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TAR SICILIA, Palermo, Sez. I, 18 luglio 2007, sentenza n. 1824
INQUINAMENTO ATMOSFERICO - Emissioni - Procedimento autorizzatorio - Art.
269, c. 3 D.Lgs. n. 152/2006 - Meccanismo devolutivo in caso di inerzia
dell’autorità competente - Formazione del silenzio - Preventiva attivazione
della procedura di competenza ministeriale - Necessità. In materia di
autorizzazione alle emissioni in atmosfera, il terzo comma dell’art. 269 del D.
Lgs n. 152/2006 prevede un meccanismo devolutivo, per cui in caso di
inadempimento dell’autorità competente oltre il termine di 120 o di 150 (nel
caso in cui sia stata richiesta integrazione documentale) giorni, il gestore
deve attivare l’ulteriore procedura di competenza del Ministro dell’ambiente
(notificando la richiesta anche all’autorità competente), il quale dovrà
provvedere nel termine di novanta giorni. Ne deriva che potrà farsi ricorso al
rimedio giurisdizionale del silenzio di cui all’articolo 2, comma 5° della legge
n. 241/1990 solo in caso di perdurante inerzia. Pres. Giallombardo, Est. Barone
- C.C. (avv. Rotigliano) c. Assessorato Regionale Territorio e Ambiente (Avv.
Stato) e altro (n.c.) - T.A.R. SICILIA, Palermo, Sez. I - 18 luglio 2007, n.
1824
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL
TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLA SICILIA
Sezione Prima
N. 1824/07 Reg. Sent.
N. 950 Reg. Gen.
ANNO 2007
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso R.G. n. 950/2007 proposto da: CATANZARO COSTRUZIONI, con sede di
Favara (AG) in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e
difeso, per mandato a margine del ricorso, dall’Avvocato Riccardo Rotigliano,
presso il cui studio in Palermo, via Rodi n. 1 è elettivamente domiciliato;
contro
- l’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente, in persona dell’Assessore pro
tempore, rappresentato e difeso dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di
Palermo, domiciliataria;
- la Provincia Regionale di Agrigento, in persona del Presidente pro tempore,
non costituito in giudizio,
per l'annullamento
del silenzio rifiuto formatosi sugli atti di diffida n. 465 del 30/06/2006 e
n. 571 del 07/08/2006, finalizzati al rilascio dell’autorizzazione alle
emissioni in atmosfera ai sensi dell’art. 269 del D.Lgs n. 152/2006.
Visto il ricorso, con i relativi allegati;
Visti gli atti tutti della causa;
Designato relatore, alla adunanza camerale del 19 giugno 2007, il Referendario
Agnese Anna Barone;
Uditi l’Avvocato R. Rotigliano per il ricorrente e l’Avvocato dello Stato R. Di
Maggio;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue:
FATTO
La società ricorrente è titolare di un impianto per il trattamento ed il
recupero dei rifiuti, autorizzato alle emissioni in atmosfera con D.R.S. n.
1275/2003; con le note indicate in epigrafe ha richiesto all’Assessorato
Regionale Territorio ed Ambiente il rilascio dell’autorizzazione per l’impianto
di ulteriori dispositivi di emissioni in atmosfera. Poiché l’Amministrazione
intimata non ha dato riscontro alle predette istanze, parte ricorrente ha adito
questo T.A.R., chiedendo la declaratoria di illegittimità del silenzio rifiuto e
la conseguente declaratoria dell’obbligo di provvedere sulla sua richiesta.
In particolare, la difesa del ricorrente sostiene che - sebbene
l’amministrazione intimata abbia formalmente indetto la conferenza di servizi
prevista dall’articolo 269 del D.Lgs. n. 152/2006 (presso la quale i
rappresentati della Provincia regionale hanno abbandonato la conferenza, senza
esprimere alcun parere) - in concreto essa è rimasta sostanzialmente inerte,
atteso che in mancanza di un “motivato dissenso espresso” di cui all’articolo
14ter, della legge n. 241/1991, avrebbe comunque dovuto concludere il
procedimento autorizzatorio nel termine previsto dall’articolo 269 del D.Lgs n.
152/2006.
L’Assessorato regionale si è costituito in giudizio, senza spiegare difese
scritte.
