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Giurisprudenza: Giurisprudenza Sentenze per esteso massime | Categoria: Rifiuti, VIA VAS AIA Numero: | Data di udienza: 18 Luglio 2019

RIFIUTI – Decreto Ronchi – Passaggio dall’idea di centralità dello smaltimento alla nozione di gestione dei rifiuti – Gerarchia nel trattamento dei rifiuti – Art. 177, c. 5, d.lgs. n. 152/2006 – Concetto di economia circolare – VIA, VAS E AIA – Autorizzazione Integrata Ambientale – Specificità rispetto alla procedura di VIA – AIA – Autorizzazione costitutiva – Diritto precostituito del privato ad ottenere l’autorizzazione – Insussistenza – Giudice penale – Valutazione di un’ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione – Corruzione – Legittimità della richiesta rivolta dal privato all’amministrazione – Trasparenza nella formazione dei singoli pareri – RUP – Tipicità dei compiti e dei poteri del RUP – Sintesi e coordinamento logico dei diversi pareri – Dialettica costruttiva, semplificazione e comparazione imparziale dei contrapposti interessi in gioco – Contrarietà di un atto ai doveri d’ufficio – Astratta legittimità dell’atto – Poteri discrezionali del pubblico ufficiale asserviti al raggiungimento dell’esito prestabilito – Artt. 318 e 319 c.p. – Vendita della funzione – Atto contrario ai doveri d’ufficio – Fattispecie.


Provvedimento: Sentenza
Sezione: 3^
Regione:
Città: Palermo
Data di pubblicazione: 13 Dicembre 2019
Numero:
Data di udienza: 18 Luglio 2019
Presidente: La Cascia
Estensore: Petruzzella


Premassima

RIFIUTI – Decreto Ronchi – Passaggio dall’idea di centralità dello smaltimento alla nozione di gestione dei rifiuti – Gerarchia nel trattamento dei rifiuti – Art. 177, c. 5, d.lgs. n. 152/2006 – Concetto di economia circolare – VIA, VAS E AIA – Autorizzazione Integrata Ambientale – Specificità rispetto alla procedura di VIA – AIA – Autorizzazione costitutiva – Diritto precostituito del privato ad ottenere l’autorizzazione – Insussistenza – Giudice penale – Valutazione di un’ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione – Corruzione – Legittimità della richiesta rivolta dal privato all’amministrazione – Trasparenza nella formazione dei singoli pareri – RUP – Tipicità dei compiti e dei poteri del RUP – Sintesi e coordinamento logico dei diversi pareri – Dialettica costruttiva, semplificazione e comparazione imparziale dei contrapposti interessi in gioco – Contrarietà di un atto ai doveri d’ufficio – Astratta legittimità dell’atto – Poteri discrezionali del pubblico ufficiale asserviti al raggiungimento dell’esito prestabilito – Artt. 318 e 319 c.p. – Vendita della funzione – Atto contrario ai doveri d’ufficio – Fattispecie.



Massima

TRIBUNALE DI PALERMO, Sez. 3^ penale – 13 dicembre 2019

RIFIUTI – Decreto Ronchi – Passaggio dall’idea di centralità dello smaltimento alla nozione di gestione dei rifiuti.

Col decreto Ronchi (che recepiva la dir. sui rifiuti -91/156/CEE-, la direttiva sui rifiuti pericolosi -91/689/99 CEE- e quella sugli imballaggi -94/62/CEE-, e che abrogava il D.P.R. n. 915/82) si passa dall’idea della centralità dello smaltimento, alla nozione di gestione dei rifiuti, all’interno della quale lo smaltimento costituisce solo l’ultima fase. Il decreto incide profondamente sul sistema di gestione, favorendo il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” attraverso il perseguimento di obiettivi prioritari: attivare un sistema integrato di gestione dei rifiuti; definire e riclassificare i rifiuti; definire le competenze dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni; preferire, nell’ordine, il reimpiego, il riciclaggio e il recupero di energia, con lo smaltimento in discarica come estrema ratio; creare un sistema di recupero degli imballaggi, a carico dei produttori e utilizzatori; definizione di ambiti territoriali ottimali (ATO) che consentano una gestione unitaria del servizio ed un’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi; ridurre la produzione dei rifiuti ed incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, attraverso l’introduzione dell’obbligo di raccolta differenziata. Il decreto Ronchi stabilisce come obiettivo principale la corretta gestione del rifiuto al fine di: «assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e controlli efficaci».

RIFIUTI – Gerarchia nel trattamento dei rifiuti – Art. 177, c. 5, d.lgs. n. 152/2006 – Concetto di economia circolare.

L’art. 177, comma 5, del d.lgs. n. 152/2006 impegna espressamente e direttamente le pubbliche amministrazioni a perseguire, nell’esercizio delle rispettive competenze, iniziative dirette a favorire il rispetto tassativo della “gerarchia” nel trattamento dei rifiuti, di cui al medesimo art. 177 comma 1 ( a. prevenzione, intesa come insieme di misure volte ad impedire la produzione di rifiuti; b. preparazione per il riutilizzo, definita come operazione di controllo, pulizia e riparazione, che permette il riutilizzo del bene; c. riciclaggio, ovvero quella particolare forma di recupero attraverso il trattamento con tecniche appropriate per ottenere altri prodotti o materiali; d. recupero di altro tipo, come ad esempio avviene con le tecniche di recupero per produrre energia e l’utilizzo del rifiuto pretrattato come combustibile, e, solo in ultimo, e. smaltimento, che a sua volta può avvenire, secondo due modalità principali. La prima è costituita dall’incenerimento, la seconda, residuale, dal conferimento a discarica). In aggiunta, a seguito della comunicazione COM (2015) 617 finale della Commissione europea del 2 dicembre 2015 e, soprattutto, a seguito delle quattro direttive 2018/849/UE, 2018/850/UE (specifica in materia di discariche), 2018/851/UE e 2018/852 UE è stata adottata la nuova strategia europea in tema ambientale della c.d. economia circolare, che considera gli oggetti e le sostanze residue del processo produttivo non beni da distruggere, bensì beni da riutilizzare in un nuovo processo, assegnando la qualifica di “rifiuto” a quei residui dell’attività di produzione che non siano altrimenti impiegabili per impossibilità tecnico-economica.

VIA, VAS E AIA – Autorizzazione Integrata Ambientale – Specificità rispetto alla procedura di VIA.

La specificità dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (rispetto alla procedura di VIA) ai sensi dell’art. 5, comma 1, lett. o-bis, del d.lgs. 3 aprile 2006 n. 152 , è di proporsi la tutela contro l’inquinamento rispetto ad impianti che per loro natura sono suscettibili di produrne. Quindi tutti i pareri dei diversi uffici tecnici degli enti coinvolti (ciascuno deputato all’analisi di specifici aspetti del progetto complessivo dell’impianto in valutazione) hanno come punto di convergenza l’obiettivo della tutela dall’inquinamento, pur sempre nell’ambito della pianificazione strategica e della programmazione operativa, predisposta dall’amministrazione regionale (artt.179-180 del d.lgs. n. 152), inerente alla gestione dei rifiuti, quale attività di pubblico interesse (art. 178, comma 1, del d.lgs. n. 152), secondo la “gerarchia” (art. 179, commi 1-2, del d.lgs. n.152), in conformità alla legge e al diritto U.E., nel trattamento dei rifiuti. Dunque l’azione in materia di rifiuti affidata alle autorità amministrative competenti deve essere improntata non alla tutela degli affari privati dei proprietari dei terreni e dei gestori del servizio ma al rispetto dei criteri di salvaguardia dell’ambiente, che trova il suo fondamento costituzionale nei principi di tutela del paesaggio (art. 9 Cost.) e della salute (art. 32 Cost.), cui corrispondono i diritti fondamentali dei cittadini e l’interesse primario della comunità nazionale.

VIA, VAS E AIA – AIA – Autorizzazione costitutiva – Diritto precostituito del privato ad ottenere l’autorizzazione – Insussistenza.

L’A.I.A. si connota come una tipica autorizzazione costitutiva, in quanto è “concessa” per un tempo prestabilito (art. 208, comma 12, d.lgs. n 152) e dunque non sussiste in capo al destinatario alcun precostituito diritto ad ottenerla e quindi può essere rilasciata solo dopo che la pubblica amministrazione abbia valutato discrezionalmente i vari interessi pubblici rilevanti, che vengono in evidenza nel corso dell’iter procedimentale, soprattutto con riferimento alla strategia di fondo (aderente alle disposizioni U.E.) prescelta in materia di gestione dei rifiuti e accolta dalla amministrazione competente (art. 179, commi 1, 2 e 5; art. 180 del d.lgs. n. 152).

VIA, VAS E AIA – Giudice penale – Valutazione di un’ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione – Corruzione – Legittimità della richiesta rivolta dal privato all’amministrazione – Trasparenza nella formazione dei singoli pareri.

Il giudice penale, chiamato a valutare un’ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione, come la corruzione, più occuparsi incidentalmente dell’andamento delle procedure amministrative e dei loro specifici snodi ed atti, ed in funzione esclusiva delle valutazioni del materiale probatorio relativo agli elementi soggettivi e oggettivi delle condotte di reato, attribuite agli imputati e come di espressioni sintomatiche o meno di questi. D’altra parte è evidente che quando si tratta di procedure (VIA e AIA) complesse e articolate una cosa è la legittimità della richiesta rivolta dal privato all’amministrazione (anche presunta) altra cosa è la trasparenza nella formazione dei singoli pareri che le compongono, suscettibili di influenzarne l’esito. Sicché anche su un piano teorico astratto non è ravvisabile alcuna incompatibilità a priori tra un’istanza legittima e la volontà del privato di pretendere dal funzionario, che decidesse di corrompere, il compimento di atti contrari ai suoi doveri d’ufficio. Ciò è riferibile soprattutto alle ipotesi connotate da un alto grado di discrezionalità e da una congerie di adempimenti, che più si prestano al rischio che il funzionario corrotto, investito del coordinamento in posizione di RUP, si adoperi per porre in essere (nel compimento specifico dei suoi atti di coordinatore) artifizi o raggiri diretti ad ingannare e quindi ad inquinare le valutazioni di altre autorità amministrative coinvolte nelle scelte, inficiando la validità e condizionando impropriamente la dialettica valutativa collettiva dei partecipanti alle conferenze.

VIA, VAS E AIA – RUP – Tipicità dei compiti e dei poteri del RUP – Sintesi e coordinamento logico dei diversi pareri – Dialettica costruttiva, semplificazione e comparazione imparziale dei contrapposti interessi in gioco.

La prospettazione secondo cui il RUP sarebbe un esecutore di meri compiti materiali o comunque di poco conto, è in aperto contrasto con la tipicità dei compiti e dei poteri del RUP : il “capitolo 1 della legge 554/99 recita che i compiti del responsabile del procedimento sono innumerevoli, in particolare egli ha funzioni propositive e il alcuni casi decisionali”; nella procedura di AIA (di cui nella fattispecie si occupava l’imputato in qualità di RUP) convergono complesse valutazioni tecniche, in particolare quelle effettuate in sede di VIA, che richiedono raffinate analisi, appunto, sull’impatto del progetto, da tutti i punti di vista della vivibilità e dell’ambiente e comparazioni di interessi. La specificità funzionale di tale procedura amministrativa richiede una notevole competenza valutativa del RUP, il quale deve sintetizzare e coordinare logicamente tutti i suddetti pareri, e farlo a beneficio di tutti i partecipanti alla conferenza dei servizi, nell’ottica della dialettica costruttiva, della semplificazione e al fine della comparazione imparziale dei contrapposi interessi in gioco.

VIA, VAS E AIA – Contrarietà di un atto ai doveri d’ufficio – Astratta legittimità dell’atto – Poteri discrezionali del pubblico ufficiale asserviti al raggiungimento dell’esito prestabilito.

La giurisprudenza è assolutamente granitica nel ritenere che ai fini della configurabilità della contrarietà dell’atto ai doveri d’ufficio, occorre aver riguardo non solo all’astratta legittimità formale dello stesso, ma anche al percorso che ha condotto alla sua adozione e che quindi quando i poteri discrezionali del pubblico ufficiale siano per effetto della corruzione asserviti al raggiungimento dell’esito prestabilito, con rinuncia a priori della valutazione imparziale degli interessi in gioco, l’atto si configura come contrario ai doveri d’ufficio, esulando pertanto dalla sfera di applicabilità dell’art. art. 318 c.p. (cfr. tra le molteplici Cass. Sez. 6, sent. n. 18707 del 09.02.2016, Rv. 266991; Sez. 6, sent. n. 30762 del 14.05.2009, Rv. 244530).

VIA, VAS E AIA – Artt. 318 e 319 c.p. – Vendita della funzione – Atto contrario ai doveri d’ufficio – Fattispecie.

Dopo la modifica del novembre 2012, l’art. 318 c.p. pone al centro del sistema la vendita pura e semplice della funzione, punendo la condotta del pubblico ufficiale che genericamente prometta al privato, dietro una ricompensa attuata o da attuare, la messa a disposizione della sua funzione, indipendentemente dalla conformità o difformità dai doveri d’ufficio dell’eventuale atto da compere, senza cioè che vi sia la prova che l’accordo corruttivo abbia individuato l’atto da compiersi o la sua sfera. Naturalmente, essendo rimasto immutato l’art. 319 (salvo che per l’entità della pena), se poi quella mera promessa generica e indistinta progredisce nella promessa o nel compimento di un atto contrario ai doveri dell’ufficio del pubblico ufficiale, allora la condotta sarà punita ai sensi dell’art. 319 c.p., e ciò anche laddove dovesse restare agganciata a quell’originario patto generico di messa a disposizione della funzione (tra le molteplici cnfr. Cass, VI 27.9.2016 n. 40237, secondo cui nel caso che la vendita della funzione, anziché essere circoscritta alla sola commissione di atti conformi ai doveri d’ufficio contempli anche la consumazione di atti contrari ai suddetti doveri, si realizza una forma di progressione criminosa nel cui ambito le singole dazioni eventualmente effettuate si atteggiano ad elementi esecutivi di un unico reato di corruzione propria a consumazione permanente. Nella fattispecie il Tribunale di Palermo ha ritenuto fuori discussione che gli imprenditori corruttori del funzionario del servizio VIA VAS della Regione siciliana lo remunerassero proprio per ottenere specifici atti che afferivano all’esercizio delle discariche già attivate o ai progetti di quelle di cui chiedevano l’autorizzazione integrata ambientale).

Pres. La Cascia, Est Petruzzella – imp. C.G. (avv. Motisi) e altri


Allegato


Titolo Completo

TRIBUNALE DI PALERMO, Sez. 3^ penale – 13 dicembre 2019

SENTENZA

N. 6443/2014 RGT

N. 10308/2011 RGNR

 

TRIBUNALE DI PALERMO

SEZIONE III PENALE

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale composto dai giudici

dottor Fabrizio La Cascia Pres.

dott.ssa Marina Petruzzella relatrice

dott.ssa Maria Ciringione;

alla pubblica udienza del 18 luglio 2019, ha pronunciato

                    SENTENZA

Nei confronti di

C. G., nato a Palermo il 27.07.1958, libero presente, difeso dall’avv.to Massimo Motisi del foro di Palermo;

P. M., nato a Misterbianco il 09.03.1966, libero presente, difeso dagli avv.ti Michele Ragonese del foro di Catania e V. di Benedetto del foro di Palermo;

S. L., nato ad Agrigento il 28.03.1960, libero presente, difeso dagli avv.ti U. Tortora del foro di Barcellona Pozzo di Gotto e Enrico Quattrocchi del foro di Agrigento;

S. N. detto “V.”, nato ad Agrigento il 28.08.1961, libero presente , difeso dagli avv.ti U. S. del foro di Agrigento e Fabio Anile del foro di Roma;

A. U., nato a Borgomanero (No) il 04.08.1961, residente in Armeno (No) difeso dagli avv.ti Ferdinando Brocca del foro di Barcellona Pozzo di Gotto e U. Tortora, con studio in Verbania;

IMPUTATI

  1. C. G. e P. M. :

del reato di cui agli artt. 81 cpv., 319 321 c.p., perché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, anche in tempi diversi, C. G., in qualità di funzionario dell’assessorato regionale territorio ambiente quindi pubblico ufficiale, riceveva e accettava la promessa di denaro ed altre utilità da P. M., presidente della OIKOS S.p.A., società con sede a Catania che gestisce lo smaltimento dei rifiuti- a titolo di controprestazione per la commissione di atti contrari ai doveri del proprio ufficio, di fedeltà imparzialità e onestà anche omettendo atti doverosi del proprio ufficio, quali garantire una corsia preferenziale nel rilascio del rinnovo dei necessari provvedimenti autorizzativi, di fornire consulenza tecnica nella risoluzione di problematiche amministrative, il comunicare preventivamente l’imminenza di eventuali controlli e fornire continuamente tutte le informazioni anche riservate, di cui era a conoscenza in forza del ruolo ricoperto all’interno della pubblica amministrazione, il garantire all’imprenditore la continuità dell’esercizio dell’attività, e quindi la percezione degli introiti fatturati, nel caso in cui, per problemi tecnici, l’azienda avrebbe, invece, dovuto interromperlo, e comunque metteva a disposizione la propria funzione a tale titolo.

In particolare riceveva continue somme di denaro in contanti, pari a diverse decine di migliaia di euro, il pagamento di viaggi e soggiorni presso strutture ricettive alberghiere per sé e per la propria famiglia, il pagamento dell’uso di un’autovettura presa a nolo, l’offerta di prestazioni sessuali a pagamento, un impianto stereo del valore di euro 10.000.

Nello specifico riceveva tra l’altro le seguenti utilità:

il noleggio di un’autovettura dal 9 all’11 novembre 2011, dell’importo sostenuto dal P. di euro 149,46;

il pagamento dei servizi alberghieri dal nove all’11 novembre 2011 presso il grande hotel di Rimini, sostenuto dal P. per un totale di euro 717,00;

il pagamento di biglietti aerei Palermo Bologna andata e ritorno dal nove all’11 novembre 2011, sostenuto dal P., del costo complessivo di euro 486,46;

il pagamento dei servizi alberghieri per il Canova e/o i suoi familiari presso l’hotel Baia Verde di Aci Castello, sostenuto dal P., nei seguenti periodi e per gli importi indicati:

dal 10 al 13 luglio 2008 per euro 1667,50;

dal 6 all’8 febbraio 2009 per euro 1621,20;

dal 28 marzo 2009 al 29 marzo 2009 per euro 777,00;

dal 24 al 28 giugno 2009 per euro 2306,64;

dal 2 al 4 gennaio 2010 per euro 1365,00;

dal 10 al 13 marzo 2010 per euro 923,41;

dal sette al 9 maggio 2010 per euro 1510,50;

dal 14 al 16 maggio 2010 per euro 1286,20;

dal 21 al 24 ottobre 2010 per euro 2136,00;

dal 28 al 30 dicembre 2010 per euro 1198,72;

dal 25 al 27 febbraio 2011 per euro 1151,50;

dal 22 al 26 aprile 2011 per euro 3401,63;

dall’1 al 5 giugno 2011 per euro 2433,50;

dal 25 al 28 agosto 2011 per euro 1959,50;

dal 15 al 18 settembre 2011 per euro 1728,50;

dal 3 al 7 gennaio 2012 per euro 2605,00;

dal 20 al 21 aprile 2012 per euro 114,00;

dal 28 aprile al 1 maggio 2012 per euro 2917,90,

per un totale di euro 31.153,70;

-la consegna di una mazzetta in contanti dell’importo pari ad euro 5000, in data 28 febbraio 2012;

la consegna di una mazzetta in contanti dell’importo di euro 2000,00, in data 6 marzo 2012;

l’offerta di prestazioni sessuali a pagamento con spese a carico del P., nel marzo 2012;

la consegna di una mazzetta in contanti dell’importo pari ad euro 10.000 in data 29 marzo 2012, somma utilizzata dal C. per l’acquisto di un televisore;

il pagamento dei servizi alberghieri per il C. e i suoi familiari presso l’hotel Capo Taormina, di Taormina, sostenuto dal P., nei seguenti periodi e per gli importi indicati:

dal 17 al 21 luglio 2009 per euro 2151,20;

dal 4 al 6 settembre 2009 per euro 2063,50;

dal 7 al 10 ottobre 2009 per euro 1843,50;

dal 30 giugno al 4 luglio 2010 per euro 3907,60;

dal 26 al 31 agosto 2010 per euro 4725,50;

dal 14 al 17 giugno 2013 per euro 644,50

per un totale di euro 15.335,80;

la consegna di una mazzetta in contanti dell’importo pari ad euro, 10.000,00 in data 24 giugno 2013;

la consegna di una mazzetta in contanti dell’importo pari ad euro 10.000,00 in data 25 giugno 2013;

in Palermo dal luglio 2008 al 27 novembre 2013

  1. C. G. e S. L. e S. N., detto “V. :

del reato di cui agli artt. 81 cpv., 319 321 c.p., perché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, anche in tempi diversi, C. G., in qualità di funzionario dell’assessorato regionale territorio ambiente quindi pubblico ufficiale, riceveva e accettava la promessa di denaro ed altre utilità da S. N. S. L., legali rappresentanti, rispettivamente, della SICEDIL srl, con sede in Villaseta, contrada Zunica, Agrigento, attiva nel settore dello smaltimento dei rifiuti, e della SOAMBIENTE srl, con sede in Villaseta, contrada Zunica, Agrigento, attiva nel settore del trattamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti, a titolo di controprestazione per la commissione di atti contrari ai doveri del proprio ufficio di fedeltà, imparzialità e onestà, quali il garantire una corsia preferenziale nel rilascio dei necessari provvedimenti autorizzativi per le discariche nei comuni di Noto e Pachino gestite dalle predette società anche omettendo atti doverosi del proprio ufficio, fornire consulenza tecnica nella risoluzione di problematiche amministrative, comunicare preventivamente e continuamente tutte le informazioni, anche riservate di cui era a conoscenza in forza del ruolo ricoperto all’interno della pubblica amministrazione comunque nel mettere a disposizione la propria funzione a tale titolo.

In particolare riceveva somme di denaro in contanti, pari ad almeno 100.000,00 euro, una cesta piena di prodotti alimentari, l’offerta di una villetta, in fase di realizzazione, sita in Agrigento, località Scala dei Turchi.

In Palermo dal maggio 2011 al maggio 2012

  1. C. G. e A. U. :

del reato di cui agli artt. 81 cpv., 319 321 c.p., perché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, anche in tempi diversi, C. G., in qualità di funzionario dell’assessorato regionale territorio ambiente quindi pubblico ufficiale, riceveva e accettava la promessa di somme di denaro in contanti pari a diverse decine di migliaia di euro, da Antonioni U., amministratore delegato della società OSMOS spa, , con sede a Novara, a titolo di controprestazione per la commissione di atti contrari ai doveri del proprio ufficio di fedeltà, imparzialità e onestà, quali il garantire una corsia preferenziale per il rilascio dei necessari provvedimenti autorizzativi relativi alla realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (biogas) e conseguente elettrodotto da effettuarsi all’interno della discarica sita nel comune di Mazzarà Sant’Andrea (Messina) gestita dalla Tirreno ambiente S.p.A., fornire consulenza tecnica nella risoluzione di problematiche amministrative, il comunicare preventivamente continuamente tutte le informazioni, anche riservate, cui era a conoscenza in forza del ruolo ricoperto all’interno della pubblica amministrazione e comunque metteva a disposizione la propria funzione tale titolo. In Palermo dal novembre 2011 febbraio 2012

Parte offesa non costituitasi Regione siciliana;

Parte offesa costituitasi parte civile, nei confronti di C. G. e P. M., Comune di Motta Sant’Anastasia, rappresentato dal difensore avv.to Ignazio Danzuso.

Conclusioni delle parti

Pm: affermarsi la penale responsabilità degli imputati e condannare C., ritenuta la continuazione sotto il capo A, alla pena di anni sette di reclusione, P. alla pena di anni sei di reclusione, S. L. e S. N. alla pena di anni quattro mesi sei di reclusione ciascuno, A. U. alla pena di anni quattro di reclusione, come da memoria depositata all’udienza del 30 maggio 2019;

il difensore della parte civile, Comune di Motta Sant’Anastasia : affermazione della responsabilità penale per i reati nozione ascritti a C. e P. e risarcimento del danno, come da comparsa conclusionale, con acclusa nota spese, depositata il 30 maggio 2019;

il difensore di C. G. : assoluzione perché il fatto non sussiste o non costituisce reato, riportandosi alla richiesta di patteggiamento già avanzata, in subordine minimo della pena e benefici concedibili;

i difensori di P. M. : l’assoluzione perché il fatto non sussiste, in subordine, escludere i fatti successivi al novembre del 2012 e riqualificare le condotte precedenti ai sensi dell’art. 318 codice penale, minimo della pena, e come anche da memoria scritta;

i difensori di S. N. e S. L. : in via preliminare reiterano la richiesta di citazione del teste U. Gennuso; in subordine assoluzione dei loro assistiti perché il fatto non sussiste; in ulteriore subordine, previa riqualificazione del fatto commesso ai sensi dell’articolo 319 quater c.p., assoluzione in quanto all’epoca tale condotta non era punita come reato; in estremo subordine riqualificarsi la condotta ai sensi dell’art. 318 c.p. ed applicarsi il minimo della pena, come da memoria;

i difensori di A. U., e precisamente l’avv.to Tortora anche in sostituzione dell’avv.to Brocca : assoluzione perché il fatto non sussiste o per non averlo commesso, in subordine riqualificarsi il fatto ai sensi dell’articolo 346 bis c.p. e quindi assoluzione perché all’epoca dei fatti la norma non era vigente, come anche da memoria prodotta.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Il Gip presso il Tribunale di Palermo con decreto dell’8 ottobre 2014 disponeva il rinvio a giudizio di C. G., P. M., S. L., S. N., A. U., sulle accuse di corruzione esattamente riportate in epigrafe.

All’udienza del 12 gennaio 2015 (presenti C. G., sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere, P. M. e i fratelli N. e L. S. ed assente A. U., anch’essi tutti sottoposti a misure cautelari) le associazioni Codici Onlus e Codici Sicilia e il Comune di Motta Sant’Anastasia, per il tramite dei rispettivi procuratori, dichiaravano distintamente la loro costituzione di parte civile, le due associazioni nei confronti di tutti gli imputati, il Comune di Motta Sant’Anastasia esclusivamente nei confronti del P. e del C..

All’udienza del 14 gennaio 2015 veniva disposto un rinvio, stante l’accoglimento della dichiarazione di astensione di uno dei componenti del Collegio.

All’udienza del 19 gennaio 2015, davanti al Collegio da ultimo designato, presente anche il procuratore del Comune di Misterbianco, i difensori degli imputati chiedevano dichiararsi inammissibile le costituzioni come parti civili delle associazioni e dei due Comuni suddetti. Il Tribunale dichiarava inammissibile la costituzione delle menzionate associazioni, per via della genericità degli statuti circa gli interessi tutelati, e di quella del Comune di Mistebianco, ritenendola intempestiva. Il Tribunale infine dichiarava l’inammissibilità della richiesta di applicazione pena, ex art. 444 c.p.p., a favore del C., reiterata, in modo inalterato, dopo essere stata rigettata dal giudice dell’udienza preliminare.

All’udienza del 29 gennaio 2015 (presente anche il procuratore del costituito Comune di Motta Sant’Anastasia), il Pm dichiarava di non prestare il consenso alla richiesta di applicazione della pena, come riformulata dal difensore del C. (anni 4, mesi 3 di reclusione).

Dichiarata l’apertura del dibattimento, il Pm chiedeva l’ammissione dei testi di lista, l’esame degli imputati e la nomina di un collegio peritale per la trascrizione delle conversazioni intercettate specificamente indicate. I difensori insistevano nelle rispettive richieste istruttorie e chiedevano termine per esaminare la richiesta del Pm, riguardante il conferimento dell’incarico delle trascrizioni, sollevando profili di inutilizzabilità delle intercettazione espletate nell’ambito del procedimento n. 9190/2013 RGNR. Il Tribunale, riservandosi di decidere sulle trascrizioni dei decreti nn. 1099 e 1090 del 2013 (relativi al procedimento n. 9190/2013), oggetto delle eccezioni dei difensori, ammetteva tutte le altre istanze istruttorie delle parti.1

All’udienza del 5 febbraio 2015 il Pm, ad integrazione della replica già esposta alla suddetta opposizione dei difensori, depositava memoria con allegata la nota della Questura di Palermo e dei Carabinieri del NOE del 4 aprile 2013. Il Tribunale, all’esito della camera di consiglio, dava lettura dell’ordinanza che rigettando i rilievi delle difese ammetteva le trascrizioni delle conversazioni indicate dal PM, nominando al fine i periti Roberto Genovese, Antonino Caiozzo e U. Drago (veniva approntato un calendario di dodici udienze, fino al 21 maggio 2015).

All’udienza del 26 febbraio 2015 il Tribunale non ammetteva la costituzione di parte civile della Regione siciliana -per il tramite dell’avvocatura dello stato-, rilevandone la tardività, dal momento che l’ente aveva ricevuto per tempo regolare notificazione del decreto di rinvio a giudizio e di fissazione dell’udienza dibattimentale.

Veniva quindi esaminato il teste Gaetano Fantucchio, della Squadra mobile di Agrigento. 2

All’udienza del 19 marzo 2015 il Tribunale preliminarmente dava lettura dell’ordinanza di sostituzione delle misure cautelari applicate a C., al P. e ai S.. Il Pm chiedeva disporsi la trascrizione di poche altre comunicazioni intercettate. Di seguito veniva esaminato il teste di Pg Paolino Evola, sulle indagini condotte dalla Squadra mobile della Questura di Palermo (in parziale collaborazione anche con il NOE dei Carabinieri di Palermo).

All’udienza del 23 marzo 2015 veniva disposto un rinvio, stante la precarietà ella composizione del Collegio.

All’udienza del 26 marzo 2015 veniva escusso il teste di Pg Massimo Anitra (sul servizio di osservazione del 19 settembre 2011 dell’incontro all’interno dell’ufficio del suo ufficio tra il C. e i S.). Si acquisivano cinque fotografie, mostrate al teste durante il suo esame.

All’udienza del 9 aprile 2015 veniva esaminato il teste V. Arnone (direttore del dipartimento ambiente, dell’Assessorato al territorio e all’ambiente della Regione siciliana, in cui era incluso il Servio VIA VAS in cui prestava servizio il C.).

All’udienza del 13 aprile 2015 su accordo delle parti veniva acquisita la documentazione contabile dell’Ata Hotel Capo Taormina, con attestazione del general manager, e documentazione contabile dell’Hotel Baia Verde di Acicastello, con nota a firma del direttore Aldo Valenziano Santangelo, e del Grand Hotel di Rimini, con nota a firma del direttore e verbale di sommarie informazioni del 3.12.2013 della teste Tea Caterina Cacciola. Venivano quindi esaminati sulla circostanze attestate da tali documenti, la Cacciola e il teste Leopoldo Veronese (quest’ultimo sul soggiorno del C. presso il Grand Hotel di Rimini, nel novembre del 2011, in occasione della fiera Eco Mondo). Di seguito venivano escussi i testi di Pg Nicola Attolico, sui servizi di osservazioni svolti durante le indagini 3, e Sergio Moschera su altri accertamenti.4

All’udienza del 16 aprile 2015 l’incarico già conferito ai periti trascrittori veniva esteso alle residue conversazioni di cui alla richiesta integrativa depositata dal Pubblico Ministero. Venivano quindi esaminati come persona indagata di reato connesso Francesco D’Urso, dell’ARPA di Catania (su episodi riguardanti lo stesso e il P.) e la teste Maria Lo Bello (ex assessore, sulla vicenda del trasferimento del C., nel 2013, e sull’auto da lui acquistata dall’A.).

All’udienza del 20 aprile 2015 venivano esaminati i testi U. Arcidiacono e Salvatore M. Sudano (rispettivamente segretario e legale della società Oikos del P.) e acquisito il testo del promemoria mandato dal Sudano al C. il 5 marzo 2012, intitolatoDISCARICA per rifiuti non pericolosi c.da Valanghe d’Inverno Motta Sant’Anastasia CT Richiesta di annullamento decreto AIA n. 221 del 19.3.2009 (tratto dal Sudano dalla richiesta di misura cautelare del Pm, fogli da 61 a 63, letta su Internet e da lui offerto al Tribunale).

All’udienza del 4 maggio 2015 veniva esaminato il teste Alberto Tinnirello, (responsabile del Servizio 3 autorizzazioni e concessioni del Dipartimento dell’assessorato regionale all’energia, sulla vicenda relativa all’impianto gestito dalla società dell’A.) e quindi acquisita nota dell’Assessorato regionale all’energia dell’1 dicembre 2011. La difesa dell’A. produceva un fascicolo formato da n. 34 documenti.

All’udienza del 21 maggio 2015, presenti in qualità di imputate in procedimento connesso Grazia Marletta e Veronica Puglisi (rispettivamente dipendente amministrativa e responsabile del piano di sicurezza e controllo della discarica della OIKOS del P.), solo la seconda accettava di rendere l’esame. Venivano quindi prodotti dal Pm i documenti costituiti dalla mail del 6 marzo 2012 -oggetto di intercettazione- inviata dalla Puglisi all’indirizzo email del C., insieme a due allegati in formato pdf, e poi dal difensore del P. i verbali di collaudo dell’impianto di pretrattamento/preselezione della discarica di Motta SAnt’Anastasia della OIKOS, del 22 marzo e del 22 giugno 2010.

All’udienza del 25 maggio 2015 venivano esaminati i periti trascrittori, ai quali veniva consegnato il supporto della conversazione progressivo n. 2375, del 29 maggio 2012, prima non ricevuto dal Pm.

Alle udienze consecutive del 4 e 18 giugno e 24 settembre 2015 veniva ancora esaminato il sovrintendente Paolino Evola, sulle attività di intercettazione inerenti partitamente al C. col P., con i fratelli S. e con l’A.. Inoltre all’udienza del 18 giugno il Pm con l’accordo della difesa dell’Antinioli produceva gli atti del processo verbale di verifica della GdF del 7 marzo 2013 nei confronti della società Autoarona.

All’udienza del 19 novembre 2015 veniva ascoltato il teste di Pg ispettore Antonio Palmariello, su alcune acquisizioni documentali effettuate durante le indagini. 5

All’udienza del 14 dicembre 2015 veniva esaminato il teste maresciallo Vito Mazara, del NOE dei Carabinieri (sugli aspetti tecnici dell’esercizio della discarica della OIKOS e sugli episodi di fermo impianto ed altro).

All’udienza dell’8 febbraio 2016 si procedeva all’esame del teste Vincenzo Frazzetto (architetto dell’ufficio tecnico del comune di Pachino, sull’istanza dei S. per la realizzazione della discarica in contrada Camporeale a Pachino). Seguiva l’acquisizione del supporto con i dati e la documentazione indicati dal teste Mazzara.

All’udienza del 7 aprile 2016 veniva espletato l’esame dell’imputato U. A. e venivano acquisiti i verbali degli esami da questi resi davanti al Gip di Novara il 21 luglio 2014 e innanzi al Pm il 10 settembre 2014. Inoltre si acquisiva materialmente la documentazione di cui all’udienza del 14 dicembre 2015 (le cui registrazioni su supporto informatico erano state prodotte all’udienza dell’8 febbraio 2016).

All’udienza del 5 maggio 2016 il difensore di L. S. dichiarava che quest’ultimo non intendeva sottoporsi all’esame. Lo stesso dichiarava di P. M. il suo difensore.

All’udienza del 6 giugno 2016 venivano acquisiti i verbali degli interrogatori resi durante le indagini da L. e N. S., il 21 luglio 2014, da A., il 10 settembre 2014, e da P. M., il 18 e il 25 luglio 2014.

All’udienza del 7 luglio 2016 il difensore del C. dichiarava che questi non intendeva sottoporsi all’esame e chiedeva l’acquisizione dei verbali delle sue dichiarazioni rese durante le indagini, di cui offriva copie. C. a quel punto chiedeva di rendere dichiarazioni spontanee ma in effetti si riportava ad una memoria scritta di suo pugno, che veniva acquisita.

All’udienza del 13 ottobre 2016 (presente P. col nuovo difensore avv.to Nino Caleca) la difesa del C. dichiarava di rinunciare a tutti i testi della sua lista ad eccezione di Vincenzo Sansone (ex dirigente del Servizio VIA VAS dell’assessorato al territorio, cui era assegnato il C.), Isabella Ferrara, Andrea Lipari, Salvo Raciti, del teste n. 28 della lista e della teste Angela Tumminello. L’avvocato S., per gli imputati L. e N. S., dichiarava di rinunciare ad un elenco di n. 40 testi tra quelli di lista ammessi, insistendo per l’audizione del consulente U. Grimaldi. Il difensore dell’A. insisteva per tutti i testi. L’avvocato Caleca, per P., rinunciava a n. 16 testi, chiedendo di sostituire il teste di cui al n. 54 della lista col professore Francesco Petrone.

All’udienza del 19 gennaio 2017, stante la sua nuova composizione il Tribunale procedeva alla rinnovazione del dibattimento e, su richiesta delle parti, a riammettere i testi delle loro liste, e alla dichiarazione di utilizzabilità degli elaborati dei periti trascrittori già disposti ed acquisti. L’avvocato Buggea, nell’interesse dei S., dichiarava di non prestare il consenso all’utilizzazione delle dichiarazioni testimoniali già raccolte, ad eccezione di quelle del teste di Pg Evola e del teste architetto Frazzetto. Il Pm e tutti gli altri difensori invece prestavano il consenso all’utilizzazione di tutti gli atti acquisiti.

All’udienza del 26 gennaio 2017 venivano esaminati nuovamente i testi V. Arnone e Fantucchio Gaetano.

All’udienza del 16 marzo 2017 il difensore del C. faceva presente che C. era stato tratto nuovamente in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Catania.

Alle udienze consecutive del 20 marzo e 25 maggio 2017 i difensori dichiaravano di aderire all’iniziativa di astensione proclamata dall’Unione delle Camere Penali e pertanto, entrambe le volte, il Tribunale dichiarava la sospensione dei termini di prescrizione del reato.

All’udienza del 6 luglio 2017 venivano escussi i testi Roberto Sant’Agostino (al quale veniva esibita la documentazione riguardante l’A., già acquista all’udienza del 18 giugno 2015) e Carlo Lanza (sul pagamento dell’autovettura Audi da parte del C., in due tranche, nel 2008 e nel 2011).

All’udienza del 2 novembre 2017 veniva esaminata dai difensori del P. la teste Isabella Ferrara (sui compiti cui era addetta nell’ambito della procedura di VIA sui progetti delle discariche, presso il Servizio dell’ARTA diretto dall’ing. Latteo).

All’udienza del 20 novembre 2017, nell’assenza degli altri testi richiesti dagli avvocati del C. dei S. e di A., venivano esaminati i testi Angela Tumminello (sulle modalità di P.collazione dei fax, che arrivavano nell’ufficio del C.) e Vincenzo Cefalù (sulla vendita delle apparecchiature televisive al C. e al P. presso il negozio Pick up di Palermo).

All’udienza del 4 dicembre 2017 l’avvocato U. S., difensore dei fratelli S., produceva documentazione relativa alla vicenda delle procedure di AIA, sui progetti delle discariche che questi erano interessati a realizzare a Noto e Pachino. Quindi sulle stesse situazioni venivano esaminati i testi Solegreco, Maurizio Genovese e M. Morello (in particolare sulle valutazioni da ciascuno espresse, in virtù dei rispettivi uffici, su tali progetti).

All’udienza del 15 gennaio 2018 venivano escussi i testi U. Cannistraro (amministratore giudiziario nominato a seguito del sequestro disposto dal Gip l’11.1.2013 dell’impianto di biogas della società Osmos amministrata dell’A. all’interno della discarica di Mazzarà S’Andrea). Seguiva la produzione documentale del difensore dell’A. degli atti citati dal teste. Venivano di seguito sentiti i testi Aurelio Vitale (chimico della Provincia regionale di Siracusa) e Paolo Bonaiuto, all’epoca dei fatti riguardanti i S., sindaco del Comune di Pachino.

All’udienza del 5 febbraio 2018 veniva disposto un rinvio, a causa della precarietà del collegio.

All’udienza del 26 aprile 2018 (e non 5 febbraio 2018 febbraio come scritto per errore materiale nel verbale) veniva stabilito un altro rinvio, per la stessa ragione.

All’udienza del 17 maggio 2018, a causa della nuova composizione collegio giudicante, si procedeva un’altra volta alla rinnovazione del dibattimento. Tutte le parti dichiaravano di riportarsi alle originarie richieste ed espressamente di prestare il consenso all’utilizzabilità di tutti gli atti acquisiti.

All’udienza del 2 luglio 2018 veniva esaminato il teste, a discarico del C., Natale Zuccarello (all’epoca dei fatti capo del Servizio dell’assessorato al territorio e all’ambiente, cui era addetto il C.).

All’udienza dell’8 ottobre 2018 veniva disposto un rinvio a causa della precarietà della composizione del Collegio.

All’udienza del 28 gennaio 2019 non erano presenti i testi degli elenchi ammessi delle difense ed ancora da escutere. Le stesse facevano presente di non reputare di doverli citarli per quell’udienza e chiedevano un rinvio per potervi provvedere. Il Tribunale, all’esito della camera di consiglio, revocava l’ordinanza ammissiva dei residui testi delle liste degli imputati, valutando che la loro mancata citazione o non presenza (alcuni erano stati citati soltanto lo stesso gennaio 2019) fosse sintomatica di un non effettivo interesse delle parti al loro esame, tenendo conto dei tempi del processo e che non era mai venuto meno l’onere di citarli.

All’udienza del 25 febbraio 2019 , a seguito di un’articolata memoria dei difensori dei S., il Tribunale, in parziale modifica della ordinanza del 28 gennaio, ammetteva alcuni dei testi indicati nella medesima memoria. Quindi venivano escussi i testi presenti Serena Bonfiglio e Gerlando Alonge (legali cui si rivolsero i S., per le procedure sulle istanze per Noto e Pachino), U. Grimaldi e Salvatore Zaccaro (consulente geologo il primo e ingegnere progettista l’altro, incaricati dai S.).

All’udienza del 18 marzo 2019 veniva escussi i testi V. Casella (della Asl di Siracusa, sulla valutazione data sui codici CER del progetto della discarica di Pachino), U. Latteo (ex dirigente, in quiescenza dal 2015, dell’unità operativa dell’assessorato regionale al territorio e all’ambiente, che si occupava della VIA dei progetti dell’impiantistica delle opere pubbliche in genere e di quella del settore rifiuti), Alessandra Trigilia (della Sovrintendenza di Siracusa), Marco Ruscica (geologo della Hyblon), Antonio Patella (all’epoca dei fatti responsabile del Servizio 7 del Dipartimento della Regione Acque e Rifiuti), ancora in ordine ai procedimento di AIA per i progetti di Noto e Pachino.

All’udienza del 29 aprile 2019 si compiva l’esame dei testi Marcella Belfiore (consulente della Oikos, sulla note di riscontro al provvedimento della Regione che nel 2014 negò il rinnovo dell’AIA alla Oikos), Federico Vagliasindi (ingegnere professore, divenuto nel 2013 e nel 2014 consulente della Oikos, sugli episodi di fermo impianto di aprile 2012) e U. Lo Cicero (direttore tecnico della Oikos). Il Pm chiedeva termine per esaminare la ponderosa documentazione, di cui all’elenco predisposto dall’avv.to Ragonese, ammessa poi all’udienza successiva. L’avvocato S. produceva sua volta altra documentazione, con indice allegato e memoria difensiva.

Il Tribunale rigettando la richiesta dell’avv.to S. di disporre l’accompagnamento coattivo dei testi Mannino e Gennuso (onorevole Gennuso detto Pippo, sulla sua partecipazione ad una conferenza dei servizi del 29 giugno 2011 relativa al progetto di discarica per Pachino), sul rilievo che l’atto di citazione non indicava correttamente l’indirizzo del Tribunale e l’aula d’udienza e che quindi non vi erano i presupposti per rimettere al Tribunale l’onere della citazione dei testi. Il Tribunale revocava di conseguenza il provvedimento con cui i medesimi testi erano stati ammessi.

All’udienza del 30 maggio 2019 l’avv.to S. insisteva perché ai sensi dell’art. 507 c.p.p. venisse disposta l’audizione del teste onorevole Gennuso. Dunque, il Presidente dichiarava la chiusura del dibattimento e l’utilizzabilità degli atti formatisi e acquisti nel dibattimento. Il Pm rassegnava le sue conclusioni, formulando le richieste di pena riportate in epigrafe. Il difensore della parte civile, Comune di Motta Sant’Anastasia, affidava le sue conclusioni, nei confronti del C. e del P., ad un memoria che produceva, facendo riferimento al danno ambientale, enunciato dal D’Urso dell’ARPA. All’udienza del 20 giugno 2019 concludeva il difensore del C., insistendo per l’accoglimento della pena richiesta ai sensi dell’art. 444 c.p.p..

All’udienza dell’1 luglio 2019 concludevano gli avv.ti U. S. e Anile, per S. N., e l’avv.to Tortora, per S. L..

All’udienza del 3 luglio 2019 venivano altresì ascoltata la discussione dell’avv.to Quattrocchi, per S. L., e le conclusioni della difesa dell’A..

All’udienza dell’4 luglio 2019 per il P. concludeva l’avv.to Di Benedetto.

All’udienza dell’8 luglio 2019 l’avv.to Ragonese concludeva conformemente all’avv.to Di Benedetto. Il Tribunale disponeva un rinvio per consentire alle parti eventuali repliche e per la decisione.

I difensori del P. il 12 luglio 2019 depositavano in cancelleria una memoria comune.

All’udienza del 18 luglio 2019 il Tribunale, all’esito della camera di consiglio, emetteva sentenza, dando lettura del dispositivo in atti.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Cap. 1

Sintesi introduttiva.

Premessa. Tipologia degli atti acquisiti.

1) Sintesi dei fatti accertati.

a) C. e P.;

b) C. e A.;

c) C. e i Fratelli L. e N. S..

2) Quadro di sintesi della normativa nazionale e . regionale in materia di rifiuti.

Premessa. Tipologia degli atti acquisiti

Il processo ha ad oggetto i rapporti di corruzione protrattisi nel tempo tra G. C., funzionario della Regione siciliana, all’epoca dei fatti assegnato al Servizio 2 AIA VIA VAS del dipartimento ambiente dell’Assessorato al Territorio e all’Ambiente 6, rispettivamente con :

P. M., presidente della OIKOS spa, proprietaria nel comune di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, di un lotto di 306.832 mq, dagli anni ’80 sito di discariche di rifiuti tra i più grandi in Sicilia7, che tra il 2007 e il 2013 consolidava la sua posizione di oligopolista della gestione privata dei rifiuti nella regione;

i fratelli L. e N. S., imprenditori agrigentini, operanti anche nel settore delle discariche, all’epoca dei fatti interessati ad ottenere dal C. le autorizzazioni per impianti da realizzare in siti di cave dismesse, in diversi comuni della Sicilia;

A. U., poliedrico imprenditore nato e operante in Piemonte e altrove, in Sicilia amministratore delegato della OSMOS spa, che gestiva un impianto di trasformazione del biogas dei rifiuti in energia (c.d. biogassificatore, connesso alle linee del gestore dell’enegia elettrica) all’interno della discarica di Mazzarà Sant’Andrea, in provincia di Messina, gestito dalla Tirreno Ambiente (amministrata da Giuseppino Innocenti, persona da lunga data collegata all’A.), che a cavallo tra la fine del 2011 il febbraio del 2012, per risolvere un problema relativo alla pratica autorizzativa di quell’impianto si rivolgeva al C. (mentre erano in corso le attività di intercettazione).

Poiché il materiale probatorio è costituito da una vasta congerie di conversazioni oggetto di attività di intercettazione, da dichiarazioni testimoniali e produzioni documentali, che logicamente si connettono alle situazioni di riferimento dei dialoghi captati, e considerata la complessità della materia del ciclo dei rifiuti, cui afferiscono le medesime situazioni, si procederà nell’ordine : 1) ad una sintesi generale del fatti accertati e poi a sintesi distinte relative al rapporto del C. con ciascuno degli altri imputati; 2) ad un breve richiamo del quadro normativo della disciplina dei rifiuti con riferimento alle procedure di compatibilità ambientale e di Autorizzazione Integrata Ambientale, ai principi che devono per legge presiedere tale tipo di azione amministrativa e all’esercizio delle scelte discrezionali, che connotano fortemente la materia. Questi richiami varranno ad evidenziare gli obiettivi che il funzionario G. C. e il suo ufficio dovevano perseguire nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali (v. art. 3 quater comma 2 dlg 152/2006) e quindi sono funzionali alle valutazioni sulla qualificazione della condotta di corruzione del C..

In successi capitoli verranno trattati più analiticamente i rapporti tra C. e P. (di maggiore pregnanza e complessità, per via della intensa compenetrazione del C. negli interessi di tale imprenditore), C. ed A. e C. ed i S., passando analiticamente in rassegna le relative conversazioni intercettate.

Tale articolazione della sentenza si rende indispensabile perché la tipologia e le dimensioni degli atti acquisiti, se da una parte hanno ampliato temporalmente e in profondità la prospettiva dei fatti, restituendo a pieno il contesto, dall’altra impediscono una motivazione che sia al contempo sintetica e completa. Va considerato che la quantità già notevole di atti, formatisi nel percorso delle audizioni testimoniali, con l’acquisizione degli elaborati dei periti trascrittori, sul finire del processo è stata incrementate dalle produzioni delle difese dei S. e soprattutto dalle poderose produzioni della difesa del P.. Le prime consistono in relazioni peritali sui progetti delle discariche ed in atti e pareri formatisi durante i procedimenti amministrativi per le valutazioni delle loro istanze di AIA dei S., che vennero gestite come Rup dal C.. Le altre sono costituite da una poderosa mole di atti afferenti alla vincenda amministrativa e quella consegente dei processi davanti ai giudici amministrativi, innescate nel 2014 dai provvedimenti dell’amministrazione regionale che ingiunsero alla società OIKOS del P. la chiusura e la bonifica della vecchia discarica e negarono il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale, che era stata rilasciata nel 2009 per la nuova discarica, di cui si vedrà.

Osserva ancora il Tribunale che è pur vero che i numerossimi episodi immortalati dalle attività di captazione (pure esplicati dai testi del Pm e delle difese) risultano talmente esclatanti da essere da soli sufficienti a provare puntualmente i fatti descritti nei capi d’accusa, ma limitarsi a dar conto degli stessi e trascurare il resto equivarebbe ad minimizzare la loro gravità non consentirebbe di focalizzare l’autentica entità delle condotte di reato degli imputati, com’è pur necessario ai fini del giudizio.

  1. Sintesi generale dei fatti accertati.

Dunque l’istruttoria dibattimentale, nel corso della quale i testi di Pg, e specialmente il sovrintendente Paolino Evola della Squadra Mobile della Questura di Palermo, hanno riferito della cospicua attività tecnica di intercettazione svolta, ha portato al pieno accertamento dei fatti di corruzione nei confronti di tutti gli imputati, come articolati nei capi d’accusa, e della propensione a stringere accordi corruttivi di durata dell’abile architetto G. C., in un continuo crescendo che ne conferma la caratura criminale.

Dall’esame degli atti emerge un vorticoso sistema di corruzione che costituiva il terreno delle condotte che il C. poneva in essere esclusivamente in funzione del denaro e delle utilità di altro tipo, che riceveva dagli imprenditori che si offrivano di prezzolarlo, per manipolare e deviare in loro favore e (all’occorrenza anche contro soggetti concorrenti del corruttore e o rappresentanti di enti che esercitavano con maggiore autonomia il loro ruolo) l’andamento delle procedure di Autorizzazione Integrata Ambientale, nell’esercizio della sua importante e delicata funzione, di massimo interesse pubblico, di cui nel 2007 lo avevano insignito i suoi superiori gerarchici :

all’epoca dei fatti C. era investito del ruolo di responsabile unico del procedimento (RUP) e di presidente delle conferenze dei servizi, nell’ambito delle istruttorie propedeutiche al conseguimento dei decreti dirigenziali di Autorizzazione Integrata Ambientale in materia di discariche di rifiuti e di tutte le numerose altre attività conseguenti alla vita degli impianti sottoposti all’AIA. Addirittura risulta accertato che le motivazioni dei provvedimenti di rigetto o di accoglimento delle istanze di AIA, di competenza dei dirigenti superiori gerarchici del funzionario C., venivano non soltanto dal C. materialmente predisposti di tutto punto, con articolato normativo, indicazione dei pareri di riferimento e prescrizioni dettate al destinatario, ma nella sostanza da lui decisi esclusivamente e poi sottoposti e sottoscritti congiuntamente o meno dal direttore del dipartimento e dal dirigente del servizio, all’epoca delle indagini rispettivamente dottor V. Arnone e ingegnere Natale Zuccarello (cnfr. testi Zuccarello e Arnone, alle udienze del 9 aprile 2015 e 26 gennaio 2017 e del 2 luglio 2018 e memoria scritta personalmente dal C., consegnata all’udienza del 7 luglio 2016 in luogo di sue spontanee dichiarazioni). C. inoltre, si ripete, nella medesima posizione curava tutte le attività successive e conseguenti al rilascio delle autorizzazioni AIA (v. artt. 5, 6 e 7 e 28 e 29 e segg. dlg 152/2006).

In breve, tutte le istanze di competenza regionale inoltrate dai privati e dagli enti pubblici 8 operatori economici che volevano realizzare una discarica nel territorio della Sicilia o ottenerne il rinnovo alla scadenza quinquennale, o che subivano controlli o rischiavano di incorrere in un procedimento di revisione dell’AIA e o sanzionatorio (come nel caso del P., che verrà esaminato), passavano dalla gestione del C., in qualità di funzionario addetto a quell’ufficio . Come è noto il procediemnto AIA, connesso con quello di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), si compone dei pareri e degli atti di un certo numero di autorità amministrative, competenti in diversi settori, che, a seconda ad esempio delle caratteristiche dell’opera e dei luoghi, delle destinazioni urbanistiche, dei vincoli specifici gravanti sulle particelle dei siti interessati etc.., può anche superare, tra diversi uffici degli enti locali dei territori interessati, uffici regionali e autorità sanitarie, le venti unità (C. nelle sue conversazioni col P., circa i rilievi temuti e ricevuti dall’ARPA,ad es. nell’aprile del 2012 su alcuni episodi di fermo impianto non segnalati, non manca occasione per ricordare al P. ed alla responsabile del piano di sicurezza della sua discarica, Veronica Puglisi, che è il suo ufficio l’autorità competente a provvedere e che da lui devono passare : “Sempre ni mia annu a veniri”).

Non va trascurato che è ancora una volta lo stesso C. nella sua memoria a ricordare che il capitolo 1 della legge 554/99 recita che i compiti del responsabile del procedimento sono innumerevoli, in particolare egli ha funzioni propositive e il alcuni casi decisionali (v. p. 9 memoria cit.). Risulta accertato che il predetto, incontrastato dai suoi superiori, ma capace all’occorrenza di guidare con destrezza verso i suoi obiettivi o di minacciare larvatamente 9, utilizzava costantemente e come metodo la posizione di potere che gli conferiva la sua peculiare funzione, destreggiandosi alacremente per truccare le procedure per il rilascio e il rinnovo dei decreti di AIA o per bloccare (come nel caso del P. che lo impegnò per lunghi anni ed intensamente) le iniziative sanzionatorie di altri servizi o assessorati con i quali egli interagiva nell’ambito della medesima procedura.

Le intercettazioni hanno rivelato che il C. usava omettere le conferenze di servizio o calendarle con tempistiche strategiche in funzione del beneficio specifico che poteva derivarne al suo patrono, e che condizionava, con ogni metodo adatto al caso, i colleghi e i superiori di altri uffici che vi avrebbero partecipato o che avrebbero avuto un ruolo in pareri da esprimere, o un qualsivoglia utile potere di influenza. Le intercettazioni lo colgono a darsi un gran da fare tra l’altro anche a tenersi aggiornato sulle evoluzioni delle azioni dei suoi diretti superiori, Zuccarello e Arnone e di altri uffici e per tenere aggiornati a loro volta i suoi corruttori, dando loro e ai loro avvocati consigli su come agire di fronte ai pareri negativi paventati o già ricevuti, anticipando informazioni di ogni tipo, omettendo di rilevare carenze documentali ovvero gravi lacune che avrebbero influito sull’esito della pratica di autorizzazione ambientale o a livello sanzionatorio. Ma risultano provati anche casi in cui il C. partecipò a riunioni presiedute non da lui ma da altri, come rappresentante dell’ARTA ma in cui suo unico fine era quello di curare gli interessi del P., il 13 marzo 2012, e dell’A., nel 2008, al fine di condizionare le decisioni che ne sarebbero scaturite distorcendo la visione della realtà degli altri partecipanti.

  1. C. e P.

Per una migliore contestualizzazione dei fatti occorre partire dalla descrizione del sito delle discariche della società OIKOS del P. e dalla indicazione di alcuni dati sui suoi impianti.

Il sito coincide con un lotto di 306.832 mq, in una vallata che si estende da est verso ovest dalla contrada Tiritì, vicino all’abitato di Motta Sant’Anastasia, alla contrada Valanghe d’Inverno, al confine col territorio e con l’abitato del comune di Misterbianco 10.

Dal 1982 era attiva, con delle fasi di arresto, la c.d discarica storica ricadente in contrada Tiritì, che occupava circa 20 di quegli oltre 30 ettari di terreno. Nella restante estensione la OIKOS coltivava una discarica per inerti e cave di sabbia 11.

La discarica storica venne utilizzata dalla OIKOS fino ad aprile del 2013 e cioè immediatamente prima che entrasse in funzione la nuova discarica ricadente in contrada Valanghe d’Inverno. 12 Il suo esercizio, dopo l’entrata in vigore del d.lg 152/2006, era stato autorizzato con decreto dirigenziale regionale di AIA del 27 giugno 2007 n. 562/2007, del dirigente del Sevizio 2 VIA VAS ing. Sansone, e poteva abbancare fino a 810.000 metri cubi di rifiuti.

Invece la nuova vasca (definita negli atti della pratica autorizzativa “ampliamento” della preesistente) di contrada Valanghe d’Inverno veniva autorizzata per una capacità di abbancamento di oltre due milioni e mezzo di metri cubi di rifiuti. Va rilevato che per quest’ultimo impianto la società del P. aveva chiesto l’autorizzazione AIA già nel lontano 2007 e, in forza della normativa emergenziale del Governo regionale Lombardo, l’aveva ottenuta nel 2009 (DDS AIA 19 marzo 2009 n. 221). Nel 2010 la OIKOS otteneva ancora un decreto di AIA per un bioreattore che non sarebbe stato mai realizzato e che avrebbe avuto la funzione di risolvere il problema di non abbancare la frazione biodegradabile dei rifiuti. Tutto ciò sempre a seguito della gestione dell’istruttoria amministrativa condotta dal C..

Va aggiunto che nel sito veniva realizzato (dapprima al servizio della discarica di Tiritì) un impianto di pretrattamento preselezione dei rifiuti urbani (per la separazione della frazione plastica e ferrosa dall’umido e dalla frazione secca), che, dopo l’istruttoria coordinata e presieduta dal C., otteneva il decreto regionale di AIA il 10 luglio 2008 (DRS AIA n. 661). Va ancora rilevato che tale decreto, per sua espressa previsione non era un provvedimento definitivo, poiché al suo art. 9 disponeva che il provvedimento definitivo, di là da venire, era subordinato alle risultanze della visita di collaudo, che, sottolinea ancora il Tribunale, sarebbe stata effettuata definitivamente nel luglio del 2010 da parte di una commissione capeggiata dal C. (e di cui si tratterà oltre; v. per intero il decreto AIA del 10 luglio 2010 e l’art.9 e l’art. 10 che tra le sue prescrizioni enumera l’obbligo del gestore in caso di superamento dei valori limite delle emissioni a seguito di mal funzionamento o avarie dell’impianto di informare il Servizio 3 del Dipartimento dell’assessorato Territorio e Ambiente e gli Organi di Controllo Provincia reginale e dipartimento ARPA provinciale)13.

L’impianto di pretrattamento, oggetto di tali distinti progetti (il primo del 2008, approntato, dunque, in modo approssimativo, poiché non era né esecutivo né definitivo, e il secondo del 2010, esecutivo) avrebbe avuto la funzione di adeguare l’attività di abbancamento dei rifiuti nella discarica storica di Tiritì : a) al dlg 38/2003 sui requisiti operativi delle discariche, che prescrive che i quantitativi di sostanza organica biodegradabile conferiti in discarica siano ridotti in percentuali progressivamente crescenti fino al 2010 e b) e all’Ordinanza del Commissario straordinario per i rifiuti in Sicilia del 28 dicembre 2006, pubblicata il 23 febbraio 2007 (intitolata Adeguamento del programma regionale riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili, da collocare in discarica alle Osservazioni del Ministero dell’Ambiente e al decreto legislativo 152/2006). Questo provvedimento introduceva il divieto di conferimento in discarica dei rifiuti non trattati dall’1.1.2008 e con esso, stando alla relazione della OIKOS (di accompagnamento del progetto del 2010), le discariche già in esercizio venivano obbligate a provvedere ad un impianto di pretrattamento dei rifiuti in ingresso in tempi brevi e comunque non oltre il 31 dicembre 2007, allo scopo di ridurre la quantità di frazione biodegradabile. La legge prorogava i termini fino al 31 dicembre 2008 (-v. allegato n. 3 produzione Pm ud. 14.12.2015-), e poi, come si apprende ancora dalla relazione tecnica del 2010, il decreto c.d. salva infrazioni approvato dalla Camera il 19 novembre 2009 aveva concesso una proroga fino alla fine del 2010 (testualmente da detta relazione del 2010: “l’impianto è stato calibrato per garantire l’idoneità del sovvallo secco allo smaltimento in discarica ; il decreto “salva infrazioni” approvato dalla camera il 19 novembre (decreto legislativo numero 135/09) ha prorogato, tra gli altri interventi, l’entrata in vigore dell’elemento obbligatorio di valutazione dei rifiuti ai fini dell’ammissibilità in discarica rappresentata dal potere calorifero inferiore (PCI). Pertanto, solo dal 31 dicembre 2010, il conferimento in discarica dovrà avvenire nel rispetto dei limiti 13.000KJ/Kg come potere calorifero inferiore del rifiuto. Si evidenzia a tale scopo che il potere calorifero inferiore stimato della frazione secca in uscita dell’impianto risulta inferiore al suddetto limite normativo).

Il teste Evola ha pure riferito che P. M., gestendo a Motta Sant’Anastasia uno dei più grossi siti emergenziali di raccolta dei rifiuti dell’isola, era divenuto uno dei maggiori imprenditori del settore dei rifiuti in Sicilia. Per rendere meglio l’idea dell’importanza e delle dimensioni ragguardevoli degli affari gestiti dalla OIKOS, ha precisato che la discarica di Motta Sant’Anastasia riceveva i rifiuti conferiti da circa 90 comuni, cui si aggiungeva il business della raccolta, gestita direttamente con i suoi autocompattatori e personale, per diversi comuni della zona dell’Etna, compresa la città di Catania, col risultato nel 2011 di un fatturato di oltre trentun milioni di euro 14

Nel 2011, periodo in cui iniziarono le indagini, la discarica di Tiritì operando già da circa trent’anni rischiava anche per questo la chiusura, e, come visto, la nuova discarica in contrada Valanghe d’Inverno non esiteva e ad essa si opponevano sindaci e cittadini di Misterbianco e di Motta Sant’Anastasia, organizzati nei comitati No Discarica, che denunciavano i cattivi odori e le polveri sottili generati dalla discarica di Tiritì, la distanza ravvicinata ai centri abitati, e vari altri profili di illegittimità nelle procedure di rilascio dei decreti di AIA concessi alla OIKOS, in ordine tra l’altro alla vetustà della vasca di Tiritì e quindi anche alle eccessive dimensioni di quel nuovo impianto di Valanghe d’Inverno, che sommata alla prima avrebbe consentito al P. di accogliere fino a tre milioni di metri cubi di rifiuti, aggravando i problemi (v. trascriz. ud. del 4.6.2015).

Nel mese di giugno del 2011 un’ispezione ordinaria dell’ARPA aveva rilevato un superamento della soglia limite delle polveri sottili. Questa situazione, unita all’iniziativa di un dirigente della Provincia di Catania che nel novembre del 2010 aveva chiesto all’ARTA, coinvolgendo anche il Presidente della Regione, l’annullamento in autotutela dei decreti di AIA rilasciati nel 2009 e nel 2010 alla OIKOS, aveva esasperato la protesta degli oppositori. Ne scaturiva nel settembre del 2011 l’iniziativa del presidente della regione Lombardo di nominare una commissione ispettiva anche per i rilevamenti in discarca. Ciascun membro di tale commissione veniva contattato e indirizzato dal C., nel modo consueto, che si vedrà esaminando le conversazioni intercettate. Ma le preoccupazioni del P. non si fermavano ai fetori lamentati dalla popolazione, che li attribuiva alla putrefazione della frazione biologica abbancata nelle discarica in funzione dovute alle sue inadeguate caratteristiche tecniche e operative (e quindi al rischio della chiusura di quella discarica “storica”), ma, in estrema sintesi, si estendevano al rischio dell’annullamento del decreto AIA ottenuto nel 2009 per l’impianto in contrada Valanghe d’Inverno. Infatti i comitati no discarica e altresì la Provincia, come si è accennato, rilevavano anche in quella autorizzazione del 2009 la presenza di indici di anomalie amministrative, come ad esempio il mancato rispetto della distanza dai centri abitati e del divieto di ricezione in discarica di rifiuti marcescibili al di là di una ridotta percentuale, previsti per legge (dlg 36/2003 sulle discariche), la contrarietà al piano dei rifiuti, la contraddittorietà con i principi di legge che sorreggono il ciclo dei rifiuti, cui consegue la riduzione del numero e delle dimensioni delle discariche sul territorio. Altri problemi per il P. tra il 2011 e il 2012 erano : la volontà del Comune di Motta Sant’Anastasia di costituire un parco o di ampliare l’area del vincolo paesaggistico intorno al Castello storico, con la conseguenza che l’area della vasca autorizzata sarebbe andata a ricadere nella fascia di rispetto del bene monumentale o del parco con divieto di edificabilità, che sarebbe equivalso alla revoca dell’AIA; le richieste da parte di altre società concorrenti di autorizzazione all’esercizio di altre discariche in zone dello stesso comprensorio, come nel caso della società Bios, che aveva presentato la richiesta per una discarica nel comune di Rammacca.

Ma osserva altresì il Tribunale, l’esame capillare delle conversazioni intercettate tra il P. e il C., soprattutto alcune del marzo del 2012 e il loro raffronto con gli atti (in particolare con il contenuto della sentenza del TAR di Catania del 2015, prodotta dalla difesa del P., di cui oltre) fa palese che un altro macigno da superare era quello della non compatibilità urbanistica e idrogeologica del progetto della nuova discarica, che era stato valutato positivamente in sede di valutazione di impatto ambientale e quindi nella sede del procedimento funzionale alla istanza di AIA, che si era concluso col provvedimento autorizzativo del 2009 (v. in particolare intercettazione 5 marzo 2012 della conversazione tra P. e C., progr. 22722, in cui mentre P. parla al C. del rischio che la Bios ottenga l’AIA per Rammacca e insistendo che nell’area tra l’altro c’è un vicolo dovuto a un fiume o ad altro, C. equivocando e pensando che P. si stia riferendo alla richiesta di annullamento della sua AIA per la discarica di Valanghe d’Inverno e volendolo tranquillizzare gli spiega che sarebbe inattaccabile da parte di chiunque volesse sollevare tale aspetto poiché, aggiunge, non sarebbe più rientrato nei termini per un eventuale ricorso al TAR).

Il tenore e la frequenza dei dialoghi tra C. e P. mostrano la particolare familiarità e la consolidata complicità tra i due, la solerzia e l’assoluto asservimento del C. alla risoluzione delle numerose problematiche che angustiavano il P., congiunta alla sistematica erogazione del P. a C. di regalie (spese di viaggio e di soggiorno per lui e la famiglia in hotel) e somme di denaro e in più di un’occasione anche all’organizzazione di incontri con prostitute.15

Ciò che in breve emerge circa la condotta dei due imputati dalle intercettazioni, è la solerzia spasmodica e lo slancio del C. per venire incontro con ogni mezzo illecito possibile ai bisogni del P. e il suo profilo di spregiudicato corruttore del P. stesso, che concepisce come unico metodo della sua vita imprenditoriale il prezzolare chiunque possa essere funzionale al suo disegno di ampliamento delle sue discariche e dei suoi affari (emblematico appare il proposito che P. esprime nella conversazione del 6 marzo 2012 delle ore 17,00 di corrompere Michelon, che è stato nominato ispettore dal Presidente della Regione, nonché commissario straordinario per i rifiuti e che ha competenza in relazione ai decreti di AIA che lo riguardano-progr. n. 658 decr. 256/12 ore 17,00- ).

Le richieste del Pm non hanno contemplato gli atti delle procedure amministrative che portarono ai decreti AIA della OIKOS. I testi di Polizia giudiziaria hanno rimarcato di avere acquisito durante le indagini la relazione conclusiva degli ispettori nominati nel gennaio del 2014 dall’assessore regionale N. Marino, per la verifica di tali atti (disposta anche per altre discariche private in Sicilia), che il Pm ha scelto quindi di non produrre.

Deve evidenziarsi a questo ultimo proposito che la difesa del P., quando il dibattimento volgeva alle battute finali, ha prodotto non la relazione finale degli ispettori dell’assessore Marino, bensì alcuni atti che seguirono e furono provocati dalle risultanze rappresentate dagli ispettori, da cui indirettamente si apprende almeno in parte il contenuto dei rilievi degli ispettori riferiti ai procedimenti di AIA della OIKOS ed anche ai profili operativi dell’impiantistica in questione. In breve si apprende da queste produzioni che tra i mesi di marzo e luglio del 2014 il direttore del dipartimento acque e rifiuti dell’assessorato del Marino, ingiunse alla OIKOS la chiusura e bonifica della discarica storica di contrada Tiritì (che operava con decreto AIA rilasciato nel 2007) ed emise il provvedimento di diniego della istanza di rinnovo del decreto AIA che era stato rilasciato alla società del P. nel 2009 per l’ampliamento in contrada Valanghe d’Inverno, che aveva validità quinquennale.

Per quanto è dato ulteriormente conoscere a questo Tribunale, sempre mediante la medesima documentazione che la difesa del P. ha scelto di produrre in dibattimento (poiché non vi è stato al riguardo un contraddittorio del Pm e delle altre parti sul punto), agli ora enunciati provvedimenti seguì il processo amministrativo di impugnazione del provvedimento di rigetto della istanza di rinnovo dell’AIA del 2009 che, autorizzava la discarica di Valanghe d’Inverno.

In primo grado il TAR di Catania, con sentenza del 6 ottobre 2015 (prodotta in copia informe priva di data e del numerazione delle pagine), diede ragione all’assessorato autore del provvedimento, rilevando che la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), prodromica e condizionante il procedimento di AIA, era stata effettuata sulla scorta di dati gravemente contrastanti con quanto riportato nel PRG del comune di Motta Sant’Anastasia e col PAI. Veniva dichiarato anche nel decreto di AIA che l’area era destinata urbanisticamente a discarica di RSU (produttivi di percolato e di biogas, e incompatibili col quel tipo di destinazione), quando invece la stessa area era in realtà gravata da vari vincoli, geologici e idrogeologici con rischio di frana di secondo livello (rischio idraulico dovuto ad una composizione del terreno, litotipi argillosi, che ostacola l’assorbimento dei liquidi, aggravato dalla geomorfologia del sito), vincoli pure riportati nel nuovo PRG e mai sciolti dal competente ufficio della Forestale dell’assessorato al Territorio (v. art. 13 legge 64/1974 e motivazioni della sentenza del TAR cit.).

Lo stesso PRG inoltre prescriveva espressamente per le particelle interessate dalla discarica il divieto assoluto di edificabilità oltre l’esistente (v. anche, tra gli atti della produzione della difesa del blocco relativo alla procedura AIA dell’impianto di pretrattamento, dichiarazione del 23 giugno 2008 sottoscritta da U. Lo Cicero, in qualità di direttore tecnico della discarica della OIKOS, funzionale all’istanza volta ad ottenere l’AIA per l’impianto di pretrattamento, secondo cuiil terreno in cui è localizzato l’impianto ricade nell’area destinata a discarica per rifiuti non pericolosi ..e che tale terreno non è classificabile come bosco ai sensi della legge regionale 16/96..”, che omette di rilevare i suddetti vincoli). 16

Va ancora riferito che la difesa ha pure prodotto la sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa che decidendo sull’appello contro la sentenza del TAR, prima in via cautelare il 15 gennaio 2016 e poi in via definitiva il 4 ottobre 2017, annullava la sentenza del TAR, giammai negando l’esattezza della disamina degli atti relativi alle risultanze autentiche del PRG sui vincoli presenti nell’area della discarica, ma ritenendo che non ne emergesse la rilevanza ai fini dell’esercizio della discarica : “il provvedimento di diniego.. poggia praticamente sulla sola considerazione dell’illegittimità urbanistica della precedente AIA , in quanto rilasciata sulla base di una conformità urbanistica all’epoca erroneamente attestata e senza il preventivo parere dell’Assessorato regionale competente (…) non fa riferimento a effettive esigenze urbanistiche, ambientali né di tutela della salute e della sicurezza che peraltro non emergono dagli atti del procedimento”.

Ancora a proposito delle attività devianti e gravemente contrarie ai doveri d’ufficio del C. e in favore del P., vi è un caso in cui il C. stesso partecipò ad una riunione non come presidente di una conferenza dei servizi bensì come partecipante a una conferenze presieduta da altri, il 13 marzo del 2012. L’episodio per la sua pregnanza potrebbe anche da solo fungere da sintesi generale del contesto e delle intricate problematiche che occupavano in quegli anni P. e C., materia costante dei loro dialoghi (su di essa pertanto ci si dovrà poi soffermare ancora nel capitolo dedicato allo scandaglio di ogni singola intercettazione).

C. vi partecipava come rappresentante del dipartimento dell’ARTA che aveva rilasciato alla OIKOS l’AIA del 2009 per l’ampliamento in Valanghe d’Inverno. Egli era, si ripete, il funzionario che a partire dal 2007 aveva gestito tutte le istruttorie che avevano portato ai decreti di AIA degli impianti gestiti dalla OIKOS spa di M. P.. A presiedere la conferenza era il direttore del dipartimento Acque e Rifiuti dell’Assessorato all’Energia, dottor Vincenzo Emanuele (in quel periodo impegnato nella preparazione del piano regionale dei rifiuti, che, come si vedrà, toglieva il sonno al P.). In rappresentanza dell’ufficio VIA VAS dell’ARTA vi era oltre al C. l’ing. Natale Zuccarello. C. sostituiva il direttore di dipartimento, V. Arnone, che lo aveva nominato come suo delegato la mattina di quello stesso giorno. L’incontro era stato richiesto dai rappresentanti dei Comitati No Discarica dei Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, e oltre a questi vi partecipavano sindaci, consiglieri provinciali e comunali, che si opponevano alla discarica del P.. Prima di allora, come accennato, si era verificata una serie di eventi -tutti tracciati dalle lunghe e continue conversazioni tra C. e il P. e da un giro di email tra questi e il legale della OIKOS Salvatore Sudano (detto Chicco)- che stavano mettendo a serio repentaglio le sorti dei decreti di AIA ricevuti dalla OIKOS e che riguardavano oltretutto i requisiti operativi di legge e la compatibilità ambientale della discarica e la sua coerenza rispetto alle previsioni dettate dal piano dei rifiuti e con la legge nazionale e regionale vigente in materia.

Era intervenuto già nel novembre del 2010 il dottor Valerio Saitta, dirigente dell’ufficio competente della Provincia regionale di Catania (ufficio che in regime emergenziale aveva rilasciato parere favore all’AIA per l’ampliamento della discarica e per un bioreattore) chiedendo al direttore del dipartimento dell’ARTA, che aveva rilasciato i decreti autorizzativi in discorso (all’epoca dei fatti V. Arnone) e al presidente della regione che si procedesse all’annullamento in autotutela di quei provvedimenti, rilevandone il contrasto col principio della riduzione dello smaltimento dei rifiuti in discarica di cui alla legge e al piano dei rifiuti in fieri.

A giugno l’ARPA aveva rilevato presso la medesima discarica un superamento delle polveri sottili oltre i limiti soglia. Era pure intervenuto il presidente della regione Raffaele Lombardo, in qualità di commissario straordinario per il problema della gestione dei rifiuti in Sicilia, disponendo l’invio e la relazione di tre ispettori, e l’iter delle sue valutazioni era ancora pendente.

P. e C., già da quando nel settembre del 2011 iniziavano ad essere intercettati, apparivano oltremodo allarmati e impegnati ad attivare tutti i canali e ad esercitare tutte le pressioni possibili, per controllare le attività del personale dell’ARPA di Catania (che vigilava sulle emissioni della discarica) e stoppare l’attivazione, da parte dei dirigenti dello stesso Ufficio del C. e di altri organi competenti, di un procedimento di revisione dei decreti autorizzativi dell’esercizio degli impianti della OIKOS. I due erano contemporaneamente molto impegnati per arrivare al Lombardo e al direttore del dipartimento Rifiuti Vincenzo Emanuele. Emanuele, che, si ripete, in quel periodo era tra l’altro concentrato sulla redazione del nuovo piano regionale dei rifiuti. Emanuele era il superiore gerarchico di M. Michelon, collega col quale C. mostrava di avere molta confidenza e da lui e dal P. utilizzato anche per fare pressione e avere informazioni sul suo superiore ed invitato da loro, tra febbraio e i primi di marzo del 2012, in consessi privati al ristorante Papoff a Palermo (pure monitorati dagli investigatori). Tra l’altro il Michelon ricopriva anche la carica di soggetto attuatore dei provvedimenti del presidente Lombardo nella veste di commissario straordinario ai rifiuti.

P., di tanto in tanto e sempre in concomitanza col conseguimento dei risultati più significativi ottenuti grazie alle operazioni del C., lo gratificava con cospicue somme di denaro e omaggiando lui e la famiglia di soggiorni alberghieri ed altre utilità, così come faceva almeno dal 2008 (v. più avanti l’esame della relativa documentazione contabile acquisita).

I cittadini e rappresentanti degli enti locali partecipanti alla riunione del 13 marzo 2012 lamentando tra l’altro i fetori che dalla discarica della OIKOS, allora in esercizio (in contrada Tiritì), giungevano nei loro contigui centri abitati, chiedevano provvedimenti, come ad esempio la sua delocalizzazione e si opponevano all’ “ampliamento” della discarica, concesso alla OIKOS dall’ufficio del C. con decreto di AIA del 2009, ma ancora, nel 2012, non realizzato.

In breve tale riunione poteva decidere la partita del mantenimento o della chiusura della suddetta discarica c.d. storica della società del P. (in contrada Tiritì) in esercizio dagli anni ’80 e della nuova discarica già autorizzata (per contrada Valanghe d’Inverno, all’interno sempre del medesimo sito).

In serata il C. ne relazionava minuziosamente al P. (mentre la Polizia giudiziaria li ascoltava) evidenziando la sua maestria nel manipolare con astute argomentazioni tecniche frammiste ad informazioni menzognere (da lui stesso commentate col P.) il presidente Emanuele e gli altri personaggi (tutti minuziosamente squadrati e controllati dal C.), mettendoli a tacere e imponendosi all’attenzione e divenendo punto di riferimento del presidente Emanuele. Tra gli altri successi enumerati dal C. al P., che era riuscito ad ottenere nella stessa riunione, c’era la conferma dell’allontanamento del pericolo che Zuccarello riuscisse a fare avere alla società BIOS, concorrente del P., l’autorizzazione per l’esercizio di una discarica nel comune di Ramacca, nel comprensorio delle discariche di Motta Sant’Anastasia (C. già in precedenza aveva brigato e discuso a lungo col P. per la bocciatura dell’istanza di AIA per la discarica a Rammacca e nei primi di marzo lui stesso aveva prima presieduto la relativa conferenza dei servizi e quindi fatto firmare al dirigente il provvedimento di rigetto di quella istanza).

Alle intercettazioni delle conversazioni di quel fatidico 13 marzo 2012 e fino a giugno del 2012 seguirono le intercettazioni di numerosi altri contatti di interesse processuale tra il C. e il P., tra dipendenti della OIKOS e il C., tra C. con la moglie, Valeria Paduano e il figlio Paolo e di altri da maggio del 2013 al 27 novembre 2013, di crescente rilievo probatorio, relativi alla trance del materiale d’indagine proveniente dal procedimento n. 9190/2013 RGNE.

Ora va sottolineato che l’attento esame di queste conversazioni, molte delle quali lunghe e cariche di una congerie di riferimenti ad eventi storici relativi al governo dei rifiuti in Sicilia, e tecnico-normativi, consente di venire a capo delle situazioni presupposte dai dialoganti, e quindi di comprendere i rischi che correva il P., le “strategie” (espressione che lui e il C. usano di continuo) che entrambi mettevano a punto, i fini sperati e i risultati ottenuti. Al di là degli episodi più eclatanti in cui P. consegna il denaro, offre prestazioni di prostitute, alberghi e simili utilità al C., da tutto il resto delle conversazioni captate si comprende in modo assolutamente diretto che il C. metteva a disposizione del P., dietro laute consegne di denaro e altri tipi di utilità, in una perpetua inquietante progressione criminosa, tutta la sua indubbia competenza nel settore dei rifiuti e la sua esperienza dei meandri più oscuri del suo ufficio, muovendosi in un terreno a lui familiare, guidando una missione distorta volta ad ottenere con ogni mezzo l’ampliamento delle discarica di rifiuti non pericolosi del P., in una direzione diametralmente opposta alle indicazioni della legge nazionale, della legge regionale e dei provvedimenti emergenziali, agitando il paravento del regime emergenziale. Egli così riusciva a portare a termine il suo piano attraverso una sequela di azioni concrete tutte macroscopicamente contrarie ai suoi doveri d’ufficio.

  1. C. e A.

Nel sintetizzare le situazioni afferenti all’A. può prendersi a spunto un’altra riunione, del 2008, in cui C. partecipò anche allora non come presidente di una conferenza dei servizi, che era invece presieduta da una dirigente dell’Assessorato all’Energia, ma come rappresentante dell’ARTA. La conferenza aveva ad oggetto l’esercizio del biogassificatore della OSMOS, di cui si ripete l’A. era l’amministratore delegato, e che operava all’interno della discarica di Mazzarà Sant’Andrea. La OSMOS aveva attivato l’impianto di biogassificazione senza che avesse ottenuto dall’assessorato competente il decreto di AIA e faceva appello al meccanismo del silenzio assenso, inconcepibile in materia ambientale. 17

Nel corso della conferenza, il C., molto esperto e ben addentro alla materia dei rifiuti, non soltanto ometteva nell’esercizio di quella sua puntuale veste istituzionale l’obbligo di rilevare l’illiceità della condotta dell’A., ma, nota il Tribunale, al contrario, col suo consueto fare artificioso, intervenendo a verbale, aveva fatto credere che la OSMOS avesse agito correttamente, mettendo avanti suggestivamente la circostanza che l’uso del biogassificatore era una prescrizione ricevuta dal gestore della discarica dei rifiuti per il suo esercizio.

Deve rimarcarsi che quello della OSMOS è un altro caso eclatante, poiché alla medesima società fu possibile per circa quattro anni, dal 2008 al 2012, tenere in esercizio dall’impianto di trasformazione del biogas prodotto dai rifiuti della discarica di Mazzarà Sant’Andrea senza una autorizzazione ambintale, e conseguire i proventi della vendita dell’energia prodotta 18 :

nel giugno del 2007 la OSMOS aveva avanzato una richiesta di AIA per il menzionato impianto, carente di documentazione essenziale. Ad esempio il Genio civile non aveva ricevuto la necessaria documentazione, né l’ARPA (v. conversazione del 20 novembre e dell’1 dicembre 2011 tra C. e il Tinnirello, i due concordano la strategia di fare a quel punto finta di nulla perché ci sono “troppi enti” di mezzo, che hanno denunciato la sutuazione; v. dichiarazioni dell’A. al Gip il 21.7.2014);

come già esposto, il C. nel 2008 e poi anche nel 2009 partecipava in rappresentanza del suo assessorato alle relative conferenze dei servizi -presiedute dal Rup del settore dell’Assessorato allora competente agli impianti di produzione dell’energia, dott.ssa Marcianò-, e in quella occasione adattando e imbrogliando le carte a favore della OSMOS, ometteva di rilevare dette carenze e contemporaneamente presentava agli altri componenti del consesso l’AIA della discarica, rilasciata in precedenza alla Tirreno Ambiente, in una conferenza di servizi da lui invece presieduta (v. teste Tinnirello);

nel 2013 i consulenti della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto accertavano le irregolarità dell’impianto della OSMOS, relative tra l’altro al sistema di registrazione delle emissioni in atmosfera e ai ripetuti sforamenti dei limiti delle sostanze inquinanti dell’aria, normati dalla legge del settore (cnfr. motivazioni dei due decreti di sequestro preventivo dell’impianto della OSMOS del Gip di Barcellona Pozzo di Gotto, del 16 aprile e dell’11 gennaio 2013, e le sette relazioni dell’amministratore giudiziario, prof. ing. U. Cannistraro, e in particolare l’ultima riassuntiva, del 26 giugno 2013 e quella del 21 gennaio 2013. A pag. 19 di quest’ultima l’amministratore relaziona di avere appreso da alcuni funzionari presenti alla conferenza dei servizi del 25 febbraio 2013, tenutasi con la sua partecipazione, che alcuni “Enti” si erano pronunciati sulla istanza di AIA avanzata dalla OSMOS “confermando il Nulla Osta rilasciato in occasione del rilascio della AIA, relativo alla discarica di Mazzarà Sant’Andrea, in cui ricade l’impianto di biogas della ditta OSMOS, e per la quale è stata prescritta, in una precedenza conferenza dei servizio, la sua realizzazione”).

  1. C. e i fratelli S..

La vicenda processuale nella parte relativa al rapporto tra il C. e i fratelli S. si lega ad un altro procedimento, il n. 11574/2010 della DDA, le cui indagini erano affidate alla Squadra Mobile della Questura di Agrigento 19.

L’ipotesi investigativa muoveva dall’assunto che i fratelli S. coltivassero delle connivenze in ambienti della criminalità organizzata e le attività di intercettazione disposte nei loro confronti puntavano all’acquisizione di elementi probatori di conferma. Durante le attività di captazione venivano ascoltati frequenti contatti tra i S. e il C. e via via, nel suddetto contesto investigativo, prendeva naturalmente forma il rapporto corruttivo tra il C. e i S.. Questi, operatori agrigentini del settore dei rifiuti, gestivano, per il tramite della società Sicedil srl 20 una discarica per lo smaltimento di inerti in località Monserrato, nella periferia di Agrigento, che nel 2007 aveva ricevuto il provvedimento di AIA, a seguito della istruttoria condotta dal C.. Tale discarica in fase di saturazione rischiava la chiusura e pertanto, per il tramite della società Soambiente srl, i S. avevano presentato un’istanza per l’autorizzazione per un’altra discarica a poco centinaia di metri di distanza dell’impianto in saturazione, per la stessa categoria di rifiuti e volendo inoltre espandere i loro commerci avevano 21 presentato alle amministrazioni i progetti per l’apertura di altre discariche per lo smaltimento di diverse tipologie di rifiuti non pericolosi, anche diverse dai semplici inerti (e quindi con codici CER più alti e che avrebbero comportato tariffe di conferimento e garantito loro guadagni ben più cospicui), da realizzare in cave dismesse, in terreni ricadenti nei territori dei comuni di Sciacca, Siculiana, Noto e Pachino. I S. aspettavano con insofferenza la conclusione delle procedure amministrative per il conseguimento delle relative Autorizzazioni Integrate Ambientali, che tardavano ad arrivare a causa soprattutto degli ostacoli costituiti dalle risolute iniziative dei cittadini e dei consiglieri comunali di taluni dei suddetti comuni (Siculiana, Noto e Pachino), delle articolazioni locali della Soprintendenza e di altre autorità amministrative, tra le molteplici coinvolte nella procedura di VIA e, che ravvisavano in particolare pericoli per la salute 22 e incompatibilità paesaggistiche. C. quindi veniva individuato dagli investigatori come il funzionario del servizio 2 VIA VAS dell’Assessorato Territorio Ambiente della Regione siciliana, con funzioni di Responsabile Unico del Procedimento e di presidente della conferenza dei servizi, relativamente alle procedure di AIA per le discariche di rifiuti del territorio della Sicilia. Emergeva che i S. in forza della posizione di influenza che C. mostrava di esercitare sui suoi superiori gerarchici e su tutti gli altri rappresentanti dei vari uffici amministrativi partecipanti alle procedure da cui scaturivano le autorizzazioni AIA, lo ritenevano la persona giusta a cui rivolgersi e da corrompere per il buon esito delle pratiche di loro interesse.

E’ utile anticipare che la Soambiente srl dei S. nel tempo ricevette:

il 18 aprile 2011 l’autorizzazione AIA con DDG n. 253, per l’esercizio della suddetta discarica di inerti in località Monserrato (a poche centinaia di metri da quella storica della Sicedil), che non diveniva esecutiva subito, a causa dei ricorsi amministrativi presentati da un comitato di cittadini, ma attivata poco dopo (v. anche dichiarazioni teste Fantucchio pag. 19 trascr. ud. 2015);

nel 2012 l’AIA per l’esercizio di un impianto di discarica a Siculiana, in contrada Fontana Grande, per il conferimento di soli rifiuti inerti (v. anche ud. 24.9.2015 controesame del teste Evola, condotto dall’avv.to Quattrocchi) 23;

il 21.12.2012 l’AIA per la discarica di Noto, con Decreto Arta n. 765 in pari data (ha ricordato il teste Solegreco, della Provincia di Siracusa, che l’AIA fu però impugnata davanti al TAR dal sindaco di Noto e che i S. nel novembre del 2017 comunicarono al suo e agli altri enti la messa in esercizio dell’impianto).

Non riuscirono invece mai a ricevere l’autorizzazione ambientale per il progetto da realizzare a Pachino, poiché il sindaco Bonaiuto, che in un primo momento aveva dato parere favorevole, travolto letteralmente da una sommossa popolare dovette ritirare tale parere. E’ stato accertato, come si esaminerà meglio nel paragrafo relativo alle intercettazioni, che l’architetto Frazzetto, frattanto divenuto dirigente del settore urbanistica dell’ufficio tecnico del comune di Pachino, procedendo ad un approfondimento disvelò una manipolazine del C., che si era fatto mandare un parere endoprocedimentale positivo, da lui positivamente espresso, chiedendogli di intestarlo al suo Servizio VIA VAS della Regione. Quel parere riguardava la fossa imhoff di un locale che nell’ambito progetto dell’impianto dei S. doveva servire da casa del portiere (parere che al Frazzetto era stato chiesto dal geometra Malandrino della sezione urbanistica). Inoltre C. non aveva avvertito del procedimento la Sovrintendenza (FRAZZETTO : di fatti poi lui alla conferenza dei servizi ..Lui mi ha detto, dice “va bè sono problemi miei “ PM : chi lo ha detto? FRAZZETTO: l’architetto C.. E poi io gli ho detto “guardi che è lei il responsabile del procediemnto non sono io e quindi è lei che poi risponde di queste cose; V. pag. 10 trascr. ud. 8.2.2016).

Giustappunto in questo contesto i S. venivano intercettati mentre chiamavano il C. e gli chiedevano se vi fossero novità sulle loro pratiche, e in più di una occasione mentre discutendo tra di loro si lamentavano anche inveendo contro il C. ché ancora non rilasciava il decreto AIA e continuava a richiedere ed aspettare pareri e a convocare conferenze dei servizi a loro giudizio non dovuti (attribuendogli in sostanza un potere assoluto), nonostante tutti i soldi che gli avevano dato, togliendoseli dalla bocca e dai loro conti in banca. Tra le altere conversazioni di interesse ve ne è una del 5 marzo 2012 (progr.4207) in cui in uno sfogo tra di loro, maledicendo il C., ricordavano di avergli dato 100.000 euro.

Fu allora che le stesse attività di intercettazione disvelavano, rendendolo via via sempre più palese, che il C. contemporaneamente intratteneva rapporti, fondati su un intenso scambio corruttivo colfacoltoso” imprenditore del settore dei rifiuti M. P. (come lo ha definito C. nella sua più volte citata memoria). Sarebbero seguite le captazioni dei colloqui tra C. Giuseppino Innocenti e U. A..

Più esattamente l’indagine sull’ipotesi di reati di corruzione fu assunta per competenza dalla Procura ordinaria di Palermo e le attività di intercettazione in corso, a partire dal 3 ottobre 2011, furono proseguite dagli investigatori della Sezione V della Squadra Mobile di Palermo. Nel mese di novembre e poi a febbraio del 2012 furono estese rispettivamente all’ufficio presso l’assessorato e all’autovettura del C..

*

Schematizzando al massimo quanto sarà analizzato nei paragrafi dedicati alla catena di conversazioni intercettate, la loro intrinseca eloquenza, unita ai dati documentali che sono stati acquisiti mette di fronte ad un intreccio di interessi che traccia la permanente deviazione delle funzioni pubbliche in favore di quegli imprenditori, posta in essere dal C., in forza del potere di cui godeva all’interno dell’ufficio come principale gestore delle procedure AIA per le discariche. Come ripetuto dal Pm anche in sede di requisitoria, con particolare riferimento agli interessi di P. M., C. era in sostanza “a libro paga dell’imprenditore” e per soddisfare i suoi desiderata, agiva in assoluta simbiosi con lui, gli prestava una continua “consulenza” su come comportarsi per ottenere sulle sue istanze esiti positivi e per scansare i molteplici rischi di annullamento dell’AIA dei suoi impianti, come avrebbe fatto un prestatore di lavoro dipendente disposto a tutto per il suo datore di lavoro.

Non poche volte, osserva il Tribunale, veniva addirittura sentito dagli investigatori che curavano le intercettazioni ambientali, il fruscio delle banconote che P. consegnava al C., all’interno della sua Audi, per i suoi favori. Così come avveniva anche con l’A. il 29 febbraio 2012, quando gli consegnava 12.000 euro che dovevano servire a sistemare, per l’eventualità di un controllo fiscale, la contabilità relativa dell’Audi che A., aveva venduto al C. nel 2008 nell’ autosalone della AutoArona a Borgonovara.

Tra l’altro gli operanti avevano modo di ascoltare : le lagnanze dei fratelli S. sull’esosità delle pretese di denaro del C.; i dialoghi tra C. e la moglie sui programmi delle loro vacanze familiari a Taormina offerte da M. P. e i progetti di sistemazione del figlio Paolo, ancora studente, nella società del P.; i timori che la moglie del C. a un certo punto nel mese di maggio del 2012 prese ad esprimere (quando al marito e al P. era già nota l’esistenza di un’indagine a loro carico) e che la attanagliavano per la “leggerezza”, come da lei definita, dell’agire da corrotto del marito, apertamente e senza cautele.

Ed infatti una quota fortemente significativa delle intercettazioni è costituita proprio dai dialoghi tra il C. e il figlio Paolo e la moglie Valeria Paduano, in cui si questa continuava a dirsi grata al P. per l’alto tenore di vita che assicurava loro, con le sue continue laute elargizioni, e in cui il C. spiegava di essere dipendente da Mimmo P. ma che stava lavorando per diventare da lui indipendente, il sistema di remunerazione adottato dal P. per il lavoro, da “bravo consulente” che svolgeva per lui, ricevendo di volta in volta adeguata remunerazione.

Rileva il Tribunale che i contenuti monotematici, espliciti, straordinariamente eloquenti e fortemente compromettenti di tali conversazioni, il linguaggio mai controllato dei dialoganti non può che portare a constatare la spontaneità di tali scambi e l’assoluta inconsapevolezza degli interessati di essere intercettati dalla Polizia.

Ad esse, hanno fatto da corollario, agevolando ulteriormente la comprensione delle situazioni di riferimento, le esposizioni che i testi di Polizia giudiziaria, autori e coordinatori delle attività di captazione, hanno reso in sede di esame e di controesame, durante il lungo corso del dibattimento. Le dichiarazioni degli altri testimoni del Pm e dei testi chiamati delle difese degli imputati (alcuni anche interlocutori nelle conversazioni intercettate) hanno a loro volta consentito un ancora più approfondito scandaglio delle prospettazioni accusatorie e soprattutto di quelle difensive.

Ne scaturisce un quadro talmente chiaro, che, osserva il Tribunale, ha portato gli stessi imputati ad ammettere i contenuti delle captazioni come riportati negli atti di Polizia giudiziaria (il cui contenuto è transitato nel processo attraverso le deposizioni suddette) e nelle trascrizioni dei periti incaricati dal Tribunale.

Merita di essere messo in rilevo il già più volte menzionato promemoria difensivo del C., da lui compilato personalmente e sottoscritto, attraverso cui ha inteso rendere dichiarazioni spontanee, datato 7 luglio 2016. In esso C. dà conto della sua prospettiva su molte delle circostanze salienti ricostruibili attraverso il materiale probatorio, relative ai suoi rapporti prima di tutto con l’imprenditore P. M. -rispetto al quale, ha sostenuto, ammettendo di avere ricevuto da lui “migliaia di euro”, nutriva sentimenti di sincera amicizia e si considerava un consulente privato, più che un funzionario pubblico-, coi fratelli S. -che, ha sostenuto, lo infastidivano con la loro sprovvedutezza e le loro pressanti pretese-, e con A. U. -con cui avrebbe avuto rapporti improntati ad una totale onestà-, e alle pratiche amministrative di ciascuno, all’epoca dei fatti. Stando alla stessa memoria del C. nell’arco di tempo in cui fu investito dell’incarico in oggetto curò le istruttorie e predispose oltre centottanta decreti di AIA.

Nella stessa memoria il C. ha sottolineato che si considerava il consulente del P., e che sognava di poter fare privatamente il consulente per lui, e anche che l’ingegnare Sansone, suo ex capo settore, che stimava e con cui aveva un ottimo rapporto, gli aveva offerto di andare a lavorare con lui nello studio che avrebbe avviato dopo essere andato in pensione.

2) Quadro di sintesi della normativa nazionale e regionale

in materia di rifiuti.

Il DPR 10 settembre 1982 n. 915 (di attuazione di direttive C.E.) definiva le attività di smaltimento dei rifiuti, comprese le sub-attività di conferimento, raccolta e spazzamento, cernita, trasporto, trattamento, ammasso, deposito e discarica, attività di “pubblico interesse”. Nel 1997 veniva emanato il c.d. decreto Ronchi, dlgs 5 febbraio 1997 n. 22, che all’art. 2, comma 1 sottolineava che la gestione dei rifiuti è un’attività di “pubblico interesse”.

Il decreto Ronchi (più volte menzionato dal P. nei suoi dialoghi intercettati) recepiva tre direttive comunitarie: una sui rifiuti (91/156/CEE), una sui rifiuti pericolosi (91/689/99 CEE) ed una sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio (94/62/CEE), ed abrogava il D.P.R. n. 915/82, mutando completamente il quadro normativo in vigore:

il precedente decreto si proponeva di disciplinare lo smaltimento dei rifiuti, ritenendo fasi costitutive quelle di raccolta, spazzamento, cernita, trasporto, trattamento, deposito e discarica sul suolo e nel suolo.

Con tale decreto si passa dall’idea della centralità dello smaltimento, alla nozione di gestione dei rifiuti, all’interno della quale lo smaltimento costituisce solo l’ultima fase. Il decreto incide profondamente sul sistema di gestione, favorendo il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” attraverso il perseguimento di obiettivi prioritari: attivare un sistema integrato di gestione dei rifiuti; definire e riclassificare i rifiuti; definire le competenze dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni; preferire, nell’ordine, il reimpiego, il riciclaggio e il recupero di energia, con lo smaltimento in discarica come estrema ratio; creare un sistema di recupero degli imballaggi, a carico dei produttori e utilizzatori (in applicazione del principio della responsabilità condivisa); definizione di ambiti territoriali ottimali (ATO) che consentano una gestione unitaria del servizio ed un’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi; ridurre la produzione dei rifiuti ed incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, attraverso l’introduzione dell’obbligo di raccolta differenziata. Il decreto Ronchi stabilisce come obiettivo principale la corretta gestione del rifiuto al fine di: «assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e controlli efficaci». Per conseguire tali scopi impone che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi pregiudizievoli per la qualità dell’ambiente.

La materia veniva inserita e coordinata nel testo unico, di cui al d.lgs. 3 aprile 2006 n. 152, modificato più volte e, in particolare, con riguardo alla materia specifica dei rifiuti, dal d.lgs. 3 dicembre 2010 n. 205, attuativo della direttiva 2008/98/UE.

Con riferimento ai requisiti operativi e tecnici trova applicazione il d.lgs. 13 gennaio 2003 n. 36, sulle discariche (attuativo della direttiva 1999/31/CE), il cui allegato stabilisce indicazioni precettive sulla localizzazione delle discariche, prevedendone la preclusione di installazione in talune aree (luoghi sensibili dal punto di vista geomorfologico, aree naturali protette, zone ad elevato rischio sismico etc.) e la valutazione delle condizioni di accettabilità con riferimento a taluni parametri per altri siti (distanza dai centri abitati e da strade, ponderazione mirata con riferimento alle zone a rischio sismico di categoria 2, vicinanza a produzioni agricole pregiate, presenza di beni culturali, etc.). In ogni caso, l’ubicazione e le caratteristiche costruttive di una discarica devono soddisfare le condizioni necessarie per impedire l’inquinamento del terreno, delle acque freatiche e delle acque superficiali.

La disciplina dei rifiuti risulta dunque regolamentata in ambito comunitario (art. 191 T.F.U.E.), le cui politiche hanno per obiettivo la realizzazione di una c.d. società del riciclaggio :

l’art.177, comma 1, del d.lgs. n. 152/2006 prevede che la gestione dei rifiuti non debba produrre inquinamento, non debba arrecare danno alla salute umana, o all’ambiente e non debba arrecare nocumento al paesaggio o ai siti di particolare interesse;

il novellato art. 179 del d.lgs. n. 152 cit. (come modificato dal d.lgs. n. 4 del 2008 prima e dal d.lgs. n. 205 del 2010 poi) stabilisce la gerarchia dei rifiuti, intesa come “ordine di priorità” nella politica e nell’attività di gestione dei rifiuti, che vede come opzioni da seguire nell’ordine:

a) la prevenzione, intesa come insieme di misure volte ad impedire la produzione di rifiuti;

b) la preparazione per il riutilizzo, definita come operazione di controllo, pulizia e riparazione, che permette il riutilizzo del bene;

c) il riciclaggio, ovvero quella particolare forma di recupero attraverso il trattamento con tecniche appropriate per ottenere altri prodotti o materiali;

d) il recupero di altro tipo, come ad esempio avviene con le tecniche di recupero per produrre energia e l’utilizzo del rifiuto pretrattato come combustibile, e, solo in ultimo,

e) lo smaltimento, che a sua volta può avvenire, secondo due modalità principali. La prima è costituita dall’incenerimento, la seconda (residuale) dal conferimento a discarica.

L’art. 177, comma 5, del d.lgs. n. 152 impegna espressamente e direttamente le pubbliche amministrazioni a perseguire, nell’esercizio delle rispettive competenze, iniziative dirette a favorire il rispetto tassativo della suddetta “gerarchia” nel trattamento dei rifiuti.

In aggiunta, a seguito della comunicazione COM (2015) 617 finale della Commissione europea del 2 dicembre 2015 e, soprattutto, a seguito delle recenti quattro direttive 2018/849/UE, 2018/850/UE (specifica in materia di discariche), 2018/851/UE e 2018/852 UE è stata adottata la nuova strategia europea in tema ambientale della c.d. economia circolare, che considera gli oggetti e le sostanze residue del processo produttivo non beni da distruggere, bensì beni da riutilizzare in un nuovo processo, assegnando la qualifica di “rifiuto” a quei residui dell’attività di produzione che non siano altrimenti impiegabili per impossibilità tecnico-economica.

Il conferimento in discarica dei rifiuti costituisce, per quanto detto, l’ultima opzione prevista per il trattamento dei rifiuti. È dunque la scelta ultima e residuale, di estrema ratio. La materia è specificamente regolata sia in seno al d.lgs. 3 aprile 2006 n. 152 che dal d.lgs. 13 gennaio 2003 n. 36.

Infatti, il ricorso a discarica non comporta alcuna valorizzazione del rifiuto e implica, secondo la stessa normativa (art. 1 d.lgs n. 36 cit.), potenziali rischi di contaminazione per l’ambiente, come si evince anche dal dato empirico, che ha condotto la Corte di giustizia U.E., sez. III, sentenza 26 aprile 2007 (C-135/05) a sanzionare l’Italia per la sussistenza di oltre 200 discariche abusive, presenti in quasi tutte le regioni italiane, con l’inflizione di una multa superiore a 40 milioni di euro per i primi sei mesi (da ricalcolarsi ogni semestre, fino alla esecuzione della sentenza).

