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T.A.R. LIGURIA, Sez. I - 28 giugno 2011, n. 1015
BENI CULTURALI E AMBIENTALI - Autorizzazione paesaggistica - Soggetti
legittimati - Art. 146 d.lgs. n. 42/2004. La disposizione di cui all'art.
146, d.lg. n. 42 del 2004 individua i soggetti legittimati a richiedere
l'autorizzazione paesaggistica indicandoli nei "proprietari, possessori o
detentori a qualsiasi titolo di immobili di aree di interesse paesaggistico",
ovvero, in senso letterale, in tutti coloro che hanno con la "res", oggetto di
protezione vincolistica, una relazione dominicale e/o materiale, ovvero, secondo
un'interpretazione estensiva conforme al dettato costituzionale - a coloro che
del bene debbono avere la disponibilità materiale, pena l'inefficacia del
sistema di tutela giurisdizionale.(T.A.R. Campania Napoli, sez. III, 09 novembre
2010 , n. 23672). Pres. Balba, Est. Pupilella - A. s.n.c. (avv. Chiocca) c.
Comune di Sestri Levante (avv. Cocchi) -
TAR LIGURIA, Sez. I - 28 giugno 2011, n. 1015
BENI CULTURALI E AMBIENTALI - Opera abusiva in area protetta - Assoluzione dalla
responsabilità penale - Sanzione amministrativa - Carattere reale.
L’assoluzione dalla responsabilità penale non cancella il fatto storico della
realizzazione di un’opera abusiva in area protetta, venendo altrimenti
vanificato l’intento di maggiore protezione che l’ordinamento ha imposto a
difesa di detti beni. La giurisprudenza di questo Tribunale comunque si è già
espressa sul punto (I sezione n.137\2009) affermando il carattere reale della
sanzione proprio per garantire la tutela ambientale e paesaggistica,
costituzionalmente indicata come valore primario. Pres. Balba, Est. Pupilella -
A. s.n.c. (avv. Chiocca) c. Comune di Sestri Levante (avv. Cocchi) -
TAR LIGURIA, Sez. I - 28 giugno 2011, n. 1015
DIRITTO URBANISTICO - Abusi edilizi - Atto repressivo - Attività vincolata -
Ordine di demolizione - Motivazione - Accertata abusività. A fronte degli
abusi edilizi, l’amministrazione non gode di alcun margine di discrezionalità ed
ha quindi l'obbligo di intervenire con un atto repressivo, dovuto nell'an e
vincolato nel suo contenuto, senza che su di esso possa influire alcuna
comparazione tra interessi pubblici ed interessi privati. In ogni caso, l'ordine
di demolizione di opere edilizie abusive insistenti in area soggetta ad un
vincolo di inedificabilità assoluta non abbisogna di una motivazione
particolarmente diffusa ed anche relativamente ad un abuso risalente nel tempo
risulta sufficiente l'affermazione dell'accertata abusività del manufatto.
(T.A.R. Lombardia Brescia, 20 ottobre 2005 , n. 1041). Pres. Balba, Est.
Pupilella - A. s.n.c. (avv. Chiocca) c. Comune di Sestri Levante (avv. Cocchi) -
TAR LIGURIA, Sez. I - 28 giugno 2011, n. 1015
DIRITTO URBANISTICO - Concessione edilizia - Nozione di costruzione - Precarietà
di un manufatto - Presupposti. La nozione di costruzione, ai fini del
rilascio della concessione edilizia, si configura in presenza di opere che
attuino una trasformazione urbanistico-edilizia del territorio, con perdurante
modifica dello stato dei luoghi, a prescindere dal fatto che essa avvenga
mediante la realizzazione di opere murarie, cosicché fuoriesce da tale
definizione soltanto l'opera destinata, fin dall'origine, a soddisfare esigenze
contingibili e circoscritte nel tempo. In particolare, la precarietà di un
manufatto, al fine di escludere la necessità del rilascio di un titolo edilizio,
va valutata a prescindere dalla temporaneità della destinazione soggettivamente
impressa dal costruttore e dalla maggiore o minore amovibilità delle parti che
lo compongono, considerando invece l'opera alla luce della sua obiettiva e
intrinseca destinazione naturale che ne riveli l'uso oggettivamente precario e
temporaneo. (T.A.R. Campania Napoli, sez. III, 06 novembre 2007 , n. 1068;
T.A.R. Lombardia Milano, sez. IV, 09 marzo 2011 , n. 644). Pres. Balba, Est.
