anche il problema delle competenze tra Stato e Regioni, di obblighi internazionali che il nostro Paese ha (e quindi anche il corretto recepimento delle direttive comunitarie) e la copertura finanziaria. Quindi quantomeno uno di questi elementi ha pregiudicato la firma della Legge Delega sull'ambiente da parte del Capo dello Stato.

“Il rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra come e quando la tenacie battaglia condotta dal WWF fosse tutt’altro che ideologica o di parte - ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia - evidenzia poi come il provvedimento abbia bisogno di specifici approfondimenti e di una radicale revisione. Il nostro è un plauso al Presidente della Repubblica perché in una condizione istituzionale così difficile ha saputo rappresentare il senso e il valore dei beni di tutti, quali sono l’ambiente e la salute, valori garantiti dalla Costituzione”.

Il WWF infatti ritiene che le scelte nei vari comparti siano viziate da un’impostazione sbagliata che vìola le direttive comunitarie che si dichiara di voler recepire. Molti i punti critici sottolineati in questi mesi: la legge Delega di fatto sottrae milioni di tonnellate di rifiuti alla disciplina comunitaria che diventano facilmente smaltiti in modo illegale; indebolisce la procedura di danno ambientale e annulla la partecipazione delle associazioni ambientaliste ai processi per i reati ambientali; rende meno certi e cogenti gli interventi di bonifica dei siti industriali inquinati; stabilisce procedure che rendono impossibile il raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque stabilite dall’Unione Europea; crea un procedimento di valutazione ambientale strategica (VAS) a valle dei piani o dei programmi e non, come richiesto contestuale alla decisione di questi e trasforma la VIA in un passaggio burocratico svuotandola di ogni potere di controllo e diniego.

Tutto questo senza considerare il conflitto di competenze che le Regioni hanno eccepito o le carenti coperture economiche che sono state da più parti osservate. Su tutti questi temi il Governo era stato allertato non solo dalle associazioni ambientaliste, ma anche dalla Conferenza Stato-Regioni da numerosi organi istituzionali, non ultimi gli uffici del Ministero dell’economia. Il Governo ha scelto di andare avanti contro tutto e contro tutti, anche contro il mondo scientifico che si era mobilitato con centinaia di docenti indirizzando proprio al Governo e al Capo dello Stato un accorato appello che vedeva fra i primi firmatari Rita Levi Montalcini e Salvatore Settis. WWF 20 marzo 2006
 


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Pecoraro: «Matteoli si dimetta»
 

È il commento del presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio alla richiesta di chiarimenti sul decreto legislativo in materia ambientale fatta dal Capo dello Stato. E aggiunge: «È una normativa che fa scempio del territorio»


«Il presidente Ciampi ha ascoltato i Verdi, le associazioni, le regioni, gli enti-locali e gli studiosi, che avevano denunciato l'incostituzionalità e la pericolosità della delega ambientale. Ora Matteoli dovrebbe dimettersi per aver forzato la presentazione di una legge disastrosa per l'ambiente contro il parere dell'Europa e degli esperti». Lo dice il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, dopo la richiesta di chiarimenti sul decreto legislativo che attua la legge delega sull'ambiente fatta al governo dal Capo dello Stato.

«Questa normativa che fa scempio del territorio - aggiunge Pecoraro - va bloccata e dovrà essere il nuovo governo di centrosinistra a dare al Paese una seria ed efficace politica ambientale». lanuovaecologia 20 marzo 2006
 


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Roma, 20 mar. (Adnkronos) - Fonti del Quirinale rendono noto che il decreto legislativo relativo alla delega ambientale e' stato rinviato al governo il 15 marzo scorso per alcuni chiarimenti. Si sottolinea, inoltre come il provvedimento sia un decreto e non la legge delega come alcune notizie circolanti avevano fatto erroneamente pensare.20/03/2006 14:25
 


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«Ciampi non firmi la Legge delega»

La nuova ecologia


Stamattina il via libera del Consiglio dei ministri al testo unico sull'ambiente. Legambiente: «Operazione scandalosa». E i Verdi chiedono al Presidente di non avallare il provvedimento / La Consulta: no al condono in Sicilia

Il Consiglio dei ministri ha approvato la Legge delega sull’ambiente. Il via libera definitivo al decreto legislativo che riordina tutta la materia ambientale è giunto stamattina ed è stato salutato con entusiasmo dal ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli: «E’ una riforma attesa da molti anni», ha commentato. Sei i settori chiave riordinati: rifiuti e bonifiche, acqua, difesa del suolo, inquinamento atmosferico, procedure ambientali e danno ambientale.