La Corte giustizia U.E., Grande sez., sentenza 2 dicembre 2014 (C-196/13) ha sanzionato l’Italia per perdurante inottemperanza, ingiungendo il pagamento di una somma forfettaria di euro 40 milioni alla quale va aggiunta, a titolo di penalità per ogni semestre di ritardo nell’attuazione di tutte le misure prescritte, la somma di euro 42,8 milioni.

La realizzazione di discariche nel territorio comporta non solo la necessità di realizzare progetti assistiti da una serie di misure di cautela, volte a scongiurare pericoli di inquinamento, ma richiede anche un’attenta attività di pianificazione del territorio e di programmazione degli interventi, in modo tale da poter ubicare le discariche da realizzarsi, come ultima opzione del sistema del trattamento dei rifiuti, in sicurezza e in luoghi confacenti.

In base all’art. 208, comma 1, del d.lgs. n. 152, i soggetti che intendono realizzare e gestire impianti di smaltimento o di recupero di rifiuti devono presentare un’apposita domanda alla regione competente, allegando un progetto definitivo e la documentazione tecnica relativa alla realizzazione dell’impianto, coerente con le disposizioni in materia urbanistica, ambientale, della salute, sicurezza sul lavoro e igiene pubblica. Ai sensi dell’art. 208, comma 3, la regione indice poi una conferenza di servizi, al fine di acquisire tutti i documenti, informazioni e chiarimenti dai soggetti coinvolti. A seguito delle risultanze della conferenza, la regione autorizza o meno l’impianto. L’approvazione costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità (art. 208, comma 6, del d.lgs. n. 152 del2006).

La specificità dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (rispetto alla procedura di VIA) ai sensi dell’art. 5, comma 1, lett. o-bis, del d.lgs. 3 aprile 2006 n. 152 , è di proporsi la tutela contro l’inquinamento rispetto ad impianti che per loro natura sono suscettibili di produrne. Quindi tutti i numerosi pareri dei diversi uffici tecnici degli enti coinvolti (ciascuno deputato all’analisi di specifici aspetti del progetto complessivo dell’impianto in valutazione) hanno come punto di convergenza l’obiettivo della tutela dall’inquinamento.

Più precisamente la finalità della procedura di AIA è il perseguimento di un elevato livello di tutela ambientale (art. 191 del T.F.U.E.), nel rispetto del quale l’impianto e l’esercizio di una “installazione” di trattamento dei rifiuti, va sottoposta a prescrizioni idonee a prevenire, evitare o contenere al massimo emissioni inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo, secondo le migliori tecnologie disponibili (c.d. BAT, best available techniques), pur sempre nell’ambito della pianificazione strategica e della programmazione operativa, predisposta dall’amministrazione regionale (artt.179-180 del d.lgs. n. 152), inerente alla gestione dei rifiuti, quale attività di pubblico interesse (art. 178, comma 1, del d.lgs. n. 152), secondo la “gerarchia” (art. 179, commi 1-2, del d.lgs. n.152), in conformità alla legge e al diritto U.E., nel trattamento dei rifiuti.

L’A.I.A. si connota come una tipica autorizzazione costitutiva, in quanto è “concessa” per un tempo prestabilito (art. 208, comma 12, d.lgs. n 152) e dunque non sussiste in capo al destinatario alcun precostituito diritto ad ottenerla e quindi può essere rilasciata solo dopo che la pubblica amministrazione abbia valutato discrezionalmente i vari interessi pubblici rilevanti, che vengono in evidenza nel corso dell’iter procedimentale, soprattutto con riferimento alla strategia di fondo (aderente alle disposizioni U.E.) prescelta in materia di gestione dei rifiuti e accolta dalla amministrazione competente (art. 179, commi 1, 2 e 5; art. 180 del d.lgs. n. 152).

L’autorizzazione viene rilasciata nell’esercizio di una discrezionalità mista, che implica tanto apprezzamenti tecnici, quanto valutazioni di opportunità, e coinvolge una pluralità di amministrazioni od organismi sia prettamente tecnici (A.R.P.A., A.S.L., Comitato tecnico V.I.A.), sia preposte alla tutela paesaggistico-culturale (Soprintendenza competente ai beni culturali e ambientali), che ancora enti esponenziali della collettività (regioni, province, comuni). Destinatario del provvedimento è il gestore ambientale proponente, ossia un soggetto abilitato dalla legge al servizio di pubblico interesse dello smaltimento dei rifiuti (art. 212 del d.lgs. n. 152 del 2006; v. tra le tante TAR Toscana II n.921 del 1’0.7.2012)

L’A.I.A. è il provvedimento finale di un procedimento amministrativo complesso, che tramite il modello di coordinamento della conferenza dei servizi, effettua la valutazione di impatto ambientale (c.d. V.I.A.), procede cioè a ponderare, nel processo della gestione dei rifiuti, gli interessi pubblici secondari e gli interessi privati, in ordine al perseguimento dell’interesse pubblico primario al corretto smaltimento dei residui delle attività antropiche, in modo economico, efficiente ed efficace, senza però nuocere all’ambiente. L’A.I.A. dunque considera in modo combinato ogni fattore potenziale di inquinamento, evitando tradizionali distinzioni settoriali (aria, acqua, suolo, rifiuti, rumore), e s’inserisce nel solco della tendenza dell’evoluzione del quadro normativo in materia ambientale improntato alla semplificazione del modulo procedimentale e alla considerazione unitaria di tutti i fattori ambientali rilevanti nella fattispecie.

In breve l’attività di discarica non costituisce un’attività libera, ma un’attività, riservata a soggetti muniti di predeterminati requisiti, che assume un rilevante pubblico interesse e viene “concessa” (art. 208, comma 12, d.lgs. n. 152 del 2006) al gestore ambientale, con un’autorizzazione costitutiva, a fronte della presentazione di una domanda, con il corredato progetto definitivo, che si colloca però all’interno di un’attività pianificatoria e programmatoria delle autorità pubbliche preposte, che individua specifiche esigenze e criteri.

Dunque l’azione in materia di rifiuti affidata alle autorità amministrative competenti deve essere improntata null’affatto alla tutela degli affari privati dei proprietari dei terreni e dei gestori del servizio al rispetto dei suddetti criteri, che si inquadrano nella salvaguardia dell’ambiente, che trova il suo fondamento costituzionale nei principi di tutela del paesaggio (art. 9 Cost.) e della salute (art. 32 Cost.), cui corrispondono i diritti fondamentali dei cittadini e l’interesse primario della comunità nazionale.

In Sicilia, la patologia del sistema dei rifiuti è stata affrontata come è noto con la dichiarazioni dello stato emergenziale. Nel 1999, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 gennaio 1999 dichiarava lo stato di emergenza, e quindi il 31 maggio 1999 il Ministro dell’Interno emanava l’Ordinanza n. 2983, con la quale il Presidente della Regione Siciliana Cuffaro veniva nominato Commissario per la predisposizione di un piano di interventi di emergenza nel settore della gestione dei rifiuti e per la realizzazione degli interventi necessari per far fronte alla situazione di emergenza. Tale ordinanza veniva prorogata due volte il 23 dicembre 2004 e il 29 dicembre 2005.

Successivamente, il presidente della Regione il 5 giugno 2010 chiese lo stato di emergenza e il presidente del Consiglio dei ministri, d’intesa con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con decreto del 9 luglio 2010, n. 3887, dichiarò ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n° 225, lo stato di emergenza nella Regione siciliana in materia di gestione dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi fino al 31 dicembre 2012. Con la stessa ordinanza il presidente della Regione fu nominato commissario delegato con il compito di adeguare entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dell’ordinanza, d’intesa con il dipartimento della Protezione civile, il piano regionale di gestione dei rifiuti, di incrementare la raccolta differenziata, di realizzare le piazzole per lo stoccaggio dei rifiuti differenziati, gli impianti per la selezione del multimateriale e per il trattamento dei rifiuti organici e di realizzare le discariche necessarie a fronteggiare l’emergenza.

Poco prima della dichiarazione di emergenza del 9 luglio 2010, ad aprile, veniva emanata la legge regionale n. 9 del 2010Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati”, che costituisce la prima normativa quadro di settore della Regione siciliana coordinata con le disposizioni del decreto legislativo 152/2006 e ha tra le sue principali previsioni: la riduzione da 27 a 10 del numero degli ATO, la soppressione delle connesse società di gestione e l’affidamento delle relative funzioni a nuove società consortili, i contenuti e le procedure per l’adozione del piano regionale di gestione dei rifiuti e dei piani d’ambito, la semplificazione dei procedimenti autorizzativi, l’incentivo all’utilizzo di materiali riciclati.

Si proponeva di portare la Sicilia definitivamente fuori dall’emergenza rifiuti.

Ma dopo la legge 10 del 2010 : 1) in forza del decreto emergenziale del luglio 2010 nel 212 gli ATO divennero 18 ; 2) il piano dei rifiuti fu approvato dal Ministero nel luglio del 2012 a condizione che venisse sottoposto a VAS e il parere favorevole alla VAS del MInistero fu poi dato nel luglio 2015.

Legge regionale del 2010 più in particolare –che rappresenta, si ripete, la prima normativa di sistema della Regione siciliana nel settore della gestione integrata dei rifiuti urbani e della messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati-, composta da 19 articoli e da norme finali, ha (per linee essenziali): recepito i principi di precauzione, prevenzione e proporzionalità, di responsabilizzazione e cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, distribuzione, utilizzo e consumo di beni da cui originano i rifiuti, indicato i criteri di priorità nella gestione dei rifiuti e riconosciuto il ruolo dei comuni quali responsabili del servizio erogato ai cittadini con le entrate derivabili dalla riscossione (art.1); definito le competenze della Regione (art. 2), delle Province (art. 3) e dei Comuni (art. 4); confermato l’istituzione di dieci ambiti territoriali in luogo dei ventisette esistenti (art. 5); affidato le funzioni di autorità d’ambito a società consortili di capitali denominate “Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti”, con acronimo SRR (art.6); disciplinato le modalità per la costituzione delle SSR, per l’adozione dell’atto costitutivo e dello statuto, definito il patrimonio e stabilito le procedure per l’adozione e l’approvazione della dotazione organica e la selezione del personale ( art.7); inserito tra i compiti delle SRR l’individuazione del gestore del servizio integrato dei rifiuti e il controllo finalizzato alla verifica del raggiungimento degli obiettivi qualitativi ( art.8); fissato la disciplina in materia di programmazione regionale (art. 9) e d’ambito (art. 10); 169 previsto azioni idonee a prevenire la produzione di rifiuti e a ridurne la pericolosità, da parte dagli organi coinvolti nella gestione dei rifiuti a valere sul piano di azione del PO FESR 2007-2013 (art. 11), strumenti incentivanti per garantire il sistema della raccolta differenziata dei rifiuti (art. 12) e l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di utilizzare materiale riciclato, favorendo forme di riutilizzo e riciclo dei rifiuti (art. 13); disciplinato i poteri sostitutivi della Regione (art.14); dettato nuove procedure di affidamento e aggiudicazione del servizio di gestione integrata, assegnando alle autorità d’ambito il compito di individuare i soggetti che devono gestire il servizio (art. 15); previsto l’approvazione, con decreto del presidente della Regione, di un capitolato generale della gestione integrata dei rifiuti, in base al quale adeguare le condizioni dei capitolati speciali di appalto e dei contratti di servizio in essere (art. 16); regolamentato gli aspetti relativi ai contenuti dei contratti, che prevedono idonea polizza fidejussoria a garanzia e stabiliscono che gli impianti necessari alla gestione integrata dei rifiuti, comprese le opere e le infra-strutture connesse, sono da considerare di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti e possono essere ubicate anche in zone classificate agricole dagli strumenti urbanistici vigenti purché distanti almeno 5 chilometri dal perimetro del centro abitato (art. 17); stabilito modalità di accelerazione e semplificazione delle procedure autorizzative per l’attivazione degli impianti necessari alla gestione integrata dei rifiuti (art. 18); fissato la disciplina transitoria basata sugli obblighi degli enti locali, dei liquidatori e degli amministratori in carica, sulla confluenza dei rapporti giuridici dei consorzi e delle società d’ambito in un’apposita gestione liquidatoria, sulla disciplina transitoria degli affidamenti, sulle misure di salvaguardia del personale in forza alle autorità d’ambito al 31 dicembre 2009 e sulla previsione di una sostanziale situazione di continuità fino al definitivo avvio del servizio di gestione integrata dei rifiuti. La legge 9 mediante la legge finanziaria regionale per il 2012 (l. r. 9.5.2012, n.26) ha subito delle modifiche relativamente (l’art. 59 agli ambiti territoriali ottimali per la gestione integrata dei rifiuti (art.14) potere sostitutivo (art. 15) Disciplina dell’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti e (art.19) “Norme transitorie” e ha autorizzato il dipartimento regionale acqua e rifiuti ad anticipare risorse finanziarie.

Il decreto n48/2012 istituiva un gruppo di lavoro formato da personale dell’Assessorato regionale dell’energia e dell’Assessorato del bilancio e tesoro, con l’obiettivo di migliorare e monitorare i livelli applicativi delle tariffe per i rifiuti urbani, attraverso l’informazione e la trasparenza24.

Cap. 2

Rapporto tra M. P. e G. C..

  1. Iter storico e amministrativo, dal 1982 al 2013, degli impianti della OIKOS ricostruito attraverso le produzioni documentali del Pm e della difesa del P.; documenti oggetto di invii via email tra C. e M. Sudano, legale della OIKOS, intercettate dalla Pg tra il 5 e il 7 marzo 2012.

  2. Vicenda della rimozione del C. dal Servizio VIA VAS dell’ARTA.

  3. Sulla ispezione disposta dall’assessore N. Marino e relazione del 2014 e rigetto dell’istanza di rinnovo dell’AIA ottenuta dalla OIKOS nel 2009.

d). Esame delle conversazioni captate.

  1. Da settembre 2011 a marzo del 2012.

  2. Fermo impianto, aprile 2012.

  3. Da maggio a giugno 2012.

  4. Giugno e novembre del 2013 :

Intercettazioni dal 13 al 17 giugno 2013.

Documentazione contabile alberghiera.

Conversazione del 24 giugno 2013, ore 21,00 (P. suggerisce al C. lo stratagemma difensivo di addurre lo stretto rapporto tra le loro famiglie, e dazione di altri 10.000 euro).

Conversazione del 25 giugno 2013 (dazione di altri 10.000 euro).

Intercettazioni del 27 novembre 2013.

P. e C. con gli investigatori della polizia giudiziaria.

Esame dei testi Natale Zuccarello e V. Arnone.

  1. Iter storico e amministrativo, dal 1982 al 2013, degli impianti della OIKOS, ricostruito attraverso le produzioni documentali del Pm e della difesa del P.; documenti oggetto di invii via mail tra C. e M. Sudano, legale della OIKOS, intercettate dalla Pg tra il 5 e il 7 marzo 2012.

Va meglio chiarito che nè l’esame dei già citati testi di Pg, Evola e Vito Mazzara od altri né la documetazione prodotta dal Pm risultano esaurienti ai fini di una ricostruzione degli aspetti amministrativi, della contorta vicenda dell’iter delle autorizzazioni AIA della OIKOS, istruite dal C.. Il teste Evola ha infatti fornito una panoramica rassegna di molti passaggi di rilievo delle captazioni e l’esame del maresciallo Mazzara, dei Carabinieri del NOE, si è invece concentrato sugli aspetti tecnici dell’impianto di Tiritì e dell’impianto di pretrattamento e sul piano finanziario e le tariffe di conferimento e di trattamento dei rifiuti in discarica e sulle modalità di registrazione dei carichi e dei trattamenti dei rifiuti in discarica.

Questo tipo di atti furono esaminati dal teste per definire i contorni di un giro di telefonate sospette tra Veronica Puglisi, responsabile del piano di sicurezza e controllo della discarica della OIKOS, C. e P., tra il 4 e il 5 e il 23 e 27 aprile 2012, che vertevano su due episodi di fermo impianto. Al riguardo si impone un chiarimento.

Gli approfondimenti del maresciallo Mazzara avevano un duplice fine:

quello di aiutare gli investigatori della squadra mobile a mettere a fuoco l’ipotesi di condotte del C. contrarie sui doveri d’ufficio, sostanziatesi nel tenere celata la notizia del fermo dell’impianto, favorendo così la possibilità che il P. continuasse a smaltire in discarica in quei giorni i rifiuti non trattati; quello autonomo di verificare l’ipotesi di una truffa, operata appunto con quel metodo, lucrando introiti frutto di un’attività che doveva essere interrotta a causa del guasto. Orbene la truffa non è oggetto del presente processo, in cui invece ci si dovrà concentrare solo sul primo profilo : se cioè C. in quei giorni, con la complicità del P., compiva atti contrari ai doveri d’ufficio sempre in virtù del patto di corruzione che li legava.

Va evidenziato che le dichiarazioni di questi due testi di Polizia giudiziaria, ed in particolare per la loro maggiore ampiezza quelle del sovrintendente Evola, una volta comparate con le affermazioni di tutti gli altri testimoni e con le accurate trascrizione dei periti trascrittori nominati dal Tribunale, a causa della eloquenza anche di quest’ultimo materiale, sarebbero già più che sufficienti a far constatare la gravità e pericolosità della progressiva relazione corruttiva e “simbiotica” tra il funzionario del Servio VIA VAS dell’ARTA architetto G. C. e l’imprenditore M. P..

Per il resto il sovrintendente Evola si è limitato ad enunciare gli estremi dei decreti AIA ricevuti dalla OIKOS tra il 2007 e il 2009 e a ricordare che tutte le connesse attività istruttorie e post istruttorie erano state trattate dal C. e che si trattava di pratiche molto ingarbugliate, di cui al momento delle acquisizioni mancavano interi fascicoli. Però gli stessi testi di Pg sono stati coloro che al contempo hanno rivelato che (come già più volte ripetuto) l’analisi dei decreti AIA in discorso è contenuta nella relazione ispettiva del marzo del 2014 della commissione c.d. Marino, dal nome dell’assessore all’energia nominato dal presidente della Regione Crocetta, e che nel gennaio del 2014 istituì detta commissione, proprio al fine di indagare sulla regolarità amministrativa dei decreti di AIA ricevuti dalla OIKOS e da altre tre discariche private sul territorio della Sicilia.

Va chiarito che il Pm, sebbene l’abbia più volte preannunciato durante il dibattimento, non ha chiesto l’acquisizione di tale relazione. Una produzione più completa o un atto di sintesi come la suddetta relazione, sulle procedure di AIA della OIKOS, sarebbe stata ammissibile comunque solo in funzione dell’accertameto di indici o di prove puntuali in esse di azioni del C., responsabile dei procedimenti medesimi, contrari ai suoi doveri d’ufficio.

E’ pur vero, si rammenta, che allo stesso fine viene in ausilio la documentazione prodotta dalla difesa del P. sul finire del processo ed espressamente per ribattere alle affermazioni dei testi di Pg sulla relazione della commissione dell’assessore Marino (v. interventi della difesa). Si è pure ribadito che tale nutrita produzione contiene anche il ricorso al TAR di Catania, adito dai commissari della OIKOS nel 2014, dopo che il nuovo direttore del dipartimento competente dell’Assessore all’Energia N. Marino aveva ordinato la chiusa e la bonifica per ragioni di igiene e salute pubblica della vecchia discarica di Tiritì e negato il rinnovo del decreto di AIA del 2009 per la nuova discarica in contrada Valanghe d’Inverno.

Corre nuovamente l’obbligo di rilevare da parte del Tribunale che tale produzione, indipendentemente dalla considerazione che non è stata completata con la relazione del 2014 degli ispettori dell’assessore Marino (e che gli atti di cui si compone sono stati scelti dalla stessa difesa in assenza di alcuna interlocuzione del Pm circa la loro completezza), lungi dall’accreditare la tesi della conformità alla legge dell’operato del C. e del P., al contrario fornisce una quantità di dati concreti che fanno comprendere maggiormente il senso, la risalenza e la durata degli interventi del C., vincendo in un cammino arduo tutte le difficoltà che si interponevano ai disegni del P. di espansione imprenditoriale in loco (tutti cioè puntati sullo stesso sito).

Questi documenti infatti indicano l’andamento confuso e contraddittorio dei procedimenti che tra il 2007, il 2008 e il 2010 aveva portato la OIKOS spa del P. a conseguire i decreti di AIA e le argomentazioni di chi riteneva la non regolarità amministrativa e i rischi che quegli impianti rappresentavano per la salute degli abitanti dei Comuni limitrofi.

In altri termini i dati oggettivi che si traggono dagli atti in parola mettono nelle condizioni di comprendere a pieno il senso e di toccare con mano le dimensioni della condotta deviante del C. e rapportarla con la portata degli interessi coltivati dal P.. Alcuni documenti ed alcune captazioni, rendono evidente che dietro ad alcuni dei passaggi più spregiudicati delle procedure gestite dal C. c’è proprio la sua regia, di cui lo stesso d’altra parte non ha voluto fare alcun mistero, nemmeno nella sua più volte citata memoria. Alcuni documenti prodotti dal Pm ed oggetto di intercettazioni di email erano commissionati in dettaglio dal P., come nel caso di plateale evidenza, del “promemoria” (con allegati connessi), formato a quattro mani dal C. e da Chicco Sudano, legale della OIKOS (tra i dipendenti che il P. coinvolgeva nel suo ménage col C..

Quanto ai tempi degli atti amministrativi riguardanti gli impianti in quel sito e alla loro realizzazione, in estrema sintesi :

come visto, il 27 giugno 2007 la OIKOS per l’esercizio della discarica di Tiritì aveva ottenuto il DRS n. 562 di Autorizzazione Integrata Ambientale, con validità di cinque anni, per la cui rinnovazione lo stesso gestore avrebbe dovuto avanzare almeno sei mesi prima apposita istanza all’amministrazione competente. Così come a gestire il procedimento per il rilascio dell’AIA della discarica di Tiritì era stato il C., in qualità di RUP e presidente delle relative conferenze dei servizi, tra il 2011 e il 2012 sarà il C. a gestire la richiesta di rinnovo della medesima AIA (avanzata dalla OIKOS a dicembre del 2011), limitandosi, nota il Tribunale, alla fissazione di una conferenza dei servizi e a una richiesta di integrazione documentale. Dopo quelle attività monca del C. il procedimento di rinnovo dell’AIA svanì nel nulla e ciò servì alla OIKOS a giustificare la continuazione dell’uso della discarica di Tiritì oltre la scadenza di scadenza dell’AIA (maturata frattanto nel giugno del 2012) e fino al mese di aprile del 2013, quando entrava cioè in funzione la discarica di Valanghe d’Inverno (v. nota della OIKOS di riscontro al diniego di rinnovo del Dipartimento Acque e Rifiuti dell’Assessorato all’Energia del 2014, di cui infra e documentazione allegata) 25;

come pure visto, il 10 luglio 2008 la OIKOS riceveva il decreto dirigenziale di AIA n. 661 per l’esercizio dell’impianto di preselezione e trattamento dei rifiuti, di cui doveva essere dotata la discarica di Tiritì. Ma tale discarica soltanto nel 2010 verrà effettivamente dotata di tal genere di impianto (a curarne il collaudo sarebbe stato il C., a capo di una commissione di collaudatori, tra marzo e luglio 2010), all’esito di un frastagliato e lungo iter procedurale amministrativo. Infatti il progetto presentato dalla OIKOS nel 2008 veniva sostituito dalla stessa società con un altro presentato nel 2010, per l’adeguamento alle prescrizioni indicate nel medesimo decreto del 2008. La domanda di AIA per l’impianto di pretrattamento era stata presentata dal “gestore” OIKOS nel 2007 e tale tipo di impianto avrebbe dovuto assolvere alla funzione di adeguare l’esercizio della discarica ai dettami fondamentali della disciplina in materia di discariche, di cui al dlg 36/2003, che, in modo espressamente coordinato con la disciplina dell’AIA, sulla prevenzione e il controllo dell’inquinamento, di cui al dlg 59/2005 (nel 2010 assorbita nel t.u. dlg 152/2006) fa tra l’altro divieto di abbancare in discarica rifiuti “tal quali”, che non siano cioè preliminarmente stati trattati o selezionati, e che ha imposto la riduzione progressiva della ricezione in discarica di rifiuti non pericolosi della frazione biologica dei rifiuti, in attuazione dell’apposita direttiva UE26;

il DRS n. 83 del 4.3.2010 aveva autorizzato la realizzazione, per quella nuova discarica, di un Bioreattore per lo smaltimento dei RSU;

il 19 marzo 2009 la OIKOS riceveva il decreto dirigenziale AIA n. 221, per l’esercizio dell’enunciato “ampliamento” della discarica in contrada Valanghe d’Inverno, con una capacità di abbancamento di oltre due milioni e mezzo di metri cubi di rifiuti (entrata in funzione nel maggio del 2013). Detta autorizzazione veniva da lontano e il suo iter pregresso aveva contemplato una modifica della richiesta iniziale : nel 2007 P., aveva progettato di ottenere le autorizzazioni necessarie per costruire nello stesso sito un’altra discarica, con una capacità di abbancamento di rifiuti notevolmente più ampia, che avrebbe rappresentato per gli introiti della OIKOS un analogo salto di qualità; pertanto il 7 marzo 2007 per il tramite della OIKOS aveva presentato al servizio 2 VAS VIA (U.O. gestione rifiuti e opere idrauliche) dell’ARTA una domanda di Valutazione Integrata Ambientale, preliminare rispetto alla domanda di decreto AIA, per un progetto di discarca di soli rifiuti inerti, intitolata “adeguamento di discarica per inerti contrada Valanghe d’Inverno Comune di Motta Sant’Anastasia”, riferita ad una preesistente discarica di inerti in contrada Valanghe d’Inverno 27, ma poi, il 24 giugno 2008 aveva chiesto la modifica del progetto già presentato in “ Opere per la conversione ed adeguamento della discarica per rifiuti inerti di contrada Valanghe d’Inverno in discarica per rifiuti non pericolosi”. Va rilevato che la circostanza dell’esigenza del P. di ottenere l’autorizzazione per l’”ampliamento” o per la nuova discarica che dir si voglia da realizzarsi nello stesso sito poiché la discarica di Tiritì stava per saturarsi è stata data per scontata dai testi di Pg. Ma l’andamento complessivo della vicenda è piuttosto sintomatico del fatto che il P. chiedendo l’AIA l’ “ampliamento” nell’anno 2007, approfittando del regime emergenziale, fosse piuttosto interessato ad ottenere il decreto per un’altra ben più ampia discarica (per 2,5 milioni di mc di rifiuti), considerato tra l’altro che dopo avere ottenuto il decreto nel 2009, la stessa non venne realizzata se non almeno sul finire del 2012 e la vecchia di Tiritì veniva dismessa solo nell’aprile del 2013 (cioè oltre la scadenza dell’AIA quinquennale, ottenuta nel 2007 e scaduta a giugno 2012) in concomitanza con l’entrata in esercizio della medesima nuova discarica in contrada Valanghe.

Incidentalmente occorre riferire che la suesposta cronistoria si trova riportata innanzitutto fino al gennaio del 2009 nel “Rapporto Istruttorio” prot. n. 60 del 22.1.2009 del Servizio 2 e VIA VAS del Dipartimento Territorio e Ambiente dell’ARTA, a firma del dirigente dell’Unità Operativa ing. U. Latteo 28, il quale nel dare un’entusiastica valutazione positiva circa lo scarso impatto e i soverchianti benefici della scelta di realizzare la discarica proprio in quel sito, a proposito del punto fondamentale per legge della scelta del luogo dove collocare l’impianto oggetto della istanza di VIA, dichiarava che “il sito del progetto è ubicato in contrada Valanghe d’Inverno, in un’area ricompresa tra i centri urbani di Mistebianco e Matta Sant’Anastasia” e che “l’area occupata della nuova vasca pari a circa 9 ha sviluppa un perimetro pari a circa 1.300 metri” ed altresì, rileva il Tribunale, attestando il dato non autentico che tale appezzamento “ricade in un’area destinata dal PRG del Comune di Motta Sant’Anastasia a discarica comunale RSU” (si è già riferito che la suddetta mendace attestazione sarà focalizzata dal TAR Sicilia sez. di Catania nella sentenza del 6 ottobre 2015).

Il promemoria di C. e Sudano.

E’ utile altresì a questo punto evidenziare i più diretti attestati documentali che dietro a questa conversione del progetto per Valanghe di Inverno c’era la mano prezzolata del “consulente” C..

Vennero intercettati dagli investigatori, tra il 5 e il 7 marzo 2012, insieme alle mail tra il C. e il legale della OIKOS, Salvatore Sudano, detto Chicco : a) un promemoria, scritto dal Sudano; b) la nota già citata del dottor Saitta della Provincia regionale di Catania dell’8 novembre 2010; c) la nota del dirigente dell’ARTA Sergio Geardi di risposta ail Saitta del 29.11.2010 :

a) Il promemoria intitolato “DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI-C.da Valanghe d’Inverno Motta Sant’Anastasia- Richiesta di Annullamento decreto AIA 221 del 19.3.200929, dopo avere descritto l’iter AIA di Tiritì, dell’AIA dell’impianto di pretrattamento e dell’AIA dell’impianto di Valanghe d’Inverno, sottolineava materialmente i seguenti punti :

a ciò si aggiunga che il suddetto progetto.. è stato redatto, presentato e poi autorizzato nel rispetto di quanto previsto dal piano di gestione rifiuti vigente, che prevede che “Dovranno, pertanto, essere realizzati ampliamenti delle capacità delle discarica esistenti (da realizzare, ove possibile, in via prioritaria) o nuove discariche, in modo da sostituire quelle esaurite o in via di esaurimento previste nella tabella 8.10 del piano (omissis) e cioè anche la discarica di Motta Sant’Anastasia di proprietà della società OIKOS spa, inserita tra le discariche all’interno del piano di gestione di (allegato E alla prima versione approvata con ordinanza 1166 del 12/12/2002, tabella 6 dell’allegato 4 del primo aggiornamento approvato con ordinanza 1260 del 30 settembre 2004, tabella 6.1 dell’allegato4 del secondo aggiornamento approvato con ordinanza 1133 del 28/12/2006).

Si rende noto inoltre che il suddetto DRS n. 221, rilasciato dallo scrivente assessorato il 19 3 2009 relativamente alla discarica in oggetto, approva il progetto presentato dalla società ai fini del rilascio delle autorizzazioni in merito e che all’interno dello stesso sono stati analizzati i criteri per la localizzazione degli impianti di smaltimento recupero dei rifiuti per come vengono enunciati all’interno del piano regionale dei gestione dei rifiuti (TITOLO III PROGRAMMAZIONE , art. 9 piano regionale di gestione dei rifiuti, comma quattro lettera f che così recita: il piano regionale di gestione dei rifiuti…f lista dei criteri per l’individuazione delle aree non idonee alla loro localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti e criteri per l’individuazione dei luoghi o impianti idonei allo smaltimento, nonché le condizioni criteri tecnici per la localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti, escluse le discariche, in aree destinate ad insediamenti produttivi;” chiusa parentesi e che non ha mai fissato l’obbligo di rispettare precise distanze.

Inoltre, relativamente alla necessità di mettere in atto provvedimenti tesi a impedire che la vecchia discarica emani fetori e polveri sottili fuori norma, si rende noto che la società ha attivato, come imposto dalla normativa vigente in materia, dlg 36 2003 … un piano di sorveglianza e controllo in quanto parte integrante del progetto di una discarica la cui corretta progettazione ed applicazione garanzia di un adeguate attenta conduzione di un impianto così complesso e mutevole…

Ad oggi lo scrivente non ha mai ricevuto comunicazioni relative aggravi superamenti dei valori soglia di alcun parametro monitorato; avendo interpellato in merito il Dipartimento ARPA provinciale di pertinenza si è appreso che in data 28/6/2011…. È stato riscontrato un superamento di valore di attenzione delle “polveri totali sospese” PSC come a valle della discarica ; si apprende altresì che, già in seguito al successivo campionamento, svoltosi in data 9/8/2011, nei punti a monte a valle della discarica di cui al piano di sorveglianza e controllo, erano stati registrati valori inferiori al valore di attenzione. Tanto più che la società, nel periodo in esame, dichiarava che dall’analisi dei valori registrati da gennaio ad agosto 2011, non solo non era mai stata registrati valori al di sopra del valore di attenzione individuato da ARPA come valore soglia, ma che gli stessi valori erano di gran lunga al di sotto del suddetto valore di attenzione non mostrando alcuna compromissione ambientale.;

b) la nota dell’8 novembre 2010 del dottor Saitta, dirigente del servizio 5 del terzo Dipartimento della Provincia regionale di Catania, in qualità di responsabile dell’istruttoria, veniva spedita, per chiedere l’annullamento dell’AIA per Valanghe d’Inverno e per il bioreattore, al Presidente della Regione Sicilia anche nella qualità di commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza rifiuti, all’Assessorato Territorio e Ambiente, responsabile del decreto relativo, all’Assessorato regionale all’energia, al Prefetto di Catania e ai sindaci del comune di Motta Sant’Anastasia e di Misterbianco, alla OIKOS e all’assessore provinciale alle politiche dell’ambiente del territorio.

Sottolinea il Tribunale che questo documento si rivela di particolare importanza ai fini della comprensione dei retroscena cui alludono nei loro dialoghi il C. e il P. e nella comprensione delle strategie da essi menzionate proprio nei giorni in cui

quelle autorità amministrative dovevano decidere della sorte delle discariche del P..

Il dottor Saitta in sostanza spiegava le ragioni che a suo giudizio avrebbero dovuto portare all’annullamento in autotutela delle due enunciate autorizzazioni AIA, pur premettendo che il suo Servizio avesse nell’aprile del 2008 rilasciato parere favorevole con prescrizioni “all’ampliamento della discarica” di rifiuti non pericolosi in contrada Valanghe d’inverno e parere favorevole alla costruzione di una discarica per rifiuti non pericolosi Bioreattore nello stesso sito :

di recente era emersa una grave emergenza socio ambientale legata all’emissione di odori molesti derivante dalla discarica in contrada Tiritì che aveva provocato la protesta pacifica della popolazione, preoccupata per la propria salute, che aveva portato ad una petizione popolare per la chiusura dell’impianto, che aveva avuto grande risalto mediatico e rischiava di aggravarsi;

le soluzioni impiantistiche di cui la OIKOS aveva ricevuto l’approvazione, e non ancora realizzate, se potevano al limite considerarsi in linea col piano di rifiuti vigenti all’epoca della loro approvazione non sarebbero state per nulla coerenti con le linee guida che, stando alle notizie correnti stavano per essere approvate, tendenti a massimizzare la percentuale di raccolta differenziata e quindi a limitare la costruzione di nuove discariche;

la scelta dell’allargamento della discarica esistente e della realizzazione in aggiunta di un bioreattore, legata sempre al conferimento in discarica del rifiuto urbano tal quale, contrastava con le linee guida generali che avevano ispirato la legge regionale n. 9/2010, e con la dichiarazione dello stato di emergenza rifiuti nella regione siciliana, dichiarato con OPCM n. 3887 del 9/7/2010;

pertanto il parere dato dal Servizio compete della Provincia, alla luce delle nuove circostanze, sarebbe stato plausibilmente diverso;

i pareri espressi erano stati rilasciati in relazione alla necessità incombente a quell’epoca di dare continuità al servizio di smaltimento dei rifiuti, ma poi ancora a quella data (novembre 2010), in contraddizione con quel presupposto emergenziale, i lavori di ampliamento della discarica non erano nemmeno iniziati 30 ;

c) La nota dell’ARTA del 29.10.2010, sottoscritta dal dottor Sergio Gelardi, dirigente generale del dipartimento ambiente. Questi, osserva il Tribunale, liquidava sbrigativamente la richiesta di annullamento in autotutela del Saitta. Riferiva che il suo Assessorato con DRS 221 del 19.3.2009 e DRS n. 83 del 4.3.2010 avevano autorizzato la realizzazione di quella nuova discarica per RSU, nonché una discarca RSU Bioreattore, aggiungendo che in sede istruttoria erano stati acquisiti tutti i pareri favorevoli di tutti gli enti partecipanti alle conferenze di servizi, che in quel momento “la realizzazione dei progetti degli impianti era in fase avanzata “, che la loro ultimazione ormai prossima doveva considerarsi non solo utile a dare continuità alla raccolta dei rifiuti nei comuni che conferiscono in quella discarica, e a prevenire così i problemi di natura igienico sanitaria che si verificavano in altri comuni della Sicilia, rimarcando la coerenza col piano rifiuti, una non meglio definita ragguardevole distanza dai centri abitati, e in conclusione l’utilità e l’opportunità di quell’impianto (“non va sottaciuta la coerenza della realizzazione di tale discarica con il piano rifiuti attualmente in vigore della regione siciliana, collocandosi a una distanza ragguardevole dei centri abitati più prossimi. Ne consegue che a loro volta i provvedimenti autorizzativi di cui sopra è cenno appaiono, oltre che utili ed efficaci, anche utili e opportuni”).

Non può non notarsi la superficialità di questa nota, dove non si ha difficoltà a ravvisare ancora una volta la mano del Cannnova. Va notato che in realtà il decreto di AIA del 2009 dell’ “ampliamento” era riferito a discariche non per RSU ma per rifiuti non pericolosi e inoltre che l’affermazione generica che la costrizione della discarica di Valanghe volgesse al termine è smentita dalla circostanza che ancora nel 2012 le opere non erano complete e che la nuova discarica sarebbe entrata in funzione soltanto nel maggio del 2013 e dall’altra circostanza ancora più eclatante che il Bioreattore non venne mai costruito (nella sua memora il C. affronta anche il tema del Bioreattore, certificando che era stato lui ad occuparsi della relativa procedura e che si trattava di un impianto tecnologicamente innovativo).

Tornando all’impianto di pretrattamento autorizzato nel 2008, si è ricordato che questo avrebbe dovuto essere funzionale alla discarica di Tiritì e che avrebbe dovuto garantire il rispetto del divieto di legge relativo allo smaltimento in discarica del rifiuto tal quale e del divieto di smaltimento oltre una certa limitata quota della frazione biodegradabile. Ma, si sottolinea, il progetto, nel luogo corso dell’iter istruttorio, gestito costantemente dal C., aveva ricevuto vari dinieghi a causa della sua non adeguatezza ad affrontare il fondamentale dettaglio della frazione organica;

come si è pure rilevato il decreto del 2008 dichiarava che quella stessa autorizzazione veniva rilasciata a condizione che la società presentasse un altro progetto adeguato alle prescrizioni dettate. Il dato puntuale che il decreto del 2008 veniva emesso sulla base di un progetto privo delle caratteristiche di un progetto definitivo ( come tale non suscettibile di valutazioni tecniche, tanto che poi fu sostituito dal progetto del 2010) e l’altro dato puntuale che il suo collaudo avvenne poi soltanto nel luglio del 2010, indicano concordemente che il progetto iniziale era stato utilizzato strumentalmente per assicurarsi il decreto autorizzativo utile a giustificare la conformità alla legge della discarica di Tiritì (che ancora abbancava il rifiuto non selezionato).

Il 19 marzo 2009 la OIKOS otteneva il Decreto di AIA DRS n. 221/2009 per l’esercizio della discarica di rifiuti non pericolosi in contrada Valanghe d’Inverno, avvalendosi della circostanza che di avere già ottenuto nel 2008 il decreto AIA per il suddetto impianto di pretrattamento.

La OIKOS, si ribadisce finì di realizzare le opere dell’impianto di Valanghe nel novembre del 2012, e nel 2013 (in concomitanza con la dismissione della discarica di Tiritì; v. doc. già indicati) per poterla mettere in funzione superando il problema dell’assenza di un impianto di biostabilizzazione (e non essendo stato attuato presso i Comuni conferitori un adeguato sistema di raccolta differenziata – tale da garantire le basse percentuale di rifiuto organico consentite dalla legge per il diretto abbancamento del rifiuto in discarica), il 6 maggio 2013 stipulava con la Sicula Trasporti un contratto che aveva ad oggetto la biostabilizzazione della frazione biologica.

Da quel momento, nota il Tribunale, a chi, come il dirigente che preavvisò del procediemnto di diniego del rinnovo dell’AIA, obiettava la non conformità dell’impianto di Valanghe alla legge e al decreto di AIA la OIKOS, mediante i suoi tecnici, opponeva di avere stipulato quel contratto per il trasferimento della frazione biologica e il suo trasporto dalla sua discarica all’impianto (l’unico esistente) specializzato nella biostabilizzazione della Sicula Trasporti e per le successive operazioni di biostabilizzazione e restituzione alla medesima discarica di Valanghe. Naturalmente a questo servizio avrebbe fatto da pendant un ulteriore aumento della tariffa originaria a carico dei conferitori (v. doc. già enunciati).

Il seguito della presentazione del progetto aggiornato della OIKOS, sopra esaminato, osserva il Collegio, è registrato nei due verbali di operazioni di collaudo, effettuate il 22 marzo 2010 e poi il 2 luglio 2010 diverse volte enunciati. Il C. vi partecipò entrambe le volte:

la prima volta come componente della commissione composta dall’ing. Natale Zuccarello e dal medesimo arch. G. C., per l’ARTA, dai dottori Lo Vetere e Troja, per la Provincia regionale di Catania, dai dottori Crisafi, Grimaldi Roberto e Francesco D’Urso, per l’ARPA-DAP di Catania e da M. P., come amministratore unico della OIKOS e dall’ing. Debora Lucilla, come responsabile dell’impianto della stessa società;

il 2 luglio 2010 come componente della commissione formata soltanto da lui per L’ARTA, dal Troja per la Provincia, dal Grimaldi e dal D’Urso per l’ARPA e da P. e dall’ing. Claudio Giunta per la OIKOS.

Dal verbale del 22 marzo 2010 si apprende che :

non era stato realizzato il Bioreattore, autorizzato con decreto di AIA DDG n.83 del 4.3.2010, contemplato, nella presentazione del progetto di adeguamento del progetto dell’impianto di preselezione pretrattamento di marzo 2010, che stando a quest’ultimo avrebbe dovuto assolvere alla funzione di ricevere la parte biodegradabile proveniente dall’impianto di pre trattamento preselezione per la valorizzazione dello stesso (“..Bioreattore..che riceverà, non appena funzionante, la parte biodegradabile proveniente dall’impianto di pretrattamento selezione per la valorizzazione dello stesso”); 31 non era stata nemmeno realizzata l’apparecchiatura a lettori ottici che consente un ulteriore separazione della plastica come previsto nel progetto originario, né la parte superiore della tamponature esterna dell’edificio nella zona di conferimento degli dei rifiuti dove è presente la vasca di stoccaggio era ancora sigillata con i necessari pannelli di chiusura realizzando di un volume confinato; la vasca dell’impianto di tramoggia, in corso di realizzazione, presenta un’unica struttura di dimensioni maggiori rispetto a quanto originariamente previsto e risulta ancora non completate; non venivano prodotti, come richiesti, certificato di collaudo statico relativo all’edificio realizzato ai sensi della legge 1086/71 relativo all’edificio realizzato, certificati impiantistici ex legge 46/90. Stando a quanto recida ancora lo stesso verbale l’impianto era funzionale, sebbene alcune opere dovessero essere completat e dovessero essere prodotte le certificazioni suddette, fatto salvo ogni approfondimento connesso alle valutazioni per le variazioni apportate al progetto originario. Ed inoltre, il verbale conteneva la dichiarazione secondo cui se consentiva l’avvio nel rispetto dell’AIA del 10 luglio 2008, alla condizione che dovranno essere prodotte i certificati di collaudo, relativi all’edificio e alle apparecchiature installate, dando alla OIKOS 30 giorni ai fini del provvedimento definitivo per il completamento della tamponatura esterna dell’edificio e della vasca di prima pioggia. Ancora aggiungeva che la OIKOS avrebbe dovuto anche : rielaborare un piano di Monitoraggio e Controllo alla luce delle variazioni tecniche apportate, ed ancora che occorreva installare dei sensori lungo il tratto interrato della linea del percolato proveniente dalla vasca di ricevimento rifiuti nonché della linea di trasporto degli effluenti provenienti dagli scrubbers verso idonei serbatoi che, dovranno essere separati rispetto agli effluenti provenienti dalle Biofiltro. Tutti i serbatoi di raccolta degli effluenti sopra citati devono essere muniti di bacino di contenimento. Ed ancora, nota il Tribunale, lo stesso verbale di collaudo attestava la prospettazione della OIKOS secondo cui “a seguito delle varie ordinanze regionali i quantitativi di RSU in atto conferiti in discarica ammontano ad un massimo di 1400 tonnellate/giorno” e che quindi la stessa società “considerato che l’autorizzazione AIA rilasciata prevede una quantità di trattamento di 800 tonnellate giorno.. ma che si rende necessario aumentare la potenzialità massima giornaliera dell’impianto a 1400 tonnellate al giorno adattando le ore lavorative con l’aggiunta di un altro turno di lavoro” chiedeva nella stessa sede di quel collaudo “di essere autorizzata provvisoriamente al trattamento della maggiore quantità per il periodo di collaudazione”, riservandosi di “di presentare all’ARTA apposita istanza per il rilascio della relativa autorizzazione definitiva”.

Quindi, in chiusura il verbale registrava che l’ing. Zuccarello, venendo incontro alle esigenze prospettate dalla OIKOS di continuità del servizio, autorizzava tale richiesta di trattamento di un maggior numero di tonnellate giornaliere di quelle autorizzate per l’impianto, considerando pure che la sottoposizione dell’impianto ad un maggior carico di lavoro risultasse coerente con la collaudazione dell’opera, con queste testuali parole: “l’ing. Zuccarello Natale, responsabile del servizio 2 VIA VAS, presso atto di quanto sopra….venendo incontro alle esigenze di continuità del servizio ed accettando le motivazioni addotte, consente alla società OIKOS il trattamento dei rifiuti come sopra richiesto sino al definitivo collaudo dell’impianto stesso” 32.

Dal verbale di collaudo definitivo del 2 luglio 2010 (in testa alla commissione vi era il C. per l’ARTA e non era invece presente il dirigente del servizio Zuccarello) si apprende :

che la commissione prendeva atto che l’impianto di pretrattamento/selezione fosse stato avviato già il 10 aprile 2010, come da comunicazione all’ARTA prot. 135 apr. /1427U /2010; che la OIKOS in quella stessa occasione consegnava agli intervenuti “copia dell’integrazione della relazione tecnica del progetto esecutivo già consegnata nel corso della precedente visita di collaudo nonché copia del Piano di Monitoraggio e Controllo rielaborato alla luce delle modifiche tecniche intervenute durante la precedente visita di collaudo; che la commissione di collaudo accertava che le opere che risultavano ancora da realizzate erano state compiute. Al riguardo si precisava che però il collaudo riguardava soltanto la prima sezione dell’impianto, con queste parole : “si precisa che la verifica di collaudo è relativa esclusivamente alla prima sezione dell’impianto, che sarà realizzato nella sua interezza per lotti successivi, come già precedentemente comunicato dalla società all’Assessorato Territorio e Ambiente”; e con l’ulteriore precisazione che avendo riguardo e condividendo le esigenze addotte dalla OIKOS il rappresentante dell’ARTA (C.) consentiva alla società di trattare in deroga al decreto AIA 1.400 tonnellate al giorno di rifiuti in luogo delle 800 tonnellate autorizzate:

il rappresentante dell’Assessorato Territorio e Ambiente dichiara che in merito alla facoltà concessa alla ditta OIKOS s.p.a. di trattare 1400 tonnellate di rifiuti in deroga a quanto autorizzato con DDG 661 del 10 luglio 2008, la ditta stessa ha già avanzato richiesta dall’autorità competente circa la possibilità di continuare a trattare 1400 t al giorno anche a regime e che la stessa richiesta, in corso di istruttoria presso l’Assessorato Territorio e Ambiente, sarà definita quanto prima (..) venendo incontro alle esigenze di continuità del servizio ed accettandone le motivazioni, il rappresentante dell’assessorato regionale territorio ambiente consente alla società OIKOS spa il trattamento dei rifiuti come sopra richiesto sino alla conclusione dell’iter istruttorio di cui sopra ”.

b) Vicenda della rimozione del C. dal Servizio VIA VAS.

Nell’ordine occorre inserire in questa disamina, a costo di ripetizioni, le situazioni che tra la fine del 2012 e la fine del 2013 incisero sulla posizione funzionale del C., in parte già riferiti, ancora una volta utili alla comprensione del significato dei dialoghi intercettati:

la legge della Regione siciliana n. 2 del 2013 trasferiva le competenze relative ai rifiuti dall’Assessorato Territorio e Ambiente al Dipartimento Acque e Rifiuti dell’Assessorato all’Energia;

dopo di che, come ha ricordato la teste Maria Lo Bello, Assessore regionale al Territorio e Ambiente dal governo Crocetta (dal novembre 2012 all’aprile del 2014) lei stessa concertò col presidente Crocetta, recependo voci diffuse di disfunzioni e ritardi, lo spostamento dall’Assessorato Territorio e Ambiente di un numero di 160 unità e la loro messa a disposizione della Funzione pubblica per il trasferimento ad altri uffici;

il C. fu incluso tra quei 160 dipendenti, e quindi il 31 gennaio 2013 il direttore generale della funzione pubblica, dottor V. Bologna, ne dispose il trasferimento all’Assessorato all’Energia. Ma lo stesso giorno il sindacato di appartenenza del C. mandò una nota al Bologna comunicando che il C. era un rappresentante sindacale e negando il nullaosta alla sua mobilità, obbligando così il Bologna a provvedere alla revoca di quel trasferimento, che poi dispose il 13 febbraio 2013;

quindi il 21 febbraio 2013 C. tornò nel suo ufficio d’origine, dove rimase fino al 24 dicembre 2013 e dove, ha rilevato la teste, sostanzialmente continuò a fare ciò che faceva prima.

La Lo Bello, con riferimento a quel breve periodo trascorso dal C. presso l’assessorato all’Energia, ha ricordato che aveva saputo informalmente dal direttore generale all’Energia, Marco Lupo, che C. spingeva per poter continuare ad occuparsi ancora delle pratiche che aveva lasciato presso l’ufficio dell’ARTA di provenienza.

Il 19 dicembre 2013, ha rievocato altresì la teste, si verificò un fatto molto increscioso, che fu determinante della decisione più risoluta di spostare il C. da quel servizio: una serie di fax annuciarono che la conferenza dei servizi, fissata per il giorno dopo e da cui si prevedeva sarebbe scaturita l’autorizzazione per la discarica pubblica di Gela, avrebbe portato alla sospensione di quella procedura, e il direttore generale purtroppo firmò “quell’atto” di sospensione.

A quel punto, il 24 dicembre 2013 il direttore Gullo dispose il trasferimento del C. dal Servizio 1 VIA VAS all’Unità Parchi e riserve dello stesso Assessorato al Territorio.

La teste Lo Bello ha anche spiegato che ad acuire i dubbi sulla onestà del C. vi era stata anche la notizia, da lei ricevuta in quel periodo, che il C. avesse acquistato nel 2008 un’auto Audi dalla concessionaria, a 1.500 chilometri di distanza da Palermo, dell’A. (nel novarese; ndg) e che avesse partecipato a una conferenza dei servizi relativa ad un procedimento di AIA di interesse dello stesso A. o della Tirreno Ambiente. La teste ha alluso ai collegamenti tra A. e la Tirreno Ambiente, e ha precisato che su questi fatti presentò un esposto solo il 3 marzo 2014, avendo voluto approfondire e capirne di più.

c) Nel gennaio del 2014, si rammenta, fu nominata dall’Assessore all’Energia N. Marino la commissione ispettiva per la verifica degli atti afferenti a tutti i decreti AIA ricevuti dalle tre più grosse discariche private dei rifiuti in Sicilia, tra cui la OIKOS del P.; tra marzo e luglio del 2014 il direttore del dipartimnto Rifiuti dell’Assessorato all’Energia ingiunse alla OIKOS la chiusura e la bonifica della discarica storica di Tiritì per gravi ragioni di salute pubblica e comunicò contemporaneamente alla società l’avvio del procedimento di diniego della domanda di rinnovo dell’AIA per l’”ampliamento” di Valanghe d’Inverno 33; la OIKOS, dunque, impugnò il provvedimento di diniego della domanda di rinnovo davanti al TAR di Catania, che rigettando la domanda lo confermò. In quella sentenza veniva focalizzato che il provvedimento di AIA del 2009 che aveva autorizzato l’esercizio della discarica di Valanghe d’Inverno si era formato sulla falsa rappresentazione della destinazione urbanistica a discarica di RSU dell’area interessata dal progetto, laddove in realtà il PRG del Comune di Motta, vigente anche all’epoca, registrava la presenza di diversi vincoli geologici e idrogeologici connessi a un rischio di frana R2, con vincolo a discarica per soli inerti e divieto assoluto di edificazione oltre l’esistente. Quanto all’ulteriore seguito di questo spezzone della congerie di complesse vicende giudiziarie che si innescarono in quel periodo, secondo quanto è ricavabile dalla documentazione che la difesa del P. ha scelto di fornire al Tribunale, si deve aggiungere che la sentenza del TAR di Catania del 2015 venne impugnata dalla OIKOS davanti alla CgA, che prima nel 2016 in via cautelare e poi nel 2017 in via definitiva, la annullò, confermando che vi fosse stato tale erronea indicazione della destinazione urbanistica e mancata indicazione dei vincoli idrogeologici ma che non ne era stata evidenziata una eventuale grave ricaduta ambientale e per la salute pubblica.

  1. Esame delle conversazioni intercettate.

  1. Da settembre 2011 a marzo del 2012.

  2. Fermo impianto, aprile 2012.

  3. Da maggio a giugno 2012.

  4. Da giugno e novembre del 2013.

  5. Intercettazioni dal 13 al 17 giugno 2013.

Documentazione contabile alberghiera.

Conversazione del 24 giugno 2013, ore 21,00 (P. suggerisce al C. lo stratagemma difensivo di addurre lo stretto rapporto tra le loro famiglie, e dazione di altri 10.000 euro).

Conversazione del 25 giugno 2013 (dazione di altri 10.000 euro).

Intercettazioni del 27 novembre 2013.

P. e C. con gli investigatori della polizia giudiziaria.

Esame dei testi Natale Zuccarello e V. Arnone.

Le intercettazioni rivelano che ache dopo il rilascio dell’autorizzazione della discarica di Valanghe d’Inverno le proteste dei Comitati no Discarica non si arrestavano e che continuavano a lamentare il fetore proveniente dalla discarica di Tiritì, la sua vicinanza ai centri abitati, irregolarità procedurali e sostanziali della pratiche degli enunciati decreti di l’AIA 34.

Quando a settembre del 2011 gli investigatori li intercettavano, il C. e il P. (così come ancora in seguito), facevano riferimento alle iniziative dei comitati no Discarica e ad un controllo dell’ARPA che nel mese di giugno aveva rilevato nella discarica di Tiritì il superamento dei valori limite delle polveri sottili, e che aveva esasperato il livello della ribellione (il teste Evola ha ricordato che la gente era arrivata ad occupare l’autostrada, ed anche P. dirà al C. di cartelloni apposti nel centro di Misterbianco e di una raccolta di firme beffardamente da lui stesso assecondata per rappresentare che la puzza c’era ma non derivava da sostanze prodotte dalla sua discarica). Queste situazioni nello stesso periodo avevano costretto il presidente della Regione Raffaele Lombardo, Commissario straordinario per la gestione dei rifiuti in Sicilia, a disporre un controllo ispettivo presso la discarica di Tiritì. P. nel settembre del 2011, appunto, era venuto a saperlo e C. immediatamente si procurava le informazioni. Contattava due ispettori del Lombardo, suoi colleghi d’ufficio, e anche il terzo, il già citato prof. Ing. Vagliasindi, e informava passo per passo il P. delle notizie da questi ricevute. C. e P. insieme davano luogo ad una strategia, di volta in volta meglio perfezionata dall’esuberate C., fatta di una lunga serie di azioni, poste in essere in grave spregio degli obblighi di vigilanza e intervento sul gestore della discarica titolare dell’AIA rilasciata dal suo ufficio, contatti e manipolazioni dirette a condizionare gli ispettori di Lombardo, che P. parlando col C. dimostrava di non disdegnare di voler corrompere.

Come pure rilevato dal teste Evola, le intercettazioni tra la fine del 2011 e il 2012 rivelavano che ditta del P. rischiava l’annullamento dei decreti AIA e il loro mancato rinnovo alla scadenza, anche per una serie di altre diverse ragioni : il sindaco e il consiglio comunale di Motta Sant’Anastasia intendevano estendere l’area del vincolo o istituire un parco intorno al castello storico; stando al C., nello stesso periodo il suo detestato capo servizio, ing. Zuccarello (originario di Misterbianco, come il P. e da lui pertanto da sempre conosciuto), appoggiava pericolosamente l’istanza della società Bios di autorizzazione all’esercizio di discarica di rifiuti nel vicino territorio del comune di Rammacca.

C. e il P. discutendo delle loro “strategie” rivelavano che ognuno agiva con i propri mezzi, P. in particolare, incontrando politici e persone attraverso le quale potere arrivare a questi o ai superiori del suo intimo amico C., ma sempre tra di loro all’unisono e per far sì che le iniziative di annullamento dei decreti autorizzativi finissero nel nulla e che gli affari della OIKOS continuassero a prosperare.

Col trascorrere del tempo le azioni di contrasto, come commentato dal C., non sortivano l’effetto voluto e al contrario la OIKOS manteneva i volumi dei rifiuti da smaltire nei suoi impianti, con tariffe ragguardevoli, sempre determinate, come meglio più avanti, dalla personale opera d’ufficio del C. (si esamineranno i dialoghi tra C. e P., relativi all’aggiornamento della tariffa, e sullo stesso tema tra il C. e lo Zuccarello, successivi alla irruzione alla fine del mese di maggio del 2012, che gli investigatori avevano fatto presso l’ARTA, dove avevano prelevato le pratiche dei decreti AIA della OIKOS).

Soprattutto nei momenti di maggior pericolo per gli affari del P. l’appetito implacabile del C. e la sua appassionata dedizione a portare avanti con artifici e inganni le sue istanze si acuiscono al fine di salvare la situazione e del loro reciproco arricchimento.

Si noterà che il suo incedere verbale è sempre concitato e che lo stesso mandava continui segnali al P. di prostituire totalmente la sua funzione con indicazioni di necessità, di viaggi, di cure o di altro, che sottendevano richieste velate di denaro: ogni volta che veniva intercettato mentre P. gli consegnava denaro si schermiva (“ma che fai, non ti preoccupare Mimmo.. quelli che mi hai dato mi bastano..una suite addirittura!”).

Come da lui stesso ad un certo punto spiegato nel corso di una memorabile conversazione col figlio Paolo, la quantità di denaro che riceveva da Mimmo P. era direttamente proporzionale ai guadagni che gli assicura con il suo “lavoro” e grazie alla sua bravura, di cui pure si vantava col figlio. La relazione corruttiva tra G. C. e M. P., per rifarsi ad espressioni spesso da loro usate, è orientata ad un cimento continuo nell’elaborazione di stratagemmi per fregare qualcuno e portare chi di dovere sulla loro comune strada.

I dialoghi captati evidenziano che C. all’interno della sua amministrazione si muove su un terreno molto favorevole, non solo perché soverchia i suoi superiori in fatto di attivismo e preparazione in tutti i settori che direttamente e indirettamente toccano la disciplina dei rifiuti e delle discariche (dalle norme fondamentali in tema di rifiuti, di procedure VIA e AIA, discariche, urbanistica e vincoli paesaggistici -essendo le discariche anche delle costruzioni che devono essere compatibili col PRG ed eventuali vincoli-, tariffe per i conferimenti e i servi in discarica, normative emergenziali, provvedimenti che ripartiscono le funzioni tra i diversi Servizi del suo e di altri Assessorati regionali etc., non perdendo occasione per farne sfoggio col P.), ma anche perché è esperto delle pieghe oscure dell’apparato, in cui insinuarsi e da cui poter, con sottigliezza psicologica fare pressione sui suoi superiori. In special modo sul suo detestato capo settore, ing. Natale Zuccarello (la persona che ha il più diretto controllo e potere su di lui) e sull’ invece amato direttore del Dipartimento, V. Arnone, con cui ha rapporti indolori e armoniosi, responsabili e autori dei provvedimenti che scaturiscono dalle sue attività e di cui lo stesso conosce le debolezze e i limiti e le appartenenze (ne discute costantemente col P.).

Sicchè il C., d’accordo col P., che per questo lo corrompe, manovra e condiziona con abilità e spavalderia l’andamento delle pratiche amministrative di interesse della società del P.. Il suo unico fine è quello di ottenere l’accrescimento delle dimensioni delle sue discariche di Motta Sant’Anastasia e del volume dei rifiuti conferiti dai comuni e dei privati che se ne devono servire, e delle tariffe e, ove occorra, per annientare le pretese della concorrenza e le velleità di chi all’interno dell’amministrazione vorrebbe contrastali.

C., osserva nuovamente il Tribunale, fa tutto ciò a dispetto della regolarità dell’azione che deve improntare il suo operato, degli atti concreti del suo ufficio che svolge, dell’indipendenza nell’esercizio della discrezionalità tecnica e amministrativa e della trasparenza, che, come è stato fatto notare, imperniano fortemente tutto il delicato impianto delle procedure di Valutazione Integrata Ambientale e di Autorizzazione Integrata Ambientale.

Le attività di captazione coglievano il C. in un’imperterrita opera di controllo e condizionamento non solo dell’attività dei colleghi del proprio ufficio ma anche di tecnici di altri uffici che dovevano occuparsi o che potevano avere una voce in capitolo nelle questioni di interesse del P.. I suoi interventi manipolatori operavano a trecentosessanta gradi, riguardavano infatti sia l’andamento delle procedure da lui direttamente coordinate in qualità di RUP, sia la formazione dei decreti che scaturivano dall’esame delle risultanze delle conferenze dei servi da lui presiedute, ma per legge di competenza autonoma dei dirigenti suoi superiori.

Gli investigatori operanti captavano altresì le elargizioni di denaro e di altre utilità con cui il P. con prodigalità ricompensava di conseguenza il C. e tutta la sua famiglia. Le ultime dazioni di denaro in contante colte dalle attività di intercettazione sono del giugno del 2013, ma ancora nel mese di novembre del 2013 il C. è più che mai attivo e impegnato, con incredibile dinamismo, a brigare al servizio del P. per contrastare i rischi provenienti da iniziative di assessori e dirigenti più indipendenti di lui e della popolazione dei centri abitati a ridosso della discarica (nell’ultima delle conversazioni offerte dal Pm del 27 novembre 2013 C. con veemenza e insistenza metteva in guardia contro l’assessore Marino il P., che di buon mattino lo aveva chiamato dall’estero per chiedergli di accompagnarlo ad un incontro che a breve avrebbe avuto appunto col Marino. E ciò dopo che il 24 novembre 2013 aveva spiegato al figlio Paolo vantandosi di fare il consulente di Mimmo P.).

La condotta del C. rafforzava il calcolo e la scelta economica dell’imprenditore privato P. di pagare il C. piuttosto che adeguarsi alle regole di legge, per avere dalla sua la sua competenza tecnica e amministrativa, la sua totale disponibilità a servigi disonesti. Certamente l’atteggiamento dei due era agevolato, come mostrano le intercettazioni dalla loro sintonia umana e dalla comunanza dei loro gusti; C., nella sua più volte richiamata memoria, ha molto insistito sui sentimenti di sincera amicizia che legavano lui e il P. e non si ha difficoltà a credergli.

Le intercettazioni fanno tra l’altro emergere che il P. si vantava spesso un apparato di conoscenze politiche e di rappresentanti che occupavano posizioni istituzionali ed utili alla sua causa, tra cui anche magistrati, e che si avvaleva come metodo di un manipolo di dipendenti asserviti, consapevoli del rapporto di corruzione che intercorreva tra lui e il C., che coinvolgeva nel loro promiscuo ménage (v. i contatti con Giuseppe Arcidiacono nel mese di giugno 2012 , con Veronica Puglisi anche ad aprile 2012, e i dialoghi tra Grazia Marletta, impiegata amministrativa della OIKOS e P.).

Più in particolare emerge con tutta evidenza che il P. non esitava a far ricorso ai tecnici e ai legali che lavoravano per la sua azienda, approfittando della loro posizione di sostanziale dipendenza per prevenire e contrastare le negative iniziative dell’amministrazione, orchestrando e coordinando i loro interventi con le azioni del corrotto C., sotto la regia superiore dello stesso C..

  1. Conversazioni da settembre 2011 a marzo del 2012.

A partire dal 12 settembre 2011 si aveva un intenso scambio di sms e di telefonate tra P. e C. ed altri, poiché il P. era venuto a sapere che Lombardo aveva nominato degli ispettori che il giorno dopo avrebbero dovuto compiere il sopralluogo in discarica. C. in un battibaleno appurava che gli ispettori erano i suoi colleghi Alberto Pulizzi, M. Michelon, detto Mimmo e l’ing. prof. Vagliansindi. Lui decideva che nessuno per il suo ufficio vi avrebbe partecipato e spiegava il perché al suo amico Pulizzi (“perché dicono tutte minchiate”).

C., va tenuto a mente proprio a questo riguardo, era colui che in qualità di responsabile del procedimento si era occupato di tutte le procedure relative alla OIKOS da cui erano scaturiti tutti i decreti AIA concessi dal 2007 al 2010 alla OIKOS, e come tale era il pubblico funzionario sul quale più che su altri gravava la responsabilità di esercitare, ove avvertito di inadempimenti del gestore, di vigilare sull’esatto rispetto delle prescrizioni impostegli da quei decreti (come lui stesso spesso si vantava col P. -“siamo noi l’autorità competente”– e come pure, ma con tono formale e burocratico, rappresentava in diverse occasioni allo Zuccarello, ricordandogli pure, e sempre a proposito dei problemi del P., che prima della revoca dell’AIA o della chiusura della discarica il loro ufficio eventualmente avrebbe dovuto valutare se ricorrere ad un altro dei provvedimenti sanzionatori della gamma graduata prevista dalla legge -“noi guardiamo carte” ..“se le carte non ci dicono che ci sono problemi”-).

E’ il caso incidentalmente di riferire che il 10 agosto 2011 (progressivo n. 434 decr.1342/11) C. e P. erano già stati intercettati mentre discutevano di un appuntamento che ciascuno di loro separatamente aveva già preso con Francesco D’Urso dell’ARPA di Catania:

(Omissis)

C.: io te l’ho detto, c’ho l’appuntamento con Francesco D’Urso.

P.: eh… anch’io avrei appuntamento con Francesco D’Urso ma non lo sto chiamando perché prima voglio scrivere, perché stamattina come…sto scendendo apposta per scrivere la seconda lettera… la prima ieri l’ho fatta par…

C.: Però vorrei che lo facessimo assieme questo appuntamento Mimmo

P.: e lo facciamo assieme l’appuntamento dai… oggi stesso

C.: perché se no… se no t’afferra.

P.: no, io…

C.: se ci sono io

P.: non mi afferra… non mi afferra..no, stasera allora ne parliamo dai

C.: va bene, ok

P.: no, no, io non mi faccio afferrare..che… poi ti spiego

C.: va bene, va…

P.: un bacio

C.: ok, allora appena mi metto in macchina ti faccio uno squillo, Mimmo

P.: d’accordo, grazie

C.: un bacio.

Francesco D’Urso è lo stesso funzionario dell’ARPA che successivamente verrà chiamato a telefono dal P. per un appuntamento al ristorante Ernesto, e lo stesso che verrà chiamato anche da Veronica Puglisi, responsabile del piano di sicurezza e controllo dell’impianto, e la persona che il 5 aprile 2012 dopo avere rilevato presso la discarica un guasto dell’impianto e una situazione dei luoghi fortemente indicativa che vi si continuassero a ricevere i carichi dei rifiuti senza segnalare il fermo agli organi amministrativi competenti, non mandava alla OIKOS una relativa nota di rilievo.

In buona sostanza, rileva il Tribunale, l’atteggiamento di disponibilità fuori dalle righe istituzionali del D’Urso e la sua disponibilità nei confronti del P., rilevato dall’atteggiamento di quest’ultimo della Puglisi e del C., nel contesto di cui è qui esame, appare quantomeno anomalo e tendente a favorire il P.. Non può tacersi che D’Urso, chiamato a testimoniare sull’episodio del fermo impianto e sul suddetto appuntamento col P., è stato sentito come imputato di reato connesso, in quanto indagato sull’ipotesi di avere ricevuto dal P. del denaro come prezzo di corruzione (alla specifica domanda se avesse ricevuto denaro dal P. si è avvalso della facoltà di non rispondere).

Tornando al 12 settembre 2011 (progr.2263 decr.1342/11) P. mandava a C. un SMS: col quale gli chiedeva se avesse notizie di un’ispezione in discarica :

Sai se domani è stato organizzato una visita in discarica da Palermo.

Subito dopo (progr. 2264) C. gli rispondeva, di non saperlo e che il suo superiore Zuccarello era in ferie :

No qui tutto tace e zucca e in ferie”,

e, con un altro SMS (progr. 2265) di avere appena saputo che l’ingegnere Mimmo Michelon e l’ing. Pulizzi e un consulente dell’assessore l’indomani alle 9,00 sarebbero stati in discarica per le problematiche dei comitati No Discarica :

In questo istante mi perviene una che Mimmo domani l’ing Michelon domani alle ore 09:00 vengono a fare un controllo con ing Polizzi e un consulente dell’Assessore per le problematiche del comitato no discarica.”

Di seguito (progressivo nr. 2267) C. chiamava Alberto Pulizzi per chiedere conferma dell’ispezione “a Catania” dell’indomani, per sondare le intenzioni e l’atteggiamento del Pulizzi stesso e del Michelon e soprattutto per influenzare le loro valutazioni, avvertendolo con modi insinuanti e manipolatori che il suo ufficio, dell’ARTA autore del decreto di AIA, non avrebbe partecipato poiché la motivazioni dei denuncianti, che avevano provocato l’ispezione, erano “tutte minchiate :

C.: perché… perché ti dico questo?..perché siccome è un provvedimento AIA, se ci fossero state delle inadempienze, saremmo intervenuti come AIA.

ALBERTO: Ho capito, va bene io…

C.: (inc.) tutto chiddu che scrivono sono tutte minchiate… e allora non abbiamo ritenuto

e che sarebbe bastato o perlomeno sarebbe stato fondamentale per i medesimi ispettori acquisire i rapporti dell’ARPA.

Le risposte del Pulizzi erano per il C. abbastanza rassicuranti specialmente ma non solo per il disinteresse da questi mostrato. Pulizzi in particolare confermava al C. : che l’ispezione organizzata dal Lombardo era stata provocata anche da dall’interrogazione parlamentare dell’onorevole Burtone; che all’ispezione avrebbe partecipato in luogo del Patella (persona non gradita al C.; ndg), il prof. Vagliasindi, consulente dell’assessore, col quale, come si vedrà C. avrebbe potuto imbastire un dialogo; era stato Michelon, nuovo della materia, a chiedere al Pulizzi stesso di accompagnarlo. C. raccomandava al Pulizzi di “raccordarsi” con lui al termine dell’ispezione :

C.: Alberto?

ALBERTO: si?

C.: ciao, G. C….

ALBERTO: ah, Gianfrà, ciao, guarda che io quella cosa te l’ho fatta già da tempo, però…

C.: Si, si, no, vabé ti volevo chiedere un’altra cosa, fermati, fermati

ALBERTO: si

C.: Senti… avete voi domani un sopralluogo, tu e Mimmo Michelon a Catania?

ALBERTO: Si, si… si

C.: L’avete organizzata perché?

ALBERTO: Perché… aspetta, ce l’ha chiesto l’assessore

C.: eh…

ALBERTO: e a seguito di…

C.: guarda che ci sono i…

ALBERTO: … interrogazione parlamentare

C.: ci sono i… ci sono i… devi acquisire i rapporti dell’ARPA

ALBERTO: eh… si

C.: perché praticamente tutto quello che è stato lamentato dalla… dalla cosa…dalla… non c’è niente di

Vero.

ALBERTO: Allora, ti dico da cosa nasce sta cosa, ci fu un’interrogazione parlamentare, non mi ricordo ora di

quale onorevole…

C.: Burtone

ALBERTO: Forse si, dico, mh…però dico, ci vuole l’interrogazione parlamentare, l’assessore, di questa

cosa interessò un suo consulente, un professore… Vagliasindi, poi furono inoltrate le richieste come organo di controllo alla Provincia, eh…poi… arrivato ad un certo punto chistu consulente disse “bisogna vedere cosa ha detto l’ARPA, o cosa dice l’ARPA in merito” eh…eccetera,

eccetera… e dice “quindi dobbiamo andare a fare un controllo in loco” disse chistu, allora l’assessore dice

mettetevi d’accordo, visto che siete quattro cinque cristiani che ci aviti agghire…” io, Michelon, u professore Vagliasindi, forse quelli della Provincia, eccetera, dice “mettetevi d’accordo un giorno e

giteci” e praticamente abbiamo concordato per domani… questo, dico, è quello che so io, dico, di altro Mimmo mi… Mimmo Michelon mi disse “accompagnami perché…” Mimmo è un po’ nuovo di queste cose, ci rissi “vabé” anche se diciamo nelle competenze sono tra me e lui… mi dicevi, ci sono delle…

C.: ma com’è che non c’è Patella, Alberto?

ALBERTO: a picchì non c’è Patella, picchì praticamente l’assessore l’ha chiesto a Michelon, e Michelon me l’ha

chiesto a me a tipo di cortesia…però u… manco… me ne sono fregato, perché tanto se era competenza di Antonio, io piglio ci scrivo e c’ha passo, non è ca… non per cosa, perché se io mi piglio cose ri iddu e iddu si piglia cose mie, creiamo solo un gran casino, però dico…più che altro per vedere sta cosa poi… vediamo un attimino.

C.: va bé raccordiamoci poi quando finite.

ALBERTO: si… ma mi dicevi tu di verificare note dell’ARPA?

C.: certo, perché c’è un rapporto dell’ARPA su tutte le questioni che sono state sollevate nella interrogazione parlamentare.

ALBERTO: ho capito… e… ora vediamo…

C.: perché… perché ti dico questo?..perché siccome è un provvedimento AIA, se ci fossero state delle inadempienze, saremmo intervenuti come AIA.

ALBERTO: Ho capito, va bene io…

C.: (inc.) tutto chiddu che scrivono sono tutte minchiate… e allora non abbiamo ritenuto

ALBERTO: Ci siamo…ci siamo ritrovati o punto che amu a rispunnere puru… cca l’assessore si legge… viri scritto

u so nome in un giornale, nni chiama e nni dice “vedete di rispondere a questa cosa del giornalista”, ci rissi “assessò… accussi un ne nescemu chiù noi”

C.: eh, ma infatti.

ALBERTO: ogni… ogni cane che abbaia… c’amu a tirare una petra… però vabé cosa lui c’è (inc.)

C.: … un camion…

ALBERTO: Guarda… (ride),va bene

Gianfrà…grazie, ti ringrazio…

C.: Ci sentiamo domani Albè

ALBERTO: Si ciao, ciao

C.: ciao, ciao

Immediatamente dopo (progr. n. 2269) attraverso un SMS C. comunicava a P. telegraficamente ciò che aveva saputo da Michelon, di avere suggerito di acquisire i verbali ARPA e di avere lui già preso appuntamento con Vagliasindi:

Ho parlato con michelon e su richesta dell assessore since e organizzata quest visita domani per rispondwere all interrogazione Di burtone .partecipanosolo quelli dell

assessorAto .io ho detto Di acquisire i verbali arpa per le verifiche Di quanto lamentato .partecipa anche vagliasindi col quale ho app.giovedi pom .day confermare solo se tu vuoi”

Di seguito, alle ore 13,43 C. a telefono spiegava meglio a P. cosa avesse saputo da Michelon e che cosa lui gli avesse suggerito di fare, e di avere già parlato con Vagliasindi e spiegandogli come stavano veramente le cose, e tranquillizzandolo sulle non cattive intenzioni del Pulizzi e del Michelon (tra l’altro Michelon e Pulizzi dice ce non glene fotte niente di questa cosa… la stanno facendo soltanto perché gli lo ha ordinato l’assessore) e tra l’altro commentando sulla non competenza tecnica del Vagliansindi e programmando il controllo della situazione (progr. 2284 decr. 1342/11):

C.: si, ti ho scritto un SMS… l’hai hai

letta?

P.: Si, si, l’ho letta… (linea disturbata)… un po’ quali sono…gli umori

P.: Dicevo, non è venuto nessuno…

C.: (inc.)

P.: tranne che l’ARPA… tranne che l’ARPA, non c’era nessuno.

C.: No, ma la cosa è domani Mimmo.

P.: Non m’hai, capito alla Provincia oggi c’era una riunione?

C.: Ah… la riunione di oggi, si, si

P.: Dico, non è venuto nessuno tranne che l’ARPA.

C.: Ah, perfetto, meglio ancora… meglio ancora.

P.: No, meglio ancora no, perché stamattina io avrei voluto misurarmi…

C.: No, va be, lascia stare tu…non le fare mai queste cose… allora senti, per quanto riguarda domani… domani c’è questa riunione e tra l’altro Michelon e Pulizzi dice ce non glene fotte niente di questa cosa… la stanno facendo soltanto perché gli lo ha ordinato l’assessore… (inc.)

P.: Però c’è… è una terza persona, no?

C.: Si, c’è… Vagliasindi

P.: Uh…

C.: però, Vagliasindi… Vagliasindi mi ha chiamato oggi per un’altra questione… ed io per l’occasione gli ho detto… dice… gli ho fatto capire come stavano un po’ le cose…che lui ha delle difficoltà qua e gli ho detto che io voglio parlargli giovedì.

P.: (annuisce)

C.: Quindi, vediamo domani che succede…

eventualmente giovedì, piglia e ci scoppiamo assieme.

P.: D’Accordo.

C.: Dipende da quello che succede domani… ti ripeto… ti ripeto, gli interlocutori non gliene fotte

niente… non sono interlocutori che vengono per fare casino o per fare danno, anche perché io gli l’ho detto

a Michelon “acquisisci i verbali dell’ ARPA… prendenti i verbali dell’ARPA non hai bisogno di fare niente… perché sta facendo queste cose?.. perché l’assessore, praticamente, ha letto i giornali e sulla scorta dei giornali che hanno scritto?.. che non sono state

risposte…non sono state date risposte all’interrogazione di Burtone.

P.: Minchiate

C.: Quindi sta… sta notizia arrivò all’assessore e l’assessore ha detto… “organizzatevi e andate a fare un sopraluogo e vediamo di cosa si tratta”

P.: però vedi… se il sopraluogo sereno è una cosa, se il sopraluogo invece…è diverso è un altra cosa

C.: Non è tecnico Mimmo, non è un sopraluogo tecnico perché i personaggi non sono tecnici, capisci?.. infatti io (inc.)…

P.: eh, ma di norma… ma di norma… ma di norma… ecco, il problema è proprio questo… perché se è un

problema (inc.) di sopraluogo mandano un tecnico che ne capisce e prima di dire unaa cazzata…

C.: Giusto.

P.: …e prima di dire una cazzata, ci penza due volte…uno che invece è profano la cazzata la dice, capito?

C.: Si, però bisogna capire… bisogna capire dove è orientata la questione, infatti, probabilmente, c’è

Vagliasindi proprio per questo motivo… perché diciamo dovrebbe fare la parte del tecnico

P.: anche lui… ma anche lui non è tecnico… non ti dimenticare…praticamente è… bravo.

C.: Si, è per quello… per quello… per quello che serve si.

P.: No, non lo è tecnico, cioè, non è uno che materialmente ha competenze tecniche

C.: no… no

P.: uno che ha competenze… superficiali

C.: Si, si, si… ma guarda che lui stesso dice, non è che…

P.: Il problema che vengono due… due, tre soggetti… due interni ed uno esterno… che sono tutti e tre che

non capiscono un cazzo… Allora…la cosa che mi fa un po’ pensare che siano incaricato, proprio tre soggetti che non capiscono un cazzo…

C.: Certo vengono a fare danno.

P.: E vengono a fare danno… comunque, domani verifichiamo, dai.

C.: Potrebbero fare danno, però io ti ripeto Michelon non parte con l’intenzione di fare danno…

P.: Perfetto

C.: per cui, proprio a Michelon effettivamente non glie ne fotte niente.

P.: (inc.)… qua i… i vigili che un attimo mi… mi chiedono i documenti… ti richiamo dopo, un bacio… ciao… un bacio, ciao

C.: va be, vai, vai

Il 14 settembre 2011 (progr.2524 decr.1342/11), nota il Tribunale, era Vagliasindi a chiamare al telefono il C., mostrandosi con lui del tutto disponibile, anche a raggiungerlo a Palermo al più presto, e i due restavano d’accordo di vedersi a Catania o l’indomani o un giorno successivo da stabilire.

Il 15 settembre (progr.n. 2606 decr.1342/11) C. chiamava Vagliansindi e comunicandogli di dovere rinviare l’appuntamento alla settimana successiva gli anticipa che era sua intensione confrontare il proprio punto di vista col suo pensiero, confrontarsi con lui per studiare una linea comune :

VAGLIASINDI: (inc.) si, va bene, allora mi faccio

sentire (tratto disturbato).

C.: si… si, le ripeto, questione non è urgentissima… volevo concordarla con lei per studiare una linea comune tutto qua…per vedere se lei concordava con il mio pensiero.

Il 7 ottobre 2011 C. chiamava Veronica Puglisi, si ripete, l’addetta e responsabile del piano di sicurezza della discarica della OIKOS, per prende accordi con lei e per incontrarsi intorno all’una e pranzare insieme, non appena uscito dagli uffici dell’ARPA. Veronica dovrà consegnargli di presenza “qualcosa” e il pranzo servirà a discutere (progr. 4018 decr. 1342/11) :

VERONICA: Ah io… io si certo… infatti le dicevo è possibile, perchè io comunque qualcosa gliela devo dare

C.: Eh… a pranzo… a che ora va a pranzo?

VERONICA: Io vado all’una

C.: All’una

VERONICA: Lei verso che ora pensava di

arrivare?

C.: Eh… io ho un problema, devo andare… all’ARPA in ufficio.

VERONICA: eh… va bene, lei mi faccia sapere, ci aggiorniamo…non lo so se lei poi si ferma a pranzo… non so che programmi lei ha!

C.: ma per quel orario… per quell’orario sicuramente, Veronica.

VERONICA: va bene, allora magri quando finisce in ARPA… mi… mi chiami e così ci mettiamo d’accordo.

C.: Veronica, ma se non deve rientrare a casa andiamo a mangiare assieme da Bruno.

VERONICA: Ah, vediamo, va bene

C.: E poi torniamo in ufficio.

Il 10 ottobre 2011 C. chiama Mimmo Michelon per avere da lui notizie sulle “carte” e sulla relazione dell’ispezione compiuta presso la discarica del P. (progr. 4201 Decreto 1342/11). C. immediatamente dopo gira le informazioni ricevute da Michelon a P. attraverso un SMS:

MICHELON: Pronto?

C.: Mimmo?.. G..

MICHELON: G., dimmi.

C.: Eh… hai notizie?..Hai visto le carte?

MICHELON: Si, le stava guardando Maurizio, domani mattina dovremmo chiudere comunque… (inc.) ti chiamo

C.: Allora che faccio, ti richiamo tra poco?

MICHELON: Si,si, va bene… ok

C.: Ok, grazie

MICHELON: Ciao, ciao, ciao… ciao, ciao

(SMS progressivo 4203) :

I documenti vanno bene. Domani mi faccio spedire da veronica la firma digitale e presento il tutto.”

Il 25 ottobre 2011 (progr. nr. 5118, decr.1342/11) P. e C. si accordano per un appuntamento del giorno successivo a Roma, dove C. ha un appuntamento al ministero dell’ambiente e P. dal canto suo dovrà incontrare qualcuno, sempre per i suoi problemi. Tra l’altro P. ipotizza di cenare insieme la sera che forse sarà presente anche il politico Saverio Romano. C. chiede a P. se ha parlato con Francesco e se lo ha fatto con i modi opportuni o senza cautele (o hai fatto casino).

Si arguisce che quando nominano Francesco fanno riferimento a D’Urso Francesco dell’ARPA, dato che nei giorni precedenti si riproponevano di parlargli e che il D’Urso, come si è visto, era una persona in capo ai loro pensieri, per la posizione che ricopriva e i compiti decisivi per la sorte della discarica del P., che gli competevano.

P.: G.?

C.: Heilà Mimmuzzu

P.: Allora Bieddu, comu si?

C.: Tutto a posto,tu?

P.: Tutto bene, tutto bene, io vedi che domattina parto..per Roma, ah?

C.: A che ora ce l’hai?

P.: L’aereo ce l’ho alle 7… 7 e 45

C.: Minchia tu…beccherai in pieno il…il..il temporale

P.: Ah…

C.: ma lo sai che domani è previsto temporale?

P.: dico u temporale, G., nuatri semu chiù supra ru temporale (ride)

C.: e lo so… e lo so… lo sappiamo, però lo sai come è…

P.: Io tocco ferro guarda acciaio è

C.: No, va bè ma puru chistu, figurati, non è che manca soltanto per chistu

P.: in mezzo alla gambe ho toccato, ho toccato l’acciaio inox

C.: hai fatto bene,hai fatto bene (si accavallano le voci)

C.: …che programmi hai?..tu sei impegnato la mattina?

P.: Io, sto salendo con Francesco vedi?..si, Sono impegnato di mattina… io la sera, se tu lo ritieni c’è ne

andiamo a cena con una persona

C.: si… si

P.: perchè non so… non so se Saverio Romano è lì

C.: Eh, vedi

P.: Se lui… se lui è ….

C.: se è li lo andiamo a trovare, anche se non…

P.: no, se lui, Romano, lo portiamo in albergo, la sera, con noi, a cena con noi

C.: Va bene

P.: va bene?.. io comunque domani, ti aggiorno

C.: io questo ti volevo dire

P.: io domani ti aggiorno e ti dico veramente se sta con noi a cena oppure no

C.: Va bene

P.: Tu comunque sei con tua moglie o sei con altri?

C.: No, no, solo con Valeria sono

P.: Sei con Valeria, va bene allora io nel caso aggiungo due posti in più al nostro tavolo

C.: Ok Mimmuzzu

P.: Va bene

C.: va bè poi mi fai sapere il locale, mi fai sapere l’orario e tutto vabene?

P.: Certo,tu dove stai alloggiando, G.?

C.: A via condotti

P.: Eh… e allora noi siamo sopra (inc.)sopra…

C.: sopra la scalinata?

P.: Va bene?

C.: eh, perfetto, quindi siamo vicini

P.: Si,si

C.: Va bene, buono così ci spostiamo assieme, va bene

P.: Avanti, beddu, un bacio grosso

C.: Ok, Mimmuzzu, Mi raccomando, statti bene

P.: Ci vediamo domani, va bene?

C.: Ah, Senti, un’informazione, all’amico tuo ci ficuru l’avviso di garanzia

P.: (ride)(inc.)

(….)

C.: ..a domani..Mimmuzzu

P.: chi semina vento….

C.: senti, Mi… dimmi una cosa… se puoi parlare, ma… con FRANCESCO tutto a posto?

P.: si, si, si, alla grande

C.: o hai combinato casino?

P.: no, no… ma se mi sono preso il telefono come il tuo, il Samsung…mi hai convinto l’altro giorno

C.: ah, co… così andò a finire?

(…)

P.: no, in ufficio… no, in ufficio sono

C.: ah, ok

P.: fammi sapere poi… come finisce la riunione

C.: come finisce?

P.: la riu… tu domani sei al ministero, giusto?.. per le… ambiente

C.: si, si… io per pranzo dovrei liberarmi

P.: io no, il pranzo c’è l’ho ingessato, proprio ingessato, ingessato

C.: no, va be, non ha importanza, non ti preoccupare, e che io il pranzo me lo tengo libero perché non conosco

l’orario

P.: ma la cena… la cena stiamo assieme, a cena siamo assieme

C.: si, la cena… minchia, la cena figurati… mando a fare n’to culo a tutti, figurati… va bene, non ti preoccupare che…

P.: (inc.) un bacio grosso

C.: ok Mimmuzzo, un bacio, a domani

P.: ciao

C.: ciao, ciao

(fine registrazione)

Il 26 ottobre 2011 (progr. 5179,decr.1342/11), restano d’accordo di vedersi a cena alle otto della sera all’Hotel Hassler, dove P. ha invitato anche il “senatore” e dove anche C. giungerà in breve tempo in compagnia della moglie :

P.: allora… sono arrivato in quest’istante io in albergo, Confermi tu, per le otto per la a cena?

C.: Si, certo!

P.: va be, Ce la fai a venire qua all’Hassler?

(..)

C.: All’Hassler?

P.: Si

C.: Dov’è?

P.: Eh… proprio nell’albergo dove dormo io..l’Hassler, quello sopra…quello (inc.)

C.: Ah, quello che mi hai fatto vedere tu?.. va bene (inc.)

(..)

P.: Alle otto avevo detto al senatore..G.!

C.: Alle otto, allora aspetta un attimo perché… devo andare a prendere a Valeria, io per adesso sono fuori

P.: Va bene… avanti, sto salendo su io,va bene?.. un bacino.

C.: Va bene, ok… grazie Mimmo, a dopo

P.: Un bacio, ciao

C.: Ciao, ciao

Il 4 novembre 2011 alle ore 17,05 (progr.3755 decr.1873/11) Sudano M., legale della OIKOS, e P. hanno un breve scambio, nel corso del quale Sudano, carico di ottimismo per la battaglia che stanno potando avanti, comunica al P. che lui con altri hanno predisposto “la risposta” che di lì al martedì successivo sarà firmata da Berlusconi. Con soddisfazione il Sudano commenta che così, se Dio vorrà, “questa partita” sarà chiusa.

SUDANO D.: Pronto?

P.: Senatore?

SUDANO D.: Pronto? Ehi… Mimmuzzo...

P.: Come stai? Senatore come stai?

SUDANO D.: Come stai tu?

P.: Come stai tu? Come stai?

SUDANO D.: Mi fanno… mi fanno battagliare..mi fanno battagliare… Mimmo però va bene… dai…

P.: Come? Come? Come ti fanno…

SUDANO D.: Come stai tu?

P.: …chi è costui che lo uccido…(ridono)

P.: …chi è costui… lo uccido…

SUDANO D.: No… abbiamo predisposto già la rispo… la risposta e martedì la firma BERLUSCONI…

P.: Si…

SUDANO D.: …quindi da martedì in poi… nel giro di dieci giorni… otto giorni dovremmo chiudere sta partita…dai… se Dio vuole

P.: (ride) Avanti… dai… ci facciamo il Santo Natale… (ride)

SUDANO D.: Avanti… va bene… ve bene… tutto bene tu?

P.: Tutto bene… si… si… tutto bene… volevo sentire la tua voce e la volevo sentire bella… carica…

come la sto sentendo ora…

SUDANO D.: Si… si… si… sempre… io sono un lottatore… Mimmo… dai…

P.: Allora…

SUDANO D.: …quando (incomprensibile)

P.: Nel giusto… noi nel giusto… nel giusto sempre…

S. D.: Nel giusto… sempre nel giusto…

P.: …nel giusto…

S. D.: Sempre nel giusto… va bene Mimmuzzo… ti raccomando…

P.: Un bacio grosso… un bacio grosso

allora… okay?

S. D.: Grazie… ci vediamo… ciao gioia…

ciao… un bacio… ciao… ciao

Il 7 novembre 2011 (progr.vi n. 5908 alle ore 16:01:57 e n.5910 decr. 1342/11) P. e C. si coordinano in vista dell’appuntamento a Rimini dove devono recarsi per la Fiera Ecomondo, insieme ad altri.

C. rivela al P. che il suo direttore V. Arnone ha ricevuto richiesta di rispondere ad una nuova istanza di annullamento del decreto AIA della OIKOS, che la Prefettura ha inviato al Presidente della Regione. Ad inviare ad Arnone quanto detto è stato, per conto del presidente della Regione Lombardo, il suo capo di gabinetto Patrizia Monterosso. C. comunica a P. che farà avere questo documento via fax a Veronica in modo che il P. possa leggerlo.

Un altro passaggio notevole di questo scambio telefonico è quello in cui il C. spiega che sarà costretto a perdere il giorno dell’inaugurazione della manifestazione a Rimini, perché dovrà “lavorare” per “incularsi” RAMMACCA (“mi devo inculare Rammcca”) dovendo immancabilmente partecipare alla conferenza dei servizi, presso il suo ufficio, dedicata appunto alla discarica del comune di Rammacca, anche per prendersi una bella soddisfazione. Come si è già riferito si trattava del progetto presentato per l’autorizzazione AIA dalla società Bios (secondo il C. appoggiata dal suo superiore Natale Zuccarello) per costruire una discarica nel comune di Rammacca, non lontano dalla zona delle discariche del P., che se fosse stato approvato avrebbe aggravato il rischio dell’annullamento dell’AIA ottenuta dalla OIKOS per la nuova discarica di Valanghe d’Inverno. Altre successive conversazioni intercettate attestano l’impegno e le astute strategie e i tatticismi del C. orientati ad ottenere la bocciatura in conferenza dei servizi del progetto di Rammacca della Bios.

Testuale :

P.: G.?

C.: Ehilà MimmuzzO

P.: Allora, ti hanno mandato il messaggino?

C.: No

P.: Non ti è apparso?

C.: No

P.: Ti ho messo partenza da Catania, vedi… perché se no dovevi…

C.: ho capito

P.: Ho messo partenza da Catania, se no dovevi partire all’una, mi sembra…al mezzo dì e trenta

C.: Si, eh… aspé un minuto Mimmo, però… io posso partire mercoledì!

P.: Ah!

C.: Perché tu mi avevi detto che partivamo mercoledì e invece ora Veronica mi ha detto che partite merco… martedì!

P.: Noi si mercoledì… noi, vabé e ti par… parti un altro giorno allora, scusa

C.: E questo infatti volevo post…

P.: Fai una cosa, parla con Veronica, dagli… dagli l’input qual’è la disponibilità e ti faccio cambiare

tutte cose

C.: Oh…un’altra cosa e… a questo punto rientriamo giovedì tutti assieme oppure noi ci tratteniamo fino a venerdì? Tu come sei messo?

P.: No, io venerdì mattina c’ho, alla Sicilia, a Catania, appuntamento con…. giornale, dobbiamo fare delle

dichiarazioni

C.: Ho capito

P.: Se no (inc.)

C.: Mimmo?

P.: Si, ti sento

C.: Senti, vedi che è arrivato l’altro documento che praticamente parla di nuovo di… annullamento del decreto

AIA nei confronti di OIKOS… ora faccio i fax e glieli faccio arrivare a Veronica, quindi questa cosa continua, è quella del direttore, pensavo fosse finita… e invece

continua… Hai capito?.. Pronto?..

Pronto?

(cade la linea)

Dopo, riprendendo la linea, proseguono (progr.5910 07/11/2011 alle ore 16:04:32) :

P.: G.?

C.: Ehi Mimmo, ti stavo dicendo… ti devo trasme…

P.: In ufficio, dico…sei in ufficio?

C.: No, per ora no, sono… ora devo rien… ora rientro comunque, perché devo andare a fare questi fax…

(inc.) arrivare ques…

P.: Da par… da parte di chi arriva questo documento?

C.: Da parte del direttore, che, praticamente, gli ha scritto…l’ufficio di gabinetto dell’assessore, perchè ha avuto la richiesta da parte della Prefettura…l’ufficio di presidenza, segreteria… segreteria tecnica, da parte del presidente… della… della Regione.

P.: Ma è il direttore che scrive?

C.: Si

P.: Cioè, Zuccarello Scrive?

C.: No, Zuccarello non è direttore, non accuminciamo

PUGLISI: Allora chi è, scusa?

C.: Scrive Arnone, perché gli… vuole risposta la Monterosso, Patrizia Monterosso che è il capo di gabinetto di Lombardo

PUGLISI: Ho capito… va be, questo…questo…

C.: Te lo faccio arrivare tramite fax…stasera vattelo a prendere in ufficio

P.: Va bene.

C.: Va bene?

P.: Va bene G., ora ti voglio dire, io… di fatto,materialmente… l’unica cosa mandarla sta sera, che io domani, di mattina… mi stanno organizzando una partenza… anticipata, per cui parto… vado su Roma di mattina

C.: si… per questo motivo, o per altre cose?

P.: no, no, no, altre cose… altre cose… dovute al lavoro, cioè… c’è un nuovo decreto che… da finanziamenti per quanto riguarda…o assunzioni… voglio capire un poco meglio come questo decreto (inc.)assunzioni

C.: ah, ho capito… e poi da la te ne vai direttamente a Rimini

P.: e poi la sera parto per andare a Rimini

C.: ma da Roma ti conviene prendere la macchina a questo punto

P.: eh, ma se io prendo la macchina per andare a Rimini…

C.: si

P.: essendo che hanno programmato tutto già su Rimini… hai capito?.. è un grosso problema, ora… ora, più tardi… nni incuntramu…

C.: un grosso problema perchè?

P.: (inc.) veramente abbiamo come macchine convenzioni su Bologna, no?..

C.: ah, ho capito

P.: ..(inc.) su Roma, capito?.. la paghi per 10 volte, cioè, quello che…(inc.), tu invece mi devi dire..G., mi devi dire, se a questo punto tu, arrivando un giorno dopo…

P.: o ti faccio trovare una macchina, o ti prendi un taxi e poi… e poi torniamo assieme, perché, se tu

(inc.)…

C.: Mimmo, la macchina (inc.)…ascoltami, la macchina costa di meno, possiamo fare così, che fa… che pigliamo la macchina… se voi avete macchine sufficienti facciamo il deposito direttamente a Rimini e se la ritirano loro… in aereoporto a Rimini

P.: ah, tu dici e la lasciamo all’aereporto a Rimini

C.: esatto… e se la ritirano loro

direttamente

P.: si, ma tu, ascolta, io sono convinto… ora ti… verifica un po’ (inc.)… comunica le date tu a Veronica (inc.) e poi io trasferisco un po’ all’ufficio..all’agenzia che sta sbrigando tutto, qual è la cosa migliore

C.: eh, infatti, conviene fare così..comunque non conviene in taxi, conviene prendere la macchina e poi

si deposita direttamente alla..all’aereoporto

P.: va be, vediamo che cosa dicono loro, può essere che un… con un mezzo privato ti vengono a prendere e ti

portano a Rimini da noi

C.: eh, può essere (inc.)

P.: (inc.), no?

C.: comunque io, Mimmo, ho visto una cosa, che il volo da Bologna è alle 18.55

P.: per cui tu arrivi tardi

C.: arrivi… arrivo alle otto e mezza a Bologna e poi un ora di strada per Rimini

P.: minchia… (inc.) giusto?

C.: va be, che te ne fotte… una…

P.: no, io niente

C.: il problema è che poi Giovedì a che ora rientreresti?.. tu a che ora c’è l’hai il volo?

P.: G…. G., il giovedì… ti dico una bugia… a Veronica… Veronica sa queste cose

C.: ho capito

P.: parla con lei, ci rici “senti, ma mi posso (inc.)”… perché io venerdì devo essere obbligatorio qua, per cui non so se hanno trovato spazio e…alle 6, alle 7, alle 8 alle 9, non…ti direi una bugia

C.: ho capito… perché a questo punto pensavo ad una cosa Mimmo, salire per mezza mattina di Giovedì… non ne

varrebbe tanto la pena, vediamo se riesco a… a fermarmi anche venerdì

P.: ah, certo, perché lì rimane vedi…rimane Pino Lo Cicero, rimane mio cognato, rimangono altre persone

C.: ah ecco, il professore Lo Cicero rimane

P.: certo… però, se tu arrivi mercoledì non vedi tutto… tutto (inc.)

C.: l’inaugurazione, lo so… eh, lo so… ma tu lo sai perché rimango in ufficio?.. te lo dico subito, perché

mi devo inculare bi… Ramacca

P.: (inc.) a Ramacca?

C.: Ramacca c’ha la conferenza dei servizi

P.: ah, ho capito, ho capito

C.: e non me la posso perdere Mimmo

P.: no, no, hai ragione, hai ragione, no, no, sono cose che sicuramente… a parte devi essere presente perché

nessuno ti può sostituire.

C.: no, non me la voglio perdere perché significa veramente prendersi soddisfazioni e quindi siccome me lo

devo lavorare per bene… ci voglio essere, quindi mercoledì mi faccio la conferenza e poi parto

P.: va bene G.

C.: ok?.. niè, pasienza, vuol dire che saremo una sera là assieme

P.: va bene comunque… ti faccio… ti faccio… ti chiamo io appena mi libero da questa riunione che mi

Ritrovo

C.: no, non ti preoccupare Mimmo..chiamo Veronica io adesso

P.: un bacio grosso… un bacio (inc.)

C.: ciao, ciao

Fine registrazione

L’ 8 novembre 2011, il segretario del P., U. Arcidiacono, scriveva a C. un SMS annunciandogli la prenotazione del volo per il 9 novembre (progr. 5948, ore 10:46:57 decreto 1342/11) :

Arch. C., sono U. il segretario del Sig. P., le volevo comunicare che il volo parte da Palermo il 9/11 alle 118 e 55 con arrivo a Bologna alle 20 25 e rientra

giorno 11/11 con partenza da Bologna alle 16 45 e arrivo a Palermo alle 18 15. Il volo è con Alitalia e il numero di prenotazione è KBFUPE.

Saluti , U..”

Ed ancora alle ore 15: 13 (progr. 6060 decr.1342/11):

Salve Architetto, il numero di prenotazione con Avis è 2527-4057-IT-4. Saluti e buon viaggio.”

Ancora l’8 novembre 2011, alle ore 17:45:49 (progr.6000, decr.1342/11), quando P. è già in viaggio per Rimini, C. gli preannuncia che ha addosso e che gli porterà quel documento in originale. P. provvederà a pagare il soggiorno del C. al Grand Hotel di Rimini e l’autovettura che gli servirà per ogni eventuale spostamento :

P.: G.?

C.: Mimmuzzo, sei partito?

P.: No, sono ancora a Roma e sto partendo per Bologna

C.: Ci vai in macchina o in aereo?

P.: No, in aereo, quale macchina, G.?

C.: va be, (inc.) in macchina…

P.: mi basta già quanto in Sicilia, ca a machina, scusa

C.: Va’ beh, chistu è pure vero… E va be

P.: tu vie… mi dicevano, domani sera… domani sera arrivi anche tu, giusto?

C.: Si, domani sera….

P.: Ho dato disposizione… ho dato disposizione, vedi, al mio segretario di trasferire o qualcuno che ti accompagna, o prendendo un auto e lasciandola a Rimini, come aeroporto… però lui, ti comunicherà, se già non l’ha

fatto…ti comunicherà veramente come sei… come sei organizzato, come ti sta organizzando…

C.: No, ora lo chiamo, lo chiamo io… ora lo chiamo io a U….no, volevo sapere, tu, come… come stavi

P.: No, no, no, bene, bene… bene, bene…. domani c’è un po’ di chiasso ho capito

C.: si, domani mi faccio questa situazione e poi parto

P.: eh, tu quel documento portamento però

C.: ce l’ho addosso Mimmo

P.: eh, non me l’hai mandato ieri

C.: no, perché nel frattempo il fax s’è… è finito l’inchiostro e siccome ogni volta l’accattare io l’inchiostro su…

P.: si, si, si

C.: devo… devo organizzarmi… no, te lo porto… te lo porto in originale, non ti preoccupare

P.: ti stava dicendo… di bello che staai facendo sta sera?

C.: ma senti, ho finito ora… ho finito ora di avere rotture di scatole e ora…

P.: hai finito ora già… hai finito già, di già?

C.: eh, lo so, eh…

P.: ha finito già (ride), c’è Chicco che mi dice “già ha finito?” (ride) Pic indolor

C.: senti…

P.: (ride) già fatto?

C.: agghire a fare a spisa se no Valeria sta sira mi ecca fuora

P.: senti, io sta mattina dovevo andare alle 5 c’ho il cuore nello zucchero

C.: minchia, alla grande

P.: per cui come arrivo ora in albergo faccio (inc.) (ride)

C.: minchia già sei collocato da solo praticamente

P.: no, no, ho mia figlia vedi ah

C.: a c’è…

P.: Enzuccia, Renzuccia, Renzuccia

C.: (inc.)… Salvo non è salitro?.. ah,

Mi..?

P.: come, come?

C.: Salvo non è salito?

P.: chi?

C.: Salvo, tuo figlio, non è salito?