Pupilella - A. s.n.c. (avv. Chiocca) c. Comune di Sestri Levante (avv. Cocchi)
- TAR LIGURIA, Sez. I - 28 giugno 2011, n. 1015
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N. 01015/2011 REG.PROV.COLL.
N. 00048/2009 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria
(Sezione Prima)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 48 del 2009, proposto da:
Assistenza Motonautica Snc, rappresentato e difeso dall'avv. Massimo Andrea
Chiocca, con domicilio eletto presso Massimo Andrea Chiocca in Genova, via XX
Settembre, 5/1;
contro
Comune di Sestri Levante,
rappresentato e difeso dall'avv. Luigi Cocchi, con domicilio eletto presso Luigi
Cocchi in Genova, via Macaggi 21/5 - 8;
per l'annullamento
istanza di sospensione dell'esecutività ed impugnativa con richiesta di
annullamento dell'ordinanza n. 56 del 17 ottobre 2008 notificata in data 18
ottobre 2008 pratica abusi n. 40/2008;rubricata sub ordinanza di demolizione con
contestuale rimessione in pristino dello stato dei luoghi a firma del dirigente;
qualsiasi altro atto che sia, o possa considerarsi, presupposto o conseguenza
dell'atto di cui sopra e che con lo stesso, sia o venga posto in correlazione od
interdipendenza ed in ispecie: il verbale di accertamento (prot. n. 16257 del 1
luglio 2008)redatto dai tecnici dell'ufficio dell'edilizia privata del Comune di
Sestri Levante in data 30 giugno 2008 da cui risulta che la signora Iole
Leonardini ("titolare" della società odierna ricorrente) avrebbe realizzato
delle "opere" in assenza di permesso di costruire (ai sensi del D.P.R. 6 giugno
2001 n. 380 e s.m.i. ed ora della legge regionale 6 giugno 2008 n. 16 e s.m.i.
nonchè in assenza di autorizzazione paesistico-ambientale ai sensi del decreto
legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 e s.m.i...
Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio di Comune di Sestri Levante;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell'udienza pubblica del giorno 26 maggio 2011 il dott. Roberto
Pupilella e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO
Con ricorso depositato il 15 gennaio 2009 la società ricorrente chiede
l’annullamento dei provvedimenti sanzionatori in epigrafe indicati sulla base
dei seguenti motivi di diritto:
1)-Violazione di legge per difetto di istruttoria. Eccesso di potere per falsa
erronea o carente rappresentazione dei fatti a presupposto dell’atto impugnato.
Illegittimità derivata della motivazione posta a suffragio dell’atto stesso.
2)-In subordine:Violazione di legge. Violazione del procedimento in funzione
dell’accertamento dell’opera abusiva in danno del titolare-proprietario.(art.31
DPR n.380\2001). Difetto di istruttoria.
3)-Violazione di legge per difetto di istruttoria. Eccesso di potere per
travisamento della fattispecie dedotta. Violazione di legge per erronea e\o
falsa applicazione del PUC di Sestri Levante (in parte qua) e dell’art. 167 del
D.Lg vo n.42\2004, in relazione all’art. 31 della l.n.1150\1942. Difetto
assoluto del potere sanzionatorio.
4)-Eccesso di potere per contraddittorietà ed illogicità nell’azione
amministrativa. Violazione di legge per difetto istruttorio.Difetto di
motivazione del provvedimento impugnato.
5)- Violazione di legge per difetto di istruttoria. Eccesso di potere per
travisamento dells fattispecie dedotta. Violazione di legge ( l.R.Liguria
n.16\2008).
6)- Violazione di legge per difetto di istruttoria. Eccesso di potere per
travisamento della fattispecie dedotta. Violazione di legge per erronea e\o
falsa applicazione dell’art. 22 in relazione all’art. 37 del DPR n.380\2001.
Difetto assoluto del potere sanzionatorio.
Si costituiva in giudizio il comune di Sestri Levante che con apposite memorie
difensive contestava nel merito i motivi posti a sostegno del ricorso e ribadiva
la legittimità dell’operato dell’amministrazione.