Giunge così al traguardo finale una normativa che gli ambientaliste hanno avversato a più riprese: «E’ un operazione scandalosa, nella forma e nella sostanza – ha detto il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta – La conferenza unificata Stato Regioni aveva espresso parere contrario ma il suo giudizio è stato ignorato, nonostante le materie in questione siano fondamentali per il governo del territorio. Il fatto è grave e mina le stessa legittimità costituzionale del provvedimento».

Chiede a Ciampi addirittura di non firmare il testo Alfonso Pecoraro Scanio, presidente dei Verdi: «La legge delega contiene profili scandalosi di incostituzionalità A fine legislatura - ha proseguito Pecoraro - il Governo assesta un'altra coltellata all'ambiente. Con la Delega si fa tornare indietro la legislazione di 20 anni. Abrogheremo questa porcheria. Questo è il regalo del Governo a una settimana dal compleanno del Protocollo di Kyoto».

Tra le novità della versione finale del testo unico, il rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici del settore dell'igiene urbana e una politica incentivante per le energie rinnovabili. «Ma questo codice – riprende Della Seta – non semplifica le procedure e smantella norme avanzate in materia di rifiuti, acque, dissesto idrogeologico, danno ambientale, Via, Vas e inquinamento dell’aria. Auspichiamo che le Regioni facciano subito ricorso alla Corte Costituzionale. Ci costituiremo ad adiuvandum».  10 febbraio 2006


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Varato il Codice dell'ambiente

Settecento pagine, 318 articoli, 45 allegati: sono i numeri del Codice dell’ambiente, varato oggi dal Consiglio dei ministri.


Un decreto legislativo che, secondo il ministro dell’Ambiente Matteoli, semplifica, razionalizza e riordina la normativa ambientale esistente in sei settori chiave: rifiuti e bonifiche, acqua, difesa del suolo, inquinamento atmosferico, procedure ambientali e danno ambientale. Di parere opposto il presidente di Legambiente Roberto Della Seta. «Questo codice dell'ambiente, fortemente voluto dal ministro Matteoli e dal suo capo di gabinetto - dice Della Seta - é un'operazione scandalosa, nella forma e nella sostanza. La conferenza unificata Stato-Regioni aveva espresso parere contrario, ma il suo giudizio é stato ignorato, nonostante le materie in questione siano fondamentali per il governo del territorio. Il fatto é grave e mina le stessa legittimità costituzionale del provvedimento. Questo nuovo codice é addirittura pericoloso per l'ambiente. Senza semplificare minimamente le procedure, smantella norme avanzate in materia di rifiuti, acque, dissesto idrogeologico, danno ambientale, Via, Vas e inquinamento dell'aria».

Il testo, che ha ricevuto il via libera definitivo in terza lettura, è un fiore all'occhiello della legislatura, secondo il ministro Matteoli. «Una grande riforma di legislatura - dice il ministro Matteoli -, attesa da molti anni, che ho fortemente voluto per far uscire l’ambiente da un caos normativo in cui troppo spesso hanno potuto prosperare gli ecofurbi. Ora il cittadino e l’imprenditore potranno avere a disposizione un Codice dell’ambiente chiaro e razionale che permetterà di compiere quel salto di qualità indispensabile per una reale tutela dell’ambiente».


Il provvedimento recepisce otto direttive comunitarie che ancora non erano entrate nella legislazione italiana, accorpa le disposizioni per settori omogenei, abroga cinque leggi. dieci disposizioni di legge, quattro decreti del Presidente della Repubblica, tre decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e otto decreti ministeriali.


Il Codice interviene, tra l'altro, sulla valutazioni di impatto ambientale (Via), sulla valutazione ambientale strategica (Vas) e sull'Ippc (Prevenzione e riduzione integrale dell'inquinamento) recependo integralmente quattro direttive comunitarie. Nei procedimenti di valutazione viene garantito il completamento dell'iter in tempi certi. Introdotto un sistema di controlli successivi e il principio del silenzio-rifiuto. Riordinata e coordinata la normativa su difesa del suolo, lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle risorse.