P.: no… no, no, Salvo c’ha… ch’ha…te l’ho detto, è messo sotto… c’è sto professore che gli sta facendo un

po’ ddi lezioni… e per cui..“papà, non ci vengo, ci sono due lezioni che mi devo ascoltare che alla prima non (inc.) interpretare nulla, per qui dice, non mi viene, non ci vengo”

C.: e va be, giusto… ha ragione…senti, ma… allora io rientro Venerdì pomeriggio poi Mi

P.: si, tu rientri un giorno dopo mi dicevano

C.: si… peccato che non rien…

P.: curnutu…

C.: (ride)

P.: non posso, non posso

C.: (inc.) cu u prufessure, dai, minchia, cu cu u mittisti, u professore Lo Cicero, Mimmo, dai

P.: non ho capito, non ho capito

C.: dico, tu mi dici a me “cuinnutu” ho capito, ma cu mi mittisti o lato?.. u professore Lo Cicero, tuo cognato…che cazzo (inc.)…

P.: (inc.) no vedi… ti giuro che non so… non so nulla… per cui, ora come poi arriviamo sistemo tutte

cose, perché… cos’hanno combinato non lo so… va bene?

C.: (inc.)… ma anche quando… ma anche quando non è che ho confidenza con loro, io la confidenza ce l’ho con te,quindi…

P.: eh, lo so, lo so, lo so

C.: che devo (inc.)… più che altro lo sai perché..?

P.: (inc.)… dai U….

C.: (inc.)… no, ma più che altro sai perché scendo venerdì?.. perché nel frattempo giovedì… la sola mattina,

non riesco a vedere niente e m’interessava…

P.: noi la sera… noi la sera… la sera comunque scendiamo, di giovedì sera scendiamo

C.: giovedì sera, si

P.: e giovedì… giovedì siamo tutti lì

C.: eh, ma infatti giovedì sera siamo tutti assieme, no?

P.: no…

C.: no… ah, tu scendi… tu scendi giovedì

P.: eh, io scendo giovedì

C.: ma… tu solo o tutti?

P.: e non lo so, penso… penso un buon gruppo di lavoro scende, perché c’è chi parte prima e chi parte dopo…

ma è un fatto anche alberghiero vedi

ah?!.. quindi…

C.: cos’è, un..?

P.: (inc.) ho capito… è un fatto anche di voli, cioè a dire, di rientro va aerea

C.: ah, ho capito, di disponibilità di posti in aereo

P.: si… si, si… si, si

C.: ho capito

P.: per dire, il venerdì ho capito che non c’era per tutti e per cui hanno organizzato… ci sono… ci sono

organizzati loro và

C.: ho capito, ho capito… ma comunque…

P.: infatti… (inc.) va be, poi…

materialmente noi giovedì…purtroppo tu… il tuo rientro…giovedì io poi la sera non ci sarò a cena, hai capito?

C.: certo… senti, eh… ma dove alloggiamo, tu lo sai?

P.: sei al Grand Hotel… Grand Hotel di Rimini, poi scendi sotto e stai

(inc.)

C.: (inc.)

P.: pronto..?

C.: quello che c’è in fondo al viale Mimmo?

P.: si, si… proprio, di fronte al mare dice… poi scendi sotto, ti dico e c’è a compagnia

C.: ah, si? (ride)… minkia… no, va be, comunque… minchia, viri ca…lo sto facendo per…

P.: scendi sotto… scendi sotto e c’è la compagnia… scendi sotto

C.: ha staccare cinque minuti perché…minchia poi diventa sempre pesante

P.: ca certu

C.: almeno… minchia, ma uno si riposa n’anticchia…

P.: eh…

VELLA: va be comunque Mimmuzzo…ti chiamo… ma tu quando parti ora per… per Rimini?.. a che ora ce l’hai l’aereo

P.: (inc.) siamo sull’autobus… stiamo salendo nell’autobus

C.: ah… ah, ho capito, minchia già allora sei a buon…

P.: (inc.) un ora… un ora e siamo a Bologna, hai capito?

C.: ho capito… Mimmuzzo, senti una cosa, ma… va be ora chiamo a U. allora, me la vedo con lui dai..

P.: che cosa, dimmi, dimmi… no, no, no,dimmi

C.: no, per la macchina, me la vedo con U.

P.: (inc.) mio cognato, è Arcidiacono vedi, ti faccio chiamare da lui invece

C.: no, no, ce l’ho il numero, non ti preoccupare lo chiamo io

P.: di Arcidiacono?

C.: si, si, ce l’ho stai tranquillo.

P.: avà, ti faccio chiamare, statti fermo, lo chiamo io così m’inforno, così lui capisce il terrorismo.

C.: ma io già oggi c’ho parlato… lui già m’ha mandato il messaggio con gli orari, gli avevo detto “U. mi cerco io la macchina, in modo tale che… appena arrivo non sapendo se vengo in ritardo, se vengo in orario eccetera eccetera… ho la macchina e poi la lasciamo là, se ci sono…”

P.: e poi l’indomani mattina si lascia all’aereoporto… di Rimini

C.: esatto, altrimenti… altrimenti se le macchina là dovessero servire me la tengo io e me la… me la…

P.: oppre te la tieni… te la tieni e poi la lasci a Bologna nuovamente, io gli ho de… gli ho spiegato questo a lui…

C.: io non so come siete organizzati,capisci?.. per questo ti dico

P.: G., io con lo fatto che praticamente… ieri il disastro, sabato disastro, domenica disastro,mi… ma va, va, va… non ho avuto il tempo… sta mattina, non ho

avuto…

C.: (inc.) e allora… minchia, scusa..e allora i collaboratori a che servono a niente?.. ma figurati, dai

P.: si, si, a volte i collaboratori non capiscono… tante cose

C.: (ride) apposto… va be, dai, non ti preoccupare Mimmo, ci penso io, stai tranquillo

P.: mi raccomando ah…

C.: va be Mimmuzzo… ci vediamo…

P.: domani… domani mi fai… mi fai sapere poi

C.: ci vediamo domani sera

P.: un bacio

C.: ciao, (inc.) statti bene

P.: grazie, ciao… ciao

C.: ciao, ciao

P.: grazie, ciao

Fine registrazione

Il 9 novembre 2011 (progr. 6064 decr. 1342/2011) C., sta per recarsi in aereo a Bologna da dove un autista del P. lo accompagnerà a Rimini, e riceve una chiamata dalla moglie, Valeria Paduano. C. rassicura la moglie sulla condotta morigerata che terrà durante quel soggiorno a Rimini con Mimmo e discutendo del più e del meno le espone il suo progetto di sistemare loro figlio Paolo dopo il diploma nell’azienda del P..

PADUANO: Pronto?

C.: Vale..

PADUANO: Ma sei partito, dove sei?

C.: In piscina…

PADUANO: in piscina…

C.: …partito.. (inc.) devo collocare tutti e due prima

PADUANO: Ma parti alle cinque?.. sei in ritardo

C.: No, alle cinque in aereoporto, a verità…

PADUANO: E a che ora parti?

C.: Alle… sette meno dieci.

PADUANO: Come?

C.: Sette meno dieci

PADUANO: Sette meno dieci?

C.: Si

PADUANO: Cioè, arrivi là alle dieci… il

tempo che arrivi..

C.: si, si, infatti

PADUANO: Arrivi a Bologna?.. Palermo, Bologna?

C.: Si

PADUANO: E poi a Rimini come ci vai?

C.: C’è una macchina che mi aspetta

PADUANO: Di chi?

C.: Della Ditta

PADUANO: Quale Ditta?

C.: Di tua sorella… minchia…

PADUANO: Quale Ditta è?

C.: Ma sei scema?

PADUANO: Che Ditta è?.. non lo so

C.: Quella di Mimmo

PADUANO: Che ti aspetta, perchè lui si è

portato la ditta appresso?.. cioè ha

la macchina appresso?

C.: Si, c’ha delle macchine affittate là

PADUANO: Eh, dopodi che andate lì… e poi?..c’è la cena e tu stasera vai…allora tu mi vuoi fare credere che tu non andrai in questi locali? Insieme a Mimmo?

C.: No, stasera già c’è il posto prenotato…

PADUANO: Vabè quelli chiudono alle sei di mattina..

C.: Anzi, facciamo pure la cena… eh, infatti… facciamo pure la cena

PADUANO: E tu mi vuoi fare credere che sei là e tu…

C.: no… e infatti…

PADUANO: …anche con Mimmo da solo tu non andrai mai in questi (inc.)?

C.: Si, da solo… cioè, siamo rurici cristiani… da solo… c’è suo figlio, sua figlia..

PADUANO: Suo figlio e sua figlia?..e come mai?

C.: Perchè se li porta, per queste cose di lavoro, se li porta

PADUANO: Se li porta

C.: (inc.) queste cose fuori.. che gli dice che gli servono per imparare il mestiere.

PADUANO: Ho capito… bho, va be ci devo credere… no, io non ci credo, io glielo chiederò..

C.: Chiama a Mimmo e glielo chiedi

PADUANO: G., prima di partire, ora ci sentiamo,io devo andare ora dal notaio… Va bene?

C.: Infatti è probabile… probabile che poi… Paolo lo mettiamo a lavorare lì.

PADUANO: Si, tu sei convinto che lo devi mettere a lavo… eh, vediamo le cose come vanno, ancora non si sa niente

guarda… la crisi… tu già pensi a Paolo dove lo devi mettere a lavorare

C.: Sarebbe una buona opportunità

PADUANO: Per ora fagli prende sto diploma…che è ancora all’inizio, ho paura che…

C.: Poi a Catania… anche quando va a Catania… è due ore di strada

PADUANO: Eh, lo so…si, però…

C.: eh, si… va là a dormire, e poi lo…

PADUANO: Io ho… io ho obiettivi molto migliori per lui, se se ne andasse in Svizzera sarebbe la cosa..

C.: Andare in Svizzera..

PADUANO: Si

C.: A fare il cameriere, si

PADUANO: Vabè… fammi parcheggiare, qua, sto andando dal notaio… ora tra un po’ ci sentiamo, ciao

C.: Ciao

Il 2 dicembre 2011 ore 7:55 (progr. 7562 decr.1342/11), C. e P. hanno un intenso scambio su problemi vari del P., cui alludono con un linguaggio a tratti paludato. Riguardano il consiglio comunale di Motta e una nota che C. sta predisponendo all’uopo, aspetti assicurativi che P. dovrebbe andare a discutere a Roma e meglio se mediante lo stesso C., fatti che “a Palermo” si stanno mettendo male e che converrà affrontare andando a parlarne con “la testa dell’acquaa scanso di sorprese incontrollate. La testa dell’acqua, osserva il Tribunale è una metafora che indica il capo in grado di decidere su tutti (C.: no, qua… su Palermo… e le cose si stanno un pochettino complicando, quindi… preferirei andare alla testa dell’acqua per capire che sta succedendo P.: va bene, ma tu la gente che ti faceva… ti assicurava questa cosa… vedi che non è buono lui…C.: lo so, lo so…. C.: infatti… però, dobbiamo mettergliela in culo perché…andando alla testa dell’acqua, diciamo, abbiamo la fonte diretta… qual è l’ostacolo P.: certo). C. sembra collegare queste preoccupazioni anche alla questione in quei giorni dibattuta presso gli uffici della Regione di una nuova assegnazione delle competenze riguardanti le procedure AIA e quelle specifiche relative alla tariffe per i conferimenti in discarica. Sembrerebbe che rispetto ad Emanuele, direttore del dipartimento cui potrebbero essere spostate dall’ARTA le competenze dell’AIA sulle discariche, afferma C., si stiano orientando a trasferirgli solo la tariffa. C. esprime la sua apprensione per l’atteggiamento che il direttore Emanuele manifesterebbe nei confronti del P., avendo fatto finta in una occasione di non riconoscerlo. Petanto i due si ripropongono di avvicinarlo in qual che modo e sopratutto di fargli “la prossima volta una telefonata preventiva”. Allude al riguardo a precedenti approcci del P. all’Emanuele (C. :…..quindi la prossima volta, siccome tutte sti… sti personaggi sono tutti… spaventati, una telefonata preventiva).

P. conclude affermando che deve prendere un appuntamento con Emanuele per la settimana successiva.

Il teste Evola ha espresso durante il suo esame dibattimentale che da questa e altre successive conversazioni si comprese che P. avesse una spasmodica esigenza di incontrare il direttore Emanuele, ma di non averne approfondito le ragioni.

Al riguardo il Tribunale deve rilevare che risulta invece riscontrato dagli eventi tracciati con chiarezza dalle intercettazioni che Emanuele rivestisse una posizione dalla quale avrebbe potuto incidere sulle autorizzazioni ambientali della OIKOS, e non solo sotto l’aspetto del controllo dell’adempimento degli aspetti assicurativi e del piano finanziario, bensì anche sulla decisione dell’annullamento in autotutela dei decreti AIA, le cui sorti, come già ripetutamente detto erano traballanti.

Si già visto della riunione del 13 marzo 2012 e che del resoconto che lo stesso giorno C. ne farà a P., presieduta dall’Emanuele con la partecipazione dei comitati no discarica di vari rappresentanti degli enti locali e per l’ assessorato all’Energia l’ingegnere Michelon e per l’ARTA oltre al C. il suo superiore Zuccarello.

C.: Mimmo “agghiurnò” finalmente?

P.: “agghiurnò agghiurnò”!

C.: “agghiurnò, oh… allora,ascoltami…

P.: come va, come va?

C.: come è andata poi ieri… l’altro ieri sera?

P.: no, sono rientrato ero… si, si, si, pian pianino, me la sono fatta…(inc.)

C.: Mimmo?

P.: ti dicevo, ieri sera… l’altro ieri sera (inc.) G.

C.: eh… (inc.) mezza?

P.: si

C.: l’una e mezza?

P.: si, si… no, presto ho fatto… ohu, ma vedi che… a mezza notte siamo partiti ah?

C.: eh, ma ta facisti a currere però

P.: no, piano piano ho fatto

C.: minchia, all’una e mezzza piano piano… va be… mu ‘magino… ho capito (ridono)

C.: senti, vedi che… la nota probabilmente oggi esce… che faccio, un fax al comune di Motta e poi lo faccio pure a te, oppure… che devo fare?

P.: no, no, no, solo al comune G.

C.: solo al comune… ma dico, fax oppure c’ha purtamu a mano, come a fare?

P.: no G., solo il fax, basta che loro… sta sera hanno consiglio

C.: ah, perfetto, minchia sarebbe l’ideale

P.: se tu gliela dai… perché ieri sera l’aspettavano, io gli avevo detto che c’arrivavo, comunque ci rissi “guardate che vi arriva”… ieri sera poi il sindaco… ho visto che mi ha chiamato a mezza notte, ma io… ieri

io ho dovuto lasciare il telefono, per cui non… non sono stato in condizioni di…

C.: ho capito, va bene

P.: niente poi… ora sta mattina lo chiamo, gli dico… m’invento una stupidaggine, qualcosa gliela devo

inventare, dai

C.: ho capito… senti, a proposito, dammi notizie di Roma per lunedì Mimmo… o lunedì o martedì, vedi tu

con i tuoi impegni

P.: d’accordo

C.: se no ci vado da solo… però per andarci da solo dovrei essere accreditato… pronto?

P.: G.?

C.: eh, ti sento, dimmi

P.: G., tu parli per la struttura giusto?

C.: per… per la cosa… l’assicurazione

P.: si, si, si… ieri vedi che ho mandato qualche messaggio già… vediamo se io ora nella mattinata riesco a darti qualche messaggio io invece

C.: eh, va bene… perché…

P.: ma io non penso…

C.: (inc.)… dimmi… perché… tu non

pensi..?

P.: io non penso, dico, che… nella giornata di oggi o lunedì riusciamo ad ottenere qualcosa vedi.

C.: va be, ma il problema era capire qual è l’ostacolo intanto.

P.: e dico, facciamo un salto (inc.) in caso, ti accompagno G., io

C.: Mimmo a me mi fa piacere, figurati..infatti ti volevo dire compatibilmente con i tuoi impegni qua… se riesci a mollare a me mi fai un favore… dormiamo la e poi

rientriamo l’indomani

P.: G….

C.: poi se preferisci torniamo in serata, vedi tu

P.: G…?

C.: dimmi tutto

P.: io penso che in mattinata ti richiamo nuovamente, come arrivo in ufficio…

C.: si…

P.: mi guardo un po’ la posta, mi guardo un po’… perché ieri già ho mandato io un messaggio via e-mail, ad una persona…

C.: uh… si

P.: va bene?

C.: va bene… (inc.)

P.: (inc.)… te la giro e te la…

C.: si

P.: te la leggi, va

C.: va bene, ok

P.: poi se c’è da andare direttamente lì c’andiamo

C.: ma… senti, oggi… io oggi ho avuto contatti e praticamente le cose si stanno complicando, quindi… io

personalmente preferirei andarci, anche perché c’è…

P.: ma tu hai avuto contatti sta mattina?

C.: no, ieri, ieri

P.: che contatti hai avuto?

C.: no, qua… su Palermo… e le cose si stanno un pochettino complicando, quindi… preferirei andare alla

testa dell’acqua per capire che sta succedendo

P.: va bene, ma tu la gente che ti faceva… ti assicurava questa cosa… vedi che non è buono lui…

C.: lo so, lo so

P.: (inc.)

C.: lo so… no, no, ma si sta complicando per altri versi, poi tu dico

P.: va bene dai, si stanno (inc.) nella famiglia (inc.) sicuro

C.: si e infatti…

P.: non… non avevo dubbi

C.: infatti… però, dobbiamo mettergliela in culo perché…andando alla testa dell’acqua, diciamo, abbiamo la fonte diretta… qual è l’ostacolo

P.: certo

C.: va be, ma ti ripeto, in ogni caso se tu non hai particolari impegni manda a fare in culo tutti e nna restamu da a dormere

P.: d’accordo

C.: va bene?.. vedi tu

P.: un bacio grosso

C.: un bacione… allora aspetto te

P.: e… vedi di farla (inc.) cosa,

(inc.) telefonata…

C.: a chi?

(linea disturbata)

P.: … quel foglio… quel foglio… a

Mimmo… a Mimmo

C.: no, ma ora ci vado… siamo rimasti già ieri che ci vado… come no?..

m’agghire pigghiare, Mimmo

P.: come?

C.: me lo devo andare a prendere, me lo prendo io una copia e faccio tutte cose io

P.: G. ti ringrazio, G., se ce la facciamo entro sta sera che lui… che loro hanno consiglio…

C.: si, è meglio ancora, lo so

P.: si, è meglio ancora, capito?

C.: lo so, lo so… ma… senti, a proposito… la prossima volta…dobbiamo muoverci diversamente con… con il direttore… perchè ieri che eravamo assieme, mi fece una battuta… mi fa… si mette accanto a me e mi fa

“ma chiddu da eri ca mi salutò cu era?.. Io un nu canuscio”

P.: cosa…cosa… cosa?.. Non ho capito

C.: ieri….

P.: si

C.: ero assieme ad Emanuele

P.: si

C.: si mette accanto a me e mi fa “C. ma chiddu ra eri ca mi salutò cu era?.. ca io un nu canusciu a chistu”, “ma come, il presidente dell’Oikos, si ricorda che aveva il problema...” “si, si,u saccio, ma io a chistu un nu canuscio, mi vasò puru…” quindi la prossima volta,

siccome tutte sti… sti personaggi sono tutti… spaventati, una telefonata preventiva

P.: ah, certo, ho capito… ho capito

C.: capito?.. hai capito?

P.: (inc.)

C.: per evitare che continua a fare il cretino

P.: ah, ha detto che non mi conosce

C.: si… “ma u è?.. io a chistu un nu canuscio, mi salutò puru… (inc.) ma io un nu canuscio” e io gli stavo

dicendo “ca come?.. ci iu a manciare insieme e un nu canusci?

P.: Tu digli… digli… ricordargli di Roma

C.: no, Mimmo…una telefonata preventiva

P.: (inc.)

C.: si, si scorda i cose…una telefonata preventiva cosi la prossima volta….

P.: la settimana prossima… mi faccio prendere l’appuntamento

C.: no ma infatti, il fatto di scendere una volta a settimana, vedi che non è sbagliato.

P.: eh… no, lo so, lo so, però mi faccio (inc.) l’appuntame…

C.: poi ho parlato nuovamente per la questione che aveva sollevato lui…ed in pratica il risultato dovrebbe essere che lui si piglia la tariffa e l’AIA rimane qua

P.: ah

C.: capito?

P.: (inc.)

C.: e questa cosa dovrebbe essere un provvedimento che poi va in giunta di governo

P.: ho capito

C.: Va be Mimmuzzu!

P.: ottimo, ottimo, ottimo… G. mi senti?

C.: si

P.: dico, diventa ottima… lui si mantiene (inc.) quella che sono…

C.: si, si piglia la tariffa

P.: (inc.)

C.: … ha bloccato pure il trasferimento di Ventura… vuole fare tutte cose iddu, ma per me se ne può andare a fare in culo, figurati che cazzo me ne fotte di andarmi a prendere la tariffa… sono solo rotture di

palle… purtroppo…

P.: va be, dai… non ci sono dubbi…non ci sono dubbi

C.: va be Mimmuzzu…

P.: (inc.) sentiamoci più tardi

C.: aspetto tue notizie Mimmo… mi senti?

P.: si, si, dicevo, un bacio grosso

C.: no, non ti avevo sentito, ok

Mimmuzzo… buona giornata a te

P.: (inc.), ciao G., ciao

C.: ciao, ciao

Fine registrazione

Il 13 dicembre 2011 alle ore 13:42 (progr.8320, decreto 1342/11), quindi, C. e P. ipotizzano di recarsi a Roma insieme :

P.: G.?

C.: Ehilà Mimmuzzo

P.: Senti, rimandiamo, oggi, beddu

C.: Non ho capito, dimmi

P.: eh, rimandiamo oggi…rimandiamo oggi il pranzo

C.: Va bene, ok

P.: Spostiamolo a domani

C.: Va bene, come vuoi

P.: Io domani ti porto un po’ di documenti… e analizziamo a fondo quella documentazione

C.: L’hai letto il messaggio che ti ho mandato poi, ieri?

P.: Si, si, si, l’ho letto e stamattina l’ho discusso, gli ho detto di preparare la pratica, così come dice… dico… dico io e di non mandarla, nè di là e nè di là, poi

sei tu che chiami….

C.: Ma infatti… e infatti… minchia…appena facciamo una cosa del genere, nell’arco di cinque minuti u

sapi tutta Catania

P.: Certo, Sei tu che chiami… Raciti, chiami Tizio, chiami Caio… e li convochi

C.: E infatti… va bene

P.: Ok?

C.: Ok Mimmuzzo

P.: senti, facciamo domani il pranzo?

C.: va bene Mimmo, ti aspetto

P.: perdonami con tua moglie e gli chiedi scusa da parte mia

C.: ma che fa scherzi?.. ma assolutamente… non c’è motivo, Mimmo, se tu hai difficoltà per domani che è mercoledì ed è pure una zona incasinata… una giornata

incasinata, possiamo fare per il fine settimana, tipo venerdì, che è più leggera

P.: io venerdì mi hanno convocato su Roma, per cui veramente venerdì sarei a Roma

C.: fai tu… io per te lo dico

P.: o vieni anche tu a Roma… o vieni anche tu a Roma e andiamo a trovare quella pratica..?

C.: eh, non sarebbe male

P.: e io non sarei domani su Palermo..però io (inc.) su Palermo, un attimo mi convocavo… (inc.) con LL.

C.: si, lo so… Mimmo da te dipende, se tu hai… hai casino per domani fammelo sapere che provvedo diversamente, non ti preoccupare che non succede niente

P.: va bene, ci sentiamo noi domani alle 9 e mezza 10?

C.: va bene… vedi tu

P.: G….

C.: (inc.)… ora, verifica se sta cosa di venerdì si può fare, se si può fare ti chiamo io e ti faccio sapere

P.: tu sappi che io venerdì sono sicuro a Roma

C.: facciamo andata e ritorno?

P.: si, si, certo, andata e ritorno, non c’è il tempo

C.: va bene, ok

P.: va bene, un bacio grosso

C.: ok Mimmo, ti faccio sapere allora, un bacio

P.: grazie… grazie, ciao

C.: ciao, ciao

In tutto ciò, il 28 dicembre 2011 nel tardo pomeriggio C. chiama il segretario di P. e gli chiede di prenotare dal 6 all’8 gennaio una matrimoniale e una doppia all’Hotel Baia Verde(progr.9407, decr. 1342/11), che saranno pagate dal P..

ARCIDIACONO: Pronto?

C.: U., buonasera, C..

ARCIDIACONO: Buonasera architetto, come va?

C.: Bene grazie U., tutto a posto docu?

ARCIDIACONO: si, si, tutto a posto

C.: Giusé notizie del principale ne ha?

ARCIDIACONO: Principale oggi pomeriggio l’ho visto

C.: Non le ha detto niente?

ARCIDIACONO: No

C.: Non le ha detto niente…senta

U., una cortesia, mi deve prenotare… domani… dal 3 al 7 con partenza l’8

ARCIDIACONO: Si

C.: va bene?..glielo dica che (inc.)parlato

ARCIDIACONO: Ah..?

C.: Glielo dica che ne avevo parlato con lui

ARCIDIACONO: Quindi tre…

C.: Dal tre, tre notte al sette notte con partenza l’otto.

ARCIDIACONO: Ho capito… ma dove?

C.: Al Baia Verde

ARCIDIACONO: Va bene

C.: Mi da la conferma poi, U.?

ARCIDIACONO: Certo, ora le do la conferma, certo

C.: Va bene, grazie… U…. una matrimoniale e una doppia

ARCIDIACONO: Una matrimoniale?

C.: e una doppia.

ARCIDIACONO: Va bene, ok

C.: Ci sentiamo dopo U., grazie.

ARCIDIACONO: Niente, buonasera

C.: Arrivederci

Il 4 gennaio 2012 alle ore 13:38 (progr.14813, decr. 1873/11), Grazia Marletta, dipendente del P., chiama P. e lo avverte che dall’Hotel Baia Verde è giunta via fax una prenotazione “per l’amico nostro”, da tenere separato e quindi da scorporare dalla documentazione P.collata dell’azienda, come invece non fa Arcidiacono. Convenendo con la Marletta P. le dà disposizione di mantenere la suddetta separazione : “staccali Grace”.

Testualmente :

MARLETTA Grace : Mimmo buongiorno…

P.: Gresuccia buongiorno…

MARLETTA: Ciao gioia…

P.: Come si va?

MARLETTA: Bene si va… ascoltami… qui vedi che… eh… mi è arrivato Hotel Baia Verde…

P.: Si…

MARLETTA: …una… una prenotazione dell’amico nostro… ma viene fatta con fax

P.: Si…

MARLETTA: Si? Va bene?

P.: Certo…

MARLETTA: È arrivata qua sotto… ma io non l’ho mandata sopra…

P.: (incomprensibile)

MARLETTA: …cioè non deve… arrivava direttamente al computer questo volevo dire

P.: Ah… tu dici sopra alla ditta?

MARLETTA: Eh… abituati… abituati cuomu faciemu nuavutri… ARCIDIACONO ci manda via e-mail… se la fa la sua con la sua… ci siamo? Io infatti sta cosa ma tinni ca sutta e non ho chiamato nessuno… perché se no..noi altri il fax come ce l’abbiamo? Abilitato direttamente al

P.collo…

P.: Staccali Grace… va bene?

MARLETTA: Si… io li staiu livannu… va bene?

P.: Okay…

MARLETTA: Va bene?

P.: Grazie Grace…

MARLETTA: Poi glielo spieghi tu… ah… a U. ARCIDIACONO…

P.: Che non ho avuto… non ho avuto modo… vedi? Non ho avuto modo…

MARLETTA: U sacciu gioia… io lo so… però io giustamente che so come la pensi e cuomu a pinsamu… vitti ca iera na

cuosa ca un funzionava… ma picchì ci sugniu iu ca sotto e mi ni accorgio… si un ci sugniu?

P.: Ma gioia… menumali ca ci si…

MARLETTA: Eh… vabbe… un possu essiri unu…nessunu e centomila Mimmo… non sempre… ascutami…

P.: Avanti…

MARLETTA: Va bene…

P.: …ma in tanto sei centomila..forza… centomila

MARLETTA: No… un sugniu centumila… picchì tanti cose mi stannu scappannu e mi sta cuminciannu a dari fastidio… tu

lo sai come la penso…

(……)

MARLETTA: …va bene? Okay… chistu mu tiegniu iu… va bene… gioia?

P.: Un bacio grosso… ah…

MARLETTA: Ciao… t’abbraccio… grazie…

ah… ciao

P.: Ciao

FINE REGISTRAZIONE

Il 4 febbraio 2011 si registra un’altra conversazione tra il C. e il P. densa di significati circa le ampie declinazioni del loro rapporto di corruttela (progr. 11434, decr.1342/11). Programmano di vedersi a pranzo la settimana successiva a Palermo. P. si ripropone con l’occasione di andare a vedere cosa ne è stato dell’ordine fatto insieme al C. la sera di un giorno precedente (alludendo ad un acquisto in un negozio a Palermo e posto che avevano dato indicazione che la consegna sarebbe avvenuta a gennaio o febbraio). P. spera di portare con se Chicco Sudano, il suo fidato legale della OIKOS, affinchè C. esamini con lui il documento di risposta, che ha già impostato, per un eventuale suo sempre migliore consiglio. Con l’occasione C. ricorda a P. di aver dato lui alcune indicazioni a Veronica Puglisi e vorrebbe sapere se ha provveduto.

Rileva il Tribunale che si comprenderà dagli eventi della prima metà di marzo, su cui si è in precedenza riferito, che lo scritto del Sudano afferisse alla risposta che C. avrebbe dovuto mettere in bocca ai suoi superiori, i quali, nella veste di autorità responsabili del settore che avevano rilasciato i provvedimenti AIA per le discariche della OIKOS, erano stati inviati ad esprimersi sulle istanze di annullamento in autotutela di tali autorizzazioni.

Nel corso della conversazione C. introduce l’interessante questione del rinnovo della tariffa, a cui provvederà lui direttamente e al più presto, bloccando d’accordo col P. una data dei primi di febbraio 2012 per convocare la conferenza dei servizi per il rinnovo dell’AIA in scadenza della discarica di Tiritì. In questo modo, esprime il C., il rinnovo della tariffa lo curerà non il dipartimento di Emanuele, ma lui stesso in tempi molto rapidi, dando una lezione su come si lavora a quello stupido, che avrebbe voluto tirarsi pure l’AIA (oltre ala triffa). Esprime altresì C. al P., in un crescendo di esaltazione, che il rinnovo della tariffa applicata dalla sua azienda verrà così camuffato nel procedimento di rinnovo del decreto di AIA dell’impianto, con l’ulteriore vantaggio che P. stesso si risparmierà la figura del vessatore, di chi apertamente chiede un aumento della tariffa :

C.: certo… si, questo è pure vero

P.: cioè, mi hanno detto ieri a Roma..io non sono stato a Roma, però mi dicevano che ieri c’era un casino…

si è bloccata tutta la città

..

C.: no… no, ma infatti per ora… tutta questa settimana che viene, ta stare a casa, ta stare a Catania

P.: un c’agghire

C.: perché rischi di rimanere bloccato

P.: la settimana che viene gli porto quel documento…

C.: si

P.: che tu… sicuramente, ecco, gli darai ua visione e…ci facciamo una bella…un bel pranzo…

C.: ma se devi venire solo per questo, Mimmo, posso salire pure io

P.: No,voglio venire e voglio andare a trovare a quei signori…quando quel giorno abbiamo fatto…

C.: Sì, ho capito

P.: Che hanno fatto una telefonatina…sembra che uno (inc.)… essendo che gli avevo detto io “a gennaio

facevano un po’ già la consegna”…

C.: veramente mi sembra che tu gli avevi detto a febbraio… io mi ricordo tu gli avevi detto a febbraio….

P.: si…però, già ho ricevuto due telefonate, per cui è giusto che io…

C.: e… ho capito… perchè devono rompere i coglioni, non è che lo sanno…non lo sanno che è a febbraio la questione

P.: Beddu..

C.: hannu fare sempre i scimuniti

P.: Tu mi devi capi…tu mi devi capire…

C.: Sì, lo so, lo so

P.: giusto?.. perché… poi se qualche volta piglio il

telefono…possibilmente magari i vannio, iddi (incompr.) ed io mi truvavu…

C.: sì, infatti..

P.: (inc.) per quale motivo

C.: e infatti.. e infatti

P.: Giusto?..per cui un minuto, la settimana prossima, passo,…nel frattempo ci raccontiamo noi quattro chiacchere, ci raccontiamo quattro cose, ci facciamo un pranzetto e poi me ne ritorno.

C.: Perfetto

P.: Che dici?

C.: Perfetto

P.: Che dici, che dici?

C.: Non lo programmare per giovedì perché già c’ho un impegno con loro che devo accompagnarli dal medico per fare una visita di controllo e quindi mi passerà un’ora…a cavallo di pranzo…o lo programmi per mercoledì oppure per venerdì

P.: Allora, o mercoledì… scusa, O mercoledì o venerdì

C.: Sì

P.: D’accordo… No, Venerdì no, perché venerdì abbiamo una cosa qua a Catania che devo essere…mercoledì programmo allora

C.: Va bene Mimmuzzu

P.: Va bene?

C.: Perfetto!

P.: Ed io spero veramente di…portarmi anche a Chicco, così materialmente ti dà…se c’è qualcosa che tu praticamente vuoi un pò modificare…fare… dire… il(inc.) veramente lo impostate direttamente, no?

C.: Va bene

P.: Che ne pensi?

C.: Come vuoi tu

P.: Dico, si deve rispondere, no?..siamo obbligati a rispondere

C.: Questa cosa l’ha vista Chicco pure?

P.: Si, Già l’ho data, certo

C.: Ah, va be…

P.: allora ieri…

C.: guarda… obbiettivamente, se già l’ha vista Chicco, non c’è bisogno che scende…se non l’ha vista Chicco la possiamo impostare assieme

P.: Cioè a dire… tu dici… la piglio in quella maniera e non lo porto

C.: Se lui già l’ha vista, non c’è bisogno,Se tu hai bisogno… se lo vuoi per te per altre cose oppure

per… per me va bene, figurati Chicco

P.: Va bene..va bene… va bene…d’accordo, allora rimaniamo in questa maniera, guarda io materialmente me

la… e me la porto Dopo di che veramente… dopo di che tu… o l’una o l’altra la prendi e ti fai…ti fai quello che…è il succo, dai

C.: ho dato… altre cose da fare a Veronica, Mimmo, non so se ci hai parlato

P.: eh… dda figghia mi ha… essendo che non sono stato… presente

C.: non ci hai parlato

P.: … mi ha mandato… mi ha mandato “domani mattina sono in ufficio”, ma se ero in Piemonte… dopodomani sono

in ufficio… domani arrivo

C.: a posto

P.: mi ha chiamato un mare di volte, mandandomi un mare di messaggi però… rientrando… rientrando oggi, di fatto veramente… non mi va di disturbarla che è sabato, sai è un giorno (inc.)

C.: no, figurati

P.: sempre impiegati sono, no?.. per cui materialmente lunedì mattina veramente, me la… me la spupazzo un po’, mi faccio aggiornare di tutto…

C.: va bene… senti… notizie, a casa, come va?

P.: sempre fermi… fermi che più fermi non si può

C.: ho capito, va be…

P.: (inc.)

C.: senti, ma Taormina… com’è pronta Taormina?

P.: no, no, no… domani ci vado, ma penso che ancora altri due mesi… mi (inc.)

P.: perché veramente… quello è la…diciamo, il parquet arriva a fine… dovrebbe arrivare 15 o fine mar… o fine febbraio, dal quindicesimo in poi… cioè a dire, dalla terza settimana di febbraio dovrebbe avere il parquet, ma tu pensi che arriva il parquet… scioperi, cosi… sugnu convinto ca slittano, per cui passiamo… passiamo a… passiamo a marzo

C.: ho capito

P.: dopo di… dopo marzo, veramente, tutto… prima di aprire sicuramente dda non sarà pronto

C.: e quindi è inutile che ti fai arrivare ora questa merce pure là, perché non ha senso

P.: no, ma dico… ma glielo devo dire, è inutile che si mettono a telefonare… G.

C.: va be certo, lo so… lo so, lo so

Mimmo… ma se vuoi ci vado io

P.: no, no, no, no… (inc.) (si accavallano le voci)

P.: io non devo venire per quello, devo venire… ti devo portare quel documento

C.: si, lo so

P.: Vediamo poi se l’amico nostro lo troviamo, vediamo se…perché so che ci sono movimenti… liberi

C.: ma senti, più di tutte le minchiate che stanno combinando…hanno fatto sta commissione e praticamente…

l’hanno fatta soltanto per complicare la vita… perché la prima commissione è andata deserta perché mancavano le componenti

P.: Addirittura

C.: siccome questa commissio… si, siccome questa commissione funziona per visionare le TIA…principalmente le TIA, che sono quelle che riguardano te nei confronti dei comuni

P.: ci…

C.: hanno… l’hanno fatto proprio per revisionare e devo cominciare prima da Catania…però a prima satò… ma

siccome Emanuele…

P.: No, ma io (inc.)…

C.: Emanuele è convinto… è convinto di avere fatto questa cosa, come tutto il piano dei rifiuti che ha elaborato… convinto che ha fatto una cosa eccezionale, invece quello che voleva fare lui era un’altra cosa…il problema che l’hanno blo…

l’hanno stoppato, gli hanno detto “no, tu chistu un lo… non lo puoi fare, stai fermo” perchè si voleva tirare L’AIA… ti ricordi quando ha fatto quel discorso davanti a noi?..che si voleva tirare l’AIA…

si voleva tirare le tariffe… si voleva tirare le cose lui?

P.: si… si, si (inc.)

C.: Lo hanno mandato a fare in culo…capisci?.. Lo hanno mandato a fare in culo, l’unica cosa che è riuscita ad ottenere è questa commissione del cazzo… che non serve a niente… non serve a niente

P.: Ma no, anzi…no,no, no… vedi, io debbo essere onesto, se a me qualcuno veramente mi… mi dà un po’ di

lettura… essendo che io sono troppo indietro, no?.. e non ho fatto veramente… non ho avuto il tempo di essere onesto, di preparare…richiesta per… aggiornamento

C.: Si va bene, Mimmuzzu, Tutto quello che vuoi, ma tu leggi bene le carte… la commissione serve a revisionare le tariffe che sono state autorizzate nei confronti delle discariche.

P.: e questo dico,se loro vengono (inc.)…

C.: se vi è un organo di controllo…è un organo di controllo di una cosa che già è stata autorizzata

P.: scusa, scusa… scusa,però la revisione…noi in quella seduta standard, analizziamo tutti i costi?.. di fatto veramente se…se il costo oggi è 100 ed io ho tariffa per 80, minchia…approvo la tariffa direttamente in…

C.: va bè certo… n’amu a fare…

P.: è questo dico, é inutile che io…non ho avuto tempo, dico, per…revisionare…giusto?.. allora, se…

C.: Mimmo, guarda che la tariffa da… da

legge… da legge la tariffa può essere revisionata ogni sei mesi…tu hai avuto approvato una tariffa 5 anni fa e 5 anni fa te ne sei andato con questa tariffa

P.: Si… si

C.: E’ giusto?..quindi, se tu vuoi, la revisione della tariffa, non della TIA, della tariffa, la puoi chiedere a me direttamente.

P.: Sì, però la chiedo a te…la chiedo a te, voglio dirti, se la chiedo direttamente a te, di fatto veramente io perdo tre mesi per realizzarla,poi arriva la verifica, e perdo altri tre mesi con loro…allora se nel momento in cui mi arriva una verifica sulla tariffa

C.: no,no…

P.: …la stiamo verificando, la verifica una volta sola, se arrivano, essendo che so che arrivano solo per Catania come base… e so che…

C.: sì, ma la verifica non è sulla tariffa di abbancamento….

P.: ..e so che a me, essendo che mi vogliono tutti bene… (ride)

C.: ecco appunto…appunto

P.:.sono tutti per mettermela nel culo…ma vengono tutti da me, minchia…

C.: appunto

P.: …ogni mattina… oh, ogni mattina,ogni mattina, ogni mattina, alle otto, otto e mezza, otto, otto e

mezza, una volta l’ARPA, una volta l’USL, un’altra volta i Vigili sanitari, una cosa la Polizia Provinciale, una cosa (inc.)….minchia… stanno rompendo… tutte le mattine, tutte le mattine, tutte le mattine

C.: e perchè ti vogliono bene Mimmo,quindi ti devono vedere spesso

P.: Allora, e vi…essendo che ti stavo dicendo mi vogliono bene…

C.: ecco appunto…

P.: …qualsiasi cosa parte, arrivano…arrivano prima da me, allora dico “bene, visto che siete arrivati e

tiriamo fuori quelli che sono i numeri” minchia… cazzo, una volta che tu, veramente, se ho 80 ed io

avessi avuto 100, me la dec…me l’abbatti, no? E’ in automatico

C.: si… si, si

P.: Si o no?

C.: Certo

P.: Se invece è 80… ed io ho 100 di costo, me la devi aumentare in automatico, punto (ride)

C.: eh…perchè ti vogliono bene e quindi…

P.: e dico io…

C.: …lo hanno fatto pure per (inc.)

P.: Come?

C.: Dico, lo hanno fatto per agevolarti,perchè siccome ti vogliono bene tantissimo…

P.: Certo, certo…Dico io…

C.: Senti, potrebbe essere pure come dici tu, Mimmo…in teoria potrebbe essere come dici tu…

P.: No…

C.: …ma non ci credo

P.: No,no, voglio dire, essendo io (inc.)le tariffe che ci sono negli altri impianti

C.: si

P.: di fatto, veramente, io sto vedendo che non ci riesco più, veramente con… con il costo, no?.. per cui

dico, minchia…

C.: e va be (inc.) u gasolio che è aumentato..

P.: una volta (inc.), una volta

l’ispezione… voglio dirti (inc.)…

C.: Mimmo… Mimmo, ma una cosa… una cosa sola, la tariffa di 5 anni fa, ma tu lo sai il gasolio a quanto era

5 anni fà?

P.: Ma perchè ti dico che io materialmente…di fatti…se… se entro questo mese non si presenta

nessuno, io veramente la imbuco, mi fermo… nel senso, stacco i ragazzi, gli faccio fare praticamente 15

giorni, 20 giorni di lavoro, ti presentiamo la… ti chiediamo l’aggiornamento tariffa, veramente..e via

C.: Aspè Mimmo, aspè…ti do un’altra chiave di lettura e un’altra soluzione… io sto mettendo avanti

la… l’aggiornamento, ora a febbraio programmo la prima conferenza… in occasione dell’approvazione dell’AIA

dell’aggiornamento

P.: si

C.: tu presenti l’aggiornamento della tariffa, non c’è bisogno che tu la fai esclusiva… la fai consequenziale all’aggiornamento dell’AIA

P.: si, si, si… no, no, no… ti dicevo, veramente, già sapevo di questa cosa che noi eravamo in scadenza, no?.. Con le fidejussioni, mi sono sentito con qualche

assicurazione, con… ecco, so che praticamente io devo esibirti un aggiornamento ai fini AIA… e ti devo rinnovare anche le fidejussioni,no?

C.: Eh

P.: …che sono in scadenza…di fatto voglio dirti… il momento in cui io ti presento l’aggiornamento AIA, nell’aggiornamento AIA, ti faccio tutta la verifica, e ti dico veramente anno per anno, di quelli che sono stati i costi,dopo di che veramente, questo costo che era stato

recuperato, lo voglio recuperare nella nuova tariffa perché…

C.: perfetto…

P.: ..non è che ci posso dire all’ente..all’ente “dammi i soldi indietro” no

C.: No, ma tra l’altro… tra l’altro la questione viene soltanto… stonata, perchè se tu fai la l’AIA nuova, è normale che l’AIA nuova abbia un’altra tariffa, se tu invece chiedi l’aggiornamento della tariffa, passi per strunzo

P.: si, si, si.

C.: Capisci?..quindi abbiamo la possibilità con questa scusa di andare a rivedere tutte cose

P.: lo so, lo so, solo che…

C.: rivediamo tutto

P.: …in questi 5 anni, G., il problema è che il costo dell’aumento del carburante è stato sco..smisurato, Di fatti veramente..

C.: eh… infatti, che sto dicendo P.: ..la cosa che veramente è in evidenza è proprio, veramente, il carburante, ma è aumentato stu cazzo di carburante…il 100% rispetto a 5 anni fa

C.: A 5 anni fa, eh… lo so… lo so

P.: cioè, se prima prendevamo il carburante a 0,70 minchia oggi lo stiamo prendendo a 1 euro e 80 che è

quanto la benzina, Dio mio

C.: Lo so..lo so.. lo so.. e tutto questo incide… incide tantissimo, ecco perchè non si può tenere quella

tariffa,infatti la questione va rivista, però la camuffiamo, come AIA, capisci?

P.: Si e vediamo… no, no… (inc.) camuffiamo….

C.: ti salvi… ti salvi… ti salvi perchè praticamente non fai

P.: cioè,nella stessa… nella stessa documentazione, diciamo di

aggiornamento, praticamente faccio aggiornamento AIA e aggiornamento tariffa, punto.

C.: Cero, perchè l’AIA…

P.: se nel frattempo… se nel frattempo loro sono venuti a fare la verifica ancora meglio. no?

C.: è chiaro… è chiaro… No, ma guarda che il dipartimento… il dipartimento, dal momento in cui vado

a discutermi la tariffa, lo convoco io in commissione…ad Emanuele accussi ciu fazzu a biriri io come si travagghia, a questo gra… emerito cretino

P.: (ride) va bene va…

C.: Hai capito?.. lo… lo chiamo io in commissione

P.: no ma iddu pigghia disposizioni ascutami… ascutami

C.: Ma… senti, la parte di cretino ce l’ha pure comunque, Mimmo, ho l’impressione che qualche cosa la

spara pure lui come minchiate… e que… attraverso Michelon

P.: G., tua me ascutami…

C.: pigliano..

P.: (inc.)

C.: u saccio… u saccio

P.: Lui, veramente, quello che gli dice… gli dicono, deve fare, per cui praticamente, poi… o lo fa lui se è di sua competenza, o lo fa fare a terzi se di competenza di terzi, Punto!

C.: si perchè parliamo di soggetti che sono completamente… al di fuori di questa logica, cioè non ne capiscono un cazzo… un cazzo

P.: Purtroppo… purtroppo, ognuno poi

(inc.) si sente… (inc.)

C.: no va bè, ma ci sono messi a po… ci sono messi apposta Mimmo, è inutile che nni lamentamo…ci sono stati

messi apposta

P.: (inc.)…che possiamo fare, dai

C.: Ma infatti… che vuoi che ti dica,andiamo avanti

P.: Pazienza… pazienza,questa è la vì

C.: Senti… invece un’altra cosa,appena siamo assieme, blocchiamo una data Mimmo, che devo cominciare con le prime conferenze

P.: Ah… certo, certo

C.: Vediamo che… che data può essere buona… io la vorrei fare la prima per fine febbraio

P.: Si

C.: Vedi… verifica con Veronica com’è la situazione, se va bene per voi, se si può fare

P.: Va bene, io lunedì già sappi che sono veramente in ufficio e cerco un momento di… di fare un punto della

situazione, d’accordo?

C.: Va bene… ti… ti raccordi… ti raccordi con Veronica, dopo di che ci vediamo mercoledì così parliamo

Direttamene

P.: Certo caro

C.: va bene Mimmuzzo?

L’11 febbraio 2012 C. e P. nel corso di una lunga conversazione telefonica, di altrettanto pregnante interesse, discutono innanzitutto del se P. sia disposto a venire a Palermo quello stesso giorno o sabato per andare in via Catania al negozio Pick up. Quindi di una visita del P. a Palermo e di un possibile incontro, cui P. tiene molto, tra lui e il direttore Vincenzo Emanule. Ma intanto stabiliscono di fissare con urgenza un preliminare appuntamento, per andare a pranzo e discutere, con M. Michelon. Sarà C. a chiamarlo ed a organizzare. C. definisce Michelon il portaborse di Emanuele e quindi la persona che più di altre può creare un contatto positivo tra loro (C. e P.) ed Emanule stesso. P. assicura a C. che in vista di questo incontro con Michelon ha già tutte le carte pronte per esporre i suoi problemi e discutere. C. ribadisce che non si dovrà tralasciare alcuna delle questioni in ballo. Si comprende con chiarezza, anche perché a tratti lo esplicitano, che i due fanno riferimento al problema della richiesta della chiusura della discarica di Tiritì, alla richiesta del P. del rinnovo dell’AIA e al rinnovo della tariffa ed ad altri problemi tra i più scottanti che dilaniano il P.. P. enumera le motivivazioni che reputa plausibili al fine di giustificare la sua richiesta di un colloquio con l’Emanuele. Tra le altre cose P. si lagna del dissesto di alcuni comuni che non sono in grado di onorare i crediti e C. lo segue ribattendo di tanto in tanto anche con osservazioni sulla gestione e sulle ottime tariffe applicate dal P. (C.: Ma io infatti… Mimmo… Mimmo… io chiudendo TIRITÌ li manderei a questi soggetti a Catania a cento trenta euro a tonnellata…P.: No… per cento trenta più l’umido…C.: E io la li manderei… hai capito? P.: Va bene C.: E poi viriemu se si lamientanu…).

Testualmente :

C.: Uella… bella vita… ah…

(…)

C.: No… no… tranquillo..tranquillo…

P.: Ma come sei messo… …nel pomeriggio come sei messo? Ce l’hai qualche ora oppure sei ingessato in giro…

C.: No… no… disponibile…

P.: Disponibile… allo.. allora mi sposto va..organizzo veramente la partenza… ah… ah…

C.: Ma…. però il problema è che se tu vieni di sabato non possiamo andare in… in via Catania…

P.: Hai ragione

C.: Siccome tu mi hai detto che volevi andare poi in via Catania…

P.: Hai ragione

C.: Se tu vieni per andare… eh… da Pickup… la ci posso andare pure io…

P.: No… no… no… no… no…

C.: E dimmi che devo fare…

P.: …guarda che cosa… guarda che cosa faccio…

C.: Eh…

P.: Se tu non hai urgenza io farei il lunedì mi sposterei… se invece noi oggi vogliamo vederci allora io

praticamente mi sposto…

C.: No… Mimmo per te era più che altro…figurati… io non ne ho problemi… dico se vuoi io ti posso agevolare in questo modo… che là ci vado io…

P.: No… no… no… no… no… no…assolutamente… mi sono sentito con questi signori… li ho chiamati io…

C.: Uhm…

P.: Per cui veramente… abbiamo un po chiarito la… la loro (ride) preoccupazione… giustamente dice “ma io ci crede dice che l’ho cercato” (ride)

C.: Ah… ah… vabbe… minchia..figurati…

P.: (ride)

C.: U nu canusci… u to telefonu u nu canuscinu… quindi è normale… che si preoccupano…

P.: Eh… eh… ecco… rici: “sembrava un cliente fantasma” (ride)

C.: E infatti…

P.: Ci rissi: guardi dopo aver dato una commessa di quel tipo non posso essere un cliente fantasma… no..(ride)

C.: No… ora… ora la prossima volta gli lasciamo pure il mio numero di telefono così quannu hannu quarchi

cuosa chiamanu a mia..

……P.: Per cui fantasma io non posso essere (ride) se ti lascio un ufficio…

C.: Senti… se vuoi… eh…l’alternativa sarebbe fare il pomeriggio di shopping qua a Palermo… ma scendere solo per questo per poi scendere di nuovo mi pare una minchiata… poi vedi tu…se tu hai impegni… se non hai

impegni… vuoi venire qua mi fa piacere figurati…

P.: No… no… no… io… ecco prima di tutto guardavo te… la prima cosa

C.: No… io sono disponibile…

P.: Per cui…

C.: Non ti preoccupare…

P.: …nel senso… nel senso veramente… eh… della mia presenza sul territorio…

C.: No… (incomprensibile)…

P.: …se dobbiamo tutte e due dico…hai bisogno nel senso bello che io…eh… prima di tutto guardo te

C.: No… Mimmo non ti preoccupare… per adesso non ti preoccupare…

P.: E allora se non e oggi ed è lunedì veramente possiamo la stessa cosa…

C.: Senti… io… io lunedì…

P.: Allora io… allora io… allora io direi una cosa io lunedì… diciamo ecco… mi presenterei veramente

facciamo uno squillo e se c’è disponibilità cerchiamo un momento di fare l’uno e l’altro

C.: E… allora facciamo una cosa Mimmo… se tu sei d’accordo… dammi l’okay… io alle dieci telefono in

via Catania e chiedo la disponibilità... appena mi danno la

disponibilità io ti telefono… però tu a mezzogiorno devi essere qua…

P.: Eh… se e l’una che succede…perchè mezzogiorno… se tu mi chiami alle dieci io non posso partire

dieci… nel senso io…

C.: Ti posso chiamare pure prima se vuoi…

P.: Eh…

C.: Siccome…

P.: Eh… se mi chiami prima…

C.: Eh…

P.: Se tu chiami prima… perché veramente guarda come sono messo…se tu mi fai….

C.: Sinceramente… sinceramente andare a fare un pranzo intero mi pare esagerato…

P.: Si…

C.: …poi valuta tu…

P.: Ho capito…

C.: A sientiri siempri i stiessi minchiati pi du uri mi pari anticchia esagerato

P.: Ma poi sai tu materialmente… hai… hai il quadro più generale no?

C.: Si…

P.: Anche ai fini di… di cose che tu puoi acquisire… eh… tu... l’altro giorno ho visto che tu raccogli

alcune idee e poi veramente hai fatto una tua idea

C.: Anche perchè non vorrei che si presentassero anche altri soggetti che sono completamente negativi per ora… siccome… eh… NORRITO è assieme a lui non vorrei…

P.: Ah…

C.: …che spuntasse pure lui

P.: No… e allora facciamo una cosa…guarda facciamo una cosa… essendo che io veramente ho un obbiettivo di

parlare per quanto riguarda la situazione finanziaria con

Emanuele

C.: Eh… eh…

P.: Io faccio veramente una richiesta diretta per i fini di finanziamento punto… paghi non paghi… eh..come..com’è messa questa situazione…

C.: Eh… eh…

P.: Capito?

C.: Eh… eh…

P.: Perchè noi abbiamo ricevuto una…

C.: No… facciamo una cosa…

P.: …una quota…

C.: E dimmi…

P.: …una quota finanziaria l’abbiamo ricevuta entro… prima dell’anno…

C.: Si… si… me l’avevi detto

P.: Mentre… mentre per quanto riguarda il resto si parlava del gennaio…gennaio se n’è andato… entra

febbraio…

C.: Febbraio sinni iu puru…

P.: Non è… il freddo… il freddo non è solo climatico… (ride)

C.: Eh… eh… lo so…

P.: Il freddo dico parte proprio (ride) a monte… allora per me veramente…

C.: E col freddo… minchia… la pinnuzza soffre…

P.: Come?

C.: Dico col freddo la pinnuzza soffre…

P.: E certo… per… quindi materialmente… uhm… uhm overamente un motivo forte per dire…per parlare con Emanuele… no?

C.: Senti… facciamo una cosa ce lo tiriamo a pranzo… lo chiamo io…gli dico… eh… e scendi da li e ti fai trovare giù e ce lo prendiamo…in modo tale che tu non sali…perchè se tu sali c’è quel cretino e

mi siddia…

P.: No… no… io non voglio… bravo dico… non voglio assolutamente andare la sopra e poi un’altra

cosa…

C.: Per te va bene così?

P.: Si… si… si… un altra cosa che materialmente abbiamo un motivo forte… io ho come motivo forte di

parlare con Emanuele che lui che praticamente… che l’ambito Enna….

C.: Si…

P.: …ha richiesto venerdì con forza… sabato con forza… oggi con forza sta chiedendo veramente di conferire qui da me…

C.: Ecco…

P.: …e io veramente dico a condizione che l’agenzia… a condizione che l’ARS e a condizione che… ma queste

condizioni lui… loro dicono…

C.: No… Mimmo… Mimmo… calma..tranquillo… tranquillo… eh… gli ho… gli ho fatto il 191 per la vasca B uno…

P.: Ah… perfetto…

C.: Quindi proprio… proprio ieri gliel’ho bloccato

P.: No… ma fino a stamattina ancora vedi che hanno fatto pressioni…

C.: Allura su scimuniti…

P.: Non lo so…

C.: Hanno avuto il 191…scusa… c’hanno un cento…

100.000 metri cubi di disponibilità

P.: Non lo so che cosa… da che cosa dipende… perchè loro dicono anche una settimana… cioè fino… fino a

stamattina veramente hanno detto “ho parlato con LO CICERO”… dicendo veramente…

C.: Scusa… ma perché non li mandano a Siculiana?

P.: G….

C.: No… ma iu mi scantu pi tia Mimmo picchì su senza picciuli

P.: E… bravo… ci sei arrivato…essendo che per me veramente io… uh… faccio veramente delle

richieste con… uh… limitazioni a condizione…

C.: Eh… eh…

P.: Voglio dire le condizioni…veramente sono quelli che la copertura finanziaria…

C.: No… non sono in grado di rispettarla te lo sto dicendo subito non sono in grado di rispettarla…

P.: Dico io materialmente ho mille motivi per parlare… diciamo per venire e parlare con Emanuele non con MICHELON

se c’è quella persona vicino a MICHELON… perchè noi veramente NORRITO veramente è… è negativo…

C.: Vabbe… il problema sai qual è Mimmo

che MICHELON attualmente e il portaborse di Emanuele… quindi se Mimmo MICHELON alza il telefono e dice a Emanuele rici “viri… fatti

truvari c’amu a parrari” quello viene…

P.: Eh… e questo dico facciamo venire… ci portiamo nuovamente ma solo a MICHELON per cui io non salgo

per questo io volevo per un momento fare…

C.: Si…

P.: …un orario l’una… in modo che noi veramente e l’orario che all’una ti vengo a prendere… l’una e un

quarto… l’una eh… sai il tempo che…

C.: No… scendo io… scendo io…scendo io…. no… scendo io… tu non devi venire… anche perchè se mi

vieni a prendere ti perdi di casa…

P.: Perchè se io vengo di mattina presto… poi sono costretto a salire…

C.: No… di mattina presto non lo so se tu hai successo sai…

P.: Si…

C.: …può darsi pure che non lo trovi…quindi infatti bisogna… conviene sempre informarsi perchè di mattina presto lui generalmente se ne va…lui ha un altro in… incarico ora…

P.: Si…

C.: E di mattina presto se ne va nell’altro incarico per poi ritornare e stare tutto il pomeriggio…venerdì alle sette di sera era buttato in agenzia… se tu fossi

venuto venerdì come mi avevi detto..noi a quest’ora l’avremmo risolta la questione…

P.: G…. sono dovuto salire sopra venerdì mattina… cioè ieri mattina…

C.: Vabbe… non ti preoccupare…

P.: Sono dovuto…

C.: Vabbe… certo… sicuramente c’erano motivi più forti…

P.: Sono dovuto andare sopra per cui ovviamente non l’ho… non l’ho potuto…

C.: Va bene…

P.: E allora G. rimaniamo…allora rimaniamo che praticamente al… al 99 percento alle dieci tu mi confermi questa…questo… questa programmazione…

C.: Si… io lunedì mattina mi attivo subito per l’appuntamento…eventualmente Mimmo ti mando un messaggio… quindi se tu dovessi ricevere messaggi leggili...

P.: D’accordo…

C.: Me li guardi… dico pure che non mi rispondi al telefono io ti mando il messaggio…

P.: No… no… no… no… lunedì ce l’ho il telefono per cui veramente il momento in cui ce l’ho il telefono ti

rispondo…

C.: Va bene…

(…..)

C.: …lunedì lo becchiamo sicuro…

P.: D’accordo…

C.: Il problema che probabilmente sarà nel primo pomeriggio…

P.: Ma non è un problema veramente…ecco un… non c’è problema…l’importante che noi veramente se dobbiamo andare in agenzia io non salgo da lui me ne vado a cercare

Emanuele (incomprensibile)…

C.: No… no… no…

P.: …e c’ho mille motivi per andare

C.: No… no… per ora… per ora… per ora tira una brutta aria in agenzia quindi se si può evitare è meglio

P.: Evitiamo…

C.: Chiddu sta faciennu u scimunitu

P.: D’accordo…

C.: Senti vede che è uscito il bando su Augusta sessantamilioni…

P.: Si… si… lo… me ne parlava qualcuno ma in questo momento non c’è copertura finanziaria… non c’è

niente…

C.: Senti… infatti si stanno muovendo i grossi gruppi del nord… c’è BITTARELLO che ho saputo che vuole partecipare…

P.: Eh… G…. sai uno… uno…

C.: Qua… qua in Sicilia soldi non ce ne sono te lo dico prima…

P.: No… no… dico materialmente di fatto su questo benedetto bando che praticamente è stato già messo in….

qualcuno mi ha chiesto in ATI vuoi partecipare…. oh… non… non avendo copertura finanziaria tu sai materialmente dico eh.. umh… non mi va… a parte che non voglio…

C.: Ma il bando è scoperto… e il bando che è scoperto?

P.: No… no… no… comunque tu sul bando la copertura finanziaria la devi avere tu al livello personale..no..perchè comunque…

C.: No… vabbe… il bando ah… ho capito… ho capito…

P.: Giusto… il bando veramente… cioè se tu acquisisci un pro… un contratto quel contratto deve essere si diciamo da te finanziato...

C.: Si… infatti…

P.: …all’inizio giusto? Dieci…

quindici… venti per cento…

C.: Devi anticipare… devi anticipare…

P.: Devi anticipare e di fatto

veramente… eh… umh…

C.: E significa anticipare dieci milioni…

P.: Dico… ma non mi sento praticamente di eh… in questa regione di anticipare tutta questa esposizione… no… per cui veramente… e li c’ho un’esposizione… l’altro settore un’altra esposizione…

C.: Si… lo so…

P.: Allora… se ho risorse mi porto nel senso bello in altro settore… ma anche in altra regione…

C.: Si…

P.: Non vado veramente… cioè ci sono delle situazioni in… in Italia dove veramente la Finanza viene… viene

tratta.. trainata ah…

(…….)

P.: E’… è una situazione… è come a Grecia (ride) no bilanciu ci mannaru… ci mannaru un bilanciu scrittu mali… no… (ride)

C.: Minchia… un bilancio scritto di parole e basta…

P.: (Ride) Ora… ora noi siamo veramente con le stesse identiche… eh…eh… di questo lavoro di Augusta

veramente con le stesse identiche presupposti… cioè la copertura finanziaria c’è… quello c’è…quell’altro c’è… ma se guardi tu indietro la copertura finanziaria

la copertura finanziaria è da previsione…

C.: Eh… eh…

P.: Ti guardi quelle previsioni degli anni precedenti… minchia… se tu…

C.: Uhm…

P.: …havi cincu anni che prevedi cento e ne incassi dieci… mi… ora addirittura…

C.: Impossibile…

P.: …fai il nuovo… nuovo contratto…nuova gara… nuove e… sempre con le stesse identiche cose… ma si

allora scimunitu…

C.: Eh… infatti…

P.: Cioè io ho… purtroppo devo guardare che cosa G…. devo guardare…

C.: No… vabbe… mai fai bene anche perchè per ora bisogna stringersi su quello che uno ha e andare avanti…

P.: Vabbo… io… io tu sai che cosa…

eh… la… l’altro giorno veramente Vittoria mi viene dichiarata dissestata... allora settecentomilioni di euro… eh…settecentomilioni di euro…minchia… cazzo… io ho perso tutto perchè sul dissesto che quella

amministrazione dichiara io per legge

o m’accuntientu o vinti pi cientu

solo il diritto o mi

(…..)

C.: Quindi… c’è il Comune di Vittoria che è stato dichiarato disastra….disastrato?

P.: Certo

C.: Ah… comunque nel giornale non è venuto neanche tra l’altro…P.: E’ quindici giorni… come eh… c’è

un commissario anche liquidatore li… che praticamente cosa aveva fatto il commissario liquidatore dell’ATO… piglia veramente quello che è il debito che dovevano dare

tutti i comuni… piglia e glielo scarica e mi fa fare veramente una transazione… quest’altro furbo..spertu…

G.. Appunto…

P.: …mi fa fare una transazione che questa cifra dice “te la deve dare il comune”… ……

C.: E il danno è grosso tra l’altro…

P.: E certo che il danno è grosso… ora quando si parla di Augusta io veramente già so che Augusta veramente… il semaforo verde in termini di e… il semaforo rosso in

termini di diciamo di esposizione bancaria… ……

…………….

P.: …ora essendo che al livello nazio…

C.: Bisogna rivedere tutte le logiche

P.: …a livello nazionale ci sono veramente… eh… eh… offerte vieni ti offro… vieni ti offro…

vieni ti offro dove c’è tutto una situazione veramente molto più tranquilla e molto più serena…allora dico… ma cu mi ci porta a mia a Ragusa o cu mi ci porta a Messina o cu mi ci porta veramente dove… eh… eh… quella a

soggetto già come viene visto è messo già nel rosso…

C.: No… lo so… hai ragione… hai ragione meglio più parola più opportunità in Italia e non…

P.: Certo…

C.: …andarsi ad infossare a Ragusa…

P.: Certo… certo…

C.: Bah… minchia situazione… senti con Veronica c’hai parlato nel frattempo Mimmo?

P.: Senti… sì… ho parlato con Veronica mi ha accennato… io…diciamo… ecco ho tutto pronto…

nel senso bello… per cui lunedì veramente salendo salgo dalla a alla z…

C.: Vabbe… ricordami che dobbiamo prendere anche il discorso della…del rinnovo…

P.: Si… si…

C.: Siamo alla data…

P.: Si… si… si… si… e li si deve… si deve organizzare veramente quello che praticamente e anche la

con… si deve fare una conferenza…

giusto G.?

C.: Si… si… si dobbiamo partire da zero Mimmo…

P.: Uhm… Uhm… va bene bieddu…

C.: Così andiamo a giustificare anche la tariffa

P.: No giustificare… cioè ad aggiornare

la tariffa…

C.: Andiamo ad aggiornare la tariffa…

certo…

P.: Per dire… da cinque anni a oggi il carburante… cinque anni fa aveva un costo…

C.: Si… si… si…

P.: …di un euro…

C.: Si… si… si…

P.: …oggi veramente il costo personale… cioè dire… ci sono tutte queste cose veramente che sono spostate…

C.: Mimmo tutti l’hanno fatto… l’unico che non l’ha fatto l’aggiornamento sei tu…

P.: G…. io essendo che sapevo che mi volevano bene…

C.: E lo so…

P.: Tu ma capiri… (ride)

C.: No… va bene… non ti preoccupare…

P.: Mi ero… mi ero veramente…aspettavo è un anno e mezzo che…diciamo ecco in questa direzione aspettavo che si muovessero le cose…

C.: Ma io infatti… Mimmo… Mimmo… io chiudendo TIRITÌ li manderei a questi soggetti a Catania a cento trenta euro a tonnellata…

P.: No… per cento trenta più l’umido

C.: E io la li manderei… hai capito?

P.: Va bene

C.: E poi viriemu se si lamientanu

P.: Che vuoi fare…

C.: Vabbe… comunque… vabbe… allora Mimmo ti aspetto… ti chiamo io per lunedì e poi ci vediamo per… per pranzo va bene Mimmo?

P.: Okay… grazie un bacio a Valeria e ai bambini…

C.: Ti ringrazio… buona domenica… tu dove sei a Taormina a Messina a Catania dove sei?

Il 13 febbraio 2012 alle ore 09:21:39 (progr.11837, decr.1342/11) C. chiama Michelon e gli chiede se è possibile il giorno dopo parlare col direttore Emanuele. Michelon si impegna a farglielo sapere :

MICHELON: Pronto?

C.: Mimmo, ciao G. sono.

MICHELON: G. buongiorno, dimmi.

C.: Scusami se ti disturbo…senti, c’è la possibilità di parlare con Emanuele domani?

MICHELON: Eh non loso…non ne ho idea

C.: Riesci ad informarti?

MICHELON: Eh, con la sua segreteria te lo posso dire…

C.: (inc.)

MICHELON: …se vuoi ti seguo un appuntamento, glielo dico… glielo chiedo

C.: No ma sai… ma anche informale..roba di… proprio, di cinque minuti… o pranzo o giù di lì

MICHELON: Eh, va bene… ti faccio sapere, ok

C.: Va bene Mimmù

MICHELON: Ciao..va bene, ciao, grazie

C.: ciao, ciao

Il 25 febbraio 2012 (progr.12600, decr.1342/11) C. chiama Michelon, il quale gli dice di essere in casa con la febbre e di avere già mandato un sms a P. al quale voleva parlare. C. si premura di fissare con Michelon un appuntamento tra lui e P.. Michelon su richiesta del C. risponde che a Palermo, per quanto riguarda appunto P., c’è un problema di non minima entità :

MICHELON: Pronto?

C.: Welà Mimmo… G.

MICHELON: Ciao G., dimmi tutto

C.: Come te la passi?

MARZIA: Pronto..?

C.: Mimmo…

MICHELON: Si dimmi…

C.: …ti chiedevo come te la passi

MICHELON: Non ho cap.. non ho sentito scusami

C.: No, ti volevo… ti chiedevo come stai

MICHELON: No, sono a casa con l’influenza,proprio… sono (inc.)…

C.: (inc.) apposto….

MICHELON: dimmi tutto

C.: …senti mi è stato detto che tu eri a Catania due giorni fa tre giorno fa?

MICHELON: si, si, infatti poi ho messato… ho mandato un messaggio, perché dovevo parlare con Mimmo...

C.: si… eh, che faccio ti fisso un appuntamento per martedì, fermo restando che tu stai bene, oppure preferisci prima?

MICHELON: No, va bè, lunedì… martedì.. la settimana entrante devo rientrare, minchia già due giorni che manco

dall’ufficio e già…

C.: ma non è urgente la cosa, vero?

MICHELON: E insomma…fino a un certo punto

C.: Fino a un certo pun…

MICHELON: Però meglio… martedì va bene…martedì va bene

C.: Martedì hai bisogno di.. che ti chiami prima per avere conferma oppure va bene così?

MICHELON: No, no, va bene così…va bene così

C.: Ok Mimmù, statti bene allora

MICHELON: Ok, ok… ciao, ciao

Il 28 febbraio 2012 alle ore 10,00 (progr. 21991, decr.1873/11), mentre P. da Catania si avvia a mettersi in viaggio per Palermo per l’incontro con Mimmo Michelon, viene registrata una delle conversazioni tra lui e il C. che hanno ad oggetto il problema del consiglio comunale di Motta Sant’Anastasia che intende estendere il vincolo del castello monumentale nell’area circostante fino ad raggiungere un punto vicino al sito delle discaruche del P. , che quindi rientrerebbe nella fascia di rispetto per cui varrebbe il divieto di edificabilità di qualsiasi edificio e impianto. P. è molto in allarme, riferisce a C. di aver saputo della iniziativa della Soprintendenza e che il Consiglio comunale ha fissato una riunione. C., dandogli una lezione di urbanistica, gli spiega che a seconda della quelificazione tecnica dell’area il suo ufficio, l’ARTA, potrebbe sciogliere il vincolo (noi sciogliamo il vincolo). I due alludono all’incontro che P. si accinge ad avere con Mimmo Michelon e C. si ripropone di parlargli anche di questo problema , per spiegargli come stanno le cose. P. gli riferisce un po’ cripticamnte qualcosa sull’atteggiamento di cautela del Michleon circa la questione dell’approccio al direttore Emanuele.

C.: Mimmuccio?

P.: G.?

C.: Dove sei arrivato?

P.: Io mezzogiorno arriverò G….

C.: Ah… ah… va bene… perfetto…

P.: …è tardi? È tardi?

C.: No… no… no… può darsi che c’è un pò di casino ma non… non cambia niente…

P.: Eh… eh…

C.: …ma sei già in macchina… sei già in macchina o ancora no?

P.: Si… sono in macchina ma… l’ho lasciato in questo momento… sono…sono… ancora sono a Catania

C.: Si…

P.: …però già sono in macchina…

C.: Vabbe ce la fai…

P.: Si… si… no… a mezzogiorno ce la faccio volevo… volevo dirti...

C.: Si…

P.: …uhm… eh… ci vediamo direttamente da te… giusto?

C.: Uhm… guarda io ti direi… vai direttamente da lui… parla con lui e poi ti raggiungo io....

P.: Va bene…

C.: …capisci?

P.: D’accordo… d’accordo…

C.: Perchè se lui avesse voluto parlare con me… mi avrebbe chiamato direttamente

P.: Si… si…

C.: …ma invece parlaci tu…

P.: Di massima io già so cosa mi deve dire… eh… capito?

C.: A già… già l’hai saputo?

P.: Si… si… no… di massima… già mi sono sentito con la persona e stasera poi ho appuntamento… su… su Palermo…

C.: Ho capito… va bene…

P.: …(incomprensibile) perchè mi ha detto…

C.: Vabbe… dico parlaci tu… che appena tu… allora fai una cosa…appena sei in via Catania mi fai uno

squillo… che io scendo… cosi ti do il tempo di… di parlare tranquillamente e poi ci vediamo li…

P.: D’accordo… caro…

C.: …okay… dai…

P.: Fai tu…

C.: Vabbe u tiempu è buonu… dai…

P.: Ti ringrazio… ti ringrazio… ti ringrazio sempre…

C.: Figurati… senti io invece faccio una cosa adesso… gli faccio uno squillo e gli confermo mezzogiorno…

P.: Si… eh…

C.: …va bene?

P.: …senti un’altra cosa G….eh…

57

C.: Dimmi…

P.: …vincolo al parco… cosa mi dici tu?

C.: Non ho capito…

P.: …aree… aree vincolo al parco…

C.: Si… dimmi? Che ti serve?

P.: No… no… cosa mi dici tu? Qualora si attivi una… un vincolo al parco…

C.: Dobbiamo chiedere all’ente parco di sciogliere il vincolo… perchè ci sono tre fasce A… B… e C… se è C si può fare… se è B bisogna chiedere l’autorizzazione sia alla

sovrintendenza che all’ente parco…se è A un si può fari niente

P.: Voglio dirti… no… no… no…no… se solo un’area… che non ha il vincolo al parco… è di fatto

viene veramente sottoposto a un vincolo al parco… in un’area dove insistono già… di… diciamo…

decreti rilasciati… cosa succede?

C.: Ma io ti ripeto bisogna rivedere sempre… all’ente parco…

P.: (ride) No… no… l’ente parco si costituisce… è nuovo… è l’ente parco nuovo… no? Sovrintendenza

praticamente…

C.: No… ma siamo noi che sciogliamo il vincolo… come territorio…

P.: No… no… no… già veramente… è l’ente… Comune… sceglie i vincoli e li sceglie tutti… perfino il paesaggistico… archeologico… beni culturali… chiddu… chidd’avutro… eh… riserve tu..c’ha… tutti i vincoli che tu puoi immaginare sono tutti all’interno…

C.: Minchia… figurati…

P.: …giusto? E propone… e propone…(ride) questo… questo era la… la questione G….

C.: Ah…

P.: Capito?

C.: Senti… eh… ora… ora l’approfondiamo meglio la questione… perchè può essere che

è…

59

P.: Ma il tuo vicino di stanza… il tuo vicino di stanza… no…

C.: Ah… ah… ho capito… ma Mimmo ti ripeto… ci sono sempre degli aspetti… allora a questo punto può

essere che deve entrare in gioco io con… con Mimmo perchè… gli devo spiegare come stanno le cose

P.: Ah…

C.: …vabbe… comunque faciemu accussi Mimmo… non ti preoccupare…

P.: Ah… ascolta….

C.: …parlaci tu…

P.: …posso dirti io secondo me che cosa… avviene?

C.: Minchia… le sta provando tutte questo… ah… tutte le sta girando…

P.: Allora… sa che non si fida… sa che li piglia per il culo… in senso bello…

C.: Eh… si…

P.: …allora sta facendo due… due vie… una via e l’altra via… ma te la posso dire una cosa?

C.: Eh…

P.: (Ride) Testualmente mi fanno una delibera… senza sapere un cazzo nessuno… dove si dice… vista la

proposta di… sub ingresso alla sovrintendenza per il vincolo al parco del castello… mi senti?

C.: Si…

P.: A Motta hanno un castello… no?

C.: Eh…

P.: Allora cos’è che veramente qualcuno porta avanti… porta avanti veramente duecento metri… di vincolo a parcheggio… a parco…

C.: Di fascia di rispetto

P.: …la fascia di rispetto… fascia

A…

C.: Fascia A? Minchia… fascia A è (incomprensibile)…

P.: Duecento metri di fascia A…inagibilità assoluta… ci siamo?

C.: Certo...

P.: E questi sono i duecento metri… sai io sapevo di questa cosa vagamente…cos’è che scopro? Che a questi…

cos’è che avviene… eh…

G…. non è che fanno…

praticamente… è proposta… giusto?

C.: Eh…

P.: Che fa il parco… loro cos’è che fanno praticamente… di accettare la proposta… della sovrintendenza dell’area a vincolo parco… allora

loro fanno la richiesta per fare questo inserimento al parco… è praticamente parco Simeto…

C.: Eh…

P.: …definito… che non ha attinenza con il parco che costituendosi ai fini del Simeto… praticamente sono

tutte le foci che hanno contatto con noi…

C.: Eh….

P.: …diciamo col Simeto…

C.: Eh…

P.: …allora consiglio comunale… il consiglio comunale sa di quello… la nuova proposta che fa la

sovrintendenza… come se la fa la sovrintendenza… ma in realtà è studiata…. no? È praticamente di arrivare al confine con tutta l’area di discarica

C.: Ah… ah…

P.: …oh… non deliberano questa cosa?

C.: Ah… l’hanno deliberato?

P.: E certo…

C.: Chi cazzu (incomprensibile)…

P.: Nessuno ne sa qualcosa… e si

attestano proprio… fascia A…

fascia B e fascia C… A… B e C…

C.: Ma è stato deli… è stato emesso il decreto…

P.: No… no… no…

C.: …della costituzione del parco?

P.: No… ancora stanno preparando tutto sto… come hanno tutto devono partire per il decreto… giusto?

Della costituzione del parco… però voglio dirti… l’amico nostro…

C.: Si…

P.: …che di fatto è regia…

C.: Si…

P.: …G…. regia una…

C.: Ah… è un gran bastardo

P.: …bravissimo… da un lato… ti indirizza… per una cosa…dall’altro lato… consiglio comunale… cosa fa? Ne prende atto di quello che… ti dice la sovrintendenza… parlando di che cosa… dei duecento metri fascia di rispetto dal castello… e allora…la fascia di rispetto del castello duecento metri arriva proprio nella foce… nella valle… nel vallone…diciamo noi siamo a un chilometro poi… no... a un chilometro e mezzo… vaffanculo… che non… non abbiamo veramente attinenza…minchia questi invece…G….

C.: Dicono hanno allargato la fascia A fino alla discarica

P.: Allora da un chilometro in base ai termini… da… da un ettaro…pigliano cento ettari… scusa mille ettari…

C.: Addirittura…

P.: …mille ettari… un milione di metri quadrati…

C.: Addirittura…

P.: …io scopro questa cosa… proprio in virtù dello Spirito Santo… nella vita uno si… sia ricco di amici e

sempre scarso di guai… e mi da un… mi da praticamente quello che è un… un ragionamento… no? Sai materialmente non sono sempre col telefono… non sono praticamente preciso… non… poi non avevo più il numero di questo sovrintendente che (Incomprensibile) da una vecchia… da vecchia amicizia… sai poverino una domenica è venuto di un paio di giorni fa… lui cerca di capirmi… e poi mi fa: “Mimmo ti ho cercato… e poi dice… ma tu non rispondi”… e ci rissi: non ce l’ho il tuo numero… perdonami… alche mi aggiorna di questa cosa… “ma sai”… ci rissi: senti… scendiamo voglio vedere che cosa c’è… “no…no… dice… ti do su questo foglio”… minchia e mi dà quel foglio… e io dico: vediamo qua chi sta… cioè già è pronto per la costituzione… fra quindici venti giorni qui devono… riunire per mandare il decreto e poi la regione lo deve… lo deve praticamente… cioè per com’è combinata… se non avesse avuto una piccola… avevano infinocchiato sindaco… tutto il consiglio comunale… tutto…tutto… tutto… una persona… una persona che il sindaco fino a ieri si è fidato… di fatto veramente mandando queste persona con delega…

C.: Addirittura…

P.: Minchia… ti dico che praticamente…

C.: Cioè il sindaco non ne sa niente?

P.: Non… non… ne sa niente… zero…

C.: Eh… vabbe ma fa un atto di ritiro

della… della cosa… della… del

provvedimento…

P.: Stanno facendo l’atto di annullamento… (ride) della stessa… nell’atto di annullamento sta inserendo che… non sapendo che cosa è un vincolo a parco…

C.: Eh…

P.: …preso atto dei… eh… diciamo..de… de… diciamo della… del vincolo stesso…

C.: Questo è il sindaco di?

P.: …(incomprensibile) Motta…

Motta… Motta… minchia… allora non l’hai capito…

C.: Il sindaco di Motta

P.: …Motta…

C.: Il sindaco di Motta…

P.: (ride) …c’ha dire… allora

domenica… ieri che era lunedì? Allora non sapeva nessuno…nessuno… niente tranne che i duecento metri di fascia di rispetto dal castello di Motta…

C.: Vabbe… ma duecento metri è legittimo Mimmo… ma no mille metri quadrati…

P.: Non mi hai capito…

C.: …mille metri quadrati…

P.: Un… allora un milione di metri quadrati… mille ettari…

C.: Mille ettari si… come fascia di rispetto… (ride) minchia…

P.: No… come fascia di rispetto… ti dico si sono fatti… allora i duecento metri fascia A… poi diciamo… e questo già al posto di essere un ettaro… come fascia A ne ha inseriti dieci ettari…

C.: Uhm… uhm…

P.: …fascia C… ne ha inseriti praticamente altri… non lo so… ma ad occhio nudo veramente tu ti

perdi… e fascia B… cioè scusa…

eh… fascia C… arriva fino alla

fascia attaccata alla discarica…

con tutto…

C.: Perfetto…

P.: …quello che è il contesto dei vin… diciamo ai fini del vincolo…senti se ti dico che anche il

paesaggistico… allora rifletti un momento… io quando vedo veramente quel foglio… e vedo veramente i vincoli richiesti e proposti e accettati… quando si arriva a un paesaggistico… cioè a dire non ce più ne fascia di rispetto… non c’è più un cazzo… perchè veramente sul paesaggio… se tu hai una casa che sia una finestra e poi il comune vuole rilasciare il progetto che si può costruire dieci metri… porto l’esempio…

(……..)

C.: Si… sta tirando da tutti i lati…Mimmo hai certezza del fatto che c’è lui dietro?

P.: Si… perchè veramente la persona mi ha aggiornato… no?

C.: E allora lui si è informato qua prima di muoversi…

P.: Certo che è messo li… allora…

C.: Quindi questo bastardo… questo bastardo…

P.: …io… io…

C.: …quando viene qua…

P.: …non ho dubbi…

C.: …non è che… ecco…

P.: …non ho dubbi di quello che praticamente… ora di fatto il capo… che materialmente voleva parlarmi… quando Mimmo quella sera veramente aveva chiamatomi… non so se tu ti sei sentito?

C.: Si… come no… certo che l’ho sentito lui…

P.: Uhm… allora quando veramente è avvenuto… che lui mi aveva cercato… cos’è che praticamente era tutta… aveva organizzato lui il comitato...

C.: Si…

P.: …ma all’organizzazione del comitato veramente… voleva che cosa? Avere chiarimenti miei… no?

C.: Ah… ah…

P.: Capito?

C.: Si…

P.: Ovviamente… ovviamente… io purtroppo non ero in… in… in Sicilia…

………………..

C.: Senti…

P.: …di mattina… di mattina io gli ho detto che andavo da… lui dice: “poi voglio conoscere”… perchè lui dice che gli ha detto l’escamotage… non lo so che cosa… capito?

C.: Mimmo?

P.: Mimmo…

C.: Se…

P.: Per cui dice…

C.: Va bene…

P.: …mi fa sapere dice… che cosa..in un certo senso forse Emanuele un pochino… è avvenuto qualcosa… c’è

qualcosa Davi… Anastasio… eh…G….

C.: Si… no… infatti probabilmente..probabilmente ti vuole comunicare qualche cosa di oltre… ma infatti

ti…

P.: No… no… no…

C.: …ti ripeto…

P.: …io ho capito… ho capito una cosa che uhm… con Emanuele sarà successo qualcosa…

C.: Ah… ah…

P.: …per cui lui sta facendo… non si fida più… mi disse…

C.: Sta prendendo le distanze… sta prendendo le distanze…

P.: Mi ha dato questo segnale… dai…nel mentre mi fa dice: “quando… non mi faccia esporre va… per cui dice

ci risentiamo anche nei confronti di Mimmo”…

C.: Senti facciamo una cosa… io ora..tu ci vai intanto alle dodici e mezza perchè tu prima…

P.: Dodici e mezza si… dodici e mezza si… io devo prendere solo… solo una cosa… va bene?

C.: Dopodiché gli dico se si ferma a pranzo…

P.: Uhm… uhm…

C.: …va bene?

P.: Digli… digli alle dodici e mezza…

C.: Eh… glielo posso dire cosi?

P.: Si… si… glielo puoi dire… va bene.. a più tardi beddu… un bacio

C.: Oh… dammi notizie Mimmo…

P.: Si… certo… certo…

C.: …va bene?

P.: Un bacio

C.: Un tu scurdari… ciao… ciao

Il 28 febbraio 2012, come riferito anche dal teste Evola, gli operanti della Squadra mobile in vista dell’appuntamento tra Michelon, P. e C., lo predisposero ed espletarono un servizio di osservazione davanti al ristorante Papoff in via Isidoro La Lumia a Palermo, dove costoro si recarono. Qunidi alle ore 18:00:10 (progr. 491) all’interno dell’auto del C. venivano intecettato il P. che prima pagava 93,00 di benzina al C. e poi gli consegna in contanti 5.000,00 euro :

G.: Pieno per favore.

(…..)

G.: (inc.) pago con la carta, lascia stare.

M.: No!

G.: Stai buono… non rompere le scatole!

M.: tieni!

G.: Che caca cazzi!

UOMO: servito! 93

M.: daglieli… daglieli!

G.: Scusì…

M.: Ascolta, ascolta… suona… suona… suona!

G.: Stai bono… stai bono…

M.: Quant’è?

G.: Questi…

M.: Quant’è… quant’è?

G.: Grazie.

M.: G.! Dico… ci sono 5 mila euro qua, ti li staiu ammucciannu cca dintra.

G.: Stai buono!

M.: (ride)

G.: Va bene.

Il 3 marzo 2012 alle 9,55 (progr.13109, decr. 1342/11) P. chiama C.. E’ molto allarmato, sta andando “da quella signora” (si comprenderà successivamente che parla di Anna Finocchiaro, nota politica catanese del PD; ndg) e quindi vuole sapere i nomi dell’assessore e del direttore del dipertimento del C., V. Arnone. Una delle tante persona amiche che gli voglio bene, un funzionario in pensione, lo ha avvisato, insistendo, che è pronto il testo di un decreto di sospensione del decreto AIA che lo riguarda. C. si sorprende di averlo visto e di non saperne nulla e inveisce contro il suo capo servizio ing. Natale Zuccarello, immaginando che potrebbe averglielo nascosto, come altre volte accaduto. C. prima che P. chiarisse il motivo della sua preoccupazione, gli annucia che quell’altro pericolo è stato bloccato avendolo saputo dal direttore, riferendosi ad uno dei rischi di cui sopra, per arginare i quali C. si stava impegnando. C. gli domanda della data della visita in discarica che qualcuno dovrà effettuare. P. dice di non saperlo, però gli preme raccontargli di avere parlato anche della questione dell’allargamento del vicolo del Castello con la persona cui alludeva in una precedente conversazione con lo stesso C., il quale aveva finto, secondo la percezione del P., di non conoscere tale problema e del comportamento dei consiglieri che manipolavano il sindaco per quell’obiettivo.

Dal seguito della conversazione emerge che la persona cui allude il P. è il presidente della Regione Lombardo : chè è stato da lui invitato in discarica a constatare personalente l’esistenza della puzza lamentata da chi ne chiede la chiusura; che non si farà accompagnare dalla sua scorta ufficiale; che -sempre a suo dire del P.- non avrebbe intenzione di attivare i poteri e prendere i provvedimenti che gli chiedono. P. riferisce anche di avere rinfacciato a questa autorità, che avrebbe il potere di fargli chiudere le discariche, tra l’altro il denaro investito da lui, i decreti emergenziali cui le sue discariche erano conesse e quello che hanno fatto guadagnare, il denaro speso dai comuni e dalle province di conseguenza (P. : …. questa cazzata che qualcuno ha attivato e io ho dovuto sospendere perché ha… devo prendere provvedimenti, è giusto che prendo provvedimenti, no? C.: è giusto P.: se glielo contabilizzo, io penso che tutte le provincie regionali e la regione, io penso abbia speso un milione di euro, solo di personale).

Testualmente :

P.: G.?

C.: Heilà Mimmuzzo, minchia a prima botta… e che fu?

P.: Porca Miseria (ride)

C.: Minchia, un colpo di culo eccezionale

P.: Ascoltami… mi dai, i due nomi..sia Assessore sia di… diciamo il tuo… che sto andando da quella signora..( FINOCCHIARO ..??).e l’altra persona

C.: Mi, non ho capito niente, vuoi quali nomi?

P.: Allora, il tuo…direttore…

C.: si…

P.: e poi l’Assessore

C.: Allora V. ARNONE

P.: no, no, no, aspetta, aspetta..aspetta…

C.: dimmi

P.: una cortesia perchè sono… non sono solo in macchina, c’ho persone…

C.: a va bene, ok

P.: se tu mi fai… mi fai un messaggino… lo preferirei..

C.: ah, si va bene, ok, ok… perfetto,perfetto…

P.: esatto, poi…

C.: ma c’ha parlato con Veronica?

Giovan.. eh Mimmo scusami

P.: Certo, certo caro… certo

C.: va bene… comunque già è stato bloccato il Direttore… aspetta me

P.: Si… la persona vedi che ha confermato perchè ieri sera… scusa, ieri sera, no… l’altro ieri sera, mi ha voluto rincontrare a Catania

C.: si, si

P.: niente, mi hanno detto, mi aveva visto turbato, mi aveva visto…molto agitato, purtroppo, certo, lei

mi ha trovato, lei è turbato e agitato, io guardi passo da persone che sono all’estranei… sono estranei, ormai

non sono più nella struttura per anzianità in pensione

C.: si

P.: ma mi dicono che c’è un decreto pronto, che devo dire.. di sospensione

C.: ma… ma, ti ripeto a me non risulta,a meno che non lo fa quello stronzo per i fatti suoi senza farmi sapere niente… ma tutte le carte ce li ho io comunque Mimmo

P.: no, no, non… non no non mi hai capito… non mi hai capito cosa ti voglio dire.. di fatto, veramente,

cosa sentiamo noi da quella persona, quella cosa richiede..

C.: certo, certo

P.: giusto?.. allora io cerco di stare

alla larga, no?

C.: Si

P.: Capito?

C.: Si

P.: Dico… materialmente, dico, persone che sono in pensione, che non sono nella struttura… si informano puramente così nel rapporto buono che esiste veramente nella vita ho sempre cercato di mantenere la pace ovunque, dico, mi viene trasmesso che… come, dico… ma se io sto andando a casa..a casa sua, per il dialogo e qualcuno mi dice che lei… (inc.)… a parte il mio ufficio, cosa vuoi trovare..con chi vuole trovare.. con chi si vuole sedere… con chi si vuole sentire..

C.: Certo… certo.

P.: ma chi gliel’ho detto queste cose, ma lei si informi… si informi e… si informi cosa c’è… che poi gli ho detto la telefonata che ho sentito

C.: Hai fatto bene

P.: Si vero… perchè è vero… è vero dice, la mattina è venuta la signora… come cazzo si chiama… e (inc.) non ricordo dice, però se mi ha (inc.) questo nome oppure no… guardi, dico, io non… non mi interessa, l’ha fatto, non l’ha fatto, però di fatto io capisco che, qualcuno alle sue spalle lo mette con… con documenti, dove lei veramente deve scoprire il collo, ma non l’ho capito… e qua devo muovere a nome suo cose che forse lei non ha chiesto.. forse, io sto dicendo no, che non l’ha chiesto, forse…

C.: certo

P.: bu, ho sbagliato?

C.: No, hai fatto benissimo, senti una cosa Mimmo a proposito, quando viene per il sopralluogo?

P.: allora, io… io… (linea disturbata)

C.: Mimmo?

P.: G.?

C.: eh, ora si… eh

P.: allora, martedì posso venire… hai capito?

C.: si, martedì mattina, si

P.: eh, posso venire allora?

C.: si, prendo appuntamento se vuoi

P.: d’accordo…

C.: senti una cosa… non ho capito…

P.: un’altra cosa

C.: … non ho capito se conviene per il sopralluogo

P.: aspetta, non ho capito, dicevi?

C.: quando viene per il sopralluogo…

P.: aspetta, quando viene..?.. non ti sento G.

C.: Quando viene per fare la visita in discarica, in impianto?

P.: Ah no questo… allora, oggi pomeriggio o domani (inc.)

C.: Va bene, fammi sapere in ogni caso Mimmo… Mimmo?

(…….)

P.: … ma a quello che ho… a quello che ieri si è… l’altro ieri si è un po’ accennato… di fatto veramente… lui dice “in caso passami a prendere, e poi vi dico che cosa fare”, ora io penso, penso eh…che non voglia… non voglia attivare quella che, diciamo il criterio

C.: che chiedono agli altri

P.: dico, penso che la scorta, qualcosa se la porta, ma non quella, diciamo la sua…

C.: la risoluzione, si

P.: Eh, quella… la macchina sua.. penso ah.. poi lo sai… io questo ti dico una bugia.. come intende muoversi…io ho capito così… che ci muoviamo in tre…

C.: Ho capito

P.: E questa è la fase che è quella che io gli avevo chiesto,“prima di fare qualsiasi atto lei venga, non appena

apre il finestrino, se c’è odore, immediatamente io in quell… seduta stante chiudo la discarica, ora essendo che sono stato molto…nervoso, aggressivo, deciso, in un

certo senso veramente… poi giustamente lui non sa… o meglio fa finta di non sapere, che cosa?..quella cosa del parco, che io ti avevo detto il vincolo, no?

C.: si

P.: per cui veramente, non è… non ne sapevo nulla… allora ci rissi “scusi, carico di… e responsabilità dell’impresa romana, perché ai fini finanziari… carico da parte di…comune di Motta, due consiglieri imbrogliano il sindaco, tutta la giunta e quant’altro, vincolo previsto, richiesto da tutti, dal caste… per il castello e… e vincolano tutta mezza… mezza Motta”

C.: eh… cioè…

P.: per fare… per fare… per arrivare a me, vincono 2 milioni di metri quadrati di territorio… attenzione ci rissi, con tutti i vincoli che non sono superabili, perché lu… poi, tu (inc.) l’altro… (inc.), ma che gli devo dire… cioè… no, da quello che probabilmente è… al paesaggio, mi dica lei come si fa un paesaggio a (inc.) che dall’altra parte c’è una pianta che viene estirpata e toglie quello che è il paesaggio, me lo dica… non si può togliere quella

pianta qualsiasi distanza… ha ragione, ha ragione..allora, di fatto, io sono nervoso… no ero, sono nervoso proprio per l’aggressione che mi ritrovo…legata veramente dalla sua presenza regionale, purtroppo le devo dire questo… ma G., rifletti,glielo dovevo dire o no?

C.: no, hai fatto… Mimmo, qualunque cosa è necessaria per difenderti, va benissimo

P.: voglio, picchì?.. io…

C.: qua stanno andando… stanno andando oltre la logica, stanno facendo cose illogiche, è una lobby, ormai è una squadra che lavora solo per (inc.)

P.: bravo… bravo… bravissimo, bravissimo, allora ti voglio dire…però, se io torno indietro, il giorno

che lui veramente… era alla provincia e si è fatto i suoi sette anni, si è fatto i suoi 5 anni al comune, ma che cosa ha sentito su di me, nulla.

C.: appunto

P.: dal momento che arriva lui a… alla carica, non lo so cosa succede, ma di fatto… i fatti sono questi, che non si presenta…

C.: non solo, ma… a quei tempi la discarica non era così controllata come ora.

P.: ma appunto, dico, a quei tempi non era controllata come ora, a quei tempi non c’avevano… non c’erano le

norme come sono oggi... Dio mio, ma qua ci sono le norme che dicono quelli che sono tutti i presidi e il funzionario aspetta, la spazzatrice che arriva da Santa Caterina che la

notte di due giorni prima aveva sbuffato… e ora si… e mi va a fare il prelievo sulle polveri, ma (inc.) non ho capito

C.: ma infatti… no…

P.: e io… G., ha bloccato tutto… ha bloccato tutto e v’ho dato a voi, ci rissi, un bel lavoro, emergenza regionale, avete fatto un decreto, voi e tutte le provincie

della Sicilia… allora, di tutto questo è un danno che si carica i cittadini, perché lei ha speso soldi, la regione s’è inguaiata, le riunioni, i funzionari… questa cazzata che qualcuno ha attivato e io ho dovuto sospendere perché ha… devo prendere provvedimenti, è giusto che prendo provvedimenti, no?

C.: è giusto

P.: se glielo contabilizzo, io penso che tutte le provincie regionali e la regione, io penso abbia speso un

milione di euro, solo di personale (ride) minchia… (inc.) chistu

(inc.) e allora picchì fu?

C.: certo

P.: e coincidono… G…. tutto

coincide, no perché… la provincia poi, quando si mette veramente, in moto, io cosa gli devo dire, questo

materiale che tu mi stai portando non te lo faccio entrare, non caratterizzato, non è questo, non è quello… tu puoi portare a me u (inc.) che sono le cartacce, queste

cose… che appartengono alla classifica degli urbani, la

spazzatrice non… non entra più qua… allora (inc.)

C.: l’unico modo per difendersi

P.: ma certo, no?.. ma all’ARPA io glielo dico

C.: certo

P.: (inc.) un attimo… un attimo, io devo chiudere beddu, ti posso chiamare fra mezz’oretta?

C.: certo Mimmo, non ti preoccupare

P.: un bacio… un bacio… grazie

C.: ok, a dopo… ciao, ciao

Fine registrazione

Il 5 marzo 2012 alle ore 11,07 (progr.22682, decr. 1873/11) viene intercettate una delle convesrazioni tra P. e M. Sudano, detto Chicco, legale della OIKOS, che riguardano la nota preparata dal Sudano, che lo stesso a telefono definisce la “riflessione”, mandata già all’indirizzo mail del C., che il C. per il suo ufficio avrebbe dovuto usare per ribattere negativamente alle istanze di annullamento del decreto di AIA ricevuto dalla OIKOS per la discarica di Valanghe d’Inverno :

SUDANO D.: Mimmuzzo?

P.: Chicco ti disturbo… Chicco?

SUDANO D.: No… assolutamente Mimmuzzo… come stai?

P.: Senti io ho… ho un… ma… sempre al solito… incandescente…incandescente… incandescente…

S. D.: Sempre camurrie ci sono… si..sempre…

P.: Senti… senti… una cortesia…

S. D.: Si…

P.: …uhm… tu gli avevi fatto un lavoro alla… uhm… dottore G. C….

S. D.: Si… già gliel’ho mandato Mimmo…già le ho appena mandate…

P.: Ah… si?

S. D.: Si…

P.: Basta… basta… eh… materialmente io l’avevo dimenticato… per cui praticamente stamattina rissi: porca

miseria…(Chicco parla con qualcuno li con lui)

SUDANO D.: Buongiorno… come state?

Buongiorno… mi scusi…buongiorno… buongiorno…

(riprende la conversazione)

S. D.: C’è qua il signor ADORNETTO…

P.: Si… si… dovrebbe essere con..con…

S. D.: Si… si… si… c’è un’altra persona stanno prendendo delle misure…

P.: Si… si.. si… c’è uno sportello..uno sportello… ascolta Chicco…

S. D.: Io ho già mandato all’indirizzo email..quella riflessione...

P.: Ho capito… va bene… ora io… ora lo chiamo… praticamente… l’avevo dimenticato veramente di comunicartelo perché dice che aveva numeri… non erano cose…

SUDANO D.: No… eh… infatti… però ho parlato… non ti preoccupare… già tutto fatto… Mimmuzzo… già tutto

fatto è…

P.: Va bene…

SUDANO D.: Mimmo..

P.: Un’altra cosa Chicco… un’altra cosa…

S. D.: Si…

P.: …c’è un passaggio… che V. andrebbe..essere chiamato…

S. D.: Si…

P.: …però io non so se posso incontrarlo perché non so se devo fare passaggi… un pò veloci…

S. D.: Si…

P.: Nel caso… io lascerei a te quella che è la commessa da fare…

S. D.: Si…

P.: …se tu ora ti colleghi sul sito…

questo qua… diciamo… che già conosciamo…

S. D.: Si…

P.: …uhm… questo…

S. D.: Si… questo di quel blog…

P.: …quello… AIELLO… in poche parole è… diciamo… ecco il fratello del… diciamo… il

cugino… o meglio… il cugino del… dell’attuale consigliera PD diciamo piessina… dai…

S. D.: Si… si… si…

P.: Pidiessina…

S. D.: Uhm… uhm…

P.: …leggi all’interno… perché chiaramente… mi ritorna nuovamente… un qualcosa che mi ha dato un fastidio… che tu non ne hai la più pallida idea… sabato……va bene… se tu… se tu gli dai

un’occhiatina… praticamente essendo questo personaggio… veramente… ai tempi era stato totalmente… io a mezzogiorno sono da Guido…

S. D.: Uhm… uhm…

P.: …e di fatto… metto proprio in questo… in questo caso metto solo quello a fronte…

S. D.: Uhm… uhm…

P.: …giusto? Poi il resto però… ho bisogno di… ora magari o do un incarico io per vedere tutti sti siti

che hanno sti rifiuti che circolano là dentro…

S. D.: Si…

P.: …ed individuare… e dobbiamo attivare uno e due… cioè io desidero due azioni se no me ne vado a Roma… dò incarico a qualche studio per fare battaglie...

SUDANO D.: Battaglie… certo…

P.: …con cervello… ma non mi posso assolutamente

SUDANO D.: Pensare…

P.: …pensare di… perché non è possibile… non è possibile più questa cosa… va…

S. D.: Certo…

P.: …per me… per me… ma anche per le persone che stanno vicino a me… nel senso bello

SUDANO D.: No… no… vabbe Mimmo… è giusto… senti… eh… allora io…fatto… mi scarico questa cosa e poi

chiamo a V.? Oppure vuoi che vengo da…

P.: No… no… no… no… tu… se tu un attimo ti scarichi questa cosa…gli dai un’occhiatina…

S. D.: Si…

P.: …ed io desidererei che tu con poche parole dassimo… avessimo un confronto…

S. D.: Si…

P.: …nel senso telefonico..telefonico…

S. D.: Va bene…

P.: …tu dacci un’occhiatina… dacci un’occhiatina…

SUDANO D.: Va bene… okay… va bene… okay…

perfetto… va bene… va bene…

P.: Grazie… grazie…

SUDANO D.: Ciao Mimmuzzo…

P.: Eh… diglielo… diglielo a Salvatore che io veramente se c’è qualcosa mi fà uno squillo lui..ADORNETTO…

S. D.: Okay…va bene… va bene… okay…okay…

P.: Grazie… ciao

S. D.: Ciao… ciao Mimmo… ciao

Lo stesso 5 marzo 2012, poco dopo, alle ore 12,49 (progr. . 13195, decr.1342/11) C. chiama Chicco Sudano per sollecitargli l’invio sull’indirfizzo corretto di posta elettronica del suddetto documento con la “riflessione :

SUDANO: Architetto

C.: Chicco carissimo, scusami se ti

disturbo

SUDANO: No, assolutamente… (inc.)

C.: Senti Chicco, hai parlato con Mimmo?

SUDANO: Eh… si, si, si

C.: Eh, mi serve questo documento Chicco…

SUDANO: Eh, ma gliel’ho rigirato, non l’ha ricevuto neanche la seconda volta?

C.: Per e-mail?

SUDANO: Si

C.: No, evidentemente c’hai l’e-mail sbagliata Chicco

SUDANO: Ma io ho ricevuto… io ho ricevuto l’e-mail ma non l’allegato

C.: Ho ricevuto… ho aperto la posta fino a poco fa

SUDANO: Si… e non ha…

C.: Niente, non c’è niente

SUDANO: Posso mandarle un fax… riprovo a mandarlo con… con un altro indirizzo…

C.: No, per e-mail Chicco, riproviamo per e-mail, che è più…

SUDANO: Si… no, no, no, infatti e vediamo con…con un altro indirizzo e-mail

C.: mi… mi verifichi l’indirizzo?..Chicco

SUDANO: Eh… quello là a cui l’ho mandato..gC.@email.it

C.: Ma senza punto però Chicco…gC. senza punto

SUDANO: Si, si, si…e que… dove ho mandato il primo… proprio al suo in… al suo messaggio… ho fatto rispondi e quindi diciamo, non c’è possibilità di avere sbagliato… e ho rimandato, ho scritto riprovo e ho allegato il documento

C.: Senti, fai una cosa, rimandalo e metti la risposta… c’è una opzione generalmente…

SUDANO: Ah ok perfetto… va bene va bene…ok, ok… va bene

C.: di risposta quando io apro l’e-mail,così verifichi se l’ho ricevuto… ok Chicco?

