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Testata registrata presso il Tribunale di Patti Reg. n. 197 del 19/07/2006
Segnalata dal Prof. Mario Mattia
Tribunale di Latina, Sez. distaccata di Gaeta, 19 maggio 2007, Sentenza n. 723
INQUINAMENTO ACUSTICO - Verifica del superamento dei livelli di normale
tollerabilità - Criterio comparativo - Nozione - Criteri di cui ai D.P.C.M.
1.3.1991 e 14.11.1997 - Campo di applicazione. I criteri previsti dal D.P.C.M. 1.3.1991 e 14.11.1997
sono applicabili esclusivamente al rapporti di natura pubblicistica,
intercorrenti tra la Pubblica Amministrazione preposta alla tutela della salute
ed al correlativo interesse pubblico protetto ed i privati che esercitino le
attività ivi contemplate. Diversamente, ove occorre
verificare se siano stati superati i livelli di normale tollerabilità, può farsi riferimento al criterio comparativo - che consiste nel
confrontare il livello medio dei rumori di fondo con quello del rumore rilevato
nel luogo interessato dalle immissioni ritenendosi, dalla prevalente
giurisprudenza, superato il livello di normale
tollerabilità ove l’intensità del rumore prodotto sia superiore a tre decibel al
livello sonora di fondo. G.U. Brancaccio - TRIBUNALE DI
LATINA, Sez. stacc. GAETA - 19 maggio 2007, Sentenza n. 723
INQUINAMENTO ACUSTICO - Art. 659 c.p. - Beni oggetto di tutela - Riposo delle persone - Normali occupazioni delle persone - Immissioni che superano la normale tollerabilità - Idoneità ad integrare il reato anche in orari non destinati al riposo. Un suono intollerabile, pur se prodotto in una fascia oraria in cui il regolamento condominiale non prescrive si debba rispettare il riposo altrui, può essere idoneo a disturbare la quiete pubblica. Invero, il reato previsto e punito dal prima comma dell'art. 659 c.p., contempla la condotta di colui che “abusando di strumenti sonori... disturba le occupazioni o il riposo delle persone”. Non rileva dunque solo il disturbo arrecato al riposo delle persone, dal momento che la norma è rivolta a tutelare non solo il riposo (che, normalmente, avviene solo in determinate ore della giornata) bensì anche lo svolgimento delle normali occupazioni, ove siano disturbate da un’immissione che ecceda la normale tollerabilità, soprattutto all'interno delle mura domestiche. (cfr. Cass. pen, sez. Vi, sent. n. 4049/1980, secondo cui “Il disturbo punito con la norma di cui all'art. 659 c.p. concerne non soltanto il riposo, ma altresì la quiete, che è bene tutelato ad ogni ora diurna e notturna"). G.U. Brancaccio - TRIBUNALE DI LATINA, Sez. stacc. GAETA - 19 maggio 2007, Sentenza n. 723
INQUINAMENTO ACUSTICO - Art. 659
c.p. - Condotta "potenzialmente idonea" a disturbare un numero indeterminato di
persone. La giurisprudenza della Suprema Corte è concorde nel ritenere che,
per la configurabilità della contravvenzione di cui all'art. 659 c.p., è
sufficiente che la condotta posta in essere sia “potenzialmente idonea” a
disturbare un numero indeterminato di persone, anche se solo una di queste si
sia in effetti lamentata atteso che, anche ove il disturbo non investisse in
concreto una pluralità di persone, in ogni caso la condotta tale da poter
determinare un effetto negativo sulla tranquillità pubblica e idonea ad
integrare il reato contestato. Peraltro anche il disturbo alla ristretta
tranquillità di un numero limitato di persone è ritenuto idoneo a
configurare la contravvenzione ascritta. G.U. Brancaccio - TRIBUNALE DI
LATINA, Sez. stacc. GAETA - 19 maggio 2007, Sentenza n. 723
TRIBUNALE ORDINARIO DI LATINA
SEZIONE DISTACCATA DI GAETA
SENTENZA
(artt. 544 e egg., 549 c.p.p.)
