______________ AMBIENTEDIRITTO ______________
IMPRESA, LAVORO, AMBIENTE: LE RELAZIONI SINDACALI SULLA QUESTIONE AMBIENTALE.
Stefano Rossi
Ispettore del lavoro e dottore di ricerca in Sistemi Giuridici ed Economici – DJSGE dell’Università degli Studi di Bari, Dipartimento Jonico.
Abstract [It]: I tre pilastri della sostenibilità economica (ovvero la capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione), sociale (ovvero la capacità di garantire condizioni di benessere, sicurezza, salute, giustizia, istruzione, democrazia e partecipazione) ed ambientale (ovvero la capacità di mantenere il patrimonio e la riproducibilità delle risorse naturali) sono il presupposto necessario e imprescindibile per uno sviluppo sostenibile. Ne consegue che i modi di organizzazione del lavoro devono essere orientati ad escludere, limitare o contenere i rischi ambientali. La prestazione di lavoro oggi è sempre più sganciata dal territorio quale luogo fisico identificato nella fabbrica e pertanto, i modelli aziendali devono considerare le condizioni ambientali non solo del singolo lavoratore, ma anche gli eventi che possono colpire altri prestatori, l’ambiente circostante e la popolazione. Sulla base di questo modello di sostenibilità deve essere riletto l’art. 2087 c.c. (ma anche il t.u. Sicurezza) in una dimensione non solo privatistica, ma anche e soprattutto pubblica e solidaristica, con una proiezione alla responsabilità sociale d’impresa. Il sistema di gestione dei rischi aziendali perciò non deve essere lasciato a scelte individualistiche imprenditoriali, foriero di una valutazione economicistica del fare impresa, ma dovrà essere condiviso attraverso la contrattazione collettiva decentrata e un welfare partecipativo (si pensi alla previsione di premi di risultato collegati a obiettivi di risparmio e di efficienza energetica, all’attuazione di programmi di welfare aziendale per la mobilità sostenibile, alla promozione del lavoro agile, al coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e della cittadinanza nella definizione delle strategie ambientali).
Abstract [En]: The three pillars of economic sustainability (ie the ability to generate income and work for the livelihood of the population), social (ie the ability to ensure conditions of well-being, safety, health, justice, education, democracy and participation) and environmental (the ability to maintain the heritage and the reproducibility of natural resources) are the necessary and indispensable prerequisites for sustainable development.. It follows that ways of organising work must be directed towards excluding, limiting or containing environmental risks. Work performance today is increasingly disconnected from the territory as a physical place identified in the factory and therefore, business models must consider the environmental conditions not only of the individual worker, but also events that may affect other providers, the surrounding environment and population. On the basis of this sustainability model, art. 2087 c.c. (but also the t.u. Security) in a dimension not only private, but also and above all public and solidarity, with a projection to corporate social responsibility. The system of management of the business risks therefore must not be left to entrepreneurial individualistic choices, harbinger of an economic evaluation of doing business, but must be shared through decentralized collective bargaining and a participatory welfare (consider the provision of performance bonuses linked to energy saving and efficiency objectives, the implementation of corporate welfare programmes for sustainable mobility, the promotion of agile work, the involvement of trade unions and citizens in the definition of environmental strategies).
SOMMARIO: 1. L’interconnessione funzionale tra lavoro ed ambiente. – 2. La dimensione pubblicistica degli obblighi di salute e sicurezza. – 2.1. La destrutturazione del luogo di lavoro: gli obblighi di sicurezza nell’ambito dell’organizzazione aziendale – 3. Il nuovo ruolo della Responsabilità sociale di impresa. – 3.1. La “giuridificazione” e la sanzionabilità dei comportamenti sociali ed ambientali. – 3.2. Il metodo negoziale collettivo in funzione integrativa del precetto legale: il contributo delle relazioni sindacali alla questione ambientale. – 3.2.1. La retribuzione indiretta. – 3.2.1.1. Il reshoring, il costo del lavoro e gli oneri derivanti dalle normative ambientali. – 3.2.2. Il diritto non economico. – 3.2.3. I diritti di partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa. – 3.3. Azione di sostegno ed incentivo pubblico alle pratiche sociali ed ambientali aziendali. – 4. Il bene ambiente nel bilanciamento tra impresa e lavoro: la funzione pubblica del sindacato.
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