SUDANO: Va bene, va bene, ok, (inc.)

C.: mi spiace ma…

SUDANO: No, no, mi spiace a me…te lo mando dal mio quello dello studio e anche dall’altro indirizzo quello yahoo…

hotmail… quell’altro mio privato, vediamo… in un modo o nell’altro lo facciamo arrivare, va bene, va bene… la saluto

C.: Grazie Chicco, ci sentiamo

SUDANO: Arrivederci architetto, la saluto

Ancora il 5 marzo 2012, alle ore 19:59 (progr. 22722, decr. 1873/11) C. e P. in vista del prossimo incontro con Michelon e a causa dei guai che assediano P., hanno un dialogo ricco di argomenti tutti significativi.

Inizialmente tra i due sorge un equivoco: P. allude alla questione che sa essere ancora aperta dell’autorizzazione chiesta per la discarica nel Comune di Rammacca, ritenendo che il fatto che non sia stata rigettata e che ne discuta ancora sia segno che qualcuno vuole la sua morte esprimendo che per giunta sul sito relativo esistono dei vincoli gestiti dalla sovrintendenza; C. immagina che P. stia parlando della questione che lo rigurda del suo sito per il quale ha ricevuto il decreto di AIA del quale i comitati no discarica e le autorità di cuii sopra stannno discutendo l’annullamento, e pertanto lo rassicura : che tanto per cominciare “loro” non sapevano di tale vincolo; che in ogni caso il suo ufficio aveva chiamato la Forestale per sciogliere il vincolo idrogeologico ; e che, infine, gli oppositori non sarebbero nemmeno stati in termini per proporre ricorso al TAR (C.: ..no… senti… noi abbiamo chiamato la… eh… Forestale per sciogliere il vincolo idrogeologico… P.: Si. C.: …la Forestale avrebbe dovuto dire in quell’occasione “no… c’è un vincolo della… della sopraintendenza”… oppure il comune nel certificato di associazione urbanistica doveva indicare che c’era un vincolo della soprintendenza...P.: E’ questo dico…C.: …quindi se non… se tu… se questi due enti non lo dicono…Mimmo…P.: G…. G...C.: Eh…P.: Il comune non lo ha detto..precedente..C.: Il comune non lo ha detto…P.: …eh… il sindaco precedente…scusa era (incomprensibile)… tu mi hai detto che… (mancanza di linea) C.: Ma… senti… il fatto che ci sia il vincolo non vuol dire niente…Mimmo… perchè non è che ce lo possiamo sognare noi…P.: Dicevo… il comune ai tempi non te l’ha detto… oggi il sindaco…C.: Senti… neanche al TAR può andare perchè sono scaduti i termini…Mimmo… quindi che cosa vuole fare…..(..) C.: Certo che è da piano… abbiamo avuto la conformità… Mimmo..).

Poi, osserva ancora il Tribunale, C. capisce l’equivoco : in realtà P. sta discutendo della richiesta per la discarica di Rammacca, che tanto lo impensierisce (C.: Certo che è da piano… abbiamo avuto la conformità… Mimmo..P.: No… no… parlo di quella...G.. C.: Eh… dimmi…P.: Caltagirone e come si chiama li…C.: RamaccaP.: Ramacca… qualcuno sosteneva “è da piano sta cazzo di discarica?Quello mi dice no… il tuo direttore dice (linea disturbata)… mi senti? C.: Mimmo… io su Ramacca sto facendo il provvedimento negativo...P.: Voglio dirti…C.: …e lo metto subito alla firma.), e gli assicura con la massima fermezza che Rammacca è un discorso ormai bell’è chiuso, in quanto lui personalente ha già preparato il provvedimento di rigetto di quell’istanza, inoltre ha pure fatto pressione su quello stronzo di Zuccarello, facendogli notare le carenze del progetto e avvertendolo che se non glielo avesse firmato sarebbe andato a rivolgersi al direttore (C. : quello stronzo è d’accordo con me .. ci cuntai chistu chistu chistu ..e “chiddu si cacò e mi…mi diede carta bianca per fare subito il provvedimento ).

Con la medesima perentorietà C. ripete al P. che nel giro di due o tre giorni, il tempo di compire la conferenza dei servizi già convocata, vale a dire tra il 7 o l’8 marzo, il provvedimento negativo su Rammacca sarà firmato. Cosa che, rileva il Tribunale, poi sarebbe avvenuta.

Più avanti P., oppresso altresì dalla pendenza della decisione che dovrà venire dall’alto circa la richiesta di revoca del suo decreto ambientale, discutendo anche dell’incontro del giorno dopo col Michelon e del rapporto da impostare con lui, esprime al C. i dubbi, anche sul Michelon rigurdo al fatto che i suoi problemi non si vogliano far cessare. In particolare spiega che questo tipo di dubbio gli è venuto in quanto per la prima volta ha ricevuto un documento dove si parla non più solo di ritirare il decreto AIA per la nuova discarica, ma anche di prendere provvedimeni per i cattivi odori e le polveri della vecchia disacrica in funzione (C.: …al momento in cui io vado… vado a fare il provvedimento di chiusura di Ramacca……tutto questo casino dovrebbe finire. P.: Ma… secondo me… si… o se non finisce…C.: Io ti posso dire una cosa…P.: …scusa… se non finisce.…..sol perchè non si può assolutamente far finirlo si capirebbe chiunque…io l’ho denunziato… tu immagina che io lo denuncio… giusto? Anzi ti dico una cosa…. in un provvedimento che ricevo per la prima volta leggo quello che mi ero veramente già confidato con una persona…dicendo… scusami fino… stanno chiedendo… fino ad oggi avevano chiesto solo ed esclusivamente il ritiro del decreto… la battaglia…tu ti puoi guardare tutte le carte…rifletti… oggi trovo un documento dove dice “ritirare il decreto e prendere provvedimenti per la polvere e per il cattivo odore”… per la prima volta…C.: Minchia… ancora per la polvere ci rompono i cazzi…P.: Allora… quella che hanno convocato da coso… cioè a dire…G....C.: Eh…P.: Emanuele fa un documento? C.: Eh…P.: Ci siamo? C.: Si… vai…P.: Di fatto questo documento quando lo fa? Dopo… che noi ci sentiamo...C.: E quindi? P.: E quindi… io per la prima volta sento… vedo con i miei occhi e leggo una cosa che io ho detta…dico fino ad oggi nessuna ha chiesto della discarica in funzione… cosa è che si deve fare..C.: Ma… scusami se mi dici questo… se mi dici questo allora a chiddu ca ni purtamu nziemmula a manciari fa il doppio gioco..P.: Domani io mi ingesso… io ti dico che purtroppo sto diventando veramente troppo cattivo con me stesso… ah… io voglio dirti una cosa… per cui te lo dico perché essendo che tu sei come me e io con te…C.: Ma scusami… aspetta… aspetta…guarda che quello che stai dicendo tu è grave...P.: E’ grave… lo so…C.: E… ma allora scusami… prendiamo provvedimenti… Mimmo… è inutile che andiamo a fare questa cosaP.: Alt.. alt… alt…. alt… alt..domani noi andiamo a pranzo e noi domani invece io ti dico… io un minuto prima ti dico che cosa attivo… perchè devo mandarlo veramente… se è zero).

P. dice che comunque potrebbe corrompere Michelon, se comprendesse di poterlo considerare affidabile (P.: G…. io ti sto dicendo…fammi verificare perchè il primo impatto devo pensare questo che ti sto dicendo… primo impatto… il secondo voglio verifica… perchè se io veramente se non verifico.. se tu veramente hai mani lunghe o mani corte se non ti do veramente possibilità di avere denaro come faccio a dire se sei buono o sei ladro? O sei cattivo?).

C. ipotizza che Michelon li stia prendendo in giro (chiddu chi ni purtammu a mangiari l’avutru iornu) e che conduca un doppio gioco.

Si danno appuntamento anche per l’indomani in via Catania, per incontrare Michelon. C. raccomanda al logorroico P. di portargli tutti i documenti a disposizione. Si comprende che dovrannno discutere delle questioni che toccano i problemi, delle emisioni odorigene e delle polveri sottili, oggetto delle contestazioni che lo assediano e di rilevamenti dell’ARPA, Tra l’altro P. conviene che il centro di Misterbianco a volte viene investito da un puzza insopprtabile ma di essere certo che non derivi dalla discarica, chè non ha un’origine biologica ma chimica. P. ritornando diverse volte sugli stessi temi immagina tra l’altro di presenziare alla riuinione prevista con i comitati No Discarica il 13 marzo successivo di essere la personalmente e di portarci 10.000 o 15.000 persone residenti Misterbianco… di fatto iscritte presso il partito comunista... che sosterrebbero che da circa due anni non avvertono odori.

Testualmente :

C.: Mimmuzzo?

P.: G. ti chiedo scusa…

C.: Figurati…

P.: …stamattina… stamattina è morto un… un amico che purtroppo… di buono e buono… una persona… le

persone per bene sono sempre… che scompaiono di colpo…

C.: Che era giovane?

P.: La mala erba… la mala… no… non era giovane ma neanche tanto grande… ancora in servizio…Magistrato… per cui… purtroppo…

C.: Addirittura…

P.: Uhm… uhm… pazienza…

C.: Vabbe io ci ho mandato il messaggio comunque…

P.: Si… si… io confermo G. per domani tutto… nel senso qualche novità però vedi che t’arriva…

cerco di dartela qualche cosa di novità…

C.: Mi arriva?….

P.: Dico… qualche novità… ho qualche novità da darti in merito…

C.: A va bene…

P.: Capito? Eh… tu hai avuto per quella cosa che di fatto sappiamo che ancora non è morta

C.: Si

P.: …la delibera… l’hai… l’hai già avuta come Assessorato?

C.: No

P.: E la delibera di giunta non te la ritrovi…

C.: No

P.: Perchè il sindaco non te l’ha trasmessa?

C.: No

P.: Cioè… non può essere perchè c’ha il P.collo… cioè ufficialmente…

C.: Che P.collo… che numero ha…che numero c’ha di P.collo?

P.: E domani te la porto…

C.: Dico non è che… molte… molte cose quel bastardo… eh… se le tiene lui

P.: Voglio dirti… voglio dirti… di fatto veramente… se li tiene lui…ma se li manda con la posta… con la raccomandata… se li tiene lui… li

deve… c’è il consiglio comunale che dice “no”… capito?

C.: Ah…

P.: Aggiungo… aggiungo… sembrerebbe che ieri… ci sia la sopraintendenza che non è stata invitata in quanto su quell’area insiste il vincolo anche di un fiume o meglio di un torrente di pregio ai fini di altre cose… un vincolo della sopraintendenza dell’aerea

C.: Ma… no… senti… noi abbiamo

chiamato la… eh… Forestale per sciogliere il vincolo idrogeologico

P.: Si

C.: …la Forestale avrebbe dovuto dire in quell’occasione “no… c’è un vincolo della… della

sopraintendenza”… oppure il comune nel certificato di associazione urbanistica doveva indicare che c’era

un vincolo della soprintendenza

P.: E’ questo dico…

C.: …quindi se non… se tu… se questi due enti non lo dicono…Mimmo…

P.: G…. G….

C.: Eh…

P.: Il comune non lo ha detto..precedente…

C.: Il comune non lo ha detto…

P.: …eh… il sindaco precedente…scusa era (incomprensibile)… tu mi hai detto che… (mancanza di linea)

C.: Ma… senti… il fatto che ci sia il vincolo non vuol dire niente…Mimmo… perchè non è che ce lo possiamo sognare noi…

P.: Mi senti?

C.: Mimmo? Mimmo? Pronto? Pronto?

P.: G.?

C.: Ehi… Mimmo ora ti sento meglio..dai…

P.: Dicevo… il comune ai tempi non te l’ha detto… oggi il sindaco

GIANFRANCI: Eh…

P.: …l’attuale amministratore so che si è rapportato con la sopraintendenza… adducendo che il suo ufficio tecnico…

C.: Eh…

P.: …di fatto… adduce che esiste questo vincolo e che di fatto… non lo aveva… non lo aveva eh.. diciamo

sottolineato… non l’aveva…allora…

C.: Senti… neanche al TAR può andare perchè sono scaduti i termini…Mimmo… quindi che cosa vuole fare…

P.: No… io voglio dirti (incomprensibile)… se qualcuno…io penso che c’è il disegno che sin quando questa storia rimane lì aperta

C.: Eh…

P.: …sono io oggetto di morte e sin quando c’è il NI… c’è sempre il pericolo che qualcuno veramente attivi il pericolo di uccidermi…allora sta cosa o si definisce (ride) o in un senso o è si allora si da il via a me… guarda personalmente io non ho assolutamente… eh…problemi se è si… cerca di capirmi… o se è no… non… non ho nessuna… solo un problema ho… che qualcuno adduce che se è si non ci sono problemi se è no significa che devo morire io per esserci sto si…perché attualmente hanno un no…capito?

C.: Eh…

P.: Hanno un NI perché esisto io…

C.: No… non… non lo so se si può sciogliere… Mimmo… perchè c’è…ti ripeto… un… i termini anche

dell’impugnativa che sono scaduti…quindi pure se noi non abbiamo la soprintendenza ce ne stiamo sbattendo

P.: Si… però voglio dirti…se tu purtroppo o il NI si può dire o si o no… e si dice subito….

C.: Si…

P.: …io veramente esco da quello che è il pseudo rischio di…

C.: Si… si… lo so…

P.: …di uccidermi…

C.: …lo so… l’ho capito… ho capito…

P.: …senza che di fatto… veramente..io c’entri nulla in tutta questa storia… perchè di fatto…veramente… è una storia che da un giorno all’altro esce fuori…. ma

io…

C.: Si

P.: Allora… divento io pericolo di morte in quanto c’è un NI…

C.: Ho capito…

P.: Ora io sentivo… sentivo l’altro giorno il tuo direttore…attenzione…

C.: Uhm… uhm…

P.: …che veniva ripreso anche da…eh… l’attuale Assessore Giosuè MARINO e in… in un sistema molto

aperto e pubblico lo adduciava… ma perchè non l’hai fatto questa cosa? Se sta cazzu di cosa non è di piano… ma perchè non si fa? Non si dice che si respinge perchè non è

li… e lui… ehm… è stato molto… molto… molto… ora voglio dirti… cioè gli viene anche chiesta questa cosa veramente a 360 gradi… scusa è da piano? Si o no? No…

C.: Certo che è da piano… abbiamo avuto la conformità… Mimmo

P.: No… no… parlo di quella…G.?

C.: Eh… dimmi…

P.: Caltagirone e come si chiama li…

C.: Ramacca…

P.: Ramacca… qualcuno sosteneva “è da piano sta cazzo di discarica?” Quello mi dice no… il tuo direttore dice

(linea disturbata)… mi senti?

C.: Mimmo… io su Ramacca sto facendo il provvedimento negativo…

P.: Voglio dirti…

C.: …e lo metto subito alla firma

P.: …voglio dirti… voglio dirti…

scusa… di fatto… di fatto sta discarica è prevista da piano? Ramacca?

C.: No… no… no…

P.: Ecco… gli è stato chiesto da direttore… dall’attuale… eh…Giosuè… dicendo al tuo direttore…

no quello che è vicino… il direttore… lo hai capito chi…

C.: Si

P.: Ecco… se di fatto questa discarica fosse da piano… allora lui dice “non è da piano”

91

C.: Uhm… giusto…

P.: Allora… ma… ma perchè non dici immediatamente che sta cosa non può essere esitata per questo motivo…

che ci state dando… rompendo i coglioni su una cosa che di fatto non è…

C.: Mimmo… Mimmo… va bene… ma io sto aspettando giorno 7 che c’è convocata l’altra…l’ultima conferenza e giorno 8 c’è il provvedimento

P.: Basta… 8 marzo… 8 aprile?

C.: Si… ora… marzo… ora…

P.: Marzo…

C.: Oggi n’aviemu… Mimmo… oggi n’aviemu cincu…

P.: G….

C.: Mi devi dare solo il tempo di fare giorno 7 questa conferenza e giorno otto esce il provvedimento

P.: Bah…

C.: Dopodiché di questo Ramacca…

P.: E allora…

C.:..non ne voglio sentire più niente..completamente…

P.: Ma… no perchè…

C.: Quello stronzo… quello stronzo è d’accordo con me… perchè gli ho detto: Ingegnere o lei mi firma

questo provvedimento e lo porta alla firma del direttore o io non mi assumo nessuna responsabilità..perchè sta succedendo questo…questo… questo… questo e

quest’altro… “ah… no… no…no… subito… subito facciamo il provvedimento negativo subito...subito… subito”… hai capito? Quindi… appena gli ho raccontato un pò di cose… chiddu si cacò e mi…mi diede carta bianca per fare subito il provvedimentoquindi non ne abbiamo ostacoli...

P.: G….

C.: Eh?

P.: Io… tu aspettati sorprese fino all’ultimo momento…

C.: Ah… vabbe… questo si… ma questo

sicuro Mimmo… figurati… però stai tranquillo…

P.: Io so solo…

G.. …e dimmi…

P.: So che il sindaco è entrato in Procura ha denunciato questi due di b… eh… a… b… c… d… e…f… g…

C.: Si… si… me l’hai detto… me l’hai detto…

P.: Dico… materialmente è spaventato…si sta facendo quasi… quasi prendendo la guardia del corpo… per

dire… consideri…

C.: (ride) Minchia… addirittura…

P.: …tu guarda che il sindaco quando viene li verrà lui direttamente…guarda che cosa ti dirà…

C.: Va bene…

P.: Senti io…

C.: Eh…

P.: …domani… io domani G…allora… per la una… non vengo prima… no?

C.: No… non c’è bisogno… andiamo a pranzo direttamente…

P.: Esatto… eh… portiamo… abbiamo qualcuno?

C.: No… nessuno…

P.: Va bene…

C.: Come… eh… scusami… c’è Mimmo…

P.: Dico… eh… si… dico… solo..solo Mimmo…

C.: Certo… solo Mimmo… no… no..no… stai tranquillo…

P.: Va bene… io sto portando un pò di carte… okay?

C.: Senti… mi devi portare…

P.: (incomprensibile)

C.: …perchè se no vengo io a prendermele… eh… le note ARPA sulla… eh… sulle risultanze delle sostanze odorigine…

P.: odirigene?

C.: Eh…

P.: No… io quelle ascolta… sulle sostanze o d’origine… l’unico documento che insiste… veramente…

è di fatto… veramente… che io ti posso dare… è un documento…

C.: Uhm…

P.: …che di fatto veramente è una riunione che viene fatta in Prefettura… dove non si da esito..cioè e dire… da quella riunione che viene fatta in Prefettura è il

comitato che chiede… è il sindaco che chiede… per cui il comitato è una cosa… il sindaco è un’altra cosa… il sindaco… veramente…

C.: Eh…

P.: …se chiede al Prefetto… che c’è praticamente… una problematica legata a ordine pubblico di questo

tipo… elencando che il comitato adduceva che… di fatto… la discarica è oggetto di inquinanti che

possono fare male alla salute pubblica… e di fatto veramente…questi cittadini si sentono male…stannu murennu… in poche parole

C.: Uhm… se…

P.: …allora a fronte di questo… detto dal sindaco… il Prefetto attiva quelli che sono… diciamo… le

istituzioni… e in quel caso come istituzioni viene a chiamare la USL e l’ARPA… e forse qualche altro ente

che io onesto non so… perchè da l’USL ne vengo a conoscenza dopo…perchè il dottore mi chiama… un

giorno ci facciamo gli auguri e mi dice “ma un giorno sa sono stato convocato alla Prefettura… dice…

per… poi abbiamo concordato di chi fosse la competenza per fare quel tipo di attività”… la competenza era dell’ARPA per cui fa l’ARPA le attività… io ricordo in quel momento che da noi… rimangono li circa una settimana… forse manco…non di meno… per monitoraggi veramente che erano continui di una decina di persone…

C.: Uhm…

P.: …per cui non era solo questo vedi… ah… non so se si sono appoggiati a terzi… se si sono…

forse hanno fatto qualche cosa di più… addentrato di qualche altra provincia che… o dalla Regione…

non lo so… però c’erano una decina di persone da noi… che facevano monitoraggi… normali… allora dopo

che hanno fatto i monitoraggi… poi il Prefetto convoca me e nello stesso momento vedo il comitato e vedo anche

il… il Sindaco… convocato in Prefettura… io scopro in quella riunione che il problema era legato a questa denuncia fatta dal Sindaco e dal Comitato… dove adduceva che praticamente esisteva il problema…diciamo… di cause che stavano facendo un po… ah… diciamo…agitare la cittadinanza… allora li… in quella seduta che si prende

questo discorso… senza volerlo…perchè era stato discusso in mia assenza… sia col sindaco e sia col

comitato… di fatto veramente…esce fuori che questa cosa era stata discussa due ore prima… ma senza che io avessi veramente… avuto notizia… che avevano fatto quelli dieci giorni che erano stati da noi… poi erano stati altri dieci giorni sul territorio di Misterbianco

è… notizia è in pubblico… per cui li io sento che il funzionario dice della… eh… dell’ARPA… il direttore dell’ARPA sostiene…guarda… “lei su questo già è stato

comunicato ai suoi colleghi”…perchè veramente uno del Comitato…gli stava buttando… non essendo che… non era a quella riunione…due ore prima… non sapendo se noi

eravamo presenti oppure no… ma sapeva la notizia che… era veramente addirittura in discaricamolto… ma molto basso… come…come particellare che fa male alla

salute… come inquinanti… cioè dire… stiamo parlando… eh…G….

C.: Si… si…

P.: …emissioni in atmosfera che… ai fini della salute pubblica fanno male… cosa ne esce fuori? Che questo veramente… dacché io non sapevo niente… dacché si vede attaccato e dacché deve rispondere…a quel punto io capisco che c’era stata la riunione due ore prima… ci siamo?

C.: Ah… ah…

P.: La seconda…

C.: E che c’è verbale?

P.: Aspetta… la seconda riunione…invece… era legata alla parte o odorigena

C.: Se…

P.: Allora… mentre prima ce n’è uno che io non avevo titolo a conoscere e a sapere… perchè era una cosa che

sicuramente la Prefettura aveva attivato per se nei confronti dell’amministrazione non hanno…praticamente… ritenuto farmi partecipare qualora non era stata

rinvenuta alcunché d’inquinante…penso… presumo… perchè se c’era inquinante stai sicuro che mi avrebbero sicuramente coinvolto e attivato quelli che sono veramente i procedimenti per… di eliminare se c’è un problema di inquinante… è giusto G.?

C.: Giusto… giusto… giusto…

P.: Allora… non hanno ritenuto non farmi sapere nulla… perchè dalle analisi effettuati da noi e al

comune… ma io sento che il direttore dell’ARPA… gli dice “guardi l’inquinante che lei ha su Misterbianco… io glielo posso assicurare non e che… che è tanto di meno rispetto a quello di Catania… è come Catania… allora

che vi dico… dovete fermare le macchine? Fermateli dice… ma ve lo posso dire?” Giustamente… cioè…

gli ha detto quello… e ha preso che cosa… un ipotesi… “l’OIKOS ieri ha avuto un problema di polveri… ma

cosa ha sospeso dice: tre comuni… ha messo una Regione in disastro…perchè a seguito di quel camion che scari… quella spazzatrice di Zafferana che scaricava la polvere

dell’Etna… che due giorni prima dice era stata… che era esplosa…di fatto veramente alla fine cosa è successo… ha dovuto sospendere gli ingressi… giustamente ha detto”

C.: Certo…

P.: Allora dice… “allora che faccio a voi… vi dico che avete un carico d’inquinante che è superiore a quello

che è la… la… la media… e domani che cosa fate voi… fate un’ordinanza e arrestate le persone”… per dire…

C.: E infatti… infatti…

P.: Si è incazzato… no? Allora quello si incazza… io assisto questi due che si bisticciano… che poi è CONTE… ti dico nome e cognome…che si bisticcia con il figlio del

direttore dell’ARPA…C.: Va bene… ho capito…

P.: G….

C.: Si… l’ho capito…

P.: Eh… allora nella invece riunione dell’odore… di fatto veramente io a quella riunione… dico: scusate…

riguardante la parte odorigena lui stesso… l’ARPA… dice: “noi siamo stati in discarica… noi non abbiamo

sentito odore”… cioè questo glielo dice a bocca… però se voi sentite odore… di fatto… io non ho strumenti per misurarvela… cos’è che brevemente… perchè poi si

diventa… una riunione si ritorna indietro e si parla di quella riunione precedente… no?

C.: Uhm… uhm…

P.: Cos’è che viene a sua volta… a essere attivato G…. la questione che sostiene..veramente… ad un certo punto io dico: scusate… se vogliassi… se

volessimo togliere totalmente un dubbio… io non so se di fatto questa tecnica è già… eh…riconosciuta… eh… oppure in via sperimentale… ma so di aver visto anni fa… una ricerca che era veramente proprio attivata ai fini sperimentali… per cui si può verificare che oggi è… che di fatto ci certifica che cosa? La parte

odorigena… delle diciamo… due tipologie diverse… che hanno la stessa base d’origine di emissione…cioè dire… di fatto G. io… cioè dico… che l’ho fatta

misurare per questo veramente sono certo è sicuro…

C.: Uhm… uhm…

P.: …che non sono veramente emissioni legati alla nostra produttività…diciamo odorigena

C.: Senti ma a proposito… a questo proposito ieri c’è stata la visita Mimmo?

P.: Si… certo…

C.: Perfetto… poi mi racconti come è andata allora…

P.: Si… si…

C.: …ora un’altra… un’altra cosa…questa copia di questo verbale tu ce l’hai?

P.: Si… si… certo… certo…

C.: Oh… vedi se me la puoi scendere domani…

P.: E questo… io domani voglio portarti questo documento… perchè aspetta…in questo documento…

C.: Eh…

P.: …ti aggiorno un secondo e ti dico… ne esce fuori che… esce fuori il direttore dell’ARPA e dice: “no… queste certificazioni si può… è già omologata… è si può

chiamare da questa università… che di fatto veramente è in… eh… già in… sistema riconosciuto a livello nazionale… cioè non è più in via sperimentale… è certa”…

C.: Se…

P.: …allora dico io… scusate si parla… per i più… costa di più… costa di meno… chiddi sordi

unn’hannu… chidd’avutri un ci n’avi… dico mi faccio carico io di quello che è il costo di questa

cosa… ad un certo punto si parla di un milione di euro… dico io non penso… dopodiché esce fuori…sempre il direttore dell’ARPA… cosa dice: “ma non supererai i millecinque… duemila euro…dice… perchè non è che si devono fare prelievi di aria che devono durare anni”… voi dovete vedere…di fatto… Sindaco… si deve programmare quando c’è quest’odore…e quest’odore va preso in quel

momento… perchè se lo prendi quando non c’è… di fatto non succederà nulla…

C.: Un siervi a nienti… un siervi a nienti...

P.: …giusto? Allora mentre in discarica… dice… quell’emissione che esiste è sempre costante… per

cui dice: io da una vita… sento una piccola emissione… ma diciamo…ecco… un conto che io da professionista… da malato… da semplice… ma sta gente non la può

neanche sentire… allora si fa praticamente un prelievo sopra…dalla base… per cui o c’è o si sente o non si sente… dice… li materialmente è si verifica che cosa?

La complementistica che esce dalla…quella produzione… con la complementistica che si trova dall’altra parte… a quel punto io rispondo e dico e cosi una buona volta esce fuori questa parte odorigena che è la puzzolina

C.: Certo…

P.: Giusto?

C.: Certo… certo…

P.: Benissimo… G. a distanza di un anno io non ne sapevo niente…perchè ero fuori… dice che c’è

stato un articolo giornalistico… il Prefetto a seguito di quell’articolo giornalistico chiede al sindaco e a

noi per conoscenza… la manda… a che punto fosse quella… eh… riunione tenutasi dove si dava una disposizione a verbale… ora io ho risposto dicendo sua eccellenza…l’attuale Prefetto… ah… ad oggi non ho avuto… eh… alcunché di esito per far quel monitoraggio

programmato da… richiesto dal sindaco e dal comitato e con la programmazione e l’ausilio della prefettura che metteva anche ai fini di ordine pubblico e quant’altro la

Polizia a disposizione… cioè le forze… diciamo… eh… diciamo…un sistema… allora se tu hai un problema di odore… e di fatto veramente l’ARPA ti dice che quella cosa… io dicevo… ripeto…pensavo ma quello conferma e tu sai che di fatto puoi sapere subito se sono io che ho le impronte digitali o no? Ma perchè non l’hai fatta?

C.: Minchia… no… aspetta…probabilmente l’hanno fatta ma il fatto è che le analisi… siccome non interessa… perchè hanno capito che non inte… non riguarda te… non le hanno fatte uscire o non hanno interesse a farle uscire…

P.: No…

C.: …se invece la cosa fosse stata al contrario… che la colpa era tua… minchia… viri si i facieva niesciri subitu…

P.: G. in quel documento c’è che io mi devo rendere disponibile al comitato che si costituirà… per

dire era una cosa che dovevano a tre assieme… no?

C.: Uhm…

P.: Il comitato… il sindaco ed io… e come terzo c’era veramente… non so se l’aveva già nominato o la Polizia o i Carabinieri o la Guardia di Finanza…doveva… il sindaco avrebbe deciso… cioè dire… il sindaco era quello che avrebbe deciso le forze dell’ordine che voleva

mettere come… diciamo… organo…

C.: Come controllori

P.: …a tutela… ecco… di tutto questo…

C.: Ah…

P.: …ora di fatto veramente… tutto questo… io ti stavo spiegando anche questo… penso che questi signori

abbiano anticipato quelli che sono… veramente… queste iniziative… ma di fatto… hanno… avranno avuto

quello che io già so… perché anch’io la so… l’ho fatta…G….

C.: Uhm…

P.: …io so… perchè t’ho detto… se io a casa mia… abito a Misterbianco… e abito centro…centro…centro… centro storico…ci sono momenti… periodi che si va a morire… Dio mio… non pensi che me la sono prelevata?

C.: Eh… certo… figurati…

P.: Eh… l’ho mandata… ho fatto io della discarica dodici prelievi in dodici punti diversi…

C.: Uhm…

P.: …perchè mentre di quello…G…. è sempre quell’odore…allora io in discarica per non sbagliare sai… materialmente a posto di andarmene a fare una… ne

ho fatte dodicidi fatto veramente da dove li prendi… prendi la componentistica odorigena che emana la discarica è sempre quella… ma è naturale… giustamente è fermentativa… che è diversa dalla chimica come reazione… la chimica è reattiva… no?

C.: Certo…

P.: Mentre la fermentazione è… è fermentativa… per cui… comunque

fermo restando…

C.: Tu potresti fare… potresti fare un esposto in Procura…

P.: No… no… ah… no… no… no… a

parte… no… io non faccio

l’esposto in Procura… qua invece

faccio un’altra cosa… poi ti dico

di persona quello che faccio…

C.: Va bene… okay…

P.: Ora… eh… G. allora domani noi ci vediamo per la una…direttamente da te… io ti porto

questo documento che è l’unico

C.: No… in via Catania…

P.: Come?

C.: Mimmo… in via Catania…

P.: Ah… allora in via Catania… ma tu vieni all’una?

C.: Si…

P.: Si?

C.: All’una e mezza… all’una e mezza.il tempo che piglio…

P.: L’una e mezza…

C.: …mi sistemo i pargoli…

P.: …d’accordo… d’accordo…

C.: …hai capito?

P.: Va bene…

C.: Tu appena sei da queste parti mi fai uno squillo…

P.: Certo… certo…

C.: …che mi organizzo…

P.: Ma io se posso anticipare… che voglio andare in un altro posto… ti faccio lo squillo… va bene?

C.: Ah… va bene… certo… figurati…

P.: Cosi veramente ho un quadro chiaro…

chiaro… chiaro… chiaro… sempre

di più… perchè purtroppo veramente

non si può… in questo momento…

programmare…

C.: Va bene…

P.: …dopodiché io penso il 13 di essere veramente li… personalmente e di portare io… penso… penso…ah… questo devo decidere… se

portare 10.000 o 15.000 persone residenti Misterbianco… di fatto iscritti presso il partito comunista… per cui non porto persone che di fatto sono contro o a favore sull’ideologia politica… per cui sono loro elettori che sostengono che da circa due anni non avvertono odori e che sono veramente tutte dicerie rispetto a quello che veramente… perchè io so che li c’è in giro la voce che… Misterbianco è barricata… finestre chiuse… porte chiuse… i bambini non possono giocare… quelli non possono uscire...

C.: Addirittura…

P.: …perchè c’è fetore… in tutti i sensi…

C.: Ma scusami… fatti fare una dichiarazione anziché… anziché portarteli appresso… fatti fare una

raccolta...

P.: No… no… no… perchè…aspetta… qualcuno ha detto a…all’attuale direttore…

C.: Eh…

P.: …del… del… del dipartimento…che se non ritira sta cosa subito...lui veramente diventa quella

struttura peggio della TAV

C.: Peggio della?

P.: TAV… TAV… c’è il casino a livello nazionale

C.: Ah… della TAV… ho capito… ho capito…

P.: …in quanto hanno cinquemila firme che sono veramente… senza i minori… e senza veramente… sono

114

famiglie… io gli ho detto a quella persona… dico… diglielo che c’èanche la mia… dice: “ma è vero che

c’è quella di P.?” perchè la mia c’è… e addirittura c’è… essendo l’odore… firmo… faccio la dichiarazione… accertiamo quest’odore… c’è… dello stesso impianto… e h… ficiru scumpariri

macari u fogghiu… u sai tu? (ride)

C.: Ficiru sparire?

P.: (ride) È sparito…

C.: Ah… è sparito

P.: …depositano il… depositano questa pagina… queste pagine di firme in Prefettura

C.: Eh…

P.: …m’aspettavo che ci fosse il mio anche… no?

C.: Eh…

P.: Nel senso… essendo che c’erano…io ottoscritto… e c’ha dire…M. P. residente in… e la

firma… giusto? Tu andavi a scrivere in stampatello i tuoi dati…dopodiché occupo di sotto che cosa…faccio una (incomprensibile) e dico… firmo di sotto… dicevo che

la mia firma apposta a questo registro contro la puzza è

veritiera… in quanto personalmente sono residente in via Palestro… che sento la puzzasono titolare della discarica e che tale puzza non è d’origine di discarica… per cui invito alle istituzioni a verificare (incomprensibile) odorigena di provenienza… punto…

C.: E perciò ti dicevo… fai un esposto in Procura…

P.: Si esige come prova… prova di reato…

C.: Oh… e fai un esposto in Procura…

P.: Aspetta… me ne vado a Catania…quando sento che lo depositano… nun c’è u fogghiu… e allora è la mia

parola contro a quella di chi?

C.: Certo…

P.: (ride) E infatti mi hanno anche sorriso tutti quanti… perchè

giustamente il popolo… e questo è in occasione di una festa patronale… erano messi proprio davanti all’ingresso

C.: Eh…

P.: …giustamente tu avendo una strada obbligata per andare in quel posto…tutti quanti passano da quella via…no? Cioè da li si entra e da li si esce… che succede… è un vicolo chiuso… allora c’è tanta gente che entra e tanta gente che esce… sia l’entrante e sia l’uscente… cos’è che c’erano? Tabelle enormi… “no o fetu”… “no al fetore”… “no a discarica”…

C.: Ah…

P.: …ecco… proprio li… che io sotto che firmavo… giustamente qualcuno si misi macari a ririri… mi fa: “ma

scusa tu hai firmato contro te stesso?” Scusi… scusate ma voi pensate che di fatto dico… il cattivo odore… io… voi lo sentite e io non lo sento? Io l’altra sera veramente un consigliere mi fa… e io gli dico ma senti io per caso ho sbagliato in qualche posto perchè tua moglie è… dice “sai stranamente mia moglie un ci pozzu cummatiri…così… così… ma u sai poi ‘nzoccu mi rici…” veramente no…

attenzione nel suo discorso… dici “di quant’avi ca è cunsigliera problema ri puzza… prima non si era mai sentita”…

C.: Giustu… giustu…

P.: Ma si lascia scappare nella sua senza… nella sua senza… aver pensato cosa avesse detto… e di fatti io gli ho detto… Nino…rifletti un momento quello che hai

ripetuto te lo faccio sentire… hai detto che “io non ti ho fatto niente e che tu a tua moglie la vedi nervosa e di fatto sente sta caspita di puzza… continuando… continui e dici da quando è consigliera effettivamente sta puzza c’è”…allora tu l’hai detta con malafede sta parola o… oppure naturale…rici “no naturale”… ma… Nino…ti invito a riflettere quello che hai detto… se io… se io veramente nel passato avvertivo che avveniva una politica veramente legata… legata a quello che era… la gente per aderire a determinate ideologie politiche… prima tu la colpisci e poi veramente aderisci…

C.: Certo

P.: Ora io non voglio parlare veramente… la politica cosa fa…crea sete… fame di tutti i sensi…di lavoro… se tu non… ti manca il lavoro dimmi perchè dovresti andare a pregare a tizio… Caio… Martino..Sempronio… non ti mette veramente in una posizione di essere sempre

alle dipendenze… la differenza…no…

C.: Secondo te allora alla luce di tutto questo… giorno 8..

P.: Si…

C.: …al momento in cui io vado… vado

a fare il provvedimento di chiusura di Ramacca...

P.: Si…

C.: …tutto questo casino dovrebbe finire

P.: Ma… secondo me… si… o se non

finisce…

C.: Io ti posso dire una cosa…

P.: …scusa… se non finisce…

C.: Eh… dimmi…

P.: …sol perchè non si può assolutamente far finirlo si capirebbe chiunque… io l’ho denunziato… tu immagina che io lo denuncio… giusto? Anzi ti dico una cosa…. in un provvedimento che ricevo per la prima volta leggo

quello che mi ero veramente già confidato con una persona…dicendo… scusami fino… stanno chiedendo… fino ad oggi avevano chiesto solo ed esclusivamente il ritiro del decreto… la battaglia…tu ti puoi guardare tutte le carte…rifletti… oggi trovo un documento dove dice “ritirare il decreto e prendere provvedimenti per la polvere e per il cattivo odore”… per la prima volta…

C.: Minchia… ancora per la polvere ci rompono i cazzi…

P.: Allora… quella che hanno convocato da coso… cioè a dire…G….

C.: Eh…

P.: Emanuele fa un documento?

C.: Eh…

P.: Ci siamo?

C.: Si… vai…

P.: Di fatto questo documento quando lo fa? Dopo… che noi ci sentiamo…

C.: E quindi?

P.: E quindi… io per la prima volta sento… vedo con i miei occhi e leggo una cosa che io ho detta…dico fino ad oggi nessuna ha chiesto della discarica in funzione… cosa è che si deve fare…

C.: Ma… scusami se mi dici questo… se mi dici questo allora a chiddu ca ni purtamu nziemmula a manciari fa il doppio gioco…

P.: Domani io mi in gesso… io ti dico che purtroppo sto diventando veramente troppo cattivo con me stesso… ah… io voglio dirti una cosa… per cui te lo dico perchè

essendo che tu sei come me e io con te…

C.: Ma scusami… aspetta… aspetta…guarda che quello che stai dicendo tu è grave…

P.: E’ grave… lo so…

C.: E… ma allora scusami… prendiamo provvedimenti… Mimmo… è inutile che andiamo a fare questa cosa

P.: Alt.. alt… alt…. alt… alt..domani noi andiamo a pranzo e noi domani invece io ti dico… io un

minuto prima ti dico che cosa attivo… perchè devo mandarlo veramente… se è zero…

C.: Ma tu sei sicuro che…tu sei sicuro che non ci piglia per il culo?

P.: Scusami… io ti sto dicendo…

C.: A questo punto… a questo punto c’è il dubbio… c’è il forte… il forte sospetto che ci sta pigliando per il culo…

P.: Io ti sto dicendo… di fatto non è che purtroppo lo fa lui quel documento… perchè lui ne ha parlato

sicuramente con qualcuno e qualcuno veramente… la no… è allora… la mia… vedi che è in buona fede anche lui… va bene… non è lui veramente il leone o il lupo…

C.: No… a questo punto non ci credo che è in buona fede… perchè se lui ha riferito… sicuramente ha riferito che ci siamo visti… ha riferito che

ha avuto queste informazioni… ha riferito che…

P.: Ma che avevi dubbi? Ma che avevi dubbi?

C.: No… e allora no… Mimmo… picchì

abbiamo… dobbiamo continuare a giocare così a farci prendere per il culo… scusami…

P.: Oh… oh…

C.: Allora… facciamo una cosa… se tu domani vuoi fare il pranzo quanto meno scopriamolo

P.: Questo ti voglio dire… io domani vengo… che fai scherzi….

C.: Quanto meno scopriamolo…

P.: Poi ti dico…

C.: …quantomeno gli facciamo capire che non siamo cretini…

P.: …ti dico… che io domani gli dico a lui che io il 13 sarò li con diecimila persone… famiglie… per

cui se loro ne hanno cinquemila firme io ne ho 10.000 e se ne vogliono centomila gliene porto centomila pur non avendo gli abitanti… che cosa devo dirti?

C.: Quindi… tu pensi che l’indomani questa cosa già Emanuele la saprà…

P.: Come?

C.: L’indomani Emanuele questa cosa la saprà…

P.: G…. io ti sto dicendo…fammi verificare perchè il primo impatto devo pensare questo che ti sto dicendo… primo impatto… il secondo voglio verifica… perchè se io veramente se non verifico.. se tu veramente hai mani lunghe o mani corte se non ti do veramente

possibilità di avere denaro come faccio a dire se sei buono o sei ladro? O sei cattivo?

C.: Certo…

P.: Dammi… dammi la possibilità di lanciare veramente quelle che sono alcune perplessità e verifico io veramente perchè sai… perchè il tam… tam… di fatto lo… lo

tengo…

C.: L’ho capito…

P.: …lo tengo a conoscenza subito immediato e istante…

C.: Aspetta… però considera una cosa…è stato lui a cercarci…

P.: Ma… perchè ti sto dicendo…

C.: Quando è venuto a Catania è stato lui a chiamarti

P.: Si… ma lui cosa aveva come perplessità? Giustamente dai… lui non è… lui gli ha detto

semplicemente… io ho percepito questo… di fatto stamattina mi viene richiesto quest’altro..

(incomprensibile) non so più quello che veramente… perchè se è quello non è di mia competenza è l’ho detto al direttore… Ci siamo?

C.: Si…

P.: Capito?

C.: Se… se…

P.: Allora… tu sai che Emanuele si è rotto i coglioni ed ogni giorno c’ha i carabinieri da rintra e giustamente

s’è rotto i coglioni… allora… io sono convinto che dal momento che Emanuele sa questa cosa… sai Emanuele con tutti i cazzi che c’ha… diciamo se Mimmo gli racconta

qualcosa quello veramente la prende che non penso che sia ferrato nel mio settore… Mimmo no… Mimmo è ferrato… e allora nel momento in cui l’esperto gli dice non siamo noi… quello possibilmente per togliersi LEANZA… DI GUARDO o a chiunque...

C.: Eh…

P.: …gli dice senti u ‘nzemmu nu atri ca ti stannu pigghianu pu culu…punto…

C.: Eh…

P.: Ma chi li prende per il culo… mi hai capito… No? (ride)

C.: Si… si…

P.: Allora detto questo…

C.: Minchia… il gioco delle tre carte mi pare… Mimmo…

P.: Oh… c’arrivasti… perchè il tuo assessorato… io ti assicuro che è stato veramente già allertato lo

stesso giorno che noi eravamo li… tu non lo sai… ma io si…

C.: Ho capito

127

P.: Io… noi abbiamo chiamato il tuo direttoreil tuo direttore non sapeva nulla… chiaro?

C.: Ma non sa nulla… tutt’ora non sa nulla… ha soltanto quello che gli hanno riferito…

P.: La nota non ce l’ha?

C.: No… la nota si che ce l’ha… ma aspetta che gli porto le carte io…infatti mi ha lasciato detto in

segreteria… eh… “voglio parlare con G.”…

P.: E certo…

C.: …e quindi quello aspetta che io ci

vado per portargli le carte…

P.: Tu di fatto vedrai che ci sarà DI

GUARDO perchè LEANZA fa un passo indietro… ma DI GUARDO invece ora è fanno il gioco delle parti… c’è dove parte uno e c’è dove parte l’altro… allora tu vedrai che nel

tuo ufficio… nel tuo assessorato già c’è stato veramente l’intervento proprio scientifico fatto da DI GUARDO… già io lo so perchè te l’ho

128

detto che sabato mi sono incontrato…

C.: Se…

P.: ….hanno voluto conferma che di

fatto veramente… capito?

C.: Si… si… si… si… ma è probabile perchè il mio direttore essendo pure PD dialoga con i suoi omonimi…

P.: Ti ho detto già Catania sapeva sabato… da sabato mattina a sabato pomeriggio…

C.: Uhm…

P.: …vengo a conoscenza… richiesto veramente… ci vediamo dico domattina a scendo… ci siamo visti la mattina e veramente già erano stati sollecitati da Tizio… Caio e Martino addirittura… adducendo che sono barricati i cittadini così per volontà del presidente anche di

chiudere sta cosa… per cui…

C.: Ho capito…

P.: …chiudiamola punto e basta…

C.: Ho capito…

P.: E ti dico che il sindaco di… ha denunziato che DI GUARDO ha sponsorizzato la discarica… proprio è denunziato.. è una denunzia…

C.: Vabbe quello ha fatto bene tuttosommato…Mimmo… non è che…

P.: Dico non sai niente tu… ah?

C.: Va bene… va bene… comunque non ti

preoccupare che giorno 8 ti ripeto esce questo provvedimento

P.: Si… si…

C.: …così la finiamo pure con questo provvedimento

P.: Allora… se questo veramente… io ti prego di… fin quando rimane con il NI io sono pericolo di

uccisione… perchè Ni? Allora… se si dava… dovete prenderla per si… dateci si… cioè dire… io ti

giuro… ti ricissi… G. se non ti attaccano… non ti arrestano… firmaci stu decreto e vaffanculo… (ride) allora ti attaccano… ti arrestano…(incomprensibile) non lo puoi fare…minchia… mettici no… basta che non è NI… picchì veramente se no io sono sempre e camminari spagnatu…cu culu…

C.: No… no…

P.: …cu culu appoggiato al muro…

C.: L’amu a fari… l’amu a fari subito… lo devo fare subito...

Mimmo… lo metto subito alla firma…

P.: G…. ti ringrazio… allora domani… allora pranzo una e mezza e poi lasciamo l’amico e ce ne andiamo a passeggiare per negozi

C.: Minchia… però con quello che mi hai detto u pranzo ora mi va suttasupra...

P.: Cosa?

C.: Dico ora alla luce di quello che mi hai detto… il pranzo domani mi va sottosopra…

P.: No… io… devo dirtelo che io domani devo fare una strategia… che di fatto poi materialmente dici…Mimmo io domani devo lanciare quello

che praticamente sono allodole… che cosi come…

C.: Lo so… lo so… l’ho capito… l’ho capito…

P.: …cosi com’è venuta la prima…avverrà la seconda volta… essendo che sono…

C.: Ho capito…

P.: …dati veramente che lui capisce come tecnico… che è giusto… no?

C.: Ah… ah…

P.: E io veramente quel giorno… non è che sono aperto totalmente… ho voluto verificare e purtroppo su alcune verifiche che escono fuori…

C.: Minchia… fa il doppio gioco…bastardo…

P.: …e dico…

C.: …ma come vieni a pigghi ‘nfurmazioni ne nuatri e poi ti…ti… ci va a riporti?

P.: Dico…

C.: Fai finta di essere amico… bastardo

che non sei altro…

P.: Oh… oh… fermati… ah…fermati…

C.: …io te… te l’avevo detto..chistu un mi piaci tantu…

P.: …fermati… (ride) non… non ti…manco… non ne ho parlato con nessuno… solo tu…

C.: Va bene… va bene… va bene..okay…

P.: (incomprensibile)

C.: Vabbe Mimmo…

P.: Dico… aspetto la telefonata…

C.: Domani vediamo… dai…

P.: Va bene… un bacio…

C.: Va bene… okay…

P.: Un bacio… un bacio…

C.: Ciao… ci vediamo domani… ciao

ciao

P.: Ciao

Il teste Evola ha riferito delle acquisizioni documentali attestanti che come preannunciato dal C. l’ istanza per il decreto di AIA discarica di Rammacca, presentata dalla società Bios, venne bocciata direttamente nella seduta del 7 marzo 2012 e il giorno 8 marzo marzo il decreto di rigetto venne sottoscritto. Il teste ha anche riferito che il verbale della seduta registrava la ferma opposizione dei rappresentanti degli enti locali e dei residenti a quella discarica nel loro territorio. E’ evidente comunque che C. fu ben lieto di venire incontro agli oppositori di quella discarica e che quindi il suo contegno differiva di molto rispetto a quello sempre tenuto indiscriminatamente col P..

Il 6 marzo 2012, durante il servizio di osservazione frattanto predisposto dal personale della Polizia operate, che monitorava l’incontro al ristorate Papoff tra Michelon, P. e C. (Michelon si presentava insieme al suo collega del dipartimento acque e rifiuiti, Roberto Li Causi), P. alle ore 12,54, nell’accingersi all’incontro, chiamava Veronica Puglisi, responsabile del piano di monitioraggio e controllo della discaruca della OIKOS (progr. 2796,decreto 1873/11), e le chiedeva di inviargli per e mail tra l’altro la nota del dottor Saitta dell’8 novembre del 2010 che aveva messo in discusione la validità del decrto AIA della discarica di Valanghe d’Inverno e del bioreattore chiedendone all’ARTA l’annullamento in autotutela, e la nota di risposta per l’ARTA del dirigente generale Sergio Gelardi, su cui ci si è già soffermati (v. produzione del Pm all’udienza del 21.5.2015 e deposizione del teste Evola all’ud. del 18.6.2015) :

PUGLISI Veronica : Pronto?

P.: Senti… non avevo capito Veronica..non avevo capito… non avevo capito che parlavo con la mia fidanzata… per cui dice: “chiui u telefono”…

PUGLISI: (ride)

P.: Aspetta… ma chi lo autorizza?

PUGLISI: (ride) Eh… basta per quanto riguarda la pratica… lei troverà in una carpetta tre fogli trasparenti…eh… in uno c’e dentro tutta la pratica della Prefettura… quindi il verbale della riunione il… la richiesta della Prefettura in cui ci

dice che cosa avete fatto da… dalla riunione ad oggi… un anno dopo…eh… e la risposta di OIKOS in cui c’è scritto che cosa… uhm… che cosa… come si sono concluse… evolute le cose… diciamo… eh… e questo è un foglio trasparente… in un altro foglio trasparente trova la lettera che abbiamo inviato alla Regione… all’attenzione dell’ingegnere MICHELON e

dell’ingegnere VAGLIASINDI… eh..in cui viene… eh… diciamo data una descrizione di che cosa è avvenuto nel tempo… relativamente alla discarica e poi viene riportato

tutto quello che portiamo in allegato e per come siamo rimasti d’accordo io ho messo in un cd tutte le ultime tre

relazioni semestrali dei dati ambientali… a quella data

chiaramente… no? Perché esattamente quello che noi avevamo presentato a loro…

P.: Si…

PUGLISI: …eh… dopodiché trova un altro foglio trasparente in cui ho inserito delle… eh… dei riferimenti su dei trattamenti intimatici da potere

effettuare sul corpo discarica di varie tipologie… uhm… eh… credo che sia quattro o cinque gruppi di fogli pinzettati in cui ci sono diverse schede tecniche di prodotti (audio disturbato) per la… (audio

disturbato) eh… chiaramente questo diciamo che è la cosa che ho avuto modo di fare in questo pochissimo tempo…

P.: Certo… certo… certo… certo…

PUGLISI: …perchè poi…

P.: Quindi Veronica… Veronica…

PUGLISI: Si…

P.: …di fatto veramente ti ricordi quando avvenne… precedentemente un documento dove si manifestò e che

vede… si esprime il parere dell’ambiente sulla validità della stessa autorizzazione ai fini… ai fini Regionali?

PUGLISI: No… non mi… mi faccia capire meglio…

P.: Allora ci fu un momento

PUGLISI: Si…

P.: …che qualcuno intervenne… io non ricordo molto bene… perché noi abbiamo avuto quel pò… diciamo quella… parere rilasciato dall’assessorato… adesso non mi sto… non mi sta sovvenendo…

PUGLISI: Si…

P.: …ma io penso che non è lontano… è duemiladieci o duemilaundici non ricordo… mi ricordo che c’era però

questo parere… che lo avevamo richiesto noi o l’amministrazione o qualcun’altro… su quello che era

l’ampliamento… ai fini veramente proprio della legittimità…diciamo… del… della pratica stessa…

PUGLISI: Ah… forse lei si riferisce al primo

periodo in cui fu richiesto… (audio

disturbato) non c’erano i termini per

procedere l’annullamento

P.: Eh… forse era questo… dico… ma c’era una… un incartamento su tutta questa pratica?

PUGLISI: Eh… devo verificare signor P…perché ora non me lo… non me lo ricordo il periodo…

P.: Ora volevo…

PUGLISI: …ora verifico…

P.: …volevo se tu mi ci dai una verifica…

PUGLISI: Si…

P.: …prima che vai a pranzo però…

PUGLISI: Si…

P.: …e di fatto veramente io poi… ti do un’e-mail…

PUGLISI: Esatto…

P.: Eh… e nel caso… nel caso io la scarico li…

PUGLISI: Si… va bene… non c’è problema…

P.: Pronto?

PUGLISI: Signor P….

P.: Pronto? Pronto?

PUGLISI: Mi sente? Mi sente?

P.: Ecco si… ora ti sento…

PUGLISI: Si… va bene…

P.: Dicevo…

PUGLISI: …non c’è problema…

P.: …nel caso se c’è un…

PUGLISI: Si…

P.: …se c’è stato un incartamento… perchè non ricordo se questa cosa…ha dietro quello che praticamente…cartaceamente è documentale… no?

PUGLISI: Uhm… uhm… e infatti anche a me sfugge…

P.: Eh…

PUGLISI: …per questo mi viene il dubbio se ci sia o meno…

P.: Ti rinfreschi…

PUGLISI: …ora verifico…

P.: …ti rinfreschi un pò… ti rinfreschi un pò e magari ci sentiamo… per telefono…

PUGLISI: Certo…

P.: …prima che facciamo altro lavoro…

PUGLISI: Va bene… allora io procedo con questa registrazione… (audio disturbato)… gliela invio anche se sono a pranzo… lei non si preoccupi

P.: Aspetta… aspetta…

PUGLISI: …perchè con iPhone…

P.: …Veronica…

PUGLISI: …la posso mandare…

P.: (ride) Veronica solo una cosa io ti voglio dire…

PUGLISI: Si…

P.: …prima che facciamo poi…(incomprensibile) prima la nota di cui veramente… uhm… facciamo riferimento… quale abbiamo fatto riferimento… per dire… vorrei che

tu mi dicessi un pò… mi aggiornassi un pò l’idea… dai…

PUGLISI: Certo…

P.: …la mia… la mia memoria…

PUGLISI: …io la chiamo…

P.: Esatto…

PUGLISI: …io vado a verificare e la chiamo subito…

P.: Esatto…

PUGLISI: …va bene… okay…

P.: Vabbe… ti ringrazio…

PUGLISI: La richiamo tra poco allora… di

niente…

P.: Grazie…

PUGLISI: …a dopo…

P.: …sei un tesoro…

PUGLISI: (ride)

P.: …un tesoro…

(ridono)

P.: Ma com’è chi un puoi parlare… ah…

ti stai muta?

PUGLISI: Ha visto…

P.: (ride) Di tutto… ti putissi riri di

tutto…

PUGLISI: È vero… è vero… e lei lo sa…

questo è un guaio…

P.: Eh… non è un guaio… picchì

comunque te l’ho detto io… nel mio

cuore… punto… rimani…

PUGLISI: Si… si… si… si… si… si…

va bene… vado a cercare e la

richiamo…

P.: A più tardi…

PUGLISI: Grazie… a dopo…

P.: Grazie… grazie… grazie a te

PUGLISI: …a dopo… a dopo… a dopo

Lo stesso 6 marzo 2012 alle ore 14:00 (progr. 655) Michelon e C. e Roberto Li Causi sono all’interno dell’auto di C. mentre attendono P.. Michelon chiede a C. se Mimmo P. ha incontrato il presidente della regione, C. dice di non saperlo. Discutono della riunione che sarà presideuta dal direttore del dipertaimento rifiuti Vincenzo Emanuele con i Comitati No Discarica il 13 marzo, così come lo stesso Michelon aveva anticipato al C.. C. racconta a Michelon di avere blindato il suo direttore Arnone mettendolo in guardia contro lo Zuccarello. In particolare gli riferisce che Zuccarello, raggirandolo e volendo favorire il politico Leanza, suo cugino, aveva fatto firmare ad Arnone una nota con cui chiedeva l’annullamento del decreto AIA della discarica della OIKOS, e che invece lui si era premurato di spiegare ad Arnone, convincendolo, che non aveva senso provvedere alla revoca di un decreto che era stato emesso dal suo stesso ufficio :

M. MICHELON: Minchia, siamo scesi in questo istante…

G.: Buongiorno.

M.: Ciao G..

UOMO: Ciao, ciao Gian…

M.: C’è pure Mimmo?

G.: Sta venendo. ehh… portava ritardo in autostrada e quindi mi ha detto, dice: “valli a prendere tu così guadagniamo tempo.” oh… ci trasferiamo là!

M.: Dove?

G.: Da Papoff… per voi va bene?

M.: Ma per me va bene. Senti ma… c’è stato l’incontro tra lui e il Presidente?

G.: Si.

M.: E come è…?

G.: Non ne abbiamo ancora parlato perché non ci siamo… no, un ce n’è cinta, Mì. Ho abolito la cinta. Non ho ancora notizie… c’è andato domenica comunque… per evitare che ogni volta ci sentiamo sempre per telefono, minchia, sempre a parlare per telefono mi siddia.

M.: Si, appunto!

G.: Senti, invece è arrivata la convocazione di Emanuele.

M.: Per che cosa?

G.: Per il giorno 13… quella che tu mi avevi anticipato!

M.: Questa per la… sì, per il comitato alla discarica… sì.

G.: È arrivata la convocazione per il 13.

M.: Ah, ah…

G.: A V. Arnone.

M.: Sì.

G.: V. Arnone io l’ho blindato...

M.: uh.

G.: e gli ho detto: “V., stai attento perché qua c’è quello stronzo di Zuccarello in mezzo”. Perché Zuccarello praticamente lo sai che fa? Fa sparire le carte dal fascicolo… si piglia il fascicolo… se lo piglia per i fatti suoi, si fa i fotocopie, si fa tutto…

M.: Uh, uh.

G.: Bordelli… tutti i bordelli che combina… l’altra volta andò a fare una nota a firma di Arnone che gliela fece firmare senza che io ne sapessi niente… non è che dovevo saperla, ma quantomeno, uhm… dirmi: “sto prendendo questa iniziativa personale.” Invece si stetti zittu… fici sta cosa, c’ha fici firmare… e poi V. Arnone mi chiama e mi fa dice: “senti ma io ho firmato questa cosa, che cosa è?”. Praticamente era una nota con la quale chiedeva la… l’annullamento del decreto nostro al… all’assessorato all’energia. Ci rissi: “V.…”

M.: In riferimento a Oikos?

G.: “…V., hai firmato un’emerita minchiata! Ti ha fatto firmare una minchiata, perché… noi siamo i titolari del progetto e tu praticamente, titolare del progetto, che hai firmato il decreto…”

M.: Adesso chiedi la…

G.: “…gli vai a fi… gli vai a chiedere all’energia l’annullamento del decreto e quelli ti fanno un pirito!”. Dice: “Ah… così stanno le cose? Ci rissi: “senti, picchì un mi chiamavi prima? Quantomeno ti riservavi di firmare la nota, dopo di che ti… ti illustravo io sulla questione, se proprio avevi dei dubbi… tu a firmasti accussì… pazienza.”

E quindi, siccome c’è Leanza che è suo cugino…

M.: Cugino di chi?

G.: Di Zuccarello!

G.: Gioca con due piedi in una scarpa.

M.: E quindi ha… ha richiesto l’annullamento del decreto?

G.: Si! Ce l’ho qua la nota, ora te la faccio vedere… aspetta… l’ho fotocopiata? Mi pare di si…

(a sec. 1182 si ascolta sfogliare dei documenti.)

G.: noi… ora ti faccio vedere un po’ di carte che… dai scendiamo intanto, dai…

(a sec. 1195 si ascolta aprire e chiudere le portiere, rumore di passi)

Poi, alle ore 15,00 (progr. N° 658 del 06.3.2012 delle ore 17:00:00, decr. 256/12) C. e P., intercettati all’interno della Audi del C., commentano le impressioni che hanno ricavato dall’incontro col Michelon, ritenendone che il presidente della regione Lombardo, sebbene non sembra che abbia attivato il procedimento, è falso e che anche Michelon non pare di comprovata affidabilità ai loro fini. P. ipotizza di corromperlo con 20.000 o 30.000 euro ma C. con vigore si oppone a questo suo proposito e pronuncia una frase indicativa : “ancora ligna c’hai a mettiri nu focu” ( devi ancora mettere legna al fuoco?). Il teste Evola ha riferito che loro investigatori interpretarono questa frase come una affermazione che P. avesse già versato del denaro al Michelon e che quindi venne predisposta un’attività di intecettazione anche presso la stanza d’ufficio del Michelon e di Roberto Li Causi, che però per difficoltà tecniche non andò a buon fine.

Testuale :

M.: (inc.)… questo… di questa cosa, secondo me, non ha attivato procedimento… io non sono stato mai (inc.) fino a un certo punto, poi sono stato (inc.)ma lui… mi ha fottuto.

G.: In che senso?

M.: Perché Lombardo mille volte ha detto (inc.)

G.: Ah, si, si…si.

M.: Non lo so… voleva sapere le cose… voleva sapere i cazzi… voleva sapere i mazzi…

G.: Era ancora là…

M.: È ancora lì! E io…

G.: Lo so, lo so…

M.: Quel progetto non te lo presento picchì…

G.: Perché c’è lui?

M.: Tu lo sai meglio di me…

G.: Va bene…

M.: Gli ho messo davanti a quelli… la realtà… non me ne fotte un cazzo!

G.: hai fatto bene!

M.: Capito? Cerco il momento di fare…

G.: Ah, Mimmoquesto te lo devi togliere… a questo che ti avrebbero… Michelon… non parli di questo?

M.: No, messo davanti al presidente…

G.: Ah…

M.: A quello che c’haiu a dari iu ciù…

G.: No, a chissu levatillu!

M.: Scusa, scusa… ci fazzu firmari sta cosa, la relazione… “chi vi rugnu, dice 20 – 30 mila euro puru pi (inc.)”

G.: Ma sii foddi?

M.: un ci n’haiu ratu… comu ci li rugnu?

G.: No, tu un c’ha a dari nenti

M.: Mimmo?

G.: Ma se tu mi racconti che lui è così e ti danno la conferma ancora… ancora ligna c’ha mettiri no focu?

M.: Ma è lì, scusa!

G.: Eh?

M.: Mimmo è lì!

G.: Mimmo è lì e che fa?

M.: Niente!

G.: E allora?

M.: Niente…

G.: Per giunta tu mi stai dicendo che fa il doppio gioco…

M.: hai sentito poco fa che ti ho detto?

G.: Si!

M.: Tu ne hai parlato con… cosa m’ha detto? Sì… e allora… se il doppio gioco è lui o è l’altro. Ora non lo so più perché io devo avere la conferma.

G.: Chiddu chi hai… chi hai tu come interlocutore è fausu dalla testa ai piedi. Lombardo è fausu dalla testa ai piedi.

M.: No, io non parlo di Lombardo.

G.: Lo so che non parli di Lombardo, ma se Mimmo fa riferimento a Lombardo

M.: No, Mimmo

G.: Tu non riuscirai mai a capire qual’è la verità!

M.: Se io ti sto dicendo su quello no… cioè assolutamente… quello è falso totale… che quella (inc.)… da come è messa sta pratica, non riesce più a gestirla. Te lo dico io… va bene? Oggi, lui ha una sola (inc.).

G.: Qual’è?

M.: Che lui prende in giro tutto, tutto, tutto, tutto quanto.

G.: Uh…

M.: Capito?…

G.: E ti perde…

M.: e certo.

G.: e quindi ti tiene… come ti tiene buono? Un colpo qua e un colpo qua!

M.: No, anzi… anzi… cerca per un momento di… di incardinarmi? Che lui, cos’è che mi dice poi… suo fratello… domenica? Minchia, ma tu a mio fratello lo devi vedere più spesso. Io dico: “minchia, ma io penso che tuo fratello ha cento mila cose da fare… mi metto a perdere tempo con uno che, ci dissi… io non lo chiamo, ci dissi, per tutti i miliardi che c’ho, che lo chiamo quando proprio arrivo con l’acqua alla gola a che punto è, per soldi che sto morendo… oh… Angelo… oh… ti rendi conto… poi vuole che la gente, ci dissi, per bene… la gente che siamo produttivi, facciamo, ci dissi, quello che si fà, perchè… io non sono, ci dissi, tutto quello che gira intorno…”

G.: Eh…

M.: “… A te come imprenditore o a lui, chiaro? E A… e Angelo, ci dissi: “che cazzo dici?” Dice: “no, su questo non ho dubbi che tu veramente sei una persona di primo livello, però eh” (inc.) ci dissi: “se te l’ha detto lui, guarda, ci dissi, ha sbagliato… ci dissi, se io vuoi (inc.), ci dissi, una volta a settimana… ci dissi, gli rubo no un’ora, ci rubo, ci dissi, cento giorni.” “No, mi dissi tu a fari na cosa… tu… a costu ca… mancu… mancu lu talì a iddu. C’è confusione? Ti metti là un’ora e poi ti ni vai. A iddu già ci basta.”

G.: Allura si tu ca hai tempu i perdiri.

M.: Un mi capisti.

G.: Ho capito, dico, a questo punto vuole che sei tu che hai tempo da perdere.

M.: Vuole che la gente sa…

G.: E vede che tu sei là…

M.: Mimmo P. è (inc.)

G.: Che sei là… perfetto!

M.: Oh… e io veramente non ci l’haiu questa capacità di fare… eeeh… questo tipo di lavoro… perché io quella l’ho sempre classificata soggetta veramente sangisuga e tira veramente fiatu. “Angelo, ci dissi, non ho capito!Io, ci dissi, sto vicino a te un mese, due mesi, tre mesi per poi cercare il lavoro, dopo di che tu (inc.) il lavoro e io per due anni no ne vedo più perché il lavoro poi mi impegna tantissimo… già io sono sempre costante. Il momento in cui veramente io… non posso avere lavoro e avrei bisogno di chiederti la cortesia, vengo un minuto, ti chiedo quella cortesia… se tu poi la puoi fare la fai, se non la puoi fare io non torno più. Angelo… tu hai visto, ci dissi, una volta?” “No, dice.” (inc.) “Tuo fratello, tu… hai chiamato a tizio… hai chiamato a caio… sei venuto con me… hai fatto quello… hai fatto quell’altro… hai fatto quell’altro ancora… minchia… se non lo dichiaravo in Prefettura in emergenza quella cosa ancora era a discutere… io con te, tu con i vari dirigenti e dopo di che era veramente sempre dov’era sempre.” (inc.) È sbagliato G.? Me ne sono andato al Ministero…

G.: No, hai fatto bene.

M.: “Sono andato al Ministero, ho parlato, ci dissi, con… il mio amico della commissione… Pecorella… e tu lo sai… dopo di che Pecorella ha attivato quel sistema emergenziale su mia richiesta… che cosa abbiamo ottenuto? Nel giro di due anni na cosa che si può ottenere in due mesi. E allora, ma perché, ci dissi, se io vengo da te”… poi tuo fratello piglia e dice: “no, non mi interessa… non mi interessa!” Scusa… prende le distanze? Mi sta bene!

G.: Ci perde lui!

M.: No, no…

Sempre il 6 marzo alle ore 9 della sera C. e P. continuana discutere (progr. 662 del 6.3.2012 ore 21:00:15, decr. 256/12, auto AUDI A4 in uso a C.).

P. consegna al C. dà 2.000 euro in banconote (io qua mi trovo circa 2 mila euro… se tu sei a terra terra…”). Parlano del Comitato Regionale Urbanistico e del problema che con questo organismo regionale potrà essere facilmente risolto, dal momento che il C., come lui affermato, potrà intercettarnene facilmente i componenti (“Si Mimmo, ma appena arriva al CRU la cosa si può risolvere tranquillamente picchì… eh… intercettiamo tutti i componenti del CRU, che fa scherzi? Ce ne sono tre di Palermo, di cui due li conosco io”). Sembrerebbe che facciano riferimento al problema che il Comune di Motta e della volontà di estendere l’area vincolata intorno al castello, e dell’intervento della autorità regionale di approvazione della relativa delibera del Comune, che è appunto il CRU :

M.: aspetta… aspetta… aspetta… G.!

G.: Senti, io devo scendere…

M.: Aspetta… io qua mi trovo circa 2 mila euro… se tu sei a terra terra

G.: No, me li hai dati l’altra volta…

M.: Te li lascio, no…

G.: Me li hai dati l’altra volta…

M.: Dico, no… perché… la settimana prossima te li… te li porto un po’ di…

G.: No, invece tu la settimana prossima mi devi fare un co… mi devi fare sapere quando parti.

M.: No, aspetta… se stasera lei mi dice tutto a posto…

G.: Uh…

M.: Io domani…

G.: meglio non dire cose e quelli ti mandano a chiamare.

M.: No, ma io… se loro veramente mi dicono… io gli mando queste cose… poi mi sento con chi… dico dove siete come fermo.

G.: Uh…

M.: Se loro sono come fermo… in Europa, io mi piglio un aereo e parto direttamente.

G.: Uh…

M.: Non c’è bisogno che loro mi mandano a chiamare.

G.: Chiaro.

M.: Giusto? Se invece sono in Australia non mi interessa un cazzo, in America non ci vado… ma tutto quello, se sono qua…

G.: In Europa.

M.: In qualsiasi parte d’Europa li raggiungo. Allora… io dopo domani me ne scappo… se, ripeto, qua sono tranquillo… se qua non sono tranquillo, vaffanculo, non mi interessa un cazzo perché voglio il mio… percorso… che non posso… e per cui io sono costretto a tornare qui nuovamente. Ora… di fa…

G.: Mi telefoni stasera appena sei in macchina?

M.: Si… di fatto veramente può essere che io se non me ne vado…

G.: Uh…

M.: E la signora non mi tranquillizza, io devo ritornare qua perché lei stasera… dopo molto che mi incontro… che significa? Significa che… spiego qual’è il mio problema… domani possibilmente gli faccio avere tutto quello che lei stasera mi chiederà, dopo di che… se invece lei mi dice: “guarda, la delibera mi arriverà da me… e io veramente… se lei mi fa un foglio di carta… la respingo e questa è la prassi che è

G.: Si.

M.: Non attaccabile come ufficio… tutto… io ti dico che questa via e questo percorso mi viene dato dal magistrato.

G.: Eh…

M.: Capito? Allora, se il magistrato mi dice: “presidente no, quello no, quello no… ma il CRU si, significa che c’è qualcosa per cui… come potere.

G.: Minchia, il CRU… tu… ha tutti tutti i poteri, Mimmo!

M.: Però, dico, ha i poteri per essere non attaccato… tranne qua lo voglio dire, il CRU si ritrova i poteri di verificare le attività conto…

G.: Si…

M.: Contorno, hai capito? Cose che… solo chi…

G.: Si Mimmo, ma appena arriva al CRU la cosa si può risolvere tranquillamente picchì… eh… intercettiamo tutti i componenti del CRU, che fa scherzi? Ce ne sono tre di Palermo, di cui due li conosco io.

M.: G…. G…. posso io?… Non posso assolutamente pensare che non ho un’idea che qui deve essere serio, puntale, preciso e ordinato… perché se non è così io devo fare solo una cosa… attivo il processo ancora prima e poi apriamo le danze noi… dell’elezioni… capito?

G.: Andiamo avanti…

M.: E qui… faccio arrivare il commissario sul Comune

G.: Uh… si…

M.: Che… gli faccio poi un’istanza e gli dico: “caro commissario, l’amministrazione parapam parapam parapam, ti comunico che oggi spende 18 milioni di euro e tu sei responsabile.” Chiddu, quannu senti sta cosa (inc.) semplicemente, ritira tutto e finisce veramente u piaciri… per questo ti dico…

Il 7 marzo 2012 (progr.22894, decr.1873/11) C. e P. ritornano a discutere della riunione che si terrà il 13 marzo col direttore Emanule e i rappresntanti dei comitati No discarica, a cui dovrebbe partecipare anche il capo settore Zuccarello e il direttore V. Arnone e Michelon. L’atteggiamento del Michelon ai loro occhi rimane sempre poco chiaro ed inoltre non lo reputano molto competente né intelligente. P. ricorda anche di aver parlato col Prefetto Cannizzo e la sua posizione neutra, da persona, commenta, molto corretta quale si è sempre con lui dimostrata. C. ripete che Arnone è stato da lui avvertito e istruito contro Zuccarello, circa la questione della discarica di Rammacca. Affrontano ancora il tema di quell’incontro dell’annulllamento del decreto AIA della discarica della OIKOS di Valanghe d’Inverno e C. riferisce di aver spiegato ad Arnone che il suo assessorato non potrebbe chiedere nulla contro quel decreto che ha emesso perché siamo noi i soggetti inquisiti., in quanto appunto autori del provvedimento. Ossessivamente discutono sulla proposta di ampliamento dell’area del parco e del vincolo.

Alla fine della conversazione P. dice al C. dell’organizzazione di un incontro con delle prostitute programmato per giorno 19 a Roma, al quale si recheranno insieme. Il significato delle espressioni allusive che P. utilizza al rigurdo è stato spiegato durante il suo esame dibattimentale dal sovrintendente Evola (P.: Allora programmo io? 19 hai detto? Sera? 19 seraQuattro vanno bene? C.: Minchia… (ride) .. C.: Ore quattro.. si… Va bene… okay… P.: Due ore di giorno e due ore scure di sera…C.: Fai tu… fai tu…P.: …bionde e scure diventano quattro ore...C.: Certo… certo… mi pare giusto….. Fammi sapere… io perchè poi devo prendere l’aereo…P.: Prenoto… prenoto… 19 hai detto? C.: Si… 19 . lunedì…P.: Lunedì sera… va bene… ritorno martedì sera...C.: Martedì sera…P.: D’accordo… un bacio..).

Testualmente :

C.: Mimmuzzo? Pronto? Ehi?

P.: Come stai?

C.: Tutto bene… grazie…

P.: Io mi sto portando in ufficio…

C.: Allora… ascolta…

P.: …eh… mi sto portando in ufficio… e sei veramente terribile…

C.: Senti… eh…

P.: …andiamo avanti… andiamo avanti…

C.: …hai ricevuto il fax di oggi?

P.: Sei terribile… andiamo avanti…mutu su sapi u iocu… ti meriti un muzzicuni na da cosa… di una bella fanciulla che dicu iu…(ridono)

C.: Allora…

P.: Si… tu fazzu fare… te lo… te lo faccio fare… ti giuro che ti faccio (incomprensibile…ridono)

C.: Senti… eh… domani escedomani ti faccio pure il fax del decreto..poi oltre tutto… oltre questo Mimmo…

P.: Si…

C.: …ho parlato con il direttore...

P.: Si…

C.: …gli ho dato le carte... lui come sa… come sospettavo cadeva dalle nuvole sapeva soltanto una parte

della que… della questione e quindi mi ha detto… poi all’ultimo dove esce… “e quindi sei io lascio le

mani della questione… nelle mani di ZUCCARELLO lui se la gira per come vuole?” , Ci rissi tu che dici… tu che

faresti al posto suo in questa situazione?

P.: Che ti ha detto?

C.: Dice “si… lo capisco… purtroppo è cosi…” no… mi ha detto che ha interessato anche il PREFETTO di

Catania… non so se partecipa alla questione…

P.: No…

C.: …ma è stato interessato pure della discussione…

P.: …no… perché il Prefetto di Catania ah… attualmente la dottoressa CANNIZZO di cui io ho

avuto il piacere di conoscere vent’anni fa e di frequentarsi ancora oggi… per cui molto amica e molto

disponibile… ma tra virgolette una persona che è… è di una precisione in assoluto

C.: Eh…

P.: …secondo la sua… il modo di vedere un po il tutto l’iter… lei interpreta qualche documento che…

giustamente come Prefettura riceve dalla Prefettura centrale regionale…

C.: Si…

P.: …che non deve occuparsi di queste problematiche rifiuti…

C.: Ho capito…

P.: …per cui di fatto… quando è avvenuto qualche piccolo problema… ho saputo io… ah… lei stessa mi

ha confermato poi…

C.: Eh…

P.: …a livello sindacale che sono stati richiesti tavoli tecnici dai sindacati per un problema legato a

qualche ambito della CESE… comunque del calatino…

C.: Si…

P.: …lei non ha dato disponibilità in quanto non ha assolutamente competenze sul settore riguardante

l’aspetto ambientale… comunicando che il commissariamento di questa Prefettura al fine della gestione dei

rifiuti viene a cessare con ordinanza con il rinnovo da parte del Presidente della Regione di cui non ha più dato seguito…

C.: Ho capito…

P.: …per cui lei motiva… motiva veramente questa cosa per cui se viene oggi presa in… eh…richiamo… mi sembra veramente che non si ottenga in funzione di quella

cosa nulla… perché sai… da parte centrale ci ha una quasi…un’attenzione dice “comportiamoci cosi”… lei giustamente è una di quelle che segue alla lettera quelli

che sono le… eh… disciplinari…eh… poi arriva il sindacato che veramente gli chiede con quell’impresa questo… quello e quell’altro e lei veramente gli ha

risposto a quella maniera mi sembra che non mi faccia… se non c’è proprio un’emergenza che…

C.: Vabbe… tutto sommato la Prefettura

potrebbe entrare dentro per un problema di emergenza sanitaria ma qua non è che c’è il problema dell’emergenza sanitaria...

P.: …ma questo veramente… lui dice…lei dice a livello veramente sindacale… “guardate… se non c’è

un problema di ordine pubblico io…non vi posso assolutamente ricevere”…

C.: Ecco… ecco… ecco…

P.: …per cui ai sindacati gli ha detto proprio questo… mentre prima questa struttura fungeva da… eh…

Commissariato…

C.: Si…

P.: …diciamo da Commissario per cui era titolata… no?

C.: Si… si…

P.: Oggi in mancanza di quello che propriamente è quel non rinnovo come… (come disposizione data diciamo dal commissario rifiuti..).

C.: Si…

P.: …di fatto non ho titolo per cui..spiega poi quali sono i titoli per potere intervenire ma di fatto

veramente non può… non ha strumenti che gli cita l’articolo “Codesto Ufficio… Codesta la Prefettura ha

veramente queste funzioni… oggi”…

C.: Certo… certo… vabbe… questo..al massimo…

P.: …cioè se c’è… se c’è sanitaria e può intervenire… se c’è ambientale e può intervenire… se c’è ordine pubblico e può intervenire… ciò dire ma proprio ci deve essere…mentre prima effettivamente ha ragione… cioè su questo io sono stato molto… molto… molto e poi lei mi diceva…

C.: Comunque Mi… il direttore comunque ha parlato con lei…

P.: Si…

C.: …in materia e l’ha… e l’ha informata della questione il mio direttore… no Emanuele

P.: Si… si… si… ma io… ascolta il tuo… il tuo direttore l’ha informata… ma lei cosa gli ha detto… giustamente non ti può dire nulla perché non sarà sicuro mille per mille…

C.: No… no… ma infatti… lui mi ha riferito cioè… “io ho informato anche il Prefetto di Catania… che già sapeva della discussione… della vicenda… già la vicenda la conosce”… non è che mi ha detto che partecipa o meno… dice “io intanto l’ho informata”…

P.: Si…

C.: …lo ha fatto…

P.: Allora… lui… ascolta…

C.: …lui (ARNONE) perché si aspettava che Emanuele non lo facesse… allora lo ha fatto lui

P.: Eh… G. lui allora quel giorno manderà quella persona al posto tuo… al posto suo…

C.: No… no… a questo punto ci va lui… non ho capito se si porta pure al… la… al tuo paesano (ZUCCARELLO;ndg) o meno…questo non l’ho capito… o

quantomeno…

P.: No… quello ci va lo stesso… ci va lo stesso… G…. ci va lo stesso…

C.: Si… ma infatti… eh… la questione lui l’ha impostata nel senso che se lo può pure portare come supporto… però lui ci andrà perché io gli ho dato quelle carte che lui non conosceva… giustamente… e che

non avrebbe mai visto… io gliel’ho detto infatti… guarda che tu stavi rischiando di andare a questa

riunione senza avere il supporto…perché se tu lasci le cose in mano a ZUCCARELLO quello fa di tutto e di

più e lo utilizza per il suo fine…e gli ho spiegato tutte le cose come stanno… il problema di RAMMACCA ..

il problema BIOS… il problema OIKOS... che cosa stanno tentando…perché insistono sulla revoca della nuova vasca e non della vasca dove potrebbero nascere i problemi degli odori… a loro gli odori… degli odori non gliene fotte niente… loro voglio puntare soltanto sull’eliminazione di quella vasca perché è quella che da fastidio per andare a realizzare i loro giochi

P.: Ma no… ma tu te ne accorgi dal fax che fa la Provincia… scusa…

C.: E gliel’ho fatto vedere pure…

P.: …la Provincia fa…

C.: …gliel’ho fatto vedere pure Mimmo…

P.: Eh… eh…

C.: …gli ho fatto vedere pure la risposta del suo predecessore… del precedente direttore GERARDI… che

lui non conosceva… quindi ha… ha raccolto una serie di elementi che praticamente gli hanno messo… gli hanno acceso il campanello d’allarme… dice “minchia… veri

chi sta succiriennu… un minuto”…capisci?

P.: Corretto… corretto… corretto…

C.: Anche perché gli ho detto i principali… i principali soggetti siamo noi… non è Emanuele…

Emanuele la sta facendo questa cosa per togliersi la rottura di minchia di sopra… perché non ne può più…

P.: (ride)

C.: Ma siamo noi i soggetti inquisiti

siamo noi… perché siamo noi che possiamo ritirare un autorizzazione che noi abbiamo dato

P.: Gliel’ha detto lui?

C.: …ma non ci sono i presupposti… si ma nel frattempo gli ha detto pure che la ditta ha realizzato l’impianto è da due anni che ci lavora… quindi nel caso in cui andassimo a revocare per un motivo X… per una pazzia…la ditta ci fa un culo cosi… ci va a chiede ventimilioni di danno… sa tutto…

P.: Eh… G…. io… io non penso che qualcuno abbia questa facoltà senza un motivo…

C.: Certo Mimmo… figurati…

P.: …senza un motivo… perché dice: sai è successo questo… che ti attivi a fare un atto di quel tipo…e questo veramente è… però essendo che sanno che c’è qualche pazzo al Governo… allora ognuno si vuole prendere che cosa? Si vuole prendere quella che è la paternità… qualora qualcuno dasse… perché tu… quando qualcuno dice: io mi sono rotto i coglioni… picchì quello si rompe i coglioni… avanti la storia è cosi non siamo noi e dall’altra parte…quello coso lo… tu stesso ieri…hai capito? Che veramente c’è qualcosa fra direttore e vice…

C.: Si… si…

P.: …tutto da l’altra parte e non c’è dialogo… ma ch’è fari? Io quando ho capito quella hai visto cosa gli ho

fatto leggere… te l’ho mandato dice “no… non mi è arrivata”…minchia… leggilo… minchia… io te l’avevo scritto… poi se iddu ave un telefono… di chiddi ri

picciriddi… io che posso fare? (ride)

C.: Ah… ah… ah…

P.: Sto sbagliando?

C.: Non credo che questo abbia per il futuro… eh… una volta che finisce questa vicenda… Mimmo… a questo

l’amu a pusari

P.: No… io..

C.: Eh…

P.: …G. io… ascolta…ascolta… tu non so se percepisci il mio… eh… il mio comportamento…

C.: No… vabbe… per adesso va bene…perché diciamo…

P.: No… no… no…

C.: …è una giornata…

P.: G…. ma dico… anche adesso io sono molto indietro… sono fermo… non faccio passi… cioè molto… molto… tu mi conosci bene a me…

C.: Si… si…

P.: …eh… per cui veramente a pelle immediato… no… oggi… ieri…prima che si conoscesse prima

ancora… prima ancora… prima ancora… a pelle avrei voluto veramente… capito?

C.: Si… si…

P.: Allora di fatto veramente io come istinto sbaglio pochissimo… perché oggi che siamo amici sto sempre

fermo… mi metto sempre a quella volta che… un anno fa strinse una mano… cioè per me un anno fa e oggi che siamo amici sto sempre a quella… quella fermezza per cui tu

quella cosa che hai detto per me…veramente… non… non vado oltre…e non andrò oltre…

C.: Si… si…

P.: …perché già è cosi… capito?

C.: Si… ma infatti… Mimmo è come ti dico io… questo è destinato a finire… punto…

P.: No… no… non è un problema di destinazione G…. il problema è solo uno… il problema è

che di fatto non ha la competenza per cui se tu veramente…

C.: Appunto… appunto…

P.: …G. se tu sei uno…

C.: Si… la penso uguale Mimmo…

P.: …se tu sei uno che ha studiato… a me mi piace veramente che cosa…avere un amico con cui mi confronto e

mi da praticamente uno stimolo al mio cervello… no?

C.: Giusto…

P.: Se… però dall’altra parte percepisco… io faccio lo stupido…faccio l’ignorro… faccio finta che non so niente… faccio finta che… se tu veramente sei ancora peggio di me… dico… ma che confronto posso avere scusa… allora non può essere in quel punto… in quel luogo… con quel tipo di preparazione perché è la

carenza di preparazione che si ritrova…

C.: Certo…

P.: …allora io non voglio offendere la… la persona… non voglio vantare altre persone dico… ma sei

veramente… come tu ti sei laureato

e qualcuno sta andando alle elementari…

C.: Si… si…

P.: …è uscito… è uscito veramente dal sistema… A… E… I… O… U… e sta iniziando ora a fare l’alfabeto A… B… C… D…

C.: (ride) Bravo…

P.: Allora… niente… comu…dall’altra parte ci sono lauree e n’uatri… noi veramente abbiamo…da lauree andiamo a fare in consiglio A… E… I… O… U… ma che

consiglio dobbiamo avere da A… E..I… O… U? Ma io ripeto… me ne sono accorto stringendo mano… no?

C.: Se…

P.: Per cui tu vedi che io non faccio passi di nessun tipo… perché veramente proprio… è una cosa che a

pelle veramente non lo vedo un professionista che può di fatto darmi uno stimolo… una… un qualcosa veramente… però vedi se tu rifletti… noi possiamo avere dico

quello che è praticamente un… nel nostro settore un confronto… no?

C.: Si…

P.: Solo nel nostro settore… ti accorgi che determinati soggetti stanno bene ad alcuni altri soggetti… hai capito?

C.: Si… si… si… ma infatti Mimmo ti ripeto è stato messo da… na stu puosto picchì è scimunito… perché se fosse stato intelligente stai tranquillo che non lo pretendeva

P.: No… G. io… (si sente suonare un clacson) quando ti dico…quando ti dico che di fatto avviene… minchia… non mi aprono sta diluviando a Catania… a Palermo sta piovendo?

C.: Si… piove pure Mimmo…

(….)

P.: Te la dico una cosa… te la dico una cosa?

C.: Eh…

P.: Ah? C’avrei immediatamente… subito stasera… t’avrei detto scinni a Catania… picchì m’avissi curcatu in albergo cu te..(ridono)

P.: Ma non cosi… ti fazzu rari un muzzicuni ‘nto un posto… unni veramente tu…(ridono)

P.: …dici basta… fermatevi tutti…quantu siti…

C.: Senti…

P.: …cincu… sei… fermatevi…

C.: …a proposito di muzzicuna… Mimmo vedi che il 19 sono a Roma

P.: Senti biddu… stranamente io il 19 sono da te… (ride)

C.: No… aspetta un minuto… aspetta..aspetta non prendere impegni…perché nel frattempo voglio capire

che cosa stai facendo dall’altro lato… se tu ci mandi i dati può essere che ti chiamano per quella data…

P.: G….

C.: Dimmi…

P.: …allora.. ascoltami… io voglio arrivare a quella cosa del 13 .

C.: Mimmo il 13 è dopodomani

C.: E lo so… io voglio arrivare a quella data perché è giusto che io veramente abbia quella visione…

capito? Nelle mani…

C.: Si…

P.: …perché posso darvi anche un input

C.: Si…

P.: …è possibile che qualcuno praticamente abbia per un momento percepito… dice “vabbe… quella la togliamo prima… a quella data togliamo anche l’altra”… cioè…

dire questo… perché ti ho detto questo… perché vedi che gente pazza ce n’è tanta…

C.: Si… lo so…

P.: Allora essendo che gente pazza ce n’è tanta… purtroppo dico… eh…purtroppo… io perché l’ho detto a

te… quel giorno io avevo già programmato di mandare quel gruppo che ti ho detto perché è seduta stante… hai capito?

C.: Mimmo… ti dico una cosa…

P.: Si…

C.: …ti dico una cosa… eh… quello stronzo del tuo paesano…

P.: Si…

C.: …ha voluto un fax… una copia…una fotocopia del verbale di conferenza… questo verbale già oggi

stesso è arrivato nelle mani di chi doveva arrivare e per ora

P.: Si…

C.: …si stanno sciarriannu comu cani..te lo dico io… per certo…

P.: No… io sono convinto…

C.: Sentimi…

P.: Si…

C.: …sentimi perché nel frattempo ora incominianu a spuntati… “ah… io niscivu i picciuli pa

progettazione… io niscivu i picciuli ru tirrienu… io niscivu i picciuli ri ca e i picciuli ri da”..quindi per ora sono messi che si mangiano come cani tra di loro…

P.: Si… ma è possibile che qualcuno stia impostando qualche ricorso…qualche cosa… cioè dire…G….

C.: Possono fare quello che cazzo vogliono Mimmo…

P.: Non ho dubbi… voglio dirti… però nella vita vedi che ci sono soggetti malefici…

C.: Si… lo so…

P.: Questi… questi personaggi… vedi di fatto veramente non sono soggetti che stranamente nella vita hanno avuto veramente una vita… eh…eh… serena come ce l’hai tu…come… ma si vede nell’impostazione

che tu ti ritrovi… no? Praticamente c’è il sale in zucca… c’è il cervello… ma c’è anche quello che è

la consapevolezza di non mostrare mai un muscolo… perché di fatto se ce l’hai la forza chi stai a fari… chi

ci metti a fari… a miettiri i muscoli…

C.: Certo…

P.: Invece al contrario non hanno mai avuto quello che è pienamente una forza se non nell’ultima parte della loro vita… allora quell’ultima parte da quanto veramente cugino e parente e quanto… eh… ti senti

veramente forza… muscoli e … quant’altro… ti senti Polifemo… a volte si sente Ulisse… poi altre

volte si sente Spiderman… n’avutra vuota si sente… allora di tutto questo veramente mostra sempre quello

che è il massimo che di fatto veramente è la sua… eh… i

prossimi trent’anni… perchè siimpegna in tutti i sensi per i prossimi trent’anni… allora mostra che cosa… deve mostrare che lui… se a te ti deve dire che tu da cosa… devi diventare il suo schiavetto… ti devi dimostrare che ti fa fari chiddu… ti fa fare chiddi… però iddu sicuramente avi a iessiri u capo… e ti deve dimostrare che se scopa una donna…allora a chidda possibilmente… non lo so… la riempie di diamanti…però all’occhio suo…

C.: Ah… a proposito… mi stavo dimenticando una cosa importantissima Mimmo… scusami un attimo…

P.: Si… si…

C.: …ho detto al mio direttore la questione della riserva… e lui mi ha detto…

P.: Si… bravo…

C.: …”ma sono pazzi? La riserva… il perimetro della riserva la decidiamo noi… ma sono pazzi a fare una cosa del genere… non passerà ne ora e ne mai”…

P.: Eh…

C.: …e ha chiuso subito il discorso…

P.: G. quando io…

C.: Dimmi…

P.: …oggi quando io t’ho pregato poi…t’ho detto un attimo chiudiamo…eh… di fatto veramente… la persona che sono stato ieri…

C.: Si…

P.: …oggi mi ha richiamato…

C.: Eh…

P.: …eh… e fatto avere veramente…una… una persona di cui veramente lei aveva mandato alcune cose…

C.: Ah…

P.: …questa persona oggi mi ha fatto avere quello che uno studio di Catania… che ha richiesto veramente… riguardante un ente che sta trasformando il suo territorio

con vincolo in A… in B e in C… e avendo avuto veramente il consiglio comunale che ha impazzito nella deliberazione… ampliando fino a…dando dei confini non definiti… ha approvato questa (incomprensibile)…

C.: Si…

P.: …allora… di fatto veramente..cos’è che gli… gli è stato consigliato e che cosa… ed è venuta

la persona che hanno dato un consiglio… come applicarlo…

C.: Si…

P.: …di fatto… di fatto la persona che qui ha ricevuto veramente… per non essere… quell’atto bocciato in prima battuta proprio…

C.: Si…

P.: …uhm… ha ri… ha rimodificato tutto il contenuto è sta preparando un documento… diciamo da riportare nuovamente nella stessa sede di consiglio…

C.: Si… ah… perfetto… buono…

P.: …per riformulare in… in ordine..eh… diciamo più… uniforme…

C.: Se…

P.: …lo stesso veramente documento…dove non può essere attaccato…

C.: Buono…

P.: …aspetta non è buono… aspetta…perchè la stessa persona mi dice: “mah… scusate… ma voi allora a questo punto… se questo documento funge cosi… stia attento perchè…cosi vedi che è inappellabile da nessuno”…

C.: Certo…

P.: Capito? Alche io ho detto: scusi…ma… eh… se io a lei le faccio avere e ci sono… veramente… già

questi… e ci sono distanze di sicurezza che già il piano regolatore deve imporre… scusa imponiamo distanze di sicurezza su distanze di sicurezza… capito?

C.: Si… no… ma infatti non è una strada che spunta questa…

P.: Gianfra… G….

C.: Si…

P.: …per me quello è un problema… sai che cosa? Che trasferiscono loro a un parco… un’area molto più piccola…perchè sanno che a quella maniera 161 torna tutto indietro e gli hanno dato questo consiglio… no? Di la…

C.: Eh…

P.: …il momento in cui qui hanno fatto altri discorsi… diventa parco ed è il parco che se ne deve occupare…applica quelli che sono le distanze di rispetto come zona

C.: Se…

P.: …può farla diventare anche cento..duecento… trecento…cinquecento… motivandola che cosa? Su quello che può… ci può essere di pregio… a cinquecento metri…

C.: Certo…

P.: …come zona di rispetto… e oggi mi diceva questa persona… “è cosi”…alche che mi consigli fare? “Io

consiglio… dice… fai applicare quelli che sono le norme dello stesso tipo… che già ce li hai”… cioè m’ha dato un’altra… un’altra chiave di lettura…

C.: Ah… ah…

P.: …per dire G…. allora qui entrano in… in funzione quelli che sono le norme nazionali su 156. e legge 36 e decreto RONCHI..

C.: Si…

P.: …dove esiste questa cosa… in questa cosa che esiste quali sono le zone di rispetto… le aree di rispetto a suo confine? Vado a monte io…

C.: Uhm… uhm…

P.: …mi hai capito?

C.: Si… si… si…

P.: Allora essendo che… di fatto lui l’ha… l’ha prevista da piano regolatore… allora non può

rilasciare questo… questo…

questo… questo… ma fino a quando?

Capito… G….

C.: Certo… certo… fino a quando lo può fare…

P.: No… no… nel senso lui non l’ha fatto questo…

C.: Certo…

P.: …come piano regolatore non ha previsto…

C.: No… ma infatti…

P.: …come…

C.: …ma la questione si può fare in variante… ma il problema di fondo è un’altro Mimmo… che non ci sono i presupposti…

P.: Bravo… che non ci sono i presupposti… però mi dice… mi dice che i presupposti per quelli che sono fauna e flora… essendo che c’è un vallone… essendo che di fatto c’è una zona non più coltivata… per cui veramente possono esserci delle cultivar che diciamo sono diventate

in esclusiva…

C.: Uhm… uhm…

P.: …si può questa cosa mettere..eh…”mi faccia una cortesia…cerchi di non far modificare nulla e faccia arrivare cosi com’era tutto

quanto”…

C.: Certo…

P.: …per cui io devo essere veramente molto… ma molto… molto… ma molto… a non fargli toccare niente… dalla A alla Z… perchè se gli faccio toccare qualcosa… di fatto veramente… diventa..controproducente… no?

C.: Si… può essere che sfasci di più…

P.: No… e poi un’altra cosa che ti do come input... da parte di… eh… a livello nazionale… sta avvenendo il

recepimento di questa norma riguardante veramente le aree a

parco… inserendo tutta quella parte che… la buca… la… diciamo…che prevedeva la legge GALATI..GALASSO… ai fini delle aree da sottoporre a vincoli… ci siamo?

C.: Si…

P.: Dove la proprietà deve essere ad esclusiva pubblica… va dicendo tu devi avere i soldi nelle mani… tu non devi… che dici… sta dicennu tuttu chiddu chi hannu a fare dalla A alla Z…

C.: Uhm… uhm… si ma infatti…

P.: Cioè il parco… il parco non si potrà assolutamente attivare se non hai il titolo di proprietà…

C.: Perfetto…

P.: …per cui prima il titolo di proprietà… fai l’esproprio… paghi quello che praticamente è… diventi

proprietario e poi fai il parco… e la gente deve pagare…

C.: Certo…

P.: …perchè vedi…

C.: No… ma infatti… io… io su questo non avevo dubbi… picchì è improbabile…

P.: G…. G. ascolta..qui il problema è uno… di fatto veramente loro stanno andando avanti… io sai (incomprensibile) molto onesto… il vincolo per come è

la legge non ci puoi dire niente…mentre al parco si… perchè il parco non può occupare un’area di mia proprietà... di che cosa ti occupi tu? Parco… oh… per cui li faccio cadere tutto… tutto quello che è lo strumento… capito?

C.: Certo… ma non solo… ma anche quando i picciuli ri l’espropiu runni i pigghianu?

P.: Eh… G. allora se tu ente pubblico dici io voglio che mi conservo quell’area… e per cui voglio a mettere questo vincolo paesaggistico… faccio un esempio…(incomprensibile) oppure della flora… della fauna…dell’archeologia… quant’altro… ci siamo?

C.: Si…

P.: Allora io veramente ti metto quel vincolo… non tocco niente… non faccio niente… e lo può fare…

C.: Certo…

P.: …ci siamo?

C.: Si…

P.: Andiamo invece al contrario dal momento che lui dal vincolo passa a costruzione di un parco e assegna

l’area a quel parco…

C.: Uhm…

P.: …il parco ha già di fatto quello che è uno strumento per avere un presidente… un consiglio di

amministrazione… nel parco è normato che ci deve essere un comitato tecnico… è normato che entro quindici giorni il comitato tecnico si deve riunire dalla pratica… cioè dire… hanno fatto veramente una struttura parco a tutti

gli effetti… dove di fatto non hanno quelli che sono gli strumenti per poter realizzare il parco…

capito G.?

C.: Si…

P.: Allora al vincolo non potrei dire nulla al parco si… ma anche perché giustamente se fosse vero cosi… se

fosse parco me la spieghi tu… che titolo avrebbe un parco in una proprietà che non è sua?

C.: Eh… infatti…

168

P.: Allora… zona parco ri… può richiedere un euro di finanziamento su un’area che non ha la proprietà…

C.: No… no…

P.: …cioè dire… loro spendono per me…

C.: No… no…

P.: …giusto G.?

C.: Questi sono delle minchiate… allora questa mossa…

P.: G….

C.: …secondo me sta mossa…

P.: G….

C.: Eh… dimmi…

P.: …te la posso dire questa mossa a che cosa serve…

C.: Ma secondo te da chi è stata inventata?

P.: Questa mossa serve per queste elezioni comunali

C.: Eh…

P.: …punto e basta… allora…

C.: Secondo me è una mossa che fa perdere voti Mimmo… non che li fa

guadagnare…

P.: G. che ti sto dicendo…essendo che… allora essendo che c’è qualcuno che deve fare scendere

sta… oh… ma tu ce l’hai a Palermo l’evidenza… chi vuoi?

C.: Appunto… infatti ti ho detto secondo te da chi è stata inventata sta cosa?

P.: Se ti sto dicendo l’evidenza ce l’hai a Palermo io che la… la settimana scorsa ho aspettato un sindaco

amico…

C.: Ah…

P.: …che mi fa… dice… Mimmo ma io… BELPASSO forza… “Mimmo ma sai tu”… a un certo punto veramente…

l’indomani mattina ha fatto disdetta… non voglio parco… non voglio i picchi

C.: (ride)

P.: …non voglio minchia… non voglio… i cunsigghieri che c’aveva… veramente che… ve ne

dovete andare… cretini ci dissi…

C.: (ride) Minchia… ha fatto bene…

P.: …capito G.?

C.: …ha fatto bene… minchia quanto meno uno che ha le palle… ogni tanto uno che ha le palle…

P.: No… ma vedi non ave… non avevo assolutamente percepito nulla…

C.: Uhm… uhm…

P.: …sotto il profilo… di quello che potrebbe essere… veramente… il dopo… no?

C.: Si…

P.: Però i vincoli…

C.: Certo…

P.: …i vincoli di fatto veramente… tu devi capire che rimangono… cioè il parco non ci sarà…

C.: Uhm… uhm…

P.: …ma il vincolo rimane…

C.: Si…

P.: …capito… G.?

C.: Si… si…

P.: Allora nel momento in cui il vincolo rimane… io c’ho a che fare con chi? Con la Sopraintendenza… allora la sopraintendenza veramente diventae quella non mi farà calu…diciamo… guerra... perché veramente… invece se… se il parco… il parco veramente cosa potrebbe chiedere… zona di rispetto… aumento di quello…aumento di quell’altro… quello veramente cercherà di…

C.: Si… lo so… è un’arma… è un’arma a doppio taglio che… che una volta innescata potrebbe creare un sacco di problemi…

P.: Bravo… bravo… G. senti..ti dispiace se ti chiamo fra qualche minuto… è ghiri… è scinniri che

c’è una persona che praticamente…

C.: No… ma che fa scherzi… Mimmo non ti preoccupare…

P.: Ti chiamo…

C.: Senti… eh…

P.: …ti chiamo fra mezz’ora… uhm…

C.: Senti una cosa…

P.: Dimmi…

C.: …se tu sali a Roma insieme a me…che fa prenoto in quell’albergo di la?

P.: No… prenoto io… dove eravamo sopra?

C.: Si… ma la non ci fanno entrare Mimmo

P.: Ah… hai ragione…

(ridono)

C.: …se dobbiamo entrare con qualcuno… non ci fanno entrare

P.: Si… si… hai ragione… hai ragione… hai ragione… si… si…prenotiamo… ma vediamo se c’è

qualcosa di diverso… m’informo io?

(..)

P.: Allora programmo io? 19 hai detto? Sera? 19 sera…

C.: 19 sera…

P.: Quattro vanno bene?

C.: Minchia… (ride)

P.: Ore quattro… no?

C.: Ore quattro… si…

P.: Va bene…

(ridono)

C.: Va bene… okay…

P.: Due ore di giorno e due ore scure di sera…

C.: Fai tu… fai tu…

P.: …bionde e scure diventano quattro ore…

C.: Certo… certo… mi pare giusto…

P.: Un bacio…

C.: Fammi sapere… io perchè poi devo prendere l’aereo...

P.: Prenoto… prenoto… 19 hai detto?

C.: Si… 19 . lunedì

P.: Lunedì sera… va bene… ritorno martedì sera…

C.: Martedì sera…

P.: D’accordo… un bacio…

C.: Okay… Mimmuzzu…

P.: …ti richiamo… ti richiamo più tardi… grazie

C.: Statti bene…

P.: …ciao

C.: …ciao

Il 13 marzo 2012 alle ore 10: 17 del mattino, prima della famosa riunione con i Comitati No Discarica (progr. 13651, decr.1342/11) P. e C. ne discutono.