Recepita, fra le altre, la direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede l'istituzione di Autorità di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che sono stati definiti in sette: distretto delle Alpi orientali, che comprende i bacini dell'Adige e dell'Alto Adriatico; distretto Padano, che segue la geografica dell'attuale Autorità di bacino del Po; Distretto dell'Appennino settentrionale, che comprende il bacino dell'Arno, della Liguria, i bacini meridionali dell'Emilia e quelli settentrionali delle Marche; distretto Appennino centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche meridionali, dell'Umbria e dell'Abruzzo; distretto dell'Appennino meridionale, che include anche tutti i bacini dell'Italia meridionale; distretto idrografico della Sicilia e distretto idrografico della Sardegna. Previsto anche un rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e di igiene urbana. Novità anche sul fronte di rifiuti e bonifiche: ridefinite le priorità nella gestione dei rifiuti in conformità con la normativa Ue, istituita un'Autorità delle acque e dei rifiuti, riconosciuto il ruolo delle Province in materia di rifiuti. Ridefinita la nozione di danno ambientale: si applica il principio che chi inquina, paga. Prevista una ordinanza-ingiunzione per il risarcimento del danno, che darà la possibilità al ministero di incassare rapidamente le somme dovute.di Nicoletta Cottone articolo pubblicato su "Il Sole 24 ore.com 10 febbraio 2006

 

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COMUNICATO STAMPA


Delega ambientale, il governo approva il decreto caos
Un giorno nero per l'ambiente


La Giunta esecutiva di Federambiente denuncia i gravissimi danni che dal nuovo provvedimento deriveranno per ambiente e cittadini: “Entrambi saranno chiamati a pagare la libertà d'inquinare concessa ad alcuni produttori di rifiuti”. Impegno a ottenere sostanziali modifiche dal nuovo Parlamento


Con l'approvazione, oggi in articulo mortis della legislatura, del decreto legislativo in attuazione della delega per il riordino della normativa ambientale, il Consiglio dei ministri ha messo, per ora, il sigillo a un provvedimento farraginoso, contraddittorio, complicato, sostanzialmente inapplicabile, ostinatamente perseguito contro tutto e contro tutti. Un provvedimento che Federambiente – insieme alla quasi totalità del mondo produttivo, dei sindacati, delle Regioni e degli enti locali, dell'università e dell'associazionismo ambientalista e dei consumatori – giudica gravemente negativo e auspica possa essere fortemente modificato non appena si sarà insediato il nuovo Parlamento frutto delle elezioni del prossimo 9 aprile.


Secondo la Giunta esecutiva di Federambiente, “oggi è un giorno nero per l'ambiente italiano. questo provvedimento ingestibile renderà più difficile il governo del sistema dei rifiuti del nostro paese, sul quale arriveranno meno controlli, più burocrazia, minore capacità organizzativa e industriale. Il decreto penalizza l'ambiente e le tasche dei cittadini, i quali entrambi saranno chiamati a pagare la libertà d'inquinare concessa soltanto ad alcuni settori produttori di rifiuti. Cittadini e ambiente sono colpiti da questo decreto legislativo e anche per questo ci adopereremo perché venga fortemente modificato”. Roma, 10 febbraio 2006
 


