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RICORDO DI PIERO CALAMANDREI1

Giuliano Scarselli

SOMMARIO: 1. Breve biografia di Piero Calamandrei. 2. Piero Calamandrei e il fascismo. 3. Piero Calamandrei avvocato 4. Piero Calamandrei e il figlio Franco.

 

 

1 Relazione tenuta per la Fondazione dell’Ordine degli avvocati di Firenze in data 16 giugno 2020, in seno ad un ciclo dedicato ai grandi giuristi del passato. Il carattere colloquiale dell’intervento è stato mantenuto nello scritto.

Le informazioni che riporto su Piero Calamandrei sono tratte, oltreché dalle sue stesse opere, principalmente da CIPRIANI, Piero Calamandrei e la procedura civile, ed. II, ESI, Napoli, 2009; ID, Storie di processualisti e di oligarchi, Milano, 1991, 317 e ss.; ID, Scritti in onore dei patres, Milano, 2006, 435 e ss.; GROSSI, Stile fiorentino, Milano, 1986, 142; RODOTA’, Piero Calamandrei, in Enc. Treccani, 1973, vol. XVI; SORDI, Piero Calamandrei, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, Bologna, 2013, I, 377; AA.VV., Piero a Franco Calamandrei. Una famiglia in guerra, a cura di Alessandro Casellato, Laterza, Bari, 2008; AA.VV., Poteri del giudice e diritti delle parti nel processo civile, a cura di G. Scarselli, ESI, 2010, con contributi su Piero Calamandrei di TROCKER, Gli insegnamenti di Piero Calamandrei e le riforme processuali in Europa, 165 e ss; CIANFEROTTI, Ufficio del giurista nello Stato autoritario ed ermeneutica della reticenza. Mario Bracci e Piero Calamandrei dalle giurisdizioni di equità della Grande Guerra al codice di procedura civile del 1940, 199 e ss.; CHIZZINI, Correnti di pensiero moderno e poteri del giudice civile nel pensiero di Piero Calamandrei: tre variazioni sul tema, 257 e ss.; CIPRIANI, Piero Calamandrei e l’unificazione della Cassazione, 275 e ss.

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Ho esitato a mettere per iscritto la relazione tenuta nel giugno scorso; da allora sono passati nove mesi.

Ho esitato perché mi sono sempre chiesto cosa aggiungesse un mio contributo su Piero Calamandrei rispetto a quanto su di lui non fosse già stato scritto da altri; soprattutto mi sono chiesto se mai avessi potuto offrire delle novità rispetto alle tantissime e fondamentali ricerche fatte da Franco Cipriani; e la risposta è sempre stata che il mio punto di vista non avrebbe aggiunto nulla, e quindi era inutile metterlo per iscritto. Guardandomi indietro ho pensato però che in molte occasioni mi sono trovato a parlare in pubblico di Piero Calamandrei: la prima volta fu proprio con Franco Cipriani, a Taranto, nel 2007; poi ne sono seguite altre, alcune delle quali in presenza della nipote, dr. Silvia Calamandrei; un grande onore per me sederle a fianco. Tutte le volte, con orgoglio e un po’ di narcisismo, ho ricordato che Piero Calamandrei aveva lo studio in Borgo Albizi, 14, e la mia casa natale era in Borgo Albizi, 17, proprio in angolo a quella piazzetta di Firenze, già via delle Seggiole, che ora porta il suo nome; tutte le volte, a parlare di Piero Calamadrei mi sono emozionato, come ci si emoziona quando si parla di una persona grande alla quale ci si sente legati; tutte le volte ho ricordato che, in tutti i miei scritti, una frase di Piero Calamandrei non l’ho mai fatta mancare, perché nei miei piccoli lavori ho trovato in Piero Calamandrei sempre un modello, una guida, un pensiero illuminante, chiarissimo, centrato, totalmente condivisibile. E ricordo, come fosse ieri, la soddisfazione di Franco Cipriani di aver ritrovato presso un antiquario fiorentino uno scritto originare, fino allora sconosciuto, di Piero Calamandrei relativo all’Università di Siena, del 1923. Nelle giornate del 23 e 24 novembre 2007 organizzai così a Siena un convengo su Piero Calamandrei dal titolo “Poteri del giudice e diritti delle parti” e Franco Cipriani donò con l’occasione lo scritto ritrovato al Rettore dell’Università senese (v. per questa vicenda CIPRIANI, Giusto proc. civ., 2008, 615 e ss.). Alla fine, per tutto un insieme di cose, non ho resistito all’idea di lasciare anche io un piccolo omaggio al grande giurista. Franco Cipriani, nella prefazione al suo volume su Piero Calamandrei scriveva che: Pur non avendo io mai amato le classifiche e le graduatorie, sono arrivato alla conclusione che è tempo di dire, apertis verbis, che Calamandrei è stato sicuramente lo studioso che ha più di tutti influito sulla nostra storia e sul processo civile italiano”. Ed io sono perfettamente d’accordo, ed anzi, devo dire che nelle molte chiacchierate che ho avuto con lui emergeva che egli andasse ben oltre, e considerasse Piero Calamandrei semplicemente il più grande in assoluto, l’unico che meritasse un intero volume di ricerche.

Chi vuol conoscere Piero Calamandrei legga dunque ancora oggi quel volume di Franco Cipriani: critico in alcuni momenti, come è corretto sia chi finalizzi lo studio e la scrittura alla ricerca della verità, ma sempre dettato da un grande amore e da una smisurata considerazione del giurista e della persona. Questo mio contributo, al contrario, non ha alcuna pretesa: è solo la chiacchierata fatta con i colleghi fiorentini su alcuni momenti della vita di Piero Calamandrei, e che io ho trovato tra i più significativi. Esso è dedicato a Franco Cipriani, sempre nei miei pensieri, come nelle giornate di Taranto e Siena del 2007.


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