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CONSIGLIO
DI STATO Sez. V, 12/04/2007 (C.c. 21.03.2006), Sentenza n. 1701
AREE DEMANIALI - Sdemanializzazione tacita - Presupposti - Comportamenti univoci e concludenti.
La sdemanializzazione tacita deve risultare da comportamenti univoci e
concludenti da cui emerga con certezza la rinuncia alla funzione pubblica del
bene. Pres. Riccio, Est. Lodi - B. M.. (avv. Monti, Razeto, Grappi e Paoletto)
c. C. M. altri (avv. Deluigi, Saguato e Di Gioia) e Comune di Terzo (n.c.)
(Conferma TAR Emilia Romagna n. 42/1996). CONSIGLIO DI STATO, Sez. V 12
aprile 2007 - (C.c. 21 marzo 2006), n. 1701
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REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
N.1701/2007
Reg.Dec.
N. 3720
Reg.Ric.
ANNO
1997
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, Sezione Quinta ANNO 1997
ha pronunciato la seguente
DECISIONE
Sul ricorso n. 3270/1997 proposto dall’ing. Lorenzo BIANCHINI e dal sig. Bruno
BERTONI rappresentati e difesi dall’avv. Giannetto Casavola e dall’avv.
Guglielmo della Fontana ed elettivamente domiciliati in Roma, presso lo studio
del primo via A. De Pretis, n. 46,
CONTRO
Il Comune di MODENA costituitosi in giudizio, rappresentato e difeso dagli
avv.ti Matilde Calmieri, Vincenzo Villani e Adriano Giuffrè elettivamente
domiciliato in Roma, presso lo studio di quest’ultimo via Collina, n. 36;
per la riforma
della sentenza del TAR Emilia Romagna Sez. II n. 42/96.
Visto il ricorso e la relativa documentazione;
Visto l’atto di costituzione in giudizio del Comune di Modena;
Visti gli atti tutti della causa,
Uditi, alla pubblica udienza del 21.3.2006 relatore il Consigliere Adolfo Metro,
udito, altresì l’avv. Giuffrè;
Ritenuto e considerato in fatto ed in diritto quanto segue:
FATTO
Con riferimento all’impugnativa di un provvedimento con il quale era stato
ordinato ai ricorrenti di rimuovere ogni materiale da zone adiacenti alla loro
proprietà, il giudice di primo grado dichiarò la demanialità sia della piazzetta
Hannover sia del vicolo retrostante situati nel Comune di Modena.
Con l’appello in esame viene impugnato il solo capo della sentenza concernente
la condizione giuridica dell’area retrostante (vicolo Hannover).
In particolare, gli appellanti, pur sostenendo la demanialità dell’intero
vicolo, restringono, poi, il tema della controversia ad una parte limitata di
tale zona, consistente in una costruzione posta su area che si assume destinata
ad uso esclusivo.
A fondamento della pretesa richiamano il provvedimento con cui il comune di
Modena, nel 1856, permise l’installazione di un cancello di chiusura, la non
contestazione del comune in occasione dell’accatastamento dell’area che risulta
incompatibile con la sua natura pubblica e il rilascio, da parte del sindaco,
nel 1956 di una licenza edilizia relativa alla costruzione di cui sopra.
Il comune, costituitosi in giudizio, ha controdedotto ai suesposti motivi di
appello.
DIRITTO
L’appello è infondato.
La sentenza di primo grado ha correttamente rilevato, che la sdemanializzazione
tacita deve risultare da comportamenti univoci e concludenti da cui emerga con
certezza la rinuncia alla funzione pubblica del bene e che tali elementi non
sono rinvenibili nella fattispecie.
In particolare, l’apposizione del cancello, fatta per motivi di moralità, non
può essere intesa come dismissione della demanialità dell’area retrostante,
atteso che copia della chiave, ancora in possesso del comune, fu data alla
“Magistratura delle vettovaglie”, preordinata alla salubrità urbana e incaricata
della sorveglianza del vicolo; inoltre, da un atto di compravendita del 1924
risulta un uso precario di tale vicolo, analogo ad una sorta di concessione
amministrativa.
Ugualmente, non può darsi valore decisivo all’accatastamento di tale area, in
considerazione del fatto che appare ammissibile un probabile errore,
giustificato dalla chiusura del cancello; in ogni caso, non risulta che la
procedura di accatastamento sia stata notificata al comune o che questi ne abbia
avuto conoscenza.
Con riferimento alla costruzione insistente sul tale terreno, risulta
rilasciata, nel 1956, una autorizzazione per una tettoia e per un piccolo
ampliamento della retrostante officina, destinata al lavaggio delle moto.
Peraltro, nel 1991, fu richiesto, in relazione a lavori effettuati nel cortile,
di poter installare, in precario, una rete a protezione di un’area
corrispondente alla tettoia esistente, senza che fosse evidenziata, nei disegni,
l’esistenza, al di sotto di tale tettoia, di alcuna stabile costruzione.
Deve quindi presumersi che la costruzione, all’epoca, fosse stata demolita.
Inoltre, la recinzione con rete fu autorizzata fino alla data del 18 aprile
1994, per cui è venuto meno, da quella data, l’uso esclusivo dell’area
sottostante alla tettoia che, oltretutto, non risulta evidenziato in nessun
documento.
In relazione a quanto esposto, i motivi di appello devono ritenersi infondati e
va, pertanto, confermato il carattere demaniale del vicolo Hannover.
Sussistono giusti motivi, per compensare, tra le parti, le spese del giudizio.
P.Q.M.
Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, sezione V, definitivamente
pronunciando sull’appello indicato in epigrafe, lo respinge e, per l’effetto,
conferma la sentenza di primo grado; compensa, tra le parti, le spese del
giudizio.
Ordina che la presente decisione sia eseguita dall’autorità amministrativa.
Così deciso, in Roma, il 21 marzo 2006, dal Consiglio di Stato in sede di
giurisdizionale, sezione quinta, in camera di consiglio, con l’intervento dei
seguenti magistrati:
Presidente
f.to RAFFAELE IANNOTTA
Consigliere
Segretario
f.to ADOLFO
METRO
f.to FRANCESCO CUTRUPI
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
il 12/04/2007
(Art. 55, L.27/4/1982, n.186)
Il Dirigente
f.to ANTONIO NATALE
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