Osserva il Tribunale che si tratta di una oltremodo rilevante conversazione, indicativa della infuente rete di relazioni di cui gode il P. e del perfetto modo di coordinarsi suo e del C. al momento di dover mettere in atto strataggemmi per arrivare ai risultati desiderati, a dispettto di ogni regola di legge :

P. esulta alla notizia che gli dà C. che V. Arnone, il suo direttore, non andrà alla riunione del pomeriggio e che ha delegato lui (C.). C. comunque esprime a P. la preoccupazione che Zuccarello alla riunione remerà contro P., e alla domanda “ma la Finocchiaro che cazzo ha fatto” (riferita alla circostanza che Anna Finocchiaro, già evocata in precedentgi dialoghi, avrebbe dovuto intercedere a favore del P. sulle autorità amministrative che avrebbero dovuto provvedere sulla richesta di annullamento dei decreti di AIA degli impianti della OIKOS), P. gli dice di star zitto e lo tranquillizza, rappressntandogli che presumibilmente sarà il direttore Emanuele a gestiore la riunione, chè c’è stata una riunione tra due maschietti e una femminuccia da cui è scaturita la decisione che in luogo del direttore Arnone alla riunione in questione avrebbe partecipato, appunto, il Cannona. In sostanza a loro giudizio le cose, così impostate, si mettono male per lo Zuccarello (P.: Se quel ragazzo, se quel signore vuole fare il biricchino, vuole fare il capriccioso, vuole… qualsiasi cosa voglia fare… fallo andare perché veramente più s… allora più si muove in una direzione e più la piglia nel di dietro. C.: Perfetto… perfetto, va benissimo quindi a me mi conviene non parlare P.: No, tu ascolta…C.: Si. P.:a me mi interessava che tu avessi una disposizione, dal tuo capo, che dovevi esserci C.: No, infatti ora mi sta facendo la delega, ora m’ha… m’ha chiamato poco fa e mi ha detto,“G.

vedi che la questione è questa”).

C. si ripropone di tenere alla riunione alla quale si sta preparando ad andare un profilo basso e un atteggiamento silenzioso, per osservare e intervenire in modo larvato al momemto giusto, senza dare nell’occhio e di registrare col cellulare tutto l’incontro e poi farlo sentire al P..

Durante la convesazione P. comunica a C. che dovendo andare per una cura all’estero giorno 20, non potrà insieme a lui recarsi a Roma a quell’appuntamento con le prostitute e che quindi di tutte e quattro usufrurà interamente lui, induguando tra mille risate su questo argomento.

C. non sembra seguirlo particolarmente, perché preferisce ancora concentrasi, sul dovere che viene prima del divertimento, ovverossia sul da farsi alla riunione del pomeriggio.

Testualmente :

P.: G.

C.: Ehila, Mimmuzzo

P.: Beddu

C.: (inc.)

P.: A… allora… come andiamo?..io ieri

sera avevo visto la… la… il

messaggio

C.: eh, perfetto

P.: Niente… (inc.)

C.: Senti…

P.: …io sto spo…sto spostando…

C.: …ti aggiorno sulle ultime novità Mimmo, la riunione è stata spostata alle 15..

P.: Si

C.: Il direttore non ci va e ha delegato me

P.: (inc.)… lo so… lo so… lo so G. che… ci sono state…diciamo, alcune cose, io sto spostando tutto, domani passo da te…

C.: Si

P.: E poi parto da… parto da te però,G…. perchè….

C.: Devi partire?

P.: Oggi dovevo partire ma l’ho spostato, ho detto che non potevo salire… per cui poi domani io da Palermo… mi

faccio… mi faccio il Franche…Frankfurt

C.: Allora la macchina la tengo io in garage, Mimmo

P.: Ma… mi faccio accompagnare, G.

C.: e come fai?

P.: Mi faccio lasciare da te… mi faccio lasciare da te e poi ci muoviamo con la tua macchina, poi all’aeroporto al

limite mi sposto con un taxi, non…cioè una volta che sono a Palermo poi mi… mi muovo con un taxi, dai

C.: No, ma perché non ti pozzu lassare io, anche quando, scusa

P.: Dico, chi… ecco se tu og… se tu hai veramente problemi poi mi lasci tu stesso, no?

C.: No, certo

P.: Avevo pensato… avevo pensato così, che così veramente…purtroppo…quella cosa la dobbiamo fare saltare… capito?

C.: Quale cosa?..quale cosa Mi?

P.: E… noi giorno 20 avevamo una cosa,no?

C.: Si… si, si

P.: Eh….purtroppo deve saltare, io avevo fatto qualcosina, avevo praticamente… ora te ne parlo…

domani e poi ne usufruisci tu

C.: No va be, non ti preoccupare perché prima vengono altre cose e poi viene il divertimento

P.: No, no, dico, quello che io avevo

fatto…

C.: Eh

P.: ne usufruisci tu…(ride) che ci posso fare?.. fai quattro più uno

C.: Ah, accussi (inc.)?

P.: …quattro più uno fai (ride)

C.: No Mimmo, poi lo facciamo assieme non ti preoccupare

P.: Ormai è organizzato vedi ah

C.: Di a… (ina.)

P.: Brutta figura non me ne devi fa..allora, brutta figura non…

C.: Domani ne parliamo

P.: Brutta figura so che non… non me ne fai fare

C.: Ascoltami, domani ne riparliamo, ora il problema è un altro…

P.: Voglio dirti… voglio dirti una cosa…

C.: Eh Mi….

P.: Fammi ridere perché se no… fammi ridere, ah?

C.: Si, si,va bé…

P.: quante volte hai fatto 5 contro uno?

C.: minchia… (ride)

P.: dimmelo… allora, se ora viene (inc.) 4 contro uno che fa un c’ha fai?.. minchia una vota cu 5 ora cu 4… (ride)

C.: rice, o 4 o 5 è la stessa cosa, non è che cambia niente

P.: dico, io, te lo sto (inc.) no? (ride)

C.: minchia… (ridono) …no va bé dai,minchia domani ne riparliamo, ascoltami…

P.: Allora…

C.: …il problema per adesso e uno, questo stronzo già ha voluto le carte, il problema ore è che se ci viene lui assieme a me, lui andrà a dire la sua versione e io…

P.: G…. Gianfrà…

C.: …dovrò fare… dovrò dare l’impressione

P.: G.

C.: Eh Mì?

P.: G.

C.: Dimmi.

P.: A te… a mio avviso… a mio avviso, penso che questa cosa la gestisca Emanuele… penso, ah?.. Spero

C.: Ma io spero pure di si, Mimmo, perché

se no veramente stiamo improvvisando

P.: Allora, tu ascolta me, se la sta gestendo qualcun’altro

C.: Tu hai c… tu hai notizie di questo?

P.: Cer… certe

C.: Certe… va be, senti una cosa Mimmo, ma la FINOCCHIARO che cazzo ha fatto?

P.: Statti zitto, tutto a posto, anche lì

C.: Va bene… ok… Allora…

P.: Domani ti aggiorno…

C.: Mimmo…

P.: Domani ti aggiorno

C.: Mimmo..?

P.: Tu devi sapere che ieri, mattina…

C.: Si

P.: aspetta, ieri mattina?.. ieri..ieri… lunedì ieri era?

C.: Lunedì era ieri, si

P.: Eh… allora, ieri mattina c’è stato una riunione a tre

C.: Si

P.: Due maschietti ed una femminuccia

C.: Ho capito… ho capito

P.: per cui veramente…

C.: Quindi è stata concordata una strategia

P.: Io e…ecco… è stata data una…bene?

C.: Va bene, ok, va bene… a posto Mimmo va be…

P.: E quindi tu vacci… vacci, ti fai una cer…

C.: …dico l’importante.. l’importante

P.: Ascolta, tu vacci…

C.: … è che c’è già un’altro (inc.)

P.: G…. G. vacci, certo, sicuro e matematico

C.: Va bene

P.: Se quel ragazzo, se quel signore vuole fare il biricchino, vuole fare il capriccioso, vuole… qualsiasi

cosa voglia fare… fallo andare perché veramente più s… allora più si muove in una direzione e più la piglia nel di dietro.

C.: Perfetto… perfetto, va benissimo quindi a me mi conviene non parlare

P.: No, tu ascolta…

C.: Si.

P.: …a me mi interessava che tu avessi una disposizione, dal tuo capo, che dovevi esserci

C.: No, infatti ora mi sta facendo la delega, ora m’ha… m’ha chiamato poco fa e mi ha detto,“G.

vedi che la questione è questa

P.: Lo so, lo so… lo so perché veramente… a me m’interessava che tu fossi presente, dai

C.: Va bene, senti…

P.: G…. perché la strada che prendevo io… la strada che prendevo io, che era quella, l’altra

C.: si

P.: e poi diventava ingestibile… per altri motivi, va

C.: Si, lo so

P.: Perché la Di… la DIGOS poi tu sai che… (ride) li utilizza al contrario ste cose

C.: Senti, faccio una cosa, Mimmo, te la registro tutta la questione

P.: G….

C.: Eh Mì

P.: …(inc.) non penso… non rischiare tanto perché le sai… nella vita poi

non… non vorrei che qualcuno si accorge di qualcosa poi ti sputtani inutilmente, va

C.: Mimmo…Mimmo, ma tu lo conosci il samsung?

P.: Si

C.: basta che lo posi sul tavolo, lui fa

tutte cose da solo, tu non è che devi fare niente

P.: Eh… va bene

C.: Quindi non devo fare niente, non devo mettere niente addosso

P.: (inc.)

C.: …metto il telefonino sul tavolo e lo metto… faccio finta che lo metto in silenzioso

P.: Ok

C.: No va be, non ti preoccupare… ci penso io

P.: Va bene G., ti ringrazio, va

bene?

C.: Quindi domani… allora domani ci vediamo a pranzo, giusto?.. Poi…poi il volo a che ora ce l’hai?

P.: Si… io sarà… c’ho l’aereo…veramente mi parte alle 19 e… diciannove e dieci si, diciannove e dieci da… da Palermo

C.: Perfetto

P.: Ok?.. perché abbiamo tutto il tempo veramente per stare…

C.: No, fatti lasciare da me che poi ci penso io…

P.: E questo… io faccio in modo di arrivare da te all’una…

C.: Si

P.: e poi loro se ne ritornano e noi stiamo, diciamo, dall’una fino alle sei… diciamo, se puoi alle sei…

C.: Se tu hai difficoltà, Mimmo…

P.: …sei e un quarto

C.: Mimmo, se tu hai difficoltà, portati la tua macchina, ti lascio in aeroporto e poi te la f… te la

riaccompagno a Catania

P.: No, no, mi accompagna il segretario,

hai capito?.. mi faccio accompagnare da lui… da U….

C.: Come vuoi, se hai difficoltà posso

fare pure accussì

P.: Va bene

C.: va bene?.. dimmi tu

P.: …ok

C.: ok

P.: beddu, ci vediamo domanie tu preparati dico, a fare 5 contro uno

C.: si, va bene… va bene, ok

P.: (ride) no scusa, 4 contro uno

C.: 4 contro uno, va bene

P.: grazie (inc.)… 4 contro uno, singolo lo faceva una volta (ride) eri più arriposato, ora sei più

C.: 5…

P.: … più arri posato no?

C.: …5 contro uno era prima di 18 anni

(ridono)… va be Mimmù, poi per il resto tutto apposto?

P.: si, si, si, G., per il resto tutto apposto, io… domani poi ti aggiorno di alcune cose, veramente

che… di fatto sono avvenuti… al solito quelli che… la mena marcia è sempre quello stronzo lì, tramite il

suo capo però ah

C.: tramite il suo capo, lo so… senti una cosa ma… in tutto questo dov’è che vai poi?

P.: senti, io devo andare a (inc.)…

C.: e dove minchia è?

P.: …Germania

C.: in Germania

P.: …in Germania

C.: va bene, ok… va be, l’importante è ca s’arrisolve

P.: purtroppo G…. mi stavo…mi stavo organizzando, veramente, per farmi anche io… mi volevo fare veramente… ti volevo dare una mano,no perché dissi “minchia, ora si bisticciano 4, un (inc.)…”C.: che poi minchia, ora…P.: …siamo 2… cu dui…(si accavallano le voci)P.: …siamo più robusti, li sistemiamo come Dio comanda. C.: va bene (ridono)… senti una cosa..aspè, che ti volevo… quanto ti tengono, lo sai? P.: no, G., no(…)P.: un bacio, sentiamoci… vediamoci domani, va bene?C.: va bene ok, statti bene P.: ciao G., ciao.

Il 13 marzo, poi alle ore 21,12 (progr.23523, decr.1873/11) dopo la riunione delle ore precedenti C. ne fa a P. il resoconto, mentre sono intercettati. Anche questa conversazione, come già ripetute volte evidenziato, costituisce un fulgido esempio, oltre che del livello della compenetrazione corruttiva tra il C. e il P. e della sua più totale e intimo ripudio del C. del ruolo che rivestiva (diretto funzionalente alla tutela degli interessi pubblici), ma pure della sua maestria nel saper raggirare chi non avesse il suo stesso livello di conoscenza delle normative e delle prassi amministrative in materia ambientale. C., disvelando il suo acume psicologico, fa al P. un dettagliato resoconto sul modo in cui ha diretto sotto traccia l’andamento dell’intero dibattito, divenendo il punto di riferimento del presidente Emanuele, il timore di Zuccarello, il tacitatore degli oppositori della discarica di Valanghe e di Tiritì, a furia di astuzie argomentative tatticismi e menzogne (di cui si autocompiace). E gli riferisce naturalmente le osservazioni fatte nei confronti di ciascuno dei partecipanti alla riunione (Michelon, ad esempio, in tutto ciò era rimasto sempre muto, confermando il sentimento di diffidenza di entrambi gli interlocutori).

In sostanza C. relaziona al P. come abbia manipolato tutti quanti, facendo credere che la discarica di contrada Tiritì sia prossima alla chiusura, a giugno (come già visto, chiuderà nel giugno del 2013) e a far credere che il nuovo impianto di Valanghe d’Inverno sarà conforme alla legge e al nuovo piano rifiuti (a differenza di altre discariche in fieri) poiché sarà dotato di impianto di biostabilizzazione, imboccando in tal senso anche il direttore Emanule. Emanule, riferisce ancora C. al P., si è impegnato in assemblea a contattare la sua ditta per sapere che intensione ha sull’impiantistica, che “serve a migliorare il prodotto che va in discarica”, e comunque ha espresso che non si debba più nemmeno discutere della discarica di Rammacca, perché “le discariche vanno a morire” .

Si riportano alcuni stralci del suddetto resoconto del C. tra i più significativi :

C.:..spunta Emanuele ci fa…dice “guarda… noi abbiamo fatto il piano rifiuti… prevede gli impianti… … servono per eliminare le discariche… le discariche sono oggetti che ormai vanno a finire…quindi gli impianti servono a migliorare il prodotto che va in discarica... etc… etc… quindi devo chiamarmi l’impresa per sapere come la pensa ..e che cosa vuole fare come sviluppo….mi chiamerò anche questa impresa e mi farò dire che cosa prevede come sviluppo… quindi ci vuole l’impianto di biostabilizzazione”.

..P.: Ottimo…

C.: Oltre questo…eh…spunta ZUCCARELLO.. non può schierarsi apertamente perché nel frattempo di mattina avevamo parlato assieme che mi aveva chiamato lui dicendomi… dice “che cosa dobbiamo fare qua… le carte etc. etc.” e ci dissi: guardi noi leggiamo carte…fino a quando l’ARPA ci da queste carte dove ci dice che non c’è niente… noi non possiamo fare niente… se l’ARPA a un certo punto cambia e ci dice che c’è inquinamento ne possiamo prendere atto…

P.: Certo…

C.: …però come abbiamo fatto per le altre discariche c’è prima l’ammonizione… poi c’è la diffida… prima di arrivare alla… alla rescissione del decreto ce ne sono centomila strade… cioè… e non mi ha potuto dire niente… mi ha dovuto dare ragione… dice “si…vero… vero… vero”… tant’è che in riunione disse così… disse “no sa… l’ARPA mi ha scritto che non ci sono polveri… che non ci sono inquinamenti che è tutto a posto… e quindi noi non abbiamo elementi per potere procedere”… quindi fece come gli dissi io… poi per… infatti…sta cosa mi stranizzò… mi stranizzò perché… perché poi lui attaccò con il RAMACCA… “ah… ma noi avevamo proposto un’alternativa a RAMACCA però…” si rivolge a Emanuele ci fa dice “però voi ci avete dato parere negativo quindi eh… non si può fare”… Emanuele non ha replicato perché non sapeva la discussione e quindi non si è infilato nella questione…P.: Certo……si è stato zitto…

C.: Nel frattempo spunta DI GUARDO e comincia a fare la sua requisitoria… “ah… no… perché dobbiamo de… de localizzare l’intervento”… spunta LEANZA e fa dice “ma anche la ditta stessa non la può spostare di oltre cinque chilometri... ma… non deve essere per forza un’altra alternativa… ma anche la ditta stessa non lo può spostare?” Spunta Emanuele e dice “guardi queste sono scelte eh…politiche della società… noi non possiamo imporre (…) … spunta pure quella del comitato e ci misi puru a sua…spunta eh… LA PIANA la…questo ragazzino e comincia a dire “ah… ma perché LOMBARDO ci disse di sospendere il provvedimento in attesa di capire come vanno le cose…quindi noi vogliamo capire che significa sospendere”… spunta Emanuele “scusi… lei ha parlato con Lombardo? Glielo chieda a lui ..

P.: (ride)

C.: …… io nel frattempo sono intervenuto dicendo a Emanuele…perché il mio interlocutore era Emanuele…Eh… direttore l’altra… le do un’altra chiave di lettura e facendo l’impianto di biostabilizzazione il prodotto che va in discarica è un inerte… quindi un inerte che non fa più puzza… quindi ammesso che ci voglia la discarica a supporto… la discarica sarà riempita da questi prodotti… siccome il piano rifiuti prevede l’impiantistica… se noi…come prevede il piano rifiuti…andiamo ad abilitare tutte le discariche di impianti…evidentemente abbiamo mi…migliorato la… il risultato… Poi un’altra cosa…

P.: Certo…

C.: Nel frattempo avevo detto che loro…a questo punto la… la… la consigliera quella di maggioranza mi punta il dito sulla discarica…eh… Tiritì che mi fa puzza…“ah… ma perché noi non rescindiamo quella di la… Tiritì che la fonte di puzza è quella… perché prima che si esaurisce e che parte contrada Valanghe ci vuole un anno… quindi e… ci vuole un sacco di tempo e nel frattempo la puzza continua”…guardi la discarica di Tiritì è in esaurimento a giugno chiude dopodiché parte la bonifica… io non sapevo le date precise… dissi giugno…

P.: Certo…

C.: …sparai

P.: Certo… certo..

C.: “Ah… ma”… spunta… la consigliera provinciale e fa “ah…ma perché se giugno non… non si attua questa cosa che succede?” Dice… guardi dai piani semestrali che presenta l’impresa la… la discarica è in fase di esaurimento…se poi ci sono dei… e… volumi residui è perché o è diminuito il volume del re…del rifiuto raccolto…

P.: In entrata certo…

C.: …oppure la raccolta… eh… oppure la raccolta differenziata ha… ha migliorato di tanto la… la discarica stessa… quindi ci sono concause che bisogna valutare… ad oggi l’unico dato certo è che continuando così con questi volumi a giugno chiude… a giugno parte la bonifica… dice “ah… questa è una buona notizia”… dissero tutti

P.: (ride)

C.: Quindi bonificando Tiritì parte…ah… spunta ZUCCARELLO dice “si…chiude Tiritì però poi parte contrada Valanghe d’Inverno”… ci dissi ma quello è un decreto perché non deve partire? Non abbiamo motivi per non farla partire… ad oggi motivi validi non ne abbiamo… e quindi Emanuele stesso… ad Emanuele questa cosa è servita pure perché nel frattempo la comunicazione di giugno a lui è servita per bloccare la consigliera provinciale e anche quella del comitato che già avevano cominciato agghisari a vuci…

P.: Si?

C.: Poi la conclusione è stata che faremo l’appuntamento con la ditta per verificare che l’impianto… che cosa vuole fare dell’impianto che… e che cosa c’ha in aderenza al nuovo piano rifiuti… perché già è uscito… cioè… che cosa sta facendo in aderenza al nuovo piano rifiuti e come si pone la discarica… perché dice “discariche non ce ne devono essere più… discariche”.

P.: Ma scusa… il nuovo piano rifiuti qual è? Scusa G….C.: Ce l’ho io Mimmo…No.. ce l’ho io…

P.: Ma se al Ministero non è approvato.. ancora sto nuovo piano…

C.: Mimmo… è stato P.collato qua…se ne sono fottuti… hanno avu…hanno avuto il visto della Corte dei

Conti e se ne sono fottuti… hanno fatto… eh… infatti non è un piano è un programma… l’hanno chiamato programma proprio per scavalcare la cosa del Ministero… e domani…

P.: Non va pubblicato sto pro… sto programma non va pubblicato?

C.: Domani ti mando il fax…

P.: Minchia…. cose da impazzire carusi…

C.: Vabbe… ma non ti intacca Mimmo…

P.: Ah… lo so… certo…

C.: A te non ti intacca

P.: Certo… certo…

C.: E quindi… anzi… anzi… ci serve perché.. nel frattempo la consi… la comitato di quartiere cominciò a dire “ah… ma c’è la discarica di Palagonia… contrada Margitelli…eh… che è pronta ed è… voi come AIA ancora non avete fatto niente”…Ci dissi senta... guardi che il

Comune di Palagonia è da un anno che ha avuto la richiesta di integrazioni e non ha fatto niente… quindi per me la pratica rimane la fino a quando il Comune non ci da le carte… se il Comune non ci da carte per me è morta quella cosa…

P.: E si… certo…

C.: Poi spunta di nuovo questa di qua…… del comitato e comincia a fare… dice “ah… ma poi su contrada Valanghe la ditta non ha presentato ancora neanche le garanzie finanziarie”… , Ci dissi “guardi che la ditta è a posto per quanto riguarda le garanzie finanziarie”…“no… no… non le ha presentate..non le hanno presentate io lo so…”ne sono sicura… non le ha presentate”… siccome le garanzie finanziarie si prestano all’effettuazione dell’abbancamento… non ho nessun obbligo di presentarle adesso neanche per quanto riguarda il post-mortem…perché altrimenti non avendo certezza di quando la ditta va a realizzare sarebbe un onere sprecato… invece quando l’impianto si sa che andrà realizzato e allora a quel punto poi si attuano le garanzie finanziarie.

P.: Cioè… collaudo… su collaudo…collaudo…

C.: In quella data ci saranno le garanzie finanziarie e si misi u parrapicca puru Ti ho sintetizzato tutto… però tutto questo… Mimmo… io ce l’ho già memorizzato

Ne esce fuori un quadro delirante, in cui tutto è deformato nell’ottica deviata dei due colloquianti e in cui la funzione di tutela degli interessi pubbblici dell’incontro e dei temi trattati è proprio ciò che è avversato. C. per di più commentando il tutto col P. in un impeto rievocativo taccia Natale Zuccarello di essere un venduto (C.: Natale è venduto..). Infine racconta al P. di avere registrato alcune confidenze fattegli da alcuni partecipanti alla fine della riunione, tra cui quelle di una ex sindaca, circa il fatto che quell’iniziativa contro la discarica del P. sarebbe stata solo una montatura elettorale.

Testuale :

C.: …ti ho sintetizzato tutto… però tutto questo… Mimmo… io ce l’ho già memorizzato…,

inoltre… inoltre…quando finisce la riunione ci facciamo a gruppetti e io casualmente capito accanto al Sindaco…

P.: Si…

C.: Il Sindaco mi pigghia a sulu che eravamo soli completamente… mi fa “guardi… io non ne posso più è da

dieci anni che sopporto a tutti…questi sono”… li ha chiamati… li ha eh… “sono banditi… sono”…

eh… minchia un altro termine che c’ho registrato… Mimmo… poi te le fari sientiri… minchia… è da

morire questa dichiarazione… ma…proprio registrato benissimo perché avevo il telefono in mano e chista

chi parrava… ca è bassa…minchia… parlava all’altezza

guarda… eh… “no… mi deve credere questa è una situazione delle elezioni… appena finiscono le

elezioni un c’è chiu niente…tutti… picchì sunnu sciarriati uno cu l’avutru… vede questi due… LA

PIANA con DI GUARDO sono tutti e due candidati dello stesso partito e si stanno facendo la guerra e si spaccheranno… tra poco ci sono le elezioni e questi si spaccheranno a

morte… quindi… io ritengo che questa sarà l’ultima riunione che noi facciamo… perché ormai ci sono le

elezioni e non ci vedremo più… non avremo più possibilità di fare riunioni del genere perché sono tutti così”… e mi fa… dice “vede…questi sono tutti soggetti che…

eh… ora parlano e poi non parlano più… poi ce la posso dire una cosa?” Mi fa… “ce la posso dire una cosa? Io c’ho la casa sotto la discarica...

P.: Si… vero è…

C.: …continuo ad abitare li… le giuro che non sento nessuna puzza”… ma a te… te lo…

P.: Questo lo diceva il Sindaco?

C.: Si. ma a te te l’ha detto mai una cosa del genere?

P.: Senti… G….

C.: Eh…

P.: Ti giuro che gli ultimi sei mesi…gli ultimi otto mesi ha scritto lettere di quelle che praticamente…

e quando gli ho detto a lei…

C.: Mimmo…

P.: Ohu…

C.: Non lo puoi capire…

P.: Ma tu…

C.: Non lo puoi capire… guarda… se non senti questa registrazione…

P.: Ma tu hai visto… hai visto… io t’ho mandato a te un documento che l’unico che sono riuscito a fare…

C.: Si… si…

P.: G…. l’unico…

C.: Si…

P.: L’unico dove veramente lo stesso comitato non ha attivato la procedura che si era programmata presso una

istituzione di governo

C.: Si…

P.: Ma è l’unica riunione… perché poi a me non mi avvisano… non mi chiamano… no… non…. cioè a

dire… è come dire io di te ne parlo peste e corna però quando io veramente tu mi ti fai sentire piglia e io non ti voglio ascoltare…

C.: Si…

P.: A quel punto che cosa fai?

C.: (incomprensibile)

P.: Vai a fare in culo…

C.: Oh… perfetto Mimmo…

P.: E’ giusto?

C.: …guarda che questo elemento tu ora te lo trasferisci… questo coso che c’ho io te lo trasferisci in un cd

P.: Certo…

C.: …e con questo te ne puoi andare in Procura…

P.: Invece G….

C.: Ammazzi a tutti… Mimmo… li ammazzi a tutti…

Il 24 marzo 2012 ore 9,17 (progr.24411, decr.1873/11) si registrava un’altra delle conversazioni, come le precedenti, molto importanti ai fini delle valutazioni da compiere nel processo. P. fa al C. un minuzioso resoconto del soggiorno all’estero dove ha deciso di andare per scelte di cura relative alla sua malattia e non mancando come di consueto di relazionargli le sue avventure sessuali (tra l’altro del regalo di un Cartier di 6000,00 euro fatto alla ragazza), che in questo caso, commenta, sono funzionali al buon umore che giova al suo tipo di problema di salute. Si soffermano pure a disquisire sull’origine dei diversi tumori da inquinamento atmosferico. Di straforo fanno riferimento al fatto che nessuno di loro due nella giornata del 20 marzo ha potuto a Roma usufruire delle prostitute prenotate, perché P. era, appunto, all’estero per la sua cura, e C. era stato male (C.: Eh..minchia..a..stissa..cuosa..mia..dico..tu..‘mmagini..avissimu..statu.a..Roma..cu..quattru..cincu..sei..dieci..minchia..guarda…un trunzu ri mala fiura bestiale..).

Ad un certo punto P. chiede al C. di ritornare sugli argomenti della riunione del 13 marzo, di cui fino a tarda sera di quello stesso giorno C. gli aveva fatto una sintesi. A C. preme consegnargli la registrazione che ne ha fatto, ma gli garantisce che l’iniziatva di aprire un procedimento sulle sue discariche non ha avuto seguito tanto che Zuccarello gli ha restituito tutto l’incartamento della pratica OIKOS (C.: …ti do un altro programma…io ho queste cose nel telefono che devo assolutamente..scaricare..prima..che..le..perdo…quindi..io..preferirei…P.:Eh..no..ma…bravobravo….

P.: Per me era… per me era te l’ho detto… invece beddu… mi aggiorni un momento per quanto riguarda… poi questa la continuiamo… eh… di presenza…P.: …ci sono novità… li… qua a Catania… che cosa è successo? Perché io…C.: Allora per quanto riguarda la questione…P.: …l’unica persona con cui ho parlato… ho parlato veramente stamattina..(…) è Chicco SUDANO(..)C.: Si… ho capito… ho capito… senti una cosa… allora per quanto riguarda la questione non ci sono state più novità… ZUCCARELLO mi ha consegnato nuovamente tutto l’incartamento OIKOS… e le carte ce le ho tutte io… quindi questo significa che poi non c’è stato un seguito...P.: Si…C.: …quindi è probabile che ci sia la seconda fase… la seconda fase consiste nel fatto che si sono dedicati alle elezioni e non rompono più i coglioni… perchè hanno interessi sulle elezioni… questi..).

P., osserva il Tribunale, è molto preoccupato per il nuovo piano rifiuti a causa del quale, tra l’altro, il consiglio comunale vuole bloccare i suoi progetti, e del quale ritorna a parlare con toni di grave allarme, trovando conforto nelle parole del C., il quale gli assicura che il progetto della sua nuova discarica sarebbe in regola col piano rifiuti, chè avrebbe ammesso di realizzare impianti a servizio delle discariche preesistenti, così come, notava, aveva condiviso anche il direttore Emanuele, il quale al contempo aveva negato drasticamente la possibilità di realizzare discariche nuove (..spunta Emanuele e dice “guardi la discarica non è da piano… quindi u si ni ponnu fari chiu discariche… è inutile c’ammutamu u scieccu na…n’acchianata”.; pag.259 trascrizione decr. 1873/11).

Convengono che la cosa migliore sia parlare con Emanuele magari ancora per il tramite del Michelon :

C.: …la discussione è finita che Emanuele si è impegnato con tutti i soggetti…

P.: Si…

C.: …a chiamarti…

P.: Si…

C.: …per dirti di fare l’impianto di biostabilizzazione…..Ah… te l’avevo detto? Ah… va bene…

P.: Si… ora… di fatto… veramente…questo passaggio a me mi è sembrato anche il più bello di tutti…perchè… veramente… se oggi…veramente… a seguito di… Emanuele scrive due parole… io me le porto in consiglio… il consiglio…veramente… perchè il consiglio mi ha bloccato... perchè? Perchè… di fatto… veramente… il piano rifiuti… era stato ripresentato nuovamente… giusto… su Roma…che cosa c’è in questo piano? E mi bloccano… mi fa… fare manco…manco un punto… allora… se io…veramente…

C.: No..no..no… no… il piano..il piano dava la possibilità di realizzare impianti a servizio… al servizio di discariche esistenti

P.: No… no… io… allora… loro praticamente… stanno parlano dell’ambito Simeto Ambiente… no? L’ambito Simeto Ambiente è uno…giusto?

C.: Eh… e quindi?

P.: Tieni presente che come discarica noi facciamo parte dell’ambito Simeto Ambiente… che cosa è… che è praticamente… in poche parole? Come ambito Simeto Ambiente… la Regione… ha previsto qualcosa di seguire o noi stiamo facendo qualcos’altro…. ora… in questo piano io non penso che ci siano…praticamente… se Emanuele…veramente… questo piano già è fuori… perchè mi hai detto tu che era uno stralcio… come cazzo era stu stralcio

C.: No… già è ufficiale… già è ufficiale… c’è il P.collo… c’è tutto…P.: Ah… e allora… nel momento in cui… veramente… ce l’abbiamo…noi lo facciamo… lo sposiamo...prepariamo nuovamente la parte della gassificazione con produzione di energia elettrica… in assenza…giusto?

C.: Si…

P.: E allora… un progetto…

C.: Scusami… Mimmo… allura faciemu n’avutra cuosa… faciemu n’avutra cuosa… se tu sei d’accordo…quando… se tu vuoi… a scendere..a questo punto…

P.: E io farei… che cosa? C.: …ti prendo appuntamento con Emanuele...

P.: No… io… più che tu… perché Emanuele vedi che… allora questo decidiamolo… vuoi prenderlo tu oppure te lo faccio prendere oppure ci tento io… prima?

C.: Ma sai la cosa…

P.: Perchè… anche…

C.: …la farei gestire da MICHELON..una volta che…

P.: E allora… ci rici ri sta maniera…se tu chiami Mimmo… gli dici: Mimmo P. è stato dieci giorni fuori…ci rici: ed è tornato sabato… che aveva… ci rici: cose fuori dalla…di fatto… veramente… ci rici:

voleva sapere da te… un incontro con te e Emanuele… Mimmo vuoi che lo fissi tu… oppure vuoi che lo fissa lui… chiama lui… si fa sentire lui da Emanuele?

C.: Ah… si… va bene… facciamo cosi

P.: Cioè se noi facciamo questo passaggio… noi capiamo se lui è…cioè questa cosa serve a due motivi… se lo prende lui l’appuntamento..G….

C. inoltra tranquillizza P. pure sulla questione del parco intorno al Castello di Motta Sant’Anastasia ed ulteriormente sull’atteggiamento esplicitato dall’Emanule circa il futuro della discarica di Valanghe d’Inverno :

P.: (…) qua su Motta…so che non hanno fatto nulla ancora… da delibera… sai…parco… non parco… eh… ma io già domani inizio a lavorare su questa cosa veramente… cerco un momento di… di programmarmi…

C.: Ma… guarda… eh… io ti vorrei far venire a parlare col mio collega dei parchi… perchè io ho parlato col direttore… lui me l’ha detto…te l’ho riferito… dice: “ma puonnu fari tuttu chiddu chi vuonnu il parco noi da qua lo delimitiamo… a noi non è che serve il comune che mi dice che deve essere di duemila ettari…siamo noi a decidere”…

Il 26 marzo 2012 alle 13,54 (progr.24527,decr.1873/11) P. chiama Francesco D’Urso dell’ARPA di Catania e stabiliscono un appuntamento alle ore 14,30 al ristorante di Catania Ernesto. Si comprende che P. deve dire o fare con lui qualcosa di cui non si può parlare a telefono. Si ricorderà che Francesco D’Urso era all’epoca dei fatti il funzionario dell’ARPA che si occupava delle verifiche ambientali della discarica del P. e al quale P. e C. ripetutamente fanno riferimento nelle loro conversazioni :

D’URSO:Pronto?

P.:Si…Francesco?

D’URSO:Buongiorno…

P.: Mi senti? Ti viene comodo da Ernesto? Ci mangiamo qualcosa veloce… veloce sopra?

D’URSO: Si… va benissimo…

P.: Eh… come orario… io… sto per partire… diciamo… mi trovo a un quarto d’ora venti minuti massimo…massimo…

D’URSO: Io… forse perderò qualche minuto in più… però… comunque si… dovrei esserci…

P.: Allora facciamo mezz’ora? Così facciamo con calma tutti?

D’URSO: Si… si…P.: Non corro allora…

D’URSO: Perfetto… perfetto… perfetto..perfetto… due e mezzo…

P.: Due e mezzo allora… due e mezzo…D’URSO: Benissimo…

P.: Grazie…

D’URSO: …okay… grazie a te… ciao…Ciao

P.: Ciao… ciao.

Il 26 marzo 2012 (progr.14481, decr. 1342/11) C. fa qualcosa che anche il teste Evola, nel riferirne, ha definito quanto meno sorprendente: fingendo di essere P. chiama la segreteria di Emanuele e chiede di avere un appuntamento, a nome appunto del P. della OIKOS di Catania. Ciò, va sottolineato, avendo a cuore (come rivelano le precedenti conversazioni col P.) un riscontro immediato dalla posizione favorevole alle discariche del P. che lo stesso direttore del dipartimento acque e rifiuti Emanuele aveva manifestato a quella straordinaria riunione del 13 marzo. D’altra parte C. aveva concordato col P. che occorreva al più presto contattare Emanuele per sondare su tutte le problematiche che ancora lo disturbavano (anche se a un certo punto erano rimasti d’accordo che avrebbe utilizzato come tramite il Michelon) :

SEGRETARIO: Pronto?

C.: Si, buongiorno, la segreteria del direttore Emanuele per favore?

SEGRETARIO: E’ questa, buongiorno

C.: Buongiorno, senta una cortesia…OIKOS, P., so che il direttore mi ha cercato

SEGRETARIO: Si

C.: …mi può fissare un appuntamento per domani possibilmente?

SEGRETARIO: E guardi, se mi da una… telefono? 3..?

C.: Eh…

SEGRETARIO: Il suo telefono

C.: Si… no, non me lo ricordo a memoria glielo posso mandare per messaggio…o aspetti un attimo provo a cercarlo in rubrica un attimo…

SEGRETARIO: Intanto lei è il signor?

C.: P., M. P.

SEGRETARIO: Il nome scusi?

C.: M. P.

SEGRETARIO: M…. e ha detto OIKOS, ho sentito bene?

C.: Si

SEGRETARIO: Bene, se mi da il numero lo metto in agenda, così non appena viene il direttore ci conferma tutto

C.: Si, un attimo solo che… sto cercando… 348…

SEGRETARIO: Si

C.: 22, 58…

SEGRETARIO: 22, 58..?

C.: 672

SEGRETARIO: 672… preferibilmente per domani

C.: Domani, anche nel pomeriggio

SEGRETARIO: Va bene… le facciamo sapere

C.: ok, grazie

SEGRETARIO: A lei, buongiorno

C.: Arrivederci

Il 26 marzo 2012 alle 16,12 progr.14516, decr. 1342/11) C. telefona al negozio Pick per sapere se la fattura del televisore Sharp è arriata (C.: Andrea, buonasera, C.….era per il televisore. lo Sharp che doveva arrivare la fattura si ricorda?) e alla risposta negativa dell’impiegato commenta quel ritardo (C.: Andrea, ma stu televisore sta diventando vecchio.ANDREA: Lo so… lo so, un attimo… un attimo solo.(..) C.: Ok, grazie).

Ma alle ore 18,28 (progr.4533,decr.1342/11) dal negozio gli veniva comunicato che la fattura del televisopre è arrivata e che gli verrà dato al prezzo scontato di euro 2.880,00 euro. C. chiede se l’indomani potrà ritiralo e l’impiegato, rispondendo di si, chiede a sua volta, facendo riferimento a dell’altra merce, se potrà ritirare anche quella entro la settimana successiva.

C.: Ehi Andrea, buona sera

ANDREA: Allora, ce l’abbiamo fatta

C.: Ma che mi rici

ANDREA: Eh… si, abbiamo partorito, allora duemila

C.: Minchia un colpo di culo

ANDREA: …duemila otto e ottanta… ta, ta

C.: Che fa… avvicino domani pomeriggio?

ANDREA: Va benissimo, ok

C.: La trovo, Andrea?

ANDREA: Si, si, mi trova

C.: Va bene

ANDREA: …ma invece mi dica una cosa, mi diceva Vincenzo una cosa… lei ha possibilità di quella cosa di farmelo chiudere questa settimana?

C.: Guardi o domani pomeriggio o giovedì pomeriggio

ANDREA: Ah, va be, però se gli può chiedere la cortesia di chiudermelo perché io con tutta quella merce dentro mi fa un grande regalo e poi saremo noi….

C.: E lo so… ma non dipende da noi guardi

ANDREA: No, certo, certo, va benissimo

C.: Stiamo aspettando che si… finiscono di montare il parquet

ANDREA: Va benissimo… va bene, ok,grazie… grazie tante, arrivederci

Il 26 marzo 2012 alle ore 16,36, quindi dopo avere preso l’appuntamento con il segretario del direttore Emanuele tra questi e il P., C. scrive un SMS al P. (progr.14522, decr.1342/11) avvisandolo proprio di ciò :

l appunt e per martedi o giovedi.

tieniti pronto

Il 27 marzo 2012 alle ore 8,56, quindi C. chiama Michelon lo avverte di indirizzare” l’appuntamento di cui sopra “su venerdi” (progr.14548, decr. 1342/11) :

MICHELON: Pronto?

C.: Mimmo?.. G., scusami

MICHELON: G., buongiorno

C.: Senti, ciao, vedi se puoi indirizzare l’appuntamento su venerdì

MICHELON: Su venerdì, va bene, d’accordo

C.: Ti ringrazio

MICHELON: Ti faccio sapere… va bene, ok

C.: Ciao, buona giornata

MICHELON: Ciao… ciao, ciao

Il 29 marzo 2012 alle ore 10,24 (progr.14726, decr.1342/11) C. avverte P. che il pranzo fissato (con Michelon ) è slittato a venerdì 6 aprile, perché il suo direttore Emanuele non è ancora pronto, in quanto sta ancora esaminando le carte e studiando la tariffa, di cui proprio quel giorno hanno chiesto allo stesso C.. P., apprendendo la nuova data dell’incontro a Palermo con Michelon, vuole comunque quel giorno stesso recarsi a Palermo perché ha dato un appuntamento ad una persona e perché inoltre così approfitta per andare insieme al C. da Pick up, il suddetto negozio di apparecchi di alta fedeltà in via Catania a Palermo, per vedere che fine ha fatto la questione del televisore, di cui il C. sta ancora aspettando per andare a pagarlo e ritirarlo (P.: Perché ho dato un appuntamento ad una persona, nel frattempo andiamo… per quel tv, tu sei rimasto all’ in piedi… cioè, ci sono cose che sono un po’ ferme… farei il salto lo stesso, per le due e mezza mangiamo assieme?).

C.: Ehilà, Mimmuzzo

P.: G.?

C.: Dimmi tutto

P.: Confermiamo pranzo?

C.: Si… che non te li leggi i messaggi?.. non te li leggi, lo so che non te li leggi, lo so

P.: (ride)… hai ragione, hai ragione

C.: No, è tutto annullato per oggi, Mimmo… l’appuntamento è fissato per il venerdì 6 alle ore 10,30 P.: Minchia…ma come mai, che succede?

C.: Niente, che Emanuele era.. non era pronto… anche, con le carte, non era pronto e quindi ha voluto spostare di una settimana per avere… infatti stamattina mi hanno telefonato, che vogliono la tariffa

P.: Senti una cosa, io vengo a mezzogior… vengo alle due…

C.: Si

P.: Perché ho dato un appuntamento ad una persona, nel frattempo andiamo… per quel tv, tu sei rimasto all’ in

piedi… cioè, ci sono cose che sono un po’ ferme… farei il salto lo stesso, per le due e mezza mangiamo assieme?

C.: Come no, ci mancherebbe, certo Mimmo

P.: Va bene… ovviamente stiamo assieme, và

C.: Si, si, tranquillo, per me non ci sono problemi, il problema è che ti volevo… ti volevo evitare…infatti sto coso tu mannavu… no ieri, te l’homandato l’altro

ieri…proprio per poterti organizzare

P.: (ride) G., non me li leggo i messaggi, ti giuro

C.: Eh, ho capito Mimmo, però l’unico modo per potere.. (ride).. che devo fare?.. pozzu chiamare o a U. o a Veronica

P.: (ride)… Senti, senti, ascolta..per quella cosa che mi hai dato tu di uisco.. uisco?

C.: Si… si

P.: La localizzazione impianto, mancano delle cartine… tu per avere (inc.)non è che..?

C.: planimetrie?

P.: come localizzazione d’impianto, cioè, di dove va messo sto caspita di… diciamo di autorizzazione, no?

C.: una coreografia, si… e te la posso prendere

P.: eh… me la puoi dove loro lo…lo…

C.: si, si… si, non ci sono problemi

P.: va bene, allora ci vediamo alle 2..?

C.: poi ti avevo scritto pure… Mimmo, ti avevo scritto pure, che nel caso in cui tu oggi venivi, poi ti facevi a Catania le tue cose… me le salivo io sabato.

P.: no, no, no, io sabato sono messo male, male, male, con… il capo capo… con il capo capo capo che mi vuole in mezzo ai coglioni và…

C.: eh, figurati (inc.)

P.: domani mattina… domani mattina invece c’ho… c’ho la capa… capa capa

C.: la capa capa

P.: e poi sabato c’è… domani è venerdì mi sembra..?

C.: domani è venerdì, si

P.: e sabato invece… allora, domani c’ho la capa… dopodomani invece c’ho il capo

C.: c’hai il capo, perfetto… quinni si misu buono… ti rimane la domenica pi dommere

P.: no, domenica… (ride) ti dico (inc.)

C.: domenica c’hai (inc.)?

P.: domeni… dome… ohu, domenica vedi che…(ride) non ho permesso, ah..?..minchia

C.: puzzu acchianare puru io?

P.: si, si, si

C.: se tu mi dici acchiano pure io (ride)

P.: si, si, si (ride)… ti giuro (ride)… minchia, domenica alle 4 c’è… pomeriggio…

C.: minchia, c’è la guerra, apposto siamo

P.: (ride) ovviamente io non c’andrò il pomeriggio, poi c’andrò la sera domenica

C.: allora è meglio

P.: certo caro (ride) nessuno ti vede, nessuno ti guarda, te ne vai…l0avutri si spupazzano (inc.) e tu

invece…

C.: eh… lo so, lo so

P.: abbagni… abbagni il biscotto (ridono)

C.: minchia…

P.: va bene G., allora ci vediamo più tardi

C.: ci vediamo più tardi, ti aspetto ok… preparo queste carte nel frattempo

P.: grazie… si… grazie, a più tardi… ciao

C.: ciao, ciao

Alle ore 18,00 (progr. 1211, del 29 marzo 2012) all’interno della autovettura del C. viene intercettata la conversazione tra lui e il P. che ha ad oggetto il pagamento di quel televisore Sharp e la consegna da parte del P. al C. di banconote per 10.000,00 euro. Si ricorderà che C. ha concordato con l’impiegato del negozio Pick up di via Catania a Palermo, che sarebbe andato a ritirare quel televisore.

Osserva il Tribunale che questa intercettazione è stata oggetto di un approfondito esame del teste Evola e del teste Sergio Moschera, che insieme al primo curò le attività di captazione.

Entrambi hanno ricostruito l’episodio nei minimi dettagli e con coerenza. Il teste Evola ha precisato di avere udieto l’apertura del bauletto porta oggetti e il fruscio delle banconote che P. vi riponeva dentro e quindi la chiusura del suo sportellino (v. p. 60 trascr. ud. 4.6.2015). Osserva il Tribunale che la ricostruzione dei testi, anche con riferimento a questa specifica dazione di denaro, è perfettamente aderente a quanto registrato. Inoltre la circostanza che in occasione di quel dialogo P. diede almeno 10.000,00 euro al C. risulta ulteriormente riscontrata nella conversazione che il giorno successivo questi avrà con la moglie, nel corso della quale alla sua domanda Mimmo te l’ha uscita qualche cosa per questo lavoro che stai facendo per lui, rispondeva di avere ricevuto da P. 10.000,00 euro (v. conversazione riportata subito dopo quella ora in analisi).

I testi hanno ricordato che tra l’altro durante tale intercettazione ambientale il sistema GPS, che intercettava gli spostamenti dell’auto del C., segnalò che i due si trovavano davanti al negozio Pick Up in via Catania.

In sostanza P. ha con sè una borsa piena di banconote, destinate a vari pagamenti e discutendo di questo col C., gli comunica che i 2.880 euro del prezzo del suo televisore li farà addebbiatare sul proprio conto e contemporaneamente prende banconote per 10.000 euro e le consegna al C. (..”tu dieci” ), quindi apre il bauletto portaogetti dell’auto e le ripone al sui interno chiudendo poi lo sportellino. Siccome P. si accinge ad andare a pagare, C. gli ingiunge di non usare assegni, perchè sarebbe una follia. Quindi mentre P. sta per scendere dall’auto gli dice di essere preoccupato per quella borsa piena di denaro che si sta portando dietro e di stare attento.

Va anche notato che C. approfitta della circostanza per chiedere a P. un consiglio su un albergo di Time Square a New York, dove ha programmato di trascorrere nel mese di luglio alcuni giorni di vacanza con la famiglia e che P. gli risponde mostrando la sua disponibilità a provvedere.

Considerata la rilevanza di questi scambi, se ne riporta la trascrizione integrale :

(si ascolta auto in movimento, rumori ambientali)

M.: Senti ma il televisore quell’amico te l’ha portato o no?

G.: L’ho… minchia ora si sono stoccati le gambe, eh… l’altro ieri mi hanno chiamato, dice: “sa… abbiamo finalmente la fattura.” Ci rissi: “vabbè ora… quindi qual è la situazione?” Dice: “no… abbiamo fatto il prezzo per lei.. come il dottor (inc.), senza iva

M.: Quantu ci vene?

G.: 2.800… ci rissi: “guardi… c’è possibilità di ridurre?” Dice: “no, perché questo è.”… “vabbè… eh… organizziamo…”

M.: Allora te li faccio mettere in acconto… io

G.: No, non ti… non ti preoccupare!

M.: Tu… 10 (inc.)…

G.: ma mica te l’ho detto per questo!

M.: No, quello… oh, minchia! Iu sae… haiu avutu un ‘npinsieri… uno…

G.: Cioè?

M.: Eravamo rimasti a chisti c’ammu a fari aviri autri 10 mila euro

G.: Uh…

M.: In più tu gli devi pagare il tuo TV… la tua Tv, ci rissi:guarda a G., ora sta facendo brutta figura!

G.: Perché?

M.: No dico…

G.: No, no… ha mancato pi iddi, Mimmo… tranquillo!

M.: Dico poi quelli veramente… so che tu vai, pigghi l’assegno e ci u fai.. capito?

G.: Quale assegno! Che fai scherzi!

M.: Ma picchì a nesciri chiddu? Capito?

G.: Già l’abbiamo concordato con quelli, in contanti, no… senza (inc.) senza nenti

M.: hai fatto bene!

G.: (inc.) va bene? E dove? Fuori?… Qua?… Ah?

M.: (inc.)

G.: Ce l’hai in mano…

M.: No! Non voglio essere…

G.: Ma Mimmo, quando è così eh… minchia… non è ca pò perdiri chiossà di tanto (inc.) C’iu voi fari sentiri stu cosa?

M.: Si, si… quello (inc.)… lui vedi che lo sa che tu sei… capito? Io sto giocando sia con l’uno che con l’altro… cioè dentro il PD e dentro (inc.).

G.: Cioè nel senso che lui sa che io esisto!?

M.: Tu sei organico!

G.: E sono nemico di Zuccarello… non lo sa?

M.: Nemico… tu… tu fai u funzionario… (inc.)

G.: Eh.

M.: sei nel giusto!

G.: Minchia! Emanuele

M.: Iddi… stannu… stannu facennu un po’… un po’ di…

G.: Senti… chiudi che facciamo l’aria, Mimmo

M.: No, no… aria fresca… aria fresca…

G.: Minchia, aria fresca chista a chiami?

M.: Avà, dai… aria fresca…

G.: Dai, ci sono i filtri puliti, non ti preoccupare, dai… tu chiuri… minchia nel traffico poi, Mi!

M.: Ma veramente! Sta succerenno invece un pò di casino… con (inc.).

G.: Minchia! Chissu un è como (inc.), si sta sciarriannu cu (inc.).

M.: (inc.) si sciarriau cu… Raciti

G.: Cu Raciti

M.: Si sciarriau cu cosa… cu… pi sta cazzo di tariffa chi c’avi (inc.).

G.: Ma non ne capisce un cazzo quello!

M.: non ne capisce! Qua (inc.) ci stannu tuccannu (inc.) ci stannu tuccannu…

G.: No MimmoMimmo… c’è qualcuno d’arreri!

M.: (inc.)

G.: Eh… e allora! Hai visto che l’hai capito? Non è… non è lui… non è lui… non è in grado di fare una cosa del genere. Ah… guarda che hanno chiesto la tua tariffa… probabilmente Venerdì Emanuele ti darà notizia della sola tariffa. Te lo ricordi venerdì prossimo alle dieci e mezza? Come no!

M.: (inc.)certo… minchia!

G.: Dai… mi dici no!

M.: Sta diciennu… ride

G.: L’ha chiamari iu?

M.: Nel senso (ride)… aoh… venerdì prossimo… giovedì prossimo sugnu cca a sira.

G.: Ah, bonu! Megliu ancora!

M.: Piglia e organizziamo.

G.: Prima di Paolo…

M.: Uh… vero, vero… prima so… come albergo dove me ne vado alle Palme oppure… oppure qualcosa del genere? Che scelgo?

G.: Senti…

M.: Ma io haiu organizzari, ah!

G.: Ci vulissi… ci vulissi qualcunu che ti fa trasiri!

M.: Ti fa trasiri… chi? A fimmina?

G.: Eh!

M.: (inc.)

G.: secondo me al… all’Astoria… all’Astoria sono…

M.: Più liberi?

G.: Si!

M.: Viri chi dda c’è…

G.: Ci sono tutti quelli…

M.: Mi canusciunu tutti! Mentri ddà un c’è chiù nuddu alle Palme… dei deputati!

G.: No!

M.: Una volta si.

G.: Ma secondo me anche ora c’è qualcuno Mimmo, picchì… giovedì…

M.: Un c’è nessuno alle Palme… ci durmivi…

G.: Erano anche all’Astoria…

M.: All’Astoria si, tutti i deputati ci sono! Chiddi ca ci su a Camera ci su in albergo (inc.) si ni vannu a natra pensione (inc.) 50 euro…

G.: Sì… picchì ci fu na camera a 50 euro… (inc.) pensione… sa chi cazzu… minchia, sunnu ‘nmezzu na strata! Gli fanno la camera a 50 euro… senti per quanto riguarda l’albergo di… di cosa… di New York… tu il Mediot al… al Time Square lo conosci? Ni sai parrari?

M.: Quando ci devi andare tu?

G.: A luglio! L’ultima settimana…

M.: Gradisci un albergo…stai parlando di? Fine o inizio?

G.: Fine, fine…

M.: Fine…

G.: Ci sarà un caldo da morire… la minchiata che…

M.: Verifico un po’ il migliore albergo che c’è in questo momento…

G.: No, il migliore no… ma c’è questo di qua che è centrale, il Mediot… sembra, dalle fotografie sembra buono. Siccome tu mi parlavi… noi siamo (inc.)

M.: statti fermo! Guardami a me!

G.: Mi serve… mi serve centrale, Mimmo!

M.: Centrale, centrale… come vuoi tu…

G.: Se mi fai…

M.: Poi una limousine ti viene a prendere all’aeroporto…

G.: Si, vabbè! A sta minchia… ci sono pure i miei amici!

M.: (ride)

G.: Vabbè… eh… siccome c’è mio cugino là…

M.: Scusa… aspetta… aspetta… sei tu e tua moglie o ci sono i tuoi amici?

G.: No, ci sono anche i miei amici.

M.: (inc.)

G.: No, ma chi fa scherzi? Minchia…

M.: No, no… non ti faccio fare brutta figura!

G.: Te lo dico io…

M.: Non ti faccio fare brutta figura. Ma chi è questo amico?

G.: No, c’è mio cugino là! Io già gli ho detto c’ho un cugino che si sta occupando della questione della sistemazione… eccetera eccetera… ogni volta che…

M.: Sì… ma io stavo pensando di… organizzarti l’ambasciata, tutte queste cose, ma…

G.: Ma quale ambasciata!

M.: Un conto che sei tu e tua moglie, un conto che…

G.: No, Mimmo… stai tranquillo!

M.: Ti volevo fare più, più… presidenziale, dai!

G.: Chiù vastasa?

M.: No, si eravu tu e to muglieri ti faceva sentiri un re! Era…

G.: (ride) Minchia!

M.: Anche tua figlia, ah!

G.: No, loro pure con noi vengono.

M.: Ti ricu eravate in quattro, una famiglia… ma però se ci sono una famiglia, poi ci sono altre persone la… la faccio un po’ pesantuccia, no? Capito?

G.: No, non c’è bisogno…. Invece se mi fai avere questo indirizzo in Svizzera, Mimmo… ci vado di corsa.

M.: No, ti ci porto io! Me lo faccio anch’io.

G.: Che devi fare?

M.: La pulizia che ti fanno a te.

G.: Vero?

M.: Si!

G.: E t’ha voi fari puru tu?

M.: E certo, scusami… perché loro agiscono direttamente a quello che è la (inc.)

G.: Perchè tu hai avuto pure (inc.)

M.: No (inc.) nella vita… scusa… oggi so che c’è un cosa che la uccidono ancora prima che… è produttore… produttore il calcinoma (inc.)… perché la produci tu queste cose… hai capito? Non è che te la vende qualcun altro? Che te la…

G.: Lo so, lo so!

M.: Eh! Ora tu al momento che tu produci, c’è poco da fare… se la carie ce l’hai dentro il dente e quel dente non è pulito normalmente… ora di fatto veramente il produttore chi è?… Il Rene! Capito generalmente…

G.: Lo so, lo so! L’altra volta l’ho tolto, sai perché? Siccome ce ne ho altri due… che praticamente non me li hanno toccati, non me li hanno bombardati perché hanno concentrato le onde soltanto su uno…

M.: Sì.

G.: e ne sono rimasti due che sono smossi… mi scantu ca partinu…

M.: G.! Vedi che questi sono veramente… t’ammazzanu sicuramente… se ti succede in aereo vedi che diventano ancora più leggeri e partono… hai capito perché?

G.: Che coglione…

M.: La depressione che ci hai sopra…

G.: Lo so! Infatti mi partì ppi l’aereo!

M.: E certo! Si ti ni vai in America e ti succeri na minchiata t’ammaggini?

G.: Minchia! Mi rovino na simanata!

M.: A simana ruvinata nenti è! U duluri ca senti!

G.: Eh!

M.: Perchè il dolore fa piangere! Minchia, ti dicu na volta una ragazza mi ha fatto pena poverina.

G.: Non mi potevo neanche piegare perché… cioè!

M.: Si, si, si… ma ti dico alle femmine… è la stessa cosa delle femmine… rimani veramente… se ti corichi e ti fa male…

G.: Niente, niente…

M.: Se stai all’impiedi perché… minchia, diventi veramente na specie di…

G.: E c’è… e io ci sono abituato, questa è la cosa bella. Io ci sono abituato picchì ne ho buttati…

M.: Però io… prima c’ama fari sta cosa e poi a Misterbianco ti porto da un’amica… che veramente… io… mentre te lo succhia talmente l’aspira…

G.: (ride)

M.: Chidda fa, dice: “(inc.)”

G.: (ride)

M.: Che dici?

G.: Minchia a Misterbianco? Scummissa ca è l’amica di Zuccarello?

M.: So muglieri! (ride).

G.: Ah, perfetto!

M.: Minchia… minchia, n’aspira polvere! (ride)… minchia, è stato forte n’amico tempo fa… pieno di calcoli… (inc.) chi è sta cosa cca? Nisciu finalmente… avi tri misi ca vaiu o spitali!

G.: (ride)

M.: Luvavu u calculu!… (ride) minchia!

G.: Aspè !

M.: Senti qua c’è… vedi che io li sposto in modo di nuovo…

G.: No, no… senti, ma a proposito… oh…

M.: Allora…

G.: Me la dai mezzora? Ce l’hai mezzora da perdere qua?

M.: Si, si… si, no…

G.: O fai prima?

M.: Io mezzora qua posso perdere, anche prima.

G.: Io voglio il tempo di andare a prendere Paolo.

M.: Amunì a pigliari a Paolo…

G.: Lo vado a piazzare.

M.: Certo… andiamo a prendere Paolo.

G.: No, nel frattempo tu ti fai i…

M.: Si, d’accordo, allora… tu vai a prendere a Paolo… a Paolo… che vuoi fare?

G.: Prendo Paolo.

M.: Si.

G.: Lo piazzo.

M.: Si.

G.: E torno a prenderti.

M.: Perfetto… ti aspetto qua!

G.: Alle sette sono qua!

M.: Ti aspetto qua!

G.: Alle sette… ce la fai? Oppure fai prima?

M.: No, no… iu pozzu fari macari dopu. (ride)

G.: No, va bene, fai con comodo… chistu ti vogliu diri.

M.: Aspetta ti lascio quelle cose.

G.: Che devi lasciare? Che devi fare?

M.: Mettiti più avanti!

G.: Io non ti voglio fare camminare con la borsa… Mimmo, mi metto là vicino?

M.: Scusami… t’abbastanu i picciuli ppi Cappeddanu?

G.: No, ancora te ne devo dare soldi! Capito?… Stai attento alla borsa Mimmo! Ci vediamo qua.

M.: Oh, mi raccomando ah… non ti n’iri né a Venezia e mancu…

G.: (ride)

Il 30 marzo 2012, come anticipato, C. viene intercettato mentre in auto discute con la moglie (progr. 1237 delle ore 20:00:08, decr. 256/12). C. le riferisce di un colloquio avuto con qualcuno sulla vacanza programma per fine luglio a New York, e la moglie replica chiedendogli se quindi la faccenda dell’albergo di Mimmo a New York si sia vanificata e di seguito se Mimmo P. almeno gli ha dato qualcosa per il lavoro che ha fatto per lui. C. le risponde che Mimmo gli ha dato 10.000 euro e la moglie, sollevata, riconosce la fortuna che Mimmo è per loro, considerato quanto spendono per i due figli (VALERIA: Quindi l’albergo di cosa, finiu l’albergo di Mimmo? Senti ma Mimmo almeno qualcosa te la esce per questa cosa che hai fatto? Quanto? Te l’ha dati? 10? Meno male che c’è lui! Perché con questo quanto ti costano questi…).

testualmente :

(si ascolta auto in movimento, rumori ambientali.)

G.: Ho parlato di New York è ho spiegato come stanno le cose… ci dissi:” guarda, per noi confermare tutte cose se ne parla da… da fine aprile ai primi di maggio… quindi decidi.”

VALERIA: Per Paolo gli hai detto?

G.: Per noi… per noi!

VALERIA: Si, ma perché… per il fatto della promozione di Paolo?

G.: Per… per i biglietti, per i punti, per prendere i posti eccetra eccetra…

VALERIA: Ah…

G.: “L’albergo, ci dissi, è inutile che prenotate ora, picchì di cca a luglio a vogghia i fare.”

VALERIA: Ah…

G.: Comunque, volete venire insieme nell’albergo, è questo di qua.

VALERIA: Luglio… non dovevamo andare ad agosto?

G.: Luglio… fine luglio… l’ultima settimana di luglio!

VALERIA: Quindi l’albergo di cosa, finiu l’albergo di Mimmo? Senti ma Mimmo almeno qualcosa te la esce per questa cosa che hai fatto? Quanto? Te l’ha dati? 10? Meno male che c’è lui! Perché con questo quanto ti costano questi… vedi, devo comprare questi color carne…

G.: Guarda se ne fotte lui dei soldi…

VALERIA: Quella farmacia di via Ariosto…

G.: Quando va a spendere 40 mila euro!

VALERIA: La farmacia che c’è di fronte dal professore Cinà, c’è una farmacia, ci hanno quello un po’ più leggeri, settanta denari e ce l’hanno pure autoreggent,i di tutti i colori…

Il 31 marzo 2012 (progr.18552, decr. 1342/11) C., prima di andare a ritirare il televisore da Pick up, chiama al telefono l’impiegato Andrea, il quale gli precisa che la somma da pagare è di 16.000, 00 euro, che sarà rilasciata fattura, elencando oltre al televisore tutti gli accessori cui si riferisce quel prezzo complessivo.

C.: Pronto?

ANDREA: sempre io, Andrea

C.: Andrea…

ANDREA: allora, 16 viene il tutto, caso mai…

C.: perfetto

ANDREA: tutto… sempre al solito, trasportato e via dicendo.

C.: 16 sarebbe (inc.) verificare…

ANDREA: con… parliamo… parliamo, TV,piedistallo motorizzato, le due casse frontali quelle elettrostatiche, le due casse posteriori e si sub woofer col telecomando

C.: parliamo 16 con fattura

ANDREA: si… si, si

C.: va bene

ANDREA: va bene?.. e mi ha detto Daniele “se è poi, dice, faccio un regalo…”c’ha un dvd recorder forse della LEV che abbiamo forse la possibilità di prenderlo… e caso mai glielo mettiamo.

C.: va bene… Andrea, una cortesia, mi avverte appena arrivano gli occhiali?

ANDREA: certamente

C.: grazie

ANDREA: …io nel frattempo lo sto imballando perché così me lo levo dalla vetrina, più che altro perché così… faccio respirare un pochettino quella vetrina e lo fermo un pochettino il Televisore

C.: eh… lunedì le do la risposta

ANDREA: va benissimo, ok, buon weekend..arrivederci

C.: tante cose, arrivederci.

2) Conversazioni dal 4 al 27 aprile 2012

FERMO Impianto

2) Intercettazione dal 4 al 27 aprile 2012, ed esame del teste Mazzara sugli episodi del fermo impianto.

Sono state trascritte dai periti anche le conversazioni del mese di aprile del 2012 indicate dai testi Evola e Vito Mazzara. Si tratta di un giro di scambi telefonici, tra Grace Marletta, dipendente amministrativa della OIKOS e P., tra quest’ultimo e Veronica Puglisi, in quanto responsabile del piano di sorveglianza della discarica35, tra la stessa e C. e tra C. e P., relativi appunto a due episodi di guasto dell’impianto di trattamento dei rifiuti della discarica allora in funzione.

Già il 4 aprile la Marletta chiedeva al P. al telefono se avesse dato disposizioni ai dipendenti su come comportarsi con i carichi di rifiuti che giungevano in discarica dopo il guasto. Il 5 aprile 2012, giorno in cui casualmente erano presenti in discarica per un controllo i funzionari dell’ARPA di Catania D’Urso e Pannucci, la Puglisi contattava il P. per sapere come procedere, di seguito C. dispensava alla Puglisi le sue istruzioni. Il secondo episodio si verificava il 23 aprile successivo e si riproduceva una situazione analoga.

Il maresciallo Mazzara nel corso delle indagini prese in esame la documentazione riguardante gli aspetti operativi e delle autorizzazioni amministrative afferenti all’esercizio della discarica, che già era stata raccolta in occasione dei sopralluoghi là effettuati il 26 maggio e il 14 novembre 2012 dalla Pg operante. Ha riferito in particolare sulle modalità di trattamento e smaltimento dell’apposito impianto, ricordando i dati sui decreti AIA e del piano finanziario e le distinte tariffa applicata dalla OIKOS per il preliminare

trattamento e per il successivo abbancamento.

Gli approfondimenti al suo Nucleo demandati furono funzionali alla contestualizzazione dei fatti cui facevano riferimento P., C. e gli altri suddetti nelle predette conversazioni.

Il contenuto di tali scambi si caratterizzava, oltre che per la consueta impropria solerzia del C. rispetto agli affari P., per la scorrettezza delle indicazioni che dava alla Puglisi al fine di evitare che la notizia trapelasse e soprattutto che non trapelasse il modo in cui quella emergenza veniva gestita dalla Puglisi e dal P..

Le attività di intercettazione rivelavano che le comunicazioni del fermo e della ripresa del funzionamento dell’impianto era stata tutte le volte mandate della OIKOS esclusivamente e direttamente sul fax personale d’ufficio del C., e non P.collate ordinariamente; ed inoltre, su precisa indicazione del C., dette comunicazioni non erano state fatte agli altri enti interessati, tra cui l’ARPA, la Provincia e i Comuni conferitori.

Il Maresciallo Mazzara ha anche riferito che con l’aiuto delle registrazioni delle conversazioni intercettate nei suddetti periodi (da lui ascoltate e interpretate -trattandosi di uno specialista nel settore) e dopo avere verificato sia in loco che attraverso i decreti autorizzativi la tipologia e le caratteristiche dell’impianto di pretrattamento e della vasca c.d. di tramoggia, ad esso funzionale, e tenendo conto della capienza di quest’ultima (autorizzata per non oltre 835,38 tonnellate di rifiuti non trattati), procedette alla ricostruzione dei “carichi” e degli “scarichi” dei rifiuti, in entrata e in uscita dall’impianto di pretrattamento, prendendo a riferimento un ventaglio temporale più ampio di quello dichiarato nelle comunicazioni di inizio e cessazione dei fermi, effettuate della OIKOS.

Per far comprendere meglio i fatti ha riferito dei due decreti assessoriali riguardanti le tariffe distinte per il pretrattamento e per lo smaltimento dei rifiuti, approvate a seguito di un piano finanziario (previo iter istruttorio sempre dell’ufficio del C., Servizio 1 VIA VAS), fissate per un ammontare complessivo di euro 81,82 a tonnellata per i rifiuti indifferenziati e pertanto da trattare (provenienti dalla raccolta urbana), di cui euro 9,25 per il trattamento ed euro 72,57 per il successivo smaltimento definitivo in discarica, ed in soli euro 72,57 per quelli già selezionati e quindi direttamente da abbancare. I rifiuti provenienti dal servizio di raccolta urbana, andavano sottoposti ad un preliminare pretrattamento, e da questo scaturiva la separazione delle frazioni metallica, plastica, umida e secca residua. Mentre le prime due frazioni una volta separate venivano portate fuori dal sito della OIKOS e trasferite in impianti specializzati di altre ditte, la frazione umida e quella secca venivano portate per lo smaltimento nell’impianto di discarica della stessa OIKOS.

Il teste ha precisato di avere al predetto fine scandagliato i dati risultanti dai relativi registri informatici tenuti dalla OIKOS e che nell’occasione ebbe conferma che l’apposito sistema informatico non contemplava la registrazione di un deposito temporaneo di rifiuti non trattati, appunto perché la OIKOS non aveva le attrezzature (una vasca adeguata con sistema di raccolta di percolato e biogas) per quel tipo di conferimento temporaneo e nemmeno il decreto di AIA autorizzava a farlo.

In sintesi ha riferito che l’analisi dei suddetti dati, raffrontati ai contenuti delle conversazioni intercettate, lo portarono a ravvisare che i periodi di fermo erano stati più ampi di quelli dichiarati dalla OIKOS e che negli stessi periodi in discarica erano stati ricevuti e abbancati rifiuti tal quali, senza cioè le preliminari operazioni di preselezione e che erano state applicate le tariffe come se la preselezione ci fosse stata. Il maresciallo Mazzara si è poi soffermato sui calcoli effettuati al fine di quantificare il lucro indebito così conseguito dalla società del P..

Ed ancora, in riferimento all’episodio del 5 aprile 2012 il teste ha fatto presente di avere accertato documentalmente presso l’ARPA di Catania che i su citati funzionari dopo il loro sopralluogo di quel giorno (finalizzato al controllo dei piezometri) avevano redatto una nota, nella quale descrivevano lo stato dei luoghi e le circostanze indicative del fatto che nonostante l’impianto di pretratttamento fosse fermo per un guasto nella discarica avessero fatto ingresso camion i cui carichi di rifiuti erano stati abbancati senza la preselezione (v. pag. 12 e segg. trascr. ud. 14.12.2015) .

Si passa ad esaminare in dettaglio le conversazioni.

Il 4 aprile 2012 alle ore 9,52 (progr.25365, decre. 1873/11) dunque Grace Marletta, e al telefono chiede al P., relativamente al problema del guasto, se sia stato lui a dare disposizione “di pesare il rifiuto”. P. risponde che ha dato disposizione di andare direttamente sotto, e la Marleta, manifestando le sue perplessità espone di aver visto dei camion della loro ditta carichi di rifiuti passare per la pesatura e andare in discarica, di avere notato che la cosa non andava ma che un operaio le aveva detto di avere ricevuto questa disposizione (GRAZIA MARLETTA : ci rissi: ma chi sta pisannu? Poi Fabrizio Marletta mi rissi… “dottoressa io sacciu accussì…stamatina mi chiamau Sesi.. un’ura fa e mi rissi ri fari stu trafficu”…rici: “lei ni sapi cose? Di le disposizioni di”…P.: Ora… ora verifico… ora verifico cosa sta succedendo.).

Testualmente :

MARLETTA: Mimmo?

P.: Si… Grace?

MARLETTA: Scusami se ti disturbo… hai dato disposizione per il discorso che l’impianto è bloccato? Di…

P.: Si…

MARLETTA: …di pesare il rifiuto?

P.: Si… si…

MARLETTA: Eh?

P.: Si… si… di andare direttamente sotto… Grace…

MARLETTA: No… no… c’è un’altra cosa… che praticamente viene caricato dalla discarica e poi ripassano per i

pesi… disposizione dall’alto è stata data… eh… attraverso SESI… Fabrizio Marletta mu rissi…

P.: Non ho capito… non ho capito…

MARLETTA: …praticamente ho visto salire un camion carico… era cu Alfredo ferma dà na l’impianto

P.: Si…

MARLETTA:…eh… eh… eh… un… camion della Damoli quelli nostri…che era Fabrizio Marletta..caricato di rifiuto… andava…pesava e poi riscende di nuovo in discarica...(breve pausa di silenzio)

P.: (sospira)

MARLETTA: …hai capito? Quindi… eh…giustamente mi sono un po… c’erano i tuoi nipoti dentro la macchina..tutti e tre… eh…

P.: Ma chi è stato? L’ha detto SESI questa cosa?

MARLETTA: Gliel’ha detto… SESI gliel’ha detto da parte di U. PULÈ… ora giustamente arristai… perchè io gli ho detto a Salvuccio… ah… dice: “non parlo perchè”… dice… “visto ca c’è comu si chiama…SPATAFORA”..dice… “non parlo completamente”… ci rissi: ma chi sta pisannu? Poi Fabrizio MARLETTA mi rissi… “dottoressa io sacciu accussi… stamatina mi chiamau SESI… un’ura fa e mi rissi ri fari stu trafficu”… rici: “lei ni sapi cose? Di le disposizioni di”…

P.: Ora… ora verifico… ora verifico cosa sta succedendo…

MARLETTA: Va bene… okay… grazie… ah…

P.: Grazie… ciao

MARLETTA: Ciao

Il 5 aprile 2012 alle ore 8,44 (progr.25534, decreto 1873/11), e cioè lo stesso giorno in cui il personale dell’ARPA, nelle persone di Francesco D’Urso e Pannucci, si recavano in discarica e si accorgevano del guasto dell’impianto di pretrattamento, P. chiamava Alfredo Spadafora e gli ingiungeva con tono perentorio di mandare tutti i camion con i rifiuti in vasca di tramoggia, ovverossia, rileva il Tribunale, di non mandarli in discarica per l’abbancamento (v. testi Evola e Mazzara sull’ascolto di questi scambi tra il P. e Alfredo) :

P.: Alfredo?

ALFREDO: Pronto? Si… Presidente dimmi?

P.: Alfredo tutti i camion mandali in vasca.. tutti quanti… per favore…

ALFREDO: Mandali in?

P.: Vasca…

ALFREDO: Va bene…

P.: Dove sei tu… scusa?

ALFREDO: Okay… d’accordo…

P.: Tu dove sei?

ALFREDO: Na l’impianto… na l’impianto…

P.: Manda tutti i camion in vasca… per favore…

ALFREDO: Va bene… okay… d’accordo…

P.: Eh…

ALFREDO: Okay…

P.: …eh… e un’altra cosa… e un’altra cosa…

ALFREDO: Dimmi…

P.: …è da stamattina che è successa questa cosa… va bene?

ALFREDO: Va bene… certo…

P.: No… perchè sotto al bilico non so cosa hanno detto… per cui accertati… guarda…

ALFREDO: Va bene… prima vaiu o bilico…

P.: Ho fatto scendere a Veronica vedi…

ALFREDO: Si… si… l’ho vista… l’ho vista… okay…

P.: A che punto ce l’hai tu l’impianto Alfredo?

ALFREDO: Eh… nuatri stanotte partemu…stanotte finemu… almeno… ca ancuora… Orazio unn’ha finutu…

P.: Ma con i nastri a che punto sei?

ALFREDO: Ru nastro unn’haiu nudda notizia…

P.: Come?

ALFREDO: Non ho nessuna notizia dei nastri…a sta manera già avianu a essiri a Palermo e poi su ca… o prima i

fannu veniri ca e poi a Palermo… ma MARICCHIOLA ancora un m’ha… un m’ha telefonato u dutturi MARICCHIOLLA..uora ci chiamu iu… dai…P.: Ma non doveva portarteli ieri…

scusa… i nastri?

ALFREDO: Si… e invece assira unni purtaru…iu mi c’incazzai ri nivuru… picchì ci rissi: lei chistu e l’ultimu nastru ca mi vinni… ciu ricu bellu chiaru… molto schietto… senza problemi e senza nente… picchì lei mi pigghiau in giro… lei mi rissi ca martedì i nastri l’aveva ca… ci possu capiri martedì un iuorno… ma

ca mercoledì un mi rese mancu un nastro… no… mi dispiace… a mia TIP TOP mu rava pi mercoledì a matina… e iu ci rissi: no… picchì lei mu rava martedì a sira…

P.: Alfredo?

ALFREDO: Si?

P.: Eh… contatta TIP TOP e lo ordini anche da la… tu hai quei preventivi… giusto?

ALFREDO: Si… si… si… si… già iu c’haiu… chiddi fatti ru matassi TIP TOP mi puorta… Mimmo già mi muvivu

na stu campu senza aviri l’ordini suo…

P.: Un abbraccio…

ALFREDO: Okay…

P.: …un abbraccio…

ALFREDO: Ciao… ciao

Il 5 aprile 2012 alle ore 15,00 (progr.25709,decr. 1872/11) Veronica Puglisi chiamava P. e facendo riferimento alla circostanza che quelli dell’ARPA avevano rilevato il fermo dell’impianto (ed alcune connesse criticità), gli riferiva che lo stesso personale dell’ARPA le aveva chiesto di mandarne una comunicazione ufficiale a tutti gli enti interessati, Provincia, Assessorato e ARPA, anche se, si premurava di rimarcare, tali richieste (“percarità” ) non le avevano messe per iscritto.

P. dava disposizione alla Puglisi di consigliarsi col C. e seguire le sue indicazioni.

Inoltre la Puglisi elencava al P. le criticità, così le definiva, rilevate da quegli ispettori dell’ARPA “l’impianto fermo… i portoni aperti… la capannina meteo climatica a terra… la vasca di percolato..”.

P. voleva sapere se tra gli operatori dell’ARPA ci fosse il già noto Francesco d’Urso e se fosse il capo del gruppo. La Puglisi gli rispondeva positivamente e che c’erano anche Panucci e alcuni ragazzi giovani. P. immaginava che questi ultimi fossero degli stagisti.:

Testualmente :

P.: Abbandonato… sedotto e poi…

PUGLISI: Non mi dica così oggi signor P. che solo per il mal di testa che ho… guardi… non mi dica così per favore…

P.: Io… io non ti posso rispondere..non ti posso rispondere…

PUGLISI: No… no… non mi risponda..senta una cosa… io la disturbo al volo…poi parliamo con calma… le volevo

dire che loro vogliono una comunicazione ufficiale del fermo impianto… posso trasmetterla?

P.: Si… e tu gli dici: “fermo impianto data odierna”

PUGLISI: Si…

P.: Va bene?

PUGLISI: …e sto scrivendo “in considerazione della necessità di garantire la continuità del servizio di

accettazione rifiuti in discarica…nonché dell’urgenza con la quale si rende necessario far fronte alla contingente situazione presentatasi… in attesa che i tecnici qualificati ed abilitati risolvano il problema con la massima solerzia… si comunica che la scrivente società… allo scopo di garantire la continuità… procederà ad accumulare rifiuti nella vasca di ricezione in ingresso all’impianto...

P.: Esatto… va bene… finisci…

PUGLISI: …e si ritiene che nel corso della giornata verrà ripristinato il nastro danneggiato e che… dunque… verrà

ripristinata la situazione… eee…regolarmente”… va bene?

P.: D’accordo… Veronica.

PUGLISI: Okay… eh… loro mi hanno chiesto di mandarla a tutti gli enti interessati… quindi io posso mandarla all’Assessorato… ad ARPA e poi mi dica… la mando anche alla provincia?

P.: La fai una cosa… invece?

PUGLISI: Dica

P.: Eh… lo chiami a G.?

PUGLISI: Si… prima di mandarla lo chiamo..si…

P.: No… chiamalo… vedi che cosa ne pensa lui

PUGLISI: Si… va bene…

P.: Io la manderei a lui… a loro basta…

PUGLISI: Eh… io infatti l’avevo preparata soltanto mettendo lui… perchè in fondo è lui il… cioè… sono loro i destinatari… eh… l’ente che rilascia il decreto… però ARPA mi ha chiesto di mandarla a tutti… non l’ha messo per iscritto… per

carità

P.: No… no…

PUGLISI: …però me l’ha chiesto verbalmente

P.: …no… secondo me la devi mandare a lui… a lui e basta… gli altri…

PUGLISI: Va bene… lo chiamo allora? Lo chiamo?

P.: Si… si…

PUGLISI: Va bene… okay… va bene signor P…senta… poi hanno preso un campione di piezometri… eh… che

apriranno domani mattina alle 10.. eh… per garantire che

nulla è… nulla viene… diciamo manipolato… loro hanno messo per iscritto che un rappresentante dell’azienda domani si recherà presso di loro per verificare l’apertura…l’apertura del campione… eh… ci

posso andare?

P.: Eh… se hanno bisogno di questo..si… ma tu ci puoi dare tutta la massima fiducia… vedi… ah?

PUGLISI: Io gliel’ho detto… io gliel’ho detto… perchè gli ho già detto “vabbe ci mancherebbe… poi decideremo… ma comunque non siamo a questo e lui” mi ha detto “veramente io consiglierei che presenziaste…magari con questa scusa si fa una passeggiata così chiacchieriamo” mi

ha detto… quindi secondo me vogliono anche incontrarmi…

P.: Eh… parlavi con Francesco?

PUGLISI: Eh… con tutti… si…

P.: Questo chi… Chi c’era… scusa stamattina?

PUGLISI: C’era D’URSO… PANNUCCI…

P.: Si…

VERONICA. …e poi due ragazzi molto giovani..credo… non ho capito se fossero stagisti piuttosto che nuoviassunti…

P.: Va bene… va bene…

PUGLISI: …non lo so… comunque… signor P. mi chiami quando può parlare…

P.: No… no… no… no posso parlare

PUGLISI: Ah…

P.: Sono solo… ora sta venendo qualcuno…

PUGLISI: Si… si…

P.: Eh… dico Francesco era il capo?

PUGLISI: Si… si… si… si…

P.: Eh… quello che tu ritieni fare fai…

PUGLISI: Va bene…

P.: Se ritieni andarci… come tu ritieni… però non… eh… cosa ti consiglierei? Di non…

PUGLISI: Io sul momento gli ho detto… gli ho detto che non c’era necessità di andare… perché noi avevamo massima

fiducia sulla loro serietà… giusto? Perchè mi è sembrato… eh… diciamo doveroso dirgli questa cosa eh…

però ho visto che lui ha dissentito un pò… nel senso che mi ha detto…

P.: E allora queste persone… allora queste persone saranno estranei

dai…

PUGLISI: Eh… può essere… infatti io l’ho interpretato così… quindi poi gli ho detto “va bene… comunque…

verificheremo” gli ho detto…

P.: Dai… fai in questa maniera…vacci…

PUGLISI: Comunque signor P. poi magari ne parliamo un pò diffusamente del… di tutta…

P.: Eh… a che ora… a che ora ci devi andare… tu?

PUGLISI: Alle dieci aprono il… il campione

P.: Va bene… Veronica vacci e poi materialmente… oppure più tardi gli fai un messaggino… gli dici.. “lo

ritiene…”

PUGLISI: Eh… infatti… oppure questo…infatti stavo per dirglielo… si…va bene…

P.: “lo ritiene”… Oppure una… forse più che messaggio… la… una email…

PUGLISI: Muh..

P.: Uhm? Così siamo più professionali ancora… già il messaggio mi sembra

molto… uhm?

PUGLISI: Va bene… okay…

P.: Che dici? Che dici?

PUGLISI: Come dice lei…

P.: Messaggio o e-mail… che dici?

PUGLISI: Ora vediamo… io forse telefonerei…

P.: E allora telefona…

PUGLISI: Uhm… io forse telefonerei… perchè

non è una cosa… alla fine… eh…

e comunque… signor P…. poi le racconto un pò tutte le criticità che ci sono state oggi… insomma…

P.: Vabbe… quelle che sappiamo sicuro… la vasca… no?

PUGLISI: Si… si… si…

P.: Poi… poi

PUGLISI: Il… l’impianto fermo… i portoni aperti… la capannina meteo climatica a terra… la vasca di

percolato eh… e basta fondamentalmente… queste le

principali cose

P.: Noi avevamo dichiarato due… due capannine meteo climatiche… vero?

PUGLISI: Si… si… infatti io ho fatto scrivere nel verbale che quella verrà ripristinata… ma che comunque noi i dati meteoclimatici li stiamo regolarmente registrando con l’altra capannina che è presente

all’impianto…

P.: Che è quella da progetto…

PUGLISI: Certo… certo… no… quindi..infatti non… non esiste questo discorso… l’ho… l’ho inserito apposta nel verbale perchè non…fermo restando la nostra… il nostro

impegno a ripristinare la capannina…

P.: Si… aspetta…

PUGLISI: …che è stata divelta…

P.: …aspetta… questi verbali sono ora tutti messi in pubblicazione…

PUGLISI: Si…

P.: E la prossima volta che si fa un verbale vedi che voglio scrivere una PUGLISI: Si…

P.: Che loro possono mettere in giro pubblicazione… dati e cose che sono di loro pertinenza… non dove ci

siamo noi che firmiamo…

PUGLISI: Si… si… si… giusto… mi sembra più che corretto… ora lo mettiamo… lo mettiamo… è una cosa

assolutamente giusta signor P…ora la mettiamo… mettiamo su una frase ad hoc e la inseriamo…

P.: No… no… no… no… più che una frase ad hoc ora faccio venire un ragazzo che ha molte esperienze su

privacy…

PUGLISI: Si

P.: Molto… molto addentrato in legge in questosenso…

PUGLISI: Si

P.: In modo che si danno un minimo di..di guida… hai capito?

PUGLISI: Certo… certo…

P.: Come comportamenti… perchè di fatto..veramente… siamo un pò

anni indietro… tutte queste cose li sto trascurando troppo…

PUGLISI: Si

P.: Va bene… Veronica deve essere domani un verbale che… eh… ce lo

ritroviamo sai dove? Nei cominci…

PUGLISI: Si… certo… certo… no… no..ma infatti… lo capisco…

P.: Guarda… guarda… cos’è stato fatto… guarda… guarda… va bene… Veronicuccia… dai…

PUGLISI: Eh… signor P. se vuole quando ha il tempo mi chiami più tardi… così poi l’aggiorno anche della

telefonata… va bene? Io non la disturbo più… quando vuole mi chiami… okay?

P.: Ti ringrazio di cuore… eh… grazie

PUGLISI: Ma di cosa…. ci mancherebbe…apiù tardi… arrivederci…

P.: Grazie…

PUGLISI: Arrivederci

Immediatamente dopo questo dialogo col P., la Puglisi alle ore 15,13 chiama il C. (progr.15244, decr.342/11) spiegandogli del guasto al nastro dell’impianto di trattamento, aggiungendo che “in tutto questo” in discarica avevano ricevuto un sopralluogo del personale dell’ARPA, che si era accorto di questa situazione, e che intanto i rifiuti venivano messi nella vasca di ricezione rifiuti all’ingresso, che, aggiunge, per fortuna era vuota. La Puglisi relaziona inoltre al C. che aveva detto a quelli dell’ARPA che si stava accingendo a darne comunicazione ufficiale e che loro avevano replicato chiedendole di comunicarlo a tutti gli enti interessati e non solo all’assessorato. Chiede quindi al C. migliori delucidazioni sul da farsi, così come da disposizione ricevuta dal P.. C. le dà disposizione di inviare soltanto a lui, presso il suo fax personale quella comunicazione e a nessun altro. Se l’ARPA dovesse fare questioni lei dovrà rispondere che l’autorità competente lo sa (C.: se loro… se loro dovessero contestare qualche cosa… No l’autorità già lo saPUGLISI: E se… mi chiederanno “perche non l’ha mandata anche a noi la comunicazione?” Io…C.: “Mi è stato… mi è stato riferito di comunicare solo all’autorità). C. inoltre ha premura di domadare alla Puglisi i nomi degli operatori. La Puglisi risponde che oltre a D’Urso e Pannucci c’erano anche due ragazzi giovani, sottolineando che quello che è fondamentale è che ci fossero D’Urso e Pannuci.

La Puglisi chiede al C. di controllare se la comunicazione che gli invierà andrà bene, o se dovrà correggerla.

Testuale :

PUGLISI: Senta, io la chiamo per una questione, eh… abbiamo avuto un problema all’impianto questa mattina… eh… per cui siamo stati costretti a fermare l’impianto… il rifiuto lo stiamo mettendo nella vasca di ricezione rifiuti, quella che c’e’ all’ingresso dell’impianto

C.: Si

PUGLISI: Che per fortuna era vuota, quindi la stiamo stoccando lì, oggi… tra la serata di oggi e le prime ore di domani mattina contiamo di sostituire questo nastro che si è rotto e che quindi poi selezioneremo prima il rifiuto che c’e’ in vasca e poi man mano il rifiuto che entrerà domani

C.: Giusto

PUGLISI: Eh… in tutto questo oggi è venuta ARPA e…

C.: E’ venuta l’ARPA?

PUGLISI: E’ venuta ARPA a fare un sopralluogo e si è accorta, ovviamente, di questa problematica eh… ora, il punto è..noi chiaramente gli abbiamo detto che stavamo per fare una comunicazione di questo fermo impianto ed abbiamo chiaramente dichiarato che, per garantire la continuità del servizio,non abbiamo sospeso l’attività, perché chiaramente avendo la vasca vuota abbiamo deciso di procedere in questa maniera, ora il fatto è che ARPA ci ha detto di fare… mandare una comunicazione anche a loro… io ho parlato anche con il signor P. che mi diceva di confrontarmi un po’ con lei per capire… perché secondo noi, basterebbe mandare la comunicazione a voi.

C.: Si

PUGLISI: … cioè, al servizio uno, o no?

C.: Si

PUGLISI: Mi dovrebbe dire lei come procedere

C.: Si, si, si… no, fatela solo… per fax sopratutto

PUGLISI: 7077063?

C.: Si

PUGLISI: Uh… allora la mando solo a lei allora a questo punto questo (inc.)

C.: Si

PUGLISI: Uh… va bene, ok… lei è in dipartimento?

C.: No, per adesso no…

PUGLISI: Dico la po…

C.: …domani mattina lo prendo il fax, va bene non ci sono problemi

PUGLISI: Eh, ma lo posso mandare ora no?

C.: Certo, ci mancherebbe, è sempre

acceso il fax

PUGLISI: Uh, va bene, ok…e allora magari domani se quando lo riceve mi fa una chiamata così mi dice anche se secondo lei vanno bene i contenuti...

C.: Domani quando io lo andrò a mettere a P.collo già il problema sarà risolto.

PUGLISI: Ah, va bene

C.: Giusto?.. quindi quando mi chiederanno notizie….

PUGLISI: No, no… la mia problematica deriva esclusivamente dal fatto che loro mi hanno chiesto, espressamente, di mandare la comunicazione a tutti gli

enti interessati

C.: No, no, assolutamente…assolutamente, è solo l’autorità competente che se ne occupa.

PUGLISI: Anzi, addirittura loro mi scrivono..mi hanno fatto scrivere, nel verbale “a formalizzare a tutte le amministrazioni aventi titolo” però dico,’autorizzazione…

C.: No, no, creano problemi solo è basta

PUGLISI: Eh, appunto… quindi, io comunque, eventualmente, se loro… perchè io domani li dovrei incontrare da loro in dipartimento, perchè…

C.: se loro… se loro dovessero contestare qualche cosa… “No l’autorità già lo sa”

PUGLISI: E se… mi chiederanno “perche non l’ha mandata anche a noi la comunicazione?” Io…

C.: “Mi è stato… mi è stato riferito di comunicare solo all’autorità

PUGLISI: Va bene, ok, va benissimo

C.: Va bene?

PUGLISI: Va bene, le sto mandando il fax,allora ci…

C.: Chi è venuto oggi dell’ARPA, chi c’era?

PUGLISI: Sono venuti D’Urso, Pannucci… e poi due ragazzi giovani che non so chi fossero, non ho capito se erano…

due ragazzi molto giovani sembravano o dei tesisti o dei tirocinanti o dei nuovi assunti, non lo so non l’hocapito.

C.: va bene, comunque… a posto

PUGLISI: Quello che è… comunque fondamentalmente D’Urso e Pannucci,ecco.

C.: Va bene

PUGLISI: Va bene?

C.: Ok

PUGLISI: Io… comunque le mando il fax

C.: Si, si, si

PUGLISI: Va bene, grazie architetto, a presto

C.: ok… notizie del presidente ne abbiamo?

PUGLISI: No, è fuori, so che è… fuori Catania, non so dove sia esattamente ma è partito

C.: Va bene

PUGLISI: Va bene, grazie

C.: Ok, arrivederci… arrivederci

PUGLISI: Arrivederci.

Il 5 aprile 2012, ancora, alle ore 20:35:30 (progr. 25709, decr.1342/11), C. chiama P. che si trova a Roma per ricordargli dell’appuntamento dell’indomani mattina, ma P. gli dice che è stato rinviato di una settimana.

Poi gli riferisce del controllo e dei rilievi fatti dall’ARPA a Veronica Puglisi e che le hanno detto che verranno presi provvedimenti. Il riferimento al fermo impianto ed alla mancata comunicazione appare palese. C. con suffcienza liquida l’argomento affermando che non hanno le competenze per prendere provvedimenti, che sono scimuniti, e che l’unica autorità competente è il suo ufficio, che è anche il suo ufficio che eventualmente potrebbe fare delle comunicazioni di irregolarità rilevate. Segue uno sfogo del P. sui controlli e attacchi continui che sente di subire .

Testuale :

P.: G.?

C.: oh… Mimmuzzo, scusami, ti volevo solo ricordare di domani mattina, ah..?

P.: ascolta, vedi che domani… hanno mandato un documento… che di fatto, veramente, sposta di una

settimana, mi diceva Veronica… però io gli avevo detto di fatto di mandartelo, ma poco fa l’ho sentita e mi ha detto “no, non gliel’ho mandato”, “bella stronza” ho detto

C.: l’ha mandato, intendi Emanuele?

P.: io sto scendendo… sto scendendo a Catania perché di fatto sono a Roma e sapevo praticamente che cosa?.. che

domani eravamo lì, ma (inc.)

C.: si, me l’ha detto Veronica… si, me l’ha detto Veronica

P.: eh… voglio dirti, in realtà… però mi dicono che c’è questo documento che… ma io sto scendendo ugualmente, ora… io domani posso venire a Palermo, però non c’è

nessuno… ho cercato io…

C.: no, domani prima… eh, dimmi

P.: ho cercato io… e allora… ho sentito, ti dicevo… aspetta che…

C.: si

P.: ho sentito il… come si chiama…quella specie di… (parla con una terza persona)tu che fai (inc.)… si grazie, devo fare il regalino hai bambini… allora, ti

dicevo, ho sentito… la persona, come sichiama…

C.: Si

P.: Eh… va be, mi hai capito..capo…capo

C.: Si, si, si… eh

PP.: Eh… e mi diceva che, praticamente… “no, dice, non venga perché di fatto, veramente, dice, non ci siamo”

C.: Ho capito

P.: Dico… dico,“ma vale il primo documento o quello che avete mandato…mandato il secondo?..Perché sembrerebbe che il primo ha una firma ed ilsecondo ne ha un altro

C.: Ah… ah, ho capito

P.: Capito?

C.: Ho capito

P.: Però gli avevo detto a Veronica,oggi… ora sembrerebbe che ci siano, veramente, dei… (parla con una

terza persona) signorina fatto?..

Arrivederci

C.: Ma può essere che l’hanno rinviata..Mimmo, puòessere che l’hanno rinviata perchè domani è Pas… siamo sotto Pasqua e quindi…

P.: Si, si, ma que… questo mi diceva,veramente, “M…. capisci che stiamo sotto Pasqua?”

C.: Ho capito

P.: Ci rissi “Si, ma i soldi non ponno aspettare”… (ride) hai capito no?

C.: e infatti… e infatti

P.: Ora io però sto scendendo ora, perché io, dueore fa ho saputo di questa cosa, no?

C.: Ma se Veronica me l’avesse detto, io avrei telefonato

P.: G…. io…

C.: E chiedevo… e chiedevo spiegazioni,è una scena…

P.: G…. ho di… ho disintegrato mezzo mondo, oggi io…che non ho completato qua, no?.. ma sto scendendo lo stessoperchè sapevo che cosa..?

C.: ah ah…

P.: capito?.. che domani noi dovevamo essere lì

C.: E in che data te l’hanno messa poi Mimmo?

P.: Venerdì prossimo… cioè in questi

giorni l’hannospostata

C.: AH, venerdì… ho capito… Senti, io domani mattina mi informo meglio, che domani mattina dovremmo essere…

P.: Eh… e allora tu mi devi dire…allora, perchè a parte che oggi dice che c’è stato qualcosa, a livello di

ARPA..?

C.: Si va bè niente… tutto apposto Mimmo… dice, i solitiscimuniti…niente

P.: No, no, no, ma invece… poco fa mi diceva anche che domani vogliono sentirla perchè vogliono prendere provvedimenti, che cazzo ne saccio

C.: E va bè, faccilli pigghiare…tanto sempre nni mia hannu a benere

P.: Io… essendo che questi sono tutti i giorni lì…se io domani non vengo lì da te, vado da loro… vado da loro

G.

C.: Si… ma senti…

P.: Se io non vengo… tu mi devi dire a me di mattina… ascolta, di mattina se tu chiami… l’altra persona

C.: Si… si…

P.: …e mi dice di venire… io alle nove parto da Catania

C.: Va bene

P.: Giusto?

C.: Si, facciamo così

P.: Se tu invece… se tu invece mi dici di non partire…

C.: Te ne vai all’ARPA

P.: Io faccio direzione… direzione Arpa, dopodi che li ascolto, lisento… comunico quelli che sono i miei pensieri e dopodi che se neprendono provvedimenti

G.,perchè io… non mi sento… tutti i giorni di

Essere aggredito… da questi signori, va… non è possibile

C.: Si, ma il provvedimento che loro prendono, Mimmo, non è che loro possono prendere di loro iniziativa

P.: No, non mi hai capito… tutti i giorni sono lì… capito quello che ti voglio dire?

C.: Si, si, si, ma… improvvisano comunque

P.: Per dire… tutti i giorni,G.

C.: Lo capisci che improvvisano, vero?

P.: Alloranon mi hai capito… dico, è tutti i giorni, tutti i giorni, tutti i giorni, tutti i giorni… cioè a

dire, mi rendo conto che cosa?.. che là sottosono sempre con il chi va là… sempre sul chi valà… sempre

sul chi va là… ma dico esistiamo solo noi?.. Ma (inc.) fare niente in

questa città?

C.: E va be per ora… per ora è accussi…per ora è così… va bè stanno cambiando le cose comunque,Mimmo non ti preoccupare… in ogni caso…

P.: E lo so, lo so… (ride)… lo so,bravo

C.: Se domani… domani questi cretini decidono di prendere iniziative, comunica… comunica che loro non

sono niente e chedevono trasmettere qualunque iniziativa all’Autorità competente… loro non sono autorizzati a prendere provvedimenti, loro possono solo comunicare quello

che hanno verificato

P.: Si ma… vedi G., non ho dubbi veramente, ma non hanno verificato nulla… il dato di fatto è che non hanno verificato nulla.

C.: no… ma… la rottura ci può pure stare…

P.: G…. G. devo chiudere… G. devo chiudere

C.: va bene, ok, ok, vai

P.: Un bacio, Un bacio

C.: Ti chiamo domani, ciao, ciao

P.: Ti chiamo… si, ciao

Il 23 aprile 2012 alle ore 9,35 (progr. 27773, decr.1873/11), dunque si è verificato un altro guasto dell’impianto di pretrattamento e Veronica Puglisi e P. ne discutono a telefono. Concordano che i rifiuti portati dai camion in discarica saranno allocati in un’area apposita e che la comunicazione del fermo impianto verrà fatta esclusivamente all’assessorato, ovverossia sul fax dell’ ufficio dell’amico C..

Testualmente :

PUGLISI: Pronto?

P.: Veronica?

PUGLISI: Signor P…. mi scusi se l’ho chiamata tantissime volte… però mi avevano detto che lei aveva dato indicazioni di fare una comunicazione… eh… ma io volevo parlarne prima con lei… prima di farla… pronto?

P.: Veronica?

PUGLISI: Ecco… la sento adesso… si…

P.: Ascoltami… dovrebbe… dovrebbe essere bloccata… perché (incomprensibile) ora mi diceva sabato che avrebbe completato l’impianto… però io domenica non l’ho visto acceso

PUGLISI: Si…

P.: Ti sei sentito con SPATAFORA?

PUGLISI: Si… certo… certo… no… niente è tutto come sabato…

P.: Ma cosa è successo che non è riuscito a completarlo?

PUGLISI: E… lui m’ha detto che il… tutti i tentativi che avevano fatto non riescono ad andare a buon fine e che

quindi praticamente dopo che hanno attaccato tutto… eh… di nuovo i cuscinetti sono saltati e quindi praticamente non il… diciamo che la struttura che loro avevano messo…

ah… a punto nel momento in cui domenica l’hanno attaccato…simulando diciamo il funzionamento…

è saltata nuovamente…. e quindi chiaramente a questo punto hanno necessità che arrivino i pezzi…

P.: Capito… eh… senti una cosa… invece per quanto riguarda… uhm…l’ordine… dovrebbe fare dei ricambi

a Demag…

PUGLISI: Si…

P.: …cioè per i pezzi originali… si sa qualcosa oppure ancora non l’ha…non si sa niente?

PUGLISI: Lui mi ha detto che stam attina avrebbe parlato con loro… poi gli ho chiamato mi ha detto che stava

venendo qui e ancora non è arrivato quindi sul… sui tempi di consegna dei pezzi di ricambio non le so dire…

P.: L’ordine… voglio dire… l’ordine per iscritto è partito o no? No…

PUGLISI: Io ho fatto l’ordine per tutto il pezzo intero… lui mi ha detto che voleva procedere con i pezzi di

ricambio e che stava telefonando per dirgli esattamente quali erano i pezzi… già venerdì… che oggi li

doveva risentire e gli avrebbero dato… no… io non ho mandato niente… aspettavo… le ripeto..lui che salisse per darmi indicazioni… ma ancora non è arrivato…

P.: E allora chiamalo… fallo salire e gli dici do… mi ha detto: il Presidente dobbiamo fare l’ordine

immediato… dopodiché i pezzi che… eh… sono rotti fatteli mettere in una cassetta… che come vengo io mi

piglio un aereo e oggi stesso faccio partire sto coso… vabbe?

PUGLISI: Va bene…

P.: Vado a recuperare io i ricambi…però fai partire l’ordine dei ricambi… perché il pezzo intero la Demag non ce l’ha… cioè ce l’ha smontato si… ma intero no…

PUGLISI: Uhm… uhm… no… infatti mi hanno… mi hanno già detto che passano almeno sessanta giorni per

quello…

P.: Pezzo intero?

PUGLISI: Si… si… si… pezzo intero…

P.: Magnifico…

PUGLISI: …pezzo intero…

P.: …ma se smontato è tutto… è inutile che noi ordiniamo il pezzo intero… hai capito?

PUGLISI: No… certo… certo… certo..certo… eh… nel fratte… nel frattempo cosa devo fare..signor P.?

P.: Fai la comunicazione che… però si dovrebbero mettere di più d’accumulo… cioè dire… almeno…

PUGLISI: E infatti quel… questo quello che le volevo chiedere… eh… uhm…come comportarci… perché… eh…

la scorsa volta avevamo concordato…dico una volta che la vasca poi è piena e non è più sufficiente..avevamo detto che avremmo individuato e delimitato un’area di discarica…eh… in cui veniva messo il rifiuto

e poi una volta riattivato l’impianto si sarebbe riinviato all’impianto

P.: Fai cosi Veronica

PUGLISI: Procedo… questa comunicazione la mando all’assessorato soltanto… no?

P.: Io direi…

PUGLISI: O vuole che la mandiamo anche a ARPA?

P.: No… no… all’assessorato mandiamolo… perché l’ARPA cos’ha detto quel giorno? Volevano essere..informati… tu fai quello solo..solo a Palermo…

PUGLISI: Solo a Palermo… va bene… okay…e allora intanto sto mandando la comunicazione...

P.: Si… ti ringrazio Veronica…

PUGLISI: Si figuri…

P.: Però chiamaci a SPATAFORA… puoi chiamare a SPATAFORA e ti

fai arrivare…

PUGLISI: Si… si…

P.: …il kit… grazie

PUGLISI: Si… okay… niente arrivederci

Il 23 aprile 2012, alle ore 9,40, vale a dire subito dopo la precedente chiamata (progr.16247,decr.1342/11), la Puglisi chiama C. e gli comunica che c’è stato un altro guasto all’impianto di pretrattamento che non si risolverà in giornata. Gli prospetta che nella comunicazione, che manderà soltanto a lui presso il suo fax d’ufficio, preciserà che verrà individuata un’area di discarica che sarà delimitata ed in cui saranno messi temporaneamente i rifiuti e soltanto quando poi l’impianto verrà riattivato si procederà a recuperare quei rifiuti e a farli passare attraverso il sistema di pretrattamento.

C., rileva il Tribunale, accenna appena percettibilmente a qualche perplessità e dice alla Puglisi che poi su tale situazione si raccorderanno :

C.: Veronica buongiorno

PUGLISI: Architetto, buongiorno, le chiedo

scusa…

C.: Mi dica, che è succe..?

PUGLISI: e… volevo sapere, posso mandare un fax?.. perché abbiamo un problema con l’impianto

C.: Arriere?

