COVID-19 meglio un’aula vuota o un’aula che non vota?
COVID 19 – MEGLIO UN’AULA VUOTA O UN’AULA CHE NON VOTA? L’AMMISSIBILITÀ DEL VOTO PARLAMENTARE “A DISTANZA” ALLA LUCE DELL’ART. 64, CO. 3 COSTITUZIONE.
Francesco Alberto Santulli
Abstract (it) – Tra le molteplici sfide che l’attuale emergenza sanitaria pone al Paese vi è anche la possibilità di sviluppare nuovi modi di esercizio della democrazia rappresentativa, in particolare attraverso il voto parlamentare “a distanza”. Dopo avere passato in rassegna le principali critiche a questa modalità, il presente contributo tenta di offrire alcune riflessioni volte ad ammettere il voto da remoto, tanto alla luce della previsione costituzionale di cui al terzo comma dell’art. 64 quanto dell’interpretazione del medesimo articolo offerta dalla Corte costituzionale. Una possibilità che, pertanto, ricadrebbe nell’alveo dell’autonomia regolamentare delle Camere, pur con la previsione di garanzie necessarie per preservare la rappresentanza politica e, più in generale, la piena legittimazione del Parlamento.
Abstract (en) – The current health emergency poses multiple challenges to our legal system. Among them, there is the possibility of developing new ways of exercising representative democracy, in particular through remote parliamentary voting. After reviewing the main criticisms of this possibility, this contribution aims to offer some ideas in the direction of admitting remote voting, in compliance with the constitutional provision referred to in the third paragraph of art. 64 Cost. and the interpretation of the same article offered by the Constitutional Court. Finally, some limits are outlined to preserve political representation and, more generally, the full legitimacy of Parliament.
SOMMARIO: 1. Premessa. 2. Profili di criticità. 3. L’autonomia regolamentare delle Camere nella giurisprudenza costituzionale. 4. Conclusioni. Una sfida per la democrazia rappresentativa.
Scarica allegato