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AMBIENTE: TUTTA LA MAPPA DEL CODICE VERDE / SCHEDA


(ANSA) - ROMA, 10 FEB - Questa la mappa dei contenuti del Codice italiano dell'Ambiente: - Via (Valutazione di impatto ambientale) Vas (Valutazione ambientale strategica) Ippc (Prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento): Integrale recepimento di quattro direttive. Scansione puntuale dei procedimenti Via per garantire il completamento di tutte le procedure in tempi certi. Anche per la Via ordinaria verra' esaminato il progetto preliminare. Definizione dei meccanismi di coordinamento tra Via e Vas e tra Via e Ippc. Introduzione di un sistema di controlli successivi. Accoglimento del principio del silenzio-rifiuto e rafforzamento della disciplina di informazione al pubblico. - Difesa suolo, lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche: Riordino e coordinamento delle disposizioni normative frammentate in una pluralita' di testi e interconnesse come la difesa del suolo, la tutela delle acque, la gestione delle risorse idriche. Integrale recepimento della direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede l' istituzione di Autorita' di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che sono stati definiti in sette (Distretto delle Alpi Orientali, che comprende i bacini dell' Adige e dell'Alto Adriatico; Distretto Padano, che segue la geografia dell'attuale Autorita' di bacino del Po; Distretto dell'Appennino Settentrionale, che comprende il bacino dell' Arno, della Liguria, i bacini meridionali dell'Emilia e quelli settentrionali delle Marche; Distretto Appennino Centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche meridionali, dell Umbria e dell Abruzzo; Distretto Appennino Meridionale, che include anche tutti i bacini dell'Italia meridionale; Distretto idrografico della Sicilia e Distretto idrografico della Sardegna). Individuazione del Piano di gestione come strumento di pianificazione, riconferma del principio di pubblicita' delle acque. Rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e di igiene urbana. - Rifiuti e bonifiche: Vengono riordinate e coordinate le disposizioni normative concernenti questi settori. Per le bonifiche vengono confermati sostanzialmente i parametri in vigore per la definizione di 'sito inquinato' e per la successiva bonifica viene compiuta un'analisi di rischio, viene confermato anche il meccanismo dell'accordo di programma che ha dato buoni risultati e che prevede procedure piu' snelle e tempi piu' veloci nel pieno rispetto dell'ambiente. Vengono ridefinite le priorita' nella gestione dei rifiuti in conformita' con la normativa UE. Viene istituita inoltre un'Authority per acque e rifiuti, creando due sezioni al posto del vecchio Comitato di vigilanza sull'uso delle risorse idriche e dell'Osservatorio nazionale dei rifiuti, con una diminuzione nel numero degli organi. Viene riconosciuto il ruolo delle Province in materia di rifiuti. - Tutela dell'aria: Riordino e coordinamento di tutte le misure concernenti la prevenzione dell'inquinamento dell'aria; promozione del ricorso alle migliori tecniche disponibili; introduzione di una durata fissa per l'autorizzazione pari a 15 anni. L'apparato sanzionatorio non e' stato variato rispetto al passato in quanto la delega non prevedeva modifiche di questo capitolo. Impegni maggiori sulle fonti rinnovabili con priorita' nel dispacciamento e interventi finanziari per incentivare l' energia rinnovabile al Sud, soprattutto per raggiungere gli obiettivi di Kyoto. - Danno ambientale: Viene definita la nozione di danno ambientale e una nuova disciplina in materia per conseguire l' effettivita' delle sanzioni amministrative e viene applicato il principio che chi inquina paga. Per accorciare i tempi del risarcimento del danno, ad oggi il Ministero ha incassato soltanto le somme derivanti da transazioni, e' prevista un' ordinanza-ingiunzione per il risarcimento del danno che dara' la possibilita' al Ministero di incassare in modo certo e veloce le somme. Viene recepita integralmente la direttiva europea. (ANSA). GU
10/02/2006 14:18

 

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Appello degli ambientalisti: "Solo Ciampi può fermare la Legge Delega"


In una lettera le associazioni ambientaliste chiedono al Capo dello Stato uno stop al regolamento in materia ambientale

Le associazioni ambientaliste (Acli Anni Verdi, Ambiente e Lavoro, Amici della Terra, FAI, Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, Fare Verde, Green Cross , Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Società Speleologica Italiana, VAS, WWF) hanno rivolto un ultimo accorato appello al Presidente della Repubblica, quale supremo garante, per chiedere di arrestare l’iter di approvazione del Decreto Legislativo di riforma della normativa ambientale approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 febbraio.

Il decreto abbassa in maniera evidente i livelli di tutela dell'ambiente e rappresenta un attacco senza precedenti alla normativa ambientale, frutto di anni di lavoro e di ricerca. Risulta poi disatteso anche l'obiettivo della delega, di semplificare le leggi ambientali, armonizzandole con le più recenti norme comunitarie per renderle comprensibili ed applicabili da parte degli amministratori e degli operatori economici. Già in passato le associazioni si erano rivolte al Capo dello Stato per segnalare i rischi e le situazioni di illegittimità che oggi trovano conferma e vengono aggravate nel provvedimento. Le contestazioni degli ambientalisti sono andate in parallelo con quelle del mondo accademico, di enti locali ed anche gran parte del mondo produttivo.