PUGLISI: si,ancora

C.: Il problema dell’impianto è di oggi?

PUGLISI: Di oggi, si

C.: E se lo mandiamo domani?

PUGLISI: E… no, è meglio oggi, con la situazione… diciamo, recente è meglio farlo in tempo reale…

perché…

C.: Va be, lo mandi oggi e poi ci raccordiamo, vediamo come… (inc.)

PUGLISI: Eh… ma anche perché non credo che sia una cosa che viene…

C.: A breve?

PUGLISI: … risolta in giornata…non in giornata come la scorsa volta e quindi… infatti nella… nella comunicazione stiamo precisando che individueremo un’area di discarica e… delimitata in cui metteremo temporaneamente rifiuti e soltanto quando poi l’impianto viene riattivato noi procediamo a recuperare quei rifiuti e a passarli dal pretrattamento

C.: Quindi un’area di stoccaggio?

PUGLISI: Esattamente, temporaneamente… si, proprio per garantire la continuità del servizio

C.: Va be ma deve essere protetta quest’area di stoccaggio, però

PUGLISI: Si certo, va be intanto è su discarica quindi già il problema non si pone e poi magari la delimitiamo e

poi vediamo metteremo dei teli sopra a fine giornata, vediamo un po’ che cosa… come procedere

C.: Va be…ci regoliamo più tar…

PUGLISI: Ok

C.: Ci aggiorniamo più tardi, dai

PUGLISI: Intanto io le… le mando…

C.: Si, si, si, manda il fax

PUGLISI: … posso mandare il fax al suo numero, no?

C.: Certo, certo, certo

PUGLISI: Ok, va bene, grazie architetto a più

tardi

C.: Arrivederci

PUGLISI: Arrivederci

Il 24 aprile 2012 (progr.16368, decr. 1342/11, C. chiama P., gli comunica che vuole parlargli di qualcosa e che intanto il fax che ha ricevuto di cui gli aveva parlato Veronica Puglisi, sulla comunicazione del fermo impianto, lo terrà conservato, perché se dovesse uscire fuori questa situazione qualche casino lo creerebbe (C.: io il fax l’ho messo sotto intanto, perché se esce sto coso un po’ di casino lo fa):

P.: G…?

C.: We, Mimmù

P.: G., si

C.: Puoi parlare?

P.: Eh… dieci minuti e ti richiamo?..

ti… ti viene comodo?

C.: No, no, no, due minuti proprio…Mimmo, Senti ti volevo dire…

P.: Dimmi

C.: …io il fax l’ho messo sotto intanto, perché se esce sto coso un po’ di casino lo fa

P.: Eh… io… se non erro, fra un..proprio dieci minuti, volevo…conoscere gli esiti di partenza

C.: Va be…

P.: Capito?

C.: Allora fai tu… fai tu

P.: Si, dieci minuti precisi e ti richiamo, dieci minuti.

C.: Va bene Mimmuzzo, ok

P.: Grazie

C.: A dopo

P.: Ciao

C.: Ciao, ciao

Il 25 aprile 2012 alle ore 10:52:56 (progr.16401,decr.1342/11) C., che il giorno prima non è stato più contattato dal P., lo richiama e riallacciandosi alla vicenda del fermo del 23 aprile e del fax della comunicazione ricevuta da Veronica Puglisi, lo avverte di dirle che se una prossima volta dovesse accadere una cosa simile non dovrà darne comunicazione a nessuno tranne che a lui, poiché -spiega C. in dettagli al P.- in assenza di vasca apposita con tutte le caratteristiche di una vera e propria discarica di abbancamento di rifiuti indifferenziati (con sistemi di raccolta del percolato e di biogas) non è consentito per legge ed è punito come reato stoccare anche per qualche giorno i rifiuti non differenziati in una’area non autorizzata, (sebbene al’interno di un sito adibito a discarica), poiché diversamente si tratta pur sempre di conferimento di rifiuti tal quali, vietato appunto dalla legge.

C., osserva il Tribunale, nella memoria difensiva redatta di suo pugno ha affrontato anche questa intercettazione sostenendo di aver dato al P. delle indicazioni non autentiche solo perché avea l’esigenza di far con lui sfoggio di competenze, e che dunque quel tipo di deposito compiuto anche in assenza di una vasca autorizzata per questo tipo di emergenze fosse consetito dalla normativa.

Testuale :

P.: G.?

C.: wella Minnuzzo, mi hai abbandonato

P.: io ti chiedo… ti chiedo perdono, ti chiedo perdono… perdono ti chiedo (ride)

C.: che è successo Mimmo

P.: (inc.) amu a fare sempre… sempre di corsa, sempre di corsa… senti, ascolta, noialtri domattina quella

cosa, l’attiviamo

C.: Ah, va’ bene, va bene

P.: Eh… oggi sono andato a prendere un aggeggio, qua, di una nave…(ride)che praticamente è un avvolgi cavo, è un… una gran cazzata…

C.: Si

P.: che, in poche parole, fa’ scendere e salire il cavo insieme al polipo, no?

C.: Si

P.: e si erano messi a riparare quello che c’aveva… ma ci rissi “non rompete i coglioni che… (inc.)” ho

chiamato a Siracusa, sai quei… quei carr.. quei… quelli che stanno…che alzano le… le ancore delle navi?

C.: quelle stanno sulle navi… le bitte, quelle che stanno…

P.: bravo… quelle che a… (ride) bravo… ne ho presa una di quella, l’ho posatalà sopra, stanotte l’hanno

completata, oggi la stanno definendo elettricamente… ma penso che a mezzogiorno completano il lavoro, perdomani mattina essere operativi alle quattro, per cui… io direi,

quella cosa, tu… t’arriverà subito nella stessa mattinata, la riattivazione

C.: Senti, vedi se la puoi bloccare, allora, quella cosa

P.: Ah… e allora l’annulliamo, tu dici?

C.: Si, completamente Mimmo, completamente…

P.: va bene (inc.)

C.: …e quando dovesse capitare un’altra cosa del genere… dì a Veronica che non comunichi a nessuno, tranne che a me

P.: No, ma di fatti noi abbiamo l’obbligo, solo a te di comunicare, eh G.?.. per cui noi, facciamo solo te

C.: Eh… perchè, quello che ha scritto Veronica, non si può fare… se lo viene a saper qualcuno lì locale,

sale in discarica e ti chiude tutte cose

P.: Ma cos’ha scritto, io non l’ho visto, ti giuro, non l’ho vista

C.: Il deposito temporaneo, Mimmo

P.: Come?

C.: Il deposito temporaneo… di effettuare il deposito temporaneo per due, tre giorni

P.: Ma sempre nella stessa area di discarica

C.: Mimmo, è deposito temporaneo di talquale, non è differenziato…e non si può fare

P.: Ho capito, ho capito… Ma senti una cosa G., per il futuro..

C.: Eh…

P.: noialtri, come possiamo affrontare questo problema?..perché, sai…capita una stupidaggine di un giorno, di 24 ore di… di sosta e… io non vorrei lasciare… cioè, potrei comunicare ai comuni “per

ventiquattro ore non scarichi” e poi sblocco tutto...

C.: L’alternativa questa è, Mimmo

P.: Come?

C.: Solo che a Pino Innoccenti,tuttu cuinnutu che è… quando glicapita un guasto del genere, blocca tutte cose

P.: Ma bloccava… ora non li blocca più, perchè, praticamente… guarda che è… è un problema, Pino… ehm…G.

C.: Lo so Mimmo, ma il problema non è tuo, tu hai un guasto, oppure una manutenzione in discarica, sei

legittimato a farla, solo che per quel giorno non puoi raccogliere…Perchè altrimenti significherebbeandare a scaricare il tal quale in discarica ed è reato penale

P.: Ho capito, quindi tu dici…

C.: Anche come stoccaggio… anche come stoccaggio, non si può fare…perché nel frattempo c’è il problema del

percolato, perchè nel frattempo c’è il problema del… del biogas…minchia, ed è un casino

P.: Guarda, io… ma io parlo… ma io parlo nell’area di discarica attenzione

C.: Nell’area di discarica, lo so, lo so… in discarica, il talquale non può andare più… perchè ormai è

reato penale…se lo vengono a sapere, qualcuno tuoi amici, ti mandano i NOE.

P.: No, ma questi miei amici, invece, qua a Catania, stanno portando la tesi, sai quale?

C.: Eh?

P.: Ah?

C.: Quale?

P.: Quella di non trattare i comuni che hanno raggiunto l’organico…laquota…

C.: Di andare in discarica direttamente, perfetto… allora, tu, quand’è così, ti fai fare una dichiarazione dai

comuni, che hanno raggiunto l’obiettivo del 55% e te li porti direttamente in discaricama la responsabilità non deve essere mai tua…non devi… non devi prendere

iniziative in questo senso

P.: senti, io ora mi devo prendere (inc.) una… una procedura…

C.: eh…

P.: (tratto inc.) parlo di discariche..dove… dove a volte attivano questa procedura dentro la discarica… cioè

a dire…

C.: ma fanno una vasca provvisoria Mimmo

P.: più che una vasca hanno realizzato un’area delimitata, no?

C.: eh… si

P.: dove di fatto, veramente, loro..abbancano in quest’aera…

C.: eh…

P.: mettono… mettono il telo a copertura, anche noi siamo, vedi,organizzati così, con…

C.: si

P.: … come si chiama lì, con i carboni attivi, dai… forza…

C.: si, si

P.: eh, per cui lo coprono… come attivano l’impianto, smaltiscono quello che raccolgono e quello che hanno depositato

C.: Mimmo, è una discarica in piccolo

P.: no…

C.: e come tale va autorizzata

P.: è uno stoccaggio provvisorio in piccolo, non è uno discarica in piccolo

C.: è una discarica… però, il problema… c’è il problema sempre della raccolta del percolato, non te

lo dimenticare… quindi ha le stesse caratteristiche di una discarica solo che si chiama “stoccaggio provvisorio”

P.: eh, ma il percolato, tu lo mandi sempre… essendo che sei in area di discarica c’hai tutta la (inc.) della

stessa

C.: appunto, devi fare sempre il servizio di Captazione del percolato

P.: eh, ma dico… cioè, a dire, (inc.) sotto, dove tu ti crei, veramente,quello che è… di fatti io… perché

ti dico, non hanno fatto lì, ne… ne opere e nulla, in quanto, il sotto, dove hanno previsto la…l’abbancamento, provvisorio… è proprio nell’area… in un’area già

coltivata… capito?.. dove sotto ci sono tutti gli impianti… c’è il biogas, c’è… c’è l’aspirazione,

cioè, a dire… il… la piccola area di 10 mila metri quadrati, di…diciamo di… due mila metri quadrati

che hanno individuato è già messa…

C.: si, infa… si, sufficiente per due, tre giorni di… di operazioni

P.: esatto… ora, se noi la seguiamo,quella pratica, se tu di fatto la leggi… perché sono due, tre… poi

o è il Veneto o è la Lombardia… che so, Piemonte… sono più di una che io ne ho individuati, giusto?.. ora

io volevo… volevo estrarre…volevo estrarre gli atti, verificare se la procedura è corretta e possiamo

applicarla in Sicilia, in modo che noi ci mettiamo in regola, cioè a dire… sai un conto che… sappiamo

tutti… l’ARPA, la provincia, la regione… che qualora c’è un… una manutenzione straordinaria superiore

alle 12 ore, perché vedi, quando sono 12 ore, non succede nulla… il problema è quando vedi superare le 12

ore… per cui io… per 12 ore, ho già la cubatura dentro, no?.. perché ho i 600 metri cubi che posso abbarcare dentro l’impianto e quello è autorizzato… ha tenuta, stagno…

tutte queste cose

C.: lo so, lo so

P.: però, superato il giorno, i 2 giorni massimo, che a volte io la compatto, no?.. dentro quella vasca (r ide)..

superato i due giorni, di fatto (inc.)… ora, di fatto si… l’hanno gestita male loro come magazzino, come pronto intervento, cioè a dire… hanno fatto… perché questa

era una cosa… sai che cosa?..poteva durare tre ore, cioè a dire…in poche parole dovevano sostituire… loro stanno cercando di riparare la macchina, io gli ho comprato una macchina, dice “ma è volkswagen”, “ma fottitene, togli

Fiat e ci metti a Volkswagen, che t’interessa?”

C.: e certo… certo

P.: per cui G., ieri poi…

C.: dico, di tutti i problemi che poteva comportare il fermo impianto, Mimmo… ma che fa scherziamo?

P.: si, ma loro è che sono stupidi, hai capito?.. perché veramente, riparare quel pezzo costava 2 mila euro, però

il pezzo gli arrivava fra 10 giorni, comprare tutto… tutto nuovo è costato 15 mila euro… allora, tu

t’immagini…(si accavallano le voci) P.: nell’ambiente i 15 mila euro… ma che cazzo stiamo discutendo?.. cioè,

noi siamo veramente… per cui dico,ho preso…praticamente la Fiat, ho tolto la Fiat e li ho messo ora veramente una Volkswagen

C.: lo so, lo so… senti, su questa procedura Mimmo, la cosa si può fare,però deve essere autorizzata, allora,

per fare questo, fammi informare prima

P.: certo… ma io vorrei fare, proprio nel nuovo… nella nuova… noi abbiamo scadenza AIA…

C.: perché, Mimmo, se non abbiamo premura, aspettiamo fino a giugno

P.: no, io lì vorrei andare a finire..no, premura non c’è ne, io parlo per il futuro G.

C.: no, va be, per il futuro possiamo fare tutto quello che vogliamo Mimmo, l’importante è che un si ci mette nessuno in menzo ai peri

P.: certo, certo… e poi, per quanto riguarda invece… G. tu puoi parlare due minuti oppure no?

C.: certo, ci mancherebbe

P.: eh… per quanto riguarda invece, G., l’aspetto che i comuni hanno raggiunto la quota del 55%

della differenziato, in particolare a loro carico, di fatto… di fatto io avevo… nella mia procedura inserito

che andava fatta una caratterizzazione… cioè a dire…

non è una semplice dichiarazione, no?

C.: no… giusto, la caratterizzazione va fatto sempre, in ogni caso

P.: cioè a dire, l’ente che raggiunge…dovrà allegare una lettera di accompagnamento con una caratterizzazione di una società autorizzata a fare tale… tale attività

C.: giusto

P.: lo sto mettendo ai… ai sensi di legge ho messo… ora, di fatto, veramente, ai sensi di legge può essere anche lato, no?.. perché c’ha un aera veramente, si fa la

quartazione… si fa un minimo di…e mi attesto che cosa?.. che si…sulla caratterizzazione, del prelievo

del giorno… perché… tu queste cose penso che… per 30 giorni…

C.: già ci sono… già ci sono dei comuni… Mimmo, già ci sono dei comuni che lo fanno

P.: si… ora, di fatto, se tu mi dai qualche iferimento poi, più in avanti, chi fa questa caratterizzazione… perché, qua a Catania, c’è o… o da organizzarla,sta cosa… e mi devo mettere io a fronte… perché nessuno si sta organizzando per fare questa cosa, perché la caratterizzazione,sembra… sembra una cosa che… ma sai, saltano in aria, (inc.) “ah, ma chi la fa?.. ah, ma l’aria dov’è?.. ah, ma l’aria..?”, “scusate, io area discarica autorizzata per fare questa caratterizzazione, non ce n’ho… per cui in discarica non lo possiamo fare, o nelle isole ecologiche, o nelle piattaforme, o..” ma poi è

un’area… cioè a dire, chi ti fa la caratterizzazione… ma la può fare anche dentro ad un container..(inc.)

(si accavallano le voci)

C.: si, ma la caratterizzazione… Mimmo, la caratterizzazione… la fai prima dell’ingresso… ma l’ATO dovrebbe arrivare con il prodotto finito

P.: certo… certo

C.: quindi la caratterizzazione dovrebbe farla… l’ATO, direttamente, no tu

P.: no, no, ma io… di fatti… di fatti, quello che ho detto, noi altri… non siamo autorizzati, non abbiamo un’area… cioè a dire… non c’è in realtà un area dove tu dici “va be, il comune che si vuole…” ma magari più in avanti lo faremo questo… un servizio… un area adibita per fare la caratterizzazione, perché poi, alla fine, tu, gli fatturi un euro, due euro, tre euro… te la devono pagare, no?..

C.: certo

P.: …cioè, è un servizio, visto che nessuno si organizza, anche quest’altra, nella prossima area…

C.: si

P.: io la vorrei anche inserire, per cui, vorrei inserire A, per fare la caratterizzazione, B, per fare…

cioè, tutte quelle cose che come servizi servono a normare un servizio... cerco un momento di…perché… saltano in aria, no?..vorrebbero fare la semplice certificazione, ma io che faccio, mi piglio la stessa… la semplice certificazione oppure mi impongo, così come prevede la norma la caratterizzazione G.?

C.: no… la caratterizzazione la devi imporre, ma che fa scherzi?

P.: vero?

C.: certo… non puoi fidarti della dichiarazione del comune, picchì nel momento in cui il comune, dovesse essere…(si accavallano le voci)

P.: ma se… senti una cosa..con Mimmo..con Mimmo Michelon…

C.: si

P.: …gliela fai una bella botta?..perchè vedi che..hai capito?

C.: che… che cosa ha detto?

P.: Dà disp… ma lui dice cose di..cose diverse penso… penso, ah

C.: Cioè, dice che non si deve fare la caratterizzazione?

P.: Dico penso… no, dice… allora…sai, io metto sempre l’inventario perchè la gente… no, no, io non ci

ho parlato io, attenzione… io… me l’hanno… me l’hanno riferito,qualche persona… mi hai capito

C.: “L’ho sentito dire”, ho capito

P.: No, no, (inc.), si sono informati…“ma a me, l’agenzia mi hadetto…” dico, va be, “fattelo

mettere per iscritto e poi ti accetto”, io ho detto questo… ora, se tu dovessi sentire… ci rici “ma

senti, qualcuno di Catania…” e che Catania poi ci infili pure a me, hai capito?

C.: Eh…senti, ma con Michelon… basta che facciamo un pranzo e…

P.: Si… si, si, si… no, ma… ecco,tu… tu… tu capisci, no?.. che non è un problema..?

C.: Certo

Il 27 aprile 2012 infine, sulla stessa questione veniva registrata (progr. 16511, decr.1342/11) una conversazione tra la Puglisi e il C.. La Puglisi vorrebbe mandargli la comunicazione della ripresa del funzionamento dell’impianto invece C. le dice di mandare alcun tipo di comunicazione. Tale convesazione attesta il completamento della strategia del C., preannuciata al P., di tenere cioè nascosto quell’accumulo di rifiuti non consentito che si era consumato presso la sua discarica nei giorni del fermo impianto e che, per come era stato da lui stesso stato illustrato al P. -esattamente e con specifiche e coerenti indicazioni sulla ratio- costituiva per di più un reato (contravvenzionale; ndg).

Già, si ricorda, C. aveva tenuto occultata la comunicazione inviata da Veronica sul fax del suo ufficio, con cui costei comunicava il guasto all’impianto.

In occasione di tale conversazione del 27 aprile lo stesso coerentemente non soltanto dice a Veronica di non mandargli alcun fax con alcuna comunicazione di ripresa dell’attività dell’impianto ma in più si sincera preventivamente che non l’abbia mandato a nessun altro ente :

C.: Veronica buonasera

PUGLISI: Buonasera, scusi se la disturbo..sto mandando al suo numero di fax la comunicazione di ripristino della

situazione assolutamente…

C.: Veronica, quella è partita, la prima?

PUGLISI: Si, certo, al suo fax

C.: No, solo fax?.. o…o segue anche no..lettera?

PUGLISI: No, no, no…

C.: …è partita?

P.: … so… solo fax

C.: Allora, non faccia niente

PUGLISI: Ah… Va bene…ma quest’altra la sto mandando comunque

C.: No

PUGLISI: … o no?

C.: Non c’è bisogno… non c’è bisogno

PUGLISI: No?

C.: No, no

PUGLISI: La preparo e in caso gliela do..brevimano?

C.: Si

PUGLISI: gliela mando per email?

C.: no va be, l’acquisisco poi a mano perché tanto domani sono a Catania

PUGLISI: Ah, va bene, ok, va benissimo

C.: Notizie del presidente se ne hanno?

PUGLISI: No, oggi no, nessuna… spero di vederlo tra un po’, anche se… mi sa che è una speranza vana

C.: Veronica, venerdì prossimo alle quattro… al giorno 4, venerdì prossimo è giorno 4

PUGLISI: Si

C.: … alle ore 12,30…

PUGLISI: Si

C.: … ha appuntamento con il direttore del dipartimento acqua e rifiuti

P.: Va bene, ok, glielo dico

C.: Vabbù?

PUGLISI: Va bene, ok

C.: Ci aggiorniamo

PUGLISI: Ok, a presto, grazie architetto

C.: Buonasera… arrivederci

PUGLISI: Arrivederci, arrivederci

3) Conversazioni di maggio e giugno 2012

Il 29 maggio 2012 gli investigatori della Squadra mobile si recavano presso l’ufficio del C. a sequestrare la documentazione relativa alle procedure di AIA della OIKOS del P. (v.anche deposizione del teste Evola). C. lo comunicava immediatamente al P.. Due giorni dopo Zuccarello, il noto superiore gerarchico del C., lo chiamava a telefono per chiedergli aiuto in ordine ad alcuni quesiti che gli erano stati posti dagli investigatori sulle pratiche della OIKOS.

Nello stesso mese di maggio venivano registrate dalla Pg alcune conversazioni di rilievo tra il C. e la moglie, esattamente il 18, il 27 e pure il 29 maggio.

E’ utile passarle in rassegna nell’ordine che segue.

Il 29 maggio 2012 (progr.18385, decr. 1342/11) C., si ripete, comunicava al P. l’irruzione nel suo ufficio del personale di polizia, mandato dalla Procura della Repubblica :

C.: Hei Mimmuzzo, senti…

P.: Allora, io ti chiedo perdono ma sono nell’altro impianto e il telefono ce l’ho…

C.: No, no, fermati, fermati, fermati,fermati fermati.. è venuta stamattina la Procura in Ufficio, è venuta a ritirare tutti i decreti rilasciati nei confronti di Oikos

P.: Si… si, si, si, si… non…CANN OVA: Domani c’è… e domani c’è audizione del direttore in Procura

P.: Su Palermo?

C.: Si

P.: (annuisce)

C.: Va bè, è giusto che te lo dico Mimmo

P.: No, no, sono stati anche da noi…quando è stato?.. io non c’ero, ma di fatto veramente sono stati il NOE di Palermo..

C.: Stanno sequestrando tutti i decreti emessi delle carte relative..

P.: Giovedì… giove… giovedì..giovedì..

C.: Ah, va bè, io ti sto parlando di stamattina… Va bè, Mimmo vediamoci,salgo domani io… sabato mattina?

P.: Si, io direi se… se io non riesco, perchè venerdì mi sto portando su Verona…

C.: si (…)C.: No, no, no, salgo io sabato mattina non ti preoccupare, faccio prima io Mimmo, non ti preoccupare).

Il 31 maggio 2012 (progr.18498, decr.1342/11) C. veniva intercettato mentre al telefono con lo Zuccarello gli chiedeva delucidazioni per poter rispondere ad alcuni quesiti che gli investigatori gli avevano preannunciato, raccomandandogli di prepararsi, sui temi degli adempimenti che il gestore e il loro ufficio devono compiere nel caso del fermo impianto di una discarica, della tariffa e dei decreti di AIA della OIKOS.

Ne ha riferito sempre il teste Evola, si trattò di un escamotage adotato per rilevare il comportamento conseguente del C..

Ed in effetti, rileva il Tribunale, C. nel rispondere allo Zuccarello, innanzitutto sull’episodio del fermo impianto della OIKOS, mente platealmente, contraddicendo ciò che egli stesso aveva spiegato al P. nella conversazione del 25 aprile 2012: mentre al P., mettendolo in guardia sulla sprovvedutezza con la quale aveva agito la Puglisi, aveva spiegato che lasciar stazionare i rifiuti indifferenziati nella vasca di tramoggia (funzionale solo al processo di pretrattamento dei rifiuti indifferenziati) costituiva un reato poiché quella vasca non era adatta e la OIKOS non aveva alcun impianto omologato e autorizzato con decreti AIA per questi stazionamenti temporanei, allo Zuccarello racconta che il fermo è durato soltanto un giorno, che pertanto lui non aveva avuto nemmeno il tempo di comunicarlo all’ufficio competente e che la OIKOS comunque sarebbe dotata di una vasca di accumulo provvisorio. Va notato che altra informazione interessante che C. dà nell’occasione allo Zuccarello è che la comunicazione del fermo impianto del gestore della discarica deve pervenire al Dipartimento Acque e Rifiuti, poiché è quello l’ufficio competente a provvedere stabilendo le modalità per far fronte alla situazione, e che il loro ufficio invece interviene in caso di violazioni e a seconda della gravità prendendo anche provvedimenti.

Mette conto di focalizzare che queste ultime modalità operative dal C. illustrate allo Zuccarello corrispondono perfettamente al dato testuale della prescrizione articolata nel decreto di AIA del 2008 dell’IPPC della OIKOS per l’ipotesi del guasto dell’impianto, in precedenza riportata. E’ dunque questo, sottolinea il Tribunale, un ennesimo lampante episodio in cui è il C. stesso a rivelare, attraverso le contraddizioni in cui facilmente cade, la sua piena coscienza di compiere a favore del P. atti contrari ai puntuali doveri del suo ufficio. Però, va pure focalizzato, subito dopo l’abile C., in questo sottile scambio con lo Zuccarello, per districarsi e giustificare se stesso aggiunge che loro, come ufficio, non dispongono ispezioni in loco poiché “loro esaminano solo carte”, così come, aggiunge pure, aveva già spiegato all’ispettore di Polizia. Evidenzia ancora il Tribunale che C. appellandosi al dovere asettico del controllo carte fa strumentalmente ricorso allo stesso espediente retorico, appunto delle carte, che aveva già ad esempio utilizzato nella nota riunione del 13 marzo 2012 (con i Comitati No Discarica, il direttore Emanuele etc..), e di cui lo stesso giorno poi si vantava nel riferirne al P. (C.: Io ho fatto presente all’ispettore che noi non abbiamo… ispezioni in loco, perchè non… non è un compito che ci com… che ci viene assegnato,il nostro compito è quello di leggere le carte. ZUCCARELLO: (annuisce) C.: Quindi, quando ARPA e Provincia o la ditta stessa ci comunicano che c’è un fermo impianto o c’è un blocco o c’è un danno, eccetera, eccetera…noi ne prendiamo atto e possiamo anche determinarci in materia, dipende dalla gravità della situazione, tramite il Dipartimento Acqua e Rifiuti).

Proseguendo, poiché Zuccarello fa confusione tra la questione dell’impianto adatto all’evenienza di un fermo impianto e la storia del Bioreattore della OIKOS, C. gli raccomanda di non tirare fuori con gli investigatori il Bioreattore, perché si sarebbero infossati ancora di più (C.: No…il bioreattore non è mai partito, ingegnere. ZUCCARELLO: Ah, non è mai partito. C.: No, non parli di bioreattore perché ci infossiamo ancora di più… allora nell’impianto…ZUCCARELLO: eh, ma questa è la OIKOS o è la Sicula Trasporti? C.: OIKOS. ZUCCARELLO: OIKOS, si C.: OIKOS, stiamo parlando di OIKOS, perchè Sicula Trasporti, a noi non risultano fermi impianti. ZUCCARELLO: Uhm.).

C. inoltre sulla domande circa la tariffa e poi in particolare sul perché il loro ufficio e non il dipartimento Rifiuti abbia decretato la tariffa, dapprima taglia corto in modo tranciante (la tariffa non c’entra un cazzo) e poi risponde allo Zuccarello che in precedenza l’istruttoria sul decreto o per lo meno la verifica dei costi era affidata a Di Lorenzo, un altro collega, e che successivamente, con l’introduzione dell’AIA, anche l’istruttoria sulla tariffa era stata assorbita nel procedimento di AIA.

A questo riguardo, come è stato pure evidenziato dal teste Evola, il C. tace allo Zuccarello la circostanza che nel 2010 il suo servizio era stato investito in via esclusiva dei compiti istruttori relativi alla tariffa, in base ad un P.collo d’intesa tra ARTA e il Dipartimento regionale Acque al quale egli aveva partecipato personalmente, e di cui al verbale del 16 novembre 2010, siglato appunto dallo stesso C., come rappresentante dell’ARTA e dall’ing. Alberto Pulizzi, dirigente del servizio gestione integrata e bonifiche del Dipartimento Acque e Rifiuti.

Testualmente :

C.: Ingegnere buongiorno

ZUCCARELLO: G.,buongiorno a lei…poi non

è venuto l’altro giorno,l’altro ieri

C.: Io l’avevo chiamata…appena mi sono liberato, poi l’avevo chiamata ingegnere

ZUCCARELLO: uhm…

C.: e non…non mi ha risposto

ZUCCARELLO: No, il telefono poi si era scaricato, ha capito?

C.: No, squillava

ZUCCARELLO: No, non squillava G…Perchè avevo la batteria scarica

C.: Io l’ho visto… l’ho sentito squillare

ZUCCARELLO: (inc.)… e probabilmente poi si è

interrotto con la sua telefonata, comunque sono stato poi io… con il telefono staccato quel giorno perchè

si è scaricata la batteria…le dovevo dire questo G., mi hanno convocato per domani

C.: l’ha convocata chi?

ZUCCARELLO: E…la Procura per andare a riferire

su quelle due pratiche che sono, una la Oikos e l’altra… ehm...Leonardi, là come si chiama?.. Sicula Trasporti

C.: Sicula Trasporti, si

ZUCCARELLO: ecco, mi è parso di capire che loro sono interessati a sapere bene…

C.: Uhm

ZUCCARELLO: il…la tariffae perchè la facciamo noi

C.: Si

ZUCCARELLO: e anche se ci sono stati fermi impianti

C.: Guardi, sul fatto dei fermi impianti, ho già prodotto al… all’ispettore il documento che avevamo noi come

ZUCCARELLO: Uhm… e luisu questo sta approfondendo non capisco perchè

C.: Mha…sinceramente neanche io, anche perchè è stato un fermo impianto di un giorno….

ZUCCARELLO: eh, ma noi quando succede questo, che facciamo?

C.: Niente ingegnere,non abbiamo avuto neanche il tempo di rispondere perché l’indomani ci è avviato… c’è

arrivato subito l’avvio dell’impianto.

ZUCCARELLO: (annuisce)… ma solitamente che facciamo noi, informiamo l’ARPA?

C.: Anche quando dovrebbe essere… no,se c’è l’impianto che si ferma… se c’è la discarica che si ferma, è il dipartimento Acqua e Rifiuti che smaltisce il flusso di rifiuti indirizzati in quella discarica nelle

altre discariche

ZUCCARELLO: Ah,ho capito

C.: Quindi, la ditta comunica al Dipartimento Acqua e Rifiuti, dice che “la discarica è ferma…per una settimana, provvedete diversamente”.

ZUCCARELLO: Ho capito

C.: Ma in questo caso c’è stato il fermo impianto per un giorno…

ZUCCARELLO: è questo sarebbe la.i rifiuti che determinano… dove andarli a conferire.

C.: no, ma nel frattempo loro hanno una vasca di accumulo, ingegnere… loro hanno una vasca di (inc.) provvisorio… allora, nell’impia…

ZUCCARELLO: Ma loro chi sono?

C.: la OIKOS… nell’impianto, c’è una

vasca dove vengono accumulati i rifiuti in attesa che vengono poi trattati… questa vasca è…

ZUCCARELLO: E’ quale… e qual è questa vasca?..non è il bio reattore eh?

C.: No…il bioreattore non è mai partito, ingegnere.

ZUCCARELLO: Ah, non è mai partito

C.: No, non parli di bioreattore perché ci infossiamo ancora di più… allora nell’impianto…

ZUCCARELLO: eh, ma questa è la OIKOS o è la Sicula Trasporti?

C.: OIKOS

ZUCCARELLO: OIKOS, si

C.: OIKOS, stiamo parlando di OIKOS, perchè Sicula Trasporti, a noi non risultano fermi impianti

ZUCCARELLO: Uhm

C.: Io ho fatto presente all’ispettore che noi non abbiamo… ispezioni in loco, perchè non… non è un compito che ci com… che ci viene assegnato,il nostro compito è quello di leggere le carte.

ZUCCARELLO: (annuisce)

C.: Quindi, quando ARPA e Provincia o la ditta stessa ci comunicano che c’è un fermo impianto o c’è un blocco o c’è un danno, eccetera, eccetera… eccetera, eccetera… noi ne prendiamo atto e possiamo anche determinarci in materia, dipende dalla gravità della situazione, tramite il Dipartimento Acqua e Rifiuti

ZUCCARELLO: Si

C.: …perchè nel frattempo il flusso dei traf… del traffico dei rifiuti lo gestisce il Dipartimento Acqua e Rifiuti

ZUCCARELLO: E nei piani di monitoraggio vengono previsti i fermo impianto?

C.: Assolutamente no, ingegnere

ZUCCARELLO: ah…

C.: C’è soltanto una manutenzione…che non so se si traduce con fermo impianto

ZUCCARELLO: Uhm… e questo lei… ce l’ha chiaro questo passaggio, cosa prevede il piano di monitoraggio e quale

misure scattano…quali adempimenti scattano in caso che sia una manutenzione che l’impianto possa considerarsi fermo?

C.: No, ingegnere

ZUCCARELLO: Eh… perchè ci po…

C.: per questo dovremmo raccordarci con l’ARPA… perchè è l’ARPA che approva il piano di monitoraggio e controllo, quindi è l’ARPA che decide nel caso in cui ci sia un fermo impianto stabilito per manutenzione…

ZUCCARELLO: Perché… ho capito

C.: …quali sono gli adempimenti da…

ZUCCARELLO: si, perchè loro stanno approfondendo

queste cose… tre sono le cose che stanno approfondendo… ed è…

C.: con la tariffa non c’entra un cazzo completamente

ZUCCARELLO: Si,ma vogliono sapere perchè noi facciamo il decreto sulla tariffa,uno

C.: Eh… picchì…

ZUCCARELLO: (inc.)…e non lo fa…e non lo fa l’energiaQuesto è uno… e mi pare che noi abbiamo i passaggi normativi su queste cose…

C.: Certo

ZUCCARELLO: E poi ci sono anche i P.colli d’intesa con l’energia?

C.: No, no, più che P.collo d’intesa c’è proprio….

ZUCCARELLO: Lettere… c’è corrispondenza?

C.: L’ultima… ingegnere, l’ultima..ripartizione dei ruoli che ha fatto Lombardo….

ZUCCARELLO: Si

C.: Lì è riportato bene, quali sono i compiti del servizio 2, all’interno dei passaggi…

ZUCCARELLO: L’ultima?.. e quella prima… e quella prima come… come avveniva?..perché noi facevano comunque il decreto..?

C.: Quella prima, il decreto ce lo aveva Angelo Di Lorenzo, ingegnereo quantomeno la verifica dei costi la faceva Angelo Di Lorenzo… poi, con l’introduzione dell’AIA è stato assorbito tutto dall’AIA, compresa la tariffazione.

ZUCCARELLO: Allora questo è il passaggio che ci dobbiamo spiegare bene a loro.

C.: ma a loro… si… eh, ma a loro…

ZUCCARELLO: gli dobbiamo far capire bene….

C.: …(inc.) Territorio e Ambiente….

ZUCCARELLO: Certo, lo deve far capire bene a me così io lo posso andare a spiegare…e questo è uno…

C.: Io posso raccordarmi con Angelo Di

Lorenzo e… vedere…

ZUCCARELLO: No,no, non c’è bisogno… Ah, se lei vuole farsi dare dei riferimenti,perchè no, Certo

C.: Riferimenti normativi

ZUCCARELLO: Certo, certo, Perchè no?.. si questo

è un aspetto, il secondo aspetto… è quello del fermo impianto…perché…

C.: Del fermo impianto ci andiamo a raccordare con L’ARPA

ZUCCARELLO: e (inc.)… e lo so,quello che..fare dei ragionamenti sul fermo impianto ed il terzo è sui

decreti AIA...loro… questi sono i tre…le tre cose…

C.: Cioè?..i decreti AIA cosa sono?

ZUCCARELLO: E… non lo so loro che cosa..vogliono capire i passaggi sui decreti AIA, ma sui decreti AIA ci sappiamo difendere… Su queste due cose mi serve…

C.: decreti AIA…

ZUCCARELLO: Si, mi serve fare un poco il…il ripasso normativo di come avvengono queste cose, io sono in ufficio, se tutto va bene, perché sono qua in avvocatura…

C.: Si

ZUCCARELLO: E se tutto va bene fra mezz’oretta conto di essere in ufficio…se lei ha pos…

C.: Contatto Angelo Di Lorenzo nel frattempo e vediamo se…

ZUCCARELLO: si, lo contatti subito lei… e così vediamo il da farsi

C.: va bene

ZUCCARELLO: Va bene… architetto, ci vediamo..ci vediamo fra poco, grazie

C.: Va bene, arrivederci.

ZUCCARELLO: un abraccio

Giugno 2012

L’evento del sequestro degli atti presso l’ufficio del C. allarmò lui e il P. e condizionò le loro abitudini. Quando poi il 7 giugno 2012 gli operanti della Questura di Palermo notificarono loro gli avvisi di proroga delle indagini i due smisero di comunicare tra di loro al telefono, iniziando a servirsi come tramite del segretario di P., U. Arcidiacono (v. teste Evola, ud. 4 giugno 2015). Così a giugno venivano intercettate comunicazioni tra l’Arcidiacono e P. e Arcidiacono e C. che avevano la suddetta funzione di ponte comunicativo. Il nome del C. diventava fax.

Più esattamente: tra il 7 e il 22 giugno 2012 vennero intercettate sul cellulare in uso al C. una sequela di telefonate e sms tra lui e U. Arcidiacono e 16 e il 22 giugno 2012 sul cellulare del P. scambi con l’Arcidiacono. E’ palese che si tratti di comunicazioni fatte con un linguaggio criptico e che hanno ad oggetto appuntamenti tra P. e C., e non sarà quindi necessario farne alcuna sintesi. E’ utile notare soltanto che nella terza delle telegrafiche comunicazioni del 7 giugno in ambientale viene captata l’espressione “corruzione”, pronunciata dall’Arcidiacono prima di iniziare a conversare col C..

Si riportano appresso.

Il 7 giugno 2012 alle ore 18:27:10 (progr.18957, decr.1342/11) :

ARCIDIACONO: Pronto?

C.: U. una cortesia, buonasera, mi fa sapere domani a che

ora devo andare da Louis Vitton, U.

ARCIDIACONO: Come?

C.: Voglio sapere domani a che ora devo andare da Louis Vitton… (inc.)

ARCIDIACONO: Domani mattina che…. va bene glielo faccio sapere ok

C.: Grazie

ANDREA: Arrivederci, arrivederci

C.: Arrivederci

Poi, alle ore 19,52 (progr.18965, decr.1342/11) :

ARCIDIACONO: Pronto?

C.: U. novità?

ARCIDIACONO: Io l’ho contattato, ora… penso che ora mi fa sapere, comunque, come chiudo con lei lo richiamo subito, Va bene?

C.: Va bene, grazie U.

ARCIDIACONO: Arrivederci

C.: Arrivederci

Infine alle ore 20,59 (progr.18969, decr. 1342/11) :

Inizio registrazione

(in ambientale)

ARCIDIACONO: Corruzione

Inizio conversazione

C.: U.?

ARCIDIACONO: Si

C.: Allora, mi dica

ARCIDIACONO: Alle… alle due

C.: Perfetto, grazie

ARCIDIACONO: Ok, arrivederci… Buona serata

C.: Arrivederci, arrivederci

L’8 giugno 2012 alle ore 14:11:11 (progr.19000,decr. 1342/11):

C.: U.?

ARCIDIACONO: Si… architetto, buonasera

C.: Buonasera

ARCIDIACONO: Le chiedo scusa… per le 18 mi diceva

C.: VA bene

ANDREA: Ok?

C.: OK, grazie

ARCIDIACONO: Ringrazio, arrivederci

C.: A dopo, arrivederci

Il 15 giugno 2012 alle ore 10:01:22 (progr.19404, decr.1342/11) :

ARCIDIACONO: Pronto?

C.: U. Buongiorno

ARCIDIACONO: Buongiorno

C.: Una cortesia… domani 10, 10 e mezza devo mandare un fax

ARCIDIACONO: si

C.: …mi fa sapere se domani il fax in ufficio è acceso?

ARCIDIACONO: Va bene, sempre acceso è

C.: Si lo so… me lo fa sapere?

ARCIDIACONO: Si, pero lo mandi a questo numero…al tren…

C.: U…. U….

ARCIDIACONO: Si

C.: Mi verifichi….

ARCIDIACONO: Ah, va bene, ho capito…si, si, ho

capito, va bene

C.: …se il fax è acceso e mi da la risposta

ARCIDIACONO: Si, si… penso che è acceso,comunque

ora glielo faccio sapere

C.: Va bene,grazie

ARCIDIACONO: Arrivederci, arrivederci

C.: Arrivederci

Alle ore 13:07:00 (Decr. 1342/11) :

ARCIDIACONO: Pronto?

C.: U.?

ARCIDIACONO: Lei mi legge nel pensiero, va… va

bene,domani è attaccato…a quell’orario, va bene?

C.: Perfetto, grazie U.

ARCIDIACONO: Arrivederci, arrivederci

C.: Arrivederci

Il 16 giugno 2012 alle ore 10:26:58 (progr.19483, decr. 1342/11), C. è dietro il cancello del P., che non aprono e chiama Arcidiacono:

ARCIDIACONO: Pronto?

C.: U., buongiorno

ARCIDIACONO: Si, buongiorno

C.: E’ in ufficio?

ARCIDIACONO: Fra un quarto d’ora

C.: No, picchì volevo sapere a chi mi devo raccomandare

pi grapere…(per aprire; ndg).

ARCIDIACONO: Ci penso io

C.: Va bene

ARCIDIACONO: Ci penso io, va bene?.. arrivederci!

C.: Grazie…grazie

Poi, alle ore 10:36 (progr.34236, decr. 1873/11), Arcidiacono comunica al P. che è arrivato C., denominandolo fax :

Inizio registrazione

(in sottofondo si sente)

P.: Eh..do un’occhiata signora..grazie…

(inizio conversazione)

ARCIDIACONO: Pronto?

P.: ARCIDIACONO buongiorno…

ARCIDIACONO: Buongiorno Presidente…

P.: …eh… io sono… io sono

attualmente… U….

ARCIDIACONO: Si…

P.: …nel…

P.: …aspetta… aspetta… nel centro Apple… che sto andando a ritirare una cosa…

ARCIDIACONO: Si…

P.: …eh… tu mi dai altre indicazioni per caso?

ARCIDIACONO: Si… il… il fax è arrivato..in ufficio però…

P.: Ah… va bene… allora io sto arrivando in ufficio allora…d’accordo?

ARCIDIACONO: Va bene… okay…

P.: Grazie…

(..)

Il 22 giugno 2012 alle ore 21:41 veniva intercettato il seguente messaggio SMS (progr.35119, decr. 1342/11) :

Mi scusi presidente se disturbo, ma le volevo dire se domani alle 11 30 c’e’ qualcuno in azienda per ricevere un fax..”

Poi, alle ore 22:39:09 (progr.20009, decr.1342/11):

ARCIDIACONO: Pronto?

C.: U.

ARCIDIACONO: Si…Io ci sto andando perché non…

non risponde,comunque ora…10 minuti massimo e glielo faccio sapere, va bene?

C.: Va bene, grazie

C.: Arrivederci

Infine, alle ore ore 23:11:16 (progr.20010, decr. 1342/11), veniva intercettato questo messaggio SMS:

Architetto le volevo dire che domani sono all’excelsior. Aspetto il fax li alle 11 30. Grazie.”

Tema dei rapporti familiari.

Acquisto del televisore presso il negozio Pick up di via Catania a Palermo, e dazione di euro 10.000,00

Nel maggio del 2012 si concentrano alcune conversazioni intercettate tra il C. e la moglie, Valeria Paduano, che rivelano la condivisione di costei alla vita da corrotto del marito. Ma altre che possono ascriversi alla stessa temativa, venivano intercettate anche nei mesi precedenti e poi nel 2013, anno in cui la famiglia C. continuava a trascorrere vacanze in alberghi di Taormina e della zona a spese del P. e il C. a ricevere denaro dallo stesso.

Si è già analizzato in dettaglio il dialogo del 30 marzo 2012, in cui la Paduano chiede al marito se Mimmo ha scucito qualcosa per il lavoro che ha fatto per lui e il C. le risponde di aver ricevuto da P. 10.000,00 euro, provocando grande sollievo).

E’ utile focalizzare tali dialoghi poiché evidenziano che non solo tra C. e P. vi era una consolidata complicità e un rapporto simbiotico e morboso (fondato sul forte comune interesse della difesa delle intraprese disinvolte del P. e della crescita dei suoi guadagni) ma altresì che simile tipo di rapporto coinvolgeva, si ripete, anche la moglie del C. e indirettamente anche i loro due figli, ai quali il P. garantiva un elevato tenore di vita.

Il 14 febbraio 2012 (progr. 157, decr. 256/12) veniva intercettata una conversazione tra il C. e il figlio Paolo che rende con molta efficacia il tema della consapevolezza anche del ragazzo dei generosi benefici di cui il P. omaggiava il padre, in cambio di ciò che faceva per lui. C. rispondendo alla parole di ammirazione del figlio per la lussuosa autovettura del P. e dopo uno scambio di battute sui guadagni suoi e quelli di Mimmo P., spiegava al figlio di lavorare per il P. e di ricevere da lui somme di denaro proporzionate ai guadagni che gli procurava, per la legge secondo cui “nessuno regala niente”.

Nota il Tribunale che il C. non limita il concetto al rapporto tra lui e il P. ma lo estende a chiunque possa ricorrere e riconoscere la sua bravura (C. Se io lavoro mi da… mi da soldi pe… non regala nessuno niente Paolo. Se tu li meriti, perché sei bravo e lavori, te li danno PAOLO: E quindi te li da i soldi?..C. : Certo! …PAOLO: Quanti soldi ti ha dato? G.: Dipende quello che faccio! Seee… guadagno 10 mila mi da 10 mila, se guadagno 5 mila mi da 5 mila).

Testuale :

PAOLO: Questa macchina fa schifo! Quella è signora macchina!

G.: (ride) Non fare lo stronzo! Paolo quella macchina costa 110 mila euro.

PAOLO: Ma perchè non ti compri… il Dino Ferrari? Ottanta (inc.)…

G.: il Ferrari cento ottanta…

PAOLO: Perché non te la compri la stessa, scusa? Tu ce l’hai i soldi per comprare questa!

G.: Perché viene la Finanza… ti fa un… un culetto quanto una casa.

PAOLO: Un culetto tondo tanto…

G.: Ti fa un culetto tondo tondo.

PAOLO: E perché scusa? A Mimmo sono venuti a casa sua di Mimmo? Non sono venuti a casa sua?

G.: Mimmo guadagna… quattro… cinque milioni all’anno. Io all’anno ne guadagno 50 mila… se spendo 180 mila, viene la Finanza e mi dice: “scusi architetto, ma lei guadagna 50 mila euro all’anno! Come fa a spenderne 180 mila?”… Rispondi! Eh, eh…

(a sec. 78 si ascoltano colpi di clacson)

PAOLO: 110 mila… intanto…

G.: La Ferrari è 180 mila.

PAOLO: Ma non mi interessa… io non ti ho detto di comprare la Ferrari… ti ho detto questa.

G.: Ah, questa? 110 mila! Dice: “come fa a comprare una macchina 110 mila euro!

PAOLO: Ma perché… scusa… il BMW questo qua, tipo mimetizzata, fuori sembra come una macchina normale e dentro è…

G.: No! Si vede Paolo, che dici? Si vede! Gente che lo capisce lo vede subito!

PAOLO: Siccome non ce ne sono, qua a Palermo nessuno capisce niente.

G.: No, questa macchina non c’è! Qua a Palermo non esiste! Macchina come quella di Mimmo qua non esiste!

PAOLO: Ma perché tu non te la compri?… Ti chiedono… e tu hai detto… a tu gli dici: “ho messo soldi da parte e mi sono comprato questa macchina.”

G.: Perché per mettere 110 mila euro da parte ce ne vuole!

PAOLO: Due anni e mienzu.

G.: Due anni e mezzo… non devi mangiare, non devi campare, non devi fare niente… non devi mandare i figli a scuola, non devi… spendere soldi.

PAOLO: Mi! Ma 4 milioni… 5 milioni sono tantissimi!

G.: E lo so, .

PAOLO: Eh… e lui al mese quanto guadagna, scusa?

G.: 30… 40 mila euro… 50 mila euro

PAOLO: Pà, allora io sto zitto… mizzica guadagna un sacco!

G.: Cioè… quello che io guadagno in un anno, lui lo guadagna in un mese.

PAOLO: E perché non ti da un pò di soldi a tia?

G.: Se io lavoro mi da… mi da soldi pe… non regala nessuno niente Paolo. Se tu li meriti, perché sei bravo e lavori, te li danno.

PAOLO: Ma tu con Mimmo ci collabori?

G.: Certo!

PAOLO: E quindi te li da i soldi?

G.: Certo! Non lo vedi che abbiamo lavo… abbiamo parlato di lavoro?

PAOLO: Quanti soldi ti ha dato?

G.: Dipende quello che faccio! Seee… guadagno 10 mila mi da 10 mila, se guadagno 5 mila mi da 5 mila.

PAOLO: la sua macchina è spettacolare però! Ma che cosa è Cattolica? E’ assicurazione… di che cosa?

G.: Della… una cosa di lavoro… di… della discarica. Amunì… dai Paolì che è tardi, dai veloce! Dai!

PAOLO: (ride)

G.: Che ridi?

PAOLO: Questa macchina fa schifo! C’è pure caldo… eh… freddo qua dentro.

(a sec. 198 macchina in sosta, aprire e chiudere le portiere, rumore di passi.)

Un’altra significativa conversazione tra il C. e il figlio Paolo di tenore analogo è, nota il Tribunale, di oltre un anno e mezzo successiva, esattamente del 27 novembre 2013. Verrà esaminata nel paragrafo dedicato alle intercettazione di quell’anno.

Le volte che il C. e la moglie, discutono degli alberghi d’abitudine pagati loro dal P., dimostrano più in generale di considerare il P. come una fonte vitale di guadagno, che garantisce loro abitudini, fatte di dispendiose continue vacanze, scuole e lezioni private per i figli, accumulo di beni immobili e altri simili concetti. C. e la moglie tra l’altro ragionano insieme sulle spese che è possibile sostenere in nero in modo da non fare apparire il denaro che P. versa al Cannovo come prezzo della corruzione, in modo da mantenere una apparenza contabile credibile agli occhi della Finanza.

Ad esempio in quella del 18 maggio 2012 (progr. 2417, decr.256/12 ), ad esempio, Valeria Paduano è decisa ad andare in albergo a Taormina a spese di Mimmo P., ma questi desideri della moglie condivisi dal C. sono ormai disturbati dalla sopraggiunta preoccupazione di potere subire dei controlli e del rischio che si scoprisse che a pagare le loro vacanze in albergo a Taormina e dall’hotel Baia Verde fosse il P.. La moglie indugia sulle loro entrate e rendite che possono servire a giustificare le spese degli alberghi pagati per loro dal P.. Tra l’altro C., per tranquillizzare la moglie e mentendole, ad un certo punto le risponde che il P. non ha mai pagato le loro vacanze in albergo a nome della OIKOS ma che fa pagare alla sua impiegata Grace Marletta e poi le restituisce i soldi.

Sottolinea il Tribunale che l’importanza probatoria di questo intimo dialogo tra i coniugi C., così come di molti altri, è massima, in quanto costituisce una ulteriore ennesima conferma della risalenza nel tempo e del progressivo consolidamento del rapporto di corruzione tra il C. e il P. e del fatto che i C. vi abbiano fondato sopra un sistema di vita familiare cui non intendono affatto rinunciare:

VALERIA: Ma sto Scilluso… vende?

G.: Bah! Per essere qua vuol dire che vende!

VALERIA: Questa è via… Pre… no, via N. Gallo? Questa?

G.: Se c’haspetta…

VALERIA: Questa via N. Gallo è? Vero… io ogni volta convinta che sia via Torrearsa… ogni volta, cioè, quando dico sempre Louis Vitton… Louis Vitton… Louis Vitton… eh… una volta Violetta: “non è via… non è eh!” E io: “ma qual’è que… dei miei costumi? Aspè… ma qual’è, qual’è!” E un giorno finalmente Violetta caspita gli è venuta in te… cioè, Via N. Gallo… non mi piace, non c’è niente!

G.: (inc.)

VALERIA: Ho visto un costume bello…

G.: no… sarà firmatu macari!

VALERIA: fashion! Pò è? Si, hanno… qua hanno Just Cavalli… ma ci sono i costumi Emilio Pucci, pure sul coso, quello con l’azzurro è bellissimo! Ma il mio problema coi costumi sai qual’è? Che ne ho due milioni… per andare quando a mare?

G.: Vuoi andare al Giglio?

VALERIA: Si! Li uso solo quando vado Baia Verde, quando vado a Taormina, ah… quest’anno ce lo facciamo almeno un fine settimana a Taormina, all’Atlantis, al coso, chi vuole venire viene. Non me ne fotte niente. A spese di Mimmo… con te parlo!

G.: Vale, anche se le cose diventano sempre più difficili, perché dice che ora ti controllano pure…

VALERIA: Cosa?

G.: Le vacanze… dove le fai?

VALERIA: Vabbè un… ma noi ce li abbiamo le nostre entrate… siamo sempre là! Che fà, non le abbiamo? Io ho tutto dichiarato… tu magari… ma tu c’hai a … a me… eh… c’hai la villa che già è dichiarata, abbiamo la nostra professione… scusami…

G.: Valeria, intanto ti… ti controllano e poi ti… ti giustifichi!

VALERIA: Ma infatti io, se vuoi risparmiare qualche cosa… se… ma tu infatti… eh… è Mimmo che se paga non deve dire… figurare, perche sennò t’inchiummano!

G.: Mimmo non paga mai.. con carte Oikos o cose varie.

VALERIA: E con le sue personali non è peggio?

G.: Gliela dà… gliela dà a quella, come si chiama!?

VALERIA: Con quella sua personale non è peggio?

G.: No… ma quale personale.. gliela dà a quella… la sua impiegata quella

VALERIA: Si, ma la sua impiegata…

G.: Come si chiama, Nancy?

VALERIA: Non lo so chi è!

G.: Quella di là… eh… l’hai vista…

VALERIA: Si, ma… cioè, gli da la carta di credito dell’impiegata?

G.: Gli fa pagare con la sua carta di credito e poi Mimmo gli restituisce i soldi.

VALERIA: Si, ma non ha senso… un impiegata come se lo permette di pagare 6 mila euro una vacanza per una settimana? Perché tanto noi consumiamo.

G.: Lo può fare… lo può fare.

VALERIA: Una impiegata lo può fare? Perché quanto guadagna?

G.: Lo può fare nel senso che è la ditta che le offre il premio del soggiorno.

VALERIA: Mi sembra una stronzata… e se questa un giorno se la canta come quella di Bossi?

G.: Questa?

VALERIA: Lui non deve dare… lui non deve dare.

G.: Ma stai scherzando?

VALERIA: Ma chi è quella incinta? Quella che era incinta? Chi è sta Nancy?

G.: No! Quella grossa, Nancy… Grace… Grace… ecco!

VALERIA: Ma io questa non l’ho mai conosciuta?

G.: Si, l’hai conosciuta.

VALERIA: Vabbè ma anche quando, tu… scusami… tu non puoi far figurare che tu gli hai fatto lavori.. che tu.. cioè per forza deve essere come…

G.: La Finanza comincia a controllare pure le vacanze dove si fanno… un cinque stelle…

VALERIA: E le scuole… e le scuole.

G.: Cinque stelle…

VALERIA: E io infatti…

G.: Super…

VALERIA: Si, vabbè… ma noi che stiamo facendo… facciamo l’America una vacanza non succede niente. Invece io eh… poi noi non siamo persone che… ma questo dopo tre ore! Ma ci entrava un treno!

G.: Minchia, c’ha la macchina piccola! Madonna!

VALERIA: Un treno ci entrava… ma è ubriaco! Eh… comunque, noi, quello che dobbiamo fare, l’emo livari da scuola privata a tutti e due! Perchè… allora sì, che… me… metti questo… i professori privati sono tutti in nero…e vabbene! La scuola privata no… viene controllata pure… il circolo del tennis viene controllato… queste cose vengono controllate!

(a sec. 244 si ascolta un clacson, rumori ambientali.)

VALERIA: Ma questa è una rincoglionita totale! Totale!

G.: Ma cose da pazzi! Ecco perchè non riusciva a posteggiare, perchè era rincoglionita!

VALERIA: Mah… sarà stato ubriaca!

G.: Emh… ferragosto! Ferragosto andiamo al Mazzarà… Mazzarà? Come si chiama, Mazzarà?

VALERIA: Mazzarò!

G.: Mazzarò!

VALERIA: Si, però Taormina a ferragosto lo stai che è tutto diverso!

G.: No! Ma quel buffet non ce lo possiamo permettere!

VALERIA: Mah… a me quel (inc.) mi ha fatto vomitare!

G.: E vabbè… però è bello, dai!

VALERIA: Bello da vede… ma eh… non ho mangiato niente… ero disgustata!

G.: E’ elegante… una serata elegante… eh!

Il 27 maggio 2012 (progr. n. 2611, decr.256/12) la Paduano ammonisce il marito ricordandogli quando costano i due figli, insistendo perché metta del denaro da parte su un conto, riferendosi anche a quello che ricevono dall’affitto della loro villa a Mondello dal calciatore Barreto e ad un mutuo da pagare.

Va rilevato che anche l’interesse di questi scambi è particolare, poiché in essi i coniugi C. confermano le modalità di pagamento in nero che praticano nei loro acquisti ogni volta che ciò sia possibile, in modo da camuffare gli introiti che provengono dal P. :

VALERIA : Un domani ti troverai un gruzzolo tocchi gli altri.. Le altre cose, non puoi mettere fondo sempre a questi 3000 euro .. Perché tu ci devi pagare il mutuo e l’altra metà te li metti da parte… Mi senti quello che parlo?

G.: che parte del mutuo..poi rivediamo la questione.

Valeria: perché ancora non è partito il mutuo della villa?

G.: abbiamo fatto mutuo per la villa?

Valeria: a maggior ragione ..da parte di già..

G.: per fare il mutuo devi fare l’atto.

Valeria: ma già in un anno non hai 50 mila euro in più da dargli a questo? Eh.. Ce li hai?

G.: certo!…. li sto mettendo da parte.

Valeria: sicuro, e quando ieri dai… a questo del costruttore… a questo che gli devi pagare la casa… che gli hai dato i soldi nero.. non glieli puoi dare altri 50 ora, che sono quelli di Barreto, che di ha dato in un anno? È un anno ormai.

G.: No Valè..

Valeria: ma perché?

G.: perché la casa dobbiamo dichiararla per forza 300, perché al di sotto lo.. non è che.. non diventa più credibile.

Valeria: quindi in nero non gli puoi dare più niente ?

G.: non diventa più credibile.

Valeria: sì ma che cosa ne fai di questi soldi? Li spendi tutti in professori? Io non ne so niente!

G.: li metto in via Sciuti .. che devo fare!

Valeria: li metti in via Sciuti! Per pagare cosa, l’agenzia è una cosa si possono pagare?

G.: certo.

Valeria: ma con un conto corrente gli rimette al conto corrente? Glieli metti al conto corrente? Glieli dai contanti… eh .. liquidi?

G.: contanti.. all’agenzia si possono dare.

Valeria: tu dici? L’agenzia fattura!

G.: gli chiediamo di fatturare 10.

(…)

G.: tutti lavori della villa!

Valeria: eh.. E ora dobbiamo fare i conti. Intanto ti do… Poi tirò il resto.

Il 29 maggio 2012 (progr. 2674 decr. 256/12) i due discutono in auto mentre si stanno recando in un’agenzia immobiliare per l’acquisto di un costoso appartamento e la Paduano, avendo appena saputo che la polizia si è presentata nell’ufficio del marito ad acquisire la documentazione relativa ai decreti delle discariche del P., manifesta la sua preoccupazione per le loro sorti economiche. Durante la stessa conversazione il C. afferma di essere dipendente da Mimmo P. e dai fondi che questi riesce ad ottenere:

VALERIA : “ a maggior ragione che c’è pure questa cosa di Mimmo , come facciamo fronte a una spesa del genere ?

alla domanda del C. sul nesso tra Mimmo e quel loro acquisto la Paduano risponde che era Mimmo (P.) a dare a lui i soldi e che quindi l’avrebbe aiutato a pagare e che se lo avessero arrestato questo programma sarebbe sfumato. C. per rassicurare la moglie le diceva che Mimmo risultava “pulito” (non rischia interdittive antimafia) e rivelava alla moglie che in ogni caso lui stava lavorando

per essere indipendente da Mimmo”,

alludendo evidentemente al progetto di spostare i suoi favori parassitari dagli affari del P. agli interessi di un altro o altri imprenditori. Il C. inoltre rimarcava subito lo stesso concetto, dicendo alla moglie :

però se Mimmo si ferma .. minchia tutti i fondi vengono

messi in crisi.

A quali fondi si riferiva il C. si arguisce da una nutrita serie di stralci di conversazioni captate, in cui il P. espone al C. il suo metodo operativo, secondo cui per mettere mano a un progetto occorre avere prima la certezza di ottenere i finanziamenti necessari e del guadagno per poterli saldare, e quindi non bisogna accettare accordi contrattuali per il conferimento di rifiuti con Comuni che non garantiscano i pagamenti. Vi sono poi altri stralci di conversazioni tra C. e il logorroico P., in cui quest’ultimo manifesta una forte inquietitudine legata ai rischi, in quel periodo molto concreti, che emergessero irregolarità delle autorizzazioni ambientali delle sue discariche poiché a quel punto le banche non gli avrebbero più concesso crediti e avrebbero ritirato gli accordi di finanziamento con lui stretti.

La Paduano tra l’altro esprimeva il suo timore per le intercettazioni, attraverso cui si sarebbe scoperto che P. pagasse per loro l’hotel Baia Verde :

Valeria: io mi spavento…. Io ti ho detto: stai attento ! perché io sono sicura che lui ha troppe attività, troppe cose, io..eh ..nzu! Quando uno prende soldi facili, prima o poi le pa paghi.

G.: a che vuoi dire!

Valeria : a me dispiace per lui a prescindere, perché con noi si è sempre comportato bene.

G. : che vuoi dire? Non ho capito che vuoi dire. Valeria: che mi spaventa l’arresto.

G.: spaventati!

Valeria : che ci hai cazzi pure tu, comincia a fare.. Ci sono intercettazioni che andiamo al Baia Verde, andiamo qua, andiamo la.. Anche le cose! Io proprio oggi pensavo che mi sarebbe piaciuto andare a Mina ha.. Ora, anche ora Mina, per oggi dobbiamo limitare,… Tu sei troppo leggero le cose!

G.: limitati, ci vado da solo!

Valeria: dove?

G.: a Capo Taormina.

4) Intercettazioni di giugno e novembre 2013

Intercettazioni dal 13 al 17 giugno 2013.

Documentazione contabile alberghiera.

Conversazione del 24 giugno 2013, ore 21,00 (P. suggerisce al C. lo stratagemma difensivo di addurre lo stretto rapporto tra le loro famiglie, e dazione di altri 10.000 euro).

Conversazione del 25 giugno 2013 (dazione di altri 10.000 euro).

Intercettazioni del 27 novembre 2013.

Come in premessa rilevato, dalle intercettazioni del giugno del 2012 si passa a quelle del giugno e del novembre del 2013, le cui registrazioni vennero acquisite dal parallelo procedimento, nel corso del quale le attività tecniche coglievano ancora il C. e il P. più che mai intenti a coltivare ancora la loro forte intesa corruttiva. P., ormai è noto, continuava ad offrire alla famiglia C. soggiorni alberghieri e a versargli laute ricompense in denaro contante, con le modalità e nei contesti, tutti di interesse, che emergono dall’esame capillare delle singole conversazioni.

Intercettazioni dal 13 al 17 giugno 2013

I dialoghi del 13 e del 17 giugno 2013 (progr. 1390), dimostrano che P. come metodo usava pagare l’hotel ai C. con carte prepagate, su cui gli stessi addetti alla contabilità dell’albergo addebitavano i conti. Nel caso specifico C., da tempo timoroso delle indagini, si era premurato di pagare i primi due giorni dei tre di un soggiorno all’hotel Capo Taormina, laddove invece il P., per il tramite del suo fidato segretario Arcidiacono, insisteva con l’hotel per poter pagare interamente.

Il 13 giugno 2013 infatti P. mandava un SMS all’ Arcidiacono dando disposizione di ordinare due camere a Taormina a nome Padovani C.r e di chiedere se ci sarebbero stati o meno anche i figli e di pagare con la sua carta di credito. Nella stessa giornata (progr. 1075) Arcidiacono chiama l’hotel Capo Taormina parlando con la receptionist Tea Cacciola, presentandosi come il segretario del signor P. M. e le dice di aggiungere alla prenotazione già comunicata dal P. un altro giorno, confermando il nome C. G.. Tea conferma che manterrà la tariffa già prepagata dal P., ma che per la notte in più sarà obbligata ad applicare la tariffa executive di 395,00 euro. Arcidiacono riferisce che P. gli ha detto di caricare l’intero sul conto della sua carta. Tea replica che il cliente ha già pagato le prime due notti. I due infine si accordano nel senso che P. manderà una mail con cui da l’autorizzazione ad addebitare quei 395,00 euro sulla carta di credito di cui sopra e i dati per la fatturazione.

Il 17 giugno 2013 (progressivo 1309) Arcidiacono viene chiamato da Mario dell’Hotel Capo Taormina, il quale fa presente che sono arrivati quel giorno i suoi ospiti, i signori C.. Arcidiacono precisa che sono ospiti del P. e l’altro aggiunge che si tratta di clienti abituali, che vanno ad alloggiare in quell’albergo con una cadenza annuale e ricordando che di solito “hanno tutto pagato, anche gli extra” ma che quella volta non è stato così e ma che sono andati via senza pagare gli extra. Per questa ragione Mario chiede ad Arcidiacono di avere il cellulare del C.. Arcidiacono ricorda che P. gli ha detto di avere dato il suo numero di carta di credito. Proseguendo Mario ricorda che effettivamente ogni anno il soggiorno e gli extra per quelle persone vengono pagate con la carta di credito del P. ed un anno anche i massaggi. Restano intesi che previa richiesta via mail, l’hotel provvederà a fare avere al P. per il tramite dell’Arcidiacono U. l’estratto conto.

Documentazione contabile alberghiera.

A queste ultime emergenze si aggancia la documentazione contabile, acquista dagli investigatori presso le strutture alberghiere oggetto di numerosi dialoghi intercettati dal 2011 al 2013.

Va sottolineato che tale documentazione rappresenta una puntuale e concreta attestazione che l’abitudine del P. di garantire le spese dei soggiorni in albergo per i C. risaliva almeno all’anno 2008, quando il C. nell’esercizio dei suoi compiti di funzionario dell’assessorato regionale siciliano all’ambiente, preposto alle procedure AIA in materia di discariche, era già molto impegnato a curare tutte le istanze della OIKOS.

Il teste Evola ha ricordato che queste verifiche confermano la prassi del P. di pagare con carte di credito della OIKOS i soggiorni offerti al C. la moglie e i suoi due figli, presso il Grand Hotel Baia Verde di Aci Castello e l’Hotel Capo Taormina (v. si rimanda alla conversazione del 4 gennaio 2012, progr. 14813, decr.1873/11, in cui Grazia Marletta avverte P. di essersi accorta che una spesa di albergo del C. è stata mescolata alla contabilità della OIKOS, e per indicarle di scorporarla usa l’espressione “staccala Grace”).

In particolare all’udienza del 13 aprile 2014 è stata acquisita la documentale contabile dei due suddetti alberghi e del Grand Hotel di Rimini.

In breve P. pagò per i soggiorni del C. ed i familiari nell’Hotel Capo Taormina, attraverso bonifici bancari, intestati alla OIKOS :

nel 2009 la somma data da euro 2.151, 20 (per due dal 17 al 21 luglio), più euro 2.63,50 (per due dal 4 al 6 settembre), più euro 1.843,50 (per due dal 7 al 10 ottobre); nel 2010 la somma data da euro 3.907,60 (per quattro persone dal 30 giugno al 4 luglio) più euro 4.725,50 (per quattro dal 26 al 31 agosto); nel 2013 euro 610,20 (comprensiva della sola notte del 16 giugno 2013 per due persone e tutti gli extra consumati dal 14 al 17 giugno 2013), per un totale di euro 15.335,80;

il P. pagò inoltre le spese per il C. e i familiari presso l’Hotel Baia Verde per le date e gli importi seguenti :

dal 10 al 13 luglio 2008 euro 1667,50; dal 6 all’8 febbraio 2009 euro 1621,20; dal 28 al 29 marzo 2009 euro 777,00; dal 24 al 28 giugno 2009 euro 2306,64; dal 2 al 4 gennaio 2010 euro 1365,00; dal 10 al 13 marzo 2010 euro 923,41; dal 7 al 9 maggio 2010 euro 1510,50; dal 14 al 16 maggio 2010 euro 1286,20; dal 21 al 24 ottobre 2010 euro 2136,00; dal 28 al 30 dicembre 2010 euro 1198,72; dal 25 al 27 febbraio 2011 euro 1151,50; dal 22 al 26 aprile 2011 euro 3401,63; dall’1 al 5 giugno 2011 euro 2433,50; dal 25 al 28 agosto 2011 euro 1959,50; dal 15 al 18 settembre 2011 euro 1728,50; dal 3 al 7 gennaio 2012 euro 2605,00; dal 20 al 21 aprile 2012 euro 114,00; dal 28 aprile al 1 maggio 2012 euro 2917,90, per un totale di euro 31.153,70.

Va ancora detto che nel 2011 il P. spese per il soggiorno del C. presso il Grand Hotel di Rimini, esattamente dal 9 all’ 11 novembre 2011, euro 717,00, pagati a mezzo di carta di credito intestata allo stesso M. P..

Intercettazione del 24 giugno 2013, ore 21,00 (P. suggerisce al C. lo stratagemma difensivo di addurre lo stretto rapporto tra le loro famiglie e dazione di altri 10.000 euro).

Si inserisce in questo tronco anche una lunga conversazione del 24 giugno 2013, iniziata alle ore 21,00 (progr. 676 decr. 1099/13) all’interno della Audi del C., davvero significativa, ancora una volta, della sua grave devianza verso la corruzione del C. e del P., per gli argomenti che trattano. Va precisato che C., già alle ore 16,00 della stessa giornata era stato intercettato mentre discuteva tale Salvatore Maugeri (progr.674, decr. 1090/2013). Quindi la sera informa P. su pratiche che lo riguardano relative alle cave, di cui si è occupato il menzionato Maugeri, col quale -racconta altresì il C.- ha un ottimo rapporto, essendo un ragazzo sveglio e in gamba. C., volendo consegnare al P. una sorta di biglietto da visita del Maugeri, approfondisce specificando che è uno che è stato rimosso dall’ufficio Valutazioni di Impatto Ambientale (“lavorava alla VIA come co.co.co. .che è stato trombato”) e che lui stesso, intercedendo col dirigente (il professore) è riuscito a fare assegnare all’istruttoria delle cave e sta addestrando. La scoperta casuale del Maugeri di una pratica riguardante impianti di cave dentro il fascicolo di un’altra, ha confermato che Zuccarello confonde le carte per nasconderle. Nota il Tribunale che poco dopo P. consegnerà al C. 10.000 euro e che l’indomani gliene darà altri 10.000.

Discutono tra l’altro delle reazioni suscitate nell’ambiente del C. dal passaggio delle competenze sui rifiuti dall’Assessorato al Territorio all’Assessorato all’Energia e delle iniziative del nuovo assessore N. Marino e del direttore Marco Lupo, di Crocetta e delle tensioni tra loro e su prospettive di assegnazioni di servizi (v. deposizione già esaminata della teste Maria Lo Bello, sulla resistenza del C. a passare ad altro ufficio).

Ad un certo punto i due manifestano la preoccupazione di eventuali intercettazioni e che la procura indaghi sui pagamenti degli alberghi che P. è solito fare per la famiglia C.. P., volendo tranquillizzare C. su tutto ciò che potrebbe venire a galla, gli suggerisce con insistenza di giustificare all’occorrenza ogni cosa adducendo lo stretto rapporto di natura familiare, disinteressato e fondato sull’affetto esistente tra le loro famiglie, molto diverso, nota, tra quello che lui può avere col Leonardi. Si arguisce quindi che C. sa o teme di essere indagato per via di un proprio rapporto con Leonardi della Sicula Trasporti.

Durante la stessa conversazione, si ripete, P. consegna al C. 10.000,00 euro, annunciandogli che il giorno dopo gliene farà trovare altro 10.000,00. C. riferisce al P. che dell’altro denaro che gli ha già dato prima, lo ha speso per la scuola dei figli e di avere in ballo l’atto d’acquisto di una casa. P. lo esorta a non usare quel denaro che gli sta dando per l’atto di compravendita, ché si brucerebbe. C. replica, concordando pienamente, che questi soldi di ora li destinerà al pagamento dei lavori di ristrutturazione dell’immobile di Sferracavallo, esprimendo che si farà girare degli assegni dalla moglie

(M.: se domani…vuoi altri dieci…G.:ti volevo dire questo..io voglio…M.:ora parliamo… ora parliamo. G.:minchia, pienone, Mimmo! M.:non c’è nulla qua?….M.:esci da qua, G.!..G.:la mettiamo qua fuori, Mimmo! M.: ti stavo dicendo… domani te li faccio trovare.G.:ascoltami, io l’altra volta li ho..quelli che mi hai dato tu… M.:eh.G.:li ho dovuti spendere… spendere… perchè ho pagato la retta della scuola. M.:ma certo! Tu fai come…G.:siccome… siccome li sto raccogliendo per ora per l’atto perchè mercoledì c’abbiamo la visita del perito.M.:ah.G.: della banca.M.: si… ora tu mi devi dire cosa ti devo fare? Come mi devo organizzare? Però tu questi non li fare uscire… ti bruci! G.: no! Che fa scherzi?!M.:uh.G.:assolutamente! Io questi, sai che sto facendo per ora? Stiamo facendo i lavori di ristrutturazione a Sferracavallo? Questi vanno agli operai… da Valeria mi faccio fare gli assegni.)

Prima che ciò avvenga C. ha comunicato al P. di avere portato con sé una nota dell’ARPA, connessa ad una nota del suo collega dell’ARTA Patella e che gli ha inoltre pure predisposto la nota di risposta da dare e che gliela deve mostrare.

(M.:a proposito, ti ringrazio per le scarpe.G.:eh..come sono andate? M.:eh..chi l’ha viste! G.: ma la misura quella è? M.:allora, queste..G.: uh.M.: ieri sera… ci rissi a mia moglie: “ma dove ce l’hai..le scarpe che c’ha portato.” Dice: “questo (inc.)no il telefono.” Ci rissi: “e tu non hai parlato con la zia bella che poi viene per regalarti due paia di scarpe?”G.:(ride)M.:me figghia Elisabetta: “non mi ha dato il numero!”(ride)G.:avanti,..ora ti do il numero. M.:no..no io non ce l’avevo il numero!? G.:ce l’hai quello..?M.: ce l’ho..però non mi è venuto ieri di dirglielo… anche perchè… a noi serve per… siamo intercettati? C’è un rapporto di famiglia, hai capito? G.: sì.M.: cioè a dire… non è un rapporto come ce l’ha Leonardi.G.:a proposito… a proposito, Mimmo… vedi che ho dovuto fare un’operazione con la prenotazione… U. (Arcidiacono)mi ha prenotato Oikos.M.:sì..io ti sto prenotando anche Oikos per confermare il pregresso.. G…. io stasera qua..G.:no, Mimmo evitiamo, cazzo ancora… non è chiusa sta cosa! Minchia, ci stanno… ci stanno cercando per ora per vedere dove sbagliamo..senti a me! M.: io t’ha pozzu riri na cosa?G.:eh.M.: io su questo..non voglio essere…è come dire…vedi,quando io ho detto… ho un rapporto di famiglia… ho un rapporto che io con sua moglie sono molto amico… mia moglie con sua moglie sono amici… io per me ho un fratello e io dico ma che vogliamo ritornare ai tempi dei borboni? G.:hai ragione…M.:se vogliamo…se vogliamo tornare ai tempi dei Moicani.G.: Mimmo… hai ragione! Però questi stanno cercando!(….) G.:Mimmo, scusami, dove stiamo andando? Io camino rittu! M.: alla Baia Verde!…..G.: e picchì stiamo andando là?(….)M.: sì… sì, sì… c’è un tavolo per quattro prenotato! No, io a Lo Cicero non… sai che gli ho detto, eh… ci rissi: “Viviana? Un ni fari manciari stasira! Anche perchè mi farei na bella scopata con te!” (ride)…G.: dietro c’ho la lettera dell’ARPA.M.:sì.G.:per l’ARPA! Ti ricordi quella nota che mi hai dato tu di Patella? M.:sì.G.:e io ho preparato pure la lettera di risposta… ora te la faccio vedere.M.:allora…la persona che… chi te l’ha detto a te che c’era solo uno sbirro? Uno dei tre? O lo hai saputo da altri? G.:no!L’ho saputo da..M.:da chi? G.:da Maurizio Norrito!..M.:perchè a me Chicco mi ha detto: “dice, sai Mimmo, dice, mi hanno detto che c’era uno, dice che era forse carabiniere… forse della Procura, non l’ho capito.” Al che io… mi sono visto le videocamere mie.G.: eh.M.: e individuo il figlioccio di… Anna Finocchiaro! (ride)G.:eh, e chisto… e che cazzo ci faceva là? Perchè è venuto?M.: l’ho fatto nominare io. G.: ma nella qualità di che cosa? M.:Ingegnere.G.:componentela…Minchia,pienone! M.:hanno solo la suite libera e gli ho detto di confermarla.G.:addirittura! M.:oh,se c’è una suite!..).

Osserva il Tribunale che si comprende con chiarezza che il C. non ha mai smesso di continuare alacremente a “lavorare” per il P. per condizionare e vigilare affinché vengano scansati tutti i pericoli che incombono sulla discara del P. di Motta Sant’Anastasia e per l’ampliamento dei suoi affari.

L’importanza di tale documento consiglia di riportarlo per intero ad eccezione di alcuni brani che riguardano i problemi di salute del P. , le sue riflessioni sui tumori e consuete divagazioni sulla sua vita sessuale.

Testuale :

M.: sto facendo venire a Viviana… così la mettiamo sotto.

G.: stai facendo venire a?

M.: a Viviana!

G.: cu è?

M.: l’avvocato!

G.: ah!

M.: ci rissi: “Porta a tua cugina!”… ho sbagliato?

G.: no, figurati…

M.: è idda pure (inc.).

G.: e quindi… allora ti aggiorno… putemu parrari?

M.: sì.

G.: per quanto riguarda le cave…

M.: sì.

G.: io mi sono organizzato con MaugeriMaugeri, ti ricordi chi è? Quello che lavorava alla Via… come co.co.co.

M.: si.

G.: che è stato trombato.

M.: si.

G.: siccome questo di qua mi è sempre stato vicino… ed è uno che ha la testa… ed era… eh… contrario pure alla questione Zuccarello… tant’è che Zuccarello ce l’aveva con me e con lui. Maugeri che faceva… faceva le cave… allora gli ho detto: “Prufessù! Pigliamo a Maugeri… facciamogli fare l’istruttoria delle cave, vediamo a che punto sono tutte le cave… e gli parlo io.” Dice: “Sì… hai carta bianca! Poi, dice, a Mimmo poi ciù ricemu!” Gli ho fa… gli ho fatto prendere i fascicoli… ce li ho qua dietro.

M.: si.

G.: gli ho fatto fare tutta l’istruttoria…

M.: si.

G.: me l’ha portata a termine e oggi me l’ha consegnata.

M.: e il bastardo perchè li aveva bloccati?

G.: li aveva fatti sparire!

M.: ah, proprio sparite!

G.: le aveva fatte sparire!

M.: bastardo!

G.: le aveva trovate Maugeri… che lui sapeva dove mettere le mani… ma tu lo sai che faceva questo bastardo? Pigliava le pratiche di una cava e te le metteva dentro il fascicolo di un’altra cava. Quindi… comu minchia s’avianu a truvari mai? Come se n’è accorto Maugeri? Che andò a cercare una cava…

M.: e trovò altre pratiche là dentro.

G.: e si trovò… esatto! Poi… ti aggiorno sulla situazione che sta succedendo. Allora… Marcello Loria è il capo di gabinetto mio… per adesso… (inc.)

M.: (inc.)

G.: no! Capo di gabinetto è quello che sta vicino all’assessore.

M.: sì.

G.: che praticamente è quello che ha sponsorizzato il fatto di quando l’AIA doveva andare là…

M.: sì.

G.: da Marco Lupo… e si era messo contro Marco Lupo per difendere il territorio. Solo che a un certo punto Sansone ci risse: “scusate! Ma picchì amu a fari tutta st’operazione che dobbiamo fare la guerra a Marco Lupo? Che gli pare che abbiamo interessi a lasciare le cose qua? Che facciano loro! Si vonnu pigghiari i carte… faccilli pigghiari! Poi si viri!” E Marcè… e questo di qua si è dovuto stare zitto assieme a me. Infatti… il dire… il direttore, Sergio Sansone, a un certo punto ci risse: “picciotti… basta! Mittitivi i latu!” Vabbene… okey! Ubbidiamo! Ora lui, che cosa mi disse l’altra volta? “Crocetta mi ha detto che mi deve nominare direttore al posto di Marco Lupo” perchè Marco Lupo nel frattempo se ne deve andare da là dentro… deve sparire. Si sciarriò cu MarinoMarino gli ha fatto la negativa… il direttò… eh… Crocetta, alla luce del fatto che Marco Lupo sta prendendo troppo campo… e quindi è una prima donna… Crocetta prime donne non ne vuole. Quindi…

M.: c’ha anche una guerra con Ma… con Marino!

G.: C’ha la guerra con… con Marino!

M.: c’ha la guerra con Marino!

G.: c’ha la guerra con Marino!

M.: e lui…

G.: ma Marino è d’accordo che Marco Lupo se ne vada… attenzione, eh! Quindi Marco Lupo se ne va… e se ne va… non lo buttano fuori, gli fanno fare un’altra cosa… però che non rientra più nell’ambito dei rifiuti. Mi diceva Marcello Loria: “Patella io lo tolgo da lì! A parte il fatto che non voglio più l’AIA! Ma io a Patella da lì lo tolgo, perchè Patella è troppo cretino per potere continuare a fare queste cose.

M.: certo!

G.: dopodiché mi dice…

M.: e l’ha dimostrato.

G.: e l’ha dimo… minchia! Non hai idea di quello che sta combinando!

M.: si?

G.: minchia! C’abbiamo la Conferenza ora con Leonardi… u sta smuntannu… u sta mittennu sutta ‘ncapu… Mimmo! Che c’ha un… un aumento di 100 mila metri cubi… guarda, uhm…

M.: non… però lasciateglielo lui… perchè Leonardi vedi che si papeggia troppo!

G.: Leonardi parla con Marco Lupo.

M.: ma Leonardi non va…

G.: è diretto! E’ diretto… minchia!

M.: allora… te la posso dire una cosa?

G.: eh.

M.: perchè l’ha fatto fuori…

G.: chi?

M.: Marino… a lui… perchè gli ho fatto arrivare a lui vicino… veramente io… sto pagando…

G.: se.

M.: però (inc.) ci sono delle persone che (inc.) tutto il giorno che fanno ventiquattro su ventiquattro.

G.: minchia! Perfetto! Tutti gli incontri…

M.: tutto! Allora… tutto è fra… quel bastardo e figlio di suca minchie di Salvo… quello di Naxos, che mi hai dato tu una volta?

G.: Puccio.

M.: Puccio… e materialmente s’incontrano PuccioMarco Lupo

G.: Zuccarello?

M.: no! Zuccarello non c’era… un incontro più fatale è stato… Leonardi

G.: Leonardi

M.: Antonello… il tuo collega palermitano.

G.: Lipari.

M.: no, (inc.)… u diretturi che c’ha oggi che… (inc.) comu si chiama?

G.: Sansone?

M.: l’ingegnere… ed è esterno.

G.: Rocco Martello?

M.: Martello! Allora… Rocco Martello, Antonello… ehm… Marco Lupo e Puccio.

G.: si sono incontrati fuori.

M.: cinque volte!

G.: minchia!

M.: cinque volte addirittura!

G.: figli di puttana!

M.: la se… la terza volta hanno fotografato anche progetti a tavola.

G.: ah!

M.: ma chi glieli dava era… li prende…

G.: Martello?

M.: no! Li prende, ehm… come cazzu si chiama? Puccio!

G.: Puccio.

M.: Puccio… prende… (inc.) Antonello piglia e lo firma… fotografato da me! E se lo rivende nuovamente lui.

G.: minchia! Minchia cricca!

M.: al tavolo… al tavolo… è come… come dire.

G.: cioè si sono visti fuori al ristorante?

M.: sì… Brucoli… trovarunu na zona nel Siracusa.

G.: ah, qua a Catania?

M.: a Brucoli.

G.: da queste parti.

M.: sì, minchia… cioè sul territorio di Leonardi… che Leonardi è…

G.: sì… Lentini…

M.: non è catanese lui… è di quelle parti.

G.: ah!

M.: mentre un altro incontro se lo sono fatti ai Giardini… dove Leonardi c’ha casa a mare.

G.: Leonardi c’ha una casa a mare ai Giardini?

M.: è il lato interno.

G.: e si sono visti assieme là?

M.: dritto… dritto… Sì. Fotografati anche.

G.: sempre tutti e quattro?

M.: no! Questa volta non c’era il quarto!

G.: chi mancava?

M.: mancava coso… ma c’era Francesco D’urso.

G.: minchia!

M.: che erano tre… Antonello, Francesco D’urso… ehh…

G.: minchia! Quelli s’abbirsaru puru a Francesco D’urso!

M.: ci fa il perno di monitoraggio e controllo… Francesco D’Urso!

G.: sta minchia!

M.: ma Francesco D’urso perchè ha voluto uccidere… a Veronica? Perchè la voleva con sé. Ti ricordi che io ti dissi: “questo è scemo!”

G.: sì, sì… eh…

M.: viene in azienda… vede che siamo strutturati, piglia il personale e se lo porta con sé… cioè…

G.: perchè sa che Veronica è brava!

M.: sai che Veronica è brava… ma Veronica in questi periodi… vedi che negli ultimi mesi non c’è… è folle! Che c’ha… non è abituata a ricevere… a essere indagata, u capisti? Cioè… l’avviso di garanzia… per te… per me… chi cazzu è? Sì, è una cosa che! Ma noi che sappiamo che tutti i giorni movimentiamo carte…

G.: ma picchì a Veronica ci ficiru l’avvisu di garanzia? (abbassa il tono della voce)

M.: certo!

G.: per il fatto di D’urso?

M.: no, perchè D’urso

OMISSIS

G.: quindi gli scenari che si vanno a prospettare ora, si sono di nuovo…

M.: scusami se… se puoi accendere il condizionatore… perchè ho… ho i… i… le vampate!

M.: a proposito, ti ringrazio per le scarpe.

G.: eh… come sono andate?

M.: eh… chi l’ha viste!

G.: ma la misura quella è?

M.: allora, queste…

G.: uh.

M.: ieri sera… ci rissi a mia moglie: “ma dove ce l’hai… le scarpe che c’ha portato.” Dice: “questo (inc.) no il telefono.” Ci rissi: “e tu non hai parlato con la zia bella che poi viene per regalarti due paia di scarpe?”

G.: (ride)

M.: me figghia Elisabetta: “non mi ha fatto… non mi ha dato il numero!” (ride)

G.: avà… ora ti do il numero.

M.: no… no io non ce l’avevo il numero!?

G.: ce l’hai quello…?

M.: ce l’ho… però non mi è venuto ieri di dirglielo… anche per… a noi serve per… siamo intercettati? C’è un rapporto di famiglia, hai capito?

G.: sì.

M.: cioè a dire… non è un rapporto come ce l’ha Leonardi.

G.: a proposito… a proposito, Mimmo… vedi che ho dovuto fare un’operazione con la prenotazione… U. mi ha prenotato Oikos.

M.: sì… io ti sto prenotando anche Oikos per confermare il pregresso, G.… io stasera qua…

G.: no, Mimmo evitià… evitiamo, cazzo ancora… non è chiusa sta cosa! Minchia, ci stanno… ci stanno cercando per ora per vedere dove sbagliamo… senti a me!

M.: io t’ha pozzu riri na cosa?

G.: eh.

M.: io su questo… non voglio essere… è come dire… vedi, quando io ho detto… ho un rapporto di famiglia… ho un rapporto che io con sua moglie sono molto amico… mia moglie con sua moglie sono amici… io per me ho un fratello e io dico: “ma che vogliamo ritornare ai tempi dei barboni?”

G.: hai ragione.

M.: se vogliamo… se vogliamo tornare ai tempi dei Moicani.

G.: Mimmo… hai ragione! Però questi stanno cercando!

M.: i Turchi… quando arrivavano, praticamente massacravano il popolo.

G.: lo so.

M.: stile Turchi… e comportatevi da Turchi!

G.: Mimmo, scusami, dove stiamo andando? Io camino rittu!

M.: alla Baia Verde!

G.: ah, là stiamo andando?

M.: là a (inc.).

G.: e picchì stiamo andando là?

M.: mangiamo lì… e dormi lì!

G.: è stato prenotato il bel tavolo?

M.: sì… sì, sì… c’è un tavolo per quattro prenotato! No, io a Lo Cicero non… sai che gli ho detto, eh… ci rissi: “Viviana? Un ni fari manciari stasira! Anche perchè mi farei na bella scopata con te!” (ride)

G.: (ride)

M.: minchia!

G.: ma perchè lei è quella che si… te l’ha soni?

M.: certo che me la sono! (ride) Minchia, G.! Scusa…

(……)

M.: non devo scopare qualcuna?

G.: ma se non puoi stare neanche in piedi! Vatti a coricare!

M.: no, io mi devo andare a coricare di sicuro… ma ci parlo con una, no?

G.: no, lassa stari Mimmo… non ti preoccupari! Minchia!

M.: tu la macchina la entri dentro il garage… prima o dopo?

G.: no, io la tengo fuori, così ti accompagno.

M.: no! Me ne vado con loro… mi faccio accompagnare da loro! Mettila dentro… suoni e ti fai aprire… e poi entriamo direttamente… o no?

G.: sì… no…

M.: o prima vuoi fare…

G.: uguale.

M.: suona… suona!

G.: no, non c’è bisogno.

(a sec. 1387 si ascolta abbassare il finestrino, macchina in sosta)

M.: ci rici: “C., c’è una…”

G.: dietro c’ho la lettera dell’ARPA.

M.: sì.

G.: per l’ARPA! Ti ricordi quella nota che mi hai dato tu di Patella?

M.: sì.

G.: e io ho preparato pure la lettera di risposta… ora te la faccio vedere.

M.: allora… la persona che… chi te l’ha detto a te che c’era solo uno sbirro? Uno dei tre? O lo hai saputo da altri?

G.: no! L’ho saputo da…

M.: da chi?

G.: da Maurizio Norrito!

M.: da Maurizio Norrito?

G.: sì.

M.: perchè a me Chicco mi ha detto: “dice, sai Mimmo, dice, mi hanno detto che c’era uno, dice che era forse carabiniere… forse della Procura, non l’ho capito.” Al che io… mi sono visto le videocamere mie.

G.: eh.

M.: e individuo il figlioccio di… Anna Finocchiaro! (ride)

G.: eh, e chisto… e che cazzo ci faceva là? Perchè è venuto?

M.: l’ho fatto nominare io.

G.: ma nella qualità di che cosa?

M.: Ingegnere.

G.: componente la… minchia, pienone!

M.: hanno solo la suite libera e gli ho detto di confermarla.

G.: addirittura!

M.: oh, se c’è una suite! Là… là… guarda, guarda.

G.: no… non c’entra Mimmo.

M.: dai.

G.: un ci trasi! No… non c’entra… perchè già lo so che c’è difficoltà… manovre e cose…

M.: gira… gira!

G.: Mimmo!

M.: minchia! Non c’entra!

G.: (ride) ti lu rissi!

M.: pacchio di so soro!

G.: e dai… a lassamu cca, dai!

M.: là sotto non pensi chi poi trasiri.

G.: mah, possiamo provare.

M.: prova… la lasci…

G.: perciò… l’hai capito che ho fatto con Capo Taormina? Ho annullato la transazione Oikos e ho fatto soltanto la… quella del lunedì… in modo tale che io avevo la base.

M.: se domani… vuoi altri dieci…

G.: ti volevo dire questo… io voglio…

M.: ora parliamo… ora parliamo.

G.: minchia, pienone, Mimmo!

M.: non c’è nulla qua?

G.: ma quando mai!

(a sec. 1571 si ascolta vibrare un cellulare)

M.: (ride)

G.: minchia! Chia… parlaci!

M.: no, non ci parlo ora, G.!

G.: passa… chi ci…

M.: non ci parlo… non ci parlo! Non ci parlo con… è a coso… è a Stromboli!

G.: minchia! Vedi che è bona comunque, ah! Un ti piace?

M.: eih… sto ragazzo è l’autista… lasciamoci le chiavi a lui, dai!

(a sec. 1596 si ascolta aprire finestrino elettrico laterale, rumori ambientali, macchina in sosta)

UOMO 2: buonasera!

M.: buonasera!

UOMO 2: signori… eh… al momento è al completo.

M.: gli lasciamo le chiavi… e noi… poi ce li fa avere…

UOMO 2: no… no.

M.: no?

UOMO 2: no… non posso tenere le chiavi.

M.: vabbene.

G.: vabbè!

M.: saliamo, dai… grazie!

G.: grazie!

M.: esci da qua, G.!

G.: la mettiamo qua fuori, Mimmo!

M.: ti stavo dicendo… domani te li faccio trovare.

G.: ascoltami, io l’altra volta li ho… quelli che mi hai dato tu

M.: eh.

G.: li ho dovuti spendere… spendere… perchè ho pagato la retta della scuola.

M.: ma certo! Tu fai come…

G.: siccome… siccome li sto raccogliendo per ora per l’atto perchè mercoledì c’abbiamo la visita del perito.

M.: ah.

G.: della banca.

M.: si… ora tu mi devi dire cosa ti devo fare? Come mi devo organizzare? Però tu questi non li fare uscire… ti bruci!

G.: no! Che fa scherzi?!

M.: uh.

G.: assolutamente! Io questi, sai che sto facendo per ora? Stiamo facendo i lavori di ristrutturazione a Sferracavallo? Questi vanno agli operai… da Valeria mi faccio fare gli assegni.

M.: aspetta… aspetta, ora ti dico…

G.: qua… la metto qua?

M.: metti… mettila davanti a questo… dritta, dritta. Tanto tu domani mattina, prima delle nove, da qua te ne vai.

(a sec. 1680 macchina in sosta, spegnere il motore, rovistare qualcosa)

G.: aspetta… questo me lo prendo… mittemulu cca.

M.: meglio, te le metti con te.

G.: certo! Che dicevi?

M.: magari che faccio? Te la lascio qua.

G.: la vuoi lasciare qua? La mettiamo dietro?

M.: no… no, c’ho carte! C’ho carte dell’ospedale… importanti!

G.: la vuoi leggere la nota dell’ARPA? La vuoi leggere?

M.: ora la leggiamo subito!

G.: la prendo?

M.: sì! Tu domani mattina non passi dall’ufficio?

G.: sì.

M.: e allora lasciala… stasera divertiamoci, dai… domani mi passi a prendere verso le dieci.

G.: sì. Mi sono appuntato le cose che ti volevo dire… questo te l’ho detto… questo te l’ho detto pure… e questo te l’ho detto pure. Ah! Una notizia importante… (abbassa il tono della voce)

M.: eh.

G.: il progetto è senza firma!

M.: il progetto?

G.: sì… tu mi… ti ricordi che mi hai dato… le due copie?

M.: sì.

G.: di queste due copie ieri sono andato a vedere il progetto che c’era in ufficio…

M.: uh.

G.: ed è tutto senza firma!

M.: ho capito.

G.: quindi… questo (inc.) a quello.

M.: sì… no io… io l’ho visto! Fedele… fedele!

(a sec. 1763 si ascolta aprire e chiudere le portiere, voci lontane, rumore di passi)

G.: guarda Mimmo!

Conversazione del 25 giugno 2013 (dazione di altri 10.000 euro).

Il 25 giugno 2013 (progr.4419, decr. 1099/2013) P., quindi, mantenendo la promessa del giorno prima, consegna al C. altri 10.000,00 euro in contanti, mentre è nuovamente con lui in auto, ponendoli nel bauletto porta oggetti:

(auto in movimento, rumori ambientali)

G.: ma che hanno trovato? Hanno trovato (inc.) mazzette… (inc.) mazzi di fiori.

M.: ma io non ho capito… veramente.

G.: c’era questo imprenditore

M.: si.

G.: che ha preso 95 milioni di finanziamenti (inc.)… più di (inc.)

M.: 95 milioni di euro?

G.: di euro! Praticamente li destinava… ogni anno, 5 milioni… per fare regali! Ci sono (inc.)… ti sto dicendo quelli più importanti… Incardona, Gentile, (inc.), Leanza eh… minchia, dico… sunnu settanta cristiani… ti ricu sulu chistu!

M.: ma qua (inc.)…

G.: il giro?

M.: il giro.

G.: senti, io per venirti a prendere devo mettere il GPS… quindi mi serve l’indirizzo.

M.: è Via Carrera!

G.: vabbene!

M.: ma da qui arrivi subito…

G.: si.

M.: tu stamattina non dovevi andare via… potevi (inc.) questa giornata… no?

G.: ma figurati, io sono… uno spirito libero!

M.: no, no… dico, al comune… al… al…

G.: c’era il capo di gabinetto che mi aspettava… lu fazzu curriri!

M.: (colpo di tosse) nel frattempo vorrei un pochino… capire come dobbiamo organizzarci… và! Io altri dieci… ora, te li sistemo qua e te li porti… però tu mi devi dire (inc.).

(breve pausa)

M.: Senti, ma… sei sicuro che puoi fumare?

G.: si.

M.: G. è na cosa bella…

Intercettazioni del 27 novembre 2013.

Nel 2013 venivano intercettate altre due conversazioni, anch’esse come tutte di notevole spessore probatorio, entrambe il 27 novembre 2013.

Alle ore 19,10 (progr. 4419, decr. 1099/2013), C. in auto col figlio Paolo, nuovamente dichiara di fare il “consulente” per lui. Il lavoro d’ufficio, spiega al ragazzo, rispetto a quello della libera professione che esercitava in precedenza, è di gran lunga preferibile perché gli lascia più tempo libero e gli consente, appunto di “lavorare per Mimmo”. Il figlio vuole sapere come ha fatto ad inserirsi in questo ambiente e il C., impartendogli ancora una volta una pessima lezione di vita, gli risponde che lo strumento è stato la laurea, ché con la laurea ci si può inserire in certi settori lucrativi. In sostanza queste lineari battute racchiudono il principio cardine dell’universo esistenziale del C.: anche la laurea e le competenze che ne derivano sono concepite da lui come uno strumento per poter delinquere in forma proficua, e ciò lo trasmette al figlio minore.

Nota ancora il Tribunale che questo dialogo si connette con quello del 14 febbraio 2012, in cui il C. aveva già esposto al ragazzo di prendere soldi dal P. in quanto lavorando per lui come consulente ed essendo bravo quello, come altri, riconoscendo il suo merito, lo ricompensava, perché, focalizzava, nessuno fa nulla per nulla, secondo una concezione in cui il contrario del nulla è esclusivamente il denaro.

Testuale :

G.: Qua io avevo lo studio prima… via Monte Cuccio.

PAOLO: Si ma… no sono andato da Daniela lo sai? Sono salito cinque minuti da Daniela.

G.: eh, bravo.

PAOLO: E mi ha detto lei che era qua lo studio.

G.: Appena giri… con la portineria.

PAOLO: Là è… tira dritto.

G.: Era piano terra…

PAOLO: Questo portone sul lato destro?

G.: Questo?

PAOLO: Sì.

G.: No, io ero là.

PAOLO: In fondo…

G.: Solo che noi prendevamo… vedi al piano terra… andavamo là e mettevamo le macchine sempre in doppia fila perché non c’era mai posto… mai!

PAOLO: E come mai avevi lo studio qua? Il primo studio che hai avuto?

G.: Sì.

PAOLO: Ma eri un libero professionista?

G.: Sì.

PAOLO: E come… quando eri libero professionista era peggio o meglio… di ora?

G.: Peggio!

PAOLO: Perché, dici, ci stavano pochi lavori?

G.: Si stava… No, no, no… il lavoro c’era e come! Sembrava che stavo tutto il giorno alla studio.

PAOLO: Perché c’erano tanti lavori?

G.: Sì.

PAOLO: Vabbè ora che fai questo lav… cioè non è che ora è semplice? Forse è un po’ più leggero, no?

G.: No, per me ora è meglio.

PAOLO: Perché fai meno lavoro?

G.: Perché faccio… intanto sono più libero… e poi faccio il consulente a Mimmo.

PAOLO: E ti pagavano di più là?

G.: Allo studio?

PAOLO: Si.

G.: No, di meno.

PAOLO: Lavoro… di meno… e com’è che sei riuscito ad inserire in questo ambiente?

G.: Con la laurea… una volta che hai la laurea ti inserisci

La seconda conversazione intercettata il 27 novembre 2013 è delle successive ore 20.59; a ben analizzare riveste pure una notevole significatività (progr. 9069, decr. 1762/2013).

C. sul cellulare intestato al figlio riceve la chiamata dal P., il quale gli dice di volerlo incontrare per parlare prima di una riunione che avrà a breve con l’assessore N. Marino, e alla quale vorrebbe quindi andare insieme a lui. Evidentemente P. non conosce bene l’assessore Marino e immagina di potersi comportare con lui come è abituato a fare normalmente con altri. Il C., che invece sa il pericolo che per loro costituisce il Marino, non appena sente pronunciare il nome Marino d’impeto e con veemenza allerta il P., avvertendolo di stare attento e di diffidare, ingiungendogli di parlare poco di fronte a lui. Restano d’accordo che quindi sabato mattina si incontreranno per parlarne :

M.: Amore mio… buongiorno e buonasera! (ride).

G.: Buonanotte!

M.: è giorno… qua è giorno, in Italia com’è?

G.: Si, agghiurnò… agghiurnò! (ride)

M.: (ride)

G.: Come stai?

M.: Bene, bene, bene… senti che fai? Vogliamo vederci il fine settimana?

G.: Si!

M.: Tipo un (inc.) su Palermo?

G.: O vengo io?

M.: Scendi tu?

G.: Si… sabato mattina posso scendere io.

M.: Sabato mattina?

G.: Si!

M.: Va bene, e allora ti a… sabato mattina… poi rimanete?

G.: No Mimmo… no, no! No… rientro poi di pomeriggio perché poi abbiamo qua impegni e… con amici, compleanni e camurrie varie.

M.: Va bene, allora io…

G.: No… poi… poi rimango poi, eh… la settimana prossima…

M.: (inc.) c’ho appuntamento… c’ho appuntamento con Marinoci andiamo assieme… eh?

G.: No! No, nooo… stai attento!

M.: No?

G.: No! Assolutamente!

M.: Va bene… va bene allora… io mi faccio la riunione e poi tu… ci vediamo noi, dai… perché di mattina, ce l’ho di mattina presto la riunione, alle nove.

G.: E… stai attento… non usare… non parlare…

M.: E no, eh…

G.: Meno parli e meglio è.

M.: (inc.)

G.: No… perché ti volevo parlare proprio di questo.

M.: Vabbene beddu… vabbene!

G.: Okey Mimmù?

M.: Va bene… allora sabato mattina tu quando pensi di arrivare a Catania?

G.: Oh… alle undici?

M.: Va bene… d’accordo.

G.: Un bacio.

M.: Un bacio grosso… ciao G..

G.: Ciao Mimmù... statti bene… ciao, ciao…

M.: Eh… salutami tua moglie, va bene?

G.: Okay, grazie, un bacio.

M.: Ciao… ciao… ciao.

G.: Ciao… ciao.

