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Giurisprudenza: Giurisprudenza Sentenze per esteso massime | Categoria: Diritto urbanistico - edilizia Numero: 1926 | Data di udienza: 1 Dicembre 2011

* DIRITTO URBANISTICO – Nozione di pertinenza – Individualità fisica e strutturale del manufatto – Presupposto imprescindibile – Fattispecie – Abuso edilizio – Autorità comunale – Obbligo di verificare d’ufficio la sanabilità ex art- 36 d.P.R. n. 380/2001 – Insussistenza.


Provvedimento: Sentenza
Sezione: 1^
Regione: Campania
Città: Salerno
Data di pubblicazione: 6 Dicembre 2011
Numero: 1926
Data di udienza: 1 Dicembre 2011
Presidente: Onorato
Estensore: Onorato


Premassima

* DIRITTO URBANISTICO – Nozione di pertinenza – Individualità fisica e strutturale del manufatto – Presupposto imprescindibile – Fattispecie – Abuso edilizio – Autorità comunale – Obbligo di verificare d’ufficio la sanabilità ex art- 36 d.P.R. n. 380/2001 – Insussistenza.



Massima

TAR CAMPANIA, Salerno, Sez. 1^ – 6 dicembre 2011, n. 1926


DIRITTO URBANISTICO – Nozione di pertinenza – Individualità fisica e strutturale del manufatto – Presupposto imprescindibile – Fattispecie.

La nozione di pertinenza urbanisticamente rilevante postula indefettibilmente l’individualità fisica e strutturale del manufatto destinato a servizio od ornamento di quello principale (Cfr. T.A.R. Liguria Genova 31 dicembre 2009 n. 4127):  non risponde pertanto a tale nozione una veranda incorporata all’appartamento principale di cui costituisca parte integrante.

Pres. ed Est. Onorato – J.P. (avv. Speranza) c. Comune di San Cipriano Picentino (avv. Feola)

DIRITTO URBANISTICO – Abuso edilizio – Autorità comunale – Obbligo di verificare d’ufficio la sanabilità ex art- 36 d.P.R. n. 380/2001 – Insussistenza.

In presenza di un abuso edilizio, la vigente normativa urbanistica non pone alcun obbligo in capo all’autorità comunale di verificarne d’ufficio la sanabilità ai sensi dell’art. 36 D.P.R. n. 380 del 2001; tanto si evince chiaramente dagli artt. 27 e 31 delle stesso D.P.R. i quali, in tal caso, obbligano il responsabile del competente ufficio comunale a reprimere l’abuso, senza alcuna valutazione di sanabilità, nonché dallo stesso art. 36 cit., che rimette all’esclusiva iniziativa della parte interessata l’attivazione del procedimento di accertamento di conformità urbanistica ivi disciplinato (Cfr.T.A.R. Campania Napoli, sez. VI 10 maggio 2010 n. 3480).

Pres. ed Est. Onorato – J.P. (avv. Speranza) c. Comune di San Cipriano Picentino (avv. Feola)


Allegato


Titolo Completo

TAR CAMPANIA, Salerno, Sez. 1^ - 6 dicembre 2011, n. 1926

SENTENZA

 

TAR CAMPANIA, Salerno, Sez. 1^ – 6 dicembre 2011, n. 1926

N. 01926/2011 REG.PROV.COLL.
N. 01374/2011 REG.RIC.


REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania

sezione staccata di Salerno (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente


SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1374 del 2011, proposto da:
Joanna Panus, rappresentato e difeso dall’avv. Arianna Speranza, con domicilio eletto presso Arianna Speranza in Salerno, via De Martino, 10;

contro

Comune di San Cipriano Picentino in Persona del Sindaco P.T., rappresentato e difeso dall’avv. Marcello Feola, con domicilio eletto presso Marcello G. Feola Avv. * . * in Salerno, via G.V.Quaranta N. 5;

per l’annullamento del provvedimento 18 maggio 2011 n. 4022 con il quale è stata respinta la domanda di accertamento di conformità delle opere edilizie consistenti nella <delimitazione di un terrazzo coperto>,

Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visto l’atto di costituzione in giudizio di Comune di San Cipriano Picentino in Persona del Sindaco P.T.;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 1 dicembre 2011 il dott. Antonio Onorato e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO e DIRITTO

-Ritenuto che, come è stato rappresentato ai difensori delle parti presenti alla camera di consiglio fissata per l’esame della domanda cautelare, il ricorso può essere immediatamente definito nel merito in quanto manifestamente infondato,