“La vicenda non si chiude con questo atto del Governo - dichiarano i portavoce delle associazioni - ci batteremo affinchè il testo venga modificato nella prossima legislatura, sperando di riuscire a farlo prima che ci venga imposto dall'Europa...per non parlare dei danni all'ambiente che potrebbero derivare da quanto previsto dal Decreto". Fonte WWF Italia 10/02/2006

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La mappa dei contenuti del Codice italiano dell’Ambiente


- Via (Valutazione di impatto ambientale), Vas (Valutazione ambientale strategica), Ippc (Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento): Integrale recepimento di quattro direttive. Scansione puntuale dei procedimenti Via per garantire il completamento di tutte le procedure in tempi certi. Anche per la Via ordinaria verrà esaminato il progetto preliminare. Definizione dei meccanismi di coordinamento tra Via e Vas e tra Via e Ippc. Introduzione di un sistema di controlli successivi. Accoglimento del principio del silenzio-rifiuto e rafforzamento della disciplina di informazione al pubblico.

- Difesa suolo, lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche: Riordino e coordinamento delle disposizioni normative frammentate in una pluralità di testi e interconnesse come la difesa del suolo, la tutela delle acque, la gestione delle risorse idriche. Integrale recepimento della direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede l’istituzione di Autorità di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che sono stati definiti in sette (Distretto delle Alpi Orientali, che comprende i bacini dell’Adige e dell’Alto Adriatico; Distretto Padano, che segue la geografia dell’attuale Autorità di bacino del Po; Distretto dell’Appennino Settentrionale, che comprende il bacino dell’Arno, della Liguria, i bacini meridionali dell’Emilia e quelli settentrionali delle Marche; Distretto Appennino Centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche meridionali, dell Umbria e dell Abruzzo; Distretto Appennino Meridionale, che include anche tutti i bacini dell’Italia meridionale; Distretto idrografico della Sicilia e Distretto idrografico della Sardegna). Individuazione del Piano di gestione come strumento di pianificazione, riconferma del principio di pubblicità delle acque. Rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e di igiene urbana.

- Rifiuti e bonifiche: Vengono riordinate e coordinate le disposizioni normative concernenti questi settori. Per le bonifiche vengono confermati sostanzialmente i parametri in vigore per la definizione di sito inquinato e per la successiva bonifica viene compiuta un’analisi di rischio, viene confermato anche il meccanismo dell’accordo di programma che ha dato buoni risultati e che prevede procedure più snelle e tempi più veloci nel pieno rispetto dell’ambiente. Vengono ridefinite le priorità nella gestione dei rifiuti in conformità con la normativa UE. Viene istituita inoltre un’Authority per acque e rifiuti, creando due sezioni al posto del vecchio Comitato di vigilanza sull’uso delle risorse idriche e dell’Osservatorio nazionale dei rifiuti, con una diminuzione nel numero degli organi. Viene riconosciuto il ruolo delle Province in materia di rifiuti.

- Tutela dell’aria: Riordino e coordinamento di tutte le misure concernenti la prevenzione dell’inquinamento dell’aria; promozione del ricorso alle migliori tecniche disponibili; introduzione di una durata fissa per l’autorizzazione pari a 15 anni. L’apparato sanzionatorio non è stato variato rispetto al passato in quanto la delega non prevedeva modifiche di questo capitolo. Impegni maggiori sulle fonti rinnovabili con priorità nel dispacciamento e interventi finanziari per incentivare l’energia rinnovabile al Sud, soprattutto per raggiungere gli obiettivi di Kyoto.