P. e C. con gli investigatori della Polizia giudiziaria.

Sul comportamento del P. e del C., merita di essere riferito innanzitutto il resoconto del sovrintendente Evola su quanto accadde quando lo stesso insieme ad altri agenti del suo ufficio raggiunsero in tarda notte il P. nell’appartamento dell’hotel villa San Pancrazio a Taormina, dove risiedeva con una convivente, ad eseguire l’ordinanza di arresti domiciliari emessa dal Gip nei suoi confronti. Perquisendo l’abitazione rinvennero dentro alcuni cassetti tre mazzette di banconote ammontanti in totale a circa 14.000,00 euro, e quindi lo stesso Evola disse al P. di mettere quei soldi in un borsello. Dopo avere eseguito quell’ordine P. in un momento in cui il sovrintendente e l’agente Angela Pepe stavano soli in una stanza seduti a un tavolo a redigere il verbale dell’esecuzione della misura, P. con quel borsello pieno di soldi passava davanti a loro, lo riponeva in una credenza e faceva per allontanarsi. A quel punto Evola gli ripeteva di tenere quel borsello col denaro con se, ma P. sereno replicava che non era necessario perché si fidava di loro, continuando ad allontanarsi lasciando là quell’involucro di denaro. A quel punto, ha ancora rappresentato il teste Evola, fu costretto a rimproverarlo con fermezza e ad avvertirlo che se non avesse tenuto con se quel denaro sarebbe stato costretto a mettergli le manette.

In breve P., nota il Tribunale, mettendo sotto i loro occhi quel denaro volle tentare i poliziotti, che, va notato, erano coloro che avevano raccolto le prove su di lui e il C. e che ne avrebbero dovuto testimoniare. P. inoltre, ha ancora riferito il teste Evola, al momento della perquisizione presso i locali della OIKOS parlando con la madre esternò di preferire come luogo degli arresti domiciliari l’abitazione di questa a Misterbianco prevedendo che per i buoni rapporti che aveva col tenete colonnello e col comandante della stazione questi gli avrebbero usato la cortesia di mandare ad effettuare i controlli personale in borghese.

Circa il C. ,in base alle dichiarazioni testimoniali del maresciallo Vito Mazzara, rese su espresse domanda del difensore del C. (con richiesta di utilizzazione), un giorno l’ing. Sansone lo aveva chiamato al suo cellulare e gli aveva passato il C., ché voleva parlargli e che gli diceva di volerlo incontrarlo per un caffè. Pertanto dopo alcuni giorni ed esattamente il 17 aprile 2013, si recò nei loro uffici e Sansone gli rinnovò che C. voleva parlargli. Quindi raggiunto C., nello stesso stabile, questi volle riferirgli di alcuni retroscena che si celavano dietro l’opposizione all’allargamento della discarica del P., e che, osserva il Tribunale coincidono con quelle situazioni che C. raccontava al P. di avere registrato nella famosa riunione del 13 marzo 2012, con i rappresentanti dei comuni e dei comitati no discarica : l’ex sindaco di Misterbianco, Ninetta Caruso, in occasione di quell’incontro in cui si discuteva appunto delle istanza di revoca della AIA dell’ampliamento, gli aveva confidato che dietro la stessa iniziativa si nascondeva un disegno di vendetta dell’onorevole Nino Leanza e dell’allora sindaco di Misterbianco, Di Guardo (e secondo la memoria del C. anche di Raffaele Lombardo; ndg), ai quali P. non avrebbe in passato accordato di partecipare come soci occulti ai proventi della discarica; inoltre un tale Borsellino, gestore di una discarica di Termini Imerese, gli aveva detto che il suo capo ufficio ing. Natale Zuccarello applicava un preziario per rilasciare le autorizzazioni AIA. C. disse anche al maresciallo Mazzara di aver registrato queste confidenze fattegli da quelle persone e volle fargliele ascoltare. Va ancora evidenziato che il difensore del C. ha tra l’altro insistito per l’utilizzabilità di tale registrazioni e della relativa nota nell’occasione redatta dal maresciallo Mazzara, che il Pm non ha inserito tra gli atti del fascicolo delle indagini (v. pagg. 90, 91 e precedenti della trascr. dell’udienza del 14.12.2015). Il teste Mazzara ha anche riferito anche che l’ing. Sansone in forza della rotazione del 2013 venne nominato direttore generale dell’Arta. SANSONE, secondo quanto dichiarato dal C. nella sua memoria, fu la persona che gli aveva suggerito di far valere la sua carica sindacale per opporsi al trasferimento, cosa che gli consentì di potere continuare ad occuparsi di procedimenti AIA per le competenze che rimanevano all’ARTA.

Le stesse situazioni sono state rappresentate nella memoria stilata personalmente dal C., in luogo di dichiarazioni spontanee.

Testi Natale Zuccarello e V. Arnone.

Per ragioni di completezza va qui riferito delle deposizioni dei testi Zuccarello e Arnone, sostanzialmente favorevoli al C..

All’udienza del 2 luglio 2018 Natale Zuccarello, precisando di esser stato dal 2009 agli inizi del febbraio 2013 capo servizio responsabile del servizio I, Dipartimento Ambiente dell’ARTA, cui era assegnate le procedure VIA VAS e AIA, su richiesta delle parti ha genericamente riferito sulla autorizzazione AIA da lui firmata per la discarica di Valanghe d’Inverno e per il bioreattore ad essa destinato (che non venne mai realizzato), sulle iniziative del sindaco di Misterbianco dei comitati no discarica e sulla vicenda del progetto della discarica di RAMMACCA, sulla cui mancata approvazione ha affermato di non saper nulla di preciso in quanto non era lui ad occuparsi dei pareri, sulla procedura del fermo impianto. Osserva il Tribunale che le risposte dello Zuccarello sono nella sostanza elusive, volte a sminuire la funzione di Rup esercitata dal C. e ad esibire una complessiva inconsapevolezza. Il teste, ben sapendo delle gravi accuse lanciate contro di lui dal C., prima quando veniva intercettato e dopo anche per iscritto, non né ha fatto alcun cenno (AVVOCATO RAGONESE – voglio dirle, con riguardo a queste verifiche e all’attività conseguente a quell’incontro cui ha fatto lei con il Sindaco di Misterbianco, ricorda se ci fu un provvedimento conclusivo, un provvedimento con il quale si…TESTIMONE INGEGNERE ZUCCARELLO – non nel mio periodo, quindi non fino a febbraio o marzo 2013. Devo precisarle che a quel tempo le competenze transitarono ope legis dal dipartimento ambiente, transitarono con legge del 2013, se mi ricordo la n. 9, transitarono al dipartimento Acque Rifiuti. DIFESA, AVVOCATO RAGONESE – ascolti una domanda che invece attiene all’attività della discarica e dell’impianto di trattamento in particolare, l’eventuale fermo dell’impianto di trattamento, lei ricorda se va, a chi va comunicato, a quali enti va comunicato? TESTIMONE INGEGNERE ZUCCARELLO – a tutti gli enti interessati, ma soprattutto a coloro che hanno la competenza della vigilanza. DIFESA, AVVOCATO RAGONESE – il suo servizio è l’ente preposto a intervenire o quanto meno a prendere atto?

TESTIMONE INGEGNERE ZUCCARELLO – prendere atto e procedere alle verifiche e quindi eventualmente anche alla revoca del provvedimento rilasciato, una volta che gli enti interessati danno le condizioni che non sussiste più la possibilità del conferimento. DIFESA, AVVOCATO RAGONESE – va bene. Non ho altre domande.DIFESA, AVVOCATO CALECA – Posso integrare Presidente?

DIFESA, AVVOCATO CALECA DIFESA, AVVOCATO CALECA – Sono due semplicissime domande, così. Diciamo così a riscontro, per capire, di intercettazioni telefoniche Presidente, del 5 marzo 2012 intercorse tra C. e P.. Una sola domanda Ingegnere Zuccarello, lei ha proposto mai al direttore Arnone la revoca in autotutela dell’autorizzazione alla Oikos?

TESTIMONE INGEGNERE ZUCCARELLO – no. (…) DIFESA, AVVOCATO CALECA – non è stato emesso questo provvedimento che riguarda Ramacca, per quale motivo, se lo ricorda? TESTIMONE INGEGNERE ZUCCARELLO – adesso non mi saprei ricordare, perché non mi occupo, non mi occupavo direttamente delle procedure.).

Dunque, ha tenuto a precisare, sul ruolo di RUP dell’imputato suo inferiore gerarchico, che l’arch. C. si limitava a raccoglieva i pareri e che quindi se erano positivi agiva di conseguenza, così come avvenne nei casi dei decreti autorizzativi che lo stesso personalmente sottoscrisse, come responsabile del provvedimento relativi. Ha disconosciuto di aver mai proposto ad Arnone la revoca in autotutela dell’autorizzazione AIA per Valanghe d’Inverno od altro impianto della OIKOS e al riguardo si è soffermato sulla mera casualità che portò all’apposizione della sua firma su quel decreto del 2009 per l’ampliamento in Valanghe d’Inverno, ripetendo che l’intera procedura con l’espletamento delle conferenze dei servizi e di raccolta dei pareri erano stata compiuta dal C.. Addirittura, ha ricordato, nel 2009 il Decreto era stato firmato dal suo predecessore arch. Tolomeo, ma non pubblicato per via di alcuni refusi tipografici negli indirizzi e nelle prescrizioni (TESTIMONE INGEGNERE ZUCCARELLO – a mia memoria ho firmato due decreti, uno che riguarda un impianto che poi non fu realizzato che è il bio reattore e un altro che riguarda l’ampliamento della discarica, quella denominata la discarica di Valanghe di Inverno, in particolare mi ricordo che fu… PRESIDENTE – il secondo di cui sta parlando? TESTIMONE INGEGNERE ZUCCARELLO – sì, il secondo, forse cronologicamente il primo, questo adesso non mi ricordo bene le date, era un provvedimento la cui procedura era già stata svolta, procedura di raccolta delle conferenze, dei servizi e di tutti i pareri, era stata svolta in precedenza alla mia, al mio incarico, quindi precedentemente al 2009, ed era stato anche avviato la pubblicazione del decreto che era stato firmato, il primo originario decreto, dal Dirigente Generale, allora l’Architetto Tolomeo, acquisiti tutti i pareri positivi. Il parere non fu, per quello che mi ricordo io, non fu pubblicato, perché c’erano alcune refusi di stampa sugli indirizzi, su alcune prescrizioni e altro, per cui fu nuovamente corretto in questi refusi e mandato alla firma dell’allora capo servizio protempore che ero io, per cui ho firmato questo decreto, nella qualità perché allora c’era la delega del dirigente generale che poi è stato avocato nuovamente le firme nel 2010, firmai questi decreto in queste condizioni, cioè già un decreto che era stato firmato dal precedente direttore che aveva tutti, acquisito tutti i pareri, acquisito tutte le procedure, quelle di valutazioni di impatto ambientale ed era stato semplicemente corretto in alcuni refusi, adesso non mi ricordo quali refusi fossero, e quindi firmati quel provvedimento(…..)

TESTIMONE INGEGNERE ZUCCARELLO – non mi risulta che siano stati evidenziati particolari problemi sotto l’aspetto ambientale. Se mi consente di fare un altro inciso. La procedura di AIA, che il responsabile del procedimento, che era l’architetto C., conduceva, era di raccolta, sul progetto e sulla richiesta, di tutti i pareri degli enti coinvolti. Per cui alla conclusione di tutti questi pareri, una volta che i pareri chiaramente consentivano una procedura positiva, con le prescrizioni del caso, una volta raccolti tutti i pareri si procedeva a formalizzare l’atto di decreto, che è l’autorizzazione AIA.

Il teste Arnone, all’udienza del 9 aprile 2015, osserva il Tribunale, si è distinto per essere riuscito a dare risposte sempre pacate, molto generiche e tutte sfuggenti. E ciò, va notato, nonostante i Pubblici ministeri, il Presidente del collegio e lo stesso difensore del C. si siano insistentemente cimentati per cercare di ottenere da lui informazioni più precise, funzionali al processo, su tutti i noti caldi temi, rilevati attraverso le intercettazioni (e che coinvolgono le funzioni di direttore generale dal teste ricoperta all’epoca), della posizione del C. rispetto al decreto della tariffa per la OIKOS (Non prodotta dal Pm, ma che lo stesso Arnone alla fine ha ammesso di avere “firmato”, di fronte alla contestazione del Pm delle sue parole messe a verbale dalla Pg), della richiesta di annullamento del decreto AIA ricevuto dalla OIKOS per Valanghe d’Inverno, della riunione (del 12 marzo 2012) indetta per affrontare i medesimi temi della discarica del P. sollevati dalla ribellione dei sindaci e dei cittadini di Motta e di Misterbianco ed altri.

In breve il teste, sempre imperturbabile, ha tenuto un contegno improntato più ad una sua personale autodifesa che all’ esigenza di fare chiarezza.

Incalzato dal Pm sulla questione delle manifestazioni contro la discarica della OIKOS e alla domanda se come direttore generale dell’assessorato all’ambiente, principale dirigente responsabile delle condizioni delle discariche, ha risposto che fino a quando non è “esploso l’evento giudiziario” per lui l’architetto C. e del capo servizio Zuccarello erano coloro cui la questione era affidata. Va notato che il teste non ha mai pronunciato la parola corruzione o abuso o qualcosa che potesse qualificare se non il C. le situazioni che gettavano pesanti sospetti sull’intera gestione dell’importante ufficio della Regione siciliana di cui in quegli anni era il direttore generale. Molto attento a misurare le parole e a mostrarsi troppo preso da mille incombenze per potere prestare attenzione a qualcosa di ciò che avvenisse nei suoi uffici, ha tenuto un atteggiamento innaturalmente acritico e non congruente rispetto alla gravi tematiche che hanno colpito l’immagine del suo ufficio, sulle quali è stato esaminato.

Quando messo alle strette dai quesiti che con insistenza gli si ponevano da più parti sulle sue iniziative (mentre nel 2012 da più parti si ponevano alla ribalta i problemi della discarica di Motta Sant’Anastasia) ha definito l’arresto del C. come una inaspettata deflagrazione, come un accadimento esploso in un ambito remoto e a lui estraneo

(ARNONE : ……fino a quando non è esploso l’evento giudiziario per me era l’architetto C. responsabile dell’A.I.A., e quindi era titolato a fare questa attività, e il capo servizio, l’ingegnere Zuccarello, titolato a svolgere le funzioni di capo servizio e quindi coordinare l’attività…P. M. PICCHI : – Va bene, andiamo un po’ più sul contenuto, insomma sul generico possiamo parlare fino a domani. Io dico a questi incontri lei ha partecipato? DICH. ARNONE : – No.P. M. PICCHI : – Ha incontrato un Sindaco? DICH. ARNONE : – No. P. M. PICCHI : – Quindi lei…DICH. ARNONE : – No, li coordinava l’ingegnere Zuccarello. P. M. PICCHI : – Quindi gli incontri li ha fatti Zuccarello e C.. Zuccarello e C. chi ha incontrato? DICH. ARNONE : – Normalmente invitavano gli amministratori, i comitati dei cittadini e quindi ovviamente…P. M. PICCHI : – E riferivano a lei? Lei voleva… Dico, una volta che C., Zuccarello incontravano i responsabili, i comitati cittadini, riferivano a lei l’esito dell’incontro, i motivi dell’incontro, le problematiche avanzate e le eventuali soluzioni? C’era questo scambio? DICH. ARNONE : – Sì, riferivano a me che era una interlocuzione aperta, potevano completare operazioni

nella misura in cui addivenivano alla determinazione di revocare un provvedimento, adottare un provvedimento nuovo, cioè un atto formale.(…)ARNONE : – Motta Santa Anestesia, il territorio diciamo amministrativo dove ricade la discarica, per cui c’era

questo confronto tra ha società che tendeva a continuare a gestire la discarica e i cittadini e l’amministrazione comunale che non la volevano. Ovviamente tutto questo comportava l’eventuale adozione di atti formali…PICCHI : – Una decisione, insomma di ponderare le diverse esigenze. DICH. ARNONE : – Certo, attenzione, ovviamente l’avvio di una… Se fosse stato avviato, se fosse stata avviata una procedura di revoca di una autorizzazione, ovviamente mi dovevano riferire e mettere alla firma uno schema di provvedimento. Invece tutto si è, come dire, è andato avanti in un confronto…P. M. PICCHI : – Infatti io vorrei, scusi dottore, io vorrei magari approfondire un po’ meglio questa circostanza che è utile per comprendere i fatti che ci interessano, no? Quindi, lei riceve queste notizie in ordine

all’esistenza di questa problematica avanzata dai cittadini da Zuccarello e C., ci siamo? E che le dicono che ci sono questi incontri, questi incontri in cui partecipano quindi il Sindaco, i rappresentanti degli enti locali e penso anche della società interessata, quindi è un incontro…DICH. ARNONE : – Immagino di sì.P. M. PICCHI : – Quindi non sapeva neanche chi si incontravano?

DICH. ARNONE : – Guardi che le riunioni che normalmente

facevano…P. M. PICCHI : – Per capire.

DICH. ARNONE : – No, no, erano abbastanza numerose, i singoli atti di cui si occupa il dipartimento dell’ambiente, signor Giudice, sono atti che seguono i capi servizio, i funzionari, noi…

(…..)G / T : – Quindi lei vuole che lei sarebbe investito soltanto nel momento in cui si fosse dovuto firmare un provvedimento oggetto di revoca, di…DICH. ARNONE : – Esatto, se c’erano atti formali da adottare, “guardi, siamo arrivati alla determinazione di revocare l’autorizzazione integrata ambientale”.P. M. PICCHI : – Scusi, però io ha interrompo perché proprio è una domanda che io chiedo, chiedo per capire, lei dice quindi siamo arrivati alla determinazione di chiudere o lasciare, ma chi è che doveva decidere? C.? Dico così, Zuccarello, il Sindaco, lei, una persona ad un certo punto dice basta, decidiamo in un senso o nell’altro, esiste, esisteva? DICH. ARNONE : – Certo, la possibilità c’è, assolutamente, come gli atti come vengono emessi possono essere revocati. G / T : – E allora chi avrebbe dovuto fare, questa è la domanda, la proposta di revoca di una autorizzazione? DICH. ARNONE : – Ovviamente in base… Non si revoca un atto così dall’oggi al domani, ci sono procedure e motivazioni per cui se c’erano fondate motivazioni il servizio competente in materia, che era il servizio 1 Via Vas, avrebbe dovuto…P. M. PICCHI : – Nella persona di? DICH. ARNONE : – L’ingegnere Zuccarello capo servizio,l’architetto C. responsabile A.I.A., avrebbero dovuto acquisire chiaramente anche pareri da parte del Comune di Misterbianco da un lato perché era il Comune su cui di fatto insisteva da discarica, il Comune competente per materia…P. M. PICCHI : – Abbiamo capito. Quindi in buona sostanza fino a quando, cioè durante la sua chiamiamola reggenza, lei ha saputo che c’erano contatti, però non si è presa nessuna decisione e la Oicos ha continuato a lavorare. DICH. ARNONE : – Ha continuato a lavorare.P. M. PICCHI : – Nessun’altra domanda per quanto riguarda…DICH. ARNONE : – In costanza di un provvedimento che, ripeto, era un provvedimento rilasciato…non c’è stata praticamente alcuna…(..)

DICH. ARNONE : – Non c’è stata nessuna definizione da parte degli uffici. P. M. PICCHI : – Da parte di Zuccarello e di C., nelle persone di Zuccarello e C., questo ce l’ha detto prima. DICH. ARNONE : – Che erano responsabili degli uffici, sì.)

In esordio il dottor Arnone ha illustrato : di essere divenuto da giugno 2013 dirigente generale del dipartimento regionale tecnico, Assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità, prima di allora per tre mesi dirigente generale dell’Azienda Foreste Demaniali ed ancora prima, dirigente generale del Dipartimento Regionale dell’Ambiente, dal febbraio 2011 al febbraio appunto 2013, investito delle autorizzazioni ambientali relative alla discariche e, ha sottolineato, di tantissime altre funzione, enunciando i tipi di autorizzazioni che riguardano le discariche e l’importanza della VIA e dell’AIA; che l’attività istruttoria relativa all’autorizzazione integrata ambientale era svolta dal servizio 1, servizio declinato come VIA VAS, dove venivano effettuate le attività anche di valutazione di impatto ambientale; che la procedura di AIA, negli in cui era dirigente del servizio l’ingegnere Sansone -precedenti al suo insediamento come dirigente generale- era stata delegata dallo stesso, salvo un suo errato ricordo (“se non ricordo male”) all’architetto C., il cui compito era di coordinare le attività di A.I.A., nelle conferenza di servizi.

Arnone, come Zuccarello, ha subito tenuto a notare che il C. faceva quello che avrebbe fatto qualunque altro funzionario e cioè, ha spiegato, raccoglieva parere indiceva le conferenza e preparava il provvedimento per la firma e lui, come avrebbe fatto qualsiasi dirigente generale, firmava e come faceva con tutti gli atti di competenza del dipartimento. Il provvedimento era a doppia firma , la sua e quella del dirigente del Servizio. Purtoppo o fortunatamente firmava senza potersi permettere di esaminare gli atti e fare una valutazione, dovendosi occupare nel suo ruolo di migliaia di atti e quindi dovendosi necessariamente fidare dei suoi collaboratori. Nel caso specifico (del C.) “il filtro” era il capo Servizio ingegnere Natale Zuccarello

(ARNONE :il Dipartimento dell’Ambiente, oltre a tantissime altre funzioni, per tutte le matrici ambientali, quindi ….. rifiuti, dissesto idrogeologico…- Anche questo, sì, certo.(…) per quanto riguardava , appunto, le autorizzazioni all’apertura e alla chiusura di discariche, all’ampliamento, tutto ciò che atteneva alla gestione di discariche di rifiuti. ..ARNONE : – Allora, più che… Se mi consente, signor Giudice. P. M. CLEMENTI : – Prego.DICH. ARNONE : – Più che le mie funzioni personali, forse è opportuno, appunto, come dire, declinare le funzioni del Dipartimento.P. M. CLEMENTI : – Le funzioni del dipartimento. DICH. ARNONE : – Il dipartimento è organizzato, come tutti i dipartimenti regionali in ambito ministeriale ovviamente, con una direzione generale e poi i singoli uffici. Nel caso specifico si chiamano servizi o aree. Per quanto riguarda la matrice rifiuti, ovviamente per discariche, impianti di vario genere, trasporti e quanto altro, essenzialmente necessitano di alcune autorizzazioni. Una autorizzazione importante è la valutazione di impatto ambientale, in acronimo V.I.A., un’altra può essere la valutazione ambientale strategica, se per esempio è un piano che riguarda i rifiuti, e talora acquisendo questi pareri insieme a tanti altri pareri anche di altri… Signor Giudice, mi perdoni, mi perdoni (…) Per cui insieme a tanti altri pareri che vengono acquisiti, che so, dalla Sovrintendenza, Comuni, Ispettorato Forestale se ricade in aree a vincolo idrogeologico, tutti i pareri insieme possono formare oggetto di un procedimento particolare che si chiama A.I.A., cioè autorizzazione integrata ambientale. Questa autorizzazione è prevista da un decreto legislativo del 2005 e poi ovviamente è, come dire, normata dal testo unico ambientale, che è il decreto legislativo 152 del 2006 e successive modifiche e integrazioni(……….…) ARNONE : per cui l’architetto C. come avrebbe fatto qualunque altro funzionario, svolgeva questa funzione di raccolta di tutti i pareri, indire la conferenza di servizi e poi, alla fine della procedura, preparare il provvedimento a firma e mia, come dirigente generale perché firmavo tutti gli atti diciamo di competenza del dipartimento, gli atti finali, e del capo servizio che nel periodo…ARNONE : – A doppia firma in genere, sia del capo servizio, che del dirigente generale. P. M. CLEMENTI : – Va bene, è stato chiarissimo. Per quanto riguarda la sua firma, lei firmava all’esito di questa attività istruttoria, faceva prima una sua valutazione, presentava una relazione o prendeva atto e firmava? DICH. ARNONE : – Guardi, in generale, purtroppo o fortunatamente, bisogna vedere da quale versante si guarda, firmo in quanto dirigente generale migliaia di atti in un anno, per cui mi devo necessariamente fidare diciamo dei collaboratori, di coloro che istruiscono le pratiche. P. M. CLEMENTI : – Va bene. DICH. ARNONE : – Nel caso specifico il primo filtro però era il capo servizio, perché l’attività, in questo caso l’architetto C., o come tutti i funzionari e dirigenti dei singoli servizi, preparano gli atti,vengono filtrati dal dirigente del servizio e poi ovviamente sottoporsi alla firma del dirigente generale come fase finale.(…)DICH. ARNONE : – L’ingegnere Natale Zuccarello(….) P. M. CLEMENTI : – Va bene. Lei diceva prima che l’architetto C. avesse, aveva ricevuto una delega dal dottor Sansone.

DICH. ARNONE : – Dal precedente… Dal capo servizio che ha preceduto l’ingegnere Zuccarello.

P. M. CLEMENTI : – Benissimo. Questa delega era ancora in (…..) P. M. CLEMENTI : – Senta, il suo ufficio, il dipartimento si occupava anche di stabilire l’importo delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti? Tra le sue competenze vi rientrava anche questo? DICH. ARNONE : – Credo di sì, almeno per un periodo sì perché mi ricordo che c’è stata una volta che ne abbiamo discusso proprio credo con l’architetto C. e l’ingegnere Zuccarello forse, ma in momenti diversi, in maniera, come dire, inusuale, inusuale nel senso che è strano che noi dovessimo occuparci della tariffa mentre tutto il resto del segmento rifiuti, della matrice rifiuti, era in capo al dipartimento acque e rifiuti, però era così in quel momento normativamente e quindi…DICH. ARNONE : – No, no, ricordo il tema, ma come fatto generale, nel senso che mi si prospettò, ora non ricordo il mese preciso, ma insomma credo ai primi mesi della mia direzione, che c’era questo tema da affrontare, cioè stabilire le tariffe o meglio una fase preliminare alla definizione della tariffa. Poi però questo provvedimento andava al dipartimento acque e rifiuti, per cui, così, notai la stranezza di questa cosa e dissi: ma per quale motivo lo dobbiamo fare noi, se è una competenza in capo al dipartimento acque e rifiuti? Però mi spiegarono che era normativamente così previsto, per cui…G / T : – Normativamente così previsto, sì.P. M. CLEMENTI : – Ricorda in particolare di essersi occupato delle tariffe per la Oicos s.p.a.? Per la società che gestiva..DICH. ARNONE : – Non ricordo… Ricordo di una o di due tariffe ce ne occupammo, però di chi francamente non…P. M. CLEMENTI : – Non ricorda i particolari?

DICH. ARNONE : – No, no, francamente no.P. M. CLEMENTI : – E invece sempre riguardo la Oicos di Catania, ricorda un provvedimento di annullamentodell’A.I.A.? DICH. ARNONE : – Di annullamento?

P. M. CLEMENTI : – Di annullamento. DICH. ARNONE : – No.P. M. CLEMENTI : – Non lo ricorda. DICH. ARNONE : – No. Di annullamento di cosa, mi perdoni? G / T : – Dell’A.I.A..DICH. ARNONE : – No, no, ma di che cosa… Ah, annullamento dell’A.I.A.? P. M. CLEMENTI : – Sì.

DICH. ARNONE : – No. P. M. CLEMENTI : – Non lo ricorda.DICH. ARNONE : – Può darsi che sia stato fatto, però obiettivamente non saprei

P. M. CLEMENTI : – Le chiedo questo perché l’architetto C., interloquendo appunto con l’imprenditore P.,parlava appunto

(………….)P. M. CLEMENTI : – Lei è venuto a conoscenza dal funzionario C. o da altri soggetti di un provvedimento di annullamento avente ad oggetto l’A.I.A. Della Oicos s.p.a.? DICH. ARNONE : – No, nel periodo credo verso la metà, fine del mio mandato, era oggetto di interlocuzione, di discussione, di accenni, ma che ricordi io non è stato mai adottato nessun provvedimento in tal senso.P. M. CLEMENTI : – Chi le ha fatto presente questo? Oggetto di interlocuzione tra chi? DICH. ARNONE : – Sia con il capo servizio, che anche con l’architetto C..G / T : – Cioè con Zuccarello? DICH. ARNONE : – Zuccarello, sì. G / T : – Zuccarello e C., sì. DICH. ARNONE : – Sì, Zuccarello e C., ovviamente il capo servizio è il responsabile della procedura A.I.A., però, come dire, in maniera problematica, così, ci sono queste cose perché c’era in quel periodo… DICH. ARNONE : – In quel periodo c’era, diciamo, una discussione accesa sul territorio, Comune su cui insisteva di fatto la discarica e quindi c’era una pressione verosimilmente volta a rivedere questo provvedimento e quindi era oggetto appunto di discussione, di valutazione, ma fino a quando c’ero io non credo che abbiamo adottato… Anche perché si sono svolte degli incontri a cui io non ho partecipato perché le tenevano nell’ambito del servizio, quindi l’ingegnere Zuccarello e anche l’architetto C..(……….)

P. M. CLEMENTI : – Con riferimento alla domanda che ho fatto in precedenza, adesso la richiamo per una contestazione, lei diceva di… Parlando del decreto di tariffa per lo smaltimento, per la Oicos, ricorda? L’ha presente questo argomento? L’abbiamo accennato prima. Lei ha avuto modo di visionare un decreto di tariffa di smaltimento del 25 aprile 2011, ricorda questa…DICH. ARNONE : – 25 aprile 2011.

P. M. CLEMENTI : – Sì, ricorda di aver visionato questo decreto di smaltimento della Oicos, di tariffa? G / T : – Scusi, è una contestazione, Pubblico Ministero? (……………..) G / T : – Allora gli contesta il passo del verbale di sommarie informazioni. DICH. ARNONE : – Può darsi… Perché francamente sono passati quattro anni. G / T : – In aiuto alla memoria. P. M. CLEMENTI : – Il Pubblico Ministero non ha a disposizione questo decreto, semplicemente, ecco, lei quando è stato sentito dalla P.G., dalla Squadra Mobile il 30 maggio del 2012, le viene sottoposto un decreto di tariffa smaltimento numero 250 del 15 aprile 2011. DICH. ARNONE : – Del? P. M. CLEMENTI : – E lei risponde, “dopo avere visionato questo documento: in relazione al decreto che voi mi state mostrando, posso riferire che mi era apparso anomalo che il dipartimento da me diretto dovesse emettere siffatto decreto” (………)Poiché tutta ha materia dei rifiuti è gestita…(…) DICH. ARNONE : – No, no, no, forse mi sono espresso male,signor Giudice.(..) …ARNONE : – Sulla tariffa. È sicuro che l’ho firmato, però non ricordo francamente… Se l’ho dichiarato è sicuramente così.(…)P. M. CLEMENTI : – No, il Pubblico Ministero non ha il decreto.ARNONE : – No, però se l’ho dichiarato a suo tempo ovviamente è così (…) P. M. CLEMENTI : – Ha mai subito pressioni dall’architetto C.? DICH. ARNONE : – No, pressioni no…(..) DICH. ARNONE : – No, no. Ovviamente i provvedimenti che venivano alla mia firma purtroppo, ripeto, insomma, moltissimi quotidianamente, perché era un dipartimento che emana provvedimenti in maniera notevolissima, poteva capitare magari su qualche provvedimento che i servizi, quindi anche il servizio 1 a cui appartiene l’architetto C., segnalassero qualche urgenza e allora quelli per cui la segreteria e i miei collaboratori ricevevano magari qualche telefonata per attenzionare una – due carpette rispetto ad altri, magari potevano essere firmate, che so, due – tre giorni prima rispetto a tutto il resto, però quali, se mi chiedete quali, obiettivamente…(……….)P. M. PICCHI : – Ok. E allora le faccio una domanda un po’ in generale sulla Oicos, diciamo lei in questi due anni, insomma, anche tra l’altro per come è emerso anche dalle cronache dei giornali, dai mass – media, insomma c’erano problemi relativamente a quella discarica di Misterbianco, lei sulla Oicos cosa in questi due anni,cosa può dirci, cosa ha fatto, cosa sa in qualità di direttore generale? Insomma qualcosa…DICH. ARNONE : – Allora…P. M. PICCHI : – Quali erano le problematiche? Ne è a

conoscenza, no? Lei aveva un ruolo apicale all’interno

di questo dipartimento. DICH. ARNONE : – Certo, certo. Allora…

(…)ARNONE : – Tranne appunto la tariffa. Ovviamente che c’erano problemi a livello locale, cioè il Comune di Misterbianco, gli amministratori, la popolazione insomma che ovviamente contrastava il fatto che ci fosse lì la discarica, peraltro autorizzata negli anni precedenti….Per cui nessun adempimento portato alla mia firma è stato oggetto di valutazione.P. M. PICCHI : – Ok. Ma dico, lei era a conoscenza che c’erano dei problemi? DICH. ARNONE : – Problemi di questo genere. (..) P. M. PICCHI : – Dico, nel senso che questo fatto che c’erano dei problemi ne era a conoscenza perché leggeva i giornali o perché in qualità di direttore generale era competente a prendersi carico di questi problemi? ARNONE : – Allora, il problema… Allora, l’ingegnere Zuccarello più volte, e anche l’architetto C., più volte si è accennato al tema di questo contrasto in sede locale, per cui… Periodo diciamo 2012, metà 2012 -fine 2012, una serie di incontri sono stati attivati perché c’era questa pressione da parte del territorio per addivenire in qualche modo a una soluzione. Incontri che sono stati coordinati in generale dal capo servizio, ingegnere Zuccarello, talora dall’architetto C., ovviamente

AVV. MOTISI : – Per quanto invece riguarda la valutazione di impatto ambientale e la V.A.S., valutazione ambientale strategica, queste sono valutazioni propedeutiche all’A.I.A.?(…)ARNONE : – L’architetto C. no, sulla V.I.A. Non aveva ruolo formale, né sulla V.A.S., perché erano altri funzionari dello stesso servizio.

(…….) DICH. ARNONE : – Qualora un intervento previsto ricada in una zona a rischio idro geologico o a pericolosità idrogeologica, necessita di acquisire il parere anche del servizio 3, assetto del territorio e difesa del suolo, sempre propedeutico al completamento della procedura. AVV. MOTISI : – Scusi, queste preliminari autorizzazioni,V.I.A. E V.A.S., propedeutiche all’A.I.A., erano emesse prima delle varie conferenze di servizi? DICH. ARNONE : – Sì.

AVV. MOTISI : – Quindi prima c’era V.I.A., V.A.S., poi conferenza di servizi e nel caso in cui tutti erano d’accordo si arrivava all’autorizzazione integrata ambientale, se non ho mal compreso.

DICH. ARNONE : – Sì. AVV. MOTISI : – Perfetto. Senta, per quanto riguarda le eventuali lamentele che potevano provenire dal territorio, c’è una autorità preposta a questo? Per esempio il commissario per l’emergenza rifiuti che si deve occupare anche di questi argomenti? DICH. ARNONE : – Sicuramente se ne può occupare, però se c’è un provvedimento emesso dal nostro dipartimento, in questo caso diciamo l’autorizzazione ambientale, il commissario, diciamo, non poteva revocare in proprio un provvedimento di questo genere, lo dovevamo fare noi).

Cap. 3

Rapporto tra A.U. e C.,

Conversazioni intercettate.

U.A. è dunque un imprenditore nato e operante in Piemonte e altrove, che in Sicilia all’epoca dei fatti operava nel settore delle energia da fonti rinnovabili.

Come pure rilevato nella parte introduttiva, in qualità di amministratore delegato della OSMOS spa A. nel giugno del 2007 aveva inoltrato all’Assessorato all’Industria della Regione siciliana un’istanza di autorizzazione AIA per la costruzione e l’esercizio di un impianto di captazione e trasformazione in energia del biogas prodotto dai rifiuti e per il connesso elettrodotto, da collocare all’interno della discarica di RSU di Mazzarà Sant’Andrea, gestita dalla società Tirreno Ambiente, per il tramite del suo amministratore Giuseppino Innocenti, il quale era stato nominato amministratore della medesima società nel 2008.

Quest’ultima informazione sull’Innocenti si trae anche delle dichiarazioni rese dall’A. davanti al Gip di Novara, il 21 luglio 2014, in sede di interrogatorio di garanzia. Nell’occasione A. ha sciorinato il lungo elenco delle società di cui egli stesso faceva parte, ed inoltre rievocando l’origine del loro rapporto, ha dichiarato che già negli anni ’90 l’Innocenti aveva lavorato in una delle sue società nel nord d’Italia ed ancora che l’Innocenti fino al 2005 aveva fatto parte del consiglio di amministrazione della stessa OSMOS. Nel 2013, quando un grave incidente metteva fuori gioco l’Innocenti, era l’A. ad essere nominato amministratore della Tirreno Ambiente (A. durante l’interrogatorio tra l’altro si dilungava a riferire della sua collaborazione con la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, sulle irregolarità dei conti della Tirreno Ambiente venute fuori; v. trascrizione e verbale riassuntivo interrog. cit. e dich. teste Evola all’ud. del 18.6.2015).

Va aggiunto che la discarica di RSU di Mazzarà Sant’Andrea, aveva ricevuto l’autorizzazione AIA per la realizzazione e l’esercizio dell’impianto con DDS n. 200 del 2 marzo 2007, a firma del dirigente del servizio ing. Sansone.

Orbene, A. nella suddetta qualità di amministratore della OSMOS nel gennaio del 2008, ancor prima di ricevere l’esito della istanza di AIA (presentata nel giugno del 2007) aveva proceduto ugualmente alla costruzione dell’impianto di biogas, che fu messo poi in esercizio nel mese di agosto del 2008, e ciò dopo aver stretto col gestore della rete elettrica l’accordo necessario al funzionamento dell’elettrodotto e alla regolamentazione della parte economica degli obblighi contrattuali.

Solo nel novembre del 2011 la circostanza che l’impianto di biogas funzionasse all’interno della discarica di Mazzarà Sant’Andrea in assenza dell’AIA, creò problemi all’A. e a Giuseppino Innocenti: l’ufficio dell’assessorato all’energia (davanti al quale era rimasta pendente l’istanza del 2007) doveva decidere come intervenire, poiché aveva ricevuto una segnalazione di quell’abuso dall’ispettorato della Forestale (va notato che il termine “abuso” è stato utilizzato dal teste Tinnirello durante il suo esame dibattimentale). L’A. si giustificava sostenendo la tesi di aver maturato il decreto di AIA per il biogassificatore per effetto dell’istanza avanzata ai sensi della legge sul silenzio assenso, e, quindi, al decorrere dei 180 giorni seguenti ai 30 giorni dalla domanda, presentata a giugno 2007.

Sempre nel 2011, poiché la segnalazione di tutto ciò pervenne contemporaneamente anche alla polizia giudiziaria, l’impianto dell’A. venne sottoposto a sequestro per iniziativa della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto.

All’interno dell’ufficio competente dell’industria la gestione del caso fu presa in carico dal dirigente ing. Alberto Tinnirello, il quale si orientò nel senso dell’instaurazione di un procedimento volto alla concessione di una sanatoria. Detto procedimento si risolveva nel 2013 con l’irrogazione alla società Bios di una multa scontata di complessivi euro 50.000,00, in quanto pagata anticipatamente.

In base alle dichiarazioni testimoniali dello stesso Tinnirello, questi già nel novembre del 2011 aveva ritenuto che per ragioni ambientali non fosse opportuno sanzionare l’abuso della OSMOS con la chiusura dell’impianto, come invece, ha pure ricordato, gli era stato consigliato l’Avvocatura, cui era aveva chiesto un parere sull’interra pratica e sulle azioni da intraprendere (si ricorda che le captazioni rivelano che Tinnirello aveva ricevuto notevoli sollecitazioni dal C.).

Per ciò che rileva ai fini del processo va evidenziato che A. all’epoca dei fatti era anche, tra l’altro, amministratore delegato della Autoarona spa, con sede in provincia di Novara, concessionaria AUDI, che gestiva in quella provincia una serie di saloni di autovetture, una delle quali (secondo quanto emerso prima dalle intercettazioni e poi confermato documentalmente) nel settembre del 2008 venne venduta al C. al prezzo di 43.000 euro. Anche davanti al Pm, durante gli interrogatori dello stesso 21 luglio 2014 e del giorno successivo, A. dichiarava che l’Autoarona vendeva circa 3000 auto l’anno.

Si è già sinteticamente rilevato che tra il mese di novembre del 2011 e il febbraio del 2012 gli investigatori intercettavano una serie di conversazioni tra C., l’ Innocenti e A. e il Tinnirello. Le prime avevano ad oggetto il problema da sistemare della riapetura della procedura di AIA per il biogassificatore di cui sopra, e altre, successive, il preceso problema dell’A. di mettere a posto la contabilità relativa all’Audi che nel settembre 2008 aveva venduto al C. al prezzo dichiarato di 43.000 euro. La premura di A., rileva il Tribunale, era di far apparire un residuo debito di C. di 12.000,00 euro e un pagamento a mezzo di bonifico di quei 12.000,00 euro.

Per una migliore comprensione della vicenda per cui A. e l’Innocenti chiedono l’intervento del C. è il caso di procedere ad un’esposizione quanto più schematica di ciò che risulta dalle produzioni documentali e dalle dichiarazioni dei testi Evola e Tinnirello (sentito all’ud. del 4.5.2015) sull’intricata vicenda della autorizzazione AIA dell’impianto della OSMOS e i documenti prodotti sul punto:

la Tirreno Ambiente, come già visto, aveva ricevuto “l’AIA (19.2.2007) conformizzata nel dds 200 del 2 marzo 2007, con la prescrizione della realizzazione al suo interno di un impianto di captazione del biogas prodotto dai rifiuti, con una motivazione afferente a profili ambientali;

la OSMOS il 21 giugno del 2007 aveva presentato all’Assessorato Industria l’istanza per ottenere l’AIA per la realizzazione e l’esercizio dell’impianto di captazione del biogas, allegando il progetto;

secondo la ricostruzione del teste Tinnirello, a differenza di quanto sostenuto dall’A., il suo ufficio aveva dato corso a tale istanza, tanto che vi erano state due conferenze dei servizi, la prima il 20 ottobre 2008 e l’altra nel 2009, che però non avevano avuto esito. Più precisamente il 17 ottobre 2008 il servizio in cui era inserito il C. dell’assessorato all’ambiente, in funzione della conferenza del giorno 20 e su richiesta dell’assessorato all’industria circa la VIA sul progetto dell’impianto, aveva inviato una nota a firma del dirigente del medesimo servizio 2 VIA VAS, ing. Vincenzo Sansone, in cui in sostanza rilevava che poiché la potenza termica complessiva non era superiore ai 50 mw il progetto non rientrava tra le tipologie per cui la legge richiedeva la VIA (v. p. 16 trasc. ud. cit. esame teste Tinnirello, che a domanda ha risposto che ciò non toglieva che C. quando poi partecipò alla conferenza del 20 ottobre non dovesse esprimersi in ordine alla valutazione afferente all’AIA richiesta dalla società, che tutti i componenti di quella conferenza dovevano valutare);

il 20 ottobre 2008 si teneva la conferenza dei servizi, alla quale prendeva parte in rappresentanza dell’ARTA il C., il quale nel consegnare il decreto AIA del dirigente del suo ufficio relativo alla discarica della Tirreno Ambiente (DDS n. 200 del 2007) si riservava di trasmettere all’assessorato Industria gli atti propedeutici al rilascio dello stesso provvedimento che erano stati acquisiti dalle amministrazioni coinvolte nell’istruttoria, nonché i verbali di conferenza 36 . Stando ai rilievi rievocati dal teste Tinnirello, fin da quella conferenza dei Servizi il coordinatore avrebbe potuto rilevare che la pratica della OSMOS presentava diverse rilevanti carenza documentali, che impedivano di esitare la procedura, riguardanti la mancata trasmissione di documenti essenziali ad alcune tra le autorità amministrative coinvolte nel procedimento AIA;

Il 26 marzo 2009, dunque, si era avuta la seconda conferenza dei servizi, in cui era emerso che l’impianto di captazione del biogas in questione era già stato realizzato ed era in funzione, allacciato alla rete nazionale e già produceva energia elettrica, senza appunto le preventive autorizzazioni del dlg 387 2003. Lo stesso gestore della rete dell’energia non aveva rilevato la mancanza della autorizzazione AIA all’impianto, aveva proceduto all’allaccio, e aveva addirittura premiato l’azienda consegnandole i certificati verdi attestanti la produzione di energia pulita (v. pag. 20 trascr. teste Tinnirello);

a tale conferenza lo stesso A., che era presente, addusse che la OSMOS avrebbe conseguito l’AIA avvalendosi dell’istituto del silenzio assenso. Osserva il Tribunale che, come pure esplicitato dal teste Tinnirello, ciò non corrispondeva al vero in quanto la legge come è noto vieta il conseguimento di autorizzazioni in materia ambientale con meccanismi di silenzio, ma ciò in quella sede non venne contestato da alcuno dei presenti, nonostante fosse un fatto assolutamente contestabile. Quella conferenza si conclude con un nulla di fatto;

nel 2011 il Tinnirello, divenuto responsabile e presidente della conferenze dei servizi del settore energia, riceveva la segnalazione dell’ispettorato della Forestale (che rilevava che l’impianto era stato realizzato nel 2008), e pertanto chiedeva un parere all’Avvocatura dello Stato, attraverso il dottor Galati. Quindi inoltrava una segnalazione alla Procura della Repubblica di tutte le anomalie rilevate, ivi compresi i certificati verdi rilasciati dal gestore della rete elettrica, come consigliato dall’Avvocatura. L’avvocatura indicava di provvedere a chiudere l’impianto, ma ciò non fu fatto, ha sostenuto il Tinnirello, per ragioni di tutela ambientale, e posto che le carenze riscontate, a suo dire, sarebbero state solo documentali e non avrebbero riguardato il progetto;

l’1 dicembre 2011 l’ingegnere Tinnirello presiedeva una conferenza dei servizi (nota prot. 57118 pratica 52564 2011), nella quale vennero contestate alla OSMOS gli abusi di cui sopra;

seguivano il sequestro dell’impianto da parte del Pm di Barcellona Pozzo di Gotto, con la nomina dell’amministratore giudiziario prof. Cannistraro di Palermo, per la gestione, un dissequestro disposto dal Gip e un successivo sequestro37;

il 29 aprile 2013 vi fu un’altra conferenza dei servizi, presieduta ancora dal Tinnirello, alla quale erano presenti A. e altri della OSMOS, e che si concluse con la concessione della autorizzazione AIA;

nell’ambito conseguente procedimento sanzionatorio venne irrogata alla OSMO la pena di euro 150.000,00 di multa, che venne ridotta a 50.000,00 euro, avendo la società provveduto al pagamento anticipato (v. trascr. pag. 24 ud. 4.5.2015, dich. teste Tinnirello).

Conversazioni intercettate

Dunque a causa di queste problematiche nel mese di novembre del 2011 prendeva avvio la sequenza di conversazioni del C. con Giuseppino Innocenti, A. e il suo intimo amico e collega ing. Alberto Tinnirello, che si concludeva il 29 febbraio 2012 con la consegna dei 12.000 euro che C. avrebbe dovuto girare sul conto della società dell’A. relativamente al prezzo dell’AUDI che questi gli aveva venduto nel 2008, cui più volte si è fatto cenno.

Orbene, va sottolineato che l’analisi delle trascrizioni integrali di questi scambi disvela con assoluta chiarezza che il C. anche con l’A. coltivava un risalente e intimo rapporto di corruzione, caratterizzato pure in questo caso dalla totale messa a disposizione del corruttore della sua funzione pubblica (e di quella di altri suoi colleghi disponibili come lui) e costellato di atti gravemente contrari ai doveri del proprio ufficio.

In particolare le intercettazioni di tali dialoghi palesano che l’escamotage del “silenzio assenso” era stato voluto con insistenza da Giuseppino Innocenti sebbene al C. e all’A. a suo tempo destasse qualche perplessità (“si era fissato”), comunque il C. aveva dovuto accettare quella decisione (dell’Innocenti) e alle conferenze dei servizi a cui aveva partecipato per discutere sull’istanza di AIA aveva taciuto il problema, facendo finta di non sapere nulla (C.: …il professore Innocenti si è messo in testa che quella cosa valeva per silenzio assenso e questo è il risultato A.: si, ok, quindi noi… io con lui gliel’ho accennato, gli ho detto che andavamo sulla strada della sanatoria punto… e andiamo… lui non ci mette becco…ma allora…secondo te riusciamo a portare a casa questa autorizzazione di sanatoria o no?; progr. 7370 dell’1.12.20111).

Ma ora, spiegava il Tumminello al C., non era più prudente lasciar correre perché c’era stata una segnalazione dell’ARPA di Messina e poi quella del Genio civile e di altri enti, pervenute all’ufficio del Tinnirello. In sostanza la cosa era venuta fuori solo perché l’ARPA di Messina durante un controllo dei fumi del camino dell’impianto voleva verificare le prescrizioni del decreto di AIA, che l’Innocenti non era in grado di esibire ed aveva quindi sostenuto che la società OSMOS aveva fatto istanza ma siccome l’assessorato non aveva dato risposta il provvedimento si era perfezionato nelle forme appunto del silenzio assenso.

Era stato anche segnalato che in quei tre anni il gestore dell’impianto aveva venduto al gestore della linea elettrica l’energia prodotta ricevendone il bollino verde.

Quindi, convenivano il C. il Tumminello e l’A., la strategia migliore a quel punto era di puntare alla sanatoria. Il Tuminello spiegava apertamente al C. che siccome c’erano “troppi enti di mezzo” se loro avessero continuato a celare che quell’impianto funzionava da tempo senza autorizzazione avrebbero destato sospetti e rischiato troppo e che dunque la strada migliore da percorrere per evitare all’A. l’interdizione dell’esercizio dell’impianto ed uscire da questa crisi era convincere il direttore del Tinnirello ad aprire un procedimento volto alla sanatoria.

La loro importanza consiglia di enunciare i contenuti di queste registrazioni secondo il loro ordine cronologico:

Il 18 novembre 2011 (progr. 6677 decr. 1342 ore 15,55) l’Innocenti chiamava il C. e gli illustrava dettagliatamente il problema rievocandogli l’intero iter della domanda di AIA per della OSMOS e con irritazione gli rappresentandogli che aveva saputo attraverso l’Enel che l’assessorato all’energia aveva convocato per giorno 23 una riunione per discutere della autorizzazione OSMOS, dopo tre anni, commentava, che l’impianto funzionava e ricordandogli che c’era un suo ex collaboratore che dal territorio e ambiente era passato all’assessorato all’energia gli chiedeva se poteva metterlo in contatto con l’A. e con tono perentorio aggiungeva primo , che per loro, riferito a lui e all’A., se c’era qualcosa da fare erano nelle condizioni purché non ci fosse stata follia e secondo che le convocazioni dovevano farle direttamente alla OSMOS (INNOCENTI: ma dopo tre… dopo tre anni…allora, dal momento che tu mi hai parlato di quell’ex collaboratore che c’era al territorio ambiente, che adesso è andato di là all’energia…C.: si INNOCENTI: eh… com’è che già si chiamava questo quà? C.: ingegnere Tinnirello INNOCENTI: Tinnirello… con questo qua..Adesso io devo andare in Senegal, ma posso chiedere per gentilez… posso dire ad A....dargli il tuo numero di telefono… dirgli di chiamarti, se tu lo puoi mettere in contatto con costui, perché noi siamo nelle condizioni di fare tutto quello che bisogna fare, ma che non ci sia follia, primo, e seconda cosa, che le convocazioni arrivino soprattutto a chi deve fare le cose, cioè ad OSMON C.: guarda e… io mi vedo stasera con lui, siamo assieme stasera a cena,quindi se vuoi posso interloquire direttamente con lui e…INNOCENTI: mi faresti un grandissimo favore C.: dopo di che potrei contattare U. A…. assieme a lui) . L’Innocenti insisteva sulla validità del silenzio assenso e C., esprimendo cosa secondo lui fosse accaduto ( C. : sicuramente è successo questo Pino, che il funzionario che aveva tutte le pratiche arretrate ha preso sta convocazione senza fare fede a tutto quello che è stato il pregresso ..e mandò avanti la convocazione della conferenza ). Cannona gli assicurava che con l’assessorato all’industria sarebbe andato tutto a posto (C. :e allora che problemi hai? ..non ti preoccupare con l’Assessorato all’industria concludiamo subito la questione).

Alle ore 20,37 (progr. 6699) C. chiama A. e andando subito al punto gli comunica di essere col Tinnirello col quale ha già affrontato il problema e che gli ha aveva detto che c’era qualche problema nella procedura, che avrebbero controllato insieme e che Tinnirello poteva riceverlo martedì o giovedì. Al limite, aveva anche spiegato il Tinnirello, la procedura avrebbero potuto sospenderla. Non può farsi a meno di rilevare che il Tinnirello, fin da questa conversazione manifesta di usare modalità operative non molto diverse da quelle del C. (C.: pronto U., ascolta, sono in compagnia dell’ingegnere Tinnirello che mi sta dicendo che c’è qualche difetto nella procedura però questo discorso lo dobbiamo verificare di presenza..” dice che lui può riceverci martedì o giovedì…quand’è che è meglio per te.. A. : giovedì va bene .e quindi io mercoledì non vengo alla conferenza? C. : ah, mercoledì c’è la conferenza.?…come si chiama la società.. OSMOS.. C. : … No ma quale biomasse, la discarica di biogas della discarica. Senti U. allora è meglio fare martedì mercoledì c’è la conferenza è meglio martedì. .. Quindi martedì mattina vieni da me che c’andiamo assieme. A. : d’accordo….. l’aereo,… C.: uno io direi, viene già un giorno prima, martedì. e allora è meglio . vieni giù un giorno prima e martedì e raccordiamo la questione con l’ingegnere Tinnirello, guardiamo le carte eccetera eccetera dopodiché ne riparliamo mercoledì. ANOTONIOLI : va bene. C.: se dobbiamo fare conferenze, perché al limite se noi avessimo…… A. : sospendiamo. C. : appunto la possiamo anche sospendere, se riusciamo a capire come stanno le cose).

Il 29 novembre 2011 (progr. 7370) C. a telefono chiede a Tinnirello di anticipargli per brevi cenni cosa doveva riferire. Tinnirello gli spiega che l’ARPA ha rilevato che l’impianto opera senza il loro controllo delle emissioni in atmosfera perché è privo dell’autorizzazione ambientale e che inoltre a sua volta il Genio civile ha scritto all’assessorato ai lavori pubblici, dicendo che la OSMOS non ha mai presentato il progetto, pur essendo un impianto in funzione e quindi che lui, facendo finta di niente, ha scritto al suo direttore chiendogli “che devo fare?”, e prospettandogli che siccome è un impianto funzionale sarebbe meglio ricorrere ad una sanatoria. C. in piena sintonia su tutta la linea, ribatte che allora è meglio convocare subito la conferenza e si sorprende che non sia lui autonomamente a prendere l’iniziativa, senza dover passare dal direttore, suo superiore gerarchico (TINNIRELLO: non hanno l’autorizza…anche…anche la… anche il genio civile ha scritto all’Assessorato i Lavori Pubblici dicendo che… non hanno nulla perché…non hanno mai presentato… progetto e che la…però l’impianto è funzionante C.: che conviene fare? TINNIRELLO: …conviene fare… io non lo so, io… facendo finta..C.: facciamo la conferenza al più presto? TINNIRELLO: allora, facendo finta di niente, io… ho scritto al direttore e gli ho detto”Che devo fare?”…volendo prendere la cosa, Allora gli ho detto che è uno… impianto funzionante,che è utile e cose varie, quindi..gli ho prospettato la cosa che po…essere fatto in sanatoria, però…gli ho detto…C.: aspe… aspettiamo la risposta TINNIRELLO: Esatto, quindi, aspettiamo la risposta e vediamo che mi di…C.: ma, scusa un attimo, tu non sei in grado di prendere l’iniziativa indipendentemente dal direttore? TINNIRELLO: La posso prendere io l’inizi…C.: o c’è questa regola fra di voi? TINNIRELLO: eh, no… no, cioè, no, no, assolutamente, però ci sono troppi enti già coinvolti, capito? C.: Non in questi casi, no, no, no, in questi casi, parlo in generale TINNIRELLO: si, in generale io c’ho delega di firma, io firmo tutti gli atti C.: ah, va be, va be TINNIRELLO: i provvedimenti li firm…C.: va be, va be, aspettiamo il direttore che risponde, allora… ok TINNIRELLO: va bene, va bene, d’accordo.C.: ciao, grazie TINNIRELLO: ciao, ci sentiamo domani, ciao).

Il Tinnirello in udienza ha riferito che in nei frangenti della procedura in parola sottoscrisse con il direttore generale Gian Luca Galati una richiesta di accertamenti specifici ad organi di polizia e alle amministrazioni territoriali “anche al fine dell’irrogazione di eventuali sanzioni, relativamente alle quali lo scrivente Dipartimento ha predisposto apposita richiesta di parere all’avvocatura distrettuale dello Stato”, inoltrando lo stesso giorno all’avvocatura richiesta di parere sull’intera vicenda OSMOS.

L’1 dicembre 2011, C. chiamava A. e gli riferiva delle rassicurazioni ricevute dal Tinnirello tranquillizzandolo sul buon esito della sua intercessione. Anche A. come P. col C. parla di strategie da seguire progr. 7538- : alla luce di queste considerazioni il mio collega doveva mandare un’ispezione, invece su sollecitazione mia ha mandato una nota del direttore, chiedendo se era il caso ..C’è la conferenza dei servizi quindi è un problema che è mancato per loro, perché l’istanza è ancora valida non è stata mai ritirata, è…… Se…… Di andare in sanatoria…… Ora stiamo monitorando la questione… Vediamo se riusciamo a convincere superiori anche per la sanatoria e andiamo avanti ..A. “ma allora… Secondo te riusciamo a portare a casa questa autorizzazione in sanatoria o no? C. “guarda le possibilità sono grosse…. Ti faccio sapere, ti do comunicazioni perché sto monitorando la situazione.. A.: no, ma noi eravamo già… dell’idea che… la strategia nostra prevedeva appunto che il… l’ente prendesse un’autorizzazione in sanatoria, quindi (inc.) C.: perfetto, però fino a quando non c’era nessuno che se lo ricordava, noi ci stavamo muovendo autonomamente, invece adesso l’ARPA ha scritto “non abbiamo mai effettuato controlli presso l’impianto, in quanto non ci risulta autorizzato”…però ci risulta che sta lavorando… capisci, quindi,hanno dato delle informazioni che era meglio che noi non sapessimo. A.: si, ho capito C.: e ora..stiamo…stiamo monitorando la questione vediamo se riusciamo a… convincere i superiori anche per la sanatoria e andiamo avanti,dopo di che…A.: io ti faccio… guarda che io sono…sono in Africa e di pos… non so,sarà anche per quello ma io non ho mai visto chiamate tue, comunque ti faccio mandare… una mail con…C.: oggi ti ho chiamato U., stamattina ti ho chiamato A.: Ah… no, stamattina ti ho risposto… vabé, comunque sia, ti dicevo che ti faccio mandare una mail, dove… dove se vuoi c’è indicato la ricevuta… la firma per ricevuta del genio civile di Messina,dell’ARPA, e… e di tutti gli altri enti C.: E di (inc.) A.: questi, nel 2007 hanno tutti ricevuto il progetto. C.: si, si, si… no, no, questo è legittimo. A.: non so se questo può dare una mano,oppure no C.: no, no, questo è legittimo… no, questo no… U., sai perché?..perché l’impianto nel frattempo doveva lavorare in forza di un’autorizzazione…e in pratica…A.:(incomprensibile) C.: …il professore Innocenti si è messo in testa che quella cosa valeva per silenzio assenso e questo è il risultato A.: si, ok, quindi noi… io con lui gliel’ho accennato, gli ho detto che andavamo sulla strada della sanatoria punto… e andiamo… lui non ci mette becco…ma allora… secondo te riusciamo a portare a casa questa autorizzazione di sanatoria o no? C.: ma guarda, le probabilità sono Sono grosse… sono grosse ..si, buone probabilità… si, sono buone, si).

Il 15 febbraio 2012 (progr. 12040) C. rassicurava A. sulle sue amicizie influenti e di poter arrivare al vice assessore ai lavori pubblici (“U. senti..di non ci sono problemi per i lavori pubblici è…… Facciamo una cosa io non mi chiamo lavori pubblici.… Fissa un appuntamento…… Dopodiché dividiamo ti faccio sapere quando ascendere

Dalla conversazione del 16 febbraio 2012 è confermato con ancora maggiore chiarezza che Innocenti e l’A. rischiavano la chiusura dell’impianto. C. riceveva da A. per telefono l’informazione che la persona all’assessorato ai lavori pubblici informata della “nostra” pratica era tal dottor Fazio, oppure il suo capo o sottoposto, tal Rando (progr. 12101 del 16.2.2012 ore 16,31).

Due ore dopo C. chiamava il capo di gabinetto dell’assessore ai lavori pubblici, Gandolfo Gallina, e gli chiedeva se potesse andare a trovarlo per parlargli della pratica “che ha Rando” per una cosa di uno di fuori, di Milano o Bologna, per sapere se questa pratica si poteva portare avanti, ché era di uno che stava soffrendo (“nel senso che ti porto le carte e vediamo di che cosa si tratta”), ricevendo dal Gallina una ironica risposta negativa, in cui questi sottolineava che il suo interlocutore, G. C., non era nemmeno in grado di dirgli quale fosse la procedura della quale gli stava chiedendo di interessarsi e che lui non si occupava di pratiche, in quanto capo gabinetto e non tecnico istruttore (v. pure pag. 10 trascr. esame teste Evola, all’ud. del 18.6.2015).

il 21 febbraio 2012 alle ore 16,19 A. chiamava il C. e tradendo una particolare apprensione gli diceva che doveva incontrarlo con urgenza per parlargli di presenza.

Il 29 febbraio 2012, osserva il Tribunale, al culmine di questa impegnativa vertenza che il C. coordinato col suo ex collobaratore ingegnere Tinnirello (come lo aveva appellato il 18 novembre l’Innocenti) stava portando avanti a favore quindi dell’Innocenti e dell’A., veniva captata in ambientale, all’interno dell’autovettura Audi del C., una conversazione tra lui e lo stesso A. di altrettanto eloquente ed inquietante spessore, che ruotava intorno ad “una cosetta ..da mettere a posto” relativa alla contabilità dell’auto venduta al C. nel 2008, al prezzo, quindi, di 43.000 euro. Così mentre C. gli comunicava di avergli portato “le carte” (della suddetta pratica) l’A. gli illustrava che la sua società stava subendo dei controlli contabili e che lui già aveva notato che quei controllori (non nominava l’organismo) procedevano a sommare tutti i pagamenti in contanti ricevuti anno per anno e che con questa metodologia ricavavano facilmente il totale di ogni erogazione in denaro liquido rateizzata, e che siccome avrebbero rilevato la contabilizzazione dell’operazioni in contanti per 12.000 euro, che era parte del prezzo della sua auto (di 43.000,00 euro) e c’era il rischio di dovere andare poi a giustificare la provenienza di quel denaro (che superava la soglia che obbligava la segnalazione antiriciclaggio), aveva fatto sparire l’operazione che lo riguardava e lo aveva fatto “tornare debitore”. Per perfezionare l’operazione A. consegnava al C. 12.000 euro in contanti con l’accordo di versarli mediante un bonifico sul conto della società. In aggiunta A. giustificando col C. per il fastiddio che gli stava dando, gli diceva di essere per abitudine “ipertutelante” con tutti quelli che avevano a che fare con lui, rimarcando che nessuno con lui aveva zero problemi .

testualmente :

U.:Adesso stanno facendo tutti delle verifiche sui movimenti contanti

G.: Si…Si.

U.: Andando anche indietro, perché c’erano dei limiti… per cui anche se tu versi 1000 euro al mese, su quell’operazione, ma se ne hai versati per un anno di fila, ti vedono l’operazione in contanti per la totalità dei 12 mila euro.

G.: Oh!

U.: E questa viene immediatamente segnatala… siccome da noi son venuti

G.: Uh…

U.: e han visto alcune pratiche, io la tua l’ho tolta… fu fatta sparire! Ti ho fatto tornare debitore, di quella cifra, okay? E quindi adesso tu poi mi dovrai fare un bonifico.

G.: Ah, addirittura?

U.: Guarda G., così siamo tutti… non tranquilli, di più.

G.: Minchia! Vabbè U…. eh!

U.: Mi spiace, ma…

G.: No guarda, io…

U.: È meglio così! È meglio così! Sono dodici, tondi!

G.: E questo, ohh… importo, ohh… basta a giustificare?

U.: Si, si… è quello che manca!

G.: Okay.

U.: Era stato pagato coi contanti.

G.: Si, no… non mi ricordo adesso.

U.: Eh… io sono andato e li ho tolti tutti… iii… diciamo così, i versamenti che c’erano, perché io ho visto adesso, quando venivano a verificare… facevano la verifica e vedevano le operazioni e facevano la somma… trovavano fuori segnalazioni.

G.: Certo!

U.: Quindi, cioè segnalazioni (inc.) fan casino.

G.: Certo, bisogna andare poi a giustificare

U.: Ecco… onde evitare…

G.: I movimenti.

U.: Onde evitare.

G.: Umh… vabbè, poi voi, magari, lo impostate come recupero crediti.

U.: Ma guarda, io ti mando una raccomandata, dico: “ci risulta… vedi che sei quello scoperto.” Tu ci scrivi dicendo…

G.: Quindi aspetto la raccomandata oppure non c’è bisogno?

U.: Ah no, per me… per me non… non serve! Io non… tu mi paghi ed è finito lì! (inc.) conoscenza.

G.: Miii… mi occorrono gli estremi… fammi mandare un e-mail da…

U.: Si… s,i si.

G.: Dalla segretaria (inc.).

U.: Si… va bene.

G.: Ce l’avete ancora quella in gamba?

U.: Si, si, si.

G.: Che cazzata, guarda…

U.: Guarda, io… sono forse iper tutelante, ma tutte le persone che hanno avuto a che fare con me, guarda, hanno avuto problemi zero! Zero!

G.: No, ma fai bene… fai bene… fai bene perché.. noi siamo in uno stato di polizia, quindi…

U.: Se vengono e mi dicono: Eh, ma questo signore non ha ancora pagato 12 mila euro. Si, è un mio amico, mi ha chiesto tempo… e gliel’ho dato. Punto! Ma ti deve pagare però, non c’è… non c’è che te l’ho regalati! Se invece vedon che c’è stato pagamento… il pagamento in contanti, adesso, hanno acceso una lente così e stanno andando indietro. (inc.)

G.: Ah… quindi è la… questione è retroattiva addirittura?

U.: E si, eh! Perché c’erano dei limiti… adesso è 1000 euro… poi erano 5 mila, prima, se ti ricordi. E questa è un’operazione da 12.

G.: Chiaro!

U.: E quindi che se io faccio cinque un anno… cinque l’anno dopo… due dopo… dopo.. dopo.. in tre anni, te la leggono e te la leggono dodici… punto, finito! Sapevo di darti una scocciatura, ma…

G.: Nooo… l’importante è… stare tranquilli… che, U. credimi, in uno stato di polizia se riescono a puntarti, minchia, ti smontano, ti portano proprio alla depressione totale.

U.: Infatti…

G.: Giusè, eh… per quanto riguarda quello stronzo

U.: Si.

G.: Siccome con Pino si conosce…

U.: Si.

G.: Questo di qua, ha il vizio di…

U.: Si.

G.: Sollecitare la (inc.).

U.: Si.

G.: Pino sa già come stanno le cose, perché l’ho avvertito nel passato.

U.: Si.

G.: Però il passaggio è meglio che lo faccia lui.

U.: Si.

G.: Io l’ho già fatto e mi è stato detto, dice: “ma hai interessi con questa pratica?”

U.: Si chiama ing.?

G.: Zuccarello… Pino non si deve esporre, deve semplicemente dire: “Me la vuoi fare? Non me la vuoi fare? Vafanculo!”

U.: Però deve venire qua a dirglielo.

G.: Deve venire qua. Io già questo segnale l’avevo trasmesso all’ingegnere Fierotti. La conosci Elena Fierotti?

U.: Si ma… capisco che… è una molto… molto perbene… molto tran… molto… è una ragazza molto perbene, magari non aveva che da farsi spiegare da quell’altro che è un orso. Fra parentesi… il Pino è venuto a casa a dirmi che ha visto un impianto per mettere il biogas a Gela… un lavoro di quelli che… di cui mi parlavi tu?

G.: Si.

U.: E io come d’accordo non ho detto niente.

G.: C’è una gara… devono fare una gara per… anzi hanno chiuso l’accordo con ASIA, mi dicevano… a Tirreno…. a Trapani. (…).

Come pure già rilevato Tinnirello, rendendo in udienza testimonianza ha dichiarato che la OSMOS dell’Antonili fu sanzionata col massimo irrogabile tenendo conto della riduzione dovuta al pagamento immediato.

Concludendo osserva il Tribunale che C., focalizzando la sua difesa quasi esclusivamente sull’episodio dei 12.000 euro ricevuti dall’A. per sistemare la contabilità della vendita dell’Audi al C. ha sostenuto di avere pagato di tasca propria quella autovettura all’A. e il dialogo intercettata il 29 febbraio si spiegherebbe soltanto con esigenze di regolarizzazione delle scritture della società che venditrice.

A. dal canto suo, già durante le indagini, cambiava disinvoltamente tre o quattro versioni mostrando, ove ce ne fosse stato ancora bisogno, la sua assoluta inattendibilità. Davanti al Gip, rendendo dichiarazioni accusatorie nei confronti del C., sosteneva che era stato lui a chiedergli di pagare con quella somma contante di 12.000 euro, poiché si trattava di “mazzette” da camuffare ( così come poi era venuto fuori dalle intercettazioni dell’indagine), poi davanti ai Pm ritrattava questa versione. In dibattimento ha cercato di giustificare queste contraddizioni sostenendo che davanti al Gip dopo l’arresto era traumatizzato e confuso e voleva convincere quel giudice che doveva decidere su di lui, che aveva subito l’ignominia della divulgazione mediatica della notizia che lui pagava le escort al C.. A titolo difensivo si appellava anche allo stridente contrasto tra l’accusa che gli veniva rivolta e la nomea di eroe antimafioso che si era fatta, quando aveva preso il posto dell’Innocenti (dopo il suo incidente) nella gestione della discarica di Mazzarà della Tirreno Ambiente, scoprendo buchi neri nella contabilità. Sempre davanti al Tribunale definiva l’Innocenti e la Tirreno Ambiente come un vecchio cliente cui la Autoarona vende tutti i mezzi che loro usano nella azienda..

Ed ancora rievocando il primo incontro col C. e la vendita della Audi, riferiva che nel settembre 2008Pino Innocenti gli aveva prospettato che una delegazione della Regione siciliana in Piemonte era interessata agli impianti di biogas e quindi gli aveva presentato C. che voleva comprare una Audi 4. Quindi, ciò avveniva quando già dal mese di agosto di quell’anno l’impianto di trasformazione del biogas era entrato in funzione (e dopo che col silenzio assenso a gennaio si sarebbe formato il provvedimento di ’AIA a gennaio 2008). Lo aveva stupito, ha aggiunto, che uno volesse acquistare un’auto a 1.500 km di distanza da casa sua, ma per lui aveva garantito il pagamento del prezzo l’Innocenti. Cannona aveva pagato con bonifici in varie trance e restava debitore di 12.000 euro, che aveva consegnato in contanti a poco a poco, ma lui (A.), tradendo la fiducia dei soci della Autoarona si era intascato quei soldi riproponendosi di appianare poi la cosa. Quindi dovendo mettere a posto il pagamento con la società, chiedeva a C. di versare 12.000 euro, ma i soci gli dicevano di no perché la legge era cambiata e allora lui chiedeva a C. di fare quel famoso bonifico con i soldi che gli consegnava.

Ma, osserva il Collegio, le situazioni del passato, che si evincono con palmare evidenza dalle conversazioni esaminate, fanno constatare l’evidente radicato rapporto di corruzione tra il C. e l’A., che coinvolgeva anche l’Innocenti.

In sostanza le intercettazioni passate in esame rendono evidente che C. era stato l’artefice della mistificazione che aveva consentito, con lo stratagemma del silenzio assenso (congegnato incautamente, come si è visto, dall’Innocenti) di dare avvio all’esercizio dell’impianto di Biogas, all’interno della discarica di rifiuti urbani di Mazzarà Sant’Andrea, senza che un progetto venisse regolarmente esaminato e valutato in seno ad una regolare procedura e senza un momento valutativo, da cui correttamente sarebbe dovuto scaturire un ponderato provvedimento concessorio di AIA, con tutto il suo necessario apparato disciplinante l’uso, gli obblighi e le prescrizioni dettate dall’autorità amministrativa al gestore. Una situazione di estrema gravità, considerato tra l’altro che si trattava di un impianto per sua natura inquinante e che si protrasse per tre anni. Le ricadute ambientali in questione si scorgono nelle motivazioni dei due decreti di sequestro preventivo dell’impianto della OSMOS del Gip di Barcellona Pozzo di Gotto, del 16 aprile e dell’11 gennaio 2013, già citati, cui si fa rimando. Si fa altresì rimando alle citate relazioni dell’amministratore giudiziario, prof. ing. U. Cannistraro, dal 2011 al gennaio 2013.

Sottolinea in particolare il Tribunale che il tono autoritario usato dall’Innocenti nel rivolgersi al C. quando il 18 novembre 2’011 lo chiamava poiché il gestore Enel della rete elettrica (evidentemente pure fortemente colluso, come ha addirittura suggerito lo stesso Tinnirello in udienza), lo aveva messo informalmente al corrente che l’assessorato aveva deciso di convocare una conferenza dei servizi per discutere dopo tre anni sull’stanza di AIA per quel biogassificatore, e i messaggi molto decisi lanciatigli circa la disponibilità a pagare tangenti ragionevoli (“che non ci sia follia”) sarebbe già da sola sufficiente a comprendere che l’Innocenti si permettesse quel tipo di atteggiamento col C. perché lo aveva pagato. Però plurima conferma di ciò è costituita da una serie coerente e di senso univoco di altri particolari : Giuseppino Innocenti ordina sostanzialmente al C. di interessare del problema il Tinnirello, che definisce ex collaboratore del C. e del quale sa che è passato dall’assessorato all’ambiente a quello all’energia; tinnirello e C. coordinati con l’A. brigano esplicitamente per adottare la “strategia” della strada della sanzione della penalità pecuniaria che potrà salvare della chiusura dell’impianto.

Quindi l’episodio del 29 febbraio dei 12.000 euro, ad una lettura completa se può apparire il più suggestivo certamente per le ragioni fin qui enucleate non è il più significativo di quelli tracciati dalle intercettazioni. Sebbene sia fortemente indicato in una misura molto prossima alla certezza, nel descritto contesto di grave patologica devianza, che C. quantomeno avesse ricevuto uno sconto sostanzioso al momento dell’acquisto di quell’auto (e che quindi A. dovesse nascondere al fisco il pagamento del prezzo in contanti effettuato di tasca propria) l’unica possibile esigenza alternativa sottesa all’anomala richiesta dell’A. ( di mettere a posto quella cosetta) poteva essere quella di impedire che gli accertatori al lavoro nella sua azienda appurassero che quei 12.000 euro fossero provento riciclato della attività di corruzione che il C. praticava professionalmente, come a lui era noto.

In conclusione anche in tale obbligata ipotesi l’A. avrebbe beneficiato il C. di una illecita utilità.

Per completezza va osservato che in presenza degli esaminati elementi di prova, la circostanza dichiarate dai testi Lanza e Sant’Agostino, chiamati dalla difesa dell’A. a rispondere rispettivamente sul pagamento del prezzo dell’Audi da parte del C. (in due trance, una nel 2008 e nel 2011) e sulla esatta data della verifica fiscale ricevuti nel 2012 dalla Autoarona, non assumono alcuna rilevanza.

Cap. 4

Rapporto tra C. e L. e N. S..

Conversazioni intercettate.

Si ricorderà che la vicenda processuale nella parte relativa al rapporto tra il C. e i fratelli S., e quindi l’origine dell’intero procedimento, si legano al procedimento, il n. 11574/2010 della DDA, le cui indagini erano affidate alla squadra mobile della Questura di Agrigento 38, che muoveva da ipotesi di contiguità dei S. con ambienti della criminalità organizzata. Durante le attività di captazione nel 2011 venivano intercettati frequenti dialoghi tra i S. e il C. e presto, nel suddetto contesto investigativo, prendeva forma il rapporto corruttivo tra gli stessi. Si formava pertanto un apposito fascicolo d’indagine, assunto per competenza dalla Procura ordinaria di Palermo, a carico del C., nei cui confronti proseguivano le attività di intercettazione. Contemporaneamente l’attività di intercettazione nei confronti dei S. proseguiva nel procedimento della DDA. Quando al termine delle indagini di quest’ultimo gli investigatori di Agrigento ne consegnavano il compendio, nel febbraio del 2012, la Procura ravvisando che dalle intercettazioni condotte esclusivamente nei confronti dei S. emergevano episodi di corruzione riguardanti il C. disponeva lo stralcio delle parti relative e l’unione al procedimento già instaurato, per effetto dell’originario stralcio, e pendente davanti alla Procura ordinaria di Palermo (Seguì una seconda fase d’indagine, condotta dalla Squadra mobile insieme ai Carabinieri del NOE, da maggio 2012 a gennaio 2014 -cfr. teste Fantucchio, trascr. ud. 26.2.2015, e teste Paolino Evola, pag. 8 e 9 trascr. udienza del 19.3.2015) 39 .

Nel presente paragrafo, prima di passare a dare conto delle risultanze probatorie si impongono alcune precisazioni circa la linea difensiva adottata dai legali dei S., centrata sulla dimostrazione della legittimità delle istanze e delle procedure amministrative portate avanti dagli stessi presso l’assessorato all’ambiente della regione siciliana.

Più specificamente, i fratelli S. nel corso delle indagini erano alle prese con le procedure amministrative relative alle diverse istanze volte ad ottenere le autorizzazioni per l’esercizio, mediante la loro società Soambiente srl, di discariche in siti di cave dimesse nei territori dei comuni di Sciacca, Siculiana, Noto e Pachino, ed avevano all’uopo già da qualche tempo presentato i relativi progetti, messi a punto da professionisti da loro incaricati, in particolare l’ingegnere Zaccaro e il geologo dottor Grimaldi (v. loro esami testimoniali). Tali procedure, pendenti presso l’assessorato regionale all’ambiente, erano quindi tutte gestite dal C. in qualità di RUP e di presidente delle conferenze dei Servizi.

Poiché i procedimenti, che avevano più a cuore, relativi a Noto e a Pachino, incontravano delle difficoltà decidevano di ricorrere all’ausilio di alcuni legali in particolare all’avv.to Serena Bonfiglio con studio a Catania e all’avvocato Gerlando Alonge, i quali all’occorrenza si coordinavano con i professionisti tecnici e soprattutto (si rimanda ai loro esami testimoniali).

Sulla base di tali circostanze, in sostanza i difensori dei S. chiedono al Tribunale di accertare nel presente processo la conformità alla legge delle loro istanze amministrative e al contrario la illegittimità dei pareri negativi espressi da alcuni uffici (come il comune di Pachino e il suo ufficio tecnico, la Sovrintendenza di Siracusa, la Asl e l’ufficio della regione cui apparteneva il dottor Patella; v. le relative testimonianze) nell’iter procedimentale per la discarica di Pachino, sul presupposto che da tale accertamento dovrebbe derivare la legittimità delle richieste che i medesimi S. facevano al C., da cui si dovrebbe quindi arguire che quando gli erogavano somme di denaro la loro volontà non fosse di corromperlo ma di ottenere da lui quanto di diritto loro spettava e solo perché coartati dalla necessità di vincere l’insormontabile ostruzionismo suo e dell’apparato politico che questi avrebbe rappresentato.

Orbene, anche se l’oggetto della relazione tra il C. e i S. erano le procedure di autorizzazione ambientale in discorso, il Tribunale è chiamato a valutare l’accusa di corruzione come formulata dal Pm e non anche la legittimità delle istanze e la validità tecnica dei progetti dei professionisti dei S., né tantomeno il loro interesse legittimo o addirittura (come sembrano sostenere i difensori) il loro diritto ad ottenere una risposta positiva dalle amministrazioni competenti, trattandosi tra l’altro, va ancora messo in evidenza, di procedure formate da un insieme di valutazioni per loro intrinseca natura connotate da una spiccata discrezionalità tecnica e di merito, che pertanto, salvo illogicità, contraddizioni o macroscopiche incongruenze (come nel caso delle attività personalmente poste in essere dal C. già passate in rassegna), esulerebbero anche dai limiti del sindacato di un giudice amministrativo.

Dell’andamento delle procedure amministrative e dei loro specifici snodi ed atti il giudice penale chiamato a valutare un’ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione come la corruzione, può occuparsi “incidentalmente” ed in funzione esclusiva delle valutazioni del materiale probatorio relativo agli elementi soggettivi e oggettivi delle condotte di reato attribuite agli stessi imputati e come di espressioni sintomatiche o meno di questi. D’altra parte è evidente che trattandosi di procedure (VIA e AIA) complesse e articolate una cosa è la legittimità della richiesta rivolta dal privato all’amministrazione (anche presunta) altra cosa è la trasparenza nella formazione dei singoli pareri che le compongono, suscettibili di influenzarne l’esito. Sicché anche su un piano teorico astratto non sarebbe ravvisabile alcuna incompatibilità a priori tra una istanza legittima e la volontà del privato di pretendere dal funzionario, che decidesse di corrompere, il compimento di atti contrari ai suoi doveri d’ufficio. Ciò è riferibile soprattutto, come dimostra il presente processo, alle ipotesi connotate, si ribadisce ancora un’altra volta, da un alto grado di discrezionalità e da una congerie di adempimenti, che più si prestano al rischio che il funzionario corrotto investito del coordinamento in posizione di RUP, si adoperi per porre in essere (nel compimento specifico dei suoi atti di coordinatore) artifizi o raggiri diretti ad ingannare e quindi ad inquinare le valutazioni di altre autorità amministrative coinvolte nelle scelte, inficiando la validità e condizionando impropriamente la dialettica valutativa collettiva dei partecipanti alle conferenze ( si rimanda ancora alle riunioni del 13 marzo 2012 in cui si discuteva della revoca dell’AIA della discarica del P. e ai mirabili dialoghi tra il C. e il Tinnirello nel caso delle infrazioni venite alla luce relative all’esercizio del biogassificatore dell’A.).

Pur non di meno va dato conto dell’assoluta linearità delle deposizioni dei tecnici degli enti pubblici che ebbero un ruolo nelle procedure di Noto e Pachino (chiamati a testimoniare alcuni dal Pm e la maggior parte delle difese dei S.) ed in particolare, per il peso che assume nell’economia delle prove, di quella dell’architetto Frazzetto, tecnico del Comune di Pachino. Quest’ultimo e il teste Patella (responsabile del Srvizio 7 dipartimento acque e rifiuti della Regione e persona invisa al C.) hanno rappresentato : che il sindaco Bonaccorso dapprima aveva dato al progetto dei S. parere favorevole, poi travolto da un’accesa reazione popolare lo ritirò; l’approvazione del progetto avrebbe presupposto una variante urbanistica del PRG da operarsi in seno a quel procedimento di AIA pendente (ai sensi della speciale previsione del c.d. effetto variante di cui all’art. 208 comma 7 dlg 152/2004, per cui sarebbe stato necessario il parere del sindaco in luogo di quello del consiglio comunale e la decisione dell’assessore regionale al territorio ovvero del CRU); il sito in cui sarebbe dovuta sorgere la discarica ricadeva nell’area di Capo Passero e del fiume Tellaro e il piano stralcio commissariale del rifiuti vietava discariche in terreni destinati a coltivazioni; l’area aveva una destinazione agricola ed era interessata a coltivazioni pregiate; inoltre erano stati previsti a poca distanza impianti di interesse della comunità; imporre la variante al Comune che voleva fare del suo territorio un altro uso e che l’avrebbe quindi subìta sarebbe stato inconcepibile ed inopportuno (anche a giudizio del Patella; v. trascr. ud. 18 marzo 2019).

La teste dottoressa Trigilia, della Sovrintendenza sezione paesaggistica di Siracusa, riferendo anch’essa della straordinaria importanza naturalistica e paesaggistica della contrada Camporeale di Pachino, cui afferiva il progetto della Soambinte (da lei esaminato dopo le conferenze dei servizi cui la Sovrintendenza, non avvertita della procedura, non era stata dal C. invitata), ha dato conto della sua valutazione tecnica specifica, secondo cui tra le caratteristiche da tutelare del luogo e la tipologia industriale dell’impianto vi fosse una assoluta incompatibilità, specificando che anche la sua incidenza sulle caratteristiche geologiche impattava negativamente con gli aspetti paesaggistici. Ancora nel rispondere ai rilevi critici dei difensori e visionando gli atti ha ricostruito che prima vi era stato un parere congiunto con la collega della sezione archeologica, per via della grotta Calafarina, con un preavviso di parere negativo (a giugno 2011), poi un sopralluogo cui lei non partecipava, e che accertò che erroneamente si era attributo il vincolo archeologico ad una parte del terreno in cui sarebbe dovuta sorgere la discarica, e che infine il 5 agosto 2011 lei e la collega formarono comunque il parere negativo, rilevando si gli aspetti afferenti alla geologia del luogo (su cui tanto hanno insistito le difese) ma per quanto incidenti sull’aspetto paesaggistico. Altrettanto trasparenzi sono state le dichiarazioni del teste Maurizio Genovese della Provincia regionale di Siracusa, responsabile nel 2011 della parte amministrativa delle procedure per i pareri di Valutazione Impatto Ambientale, nella parte di pertinenza di tale Provincia, e come tale coordinatore dell’istruttoria interna che si compone a sua volta delle valutazioni dei vari settori competenti del medesimo ente (attività la cui sintesi confluiva nel fascicolo della pratica AIA presso la Regione, gestita dal C. come RUP e nelle conferenze dei servizi -in fase istruttoria e deliberativa-, che erano presiedute dal C.). Lo stesso, spiegando il parere negativo che il suo ufficio espresse per la discarica di Noto e Pachino, ha tra l’altro ricordato: “per noi è parere negativo, per questo motivo di qui (leggendo un documento), Se la Regione, supera, perché lo può fare, perché il nostro è un parere non vincolante e facoltativo, per cui può anche non darlo. Ci sono Province che non danno parere di VIA. Siccome noi, invece, abbiamo costruito una struttura, perché il nostro territorio è un territorio abusato, ci sono tante industrie che fanno di tutto e più di tutto, la Provincia (di Siracusa) si è dotata di una struttura per potere fare i controlli per potere fare le verifiche sulle VIA e sulle AIA. Avendo questa struttura ci siamo messi a fare questi atti, nella maniera in cui dice la legge. Se noi diamo parere negativo nella Valutazione di Impatto Ambientale è superabile dalla Regione, che è sua competenza e si piglia tutte le responsabilità”.

Il teste della Asl di Siracusa dottor V. Casella ha ricordato che l’elenco dei codici CER contenuto nel progetto della Soambiente non consentiva di escludere la pericolosità per la salute pubblica dei rifiuti da trattare e che un’ulteriore controindicazione rispetto alla igiene degli ambienti di vita era costituita dalla presenza di agglomerati residenziali, scuole e simili servizi.

Anche il teste di Pg Evola (all’ud. del 24 settembre 2015) aveva riferito dei contenuti dei verbali dei consigli comunali di Pachino, che ritenevano pericolosa quella discarica adducendo il rischio che i S. vi avrebbe lavorato terra e rocce da scavo provenienti da siti inquinanti. e che per lo stesso motivo la Asl e la Provincia di Siracusa diedero parere contrario al progetto della discarica di Pachino (“Io ho letto i verbali…citavo quelli perché ho letto i verbali tra gli atti acquisiti del consiglio comunale di Pachino, in cui appunto c’erano tutti questi rilievi mossi dai vari consiglieri comunali, che ritenevano pericolosa la discarica perché avrebbe lavorato terra e rocce da scavo provenienti da siti inquinanti”).

Il teste Ruscica, che aveva in qualità di libero professionista inserito nella società di consulenza ambientale Hyblon, ma incaricato dal Comune, ha riferito del giudizio non positivo dato nella sua relazione tecnica per analoga ragione (l’avv.to S. ha fatto rilevare che il teste aveva ricevuto un avviso di garanzia per associazione per delinquere e che lavorava per la CISMA gestore di una discarica concorrente e concorrente dei S.).

Il teste ing. Zaccaro, progettista dei S., ha invece difeso la validità e la compatibilità ambientale dei suoi progetti, sia della discarica di Noto, che per quella di Pachino. Pacatamente ha esposto che C. aveva convocato e presieduto il 29 giugno 2011 la quarta conferenza dei servizi, dopo che le prime tre si erano attestate positivamente, osservando l’anomalia della durata sine die della procedura, a fronte dei termini posti dalla norma che ne scandisce le fasi e i tempi. Inoltre l’ingegnere Zaccaro, contestualizzato la rivolta popolare, provocata dunque dalla notizia che il sindaco Paolo Bonaccorso aveva dato un primo parere favorevole alla discarica dei S., vedendosi costretto poi a ritirato, ha espresso che tutto ciò sarebbe stato frutto di un pregiudizio sociale sulle discariche che porterebbe a non distinguerne le tipologie e la valenza. Nel caso specifico, ha aggiunto, la discarica sorretta da un progetto scrupolosamente rispettoso dei luoghi e dei criteri di legge, avrebbe arrecato al territorio un beneficio ambientale, risanando il terreno dalle ferite degli scavi dell’attività di cava. Ancora l’ingegnere Zaccaro ha riferito con una certa beffarda ironia delle sue forti battute triviali -che divennero di dominio pubblico dopo la pubblicazione della ordinanza di custodia cautelare del Gip- proferite contro il C. mentre commentava con L. S. la sua l’iniziativa di incontrare l’avvocato dei S. Serena Bonfiglio.

In breve il teste ha rievocato la circostanza che dopo la piega negativa che la procedura aveva preso, sfociando in quella quarta conferenza, C. privatamente aveva consigliato all’avv.to Serena Bonfiglio di presentare ricorso al TAR, alludendo al commento da lui fatto mentre era intercettato che quella iniziativa del C. era dovuta al tiimore delle conseguenze che gliene potevano venire (lo aveva definito “jukebox” uno a cui si metteva la monetina in bocca e che da la risposta in funzione di ciò che gli conviene).

Il teste Paolo Bonaccorso, il già noto allora sindaco di Pachino, ha a sua volta personalmente riferito della vicenda che lo fece sentire obbligato a ritirare il suo precedete parere favorevole all’impianto in contrada Camporeale.

L’avv.to Serena Bonfiglio, anch’essa sentita come teste a discarico, ha tra l’altro ricordato che curò per i S. una denuncia per diffamazione in quanto a Pachino erano stati apposti dei cartelli che recitavano “mai più discariche ad indegne persone”. Venne intercettata una sua chiamata al C. per chiedergli se ci fossero novità sulla procedura e in cui C., rispondendo di no, le chiedeva se potessero incontrarsi nel fine settimana. Il teste Gerlando Alonge, ha riferito sempre sull’andamento di quella procedura e sulla quarta conferenza dei servizi e sul consiglio dato ai S. circa la possibilità di adire il TAR. Dalle conversazioni dei Sodavano risulta la sua partecipazione ad uno sfogo dei S. infuriati mentre rievocavano che C. si era permesso di suggerire loro di fare ricorso al TAR invece di provvedere a fare emettere il decreto autorizzativo.

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Nell’enunciato contesto durante le indagini dunque venivano intercettati dialoghi degli stessi fratelli S. tra di loro, col C., con l’ing. Zaccaro e con altri, che si riferivano anche alle situazioni appena enunciate, e che rendevano evidente che i S. avevano pagato il C. per ottenere da lui i decreti di AIA per le loro discariche.

E’ utile schematicamente ricordare che già nel 2007 la Sicedil srl 40 , società dei S., all’esito di una procedura di valutazione ambientale, istruita sempre dal C., aveva ottenuto l’AIA (DRS 585/2007) per la discarica per lo smaltimento di inerti attivata in località Monserrato (nella periferia di Agrigento) e che successivamente inoltre i S. ottenevano, per il tramite della società Soambiente 41 :

il 18 aprile 2011 l’AIA (DDG n. 253) per l’esercizio dell’altra discarica di inerti in località Monserrato, a poche centinaia di metri dalla precedente, che non diveniva subito esecutiva a causa dei ricorsi amministrativi presentati da un comitato di cittadini, ma attivata poco dopo (v. anche dichiarazioni teste Fantucchio pag. 19 trascr. ud. 2015);

l’ AIA per un impianto a Siculiana, in contrada Fontana Grande, per il conferimento di inerti. Nell’ambito della procedura avevano accettato di abbassare il codice CER, accontentarsi degli inerti (v. ud. 24.9.2015 controesame del teste Evola condotto dall’avv.to Quattrocchi) 42;

il 21.12.2012 l’AIA per la discarica di Noto, con Decreto Arta n. 765 in pari data (ha ricordato il teste Solegreco, della Provincia di Siracusa, che l’AIA fu però impugnata davanti al TAR dal sindaco di Noto e che i S. nel novembre del 2017 comunicarono al suo e agli altri enti la messa in esercizio dell’impianto).

Per quanto riguarda Pachino i S. non riuscirono invece mai ad ottenere l’autorizzazione ambientale per il progetto da realizzare nel sito della sua contrada Camporeale, a causa, dunque, della forte opposizione della popolazione che ad un certo punto il sindaco Bonaiuto assecondò, revocando, nel mese di maggio del 2011, il parere favorevole espresso a febbraio del 2011. Tale revoca, si apprende dalla attenta lettura degli atti, fu conseguente agli esiti delle informazioni che lo stesso sindaco nel pieno della rivolta popolare recepì anche dall’ufficio tecnico del suo Comune. Al riguardo si rimanda innanzitutto alla documentazione depositata dal Pm l’8.2.2016 (con indicizzazione)

A causa della rilevanza probatoria del fatto, occorre ancora ricordare quanto segue.

Frazzetto -architetto che nel febbraio del 2011 era a capo della sezione ecologica dell’ufficio tecnico del Comune di Pachino- fu dunque autore della nota inviata tra maggio e giugno 2011 all’ARTA Servizio I VIA VAS (in sostanza al C.) e per conoscenza al sindaco di Pachino, in cui dichiarava di revocare un precedente parere favorevole endoprocessuale, che nel mese di febbraio lui stesso aveva predisposto ad esclusivo uso del dirigente della sezione urbanistica dell’ufficio tecnico, geometra Malandrino, che glielo aveva richiesto, che afferiva esclusivamente al dettaglio dello scarico della casa del portiere, nell’ambito, si intende, del progetto dei S. della discarica, e che “stranamente”, come dallo stesso Frazzetto sottolineato, il C. ad aprile (dopo che si era tenuta una delle conferenze dei servizi) chiamandolo a telefono gli aveva chiesto di mandargli per fax, ma intestata al suo servizio 1 VIA VAS dell’Assessorato regionale territorio e ambientale (v. all. 1 prod. cit.).

L’architetto Frazzetto, sentito si ripete come testimone, fornendo, rileva il Tribunale, spiegazioni e dati congruenti e mostrando un’assoluta spontaneità e terzietà, pur incalzato con asprezza dalla difesa dei S., ha spiegato che quando il C. gli aveva telefonato si era sorpreso di quella sua singolare richiesta e gli aveva fatto notare che si trattava di un parere per lo scarico dei servizi di un locale, ché pertanto ai fini del procedimento di AIA non aveva alcuna rilevanza, ma che il C. insistette adducendo che gli sarebbe servito a fare ordine nel raccogliere le carte potendolo poi allegare al parere sul progetto della discarica che successivamente avrebbe ricevuto, e che pertanto lui non trovò in quel momento come negargli quella cortesia, trattandosi pur sempre della richiesta di un collega, che riteneva in buona fede.

In breve il teste Frazzetto ha espresso che la maggiore consapevolezza maturata a seguito della diffusione delle argomentazioni dei protestanti e la maggiore attenzione alla pratica che il consiglio comunale e la popolazione di Pachino pretendevano su quella vicenda (c’erano stati consigli comunali in piazza e si era costituito un comitato contro la discarica), considerata la assoluta delicatezza e importanza paesaggistica e naturalistica del sito (a poche metri tra l’altro dal mare e dalla grotta Calafarina) lo indusse ad un approfondimento. Rilevò quindi, come pure puntualizzato nella sua nota spedita nel mese di giugno 2011, diverse anomalie nella conduzione delle conferenza dei Servizi presiedute presso l’ARTA a Palermo dal C., tra cui la circostanza che la Soprintendenza non fosse stata mai invitata alla precedenti conferenze dei servizi. Lo stesso architetto Frazzetto ha riferito di avere partecipato alla conferenza dei servizi che, in conseguenza della richiesta del sindaco di Pachino, C. quindi dovette convocare e che si tenne nei locali dell’assessorato il 29 giugno 2009, alla quale la Sovrintendenza non era stata invitata, come facevano notare anche alcuni politici locali e regionali (tra cui l’onorevole della regione Giannuso su cui tanto si sono concentrate le attenzioni della difesa), i quali, ha pure chiarito il teste, da tempo affiancavano attivamente gli abitanti di Pachino nella loro battaglia.

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Avendo già messo a fuoco le principali situazioni che costituivano l’oggetto delle conversazioni intercettate tra fratelli S. e l’imputato C. e gli altri di cui sopra e atteso che la loro interpretazione non pone problemi di sorta propria causa della linearità del linguaggio degli interlocutori e della chiarezza delle medesime situazioni, sarà sufficiente enunciare i contenuti salienti di esse, dandone conto in sequenza.

Il 2 maggio 2011 alle 14:06 (progressivo 1413) i fratelli S. giunti in auto a Palermo avvertivano il C. ed andavano a incontrarlo nel suo ufficio. La mattina dello stesso giorno alle ore 10:59 (progressivo 1371) C. aveva chiamato L. S. manifestando la fretta di incontrarli il giorno dopo e di essere disposto a recarsi lui il giorno dopo ad Agrigento, ma S. rispondeva che lo avrebbero raggiunto lui e il fratello a Palermo nel pomeriggio. Quindi alle 11:00 al 30 S. L. (progressivo 1376) chiamava dipendente della Sicedil e gli chiedeva di verificare quanto denaro contante fosse disponibile e che alla risposta che si arrivava a 3.585.000 commentava l’esiguità della somma chiedendo al dipendente di fargli avere in quanto doveva recarsi urgentemente a Palermo.

Il 16 giugno 2011 , durante la conversazione telefonica delle 18:12 (progressivo 2028) il C. veniva chiamato da L. S. ed andando subito al punto discutevano del fatto che C. volesse incontrare entro lunedì il loro avvocato di Catania (Serena Bonfiglio), che nè lui col fratello e lo stesso C. potevano raggiungere a Catania. C. assicurava al S. che comunque lui personalmente avrebbe partecipato alla conferenza dei servizi come presidente, e gli consigliava che loro (riferito sempre a L. e al fratello N. detto V.) non avrebbero dovuto rifiutare la proposta che le amministrazioni avrebbero potuto fare di concedere l’autorizzazione per un solo codice inerti (voi non dovete accettare la seduta la soluzione che adottiamo noi….. La… Dobbiamo studiarla bene questa cosa. Perché la regione a questo punto il suggerimento proporrà di fare una discarica di… Non solo codice di inerti… Dillo voi dovete dire no!.. Dovete dire .. Deve andare avanti il progetto.. Perché se no vi incartate S. : a perfetto perfetto va benissimo C. : .. Io questo lo voglio… Voglio studiarlo con l’avvocato S. : vediamo se riesco a portarlo lunedì mattina….C. : e certo anche perché l’ultimo giorno, lunedì.. Che poi se ne parla direttamente a conferenza).

Il 10 settembre i S. chiamavano C. (progressivo 2214 delle 19: 24) per avere un procedimento per la discarica di Siculiana, riferendosi alla conferenza di servizi che ancora non veniva fissata, ricevendo dal C. ancora una volta parole di rassicurazione (S. : vabbè le cose camminano da sole quindi.. Non ci sono problemi C. : l’ama fari camminare Giovà).

Il 14 settembre 2011 parlando fra di loro fratelli S. all’interno della Mercedes di L., lamentandosi che ancora al C. no convocava la conferenza dei servizi e pensando di farlo chiamare dall’avvocato per fargli capire che erano offesi e per mandargli un messaggio (a questo il culo sai come gli diventa… Dice non credo che mi denunciano..) Lamentavano che si permettesse di comportarsi con loro in quel modo nonostante tutti i soldi che si era preso, almeno 30.000, calcolava V. e poi, ascoltando il dissenso del fratello, calcolando meglio in almeno 50.000 (V. : qualche 30.. qualche 30.000 euro gli abbiamo dato. L. -detto LL.- : ma che fa… ma che dici! V.: qualche 50.000 gli abbiamo dato Lì. L.: ma che minchia dici e poi quando all’ultimo ci ha chiesto tutti quei soldi… e ci ha detto accontentatevi di questa discarica . V.: sì bello chiaro… Per ora questo.. Prendetevi questo per ora L. : da lui dipende… Tutte cose lui manovra… Però ha di sopra la politica capito? V.: la mafia politica… Per dargli un incarico di questo Lì. … Deve fare quello che dicono gli altri non solo i grana è diventato anche di prestigio… ).

Il 15 settembre 2011 (progressivo 2575) S. L. chiamava C. e lo informava che il suo avvocato gli aveva riferito di avere parlato con lui (col dottore C.) . C. ribatteva che occorreva vedersi mercoledì e quindi S. continuava informandolo che il comune di Noto si apprestava a presentare una relazione positiva, perché i geologi avevano preparato una relazione positiva. C. aggiungeva che avrebbero esaminato insieme questa nota e valutato insieme il da farsi. S. L. passava ad aggiornarlo su Pachino, la cui procedura era più problematica: l’avvocato Serena Bonfiglio gli aveva detto che essendoci stata la quarta conferenza dei servizi sarebbe maturato l’obbligo di emettere il decreto. Aggiungeva il S. che eventualmente avrebbero convocato la soprintendenza ufficialmente. Si soffermavano sul problema della sovrintendenza che a giudizio del S. aveva emesso un parere che non le competeva in quanto valutativo degli aspetti inerenti alla VIA. S. esprimeva che quindi a suo giudizio il parere della sovrintendenza doveva considerarsi positivo, anche se trattandosi di interpretazioni per altri poteva non essere così. C. si impegnava ad incontrare presto, anche a Catania, l’avvocato Bonfiglio.

Il 27 settembre 2011 (progressivo 3226) C. veniva chiamato al telefono dal suo direttore V. Arnone, che affettuosamente gli chiedeva notizie della discarica di Pachino, ed al quale C. rispondeva che stava preparando una nota che voleva sottoporsi diretta alla sovrintendenza invitandola ad una condotta trasparente, perché avevano dato un parere del cazzo ingerendosi sulla questione geologica (ARNONE: Gianfraccuzzo .. Senti una cosa.. Mi dai notizie della discarica di Pachino come è andata a finire. C. .. Senti ho una nota pronta ARNONE : ma che cosa per fare cosa l’altra conferenza dei servizi? C. : no perché la soprintendenza scritto un parere del caso dove praticamente si è messa a fare una disamina della relazione geologica cosa che non le compete… Allora sto scrivendo una nota dove dico alla soprintendenza entro 15 giorni alla luce della legge sulla trasparenza dei fare parere di competenza due può… Che esse sussistono vincoli o meno ARNONE: ma ci sono problemi per quella discarica dico… Comune di cittadini che fanno esposti giusto? C. …… Ma non ha dato motivazioni tecniche con me richiede la legge.. Quindi io sono del parere di mandare tutte le carte al presidente della regione.. Che la nota lo prevede. C.: è infatti.. Io di tutto questo non voglio argomentare anche con te perché parlare con quella è tempo perso.. Se mi dai la possibilità di faccio leggere la nota e vediamo se la condividiamo ARNONE: ma è stata la soprintendenza C. : solo la sovrintendenza).

Il 19 settembre 2011 come da accordi presi il precedente giorno 15 di fratelli S. si recavano presso l’ufficio del C., mentre gli agenti della squadra mobile espletavano il servizio di osservazione era stato all’uopo predisposto. Venivano osservati dagli operanti mentre entravano nella stanza del C. dove si intrattenevano fino alle 14:00 (annotazione di servizio del 19/11/2011).

Il 6 ottobre 2011 (progressivo 3940) S. L. chiamava C. ed esordiva chiedendogli se avesse provveduto alla nota per la soprintendenza. C. lo informava che il suo superiore l’aveva già firmata aggiungendo subito che invece per quanto riguardava il problema di Patella (il noto funzionario del dipartimento acque rifiuti, di cui alla deposizione testimoniale riferita; ndg), stava per portargli tutti i pareri. Siccome S. ironizzava sul fatto che Patella gli avesse già detto di dovere convocare ancora un’altra conferenza dei servizi, C. gli spiegava che una volta che lui gli avesse portato tutti i pareri avrebbe potuto evitare quella conferenza. S. riferiva ancora al C. che l’avvocato Serena gli aveva mandato per fax una nota in cui sollecitava il decreto e che ora lo avrebbe girato al suo fax (del C.).

