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Testata registrata presso il Tribunale di Patti n. 197 del 19/07/2006 - ISSN
1974-9562
TAR SICILIA, Catania, Sez. I - 19 luglio 2010, n. 3108
DIRITTO URBANISTICO - Interventi di manutenzione straordinaria -
Ristrutturazione - Differenza - Ruderi - Natura di area non edificata. Gli
interventi di manutenzione straordinaria postulano la preesistenza di un
organismo edilizio già ultimato e operativo, di cui s’intende conservare o
rinnovare la funzionalità, mentre la ristrutturazione consiste in una
modalità di conservazione dell'edificio preesistente nella sua consistenza
strutturale (Cons. St., sez. V, 10 agosto 2000, n. 4397), .anche se realizzata
attraverso interventi strutturali di demolizione e ricostruzione (fra le tante,
Cons. Stato, sez. IV, 18 marzo 2008, n. 1177). È opinione comune nella
giurisprudenza che un intervento di ristrutturazione edilizia (anche di
demolizione e ricostruzione) presuppone un organismo edilizio dotato di mura
perimetrali, strutture orizzontali e copertura in stato di conservazione tale da
consentire la sua fedele ricostruzione (Cons. Stato Sez. IV - sentenza 16 giugno
2008, n. 2981). Il concetto di ristrutturazione postula infatti necessariamente
l'esistenza di un manufatto da riedificare e consolidare dotato di mura
perimetrali, strutture orizzontali e copertura per cui i ruderi, che non
possiedono tali elementi, sono da considerarsi un'area non edificata (Cass. Sez.
III penale 24 settembre 2008 n. 36542). Pres. Zingales, Est. Barone - C.A.
8avv.ti Saitta e Sammartino) c. Comune di Alì Terme (avv. Moschella). TAR
SICILIA, Catania, Sez. I - 19 luglio 2010, n. 3108
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
N.03108/2010 REG.SEN.
N. 01761/2007 REG.RIC.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia
sezione staccata di Catania (Sezione Prima)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
Sul ricorso numero di registro generale 1761 del 2007, proposto da:
Cinturrino Antonino, rappresentato e difeso dagli avv. Carmelo Saitta, Dario
Sammartino, con domicilio eletto presso Dario Sammartino in Catania, via O.
Scammacca, 37;
contro
Comune di Ali' Terme, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso
dall'avv. Carmelo Moschella, con domicilio eletto presso la Segreteria del TAR
Catania;
per l'annullamento
previa sospensione dell'efficacia,
della nota prot. 2798/552-T del 6 luglio 2007 (All. 3), con la quale il Comune
ha comunicato al ricorrente il diniego di autorizzazione per la manutenzione
straordinaria di un fabbricato ad uso abitativo sito in C.da Bagni
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio di Comune di Ali' Terme (Me);
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell'udienza pubblica del giorno 3 dicembre 2009 il dott. Agnese Anna
Barone e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO
Il signor Cinturrino è proprietario di un terreno con annesso vecchio fabbricato
contraddistinto in catasto al foglio 8 particella 73 del Comune di Alì Terme,
c.da Bagni (in zona priva di pianificazione urbanistica e quindi soggetta al
regime dell’art. 9 del D.P.R. 380/01) per il quale ha richiesto il rilascio
dell’autorizzazione edilizia per un progetto di manutenzione straordinaria per
il restauro del predetto immobile. Il Comune ha respinto la domanda con la
seguente motivazione: “L’intervento previsto (manutenzione straordinaria) non è
applicabile all’immobile in questione che, come risulta dalla documentazione
fotografica, dagli elaborati grafici e dalla relazione tecnica di progetto, di
fatto è un “rudere”. Infatti, tal edificio - di vecchia costruzione e in stato
di abbandono e degrado - è privo di copertura, senza alcuna traccia della
pavimentazione interna e degli impianti, con gli infissi esterni assenti o
fortemente degradati. L’intervento prevede anche la costruzione di un porticato
sul lato sud est, che costituisce ampliamento con aumento della superficie
coperta, non riconducibile alla fattispecie della manutenzione straordinaria.