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
N. 732/06 Reg. Sent.
N. 1669/03 Reg. Gen. Not. Reato
N. 89/04 Reg. Gen Prot.
Depositata in cancelleria
Lì, 19 maggio 2007
Il Giudice Dott. R. Brancaccio alla pubblica udienza del 20/12/06 ha pronunziato
e pubblicato mediante lettura del dispositivo la seguente
SENTENZA
nei confronti di:
1. XXX - Lib. Presente
2. XXX - Lib. Non comp.
Entrambi res. in Formia Via XXX
IMPUTATI
Della contravvenzione p. e p. dagli artt. 81-110-659 c.p., perche in concorso
fra loro, mediante strumenti sonori, in particolare abusando dell'uso di un
pianoforte emettevano rumori eccedenti la normale tollerabilità e comunque sopra
i limiti di cui all'art. 4 co. 2 lett. b) del D.P.C.M. 14.11.97, così
disturbando il riposo delle persone.
In Formia in più occasioni e sino al 24.12.2002 data della denunzia.
Con l’intervento del P.M. avv. XXX
E dei difensori di fiducia:
- Avv. XXX
- Avv. XXX
Le parti hanno concluso come segue:
Il P.M. chiede la condanna alla pena, concesse le attenuanti generiche a mesi 3
di arresto ciascuno.
Il difensore della P.C. si riporta alle conclusioni e nota spese scritte e
depositate in atti.
La difesa chiede l’assoluzione degli imputati perché il fatto non sussiste
ovvero perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato o per non aver
commesso il fatto.
MOTIVAZIONE
Con decreto penale in data 1.4.2003, XXX e XXX, in premessa generalizzati,
venivano condannati, per il reato di cui all'art. 659 c.p., alla Pena di €
150,00 di ammenda, oltre alle spese processuali. Proposta dagli imputati rituale
opposizione, gli stessi venivano citati a giudizio dinanzi a questo Tribunale,
per rispondere del reato loro ascritto al capo di imputazione.
Al dibattimento, in cui si costituiva parte civile il denunciante XXX, revocato
il decreto penale opposto, escussi i testi indicati dalle parti nonchè due testi
ai sensi dell'art. 195 c.p.p., disposta ed espletata perizia dibattimentale per
accertare tecnicamente l’entità delle immissioni sonore provenienti
dall’appartamento degli imputati nel corso dell'uso del pianoforte, le parti
formulavano le rispettive conclusioni. Quindi è stata pronunciata sentenza di
cui al dispositivo che segue.
L'accusa nei confronti degli imputati risulta sufficientemente provata.
Ed invero, dalle dettagliate e puntuali dichiarazioni rese al dibattimento dal
teste XXX, parte lesa, è emerso che sin dal settembre 2002, allorchè lo stesso
si trasferì ad abitare nello stabile ove è ubicato l'appartamento occupato dagli
odierni prevenuti, da una parete di tale appartamento, confinante con
l'appartamento del denunciante, proveniva il suono ininterrotto di un
pianoforte, per l'intera giornata dalle 8,00 alle 14,00 e dalle 16,00 alle
22,00, continuativamente, anche la domenica e i giorni festivi. Il teste si
rivolgeva all'amministratrice condominiale, rappresentando problema ma, nel
corso di un'assemblea nella quale veniva discusso il disturbo, di cui si
lamentava anche altro condomino abitante nel piano sottostante all'appartamento
della famiglia XXX I'odierno imputato reagiva in malo modo abbandonando la
riunione. L’entità del disturbo era intollerabile nell'appartamento del XXX le
persone presenti non riuscivano neanche a dialogare tra loro a breve distanza;
perfino nelle stanze distanti 15 metri ed oltre dalla parete attigua
all'appartamento dei XXX era impossibile concentrarsi nello studio o in altre
attività intellettive, con grave disagio per i figli della parte lesa, entrambi
studenti, per la moglie del XXX, insegnante, e per lo stesso denunciante.
