La chiusura dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura tra diritto alla fruizione e tutela della salute.
______________ AMBIENTEDIRITTO ______________
IL LOCKDOWN DELLA BELLEZZA
IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO E LA PANDEMIA.
La chiusura dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura tra diritto alla fruizione e tutela della salute.
Paolo Maci
Abstract [ita]: Le norme dettate in occasione dell’emergenza sanitaria hanno determinato la chiusura dei musei e degli altri istituti e luoghi di cultura. Una scelta che ha provocato uno scarno dibattito nell’opinione pubblica e un marginale intervento dei TAR, quasi fosse un “male necessario”. Eppure, il rinnovato contesto normativo avrebbe dovuto suggerire scelte diverse: l’inserimento dei servizi di apertura dei musei e degli altri luoghi di cultura tra quegli essenziali, il coevo ingresso dello studio dei beni culturali nei curricula delle scuole di ogni ordine e grado, l’acquisita consapevolezza che il contatto con le opere d’arte favorisca il benessere psico-fisico avrebbe dovuto determinare il decisore politico a consentire, durante questo lungo periodo, di poter accedere ai musei e agli altri luoghi di cultura, pur con le accortezze del caso. Il “lockdown della bellezza” che abbiamo subito è frutto di una visione “strabica” dello statuto costituzionale della cultura, che merita una nuova declinazione.
Abstract [Eng]: The rules dictated on the occasion of the health emergency led to the closure of museums and other institutes and places of culture. A choice that caused a meager debate in public opinion and a marginal intervention by the TAR, almost as if it were a “necessary evil”. Yet, the renewed regulatory context should have suggested different choices: the inclusion of the opening services of museums and other places of culture among the essential ones, the contemporary entry of the study of cultural heritage into the curricula of schools of all levels, the ”acquired awareness that contact with works of art favors psycho-physical well-being should have determined the political decision-maker to allow, during this long period, to be able to access museums and other places of culture, albeit with the appropriate precautions . The “lockdown of beauty” that we have suffered is the result of a “cross-eyed” vision of the constitutional status of culture, which deserves a new declination.
Sommario: 1. Premessa. I beni culturali nell’impianto normativo dell’emergenza. – 2. La chiusura dei musei e degli altri istituti e luoghi di cultura: un “male necessario”? – 3. L’apertura al pubblico dei musei e dei luoghi di cultura un servizio pubblico essenziale: una “ipocrisia legislativa” o una lungimirante innovazione? – 4. Conoscenza, fruizione, valorizzazione del patrimonio culturale: snodi centrali per la piena realizzazione della persona umana – 5. La pari dignità della tutela e della valorizzazione dei beni culturali: una interpretazione dell’art. 9 della Costituzione in linea con il rinnovato contesto normativo – 6. Conclusioni. Il lockdown della bellezza: una visione “strabica” e recessiva dello statuto costituzionale della cultura. – 7. Ulteriori riflessioni in limine. L’approccio “virtuale” con i musei e gli altri luoghi di cultura: le aperture dell’ordinamento, la “spinta” della pandemia, i limiti intrinseci di un rapporto che non può fare a meno del contatto “fisico” e “sensoriale”.
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