TECNICA E POLITICA TRA MEZZI E FINI NELL’EMERGENZA CORONAVIRUS.
Olivia Pini
Abstract (italiano). L’emergenza Covid-19 ha riportato prepotentemente all’attenzione la mai sopita dialettica fra tecnica e politica, fra evidenza e rilevanza, fra metodo scientifico e metodo democratico; nel moltiplicarsi di commissioni, comitati e task force di esperti – peraltro non sempre in accordo tra loro – a sostegno delle decisioni pubbliche per fronteggiare l’emergenza sanitaria, sorge spontanea l’esigenza di riflettere sulle implicazioni della corretta o non corretta ripartizione dei diversi ruoli di reciproca spettanza e delle rispettive responsabilità. Occorre non dimenticare che i metodi di tecnica e politica non sono contrapposti, ma devono compenetrarsi, e nessuna di esse deve porsi rispetto all’altra in maniera subalterna, né vedere stravolta la propria ontologica natura: da un lato la scienza, alla quale si richiedono risposte certe e tempestive, al cospetto di fenomeni nuovi e complessi reca invece in sé una ineluttabile componente di incertezza, da colmare attraverso processi di ricerca che ugualmente ne connotano il metodo, e può essere al più chiamata a fornire mezzi neutrali per la decisione, non fini; di contro, la politica resta viceversa decisiva nella scelta-mediazione delle priorità progettuali, delle finalità da perseguire, dei valori ed interessi di volta in volta oggetto di prevalente tutela, ancorché impopolari, confrontandosi con le trasformazioni che la riguardano senza restarne travolta, con approccio sincronico e diacronico nella lineare considerazione dei fenomeni e nella valorizzazione dei relativi aspetti culturali e sociali. Se l’immagine oggi più invalsa sembra quella di una politica che ha abdicato al proprio ruolo decisionale, va tuttavia sottolineato come l’applicazione ed il coinvolgimento di saperi tecnici per la gestione della cosa pubblica sia invece determinante in contingenze come quelle attuali, purché non sconfini indebitamente nelle derive della tecnocrazia, la quale sottrarrebbe spazio alla rappresentanza politica e al fondamentale confronto democratico che ne costituisce connotato essenziale. Ciò è possibile soltanto ove si rispetti l’autonomia dei ruoli tra i differenti decisori all’interno del ciclo regolatorio, assicurando fra gli stessi, al contempo, una seria, responsabile e trasparente collaborazione e condivisione, valorizzando le capacità esistenti; ciò che occorre, in ultima istanza, è la consapevolezza che entrambe le categorie, a garanzia della propria legittimazione, reclamano un indispensabile fondamento di competenza, presupposto dell’autentica autorità.
Abstract (english). The Covid-19 emergency has re-brought to attention the well-known dialectic between science and politics, and between scientific method and democratic method; while new committees, panels and task force multiply, by the way showing frequent disputes and disagreement with each other, it seems necessary to think either about the correct distribution of roles, tasks and responsibilities between the above two categories and about its consequences and implications. Science and politics have also different methods, although they are not opposite to one another, but, at most, complementary, and they have to relate without reciprocally cancel one another out. Science, to which certain and quick answers are frequently requested, facing new and complex issues shows inevitably some uncertainties, to fill through research processes, and can just bring neutral means for public decisions, not ends; politics, on the other hand, remains central in the choice/mediation among the priorities and values to pursue, even when unpopular, applying diachronic and synchronic approaches to problems and events, valuing their cultural and social peculiarities. If politics frequently appears to give up its decision-making role, it must at the same time be underlined that the involvement of technical knowledge and skills in the public affairs’ management is crucial and necessary in emergency moments such as the present one, as long as it doesn’t deviates into technocracy, which is contrary to political representation and to democratic discussion. The autonomy between different decision-makers inside the regulatory cycle is therefore fundamental, but this must be combined with responsible and transparent cooperation mechanisms, which enhance existing capabilities: in the end, after all, both science and politics show to claim, as source of legitimacy, strong expertise as a base of their authentic authority.
Sommario: Premessa. – 1. Scienza, tecnica, politica: prossimità e possibili sconfinamenti. – 2. La scienza e le scienze. – 3. Precauzione e trasparenza. Tecnica e democrazia – 4. Conclusioni.
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