-Considerato che l’Amministrazione ha prodotto la documentazione richiesta con l’ordinanza collegiale 6 ottobre 2011 n. 1611,

-Rilevato che la parte ricorrente non ha mai impugnato il precedenti provvedimenti n. 56/2010 e 5/2011, contenenti rispettivamente gli ordini di sospensione dei lavori e di demolizione delle opere non assentite e finalizzate alla realizzazione di una veranda chiusa per tutti i lati avente la superficie di circa 40 mq.,

-Constatato che effettivamente la domanda di accertamento di conformità, come è stato evidenziato nel provvedimento impugnato, è stata presentata dalla parte ricorrente solo il 12 maggio 2011 e, pertanto, ben oltre la scadenza di 90 giorni assegnato con l’ordinanza n. 5/2011 rimasta inoppugnata,

-Rilevato che effettivamente, come pure evidenziato dall’Amministrazione, nella sua domanda la parte ricorrente non ha in alcun modo tentato di dimostrare la compatibilità urbanistica delle opere realizzate,

-Ritenuto che tanto è sufficiente per smentire la fondatezza del primo motivo di ricorso in quanto l’Amministrazione ha adeguatamente motivato la reiezione della domanda e l’invito a provvedere a quanto necessario per l’effettiva demolizione, di certo non essendo necessario un nuovo ordine di ripristino; tanto anche perché la presentazione dell’istanza ex artt. 36 e 37 D.P.R. n. 380 del 2001 (nella specie, peraltro irricevibile) determina una mera sospensione dell’efficacia dell’ordine di demolizione precedentemente emanato in attesa della conclusione del nuovo “iter” procedimentale, con la conseguenza che, in caso di mancato accoglimento della suddetta istanza, l’ordine di demolizione riacquista la sua efficacia (Cfr. T.A.R. Campania Napoli sez. II 4 febbraio 2005 n. 816),

-Constatato che anche la prima parte del secondo motivo non merita favorevole considerazione in quanto la veranda, essendo incorporata all’appartamento principale di cui ormai costituisca una parte integrante, non risponde alla nozione di pertinenza urbanisticamente rilevante, nozione che postula indefettibilmente l’individualità fisica e strutturale del manufatto destinato a servizio od ornamento di quello principale (Cfr. T.A.R. Liguria Genova 31 dicembre 2009 n. 4127).

-Rilevato che non merita miglior sorte la seconda parte dello stesso motivo, in quanto l’eccesso di potere per disparità di trattamento è un vizio che bene si rivolge alle ipotesi di discriminazione nell’attribuzione di un bene della vita, non già ove, al contrario, come nella fattispecie, si proceda ad eliminare situazioni illegittime, “dimenticandone” alcune; ne consegue che detto vizio non è ipotizzabile nel caso di asserita, e nella fattispecie assolutamente indimostrata, discriminazione nei provvedimenti di demolizioni per abuso edilizio (Cfr. T.A.R. Sicilia Catania, sez. I, 20 settembre 2010 n. 3763),

-Ritenuto che anche il terzo motivo deve essere respinto in quanto, in presenza di un abuso edilizio, la vigente normativa urbanistica non pone alcun obbligo in capo all’autorità comunale di verificarne d’ufficio la sanabilità ai sensi dell’art. 36 D.P.R. n. 380 del 2001; tanto si evince chiaramente dagli artt. 27 e 31 delle stesso D.P.R. i quali, in tal caso, obbligano il responsabile del competente ufficio comunale a reprimere l’abuso, senza alcuna valutazione di sanabilità, nonché dallo stesso art. 36 cit., che rimette all’esclusiva iniziativa della parte interessata l’attivazione del procedimento di accertamento di conformità urbanistica ivi disciplinato (Cfr.T.A.R. Campania Napoli, sez. VI 10 maggio 2010 n. 3480),

-Constato che, pertanto, il ricorso deve essere rigettato e che le spese di giudizio, liquidate nella misura indicata in dispositivo, debbono seguire la soccombenza.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania sezione staccata di Salerno (Sezione Prima)

definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge.

Condanna la ricorrente al pagamento in favore dell’Amministrazione delle spese di giudizio che, comprensive di diritti, onorari ed altre competenze, sono liquidate in complessivi € 1.000 (mille).

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

Così deciso in Salerno nella camera di consiglio del giorno 1 dicembre 2011 con l’intervento dei magistrati:

Antonio Onorato, Presidente, Estensore
Francesco Mele, Consigliere
Giovanni Grasso, Consigliere
 
IL PRESIDENTE, ESTENSORE       
   

DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 06/12/2011
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

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