All’adunanza camerale del 19 giugno 2007 il ricorso è stato posto in decisione.
DIRITTO
Il ricorso è inammissibile.
Presupposto per l'attivazione del rimedio giurisdizionale di cui all'articolo
21-bis della legge 6 dicembre 1971 n. 1034 è che l'Amministrazione abbia omesso
di adottare un provvedimento esplicito sull'istanza presentata da un soggetto
per la tutela di un proprio interesse, nel termine specifico previsto dalla
normativa di settore, o in mancanza nel termine generale previsto dall’articolo
2 della legge n. 241/1990.
Nel caso in esame il procedimento di rilascio dell’autorizzazione alle emissioni
in atmosfera è disciplinato dal 3° comma dell’articolo 269 del D. Lgs n.
152/2006 il quale dispone: “Ai fini del rilascio dell’autorizzazione, l’autorità
competente indice, entro trenta giorni dalla ricezione della richiesta, una
conferenza di servizi ai sensi degli articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto
1990 n. 241, nel corso della quale si procede anche, in via istruttoria, ad un
contestuale esame degli interessi coinvolti in altri procedimenti amministrativi
e, in particolare, nei procedimenti svolti dal comune ai sensi del decreto del
Presidente della Repubblica 6 giungo 2001, n. 380 e del regio decreto 27 luglio
1934, n. 1265. Eventuali integrazioni della domanda devono essere trasmesse
all’autorità competente entro trenta giorni dalla richiesta; se l’autorità
competente non si pronuncia in un termine pari a centoventi giorni o, in caso di
integrazione della domanda di autorizzazione, pari a centocinquanta giorni dalla
ricezione della domanda stessa, il gestore può, entro i successivi sessanta
giorni, richiedere al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio di
provvedere, notificando tale richiesta anche all’autorità competente. Il
Ministro si esprime sulla richiesta, di concerto con i Ministri della salute e
delle attività produttive, sentito il comune interessato, entro novanta giorni
o, nei casi previsti dall’articolo 281, comma 1, entro centocinquanta giorni
dalla ricezione della stessa; decorso tale termine, si applica l’articolo 2,
comma 5 della legge 7 agosto 1990, n. 241”. La norma, prevede, quindi, un
meccanismo devolutivo, per cui in caso di inadempimento dell’autorità competente
oltre il termine di 120 o di 150 (nel caso in cui sia stata richiesta
integrazione documentale) il gestore deve attivare l’ulteriore procedura di
competenza del Ministro dell’ambiente il quale dovrà provvedere nel termine di
novanta giorni; in caso di perdurante inerzia si potrà fare ricorso al
meccanismo del silenzio di cui all’articolo 2, comma 5° della legge n. 241/1990.
Tuttavia, dalla documentazione depositata agli atti di causa, non risulta che
parte ricorrente abbia richiesto il rilascio del titolo autorizzatorio al
Ministero dell’ambiente, e che abbia notificato tale richiesta anche
all’amministrazione resistente. La domanda della ricorrente è, pertanto,
inammissibile essendo diretta ad ottenere l’annullamento del silenzio prima
ancora che abbia assunto la qualità di silenzio- rifiuto, nell’ambito dello
specifico procedimento autorizzatorio previsto dall’articolo 269 citato.
In conclusione, per i suesposti motivi, il ricorso deve essere dichiarato
inammissibile.
Le spese seguono la soccombenza, secondo la liquidazione operata in dispositivo.
P. Q. M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, Sezione prima, dichiara
inammissibile il ricorso in epigrafe.------
Condanna parte ricorrente al pagamento, in favore dell’Avvocatura Distrettuale
dello Stato di Palermo, distrattaria per legge, delle spese di giudizio che
liquida nella somma complessiva di € 1.500,00 (millecinquecento/00), oltre IVA e
CPA se ed in quanto dovute.----------------------------------
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'Autorità Amministrativa.-----------------------------------------------------------
Così deciso in Palermo, nella Camera di Consiglio del 19 giugno 2007, con
l'intervento dei Signori Magistrati:-------------
- Giorgio Giallombardo - Presidente
- Salvatore Veneziano - Consigliere
- Agnese Anna Barone - Referendario, estensore
Presidente
Estensore
Segretario
Depositata in Segreteria il 18/07/2007.
Il Segretario
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