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Giurisprudenza: Giurisprudenza Sentenze per esteso massime | Categoria: Diritto demaniale, Diritto urbanistico - edilizia, Procedimento amministrativo, Pubblica amministrazione Numero: 5229 | Data di udienza: 27 Gennaio 2021

DIRITTO URBANISTICO – EDILIZIA – Sistema tributario e rendita catastale – Procedura DOCFA – DIRITTO DEMANIALE – Stazioni marittime – PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO – TRIBUTI – Procedimento di classamento di immobili – Avviso di rettifica in autotutela – Decadenza – Art. 21 nonies l. n. 241 del 1990 – Applicabilità – Esclusione – PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – Imposte indirette sui trasferimenti immobiliari – Principio della capacità contributiva – art. 53 Cost. – Rilevanza – Principio dell’affidamento – Principio di certezza del diritto – Irrilevanza – Trasmissione del procedimento – Fattispecie. (Massima a cura di Giuseppina Lofaro)


Provvedimento: ORD. INTERLOCUTORIA
Sezione: 6^
Regione:
Città:
Data di pubblicazione: 25 Febbraio 2021
Numero: 5229
Data di udienza: 27 Gennaio 2021
Presidente: LUCIOTTI
Estensore: CROLLA


Premassima

DIRITTO URBANISTICO – EDILIZIA – Sistema tributario e rendita catastale – Procedura DOCFA – DIRITTO DEMANIALE – Stazioni marittime – PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO – TRIBUTI – Procedimento di classamento di immobili – Avviso di rettifica in autotutela – Decadenza – Art. 21 nonies l. n. 241 del 1990 – Applicabilità – Esclusione – PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – Imposte indirette sui trasferimenti immobiliari – Principio della capacità contributiva – art. 53 Cost. – Rilevanza – Principio dell’affidamento – Principio di certezza del diritto – Irrilevanza – Trasmissione del procedimento – Fattispecie. (Massima a cura di Giuseppina Lofaro)



Massima

CORTE DI CASSAZIONE CIVILE, Sez. VI TRIBUTARIA, 25/02/2021, (Ud. 27/01/2021) Ordinanza Interlocutoria n. 5229

 

DIRITTO URBANISTICO – EDILIZIA – Sistema tributario e rendita catastale – Procedura DOCFA – DIRITTO DEMANIALE – Stazioni marittime – PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO – TRIBUTI – Procedimento di classamento di immobili – Avviso di rettifica in autotutela – Decadenza – Art. 21 nonies l. n. 241 del 1990 – Applicabilità – Esclusione – PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – Imposte indirette sui trasferimenti immobiliari – Principio della capacità contributiva – art. 53 Cost. – Rilevanza – Principio dell’affidamento – Principio di certezza del diritto – Irrilevanza – Trasmissione del procedimento – Fattispecie.

Nel vigente sistema tributario la rendita catastale non ha mai efficacia costitutiva diretta di alcuna obbligazione fiscale ma solo una efficacia riflessa, ai fini delle imposte sul reddito complessivo, ai fini delle imposte sul patrimonio immobiliare e ai fini delle imposte indirette sui trasferimenti immobiliari. La rendita catastale non forma oggetto di una dichiarazione annuale del contribuente e non esaurisce la propria efficacia con riguardo ad una singola annualità d’imposta, avendo – al contrario – efficacia pluriennale escludente in radice qualsiasi ipotesi di definitività o irrevocabilità. Se, dunque, l’esito del procedimento di classamento è di tipo accertativo e mira solo a fornire chiarezza sul valore economico del bene, attraverso il sistema del catasto, in vista di una congrua tassazione secondo le diverse leggi d’imposta, deve concludersi che quando la situazione di fatto e di diritto ab origine denunziata non sia veritiera è sempre possibile procedere alla revisione del classamento. La non emendabilità di accertamenti ab origine fondati su presupposti inesatti, del resto, finirebbe per cristallizzare nel tempo una imposizione falsata nei suoi presupposti, in contrasto con il principio della capacità contributiva garantito dall’art. 53 Cost.. Pertanto, al contribuente deve essere riconosciuto il diritto di modificare, senza alcun limite temporale, la rendita proposta con la procedura DOCFA, quando la situazione di fatto o di diritto ab origine denunziata non sia veritiera. Orbene se il privato può sempre correggere i propri errori od omissioni ripristinando l’esatto valore secondo il reddito effettivamente retraibile non si vede come l’Ufficio non possa intervenire, anche a distanza di tempo, a rettificare la rendita proposta dal contribuente. Nella specie, essendo le stazioni marittime espressamente ricondotte alla categoria catastale E/1 dall’art 8, comma 2 del d.P.R. nr. 1142/49, la Sesta Sezione tributaria della Corte di Cassazione Civile ha rimesso alla Quinta Sezione Civile la questione se, in applicazione del principio della capacità contributiva di cui all’art. 53 Cost., l’Amministrazione può, in via di autotutela e senza limiti di tempo, rettificare la classificazione catastale di un immobile, in deroga alla normativa di cui all’art. 21 nonies l. n. 241 del 1990 che consente l’annullamento dell’atto amministrativo entro limiti ragionevoli a tutela dell’affidamento e della certezza delle situazioni giuridiche. 

