Giurisprudenza: Giurisprudenza Sentenze per esteso massime |
Categoria: Beni culturali ed ambientali,
Diritto processuale penale,
Diritto urbanistico - edilizia
Numero: 25829 |
Data di udienza: 3 Marzo 2016
* DIRITTO URBANISTICO – Violazioni edilizie – Ordine di demolizione del manufatto abusivo – Natura di sanzione amministrativa di carattere ripristinatorio – Demolizione dell’immobile – Differenza tra demolizione e confisca – Natura sanzionatoria dell’ordine di demolizione – Art. 31, comma 9, del T.U.E. n. 380/2001 – Alienazione a terzi della proprietà dell’immobile abusivamente edificato – Effetti sull’acquirente (reale o simulato) – Reati edilizi – Ordine di demolizione – Richiesta di revoca o sospensione – Presentazione di una istanza di condono o sanatoria successiva al passaggio in giudicato della sentenza di condanna – Verifiche del giudice dell’esecuzione – D.P.R. n. 380/2001 – Giurisprudenza – BENI CULTURALI E AMBIENTALI – Opera abusiva non condonabile – Procedimento di sanatoria – Ininfluenza – Area sottoposta a vincolo paesaggistico.
Provvedimento: Sentenza
Sezione: 3^
Regione:
Città:
Data di pubblicazione: 22 Giugno 2016
Numero: 25829
Data di udienza: 3 Marzo 2016
Presidente: AMORESANO
Estensore: Socci
Premassima
* DIRITTO URBANISTICO – Violazioni edilizie – Ordine di demolizione del manufatto abusivo – Natura di sanzione amministrativa di carattere ripristinatorio – Demolizione dell’immobile – Differenza tra demolizione e confisca – Natura sanzionatoria dell’ordine di demolizione – Art. 31, comma 9, del T.U.E. n. 380/2001 – Alienazione a terzi della proprietà dell’immobile abusivamente edificato – Effetti sull’acquirente (reale o simulato) – Reati edilizi – Ordine di demolizione – Richiesta di revoca o sospensione – Presentazione di una istanza di condono o sanatoria successiva al passaggio in giudicato della sentenza di condanna – Verifiche del giudice dell’esecuzione – D.P.R. n. 380/2001 – Giurisprudenza – BENI CULTURALI E AMBIENTALI – Opera abusiva non condonabile – Procedimento di sanatoria – Ininfluenza – Area sottoposta a vincolo paesaggistico.
Massima
CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. 3^ 22/06/2016 (Ud. 03/03/2016) Sentenza n.25829
DIRITTO URBANISTICO – Violazioni edilizie – Ordine di demolizione del manufatto abusivo – Natura di sanzione amministrativa di carattere ripristinatorio.
In materia di reati concernenti le violazioni edilizie, l’ordine di demolizione del manufatto abusivo, avendo natura di sanzione amministrativa di carattere ripristinatorio, non è soggetto alla prescrizione stabilita dall’art. 173 cod. pen. per le sanzioni penali, né alla prescrizione stabilita dall’art. 28 legge n. 689 del 1981 che riguarda unicamente le sanzioni pecuniarie con finalità punitiva. (Sez. 3, n. 36387 del 07/07/2015 – dep. 09/09/2015, Formisano; Sez. 3, n. 19742 del 14/04/2011 – dep. 19/05/2011, Mercurio e altro).
DIRITTO URBANISTICO – Demolizione dell’immobile – Differenza tra demolizione e confisca – Natura sanzionatoria dell’ordine di demolizione – Art. 31, comma 9, del T.U.E. n. 380/2001 – Alienazione a terzi della proprietà dell’immobile abusivamente edificato – Effetti sull’acquirente (reale o simulato).