- Danno ambientale: Viene definita la nozione di danno ambientale e una nuova disciplina in materia per conseguire l’ effettività delle sanzioni amministrative e viene applicato il principio che chi inquina paga. Per accorciare i tempi del risarcimento del danno, ad oggi il Ministero ha incassato soltanto le somme derivanti da transazioni, è prevista un’ ordinanza-ingiunzione per il risarcimento del danno che darà la possibilità al Ministero di incassare in modo certo e veloce le somme. Viene recepita integralmente la direttiva europea. 10/2/2006

 

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TESTO UNICO AMBIENTALE


Varato il “Codice dell’Ambiente”
Via libera definitivo alla riforma della legislazione ambientale.
Più di 700 pagine, 318 articoli e 45 allegati per semplificare e rendere più razionali le eco-norme.
Tra le novità incentivi alle rinnovabili al Sud e rafforzamento della clausola sociale.
Matteoli: “Una riforma di legislatura per far uscire l’ambiente dal caos normativo”

 

Varato il “Codice dell’Ambiente”, il decreto legislativo che semplifica, razionalizza e riordina la normativa ambientale esistente in sei settori chiave: rifiuti e bonifiche, acqua, difesa del suolo, inquinamento atmosferico, procedure ambientali, danno ambientale.
Il Consiglio dei Ministri ha infatti dato il via libera definitivo, in terza lettura, al Decreto legislativo sull’ambiente. Tra le novità inserite nel testo, che accolgono le osservazioni delle Commissioni parlamentari e delle parti sociali, il rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e del settore dell’igiene urbana e una politica incentivante delle energie rinnovabili attraverso le priorità di dispacciamento ed interventi finanziari per promuovere le energie rinnovabili soprattutto nel Sud.
“Una grande riforma di legislatura, attesa da molti anni - ha detto il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli – che ho fortemente voluto per far uscire l’ambiente da un caos normativo in cui troppo spesso hanno potuto prosperare gli eco-furbi. Ora il cittadino e l’imprenditore potranno avere a disposizione un Codice dell’Ambiente chiaro e razionale che permetterà di compiere quel salto di qualità indispensabile per una reale tutela dell’ambiente”.


Il Testo unico sull’Ambiente è un corpus normativo di più di 700 pagine, 318 articoli e 45 allegati. Il disegno di legge di delega è stato approvato per la prima volta in Consiglio dei Ministri il 9 agosto del 2001 e ha concluso il suo iter parlamentare il 24 novembre del 2004.
La Commissione di saggi istituita ad hoc per la scrittura dei testi ha concluso il suo lavoro a settembre del 2005.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo in prima lettura il 18 novembre 2005 ed in seconda lettura il 19 gennaio 2006.
Il Testo unico sull’Ambiente recepisce otto direttive comunitarie ancora non entrate nella legislazione italiana nei settori oggetto della delega; accorpa le disposizioni concernenti settori omogenei di disciplina, in modo da ridurre le ripetizioni; abroga cinque leggi, dieci disposizioni di legge, due decreti legislativi, quattro d.P.R., tre d.P.C.M. ed otto decreti ministeriali, cui sono da aggiungere le disposizioni già abrogate e di cui viene confermata l’abrogazione da parte dei decreti delegati.
 

Ecco in sintesi il contenuto del testo:
VIA (Valutazione di impatto ambientale) – VAS (Valutazione ambientale strategica) IPPC (Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento):
Integrale recepimento di quattro direttive. Scansione puntuale dei procedimenti VIA per garantire il completamento di tutte le procedure in tempi certi. Anche per la VIA ordinaria verrà esaminato il progetto preliminare. Definizione dei meccanismi di coordinamento tra VIA e VAS e tra VIA e IPPC. Introduzione di un sistema di controlli successivi.
Accoglimento del principio del silenzio-rifiuto e rafforzamento della disciplina di informazione al pubblico.

Difesa suolo: lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche: Riordino e coordinamento delle disposizioni normative frammentate in una pluralità di testi e interconnesse come la difesa del suolo, la tutela delle acque, la gestione delle risorse idriche. Integrale recepimento della direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede l’istituzione di Autorità di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che sono stati definiti in sette ( Distretto delle Alpi Orientali, che comprende i bacini dell’Adige e dell’Alto Adriatico; Distretto Padano, che segue la geografia dell’attuale Autorità di bacino del Po; Distretto dell’Appennino Settentrionale, che comprende il bacino dell’Arno, della Liguria, i bacini meridionali dell’Emilia e quelli settentrionali delle Marche; Distretto Appennino Centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche meridionali, dell’Umbria e dell’Abruzzo; Distretto Appennino Meridionale, che include anche tutti i bacini dell’Italia meridionale; Distretto idrografico della Sicilia e Distretto idrografico della Sardegna). Individuazione del Piano di gestione come strumento di pianificazione, riconferma del principio di pubblicità delle acque.
Rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e di igiene urbana.