(trasmissione del procedimento alla Quinta Sez. Civ. sentenza n. 186/1/2018 della COMMISSIONE TRIBUTARLA REGIONALE della LIGURIA, dep. 07/02/2019) Pres. LUCIOTTI, Rel. CROLLA, Ric. AGENZIA DELLE ENTRATE c. COSTA CROCIERAE SPA


Allegato


Titolo Completo

CORTE DI CASSAZIONE CIVILE, Sez. VI TRIBUTARIA, 25/02/2021, (Ud. 27/01/2021) Ordinanza Interlocutoria n. 5229

SENTENZA

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA CIVILE TRIBUTARIA

composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

omissis

ha pronunciato la seguente

ORDINANZA INTERLOCUTORIA

sul ricorso 26524-2019 proposto da:

AGENZIA DELLE ENTRATE (LE 06363391001), in persona del Direttore pro tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEI PORTOGHESI 12, presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che la rappresenta e difende ope legis;

– ricorrente –

contro

COSTA CROCIERAE SPA, in persona del procuratore speciale pro tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA XX SETTEMBRE 1, presso lo studio dell’avvocato EUGENIO) DELLA VALLE, che la rappresenta e difende unitamente all’avvocato FRANCESCO MUNARI;

– controricorrente –

avverso la sentenza n. 186/1/2018 della COMMISSIONE TRIBUTARLA REGIONALE della LIGURIA, depositata il 07/02/2019;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio non partecipata del 27/01/2021 dal Consigliere Relatore Dott. COSMO CROLLA.

RITENUTO CHE:

1. Costa Crociere spa, titolare di concessione demaniale rilasciata dall’Autorità Portuale di Savona all’utilizzo della banchina « Calata delle Vele» destinata ad assicurare ai passeggeri della navi -crociera i servizi di assistenza nelle fasi di imbarco e sbarco, impugnava davanti alla Commissione Tributaria Provinciale di Savona il provvedimento dell’Agenzia dell’Entrate, notificato in data 31/7/2015 , con il quale veniva rettificata in autotutela la categoria catastale relativa all’unità immobiliare identificata a foglio 82, particella 210 da E/1 , come da classamento del 2003, a D/8

2. La Commissione Provinciale di Savona accoglieva il ricorso.

3. La sentenza veniva impugnata dall’Ufficio e la Commissione Regionale della Liguria rigettava l’appello osservando, in adesione alle argomentazioni del giudice di primo grado,: a) che l’atto di riesame dell’Agenzia delle Entrate, emesso dopo dodici anni, era illegittimo in quanto in conflitto con i principi di legittimo affidamento e certezza del diritto contenuti nell’art. 21 nonies della I. 241/1990, disposizione applicabile anche ai provvedimenti in materia catastale; b) che le Stazioni marittime erano espressamente ricondotte alla categoria catastale E/1 dall’art 8, comma 2 del dPR nr. 1142/49, c) che la Costa Crociere come risultava da una specifica clausola dell’atto di concessione gestiva un servizio pubblico utilizzato da parte di chiunque ne facesse richiesta.

4. Avverso la sentenza della CTR ha proposto ricorso per Cassazione l’Agenzia delle Entrate affidandosi a tre motivi. Ha resistito la contribuente depositando controricorso e memoria ex art. 380 bic cpc.

CONSIDERATO CHE:

1. Con il primo motivo denuncia la ricorrente violazione e/o falsa applicazione dell’art 2 quater d.l. 564/1994, del d.m. 37/1997, dell’art. 21 nonies l. nr 241/1990 nonché del d.lvo 300/1999 in relazione all’art 360 comma 1 nr. 3 cpc; si censura l’impugnata sentenza per non aver tenuto conto della speciale disciplina del catasto che consente l’esercizio del potere di autotutela senza limite temporale sicchè non trova applicazione le generale disciplina di cui all’art. 21 nonies della L. 241/1990.

La ricorrente sostiene che in ogni caso l’Agenzia delle Entrate non ha in alcun modo violato «i principi di legittimo affidamento e certezza del diritto» ma ha invece ripristinato, correggendo l’errore estimale, la corretta parità di trattamento e di giusta contribuzione nel rispetto dei parametri di cui all’art 53 Cost.

1.1 Con il secondo motivo viene dedotta la violazione e falsa applicazione degli artt 6,8 e 30 del dPR 1142/42, 2 commi 40 e seguenti del d.l. 262/2006 convertito in L 286/2006 in relazione all’art 360 comma 1 nr 3 cpc.