Nessuna equiparazione può logicamente farsi tra la demolizione e la confisca, trattandosi di due istituti diversi che operano su piani completamente diversi: sanzionatoria la confisca e solo di riduzione in pristino (riporta il territorio alla condizione iniziale, prima dell’abuso) del bene leso, la demolizione (vedi Cass. Sez. 3, 22/10/2009, n. 48925, Viesti; Cass. Sez. 3, 11/02/2016, n. 5708, Wolgar). Inoltre, la demolizione dell’immobile, attualmente prevista dall’
art. 31, comma 9, del T. U. n. 380/2001 e già dall’art. 7 della legge 28 febbraio 1985 n. 47, non è esclusa anche dalla eventuale alienazione a terzi della proprietà dell’immobile abusivamente edificato. L’eventuale acquirente (reale o simulato) dell’immobile abusivo subirà le conseguenze della demolizione e potrà rivalersi, nelle sedi competenti, nei confronti del venditore. (Sez. 3, 28/3/2007, n. 22853, Coluzzi).
DIRITTO URBANISTICO – BENI CULTURALI E AMBIENTALI – Opera abusiva non condonabile – Procedimento di sanatoria – Ininfluenza – Area sottoposta a vincolo paesaggistico.
In tema di abusivismo edilizio non condonabile su area sottoposta a vincolo paesaggistico, a nulla rileva la pendenza del procedimento di sanatoria nè può prevedersi, attesa la natura del manufatto, l’emissione di un provvedimento amministrativo incompatibile con l’ordine di demolizione.
DIRITTO URBANISTICO – Reati edilizi – Ordine di demolizione – Richiesta di revoca o sospensione – Presentazione di una istanza di condono o sanatoria successiva al passaggio in giudicato della sentenza di condanna – Verifiche del giudice dell’esecuzione – D.P.R. n. 380/2001 – Giurisprudenza.
In tema di reati edilizi, il giudice dell’esecuzione investito della richiesta di revoca o di sospensione dell’ordine di demolizione delle opere abusive di cui all’
art. 31 d.P.R. n. 380 del 2001 in conseguenza della presentazione di una istanza di condono o sanatoria successiva al passaggio in giudicato della sentenza di condanna, è tenuto a esaminare i possibili esiti ed i tempi di conclusione del procedimento amministrativo e, in particolare: a) il prevedibile risultato dell’istanza e la sussistenza di eventuali cause ostative al suo accoglimento; b) la durata necessaria per la definizione della procedura, che può determinare la sospensione dell’esecuzione solo nel caso di un suo rapido esaurimento. (Sez. 3, n.
47263 del 25/09/2014 – dep. 17/11/2014, Russo).
(Dichiara inammissibile il ricorso avverso ordinanza n. 2106/2014 CORTE APPELLO di NAPOLI del 25/03/2015) Pres. AMORESANO, Rel. SOCCI, Ric. Nocerino
Allegato
Titolo Completo
CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. 3^ 22/06/2016 (Ud. 03/03/2016) Sentenza n.25829
SENTENZA
CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. 3^ 22/06/2016 (Ud. 03/03/2016) Sentenza n.25829
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TERZA PENALE
composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
omissis
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso proposto da: NOCERINO FLORINDA N. IL 04/12/1932;
avverso ordinanza n. 2106/2014 CORTE APPELLO di NAPOLI del 25/03/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO MATTEO SOCCI;
lette le conclusioni del PG Dott. Alberto Cardino: << Rigetto del ricorso>>
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Napoli con provvedimento del 25 marzo 2015 rigettava l’istanza di Nocerino Florinda per l’ineseguibilità dell’ordine di demolizione, relativo alla sentenza della Corte di appello di Napoli del 21 giugno 2001, irrevocabile.
2. Nocerino Florinda, tramite il difensore, propone ricorso, per i motivi di seguito enunciati, nei limiti strettamente necessari per la motivazione, come disposto dall’art 173, comma 1, disp. att., cod. proc. Pen.
2. 1. Violazione di legge, art. 173 del cod. pen.
La maturata prescrizione della pena comporta anche la prescrizione dell’ordine di demolizione.
La Corte edu prevede la demolizione come pena, al pari della confisca, e quindi non può dubitarsi della natura penale della demolizione, e quindi applicabile è l’art. 173 del cod. pen.
Inoltre la ricorrente provvedeva a depositare istanza di sanatoria per gli abusi edilizi contestati, con pagamento dei relativi oneri. L’opera è condonabile trattandosi di abuso minore, contrariamente a quanto sostenuto nel provvedimento impugnato.
Ha chiesto quindi l’annullamento del provvedimento impugnato.