Rifiuti e bonifiche: Vengono riordinate e coordinate le disposizioni normative concernenti questi settori.
Per le bonifiche vengono confermati sostanzialmente i parametri in vigore per la definizione di “sito inquinato” e per la successiva bonifica viene compiuta un’analisi di rischio, viene confermato anche il meccanismo dell’accordo di programma che ha dato buoni risultati e che prevede procedure più snelle e tempi più veloci nel pieno rispetto dell’ambiente.
Vengono ridefinite le priorità nella gestione dei rifiuti in conformità con la normativa UE. Viene istituita inoltre un’Authority per acque e rifiuti, creando due sezioni al posto del vecchio Comitato di vigilanza sull’uso delle risorse idriche e dell’Osservatorio nazionale dei rifiuti, con una diminuzione nel numero degli organi. Viene riconosciuto il ruolo delle Province in materia di rifiuti.

Tutela dell’aria: Riordino e coordinamento di tutte le misure concernenti la prevenzione dell’inquinamento dell’aria; promozione del ricorso alle migliori tecniche disponibili; introduzione di una durata fissa per l’autorizzazione pari a 15 anni.
L’apparato sanzionatorio non è stato variato rispetto al passato in quanto la delega non prevedeva modifiche di questo capitolo. Impegni maggiori sulle fonti rinnovabili con priorità nel dispacciamento ed interventi finanziari per incentivare l’energia rinnovabile al Sud, soprattutto per raggiungere gli obiettivi di Kyoto.

Danno ambientale: Viene definita la nozione di danno ambientale e una nuova disciplina in materia per conseguire l’effettività delle sanzioni amministrative e viene applicato il principio che chi inquina paga. Per accorciare i tempi del risarcimento del danno, ad oggi il Ministero ha incassato soltanto le somme derivanti da transazioni, è prevista un’ordinanza-ingiunzione per il risarcimento del danno che darà la possibilità al Ministero di incassare in modo certo e veloce le somme. Viene recepita integralmente la direttiva europea.
Fonte minambiente.it Roma, 10 febbraio 2006

 

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Delega ambiente. Una legge incostituzionale


''E' una norma che ha creato solo caos. In questa controriforma c'è un idea proprietaria dei beni naturali''. Intervista a Sergio Gentili, responsabile ambientale dell'Unione
 


In cosa consiste l’ecoriforma approvata dal Consiglio dei Ministri?
Questa, prima di tutto, non è una riforma, ma una controriforma. Capace di sconvolgere tutta la legislazione ambientale italiana di quest’ ultimi quindici anni. Una legge che interviene sul problema dei rifiuti, del dissesto idrogeologico, dell’ acqua, dell’inquinamento del suolo e dell’aria, della valutazione dell’ impatto ambientale e di quello strategico e delle bonifiche. E’ un tentativo di intervenire su una infinità di materie, che sono state oggetto di una vera e propria riscritturazione generale che, anziché migliorarle, le ha danneggiate. Per questo è definibile come una controriforma, che butta all'aria quindici anni di leggi ambientaliste italiane.

Il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli ha dichiarato che questa riforma ha il merito di aver fatto uscire l’Italia dal caos legislativo che la caratterizzava in materia ambientale…
E' una cosa assurda perchè è un intervento di oltre 700 pagine, 318 articoli, 45 allegati e parla di cose completamente diverse l'una dall'altra. Quindi lui il caos lo crea, lo alimenta. Questa affermazione è una idiozia.