All’udienza fissata per la discussione nel merito della controversia, le parti
spedivano la causa in decisione dopo aver rappresentato con ulteriori memorie
difensive le rispettive difese.
DIRITTO
Il ricorso non è fondato.
Quanto al primo motivo di ricorso e all’assoluzione della titolare della società
per i reati contestati relativi alle opere abusive delle quali si discute, la
stessa non modifica la situazione della società a proposito della fattispecie
contestata.
L’art. 146 del d.lgs. n.42\2004, infatti, impone ai soggetti che i proprietari,
possessori o detentori a qualsiasi titolo d’immobili o aree d’interesse
paesaggistico devono anticipatamente munirsi dell’autorizzazione paesistica, in
assenza della quale nessuna opera può essere realizzata legittimamente.
A questo proposito la giurisprudenza ha affermato che “La disposizione di cui
all'art. 146, d.lg. n. 42 del 2004 individua i soggetti legittimati a richiedere
l'autorizzazione paesaggistica indicandoli nei "?i proprietari, possessori o
detentori a qualsiasi titolo di immobili di aree di interesse
paesaggistico...?". Ovvero, in senso letterale, in tutti coloro che hanno con la
"res", oggetto di protezione vincolistica, una relazione dominicale e/o
materiale, ovvero, secondo un'interpretazione estensiva conforme al dettato
costituzionale - a coloro che del bene debbono avere la disponibilità materiale,
pena l'inefficacia del sistema di tutela giurisdizionale.(T.A.R. Campania
Napoli, sez. III, 09 novembre 2010 , n. 23672)
L’affermazione della difesa della società ricorrente nelle memorie di replica,
(pagg. 2 e 3) secondo la quale l’assoluzione dalla responsabilità penale della
titolare della società cancellerebbe il fatto storico della realizzazione di
un’opera abusiva in area protetta è ovviamente non condivisibile perché
vanificherebbe l’intento di maggiore protezione che l’ordinamento ha imposto a
difesa di detti beni.
La giurisprudenza di questo Tribunale comunque si è già espressa sul punto (I
sezione n.137\2009) affermando il carattere reale della sanzione proprio per
garantire la tutela ambientale e paesaggistica, costituzionalmente indicata come
valore primario.
D’altro canto la supposta estraneità della società si scontra con l’utilizzo
delle opere abusive per l’esercizio dell’attività svolta.
La realtà che emerge dalle carte processuali è che tutte le opere oggetto del
provvedimento di demolizione impugnato sono prive di alcuna autorizzazione
paesaggistica e dunque il comune ha doverosamente applicato l’art. 167 del
d.lgs. n.42\2004.
Come la giurisprudenza ha avuto modo di ribadire in più
occasioni:”L'effettuazione di opere edilizie senza alcun titolo abilitativo e in
violazione delle norme di tutela paesistico-ambientale di cui all'art. 146,
d.lg. n. 42 del 2004 costituisce presupposto sufficiente a giustificare
l'esercizio del relativo potere sanzionatorio, volto all'immediato ripristino
dello stato dei luoghi. Trattandosi di attività doverosa e vincolata, certamente
non occorre, per giustificare l'adozione dell'ordine di demolizione, una
motivazione ulteriore rispetto all'indicazione delle norme violate e al
riferimento per relationem ai presupposti di fatto contenuti nei verbali
accertativi.”(T.A.R. Campania Napoli, sez. VII, 03 marzo 2009 , n. 1209)
Il secondo motivo di ricorso è invece infondato in punto di fatto.
Il comune di Sestri Levante ha infatti dato avvio al procedimento in
contestazione con la nota prot. 17140 del 10 luglio 2008 cui la società ha
risposto in data 26\8\2008 chiedendo un differimento dei termini.
E’ dunque documentalmente provato che la società partecipò al procedimento e che
il comune in risposta alla richiesta di proroga del termine in data 3\9\2008
prot. 22026 accordò la dilazione richiesta, senza peraltro che la società
provvedesse a far pervenire all’amministrazione le proprie deduzioni.
In tale circostanza era obbligo del comune emettere il provvedimento
sanzionatorio poi impugnato.
Il terzo motivo coincide in parte con le argomentazioni difensive già confutate
durante la disamina del primo motivo di censura.