In particolare l’impugnata sentenza viene criticata per aver in maniera del tutto apodittica riconosciuto il censimento l’area utilizzata come -3- terminal per i passeggeri in categoria E/1 che si riferisce a «stazioni per servizi di trasporto» e per aver erroneamente affermato, sulla base di una clausola contrattuale, che Costa Crociere spa fornisse un servizio di pubblico trasporto.

1.2 Con il terzo motivo l’Ufficio si duole della violazione dell’art. 360 1 comma nr 5 per aver dell’omesso esame circa un fatto decisivo che è stato oggetto di discussione tra le parti costituito dall’utilizzo da parte di Costa Crociere spa dell’area per esigenze imprenditoriali 2. Viene posta all’attenzione di questo Collegio, con il primo motivo, la questione della efficacia temporale della classificazione catastale di un immobile.

2.1 Secondo il consolidato indirizzo di questa Corte (cfr. da ultimo Cass. 34001/2019 e 12799/2020) nel vigente sistema tributario la rendita catastale non ha mai efficacia costitutiva diretta di alcuna obbligazione fiscale ma solo una efficacia riflessa, ai fini delle imposte sul reddito complessivo, ai fini delle imposte sul patrimonio immobiliare e ai fini delle imposte indirette sui trasferimenti immobiliari. La rendita catastale non forma oggetto di una dichiarazione annuale del contribuente e non esaurisce la propria efficacia con riguardo ad una singola annualità d’imposta, avendo – al contrario – efficacia pluriennale escludente in radice qualsiasi ipotesi di definitività o irrevocabilità.

2.2 Se, dunque, l’esito del procedimento di classamento è di tipo accertativo e mira solo a fornire chiarezza sul valore economico del bene, attraverso il sistema del catasto, in vista di una congrua tassazione secondo le diverse leggi d’imposta, deve concludersi che quando la situazione di fatto e di diritto ab origine denunziata non sia veritiera è sempre possibile procedere alla revisione del classamento.

La non emendabilità di accertamenti ab origine fondati su presupposti inesatti, del resto, finirebbe per cristallizzare nel tempo una imposizione falsata nei suoi presupposti, in contrasto con il principio della capacità contributiva garantito dall’art. 53 Cost.

2.3 L’esistenza di un “interesse generale” è connaturata al dovere solidaristico di ciascuno a concorrere alle spese pubbliche in ragione della reale capacità contributiva che si esprime anche per il tramite della corretta applicazione dei criteri di valutazione catastale degli immobili. Questa Corte, infatti, ha ripetutamente chiarito che al contribuente deve essere riconosciuto il diritto di modificare, senza alcun limite temporale, la rendita proposta con la procedura DOCFA, quando la situazione di fatto o di diritto ab origine denunziata non sia veritiera. (cfr. Cass. n. 19379 e n. 22557 del 2008; n. 2995 e 3001 del 2015).

2.4 Orbene se il privato può sempre correggere i propri errori od omissioni ripristinando l’esatto valore secondo il reddito effettivamente retraibile non si vede come l’Ufficio non possa intervenire, anche a distanza di tempo, a rettificare la rendita da proposta dal contribuente.

2.5 Consegue anche che i profili del « legittimo affidamento e certezza del diritto», valorizzati dall’impugnata sentenza per riconoscere l’illegittimità della rettifica catastale, siano del tutto mal posti nella presente fattispecie, avuto riguardo alla natura, sopra evidenziata, dell’atto di attribuzione della rendita catastale la cui modifica o aggiornamento, sia in bonam parte ad iniziativa del contribuente che in malam parte per opera dell’Ufficio, traendo fondamento dal principio contributivo, non è soggetta a limiti temporali né trova limitazioni nel convincimento da parte del contribuente della correttezza dell’attribuzione catastale convalidata dall’Ufficio e successivamente oggetto di revisione.

2.6 Va tuttavia rilevato che non vi sono specifici precedenti di questa Corte che hanno affrontato la questione del riconoscimento anche all’Ufficio della facoltà di adeguare la classificazione catastale alla concreta situazione senza limiti di tempo, in deroga alla disciplina contenuta art. 21 octies L 241/90, che consente l’annullamento dell’atto amministrativo entro limiti ragionevoli a tutela dell’affidamento e delle certezza delle situazioni giuridiche.

2.7 La causa, quindi, non ponendosi in termini dell’immediata evidenza decisoria va rimessa a nuovo ruolo, disponendone la trasmissione alla sezione ordinaria (quinta) per la trattazione in pubblica udienza

P.Q.M.

Dispone la trasmissione del procedimento alla Quinta Sezione per la trattazione in pubblica udienza

Così deciso in Roma nella Camera di Consiglio del 27 gennaio 2021.

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