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L’evoluzione di un obiettivo imperituro.

 

LO SVILUPPO SOSTENIBILE: L’EVOLUZIONE DI UN OBIETTIVO IMPERITURO

 

Leonardo Salvemini

Professore a contratto di Diritto amministrativo
Università degli Studi di Milano e il Politecnico di Milano

Abstract: «Il futuro di noi tutti». È questo il titolo del report noto come Rapporto Bruntland che, unitamente alla Conferenza sull’ambiente umano del 1972, ha dato i natali al principio di sostenibilità. Un principio che esprime la necessità di equilibrare crescita sociale, sviluppo economico e tutela dell’ambiente, non solo per difendere il presente, garantendo a tutti i popoli della Terra soluzioni di vita dignitose, ma anche, e soprattutto, per tutelare il nostro futuro e quello dell’intera umanità. Più che di principio, quindi, è opportuno parlare di obiettivo: un obiettivo che non può ancora dirsi raggiunto ma, nemmeno, abbandonato. L’esigenza di una crescita sostenibile, infatti, innerva (o dovrebbe innervare) oggi, come ieri, i dibattiti politici e gli studi scientifici ma, soprattutto, le innovazioni tecnologiche che, oltre a creare nuovi strumenti di razionalizzazione delle risorse, permettono di individuare i limiti entro i quali il progresso può spingersi prima di trasformarsi in degrado ambientale. Se i popoli di ieri, quindi, dovevano limitare la propria crescita in relazione alle risorse che l’ambiente circostante era in grado di offrire loro, oggi noi dobbiamo circoscrivere tale sviluppo, considerando anche le opportunità offerte dall’avanzamento tecnologico. In detti termini, il principio di sviluppo sostenibile costituisce un obiettivo che si modifica nel tempo, si adatta al progresso della società, senza mai tramontare: in altre parole, un obiettivo imperituro.

ABSTRACT: «The future of all of us». This is the title of the report known as the Bruntland Report which, together with the Conference on the human environment in 1972, gave birth to the principle of sustainability. A principle that expresses the need to balance social growth, economic development and environmental protection, not only to defend the present, guaranteeing all the peoples of the Earth dignified life solutions, but also, and above all, to protect our future and that of all humanity. Therefore, rather than principle, it is appropriate to speak of an objective: an objective that cannot yet be said to have been achieved but not even abandoned. The need for sustainable growth, in fact, innervates (or should innervate) today, as yesterday, political debates and scientific studies but, above all, technological innovations which, in addition to creating new tools for the rationalization of resources, make it possible to identify the limits within which progress can go before turning into environmental degradation. If the peoples of yesterday, therefore, had to limit their growth in relation to the resources that the surrounding environment was able to offer them, today we must limit this development, also considering the opportunities offered by technological advancement. In these terms, the principle of sustainable development is a goal that changes over time, adapts to the progress of society, without ever fading: in other words, an imperishable goal.

 

Sommario: 1. Premessa: uomo e natura – 2. In cerca di equilibrio. Il contributo dei popoli indigeni… – 2.1… e del (restante) mondo scientifico – 3. Il modello di crescita neoclassico e la sua insostenibilità – 3.1. Il Trail Smelter Case come epifania di una nuova sensibilità ambientale – 4. I principi ambientalisti di Stoccolma – 4.1. I frutti della Conferenza sull’ambiente umano – 5. Il rapporto Brundtland e il binomio ambiente-sviluppo – 5.1. La crescita sostenibile – 5.1.1. Bisogni e limiti – 5.1.2. La metafora del cowboy e dell’astronauta. La sostenibilità verso (e per) il futuro – 6. Dichiarazione di Rio – 7. Dichiarazione sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg – 8. L’esperienza europea – 9. Sostenibilità e giustizia. La giurisprudenza in materia di sviluppo sostenibile (cenni) – 10. Note conclusive.


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