Il 14 ottobre 2011 (progressivo 43 99) S. L. comunicava al C. di un colloquio per Pachino avuto con una dottoressa della sovrintendenza gli aveva assicurato che ove l’area del progetto della discarica fosse risultata priva di vincoli avrebbe annullato il parere già dato. C. per tutta risposta replicava S. che allora lui la nota (già firmata dal direttore Arnone; ndg) non la P.collava, in attesa di vedere che cosa spuntava.

Il 22 ottobre 2011 (progressivo 1895) a bordo della Mercedes veniva registrato un lungo sfogo dei S. con l’avvocato di Gerlando Alonge sempre sulla vicenda della quarta conferenza dei servizi relativa alla procedura per la discarica di Pachino : nelle prime tre i pareri erano tutti positivi , poi la gente aveva fatto sciopero si era fatto prendere dal panico e aveva ritirato il parere positivo, avevano inventato che il progetto non riguardava una discarica per sole terre e rocce da scavo, soli inerti e “si inventano che sono cose scientifiche, cose industriali”; Giannuso intromettendosi durante la conferenza dei servizi aveva chiesto perché non fosse presente la sovrintendenza, ma la sovrintendenza (sosteneva ancora in questo sfogo L. S.) non era stata chiamata perché l’area non aveva vincoli (ma se non ci sono vincoli.. non è obbligo.. Giannuso “ma non è così, io ora chiamo la sovrintendenza..).

Osserva il Tribunale che anche da questo resoconto dato dai S. all’avvocato Alonge, degli accadimenti della famosa conferenza dei servizi del mese di giugno, si ricava che Giannuso (su cui tanto si è appuntata l’attenzione dei difensori) fosse come tutti i politici operanti nella zona al corrente di quella conferenza dei servizi e e dell’intera questione (v. la deposizione dei teste Frazzetto).

Ma soprattutto deve rilevarsi che i S. non raccontavano del magheggio consumato dal C. quando si era fatto mandare dall’architetto Frazzetto (dell’ufficio tecnico del comune di Pachino) la nota sul parere dello scarico imoff intestata al suo servizio 1 VIA dell‘ARTA per far credere che quell’ufficio tecnico avesse valutato positivamente il progetto della discarica.

Continuando, sempre con gli stessi interlocutori (progr. 1896) i S. convenivano che la sovrintendenza avesse espresso parere negativo per via delle pressioni subite dal geologo Belfiore (della Hyblon) “professionista buffone che si è venduto”.

Il 23 novembre 2011 (progressivo 9420) S. L. discutendo a telefono con Butera U., sempre adirato, affermava che a Noto la discarica non gliela avrebbe tolta più nessuno! Spiegava che C. gli aveva detto che se i geologi della Hyblon, Belfiore e Ruscica, avessero espresso una relazione tecnica positiva il comune sarebbe stato obbligato a dare il via libera al loro progetto. Quindi, calcolando di avere speso tra una cosa e l’altra 800.000,00 euro, faceva uno l’elenco approssimativo delle spese sostenute per le procedure di Noto e di Pachino (150.000 per l’ingegnere Zaccaro che lavorava da due anni) ed aggiungeva che c’era anche un extra che per telefono non poteva dirgli.

Il 30 novembre 2011 (progressivo 7430) L. S. chiamava Canova informandolo che la soprintendenza di Siracusa aveva compiuto un sopralluogo e constatato precedente aveva sbagliato buco (hanno preso un altro buco), nel senso che cadendo in equivoco avevano pensato che la cava interessata al loro progetto fosse un’altra, e si era resa conto pertanto che quella esatta non aveva vincoli. C. gli chiedeva di sollecitare alla sovrintendenza l’invio al suo ufficio della nota relativa, rassicurandolo che prima di Natale sarebbe riuscito “a fare uscire il decreto”.

Il 6 dicembre 2011 (progressivo 410) i S. venivano ricevuti nella sua stanza d’ufficio del C. il quale, dando la buona notizia di avere già scritto il decreto per Noto, gliela mostrava e faceva leggere. C. commentava che solo loro potevano riuscire in una impresa così ardua, dove c’erano di mezzo anche strutture alberghiere. S. L. si compiaceva per qualcosa che C. aveva scritto in fondo al testo del decreto, abbassando la voce. Quindi concordavano che se il sindaco di Noto avesse fatto difficoltà C. lo avrebbe convocato là in ufficio da lui. L. S. suggeriva di procedere per quanto riguardava le royalty per Noto. C. concludeva che avrebbe subito mandato al loro fax (dei S.) il testo di quel decreto già da lui compilato, in modo tale che prima di metterlo alla firma se c’era qualcosa da correggere lo avrebbero potuto fare.

Il 9 dicembre 2011 (progressivo 8076) L. S. chiamava il C. e dapprima lo aggiornava su un ricorso al Tar e quindi gli chiedeva nuove su Pachino. C. rispondeva di avere preparato il decreto e che il lunedì successivo l’avrebbe sottoposto alla firma del suo superiore. S. si sorprendeva di tanta celerità e C. si impegnava a mandare il decreto al fax del fratello V..

Il 14 dicembre 2011 (progressivo 511 ore 12:28) all’interno dell’ufficio del C. LL. e V. S. discutendo con lui a un certo punto gli riferivano che stavano costruendolo alla Scala dei Turchi a Realmonte quindici villettine e che una era per lui (“una è per lei”. C. prontamente chiedeva se avessero la concessione, e S. i rispondevano di sì, che era tutto autorizzato. C. rispondeva all’invito positivamente “ah ah va bene poi ci vengo…”, e chiedeva ancora come mai la sovrintendenza li avesse autorizzati pensando che fosse tutta una zona vincolata. I S. chiarivano che era più in alto delle Scala dei Turchi e che li era tutta zona di espansione , che le villette erano di 45 mq ciascuno più 45 di veranda, che però loro le affittavano non le vendevano, che la zona era particolarmente bella per la vista sul mare e V. aggiungeva “meravigliosa, infatti ci rissi se non riusciamo a completarlo uno.. del dottore. C. rideva e L. scherzava “.. Poi non conviene che poi lo sappiamo come vicino di casa e ci viene a disturbare vuole chi tu vuole chistu vuole chiddu ”, e rivolgendosi a qualcuno nella stanza le chiedeva “è vero signora? “. Anche C. indugiava ancora su questo argomento “una volta che diventiamo vicini di casa” e L. “.. Ho bisogno questo ho bisogno quello”.

Poi passavano a discutere di tale Lipari, collega del C., che a detta dei S. non era contento quando li vedeva (vedeva diavoli) e che ora invece era diventato loro amico, mettendosi sempre a loro disposizione. . C. scherzando completava il concetto dicendo “si è convertito all’Islam”. Facendo ridere tutti.

Poi L. S. gli chiedeva se fosse arrivato qualcosa per Pachino, dal momento che per Noto avevano già i pareri tecnici positivi. C. li informava che era in procinto di far registrare il parere positivo. V. rifletteva che forse il sindaco di Noto teneva che anche per Noto potesse finire come per Pachino. L. ricordava che la discarica di Noto era distante dal paese 35 km ed 8 da Canicattì , V. precisava che non era chiaro se anche per i rifiuti non pericolosi, come per i rifiuti biodegradabili, valesse l’obbligo della distanza di 5 chilometri. C. rispondeva che loro erano fuori dal problema delle distanze.

Il 21 dicembre 2011 L. S. chiamava C. lamentandosi che il noto Patella metteva ostacoli e lo pregava di andare a parlargli “dottò ci andasse lei a parlare.. dottò”. In particolare riferiva al C. che gli era arrivato il certificato dell’agenzia acque e rifiuti e che Patella gli aveva detto che per lui il progetto era regolare, ai sensi della 36 (dlg 36/2006 sulle discariche), ma che il dottore C. gli aveva fatto avere il parere del comune negativo sull’AIA. C. subito replicava che non era così come aveva detto e che il giorno dopo sarebbe andato lui a parlargli.

Il 28 dicembre 2011 (progressivo 9383) i fratelli S. si recavano a Palermo in casa del C., dopo essere passati da un bar a prendere una cesta natalizia da portargli piena di prodotti alimentari (il teste ha ancora riferito del servizio di osservazione espletato). Conversando durante il percorso per raggiungere l’abitazione del C. commentavano che ora il dottore avrebbe detto loro le solite minchiate per chiedere soldi e riproponendosi di tenere da quel momento un atteggiamento fermo nel negarglieli. In questo scambio L. rifletteva di non credere che Catanzaro (gestore della nota discarica di Siculiana) pagasse qualcuno “per avere queste discariche” essendo il tipo da denunciare chiunque si fosse azzardato a chiedergli soldi. Loro, continuava, erano stati esagerati nel mollare denaro, a parte il fatto che non ne avevano.

Il 7 gennaio 2012 (progressivo 3607), all’interno della BMW di V. discutono furenti inveendo contro C. che ha sbagliato che si è preso i soldi da loro e che ora aveva paura. Il giorno prima era stato con Serena (l’avvocato Bonfiglio) senza che nessuno lo avesse autorizzato. Lei gli aveva risposto che avrebbe fatto solo quello che le avrebbero detto di fare i S., e non si spiegava perché fosse andato da lei e , aggiungeva L., che di presenza le avrebbe spiegato lui la ragione (e io le ho detto.. poi quando siamo di persona). Ma loro avevano tanta di quella polvere da sparare, perché chi prende i soldi per noi è una cosa positiva perché un domani peso per espresso si salvi chi può. L. esprimeva meglio questo concetto così “sì, ricattabile io ormai con nuovi non si può tirare indietro”. Si era permesso di dire andiamocene verso Trapani (e me ne devo andare verso Trapani.. Me ne devo andare verso.. ma chi mi chiama lo deve dire .. in Africa.. Io me ne vado dove minchia mi dice la minchia del mio cervello) . Prosegendo nello sfogo : a Siracusa non li volevano, ad Agrigento non li voleva Catanzaro e siccome tutto ciò corrispondeva al pensiero di Zaccaro e rispecchiava i discorsi del C. allora non c’era dove minchia andare e Canova al loro aveva detto loro “aprite di Monserrato” quando sapeva che per Monferrato avrebbero subito un ricorso (“e corrispondono su quello.. Sui discorsi che Canova fa hanno gli.. mi corrisponde tutto.. È inutile che il cervello mi sta saltando..”);

Anche il 3 gennaio 2012 (progressivo 16.508) i fratelli S. parlando al telefono fra di loro si erano lasciati andare ad amare considerazioni sulla scelta ormai rivelatasi erronea di avere dato denaro al Canova perché avevano capito che “se una discarica ha da passare passa se non ha da passare non passa “.. “Ci hanno potuto soltanto soldi e basta.. Catanzaro quello nessuno paga… quello è il libero mercato”.

L’8 gennaio 2012 (progressivo 12.248) L. S. intratteneva l’ingegnere Salvatore Zaccaro sulla stessa questione, domandandogli retoricamente perché C. avesse sentito il bisogno di consigliare all’avvocato Serena Bonfiglio di fare ricorso al Tar. Zaccaro arguiva che C. aveva paura (gli fa il culo a lui) . Patella, rifletteva l’ingegnere Zaccaro, aveva fatto riferimento all’articolo 208 e si sarebbe contraddetto scrivendo contemporaneamente che il progetto era a norma ma di non potere ignorare il parere negativo del comune (di Pachino; ndg), e che era stato trascurato che il parere più importante era quello ambientale, che era stato espresso positivamente ( ne ha riferito il teste Latteo, autore della valutazione VIA; ndg). Inoltre la quarta conferenza dei servizi a suo giudizio era un’anomalia. Anche Zaccaro imputava la responsabilità di tutto ciò al C. e alludeva con una metafora alla sua ricattabilità (a C. gli dobbiamo fare capire che ha un gran cazzo del culo).

Il 6 febbraio 2012 (progressivo 11470) L. S. chiamava C. e lo informava di essere in attesa del parere del sindaco di Noto e di prevedere che i geologi della Hyblon in particolare Ruscica , cui il Comune di Noto aveva dato incarico di redigere una relazione tecnica (a spese dei S.) erano in procinto di presentare una relazione positiva (“ questo me lo sta rilasciando il parere positivo”), informandolo altresì che gli era stato indicato un decreto ministeriale, il n. 3 del 3 marzo 2011 sull’uso delle cave dismesse, che avrebbe potuto agevolare l’accoglimento del loro progetto.

Il 18 febbraio 2012 (progressivo 14526) l’ingegnere Zaccaro aveva uno scambio telefonico con L. S. in cui gli rappresentava che stava aiutando l’avvocato Daniele a correggere una nota già preparata, poiché erroneamente i molti pareri rilasciati erano stati riferiti alla procedura di AIA mentre invece erano stati emessi di nel contesto della VIA, posto che nel loro caso si trattava di una procedura AIA con integrata la VIA, anche se tutti i riferimenti erano esatti. Esprimeva l’ingegnere che il C. in quanto RUP era responsabile della situazione, e in un crescendo di epiteti poco lusinghieri per il Canova concludeva che era un juke-box che gli si metteva la monetina bocca e dava la risposta in funzione di quello che gli conveniva.

Il 5 marzo 2012 (progressivo 4207) si aveva un’altra importante intercettazione. I fratelli S. all’apice dell’esasperazione rievocavano uno pappava, tale Rosario (L.: che voleva pappare troppo assai! Quello che gli abbiamo dato vedi che è assai non è che ti pare che poco gli abbiamo dato in base a quello che c’ha fatto fare lui noi abbiamo data assai ce lo siamo tolti di bocca), che L. associava a quel porco di C. al quale, precisava, avevano dato per una cosa e per l’altra 100.000 euro (come in quel porco di C… 100.000 euro se ne sono andati da quel lato e da questo lato). V. a questo punto replicava con l’espressione “ … Facile! C. qualche 50.000 euro , ed ancora L. “picciò troppi soldi abbiamo fatto andare inutilmente.. Questi soldi li dovevamo avere nomi nel portafogli.. Non dobbiamo soffrire.. Ora siamo senza soldi e soffriamo.. Dobbiamo avere 50.000 euro l’uno.. Di banca… Fare questo e fare quello.. Il minimo dobbiamo averlo.. Altrimenti nella vita non abbiamo fatto niente. Non possiamo stare così.

Il 15 marzo 2012 (progressivo 1589) L. chiamava il C. il quale gli comunicava che gli aveva tenuto la questione ferma, alludendo all’istanza per Pachino (sulla questione io l’ho tenuta tutta ferma). L. S. gli raccontava che per il tramite di terze persone gli era stato chiesto loro di procurare voti a Raffaele Lombardo e che aveva risposto chiedendo di fargli avere i decreti, che non era giusto lasciare gestire questo fardello ai dipendenti degli uffici. C. concordava su questa riflessione.

Il 9 marzo 2012 (progressivo 13.461) L. chiamava per l’ennesima volta il C., ritornando sulla questione di Pachino, sulla relazione dei geologi della Hyblon, che pur avendo valutato positivamente il progetto avevano scritto che era da rivedere alla luce del nuovo piano paesaggistico del mese di febbraio, che non avrebbe consentito la destinazione dell’area a discarica etc… Aveva chiesto alla dottoressa Trigilia della sovrintendenza che gli aveva risposto “ancora noi lo dobbiamo attuare il piano paesaggistico”. C. annuiva in segno di approzione di questo resoconto del S. (“ appunto”).

Brevemente per inciso, nota il Tribunale, C. era impegnato a capofitto nelle molto più appassionanti faccende del P. : la lettura consecutiva di tutte le conversazioni trascritte dai periti dà la misura di come le chiamate dei S., interrompendo il suo continuo dialogo col P., risultavano al C. moleste.

Il 6 aprile 2012 (progressivo 15296) LL. S. ancora chiamava il C. (come andiamo dottò) per avere naturalmente notizie di Pachino e C. gli riferiva che quel cretino di Patella si era messo di lato, perché aveva fatto quel provvedimento che è tutto un programma e dato parere negativo (C.:…LL. questo è il fatto LL.: .. Per quanto riguardala 208?) e che quindi bisognava smontarlo (C. : ha dato parere negativo, LL. questo è il fatto .. E bisogna smontare.. E bisogna smontare questo..). L. si dilungava ancora sulla legittimità delle sue richieste, come aveva detto pure i politici (io ai politici gli l’ho pure.. Gli ho detto che mi hanno convocato di cose c’è…… Date anche una motivazione negativa che mi mettete secondo legge io ho presentato progetti che sono negativi, io mi ritiro, oppure…… Eppure scusa, scusatemi… Questo non è che uno sta dicendo cose… Siccome… Hanno capito che c’era buona fede nei nostri confronti che abbiamo fatto secondo.. I allora ho detto che se per legge giusta se la legge lo consente se voi capite che sono fatti secondo legge non li.. Potrei pure portarla avanti.. Ma se trovate un pilo ,, cioè nel senso qualcosa fuori posto, me lo dite io mi ritiro e vi dico sempre grazie. ). S. dopo questa lunga tirata precisava che intanto lo aveva chiamato solo per fargli gli auguri di Pasqua e C. tagliando corto concludeva che non appena avesse avuto novità si sarebbe fatto sentire.

Il 30 aprile 2012 (progressivo 16.668) L. S. mandava un SMS a C. comunicandogli che gli serviva il collaudo per il 10 maggio 2012 (dott. mi serve il collaudo del giorno 10/5/2012 il dottore Maragliarono vuole mandato il fax).

Quindi, alle 11:40 L. S. chiamava ancora C. e gli parlava dello stesso collaudo, e poi gli chiedeva “per l’altra cosa”, e al riguardo C. di rispondeva che stava aspettando che “esce dalla firma”.

Il 2 maggio 2012 Michele S. chiamava Canova su incarico di L. per quanto riguardava sempre il collaudo della discarica. Canova rispondeva di avere già detto a L. che le attività dell’ufficio si erano bloccate perché erano rimasti senza P.collo, e che se lo avesse chiamato l’indomani avrebbe potuto dargli conferma per il giorno 10.

Il 15 maggio 2012 (progressivo 2388) L. S. tornando col C. ulteriormente sul suo chiodo fisso, diceva che nei suoi confronti era tutto cambiato, che avevano cambiato atteggiamento (sono diventati delle pecore delle pecore a tutti i sensi) e a C. che gli chiedeva se si stesse riferendo a Pachino e al problema del sindaco (c’è u riscursu ru sinnacu) rispondeva di avere già parlato col sindaco e che stavano cercando di trovare una strada. Ma C. rimarcava che a Pachino la questione era ancora più grave perché il sindaco era andato là (alla conferenza dei servizi a Palermo) a dire sì e poi aveva detto no. S. osservava che però vincere un ricorso per il progetto di Pachino era più facile perché lui aveva la prova che il sindaco gli aveva detto che poteva fare la discarica e che c’erano le prove che nella prima nella seconda e nella terza conferenza il sindaco aveva detto di sì e che quindi senza un problema tecnico ben motivato non avrebbe potuto dire di no. S. tornava sul problema dei codici dei rifiuti indicati nel progetto (che C. sosteneva che corrispondessero agli inerti) ed ancora al problema degli schieramenti politici suoi e del Catanzaro e sulle ripercuzioni sulle discarica di quest’ultimo e le sue (sì nuovamente un gioco politico poi quando hanno capito che Catanzaro si è schierato contro questa classe politica che non è con loro, allora come, dice che fa, prima mi ha promesso che era con me e niente…. Prima praticamente quando loro mi hanno… Allora hanno cominciato a capire… Catanzaro si è schierato contro di noi, contro MPA , capito … Allora come dice che fa, prima mi ha promesso che era con me , e niente …).

Poi passavano al collaudo e un ingegnere a cui LL. S. aveva passato il telefono spiegava al C. che il collaudo non era stato fatto nella data prevista perché era venuto fuori il problema, tra virgolette, che il progetto definitivo era stato approvato senza realizzazione della pesa. . Si soffermavano ancora sui dettagli di questo problema e C. a un certo punto chiedeva se non si potesse rifare il progetto esecutivo. C. dispensava consigli su come risolvere i ogni tipo di questione. L. osservava che non avrebbe potuto cambiare il progetto se prima non andava a parlare con lui (a parlare qua giusto dotto? Neanche poi noi avevamo presentato questo la polizza… Così questa la polizza).

CONCLUSIONI

Per quanto fin qui esposto le condotte di reato attribuite al C. e a ciascuno degli altri imputati risultano pienamente accertate in tutti i loro elementi oggettivi e soggettivi e sono state correttamente qualificate dal Pm : quelle a carico del C. ai sensi degli art. 319 c.p., e quelle a carico degli altri imputati specularmente ai sensi dell’art. 321 correlato al 319.

Nel corso della presente disamina sono stati ripetutamente evidenziati sia gli elementi di prova delle situazioni più complesse, che univocamente attestano datati e consolidati patti corruttivi tra il funzionario regionale C. e ciascuno degli altri imputati, sia le prove di quegli eventi, specificamente consistenti nelle dazioni di denaro erogate al C., segnatamente dai fratelli S., dal P. e dall’A. (riprese in diretta dagli investigatori che li intercettarono durante l’arco temporale delle indagini), che disvelano soltanto i picchi più visibili di ciascuna di tali intese corruttive.

E’ pacifico, perché documentalmente provato e perché fin dalle indagini ammesso dagli stessi imputati anche in sede di interrogatorio di garanzia (davanti al Gip che nel 2014 emise le misure cautelari, i cui verbali sono stati acquisiti), che C. era stato il funzionario del Servizio 2 VIA VAS dell’assessorato della Regione siciliana che complessivamente dal 2007 (dopo l’entrata in vigore del dlg 152/2006) in poi aveva curato, in qualità di responsabile unico del procedimento e presidente delle conferenze dei servizi, tutte le procedure di AIA propedeutiche ai decreti dirigenziali autorizzativi dell’esercizio degli impianti di interesse di ciascuno degli altri imputati, e che manteneva la posizione di istruttore di tutti i numerosi adempimenti e procedure conseguenti (dal collaudo e, ad esempio, all’istruttoria per decidere su eventuali notizie di infrazioni delle prescrizioni del decreto, all’istruttoria sul rinnovo delle autorizzazioni).

Sono pure pacifiche e pure ammesse dagli imputati, le dazioni di denaro oggetto delle attività di captazione che sono state tutte passate in rassegna analiticamente ed in relazione agli specifici contesti di riferimento.

Al riguardo, per quanto attiene ai S., si richiamano a titolo di mero esempio i seguenti episodi: il 2 maggio del 2011 L. S. veniva intercettato mentre, in vista di recarsi a Palermo insieme al fratello N. ad incontrare nel suo ufficio il C., dava disposizione ad un suo dipendente di verificare quanto denaro contante avessero a disposizione e si rammaricava dell’esiguità di quei 3.585,00 che l’impiegato gli comunicava di avere trovato; il 14 settembre 2011 i fratelli S. lamentavano che C. si permettesse di far tardare la conferenza dei servizi della pratica in corso, nonostante gli avessero dato 30.000,00 o 50.000,00 euro; il 5 marzo 2012 i S. in un crescendo di invettive ricordavano di aver dato a quel “porco” di C. qualche 100.000,00 euro, tra una cosa e l’altra (il 15 marzo 2012 C. diceva a L. che sulla questione l’aveva tenuta tutta ferma, alludendo alla procedura per la discarica di Pachino e il 6 aprile gli illustrava che a quel punto occorreva smontare il parere negativo dato da quel “cretino” del suo collega Patella); il 14 dicembre, discutendo tra il serio e il faceto, i S. avevano illustrato al C. di accingersi a costruire quindici villette nei pressi di Scala dei turchi e che una era per lui. Occorre puntualizzare che tali elementi, raffrontati al contesto di cui il Tribunale ha dato conto, provano che i S. versarono al C. il totale di 100.000,00 euro, da loro meglio quantificato nella conversazione del 5 marzo 2013. Al contrario non vi sono elementi sufficienti a provare la serietà dell’offerta della villetta (una delle quindici nei pressi della Scala dei Turchi, già autorizzate) che il 14 dicembre 2011 i S. formulavano rivolgendosi al C. (“una è per lei”).

Per quanto riguarda A., analizzando dettagliatamente il contesto della sua relazione corruttiva col C., è stato pure verificato lo specifico episodio del 29 febbraio 2012, in cui lo stesso imprenditore, relativamente ad una rata del prezzo di 43.000 euro della autovettura AUDI venduta il 30 settembre 2008 al C. dalla società Autoarona di Borgonovara (da lui amministrata), gli consegnava 12.000,00 euro in denaro contante, affinché li versasse mediante bonifico bancario alla stessa società. Si è pure esplicitato in dettaglio per quali ragioni, tutte di palmare evidenza, l’episodio è da ascrivere ad un maneggio di denaro strettamente afferente al rapporto corruttivo esistente tra i due, oggetto di una utilità di valore almeno pari a vantaggio del C.. Rapporto sostanziatosi molto concretamente: dapprima nel salvifico intervento espletato dal C. nelle conferenze dei servizi, tenutesi tra il 2008 e il 2009 presso l’assessorato all’energia, quando il consesso di tecnici degli uffici partecipanti riunitisi per decidere sull’istanza di AIA per il biogassificatore della società Bios dell’A. (nella discarica di Mazzarà Sant’Andrea gestita dall’amministratore della Tirreno Ambiente Giuseppino A., socio di lungo corso dell’A.) non prese alcuna decisione al riguardo, lasciando la pratica pendente sine die; e successivamente nell’ altro decisivo intervento intrapreso nel novembre del 2011, quando l’ARPA e poi il Genio civile segnalarono all’ufficio dell’assessorato all’energia (presso cui quindi ancora dal 2007 pendeva quella richiesta di AIA) che dal 2008 il biogassificatore operava in assenza di autorizzazione ambientale, costringendo il funzionario investito del problema, Alberto Tinnirello, a convocare un’apposita conferenza dei servizi; da notare che il medesimo C. concordò col funzionario suo collega la strategia della sanatoria, che evitava all’A. il rigetto dell’istanza di autorizzazione (mentre erano intercettati dagli investigatori).

Quanto alle erogazioni che C. ricevette dal P., per limitarsi adesso alle mere consegne di denaro contante captate in tempo reale (e rinviando ai paragrafi specifici circa le offerte di prostitute che P. fece pure al C. e l’acquisto del televisore con apparecchiature per un totale di 17.000,00 euro), si annoverano: quella di 5.000,00 euro avvenuta il 28 febbraio 2012; quella di 2.000,00 euro il 6 marzo 2012 ; quella di 10.000,00 euro il 29 marzo 2012; un’altra di 10.000 il 24 giugno 2013 e un’altra di 10.000,00 del 25 giugno 2013. Inoltre è stato dato conto degli attestati pure documentali del fatto che P. sostenne per soggiorni del C. e della famiglia presso l’hotel Baia Verde di Aci Castello, avutisi da luglio del 2008 e al primo maggio 2012, euro 31.153,70 e per i soggiorni degli stessi presso l’hotel Capo Taormina, avutisi dal 17 luglio 2009 al 17 giugno 2013, un esborso totale di euro 15.335,80; cui si aggiungono le spese per l’autovettura, il Grand Hotel di Rimini e il biglietto aereo di andata e ritorno in occasione della Fiera Ecomondo di Rimini, dal 9 all’11 novembre 2011 (per un totale di 1.442,00 euro).

Nel paragrafo in cui si è analizzata la conversazione delle ore 9 della sera del 24 giugno 2013 (progr.676 decr.1099/2013) si è visto che l’erogazione del P. al C. dei primi 10.000,00 euro (cui l’indomani sarebbero seguiti gli altri 10.000,00) avveniva in un losco contesto, ulteriormente significativo dell’esponenziale progressione criminosa dell’accordo tra lui e il P. e della gravità della devianza del C., partecipata dal P.. Facendo rimando a tale intero paragrafo, basti qui richiamare alcune nitide situazioni oggetto del dialogo. Prima che il P. gli consegnasse quella tranche di 10.000,00 euro, C. aveva esordito comunicandogli che gli aveva portato “le carte” riguardanti le sue cave (nell’area della discarica viene esercitata una attività di estrazione; ndg) e una nota dell’ARPA connessa ad una nota del Patella e che in più aveva predisposto la lettera con la risposta da dare (Patella veniva costantemente denigrato dal C., altre volte colto dalle intercettazioni a cimentarsi nello “smontare” i suoi pareri; ndg), e con l’occasione gli rappresentava di aver fatto fare l’istruttoria ad un impiegato, tale Maugeri, con cui aveva avuto sempre un ottimo rapporto, che era stato rimosso dall’incarico relativo alle Valutazioni di Impatto Ambientale (“lavorava alla VIA come co.co.co. .che è stato trombato) e che lui stesso (C.) era riuscito a fare assegnare all’istruttoria delle cave e che lo stava addestrando trattandosi di un ragazzo sveglio. I due mentre discutevano viaggiavano in auto in direzione di un albergo e poiché era disponibile solo una suite P. la prenotava. Per associazione C., facendo riferimento alla recente situazione della prenotazione all’hotel Capo Taormina per sè e la famiglia, avvertiva P. di aver fatto annullare la “transazione OIKOS” e di avere pagato solo quella del lunedì per crearsi una giustificazione. A quel punto P. gli consegnava i 10.000,00 euro, soggiungendo che se avesse voluto già l’indomani gliene avrebbe dati altri 10.000,00 (C. :ti ricordi quella nota che mi hai dato tu di Patella? P.: si. C. : e io ho preparato pure la lettera di risposta, ora te la faccio vedere. P.: allora la persona che, chi te lo ha detto a te che c’era solo uno sbirro ?, uno dei tre ? o lo hai saputo da altri ? C.:no, l’ho saputo.. da Maurizio Norrito..P.: perché a me Chicco mi ha detto “dice sai Mimmo ..mi hanno detto che che c’era uno , dice che era forse un carabiniere ..forse della Procura , no l’ho capito, al che io mi sono visto le telcamere mie e individuo il figlioccio di Anna Finocchiaro! C.: e chistu e che cazzo ci faceva là, Perché è venuto? P.: l’ho fatto nominare io . C.: ma nella qualità di che cosa? P.: ingegnere C.: componente la ? Minchia pienone. MIMMO: hanno solo la suite libera. (…..).”G.: perciò… l’hai capito che ho fatto con Capo Taormina? Ho annullato la transazione Oikos e ho fatto soltanto la… quella del lunedì… in modo tale che io avevo la base. M.: se domani… vuoi altri dieci…G.: ti volevo dire questo… io voglio…M.: ora parliamo… ora parliamo).

Ancora P. consigliava al C. la linea difensiva che avrebbe dovuto adottare nel rispondere ad investigatori e magistrati circa le accuse di corruzione relative al rapporto tra loro due, insistendo, così come aveva già fatto lui, sul legame stretto delle loro famiglie (e scendendo anche nei particolari che avrebbe dovuto sottolineare), e per rendere più esplicito questo suo ragionamento, gli faceva notare che questa versione aveva una sua credibilità poiché le loro relazioni erano molto diverse da quella che lo stesso C. poteva avere ad esempio con Leonardi (riferendosi ad un’altra indagine per corruzione del C. col Leonardi) con cui appunto non c’era questo genere di intimità. P. aggiungeva di essere andato a controllare le registrazioni delle telecamere degli uffici dalla discarica per individuare lo “sbirro” che, stando al resoconto di una fonte del C. e dell’avvocato Sudano (detto Chicco), insieme ad altre due persone si era recato in discarica.

Il pieno vigore e il rafforzamento del medesimo pactum sceleris corruttivo, si è anche visto, si rispecchia nelle conversazioni tra il P. e il C. della fine di novembre del 2013, in cui tra l’altro il C., in un momento ancora molto critico per le sorti degli affari del P., lo metteva in guardia con veeemenza dal nuovo assessore N. Marino, il quale aveva già puntato la sua attenzione sul problema del rispetto in Sicilia del ciclo dei rifiuti, disciplinato dalla legge, e sulle vicende amministrative che ruotavano interno alle autorizzazioni concesse dall’ufficio del Cannnova alle principali discariche private sul territorio della Sicilia.

Pare a questo punto calzante replicare all’affermazione dei difensori del P. secondo cui C. sarebbe stato un mero esecutore di attività prive di connotati provvedimentali, limitandosi egli come RUP a raccogliere pareri di altri, di cui poi avrebbe fatto una sorta di conta tra quelli positivi e quelli negativi. Osserva ancora una volta il Tribunale che tale prospettazione è innanzitutto smentita dalle evidenze probatorie, che mostrano in concreto l’azione (e costantemente deviata) del funzionario C., compiuta nel pieno dell’esercizio dei compiti precipui del suo ufficio, e la pregnanza dei suoi contenuti ai fini dell’azione decisoria dei dirigenti, suoi superiori. In particolare la prospettazione del C. come esecutore di meri compiti materiali o comunque di poco conto, è in aperto contrasto con la tipicità dei compiti e dei poteri del RUP, così come ha ricordato lo stesso C. nella sua memoria, in cui ha tenuto a sottolineare che il “capitolo 1 della legge 554/99 recita che i compiti del responsabile del procedimento sono innumerevoli, in particolare egli ha funzioni propositive e il alcuni casi decisionali” ; v. p. 9 memoria del 7 luglio 2016, cit. ). Nella procedura di AIA (di cui il C. si occupava in qualità di RUP) convergono complesse valutazioni tecniche, in particolare quelle effettuate in sede di VIA, che richiedono raffinate analisi, appunto, sull’impatto del progetto, da tutti i punti di vista della vivibilità e dell’ambiente e comparazioni di interessi (v. paragrafo sul quadro normativo di riferimento). La specificità funzionale di tale procedura amministrativa richiede una notevole competenza valutativa del RUP, il quale deve sintetizzare e coordinare logicamente tutti i suddetti pareri, e farlo a beneficio di tutti i partecipanti alla conferenza dei servizi, nell’ottica della dialettica costruttiva, della semplificazione e al fine della comparazione imparziale dei contrapposi interessi in gioco.

E’ comunque il caso di ricordare anche il principio di diritto, in più occasioni ribadito dalla giurisprudenza di legittimità, a mente del qualeriveste la qualifica di pubblico ufficiale ex art. 357 cod. pen. il soggetto che è incaricato di funzioni meramente serventi, preparatorie ed accessorie di competenza dei dirigenti dell’ente, realizzandosi attraverso tale attività una partecipazione alla formazione della volontà dell’ente pubblico (Cass. VI n. 17972 del 31/10/2018 -dep. 30/04/2019- Rv. 275675; Sez. VI n. 22707 del 11/04/2014, Lo Cricchio, Rv. 260274).

E’ stato anche evidenziato in Cassazione che non è necessario che la pubblica funzione assuma rilevanza esterna ed incidenza diretta nei confronti delle posizioni giuridiche soggettive di terzi, giacché anche tali atti che esauriscono la funzione proprio in ambito strettamente endo-procedimentale comportano l’attuazione dei fini dell’ente pubblico (Cass. VI n. 43820 del 23/09/2014, Rv. 260710; VI n. 22707 del 11/04/2014, Rv. 260274; Cass. VI n. 21088 del 10/02/2004, Rv. 228871: fattispecie relativa al compimento da parte il funzionario di una istruttoria con la predisposizione della proposta integralmente recepita dal Direttore generale).

Inoltre, la giurisprudenza è assolutamente granitica nel ritenere che ai fini della configurabilità della contrarietà dell’atto ai doveri d’ufficio, occorre aver riguardo non solo all’astratta legittimità formale dello stesso, ma anche al percorso che ha condotto alla sua adozione e che quindi quando i poteri discrezionali del pubblico ufficiale siano per effetto della corruzione asserviti al raggiungimento dell’esito prestabilito, con rinuncia a priori della valutazione imparziale degli interessi in gioco, l’atto si configura come contrario ai doveri d’ufficio, esulando pertanto dalla sfera di applicabilità dell’art. art. 318 c.p. (cfr. tra le molteplici Cass. Sez. 6, sent. n. 18707 del 09.02.2016, Rv. 266991; Sez. 6, sent. n. 30762 del 14.05.2009, Rv. 244530, secondo cui, appunto, ‘In tema di corruzione propria, costituiscono atti contrari ai doveri d’ufficio non soltanto quelli illeciti, perchè vietati da atti imperativi, o illegittimi, perchè dettati da norme giuridiche riguardanti la loro validità ed efficacia, ma anche quelli che, pur formalmente regolari, prescindono, per consapevole volontà del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio, dall’osservanza di doveri istituzionali espressi in norme di qualsiasi livello, ivi compresi quelli di correttezza ed imparzialità).

Occorre meglio compendiare le prospettazioni dei difensori, in punto di fatto e di diritto ed esporre perché il Tribunale le ha ritenute infondate.

Il difensore del C., ha sottolineato che le ragioni che spingevano il suo assistito ad adoperarsi nei confronti del P. erano la disinteressata e profonda amicizia che li legava fraternamente e la volontà di fornirgli un’attività di consulenza, finalizzata comunque all’obiettivo meritorio di far in modo che il P. adottasse misure per rispettare le normative ambientali. L’assunto sarebbe avvalorato dalla volontà del C. di lasciare quell’impiego e diventare il libero professionista consulente della società del P. (si ricorderà che C. nella memoria di suo pugno ha specificato che era d’accordo con l’ingegnere Sansone, suo ex capo Servizio, di andare a lavorare da libero professionista nello studio che questi avrebbe aperto dopo essere andato in pensione).

Coi S. invece il rapporto era diverso: sarebbero stati loro a cercarlo in modo assillante, premendo affinché chiudesse il fretta le procedure e comunque anche a loro il C. avrebbe dato esclusivamente pareri tutti diretti all’ossequio delle regole.

Rispetto all’A. non ci sarebbero, né nell’episodio del febbraio 2012 della consegna dei 12.000 euro, né in altri, elementi probatori dell’esistenza di un loro rapporto di corruzione. Quindi ha ipotizzato il difensore, le condotte attribuite al C. potrebbero farsi rientrare nell’alveo della fattispecie prevista e punita dall’art. 318 c.p., avendo riguardo alla distinzione tra la formulazione antecedete e quella successiva alla legge Severino del 28.11.2012.

La difesa del P., muovendo dall’assunto dell’amicizia e della necessità dell’imprenditore di dover ricorrere ai consigli del C. per proteggersi dagli attacchi persecutori di alcuni politici a lui avversi, primi fra tutti Leanza e Di Guardo (per la stessa medesima ragione, hanno pure ricordato i difensori del P., lo stesso si rivolgeva al deputato nazionale Anna Finocchiaro e al Presidente della Regione Lombardo), ha pure sostenuto che giammai P. fino al novembre del 2012 (data di entrata in vigore della c.d. legge Severino), avrebbe chiesto al C. qualcosa che potesse comportare da parte sua il compimento di atti contrari ai propri doveri d’ufficio. Aggiunge ancora la difesa del P. che per quanto riguarda gli unici tre episodi captati nel 2013, nei quali P. erogava denaro e altre utilità al C. (ovverossia l’episodio del pagamento dell’albergo Capo Taormina tra il 14 e il 17 giugno 2013 e le dazioni di 10.000 euro il 24 giugno e di 10.000 euro il 25 giugno 2013) C. a quell’epoca non esercitava più funzioni afferenti alle autorizzazioni ambientali in materia di rifiuti, essendo state le stesse trasferite al dipartimento acque e rifiuti dell’Assessorato all’Energia con la legge regionale n.3 del 9 gennaio 2013, circostanza dalla quale dovrebbe arguirsi che quindi quelle eventuali dazioni di 20.000 euro del mese di giugno del 2013 si riferissero all’attività di consulenza privata di cui sopra, così come la questione del pagamento dell’hotel.

Ma, osserva il Tribunale, la conversazione del 24 giugno 2013 tra P. e C., poco sopra riepilogata, prova l’esatto contrario e non ha bisogno di ulteriori commenti. Essa dimostra nel modo più immediato e scultoreo che a quella data il pactum sceleris tra i due era più che mai attuale, che cioè il C. non aveva mai smesso di “lavorare” e ricevere denaro dal P. per specifici atti di suo interesse. La medesima conversazione mostra inoltre che il C. in un vertiginoso crescendo criminale, così come aveva fatto nel caso in cui si era trovato a dover risolvere l’inghippo in cui era inciampato l’A. (allorquando il 18 novembre 2011 aveva chiamato in soccorso il collega dell’assessorato all’energia investito del caso, Alberto Tinnirello, appellato dal menzionato Giuseppino Innocenti come “collaboratore” del C., mentre al telefono con tono da padrone gli ingiungeva di darsi da fare per risolvere appunto quel problema dell’A. e suo; int. progr. 6677 decr. 1342, ore 15,55) si serviva di “collaboratori” ovvero di colleghi “svegli” da lui istruiti al suo genere di pratiche infedeli, mesi pure al servizio del P..

L’incipit di tale conversazione -in cui C. spiegava al P. di aver fatto compiere al Mauguri l’istruttoria riguardante le cave (coltivate nel sito della discarica), specificando che si trattava di un impiegato “trombato” dal servizio VIA, e che lui intercedendo presso il dirigente era riuscito a fare assegnare nel posto indicatogli- rivela che dopo un primo momento di crisi, dovuto alla deliberazione del gennaio del 2013 del Presidente della Regione Crocetta del trasferimento di 120 unità dall’Assessorato al Territorio e all’Ambiente ad altri uffici, di cui ha riferito la teste Lo Bello, C. non solo continuava “a fare quello che aveva sempre fatto” ma che addirittura si adoperava con i suoi metodi subdoli presso i dirigenti che dovevano stabilire le nuove collocazioni per far assegnare chi di suo piacimento nel posto per lui più strategico. La Lo Bello, che gestì quella congiuntura in qualità di assessore al territorio e ambiente di concerto col presidente della Regione, circostanziando i fatti con dovizia di importanti particolari, si è soffermata sull’opposizione allora avanzata dal C. al proprio trasferimento (anch’egli era incluso nell’elenco dei 120), che gli valse la possibilità di rimanere nel posto che aveva sempre occupato, fino a quando alla fine di dicembre del 2013 un evento, che la teste ha definito traumatico, non provocò la ferma decisione del Direttore del dipartimento e sua personale, di spostarlo una volta e per tutte da quell’ufficio: un giro di fax, il giorno prima della conferenza dei servizi che avrebbe dovuto decidere sulla autorizzazione ambientale per la discarica pubblica di Gela, aveva preannunciato la bocciatura del progetto (nella sua memoria C. ha addotto che era stato l’ingegnere Sansone, suo ex capo servizio, col quale intercorreva un ottimo rapporto, a consigliargli di far valere la sua carica sindacale per non essere trasferito, ed inoltre che la sua resistenza al trasferimento era indotta dal desiderio di rimanere a ricoprire una funzione di tipo tecnico, essendo lui, appunto, un tecnico e non volendo andare ad occuparsi di pratiche di genere diverso). Si è poco sopra anche fatto riferimento alle conversazioni della giornata del 27 novembre 2013, tra il C. e il figlio Paolo e poi tra il C. e il P. (esaminate in dettaglio nel paragrafo dedicato), che confermano che anche a quella data il loro forte patto corruttivo era in vigore e che in virtù di esso P. riceveva ancora a piene mani “consigli” e favori concreti dal funzionario C..

Le difese dei S., come si è visto, hanno invece addotto che i predetti sarebbero stati, dal C. e dal sistema politico corrotto che agiva dietro di lui, costretti a piegarsi a pagarlo pur di potere conseguire le autorizzazioni ambientali per le discariche e continuare ad esercitare le loro attività d’impresa. Per di più, hanno ancora sostenuto, C. prendendosi gioco di loro avrebbe posto in essere una serie di azioni ostruzionistiche (sempre in combutta con tale parte politica di cospiratori) per far sì che le autorizzazioni per le discariche venissero negate a loro e date ad altri appartenenti alle suddette cordate. Quindi le erogazioni di somme di denaro al C. compiute dai S. dovrebbero ascriversi nell’alveo dell’art. 319 quater c.p., che punisce la condotta del pubblico ufficiale che abusando della sua posizione induce il privato a dare o promettere denaro o altra utilità. Trattandosi però di fattispecie introdotta nell’ordinamento penale in epoca successiva ai fatti, i loro assistiti andrebbero mandati assolti.

La difesa dell’A. ha sostenuto a sua volta che non vi sarebbero elementi di prova circa episodi di corruzione riferibili ad un pactum sceleris di natura corruttiva tra questi e il C., sulla base delle argomentazioni di cui si è dato già conto.

Osserva il Collegio, partendo dai riferimenti dei difensori all’art. 318 c.p., e anche alla riforma che ne ha operato la legge Severino nel novembre del 2012, che tali richiami non si adattano a nessuna delle ipotesi accertate. Infatti l’art. 318, prima della modifica, puniva il pubblico ufficiale che ricevesse denaro o altra utilità o la loro promessa per un atto del suo ufficio, individuato anche con riferimento ad un genus (e quindi il discrimine rispetto alla condotta punita dall’art. 319 risiedeva nella conformità o meno ai doveri dell’ufficio dell’atto connesso al pagamento indebito o alla promessa fattane dal privato). Dopo la modifica del novembre 2012 l’art. 318 pone al centro del sistema la vendita pura e semplice della funzione, punendo appunto la condotta del pubblico ufficiale che genericamente prometta al privato, dietro una ricompensa attuata o da attuare, la messa a disposizione della sua funzione indipendentemente dalla conformità o difformità dai doveri d’ufficio dell’eventuale atto da compere, senza cioè che vi sia la prova che l’accordo corruttivo abbia individuato l’atto da compiersi o la sua sfera. Naturalmente, essendo rimasto immutato l’art. 319 (salvo che per l’entità della pena), se poi quella mera promessa generica e indistinta progredisce nella promessa o nel compimento di un atto contrario ai doveri dell’ufficio del pubblico ufficiale, allora la condotta sarà punita ai sensi dell’art. 319 c.p., e ciò anche laddove dovesse restare agganciata a quell’originario patto generico di messa a disposizione della funzione (tra le molteplici cnfr. Cass, VI 27.9.2016 n. 40237, secondo cui la ratio che sorregge il discrimine tra la meno gravi ipotesi di corruzione punite ai sensi dell’art. 318 e le condotte punite più severamente ai sensi dell’art. 319 comporta che nel caso in cui la vendita della funzione, anziché essere circoscritta alla sola commissione di atti conformi ai doveri d’ufficio contempli anche la consumazione di atti contrari ai suddetti doveri, si realizza una forma di progressione criminosa nel cui ambito le singole dazioni eventualmente effettuate si atteggiano ad elementi esecutivi di un unico reato di corruzione propria a consumazione permanente).

In punto di diritto appaiono opportune ancora le seguenti precisazioni.

La Cassazione, più volte intervenuta sulla linea di confine tra le due fattispecie di corruzione previste dal codice penale dopo la riforma dell’art. 318 c.p., introdotta dalla l. n. 190 del 2012, e sulla sua distinzione dalla fattispecie regolata dall’art. 319, ha precisato che con la riformulazione dell’art. 318, ora rubricato come “corruzione per l’esercizio della funzione”, il legislatore ha inteso incidere sulla struttura dello stesso reato, mutandone la natura : si tratta ancora di una ipotesi meno grave di corruzione, come in passato, ma mentre nella precedente versione la fattispecie era costruita come reato di danno (la violazione del principio di correttezza e del dovere di imparzialità del pubblico ufficiale), connesso alla compravendita di un atto d’ufficio (purché non contrario ai doveri di ufficio, nel senso che la parzialità non doveva trasferirsi sull’atto, segnandolo di connotazioni privatistiche, restando pertanto l’unico possibile per attuare interessi esclusivamente pubblici), nella nuova tipizzazione il legislatore ha inteso ricomprendere tutte le forme di “compravendita della funzione” che non si connettano causalmente al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio.

Ciò in quanto, sottolinea ancora la Suprema Corte, prima della riforma restava non del tutto chiara la qualificazione delle condotte di “asservimento” della funzione da parte del pubblico ufficiale che si poneva, dietro compenso, “a disposizione” del privato in violazione dei doveri di imparzialità, onestà e vigilanza. A fronte dell’accertamento di un accordo avente ad oggetto soltanto una generica disponibilità, senza la possibilità di individuare nei suoi connotati specifici l’atto contrario ai doveri d’ufficio, la giurisprudenza di legittimità, pur nel contesto di un’interpretazione ragionevolmente estensiva dell’art. 319 c.p., aveva affermato che era sufficiente che fosse individuabile il “genus” di atti da compiere, suscettibile di specificarsi in una pluralità di atti singoli non preventivamente fissati o programmati (tra tante, Sez. 6, n. 30058 del 16/05/2012, Di Giorgio, Rv. 253216). Dunque la nuova fattispecie ha inteso superare i limiti applicativi della previgente normativa codicistica, così da colmare lo iato tra diritto positivo e diritto vivente formatosi in ordine al concetto di atto di ufficio, punendo tutte quelle ipotesi di mercimonio connesse causalmente all’esercizio di pubblici funzioni o poteri, costituenti forme di generica messa a disposizione del pubblico funzionario.

Afferma poi la giurisprudenza pacifica della Corte che il nuovo testo dell’art. 318 c.p. non ha proceduto ad alcuna abolitio criminis, neanche parziale, delle condotte previste dalla precedente formulazione e ha, al contrario, determinato un’estensione dell’area di punibilità, avendo sostituito alla precedente causale dell’atto d’ufficio compiuto o da compiere, oggetto di “retribuzione”, il più generico collegamento, della dazione o promessa di utilità ricevuta o accettata, all’esercizio (non temporalmente collocato e, quindi, suscettibile di coprire entrambe le situazioni già previste nei due commi del precedente testo dell’articolo) delle funzioni o dei poteri del pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, così configurando, per i fenomeni corruttivi non riconducibili all’area dell’art. 319 cod. pen., una fattispecie di onnicomprensiva ‘monetizzazione’ del munus pubblico, sganciata in sé da una logica di formale sinallagma e idonea a superare i limiti applicativi che il vecchio testo presentava in relazione alle situazioni di incerta individuazione di un qualche concreto comportamento pubblico oggetto di mercimonio (Sez. 6, n. 49226 del 25/09/2014, Chisso, Rv. 26135; Sez. 6, n. 19189 del 11/01/2013, Abbruzzese, Rv. 255073). Il baricentro del reato non è più l’atto di ufficio da compiere o già compiuto, ma l’esercizio della funzione pubblica.

Il nuovo criterio di punibilità risulta pertanto ancorato al mero ‘esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri’, a prescindere dal fatto che tale esercizio assuma carattere legittimo o illegittimo e, quindi, senza che sia necessario accertare l’esistenza di un nesso tra la dazione indebita e uno specifico atto dell’ufficio. In definitiva, l’art. 318 c.p. contiene i divieti diretti al pubblico funzionario di non ricevere denaro o altre utilità in ragione della funzione pubblica esercitata e, specularmente, al privato di non corrisponderglieli.

Il limite esterno del nuovo reato di cui all’art. 318 c.p., rispetto alla più grave fattispecie della corruzione propria, resta pur sempre l’ipotesi in cui sia accertato un nesso strumentale tra la dazione-promessa e il compimento di un determinato o comunque determinabile atto contrario ai doveri d’ufficio.

In definitiva (Sez. 6, n. 49226 del 25/09/2014, Chisso, Rv. 26135), i fenomeni di corruzione sistemica conosciuti dall’esperienza giudiziaria come “messa a libro paga del pubblico funzionario” o “asservimento della funzione pubblica agli interessi privati” o “messa a disposizione del proprio ufficio”, tutti caratterizzati da un accordo corruttivo che impegna permanentemente il pubblico ufficiale a compiere od omettere una serie indeterminata di atti ricollegabili alla funzione esercitata – sussunti prima della riforma del 2012 nella fattispecie prevista dall’art. 319 c.p. – devono essere ricondotti nella previsione della nuova fattispecie dell’art. 318 cod. pen., sempre che l’accordo o i pagamenti intervenuti non siano ricollegabili al compimento di uno o più atti contrari ai doveri d’ufficio.

Il discrimine tra le due ipotesi corruttive resta pertanto segnato dalla progressione criminosa dell’interesse protetto in termini di gravità (che giustifica la diversa risposta punitiva) da una situazione di pericolo (il generico asservimento della funzione) ad una fattispecie di danno, in cui si realizza la massima offensività del reato (con l’individuazione di un atto contrario ai doveri d’ufficio). Nel primo caso la dazione indebita, condizionando la fedeltà ed imparzialità del pubblico ufficiale che si mette genericamente a disposizione del privato, pone in pericolo il corretto svolgimento della pubblica funzione; nell’altro, la dazione, essendo connessa sinallagmaticamente con il compimento di uno specifico atto contrario ai doveri d’ufficio, realizza una concreta lesione del bene giuridico protetto, meritando quindi una pena più severa (v. tra le molteplici, la motivazione della Cass. VI n. 47271/14 e la pure citata sent. n. 8211/16: l’art. 318 c.p. non abbia coperto integralmente l’area della vendita della funzione, ma soltanto quelle situazioni in cui non sia noto il finalismo del suo mercimonio o in cui l’oggetto di questo sia sicuramente rappresentato da un atto dell’ufficio‘ ).

Nei casi che ci occupano innanzitutto risulta fuori discussione che gli imprenditori corruttori del C. lo remuneravano proprio per ottenere quegli specifici atti che afferivano all’esercizio delle discariche già attivate o ai progetti di quelle di cui chiedevano l’autorizzazione integrata ambientale. Essi si rivolgevano e pagavano il C. proprio perché era il funzionario corrotto del Servizio 2 VIA VAS dell’assessorato regionale all’ambiente e al territorio, che in virtù del ruolo di RUP e di presidente delle conferenze dei servizi gestiva la complessa istruttoria dei procedimenti di AIA e rivestiva quindi un ruolo decisivo ai fini dell’esito delle loro istanze.

In altri termini P., A. e i fratelli S. individuarono nel C. il funzionario corrotto e ben introdotto, epicentro del sistema amministrativo presso la Regione siciliana delle procedure di rilascio delle autorizzazioni ambientali in materia di discariche di rifiuti, attraverso cui, prezzolandolo lautamente (i prezzi erano invero alti), ottenere ben precisi provvedimenti di loro interesse, scavalcando i P.colli e ogni prevedibile complicazione della procedura e gli ostacoli di legge. Cosa in cui il C. eccelleva.

Circa l’individuazione dei provvedimenti cui miravano i suddetti, iniziando dal P. (e facendo rinvio integrale a quanto analiticamente esaminato nell’apposito paragrafo) può richiamarsi che le istanze del P. si concretizzarono prioritariamente nei decreti di AIA per tutti quei tipi di impianti funzionali a continuare a tenere in esercizio la vecchia discarica in saturazione, di contrada Tiritì, e contemporaneamente ad ottenerne l’allargamento in contrada Valanghe d’Inverno. L’impianto di pretrattamento (che serviva a conformare le modalità operative della gestione della discarica storica al divieto di legge di abbancamento del rifiuto tal quale) nel luglio del 2008 ottenne l’AIA, rilasciata dall’allora capo del Servizio 2 Via Vas, ing. Sansone, e sempre grazie alle “consulenze” private a pagamento date dal C. al P., e alla parallela opera di RUP e di presidente delle conferenze dei servizi svolta del C. nel suo ufficio dell’assessorato. Si è visto anche che il decreto di AIA del 2008 (DDS n. 661 del 10 luglio 2008). Ciò avveniva a dispetto di un progetto gravemente carente, tant’è che come pure scritto nello stesso decreto, questo non aveva consistenza di provvedimento definitivo, ma provvisorio e la sua valenza era rinviata alla presentazione di un nuovo progetto che la società avrebbe dovuto presentare in un futuro di là da venire e che venne poi presentato nel 2010, in sostituzione del primo. Seguì la complessa vicenda dell’AIA per l’ “ampliamento” della discarica preesistente in contrada Valanghe di inverno, ottenuta dalla società del P. nel 2009, che vide il C. alacremente impegnato e ricompensato dal P..

A., si ricorda, aveva interesse a mantenere in esercizio in mancanza di AIA il suo impianto di elettrificazione del biogas, che collegato alla rete del gestore Enel gli consentiva lauti guadagni, ed inoltre, come si è ripetuto poc’anzi ebbe interesse a gestire attraverso il C. la vertenza instaurata dall’assessorato competente, dopo che sul fatto si erano accesi i fari dell’ARPA e di diversi altri enti.

I S. avevano il precipuo fine di ottenere i provvedimenti di AIA per tutti i numerosi progetti presentati ed in particolare per le discariche di Noto e Pachino (come si è visto esaminando la sequenza delle loro conversazioni intercettate). Inoltre non solo sapevano che il C. commetteva una serie indeterminata di scorrettezze, ma le pretendevano e per questo avevano accettato di remunerarlo con le enormi cifre che poi ad un certo punto, sbraitando e inveendo contro di lui, rimpiangevano di non avere tenuto per sé, perché, appunto, C. non aveva mantenuto la promessa. Sono stati messi in evidenza tutti i passaggi, che provano che essi si inserirono per loro scelta e senza scrupoli particolari in un sistema in cui il mercanteggiamento della funzione pubblica era normale e che non furono quindi indotti dal C. né tanto meno posti dallo stesso in uno stato di soggezione, tale da configurare una concussione o una induzione. Oltretutto pretendevano che il C. non solo decidesse in loro favore quanto di sua stretta diretta competenza e di competenza del suo direttore Arnone (che avrebbe dovuto emettere il provvedimento finale), e dunque in funzione del denaro che gli versavano, ma che nella stessa ottica il funzionario si ingerisse facendo pressioni indebite e con i metodi che si sono analizzati, in valutazioni discrezionali ed altamente tecniche dei rappresentanti di altri uffici o organismi amministrativi, partecipanti alle medesime procedure (come nel caso del Patella, il cui parere negativo secondo C. doveva essere smontato, o della Sovrintendenza di Siracusa, che “aveva dato un parere del cazzo”, dopo che il C. stesso aveva omesso di metterla al corrente della procedura), contravvenendo così ancora più palesemente ai suoi doveri d’ufficio.

Il Tribunale non può non rilevare al riguardo che i S. non hanno affrontato, né personalmente, né per il tramite dei loro difensori, il grave episodio, portato alla luce dall’architetto Frazzetto, dell’ufficio tecnico del Comune di Pachino. Molto in breve, C. nella fase più calda per le sorti della istanza di AIA dei S. per la discarica di Pachino (che aveva suscitava una rivolta popolare costringendo il sindaco a ritirare il parere positivo rilasciato) aveva telefonato al Frazzetto, gli aveva parlato di un suo parere relativo allo scarico di un piccolo locale nel contesto dell’intero progetto e gli aveva chiesto di inviarglielo però aggiungendovi l’intestazione al suo ufficio VIA VAS della Regione e successivamente, come lo stesso Frazzetto gli faceva notare, aveva omesso di avvertire e di ricevere dalla Soprintendenza di Siracura il parere (si rimanda alla intera trascrizioone della dichiarazioni testimoniali del Frazzetto e alle dichiarazioni, passate in rassegna, di tutti i testi sulle evenienze dei progetti di Noto e Pachino).

Ed invero tali rapporti risultano costellati di atti e comportamenti del C. contrari ai suoi doveri d’ufficio, posti in essere a benefico dei suoi corruttori, da essi voluti, costituendo la contropartita del denaro e delle utilità che gli versavano. In particolare si sono evidenziati i casi in cui C. manipolando le conferenze dei servizi orientava a suo piacimento le calendarizzazioni e le composizioni e la formazione delle opinioni dei partecipanti agli incontri più decisivi per le sorti degli affari dei suoi corruttori.

Quanto agli interessi economici, quelli del P. erano enormi, ove ci si soffermi soltanto ad dato fornito dal teste di Pg Evola del fatturato di oltre 31 milioni di euro conseguito dalla OIKOS nel 2011, grazie all’esercizio della attività della vecchia discarica di Tiritì. Gli interessi dell’A. erano ragguardevoli, considerato tra l’altro che l’A., negli stessi anni in cui il suo impianto aveva funzionato in assenza di un disciplinare di AIA, aveva prodotto energia elettrica, che aveva venduta al gestore della rete, ricevendo addirittura da quest’ultimo l’attestato di produzione di energia pulita (v. teste Tinnirello). Di non poco conto erano poi gli interessi dei S., che nel 2007 ottennero l’autorizzazione per l’impianto di inerti ad Agrigento tra il 2011 e il 2012 le autorizzazioni AIA per il nuovo impianto ad Agrigento e per altre due discariche , una a Siculiana e l’altra nel comune di Noto ( si rimanda al par. cit.).

In definitiva, il C., almeno a partire dalle date indicate dalla pubblica accusa, instaurò col P., con l’A. e coi fratelli L. e N. S. e con l’A., distinti accordi di corruzione che prevedevano la totale messa a disposizione permanente della sua importante attività di RUP, nell’ambito dei procedimenti di valutazione delle istanze di autorizzazione integrata ambientale in tema di discariche e di tutti gli atti conseguenti. L’A., è il caso di sottolineare ulteriormente in risposta ai rilievi delle difese, e come gli atti dimostrano fulgidamente, era interessato non solo al suo impianto di Biogas, per le cui autorizzazioni C. interveniva in qualità di rappresentante dell’ufficio VIA dell’assessorato ambiente (esprimendo “pareri tecnici” sul progetto), ma anche alle autorizzazioni ambientali AIA concernenti la discarica di Mazzarà Sant’Andrea (in cui il suo biogassificatore insisteva e da cui quindi dipendeva il suo esercizio), autorizzata con decreto AIA a seguito, si ripete, dell’istruttoria presieduta dal C..

Tali accordi con il pubblico funzionario C. furono ogni volta voluti dai privati, non solo per un generico asservimento della funzione ad eventuali ipotetici fini, ma con lo specifico e univoco obiettivo di condizionarne l’attività, in modo da piegare l’esercizio della discrezionalità amministrativa che a lui competeva, a fini illeciti, in funzione della emanazione degli atti e lo svolgimento di azioni contrari ai suoi doveri di ufficio, di cui si è dato ampiamente conto nel corso dell’intera motivazione.

Quindi le condotte infedeli da lui poste in essere distintamente col P., con l’A. e con i fratelli L. e N. S., assunsero la forma di una corruzione propria permanente, contraddistinta da un pactum sceleris iniziale e da plurime dazioni indebite, che trovano la ragione giustificatrice nel fattore unificante dell’asservimento della funzione pubblica, e che ne costituscono punti di emersione.

Pertanto, si ribadisce, rimane pienamente accertato che C. pose in essere distintamente col P., con l’A. e con L. e N. S. condotte di reato che rivestono i connotati soggettivi e oggettivi della fattispecie prevista e punita dall’art. 319 c.p.. E quindi acclarato che P., l’A. e L. e N. S., ciascuno in concorso col C., corrompendolo posero in essere le condotte descritte dall’art. 321 correlate all’art. 319 c.p..

Trattamento sanzionatorio

I fatti dimostrano con assoluta chiarezza che le condotte di corruzione poste in essere dal C., nei distinti rapporti con M. P., U. A. e con L. e N. S., costituirono null’altro che l’attuazione di un unico disegno di devianza e strumentalizzazione della funzione pubblica, al fine del suo personale arricchimento. Pertanto esse risultano unificate sotto un unico disegno criminoso, ai sensi della disciplina di cui all’art. 81 capoverso c.p..

Dei tre più grave appare il reato di corruzione commesso in concorso col P..

Nella fattispecie il regime sanzionatorio da applicarsi al funzionario e specularmente al corruttore P., ai sensi dell’art. 321 c.p., va individuato nel nuovo testo dell’art. 319 (riformato esclusivamente con riferimento alle pene), trattandosi di un’unica condotta di reato ininterrottamente protrattasi e progressivamente aggravatasi dal 2008 e fino al 27 novembre del 2013. Data questa delle ultime captazioni, ulteriormente probatorie, come più volte evidenziato, del suddetto assunto ed in particolare dei connotati di intensità e di gravità che la relazione corruttiva tra il corrotto e il corruttore manteneva. Tali intercettazioni, si ricorda ancora, furono precedute da quelle del 24 e del 25 giugno 2013, nel corso delle quali P. versava al C. prima 10.000,00 e poi altri 10.000,00 euro (v. tra le tante v. Cass. I  n. 4964 del 21/01/2010 Cc., Rv. 245365-01 : Nel caso di successione di leggi penali più severe, qualora la permanenza si protragga sotto il vigore della nuova legge, è questa soltanto che deve trovare applicazione -cfr., ex plurimis, Cass. 1^ 7 ottobre 1987, Liccardo, RV 177071; Cass. 2^ 11 aprile 1987, Calluso, RV 176619; Cass. 6^ 14 novembre 1985, Dell’Acqua, RV 172194; Cass. 1^ 11 aprile 1983, Grifo, RV 159085-; da ultimo SU 40986/2018, secondo cui: “.. la questione dell’individuazione del tempus ai fini della successione di leggi penali con riguardo ad alcune figure di reato caratterizzate (..) dal protrarsi nel tempo della stessa condotta tipica. Una protrazione della condotta suscettibile di conoscere, nel suo svolgimento, il sopravvenire di una legge penale più sfavorevole si registra nel reato permanente, rispetto al quale la giurisprudenza di legittimità individua il tempus commissi delícti, ai fini della successione di leggi penali, nella cessazione della permanenza posto che, qualora la condotta antigiuridica si protragga nel vigore della nuova legge, è quest’ultima che deve trovare applicazione -ex plurímis, Sez. 3, n. 43597 del 09/09/2015, Fiorentino, Rv. 265261; Sez. 5, n. 45860 del 10/10/2012, Abbatiello, Rv. 254458; Sez. 3, n. 13225 del 05/02/2008, Spera, Rv. 239847; Sez. 1, n. 20334 del 11/05/2006, Caffo, Rv. 234284; Sez. 1, n. 3376 del 21/02/1995, Gullo, Rv. 200697-: il protrarsi della condotta sotto la vigenza della nuova, più sfavorevole, legge penale assicura la calcolabilità delle conseguenze della condotta stessa che, come si è visto, dà corpo alla ratio garantistica del principio di irretroattività. E’ dunque la legge più sfavorevole vigente al momento della cessazione della permanenza che deve trovare applicazione, ferma restando la necessità che sotto la vigenza della legge più severa si siano realizzati tutti gli elementi del fatto-reato (e, quindi, per il sequestro di persona, ad esempio, un’apprezzabile durata della limitazione della libertà personale della vittima). Naturalmente, l’applicazione della legge più sfavorevole introdotta quando la permanenza del fatto delittuoso era già in atto presuppone, come ha rimarcato la dottrina, la colpevole violazione della nuova legge e, dunque, la possibilità – di regola assicurata dalla vacatio legis – di conoscerla e, “calcolandone” le conseguenze penali, di adeguare la condotta dell’agente.”.).

Passando alla determinazione in concreto della pena, tenuto conto dei criteri di cui all’art. 133 c.p., nei confronti del C., con riferimento ad suddetto più grave reato (capo A), appare adeguata la pena di anni sette di reclusione : la sua condotta ha assunto caratteristiche di allarmante gravità, in relazione a tutti i molteplici fattori esaminati, e tra questi pure l’ importanza e l’incidenza sociale della funzione di cui lo stesso imputato ha fatto totale mercimonio, la compenetrazione con gli interessi del suo patrono corruttore, la loro tipologia e la durata del loro rapporto. Appare altresì equo stabilire l’aumento per la continuazione in complessivi anni due di reclusione, un anno con riferimento alla condotta posta in essere con l’A. e altrettanto per quella riferita ai fratelli L. e N. S..

Nei confronti del P., per i motivi esplicitati nel corso della motivazione, tenuto conto della gravità della condotta illecita accertata , appare adeguata la pena della reclusione di anni sei.

Nei confronti dell’A., al quale risulta invece applicabile il più mite regime sanzionatorio del testo dell’art. 319 c.p. antecedente alla riforma operata dalla legge n. 190 del novembre del 2012 (indicando la contestazione la commissione del reato da novembre 2011 a febbraio 2012), appare adeguata la pena della reclusione di anni quattro. A tale determinazione il Tribunale perviene considerando le caratteristiche di non lieve momento del suo rapporto corruttivo con lo spregiudicato funzionario pubblico, desumibili in modo univoco : dal tipo e dalla ricaduta economica del concreto pericolo che egli stava correndo, quando nel novembre del 2011 faceva a lui ricorso (affinché attivasse i suoi canali, già noti pure alo stesso A., e orientasse dietro le quinte il procedimento che avrebbe potuto portare alla chiusura del suo impianto); delle ricadute in termini di salute pubblica della non regolarità ambientale del suo impianto.

Nei confronti di ciascuno dei fratelli S. appare adeguato irrogare la stessa pena di anni 4 di reclusione ciascuno. Ai fini della dosimetria della sanzione assumono rilevanza, anche rispetto ai suddetti ed alla luce di tutti i criteri direttivi di cui all’art. 133 c.p, gli interessi economici di notevole rilevanza, congiunta all’incertezza dell’esito delle loro istanze (dovuta alla discrezionalità amministrativa, tipica delle procedure per il conseguimento dei provvedimenti di concessione per l’esercizio di una discariche), che determinò la loro scelta di corrompere il funzionario infedele.

Ai sensi dell’art. 535 c.p.p. segue la condanna di tutti i predetti imputati al pagamento pro-quota delle spese del processo e ed inoltre la condanna del C. a quelle sostenute per il suo mantenimento in carcere durante la custodia cautelare sofferta nel presente procedimento.

Ai sensi degli artt. 29 e 32 c.p. le pene irrogate a C. G. e P. M. determinano la dichiarazione di interdizione in perpetuo dai pubblici uffici di interdizione legale durante la espiazione della pena, le pene irrogate ad A. U., S. L. e S. N. comportano la dichiarazione di interdizione dai pubblici uffici per la durata di anni cinque.

Inoltre, ai sensi degli artt. 32 bis e 37 c.p. alla condanna del C. segue la dichiarazione di interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per una durata pari a quella della pena principale irrogatagli, avendo egli commesso il delitto con abuso dei poteri ed in violazione dei doveri inerenti all’ufficio.

Ed ancora, ai sensi degli artt. 2, 32 quater e 32 ter c.p., ciascun imputato va dichiarato incapace di contrattare con la pubblica amministrazione, per la durata si reputa equo fissare in anni tre. Infatti le condotte di reati da ognuno commesse erano strettamente correlate ad un vantaggio relativo ad attività imprenditoriali. La durata stabilita tiene conto della rilevanza delle medesime condotte, per le ragioni esaminate.

Nei confronti del funzionario C., ai sensi dell’art. 32 quinquies c.p., va dichiarata l’estinzione del rapporto di lavoro con l’ente pubblico di cui è dipendente.

Passando alle statuizioni civilistiche, la responsabilità penale affermata nei confronti del C. e del P. M. comporta il diritto della parte civile, Comune di Motta Sant’Anastasia, costituitasi nei loro confronti,in persona del legale rappresentante pro tempore, ad essere dagli stessi risarcita del danno subito per effetto delle loro condotte. Risulta conclamato che le condotte di reato commesse dai due imputati in concorso tra loro avevano come fine di inquinare la libertà di determinazioni delle valutazioni delle autorità amministrative competenti a decidere sull’esercizio della discarica gestita dalla società del P., funzionale al servizio primario rilievo pubblico dello smaltimento dei rifiuti (rigorosamente disciplinato dalle normative del settore, attraverso la sottoposizione a procedure VIA e di AIA), che per le sue intrinseche caratteristiche operative e per le sue ricadute coinvolgeva immediatamente i diritti fondamentali della salubrità dell’ambiente e della salute dei cittadini, di cui il medesimo ente esponenziale è il tutore. Il Tribunale non ha elementi precisi che possano consentire la quantificazione del danno riconosciuto a favore dell’ente, che viene pertanto rimessa al competente giudice civile. E’ possibile invece, in accoglimento della domanda pure formulata dalla parte civile, liquidare in suo favore una provvisionale immediatamente esecutiva, che in considerazione di quanto appena osservato circa le dimensioni e la natura degli interessi lesi, che coinvolgono un’intera comunità, può essere fissata in euro 100.000,00. Per l’effetto P. e C. vanno condannati a tenere indenne la parte civile dalle spese sostenute per la sua partecipazione al giudizio, che si liquidano in complessivi euro 5.000,00, oltre rimborso spese generali, IVA e CPA se dovute e come per legge.

Le condanne riportate dagli imputati ai sensi dell’art. 322 ter c.p., comportano la confisca obbligatoria dei beni che costituiscono il prezzo o il profitto dei delitti compiuti, con le distinzioni di cui alla disciplina dettata ai commi primo e secondo della stessa norma.

Nei confronti del C., condannato per il reato di cui all’art. 319 c.p., trova applicazione il primo comma dell’enunciato art. 322 ter, e pertanto deve essere ordinata la confisca dei beni che hanno costituito il profitto o il prezzo del delitto, da intendersi come tutte le utilità economicamente valutabili, direttamente derivante dalla sua commissione.

Rileva il Tribunale che, per quanto risulta nel processo accertato, dette utilità nella fattispecie coincidono con le somme di denaro da lui ricevute da ognuno degli altri imputati, quantificabili, come si è in precedenza visto, in complessivi euro 85.000,00 quelle corrispostegli dal P. (v.in particolare paragrafo sulla documentazione contabile alberghiera e singoli paragrafi sulle dazioni di denaro oggetto di intercettazioni), in euro 100.000,00 quelle corrispostegli insieme da L. e N. S. (v. capitolo S. e C.), in euro 12.000,00 quelle consegnategli dall’A. (v. Capitolo A. S.).

Nei confronti del P., dell’A. e dei S., in relazione alla condanna ricevuta per il delitto di cui all’art. 321 c.p., opera invece il comma secondo dell’art. 322 ter c.p., che in prima istanza detta la confisca dei beni che costituiscono il profitto del medesimo illecito (non del prezzo). Nel caso in cui ciò non sia possibile, specifica la norma, o perché tali beni appartengano a persona estranea al reato o per altre ragioni, il giudice dovrà disporre la confisca di beni nella disponibilità del reo per un valore corrispondente al profitto del reato e comunque non inferiore a quello del denaro o delle altre utilità date o promesse al soggetto pubblico corrotto. In sintesi il legislatore ha imposto un limite minimo che ha individuato nell’ammontare monetario o nel valore delle altre utilità che il corruttore ha elargito al pubblico agente corrotto. E’ necessario osservare che in tal modo il legislatore, sebbene non l’abbia previsto espressamente ed in termini chiari, ha dettato la confisca del prezzo della corruzione in via sussidiaria, con riferimento ai casi in cui manchi o non sia accertato con sufficiente certezza un profitto confiscabile o questo è di valore inferiore a quello del prezzo.

Ciò posto, deve darsi atto che dalle emergenze probatorie non è dato in questa sede quantificare i profitti conseguiti per effetto della corruzione del C. dal P., dall’A. e dai S.. Ne deriva che anche nei confronti di ciascuno di loro la confisca dovrà avere ad oggetto partitamente le somme versate al C., già quantificate.

In chiusura, e sempre ai sensi della disciplina dell’art. 322 ter c.p., va disposto che qualora non sia possibile reperire le suddette somme verrà eseguita la confisca di beni di cui ciascuno dei rei abbia la disponibilità per un valore corrispondente alla somma non reperita.

Il termine di 90 giorni fissato per il deposito della motivazione è motivato dalla particolare complessità del caso, cui si aggiungono i molteplici impegni del ruolo del giudice.

Ai sensi dell’art. 6 della legge 27 marzo 2001 n. 97 viene disposta la trasmissione della presente sentenza al procuratore generale presso la Corte dei Conti della Regione Sicilia.

PQM

Visti gli articoli di legge in epigrafe, 2, 81 c.p.; 533 e 535 c.p.p.;

DICHIARA

C. G. colpevole dei reati ascrittigli, unificati per continuazione e ritenuto più grave il delitto sub A) lo condanna alla pena di anni 9 di reclusione;

P. M. colpevole del reato ascrittogli e lo condanna alla pena di anni 6 di reclusione;

S. N., S. L. e A. U. colpevoli del reato loro rispettivamente ascritto e condanna ciascuno alla pena di anni 4 di reclusione.

Visto l’art. 535 c.p.p.;

CONDANNA

tutti i predetti imputati pro-quota al pagamento delle spese del processo e C., inoltre, a quelle sostenute per il suo mantenimento in carcere durante la custodia cautelare sofferta nel presente procedimento.

Visti gli artt. 29 e 32 c.p. ;

DICHIARA

C. G. e P. M. interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante la espiazione della pena;

A. U., S. L. e S. N. interdetti dai pubblici uffici per la durata di anni cinque.

Visto l’art. 32 bis c.p.;

DICHIARA

C. G. interdetto dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per un tempo uguale alla pena principale inflitta in relazione al capo A);

Visti gli artt. 2, 32 ter e 32 quater c.p.;

DICHIARA

ciascun imputato incapace di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata di anni 3.

Visto l’art. 32 quinquies c.p.;

DICHIARA

estinto il rapporto di impiego di C. G. con l’amministrazione o l’ente pubblico o l’ente a prevalente partecipazione pubblica di cui è dipendente.

Visti gli artt. 538 e ss. c.p.p.;

CONDANNA

C. G. e P. M., in solido, al risarcimento del danno in favore della parte civile costituita Comune di Motta Sant’Anastasia in persona del legale rappresentante pro-tempore, da liquidarsi in separata sede e per l’effetto rimette le parti al competente giudice civile, nonché li condanna, in solido, al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva per legge che liquida in euro 100.000,00.

Condanna altresì i due predetti imputati a rifondere alla parte civile costituita le spese sostenute per la sua partecipazione al giudizio, che liquida in complessivi euro 5.000,00 oltre rimborso spese generali, IVA e CPA se dovute e come per legge.

Visti gli artt. 240, 322 ter c.p.;

ORDINA

la confisca, in dipendenza della condanna per i titoli di reato in epigrafe indicati, quale profitto o prezzo del reato:

di una somma di denaro nella disponibilità di C. G.:

  • fino alla concorrenza di euro 85.000,00 relativamente al capo A;

  • fino alla concorrenza di euro 100.000,00 relativamente al capo B;

  • fino alla concorrenza di euro 12.000,00 relativamente al capo C;

di una somma di denaro nella disponibilità di P. M.:

  • fino alla concorrenza di euro 85.000,00;

di una somma di denaro nella disponibilità di S. N. e S. L.:

  • sino alla concorrenza di euro 100.000,00;

di una somma di denaro nella disponibilità di A. U.:

  • sino alla concorrenza di euro 12.000,00.

DISPONE

ove non sia possibile reperire somme dell’ammontare sopra indicato, la confisca di beni di cui ciascuno dei predetti rei abbia la disponibilità per un valore corrispondente alla somma non reperita.

Visto l’art. 6 della legge 27 marzo 2001 n. 97

DISPONE

la trasmissione della presente sentenza al procuratore generale presso la Corte dei Conti della Regione Sicilia.

Visto l’art. 544, comma 3, c.p.p.

INDICA

in giorni 90 il termine per il deposito della sentenza.

Palermo 18 luglio 2019.

Il Presidente

Il Giudice estensore dottor Fabrizio La Cascia

dott.ssa Marina Petruzzella

1 Il fascicolo del proc. 9190/2013 venne formato dal Pm per effetto dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato dei nomi di P. e C. in ordine ad episodi di corruzione, oggetto della nota consegnata dalla Pg il 4 aprile 2013. Questi ultimi non erano inclusi nell’istanza di misure cautelari presentata al Gip nei confronti anche del P. e del C., nell’ambito dell’originario procedimento n.10308/11, in cui venivano invece contestati precedenti episodi di corruzione.

P. e C. venivano iscritti per la prima volta nel registro degli indagati in data 13 ottobre 2011 nell’ambito, si ripete, del procedimento n. 10308/2011 RGNR. I difensori eccependo l’inutilizzabilità delle intercettazioni svolte nei confronti dei suddetti da giugno a novembre 2013 nel proc. 9190/2013, lamentano che l’iscrizione della notizia di reato relativamente a quest’ultimo sia stata operato a ridosso della scadenza della terza proroga delle indagini nel proc. 10308/11 (pur trattandosi, sostengono, dello stesso reato) e che poi parte delle intercettazioni compiute nell’ambito del 9190/2013 siano state unite al proc. 109308/2011 in sede di 415 bis c.p.p.., e che quindi in quest’ultimo sarebbero confluite attività di indagine svolte oltre i termini per le indagini concessi. Il Pm ha ribattuto che la nuova iscrizione con apertura di un nuovo fascicolo, che riguardava oltre al P. e al C. altre persone, faceva riferimento ad un crescendo criminoso fatto di ulteriori nuovi distinti episodi di reato (la richiesta al Gip delle misure cautelari veniva formulata sulla scorta delle risultanze fino al maggio del 2012), integranti la prosecuzione di quelli oggetto della precedente iscrizione. Il Tribunale con un’ampia motivazione, alla quale ora questo Collegio fa interamente rimando, soprattutto per quanto afferisce agli elementi di rimarchevole novità nelle acquisizioni investigative oggetto della nota della Pg del 4 aprile 2013, ha ritenuto la validità della prospettazione del Pm, posto il suo obbligo di iscrivere tutte le nuove condotte di reato di cui ha notizia e l’ammissibilità della riunione successiva in un unico procedimento di atti di indagine doverosamente compiuti (tra le tante : Cass. VI 11472/2010; Cass. II n. 29143 del 22.3.2013; Cass. I n. 34637 del 22/5/2013, V 22.340 del lotto quattro 2008, SU n. 16 del 2000, V 27399; Cass. I 48.417 del 23/11/2012).

2 Il teste Fantucchio illustrava l’incipit dell’indagine avvenuto nell’ambito del procedimento n. 11574/2011 DDA, affidata alla Squadra mobile delle Questura di Agrigento. Da esso veniva stralciata una parte che dava origine al procedimento, di competenza della Procura ordinaria di Palermo sempre a carico dei S. (n. 7935/2011), nel cui ambito emergeva la figura del C. va e il suo rapporto di corruzione con i S.. Ne scaturiva lo stralcio e l’iscrizione del proc. 103008/2011 per l’ipotesi di corruzione.

3 In particolare : sul servizio di appostamento del 28.2.2012 davanti al ristorante Papoff a Palermo, riguardante C., P. e i colleghi del C. Domenico Michelon e Roberto Li Causi; sul servizio di appostamento del 28.12.2011 nei confronti dei fratelli S. mentre si recavano in casa del C.; su quello del 3 ottobre 2011, presso l’ufficio dell’ARTA del C. in via Ugo La Malfa, dove quel giorno si recavano S. L. e N..

4 In particolare : sugli scambi telefonici del 15 e del 16 giugno 2012 tra C. e U. Arcidiacono, segretario del P. e sull’arrivo del C., monitorato con sistema GPS, dietro il cancello degli uffici di Motta Sant’Anastasia; sul bonifico bancario del 3 aprile 2012 di euro 12.000,00 disposto dal C. –dal conto corrente, intestato a lui e alla moglie, n. 3489797- a favore della Auto Arona dell’A., dopo la conversazione del 29.2.2012 in cui questi gli aveva consegnato 12.000 euro in banconote; sull’incontro del 29.3.2012 tra C. e P., giunto a Palermo -monitorato con sistema GPS- e recatosi col C. in via Catania da Pick up, negozio di hif, e sul denaro contato e riposto poi nel bauletto dell’auto del C.).

5 In particolare : sui fax, acquisiti durante il sopralluogo negli uffici della OIKOS del 24 maggio 2012, inviati dagli uffici del P. il 5 aprile 2012, e non rinvenuti nell’ufficio del C.; sui fax del 23 e 27 aprile 2012, protocollati dal C. il 3 maggio 2012, relativi agli episodi di fermo impianto della discarica della OIKOS.

6 C. venne rimosso da quel Servizio il 24 dicembre del 2013 e (come da lui stesso riferito nella memoria di suo pugno datata 7 luglio 2016) trasferito al Servizio 4 parchi e riserve, dopo che in un primo momento aveva opposto resistenza al suo trasferimento e aveva poi chiesto di essere assegnato all’Assessorato all’energia Dipartimento energia presso il servizio diretto dall’ingegnere Tinnirello, con il quale aveva lavorato 15 anni, al quale aveva chiesto il preventivo gradimento e dal quale aveva ricevuto il preventivo asssesnso (v. testi Maria Lo Bello e Vito Mazzara e memoria del C. cit.).

7

 Va precisato che nella stessa area di proprietà della OIKOS oltre alle discariche di rifiuti vengono gestite cave (v. sulla descrizione del sito anche dichiarazioni del teste Evola) e che nella conversazione intercettata del 24 giugno 2013 -progr.n. 676/decr.1099/2013-, durante la quale P. dà a C. 10.000,00 euro in contanti, in esordio Cannova riferisce a Proto di avergli portato i fascicoli che riguardano pratiche sulle cave che lo riguardavano, raccontandogli di aver fatto compiere l’istruttoria ad un impiegato, tale Maugeri, con cui aveva avuto sempre un ottimo rapporto, che era stato rimosso dall’incarico relativo alle Valutazioni di Impatto Ambientale (“lavorava alla VIA come co.co.co. .che è stato trombato”) e che lui stesso (C.) era riuscito a fare assegnare all’istruttoria delle cave e che lo stava addestrando essendo un ragazzo sveglio.

8 V. la vicenda riferita dalla teste Lo Bello, che fu determinante nel dicembre 2013 per imporre il trasferimento del C. ad un altro servizio, relativa all’approvazione di un decreto AIA di una discarica pubblica a Gela.

9 Le intercettazioni in particolare rivelano il rapporto di diffidenza reciproca tra il C. e il suo capo settore Zuccarello, che detesta, appellandolo “quello stronzo”, mentre briga col P., nei loro lunghi dialoghi . Si arguisce dai contenuti dei loro discorsi che C. consideri Zuccarello uno con cui non ha intesa, “un orso”, un rivale suo e del P., che a suo giudizio non manca occasione per andargli contro. E’ eclatante tra gli altri l’episodio raccontato dal C. al P. e poi al suo collega Domenico Michelon in cui Zuccarello, nascondendo a lui la cosa aveva fatto firmare al direttore del loro dipartimento Giovanni Arnone una nota con cui chiedeva l’annullamento del decreto AIA del 2009 per la discarica della OIKOS del P.. C. stesso una volta saputolo aveva convinto Arnone di aver commesso un grave errore (aveva firmato “senza avere capito un cazzo”) posto che, gli spiegava, era stato il loro dipartimento ad avere emesso quel decreto di cui stava chiedendo l’annullamento e che col dipartimento all’energia loro come ufficio avrebbero quindi fatto una figuraccia (“quelli ci fanno un pirito”.. “siamo noi i soggetti inquisiti”).

Eccellenti erano invece i rapporti del C. col suo ex capo servizio ing. Sansone che, come riferito dal C. stesso, dopo il suo pensionamento lo avrebbe voluto con se nel suo studio privato come collaboratore.

10 Tale dato, insieme a tutta la descrizione della distribuzione degli impianti nel sito, è contenuto nella relazione che la OIKOS presentò nel 2010 all’ufficio VIA VAS dall’ARTA per l’aggiornamento del progetto dell’impianto di pretrattamento al servizio della discarica di Tiritì, dopo che già nel 2008 aveva ottenuto l’AIA proprio per l’esercizio di quell’impianto (v. prod. doc. del Pm ud. 14 dicembre 2015).

11 Questi dati si apprendono dalle dichiarazioni del teste Evola e dalla relazione redatta a favore della OIKOS nel 2014 dall’ing. prof. Federico Vagliasindi e di cui alla produzione della difesa.

12 Tali scansioni temporali si ricavano dalle note di risposta della OIKOS avverso il provvedimento di ingiunzione della chiusura e bonifica della discarica di Tiritì per gravi motivi di igiene pubblica e di diniego del rinnovo dell’AIA del 2009 della discarica di Valanghe, che nel marzo 2014 venne emesso dal Dipartimento Acque e rifiuti dell’Assessorato regionale all’Energia -tra i doc. della prod. della difesa P. ammessa all’udeinza del 30 maggio 2019- e tra l’altro ad esempio dal documento di collaudo del 20 dicembre 2012, relativo al sistema di monitoraggio del controllo della geomembrana del fondo vasca della discarica, che indica nel 30 novembre 2012 la data di comunicazione della fine dei lavori, e dal contratto del 6 maggio 2013 tra la OIKOS e la società Sicula Trasporti, per il trasferimento della frazione biologica dei rifiuti dalla discarca di Valanghe all’impianto della Sicula Trasporti e la restituzione, dopo il trattamento di biostabilizzazione, alla discarica di Valanghe, tra gli allegati alla produzione, alla medesima udienza, nel blocco di documenti relativo alla vicenda dell’AIA per l’ampliamento della discarica in contrada Valanghe d’Inverno.

13 Pure su tali ultimi dati sono ricavabili dalla relazione tecnica della OIKOS, datata “marzo 2010” intitolata AUTORIZZZAZIONE Integrata Ambientale IMPIANTO di Pretrattamento /Selezione di rifiuti non pericolosi DRS n. 661 del 10 luglio 2008, Fase di Progettazione Esecutiva Relazione Tecnica Descrittiva Interventi di Adeguamento e Aggiornamento del Progetto. Progetto del marzo 2010 che veniva presentato dalla OIKOS per l’“aggiornamento” della suddetta AIA concessa nel luglio del 2008, sempre a firma dell’ing. Sansone dirigente del Sevizio 2 VIA VAS (che, si ribadisce, definiva il medesimo decreto come non definitivo).

14 C., molto sensibile al denaro, discutendo col figlio Paolo e la moglie, Valeria P., ben lieta degli omaggi che il marito riceveva dal P. (con noi si è sempre comportato bene), illustra i cospicui guadagni mensili che la discarica assicura al P. e il rapporto disinvolto di costui col denaro (“lui se ne fotte dei soldi!”), riferito pure ai doni con cui questi gratificava il C. stesso e tutta la famiglia.

15 Il teste Evola ha riferito che il C. d’abitudine durante l’orario d’ufficio si allontanava per recarsi ad incontri con prostitute, e di avere accertato che in occasione della fiera Eco Mondo di Rimini dal 9 all’11 novembre 2011, quando P. pagò al C. l’aereo di andata e ritorno, il noleggio dell’autovettura e il Grand Hotel, per euro 486,00, 149,00 e 717,00, i due occuparono

due suite contigue alle quali ebbero accesso delle donne, come da accertamenti documentati presso l’albergo. C. nella sua memoria dichiara che la sua stanza era lontana da quella del P. ed esclude categoricamente di avere incontrato “ragazze”.

16 Il PRG prevedeva una destinazione a discarica di soli inerti, rifiuti con ben altre caratteristiche rispetto agli RSU ed ai rifiuti non pericolosi, secondo la nomencaltura del dlg 36/2003. Gli RSU ricevono codici CER ben più alti di quellli per soli inerti. V. la pag. 33esima della copia cartacea informe della sentenza del TAR prodotta dalla difesa del P., priva di numerazione e la parte finale prima del PQM e le pagine precedenti, che riportano anche il testo del certificato di conformità urbanistica con i dati rispettosi del PRG.

17 Un impianto di biogas è tra quelli che per loro natura il legislatore, nel sottoporli a procedura di AIA, considera a rischio di inquinamento. Lo specifico dell’AIA rispetto alla VAS è proprio la verifica della rispondenza del progetto a criteri che ne smorzino fino a limiti accettabili la capacità inquinante e la funzione del decreto autorizzativo è soprattutto quella di dettare al gestore la disciplina del suo esercizio con obblighi e prescrizioni relative (si rimanda alle conversazioni intercettate tra C. Tinnirello e A., che afferiscono proprio a tali profili, di cui oltre).

18 La discarca di Mazzarà Sant’Andrea era gestita dalla Tirreno Ambiente, di cui era dal 2008 amministratore Giuseppino Innocenti persona che aveva negli anni ’90 lavorato in una delle società di Antonioli e fino al 2005 aveva fatto parte del consiglio di amministrazione della stessa OSMOS, di cui era amministratore delegato Antonioli; v. verbale delle ichiarazioni di Antonioli in sede di interrogatorio di garanzia, davanti al Gip di Novara, il 21 luglio 2014, nel corso del quale ha sciorinato l’elenco delle società di cui faceva parte.

19 V. Sulle articolazione delle indagini e la formazione degli atti del fascicolo del Pm nel presente procediemnto testi Gaetano Fantucchio, della Squadra mobile della Questura di Agrigento e Paolino Evola, della Squadra mobile della Questura di Palermo, e memoria del 5.2.2015 degli avv.ti Ziccone e Bertorotta sulla richiesta del Pm di trascrizione dei decreti 1090 e 1099 del 2013 -nell’ambito del proc. 9190 2013 RGNR-, con cui i difensori eccepivano la loro inutilizzazbilità, ed inoltre memoria di replica del Pm con atti allegati al fine.

20 La Sicedil si occupava dello smaltimento di rifiuti.

21

 La Soambinte si occupa del trattamento, trasporto e smaltimento di rifiuti, di varie tipologie.

22 Il teste Evola all’ud. del 24 settembre 2015 ha rievocato i contenuti dei verbali dei consigli comunali di Pachino, che ritenevano pericolosa quella discarica adducendo il rischio che i Sodano vi avrebbe lavorato terra e rocce da scavo provenienti da siti inquinanti. Per lo stesso motivo la Asl e la Provincia di Siracusa diedero parere contrario al progetto della discarica di Pachino (v. tra gli altri testi Solegreco, Genovese).

23 L’avv.to Quattrocchi ha ricordato al riguardo che i Sodano chiedevano per Siculiana, Contrada Fontana grande, l’AIA per rifiuti speciali e che un avvocato palermitano, Daniele Piazza, proprietario di un terreno vicino si oppose, osservando che quel tipo di discarica non fosse compatibile col la destinazione data all’area dal PRG, che prevede solo discarica per inerti e quindi poi il Comune non diede il parere alla variante per inerti (Avv. Quattrocchi : “..poi è stata autorizzata ma solo per gli inerti… Cannova non ha fatto nulla”).

24 Si vedrà che C. e P. nel 2012 ne discutevano di continuo, menzionando il direttore del dipartimento Vincenzo Emanuele.

25 Tale situazione venne alla luce solo dopo che il Dipartimento Acque e rifiuti dell’Assessorato regionale all’Energia nel marzo 2014 contestò alla OIKOS di aver continuato ad esercitare l’attività di discarica nell’impianto di Tiritì ad AIA scaduta e quando in funzione difensiva fu la OIKOS a replicare di avere provveduto per tempo a presentare l’istanza di rinnovo dell’AIA e di avere inoltre prima della scadenza del termine di validità avvertito l’ufficio competente che avrebbe continuato ad usare la discarca oltre la scadenza.

26

 Il decreto nelle premesse faceva riferimento all’istanza della OIKOS e agli elaborati progettuali annessi, tra cui lo Studio di Impatto Ambientale, SIA (v. n. 23 elenco allegati, a pag. 3 del decreto stesso; v. dlg 152/2006), le sei sedute di conferenze di servizi istruttorie e decisoria che vi erano state, ai sensi art. 5 comma 10 del dlg cit., la circostanza che il Servizio 2 dell’ARTA avesse rilasciato giudizio di compatibilità ambientale positivo con prescrizioni con DRS n. 375 del 29.4.2008, per l’impianto in parola -che andava a fare parte integrante dello stesso Decreto-. Dichiarava che il progetto in esame fosse funzionale alla gestione delle cariche di rifiuti urbani non pericolosi di proprietà della OIKOS SPA autorizzata con decreto 562 del 27 giugno 2007, di contrada Tiritì, la sua compatibilità urbanistica e, di seguito, che “tale discarica conformemente a quanto previsto dall’ Ordinanza Commissariale del 28 dicembre 2006 pubblicata sulla GURS. n. 9 del 23.2.2007 “Adeguamento del programma regionale per la riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili da collocare in discarica alle osservazioni del Ministero dell’ambiente e al decreto legislativo 152 2006 non potrà accettare di rifiuti non trattati dal 01/1/2009.

Dichiarava ancora : la conformità urbanistica del progetto (ricadendo il lotto in zona destinata dal PRG a discarica comunale RSU); che i criteri progettuali e gestionali, una volta adeguati ed integrati secondo le prescrizioni di seguito elencate saranno idonei a perseguire l’attività di selezione e di pretrattamento dei rifiuti solidi urbani, garantendo la tutela dell’ambiente coerentemente con quanto previsto dal decreto MATTM 29.1.2007 “Emanazione linee guida per l’individuazione delle migliori tecniche disponibili in materia di ….. gestione rifiuti cap. 5 gestione rifiuti Linnee guida per individuazione e utilizzazione delle migliori tecniche disponibili per gli impianti di selezione, produzione di CDR e trattamento apparecchiature elettriche dismesse”; che l’area non era soggetta a vincoli di alcun genere e ricadeva all’interno della arera industriale della discarica di Motta Sant’Anastasia e che quindi non riscontra sottrazione di risorse al suolo, per la realizzazione dell’impianto in progetto; che tale impianto da un lato consentiva di ridurre il conferimento in discarica di rifiuti urbani biodegradabili dall’altro prevedeva il recupero delle frazioni plastiche e metalliche presenti negli RSU; che l’approvazione dei progetti presi in esame e delle attività legate alla domanda di AIA comportava la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità di tali lavori, ai sensi dell’art. 1 comma 4 del dlg 59/05 dell’art. 208 comma 6 del dlg 152/2006;

LO stesso provvedimento DECRETAVA, tra i suoi 17 articoli tra l’altro : di autorizzare il trattamento di una quantità massima totale di rifiuti di 800 tonnellate al giorno (art.5); la validità di cinque anni della stessa Autorizzazione, e che ai fini del rinnovo il gestore avrebbe dovuto presentare apposita domanda almeno sei mesi prima della scadenza (art.6); che il provvedimento definitivo veniva subordinato alle risultanze della visita di collaudo (art. 9) e che gli enti preposti avrebbero esaminato le risultanze della suddetta visita e avrebbero potuto se necessario modificare le condizioni e prescrizioni autorizzative; (art. 10) che l’AIA veniva subordinata al rispetto delle condizioni di tutte le prescrizioni impartita dalle competenti autorità intervenute in sede di conferenza dei servizi indicate e nei pareri sopra riportati, che in particolare alla data di notifica del provvedimento dovranno essere osservate le prescrizioni relative all’applicazione delle migliori tecniche disponibili, dettate dai rappresentanti degli enti preposti (seguivano sotto lo stesso art. 10 un elenco di prescrizioni, relative alle fasi di cantiere, esercizio, alle emissioni in atmosfera -tra queste “che in caso di superamento di valori limite a seguito di malfunzionamenti o avarie il gestore deve avvisare immediatamente il Servizio 3 D e gli organi di controllo -Provincia Regionale e ARPA provinciale-, precisando le ragioni e gli interventi occorrenti per la soluzioni e i tempi-), ed inoltre le prescrizioni relative alla dismissione dell’impianto, al Piano di Sorveglianza e Controllo (PSC) relativo alle acque meteoriche e di processo, al rumore; la raccomandazione al gestore (“ il gestore avrà cura”) di trasmettere “a questo Assessorato Servizio 2 copia del progetto esecutivo aggiornato secondo le prescrizioni sopra indicate, affinché possa essere messo a disposizione del pubblico” (art. 14); la previsione di una visita ispettiva di “questo Assessorato, nella qualità di autorità competente per l’AIA” , congiuntamente con gli enti che hanno rilasciato in merito i lavori in oggetto, successivamente alla comunicazione di inizio dell’attività di produzione dell’impianto, al fine di verificare l’attuazione delle prescrizioni in fase di realizzazione dei lavori (art. 15).

27 cui venivano allegati : rapporto ambientale, progetto di gestione piano finanziario, studio di impatto ambientale, relazione tecnica, sintesi non tecnica, copia dell’annuncio della richiesta sul quotidiano la Sicilia il 2.3.2007 e attestazione dei depositi alla Provincia di Catania e al Comune di Motta; il 23. 3.2007 la Provincia dava parere favorevole.

28 Latteo, esaminato come teste della difesa dei fratelli Sodano, ha spontaneamente dichiarato di essere indagato insieme al C. in altro processo.

29 Dalle conversazioni del 13 marzo 2012 si ricava che tale promemoria era destinato al direttore del C. Arnone in funzione della difesa della causa dell’ampliamento della discarica in vista della partecipazione alla famosa riunione del 13 marzo 2012, vertente sull’istanza di annullamento dell’AIA relativa (alla quale poi partecipò, su delega di Arnone, lo stesso C.), su cui ci si è già soffermati e di cui all’intercettazione che verrà riportata nel paragrafo sulle intercettazioni.

30 Si veda anche documento prodotto dal Pm all’ud. del 21.5.2015, offerto in copia informe dal teste Sudano, e numerose volte citato dallo stesso durante la sua deposizione, rispondendo alle domande sulla e mail intercettata, in parola.

31 Il Bioreattore, come risulta pacifico, non è stato mai realizzato, e ciò è stato anche ricordato dai testi Zuccarello e Arnone.

32 La società, contestalmente produceva il certificato antimafia rilasciato in data 12 marzo 2010, il certificati dei carichi pendenti del casellario giudiziale dei soci Pappalardo Nuzia, P. Salvatore, Rosa, Domenico, Orazio e Giuseppa e certificato dei carichi pendenti delle direttore tecnico dell’impianto U. Lo Cicero.

33 L’elenco delle irregolarità rilevate nel provvedimenti di diniego si ricavano indirettamente ad esempio dalla sentenza del TAR del 2015, in cui sono enunciati i rilievi dell’assessorato e di altre parti resistenti.

34 Di questa puzza parla anche il P. discutendo col C., mentre sono intercettati, dà conto sostenendo che però non provengono dalla sua discarica e i veri problemi alla salute vengono dai fuochi appiccati ai rifiuti dalla camorra in Campania.

35 Il responsabile del piano di sorveglianza e controllo della discarica (di cui al dlg 36/2003) risponde della gestione e del controllo del funzionamento delle misure antinquinamento dell’impianto, riguardanti ad esempio i piezometri, pozzetti spia del percolato, le modalità di abbancamento dei rifiuti.

36 Nel verbale di tale conferenza, pure acquisito dalla Pg, veniva esattamente scritto : “Prende la parola l’architetto C. in rappresentanza dell’assessorato regionale territorio e ambiente servizio II, che consegna in conferenza di servizi il DDS n. 200 del 2 marzo 2007, debitamente conformizzato e si riserva di trasmettere all’assessorato Industria gli atti propedeutici al rilascio dello stesso, acquisite dalle amministrazioni coinvolte nel procedimento istruttorio, nonché i verbali di conferenza .

Il teste Evola ha riferito che dall’esame delle pratiche risultò che spesso il C. rinviava di inviare documenti mancanti.

37 Le motivazioni dei due decreti di sequestro preventivo dell’impianto della OSMOS del Gip di Barcellona Pozzo di Gotto, cui si fa riferimento, del 16 aprile e dell’11 gennaio 2013, risultano di particolare interesse anche circa i profili delle violazioni ambientali.

Così come sono d’interesse le sette relazioni dell’amministratore giudiziario, prof. ing. U. Cannistraro, e in particolare l’ultima riassuntiva, del 26 giugno 2013 e quella del 21 gennaio 2013, dove, a pag. 19, l’amministratore relaziona di avere appreso da alcuni funzionari presenti alla conferenza dei servizi del 25 febbraio 2013, tenutasi con la sua partecipazione, che alcuni “Enti” si erano pronunciati sulla istanza di AIA avanzata dalla OSMOS “confermando il Nulla Osta rilasciato in occasione del rilascio della AIA, relativo alla discarica di Mazzarà Sant’Andrea, in cui ricade l’impianto di biogas della ditta OSMOS, e per la quale è stata prescritta, in una precedenza conferenza dei servizio, la sua realizzazione

38 v. testi Gaetano Fantucchio, della Squadra mobile della Questura di Agrigento e Paolino Evola, della Squadra mobile della Questura di Palermo. La Procura di Palermo delegò le indagini alla quinta sezione della squadra mobile di Palermo, che iniziò la propria attività di intercettazione a carico del C. e degli altri soggetti il 3 di ottobre del 2011. Furono iniziate poi ulteriori attività tecniche sempre a carico del C. all’interno del suo ufficio, dopo un mese, e della sua autovettura, nel febbraio del 2012. La prima fase delle intercettazioni durò fino a giugno 2012. Successivamente vi fu un’altra fase, agganciata ad un altro procedimento, il n. 9190/13, le cui indagini furono espletate congiuntamente con i carabinieri del Noe di Palermo, da maggio 2013 fino a febbraio 2014.

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40 La Sicedil si occupava dello smaltimento di rifiuti, e i difensori hanno allagato che attualmente opera solo per la gestione post mortem della vecchia discarica.

41

 La Soambinte si occupa del trattamento, trasporto e smaltimento di rifiuti, di varie tipologie.

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 L’avv.to Quattrocchi ha ricordato al riguardo che i Sodano chiedevano per Siculiana, Contrada Fontana grande, l’AIA per rifiuti speciali che un avvocato palermitano, Daniele Piazza, proprietario di un terreno la vicino si oppose, osservando che quel tipo di discarica non fosse compatibile col la destinazione data all’area dal PRG, che prevede solo discarica per inerti e quindi poi il Comune non diede il parere alla variante per inerti, p. 8 Avv. Quattrocchi : “..poi è stata autorizzata ma solo per gli inerti .. C. non ha fatto nulla” (per fargliela ottenere per i rifiuti non pericolosi).

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