L’intervento proposto, che prevede di operare su un rudere anche con
ampliamento, si configura come nuova costruzione e richiede la concessione
edilizia”.
Con il ricorso in esame, il signor Cinturino ha impugnato il predetto
provvedimento deducendo in un unico motivo di ricorso le censure di violazione
dell’art. 3 del DPR 380/2001 e l’eccesso di potere per contraddittorietà e
sviamento. Secondo il ricorrente, il fabbricato sarebbe perfettamente
individuabile nelle sue componenti strutturali essenziali e la manutenzione
straordinaria sarebbe solamente finalizzata al rifacimento dello stesso nel
rispetto dei parametri urbanistici, senza alcun aumento di cubatura.
Il Comune intimato si è costituito in giudizio, contestando la parziale
ricostruzione del fatto operata dalla parte ricorrente e controdeducendo nel
merito del ricorso.
La difesa del Comune premette che già in precedenza (istanza del 4 dicembre
2006, prot. 1607), il Sig. Cinturrino aveva chiesto il rilascio di una
concessione edilizia per la “demolizione e fedele ricostruzione di un fabbricato
ad uso abitativo sito in C.da Bagni”, nella quale affermava che il fabbricato “è
ridotto ad un rudere” (…);tale richiesta veniva respinta (nota n. 302/480T del
19/04/2007) “… in quanto l’intervento di ristrutturazione previsto interessa un
rudere che ricade su un’area senza destinazione urbanistica, c.d. zona bianca,
nella quale sono consentiti solo interventi di manutenzione ordinaria, di
manutenzione straordinaria e di restauro e risanamento conservativo”. Il Comune
rileva inoltre che nella nuova domanda parte ricorrente presenta un progetto con
una diversa rappresentazione del fabbricato e nel quale viene omesso ogni
riferimento al rudere; insiste, quindi per la legittimità del provvedimento di
diniego giacché l’intervento previsto - qualificato dalla parte ricorrente quale
“manutenzione straordinaria” - è incompatibile con l’effettivo stato
dell’immobile come risultante dalla documentazione fotografica. Pertanto, il
Comune ha dovuto negare la sopra richiesta autorizzazione edilizia in quanto gli
intereventi prefigurati in atti necessiterebbero di una concessione edilizia non
rilasciabile in quanto la struttura ricade in zona senza destinazione
urbanistica.
Alla camera di consiglio del 25/10/2007, l’istanza cautelare è stata respinta.
Con successive memorie le parti hanno insistito nelle rispettive difese.
Alla pubblica udienza del 3 dicembre 2009, il ricorso è stato trattenuto in
decisione come da verbale.
DIRITTO
1. Oggetto della presente controversia è la qualificazione dell’intervento
edilizio per il quale la parte ricorrente ha richiesto il rilascio
dell’autorizzazione, quale intervento di ristrutturazione, così come lo ha
qualificato l’amministrazione comunale, o, piuttosto quale intervento di
manutenzione straordinaria, come, invece, sostiene la società ricorrente. L’art.
3, comma 1°, del D.P.R. n. 380 del 2001 ("Testo unico delle disposizioni
legislative e regolamentari in materia edilizia") dispone:"...s’intendono … a)
...; b) "interventi di manutenzione straordinaria", le opere e le modifiche
necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici,
nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici,
sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari
e non comportino modifiche delle destinazioni di uso; c) ...; d) ...; e) ...; f)
...". In termini coincidenti, anche se più restrittivi, si esprime l’art. 20
della legge regionale n.71/1978 per il quale sono qualificabili quali interventi
di manutenzione straordinaria (soggetti, quindi, al regime autorizzatorio ex
art. 5 della l.r. 37/1985) quelli che riguardano le opere di riparazione,
rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad
integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti. Quanto
alla ristrutturazione edilizia, l’ art. 3, c.1, lett. d) del D.P.R. n. 380/2001
qualifica "interventi di ristrutturazione edilizia" (…)"gli interventi rivolti a
trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che
possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal
precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di
alcuni elementi costitutivi dell'edificio, l'eliminazione, la modifica e
l'inserimento di nuovi elementi ed impianti. Nell'ambito degli interventi di
ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella
demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quello
preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l'adeguamento alla
normativa antisismica.".