In quali punti contrasta maggiormente con le politiche comunitarie, europee?
In modo particolare contrasta in tema di rifiuti, di valutazione di impatto ambientale, di danno ambientale e anche per quanto riguarda l'idea di distretto, di bacino; anche su questo punto non ci siamo. In generale, questa legge significa un allontanamento dell'Italia dal resto dell'Europa e comporterà un incremento dei contenziosi con la Ue. Anche sul metodo poi c'è molto da ridire. Questa legge infatti è stata costruita dentro un bunker politico: il governo ha rifiutato ogni dialogo con le regioni, le province, i comuni. E quando dico questo, parlo delle associazioni come l’ Upi, l'Anci. Per non citare la chiusura manifestata verso i sindacati, le associazioni ambientaliste, la stragrande maggioranza delle forze imprenditoriali ed appunto lo stesso parlamento, che è stato messo in mora. Mai hanno portato in discussioni alla Camera queste questioni. Le forze che ti ho appena citato sono contrarie alla confusione e ai danni che questo provvedimento creerà, tanto è vero che già molte associazioni hanno chiesto alle regioni di ricorrere alla Corte costituzionale per contestare l’incostituzionalità del provvedimento legislativo e queste stesse regioni gli hanno risposto favorevolmente. In questo provvedimento non c’è posto per il riconoscimento di quei poteri regionali (in materia di rifiuti, acqua e altro) che pure la nostra Costituzione riconosce. Per questo sia le città che i comuni che le regioni stanno pensando ad una offensiva costituzionale. C'è un danno del governo reale dell'ambiente, delle imprese più innovative e soprattutto della salute dei cittadini. Non c'è possibilità di mediazione con questa legge, quindi a noi spetterà di rimetterci le mani. Anche perché questa legge ha ancora due anni per essere definitivamente applicata per cui bisognerà in questo lasso di tempo intervenire per correggere l’errore.

E in che modo l’Unione intenderà porre rimedio a questa norma ambientale?
Ci sarà una revisione di tutti gli aspetti. Conoscendo il programma dell'Unione, sicuramente interverremo sulla questione dell'acqua perchè si prevede una programmazione della presenza pubblica nel settore idrico. Così come avverrà per i rifiuti, per la valutazione dell’impatto o del danno ambientale; insomma per tutti quegli ambiti che questa legge odierna ha devastato. Ambiti in cui verrà difeso e riaffermato il ruolo delle regioni. Verrà attuato un rinnovamento, ma in senso costruttivo. La posizione infatti non è abroghiamo la delega ambientale per tornare alla situazione di prima, bensì aboliamo la delega ambientale ma per fare un ulteriore passo in avanti.

Il ruolo delle regioni, delle province, dei comuni è stato quindi offuscato a favore di un’affermazione del vertice governativo?
Sì, se tu pensi che questa legge prevede una centralizzazione nazionale dell'individuazioni dei siti per gli impianti dei rifiuti; cosa che invece è di competenza delle regioni. Sapendo quello che significano per la popolazione le zone per lo smaltimento dei rifiuti, si comprende la gravità dell’accentramento nelle competenze. Forse questo è l’esempio più eclatante, anche se un altro punto risulta altamente emblematico: è quello riguardante la definizione dei bacini idrografici, che è stata fatta a tavolino senza criterio e senza confronto con la realtà ambientale dell’ultimo decennio.

Ma in questi ultimi anni è esistita realmente una politica ambientale unitaria oppure è sussistito un certo caos normativo?
Certo, che c’è stata. Per esempio la legge 22 per i rifiuti era una applicazione della normativa europea all’Italia. Adesso loro la stravolgono. La stessa cosa per quanto riguarda la legge Galli sulle risorse idriche, dove loro puntano alla privatizzazione più radicale. Oppure per quanto riguarda l’impatto ambientale, che doveva essere rapportata alle indicazioni europee che sono molto precise ed invece è stato fatto un passo indietro. Idem per la definizione del danno ambientale dove poi alla fine si fa un pasticcio e non si garantisce affatto l’ambiente.

Insomma, la solita politica del governo Berlusconi che in fatto di ambiente non ha mai nascosto il suo sostanziale menefreghismo…
Sì. La concezione dell’ambiente del centro-destra è quella dello sfruttamento selvaggio, non certo di bene comune. E soprattutto è un’idea proprietaria del ministro e del suo amico Togni. Per loro l’ambiente è un vincolo, un fastidio. Senza considerare che la tutela dell’ambiente è la più moderna e avanzata frontiera per la qualità della vita delle persone, guardando ad uno sviluppo sostenibile e duraturo. E loro questa categoria dello sviluppo sostenibile non ce l’hanno proprio nella testa. in aprileonline.info dell'11/02/2006 Marzia Bonacci