Tali doglianze hanno trovato conferma nelle dichiarazioni dei pubblici ufficiali
maresciallo XXX e maresciallo XXX - che hanno riferito che la parte lesa
richiese in diverse occasioni l'intervento dei Carabinieri per il disturbo al
riposo arrecato dal pianoforte suonato all'interno dell'abitazione di XXX -
nonchè del brigadiere XXX, intervenuto sul posto nell'anno 2002, che ha riferito
di essere stato chiamato dalla parte lesa e di aver udito sin dall'ultima rampa
di scale il suono del pianoforte e di aver bussato alla porta dell'appartamento
dei XXX chiedendo se fosse quello il modo di suonare.
Nel corso dell'articolata istruttoria dibattimentale svolta sono stati peraltro
escussi quali testi anche alcuni condomini del medesimo stabile ove sono ubicati
gli appartamenti degli imputati XXX e della parte civile XXX: orbene. va subito
rilevato, sulle risultanze di tali deposizioni, che non può attribuirsi rilievo
determinante alle dichiarazioni dei testi XXX, XXX e
XXX, che hanno negato di aver mai sentito suonare pianoforte dalla case dei
signori XXX in orari diversi da quelli consentiti dal regolamento condominiale a
comunque con modalità tali da arrecare disturbo alla quiete dei condomini.
Invero, la XXX abita in un appartamento attiguo a quello dei XXX, ma che ha il
salone confinante con la camera da letto dell'appartamento di questi ultimi ed
ha precisato che, per contro, la stanza ove è ubicato il pianoforte ha una
parete confinante con l'appartamento della parte lesa, sito dall'altra parte
rispetto a quello della teste;
XXX abita un appartamento pure sullo stesso pianerottolo ove è ubicato
l'alloggio dei XXX ma su un lato diametralmente opposto, quindi non è confinante
con tale appartamento (il teste ha precisato che, sullo stesso piano, sono
ubicati 6 appartamenti e il suo e quello dei XXX sono "specularmente distanti");
XXX abita sul medesimo piano dei XXX e dei XXX ma occupa un appartamento
confinante con l'abitazione dei primi e non con quello degli imputati
(l’appartamento abitato dalla parte lesa a situato, secondo quanta emerso, tra
quello del teste e quello degli imputati) per cui ha potuto sentire il rumore
del pianoforte solo quando faceva uso dell'ascensore e non dall’interno del suo
appartamento.
Determinante appare, per converso, la deposizione del teste XXX, che abita
proprio nell'appartamento sottostante a quello abitato dalla famiglia XXX:
questi ha riferito che, dal proprio appartamento, sente sempre suonare,
continuativamente al mattino e al pomeriggio, con l'unica, breve, interruzione
dalle 14,00 alle 16,00, fino alla sera alle 20,00 od anche alle 21,00. Ha
aggiunto che XXX anche nei giorni festivi "si esercita continuamente". Il teste
ha altresì ricordato alcuni giorni particolari in cui le esecuzioni di brani
erano state particolarmente forti ed insopportabili ("una tempesta di note") ed
ha precisato che, durante gli esercizi al pianoforte, non è possibile né
leggere, né studiare (ha riferito in particolare, della situazione della propria
figlia, magistrato di Corte d’Appello a Perugia, che, quando si reca a casa dei
genitori, portando con sè il lavoro, non può concentrarsi per il forte rumore
proveniente dal pianoforte). Ha infine spiegato che, quando, dopo aver tollerato
per anni tale situazione, aveva chiesto all'amministratrice di condominio di
intervenire, gli odierni imputati avevano risposto in maniere irriferibile.
Infine, conferma della fondatezza di tali doglianze viene dall’inconfutabile
rilievo che, secondo quanto emerso, l'imputato XXX studia pianoforte al
conservatorio da "almeno 8 anni" (teste XXX), attualmente esegue concerti e ciò
comporta evidentemente la necessita di continui, ripetitivi esercizi, senza
pause neanche nei giorni festivi.
A fronte di cosi precise e convincenti risultanze, non può sussistere alcun
dubbio sulle caratteristiche e sugli effetti dei suoni in parola, tali da
superare oggettivamente la soglia della normale tollerabilità, sia in relazione
al livello acustico del singolo uso dello strumento sonoro sia con riferimento
alle modalità e all'uso prolungato e indiscriminato dello strumento stesso.