2. Muovendo dalla formulazione delle predette norme, la giurisprudenza ha
ripetutamente rilevato che gli interventi di manutenzione straordinaria
postulano la preesistenza di un organismo edilizio già ultimato e operativo, di
cui s’intende conservare o rinnovare la funzionalità, mentre la ristrutturazione
consiste in una modalità di conservazione dell'edificio preesistente nella sua
consistenza strutturale (Cons. St., sez. V, 10 agosto 2000, n. 4397), .anche se
realizzata attraverso interventi strutturali di demolizione e ricostruzione (fra
le tante, Cons. Stato, sez. IV, 18 marzo 2008, n. 1177). È opinione comune nella
giurisprudenza che un intervento di ristrutturazione edilizia (anche di
demolizione e ricostruzione) presuppone un organismo edilizio dotato di mura
perimetrali, strutture orizzontali e copertura in stato di conservazione tale da
consentire la sua fedele ricostruzione (Cons. Stato Sez. IV - sentenza 16 giugno
2008, n. 2981). Il concetto di ristrutturazione postula infatti necessariamente
l'esistenza di un manufatto da riedificare e consolidare dotato di mura
perimetrali, strutture orizzontali e copertura per cui i ruderi, che non
possiedono tali elementi, sono da considerarsi un'area non edificata (Cass. Sez.
III penale 24 settembre 2008 n. 36542).
3. Nel caso di specie, l’intervento proposto non presenta le caratteristiche che
l’art. 3 D.P.R. 380/01 richiede per definire un’opera “intervento di
manutenzione straordinaria”. Infatti, come emerge dalla documentazione
fotografica in atti, la struttura su cui è previsto l’intervento presenta solo i
muri perimetrali e, parzialmente e in minima parte, la copertura, senza
considerare che proprio il richiedente nella precedente istanza del 4 dicembre
2006, aveva rappresentato una diversa situazione dei fatti, facendo espresso
riferimento a un “rudere” con conseguente impossibilità di conservazione
dell’organismo originario.
Infine, quanto alla realizzazione del portico sul lato sud est dell’immobile (
di cui parte ricorrente sostiene l’irrilevanza ai fini della qualificazione
dell’intervento trattandosi di “pertinenza”) va rilevato che esso non può essere
considerato singolarmente come autonomo intervento edilizio (per il quale
ovviamente sarebbe sufficiente la sola autorizzazione) ma deve essere
considerato e valutato unitamente al fabbricato originario; è indubbio, quindi,
che esso, rispetto alla struttura preesistente, possiede un’ autonoma rilevanza
sotto il profilo edilizio poiché prevede l’aggiunta di una nuova struttura alle
parti preesistenti mediante un intervento che travalica quello di
ristrutturazione ( cfr. T.A.R. Campania Napoli, sez. VI, 17 dicembre 2008 , n.
21346; Sez. IV, 6 luglio 2004 n. 9924).
Per le svolte considerazioni, il ricorso è infondato e va respinto.
Le spese seguono la soccombenza secondo la liquidazione operata in dispositivo.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia - sezione staccata di
Catania - Sezione Prima respinge il ricorso indicato in epigrafe.
Condanna la parte ricorrente al pagamento in favore del Comune resistente delle
spese di giudizio che liquida € 2.000,00 (euro duemila/00) oltre spese generali,
I.V.A. e C.P.A.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Così deciso in Catania nella camera di consiglio del giorno 3 dicembre 2009 con
l'intervento dei Magistrati:
Vincenzo Zingales, Presidente
Salvatore Schillaci, Consigliere
Agnese Anna Barone, Primo Referendario, Estensore
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 19/07/2010
(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)
IL SEGRETARIO
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