3. La Procura Generale della Corte di Cassazione, Sostituto Procuratore generale Alberto Cardino, ha chiesto il rigetto del ricorso.
CONSIDERATO IN DIRITTO
4. Il ricorso è inammissibile per manifesta infondatezza, e per genericità sulla sanatoria.
In materia di reati concernenti le violazioni edilizie, l’ordine di demolizione del manufatto abusivo, avendo natura di sanzione amministrativa di carattere ripristinatorio, non è soggetto alla prescrizione stabilita dall’art. 173 cod. pen. per le sanzioni penali, né alla prescrizione stabilita dall’art. 28 legge n. 689 del 1981 che riguarda unicamente le sanzioni pecuniarie con finalità punitiva. (Sez. 3, n. 36387 del 07/07/2015 – dep. 09/09/2015, Formisano, Rv. 264736; Sez. 3, n. 19742 del 14/04/2011 – dep. 19/05/2011, Mercurio e altro, Rv. 250336).
5. La questione della natura sanzionatoria dell’ordine di demolizione relativamente alle sentenze Cedu sulla confisca è mal posta.
Nessuna equiparazione può, infatti, logicamente farsi tra la demolizione e la confisca, trattandosi di due istituti diversi che operano su piani completamente diversi: sanzionatoria la confisca e solo di riduzione in pristino (riporta il territorio alla condizione iniziale, prima dell’abuso) del bene leso, la demolizione (vedi Cass. Sez. 3, 22/10/2009, n. 48925, Viesti; Cass. Sez. 3, 11/02/2016, n. 5708, Wolgar).
6. Inoltre, la demolizione dell’immobile, attualmente prevista dall’
art. 31, comma 9, del T. U. n. 380/2001 e già dall’art. 7 della legge 28 febbraio 1985 n. 47, non è esclusa anche dalla eventuale alienazione a terzi della proprietà dell’immobile abusivamente edificato. L’eventuale acquirente (reale o simulato) dell’immobile abusivo subirà le conseguenze della demolizione e potrà rivalersi, nelle sedi competenti, nei confronti del venditore. (Sez. 3, 28/3/2007, n. 22853, Coluzzi).
7. Relativamente alla sanatoria il ricorso è estremamente generico, limitandosi a sostenere la sanabilità delle opere trattandosi di abuso minore. L’ordinanza impugnata, invece, evidenzia con adeguata motivazione, immune da contraddizioni o vizi di manifesta illogicità che “l’opera è stata realizzata in area sottoposta a vincolo paesaggistico; non è stata acquisita al patrimonio comunale; per la sua consistenza – manufatto di 200 mq su 3 livelli fuori terra ormai funzionali ed abitati ed ulteriormente modificato … – non può ritenersi un prodotto ininfluente al fine dell’impatto ambientale né è ascrivibile alla categoria di abuso minore, ex punti 4-5-6- dell’allegato 1 … trattandosi di opera non condonabile … A nulla rileva la pendenza del procedimento di sanatoria né può prevedersi, attesa la natura del manufatto, l’emissione di un provvedimento amministrativo incompatibile con l’ordine di demolizione”.
In tema di reati edilizi, il giudice dell’esecuzione investito della richiesta di revoca o di sospensione dell’ordine di demolizione delle opere abusive di cui all’
art. 31 d.P.R. n. 380 del 2001 in conseguenza della presentazione di una istanza di condono o sanatoria successiva al passaggio in giudicato della sentenza di condanna, è tenuto a esaminare i possibili esiti ed i tempi di conclusione del procedimento amministrativo e, in particolare: a) il prevedibile risultato dell’istanza e la sussistenza di eventuali cause ostative al suo accoglimento; b) la durata necessaria per la definizione della procedura, che può determinare la sospensione dell’esecuzione solo nel caso di un suo rapido esaurimento. (Sez. 3, n.47263 del 25/09/2014 – dep. 17/11/2014, Russo, Rv. 261212).
Alla dichiarazione di inammissibilità consegue il pagamento in favore della cassa delle ammende della somma di € 1.000,00, e delle spese del procedimento, ex
art 616 cod. proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di € 1.000,00 in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 03/03/2016