E’ stata, peraltro, espletata anche una perizia dibattimentale, alla stregua
delle cui risultanze ha trovato conferma il fatto delle potenzialità diffusive
del disturbo denunciato ed il superamento in concreto dei livelli di normale
tollerabilità, idoneo ad integrare quel pericolo per la pubblica tranquillità
che la norma incriminatrice di cui all'art. 659 c.p. è tesa ad impedire.
Invero, le conclusioni cui sono pervenuti i periti nominati dal Tribunale non
hanno che suffragato la fondatezza delle accuse di cui devono rispondere gli
odierni imputati, atteso che, all'esito degli accertamenti tecnici compiuti dal
periti con idonea strumentazione, è
emerso che "secondo il criterio comparativo, la sorgente sonora non rispetta il
criterio della normale tollerabilità, generando un incremento superiore al 3 dB".
E' noto, ed a stato anche riportato dagli stessi periti nella relazione
acquisita agli atti, che i criteri previsti dal D.P.C.M. 1.3.1991 e 14.11.1997
sono applicabili esclusivamente al rapporti di natura pubblicistica,
intercorrenti tra la Pubblica Amministrazione preposta alla tutela della salute
ed al correlativo interesse pubblico protetto ed i privati che esercitino le
attività ivi contemplate. Diversamente, nel caso in esame, ove occorre
verificare se siano stati superati i livelli di normale tollerabilità, il
Tribunale ritiene di far riferimento al criterio comparativo - che consiste nel
confrontare il livello medio dei rumori di fondo con quello del rumore rilevato
nel luogo interessato dalle immissioni ritenendosi, dalla prevalente
giurisprudenza che questo Tribunale condivide, superato il livello di normale
tollerabilità ove l’intensità del rumore prodotto sia superiore a tre decibel al
livello sonora di fondo.
Nè si ritiene di condividere le censure avanzate della consulente dagli
imputati, censure cui i periti hanno compiutamente risposto nel corso del
confronto dibattimentale, alla verbalizzazione del quale si rinvia. La relazione
dei periti nominati dal Tribunale appare fondata su criteri tecnici ineccepibili
e le conclusioni cui gli stessi sono pervenuti sono immuni da vizi logici o
contraddizioni.
Peraltro, va rilevato, che, essendo stata, nella specie, contestata una condotta
continuata negli anni, “in più occasioni e sino al 24.12.2002", prevalgono in
ogni caso, nella verifica della sussistenza dell'elemento materiale del reato,
le risultanze delle esaminate deposizioni testimoniali, potendo nelle more, dal
dicembre 2002 alla data dell'accertamento peritale, essere la situazione stata
parzialmente modificata dagli autori del fatto (invero, i periti hanno riportato
nella loro relazione che, al momento dei rilievi, sul pianoforte in oggetto
risultava "essere state attuato un intervento definitivo suite parte meccanica
che riduce notevolmente l'emissione sonora dello stesso simulando I'effetto di
una sordina", intervento che, all'epoca dei fatti per cui si procede, i XXX
avevano sempre rifiutato di operare, adducendo che ciò avrebbe comportato "la
necessità di impegnare le mani con maggiore violenza" : cfr. deposizione teste
XXX; inoltre il pianoforte, al momento dell'accertamento peritale. risultava
posizionato nel soggiorno dell'appartamento dei XXX, “lungo la parete opposta a
quella di confine dei due appartamenti", contrariamente alla posizione riportata
dalla teste XXX nella sua deposizione, la quale ha riferito la circostanza, a
lei nota in quanto usava frequentare abitualmente la casa degli odierni
imputati, che il pianoforte era collocato lungo la parete di confine con
l'appartamento di proprietà XXX; peraltro, all'epoca della denuncia, un
accertamento operato da un tecnico della ASL - epoca del rilievo fonometrico:
21.10.2002 - si era concluso con la richiesta al sindaco di emettere
un'ordinanza per limitare l'immissione dei rumori rilevati: v. deposizione teste XXX, tecnico prevenzione ASL) .