Quanto al valore di giudicato della sentenza penale va ricordato, con la difesa
dell’amministrazione che ai sensi dell’art. 654 cpp.i fatti accertati nel
giudizio penale fanno stato nel processo amministrativo soltanto se
l’amministrazione si sia costituita parte civile nel processo (il che non è
avvenuto, Cass. Sez. 2 n.4691\2010).
Inoltre la qualificazione dei fatti, qualora suscettibili di valutazione a fini
d’interesse generale diversi da quelli oggetto del giudizio penale è costante
affermazione del giudice amministrativo.(Cd S. VI n.760 del 29\2\2008).
Il quarto motivo è smentito dalla costante giurisprudenza in tema di sufficienza
della motivazione in caso di abusi edilizi nella specie aggravati dalla loro
realizzazione in zona vincolata.
In particolare è stato affermato che “Presupposto per l'adozione dell'ordine di
demolizione di opere abusive è soltanto la constatata esecuzione di un
intervento edilizio in assenza del prescritto titolo abilitativo, con la
conseguenza che, essendo tale ordine un atto dovuto, esso è sufficientemente
motivato con l'accertamento dell'abuso, e non necessita di una particolare
motivazione in ordine all'interesse pubblico alla rimozione delle opere
abusive.(T.A.R. Campania Napoli, sez. VII, 11 marzo 2011 , n. 1446.
La giurisprudenza amministrativa è poi ancora più specifica in relazione a zone
vincolate avendo affermato che “ La più recente giurisprudenza risulta orientata
nel senso che l'amministrazione non dispone, a fronte degli abusi edilizi, di
alcun margine di discrezionalità ed ha quindi l'obbligo di intervenire con un
atto repressivo, dovuto nell'an e vincolato nel suo contenuto, senza che su di
esso possa influire alcuna comparazione tra interessi pubblici ed interessi
privati. In ogni caso, l'ordine di demolizione di opere edilizie abusive
insistenti in area soggetta ad un vincolo di inedificabilità assoluta non
abbisogna di una motivazione particolarmente diffusa ed anche relativamente ad
un abuso risalente nel tempo risulta sufficiente l'affermazione dell'accertata
abusività del manufatto. (T.A.R. Lombardia Brescia, 20 ottobre 2005 , n. 1041).
Del tutto infondati appaiono gli ultimi due motivi di ricorso.
Tutti i manufatti menzionati nel provvedimento sono utilizzati dalla società
ricorrente per lo svolgimento della sua attività di rimessaggio e manutenzione
delle imbarcazioni e non si tratta quindi di manufatti precari come la semplice
lettura delle opere indicate consente di verificare.
Alle stesse conclusioni è orientata la pacifica giurisprudenza dei TTAARR che ha
affermato che”La nozione di costruzione, ai fini del rilascio della concessione
edilizia, si configura in presenza di opere che attuino una trasformazione
urbanistico-edilizia del territorio, con perdurante modifica dello stato dei
luoghi, a prescindere dal fatto che essa avvenga mediante la realizzazione di
opere murarie, cosicché fuoriesce da tale definizione soltanto l'opera
destinata, fin dall'origine, a soddisfare esigenze contingibili e circoscritte
nel tempo. In particolare, la precarietà di un manufatto, al fine di escludere
la necessità del rilascio di un titolo edilizio, va valutata a prescindere dalla
temporaneità della destinazione soggettivamente impressa dal costruttore e dalla
maggiore o minore amovibilità delle parti che lo compongono, considerando invece
l'opera alla luce della sua obiettiva e intrinseca destinazione naturale che ne
riveli l'uso oggettivamente precario e temporaneo. (T.A.R. Campania Napoli, sez.
III, 06 novembre 2007 , n. 1068; T.A.R. Lombardia Milano, sez. IV, 09 marzo 2011
, n. 644).
Il ricorso va conclusivamente rigettato.
Le spese seguono la soccombenza e sono liquidate come in dispositivo.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria (Sezione Prima)
definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge
per le ragioni di cui in motivazione.
Le spese sono poste a carico della società ricorrente e liquidate nella misura
complessiva di €. 3.000 (tremila), oltre agli accessori di legge.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Così deciso in Genova nella camera di consiglio del giorno 26 maggio 2011 con
l'intervento dei magistrati:
Santo Balba, Presidente
Roberto Pupilella, Consigliere, Estensore
Paolo Peruggia, Consigliere
L'ESTENSORE
IL PRESIDENTE
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 28/06/2011
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
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