Sotto il profilo giuridico, quanto, in particolare, alla circostanza, riportata
dalla teste XXX, che il pianoforte non sarebbe suonato a casa XXX mai dalle ore
14.00 alle 17.00, ad avviso del Tribunale tale limitazione non è idonea ad
escludere la configurabilità del reato ascritto, dal momento che un suono
intollerabile, pur se prodotto in una fascia oraria in cui il regolamento
condominiale non prescrive si debba rispettare il riposo altrui, disturba la
quiete pubblica. Invero, agli imputati a contestato il reato previsto e punito
dal prima comma dell'art. 659 c.p. che contempla la condotta di colui che
“abusando di strumenti sonori... disturba le occupazioni o il riposo delle
persone”. Non rileva dunque solo il disturbo arrecato al riposo delle persone,
dal momento che la norma è rivolta a tutelare non solo il riposo (che,
normalmente, avviene solo in determinate ore della giornata) bensì anche lo
svolgimento delle normali occupazioni, ove siano disturbate da un’immissione che
ecceda la normale tollerabilità . “Il disturbo punito con la norma di cui
all'art. 659 c.p. concerne non soltanto il riposo, ma altresì la quiete, che è
bene tutelato ad ogni ora diurna e notturna" (Cass. pen. sez. VI^, sent.
22.3.1980 n.4049), soprattutto, va aggiunto, all'interno delle mura domestiche.
Va, da ultimo, ricordato che la giurisprudenza della Suprema Corte è concorde
nel ritenere che, per la configurabilità della contravvenzione in esame, è
sufficiente che la condotta posta in essere sia “potenzialmente idonea” a
disturbare un numero indeterminato di persone, anche se solo una di queste si
sia in effetti lamentata atteso che, anche ove il disturbo non investisse in
concreto una pluralità di persone, in ogni caso la condotta tale da poter
determinare un effetto negativo sulla tranquillità pubblica e idonea ad
integrare il reato contestato nella specie. Peraltro anche il disturbo alla
ristretta tranquillità di un numero limitato di persone è ritenuto idoneo a
configurare la contravvenzione ascritta.
A differenza di quanta previsto nel secondo comma dello stesso art. 659 c.p.,
non ha poi rilievo alcuno l'esercizio di una professione rumorosa, invocato
della difesa degli imputati, in quanta la condotta prevista dal prima comma è
punita indipendentemente dalla legittimità dell’attività professionale svolta da
colui che abusa degli strumenti sonori.
E’ evidente, alla stregua delle esaminate risultanze, la sussistenza degli
elementi oggettivi e soggettivi del reato ascritto in particolare, sotto it
profilo soggettivo, va rilevata la pervicacia degli imputati nel protrarre la
condotta antigiuridica per cosi lungo tempo ed anche dopo l'instaurazione del
presente processo, nonostante i tentativi, perpetrati anche dall'amministratrice
del condominio, di addivenire ad una soluzione conciliativa (non solo il XXX ma
anche il teste XXX hanno riferito che una riunione condominiale sul punto era
terminata con l'affermazione del XXX che avrebbero "seguitato a fare quello che
hanno fatto sempre”).
Quanto all’ascrivibilità delle condotte contestate, le immissioni sonore
provengono certamente dall'abitazione di cui e titolate XXX, mentre, secondo
quanta emerso, è l'altro imputato XXX a fare uso del pianoforte (dapprima come
studente di conservatorio e, successivamente, quale concertista): entrambi sono
da ritenere responsabili del reato di cui all'art. 659 c.p. ascritto, il primo
per aver consentito che nel proprio appartamento fosse esercitato l'uso dello
strumento con modalità tali da comportare grave disturbo, il secondo come
soggetto che ha direttamente prodotto le immissioni a livelli acustici e con
modalità temporali non tollerabili.
Va pertanto dichiarata la penale responsabilità di entrambi i prevenuti in
ordine al reato contestato.
Pena equa, alla stregua dei criteri di cui all'art. 133 c.p., e concesse, in
considerazione della incensuratezza degli imputati, le attenuanti generiche,
stimasi quella di mesi 2 di arresto (cosi ridotta, ex art. 62 bis c.p., la pena
base di mesi 3 di arresto).
Consegue di diritto la condanna degli imputati, in solido, al pagamento delle
spese processuali.
Va altresì pronunciata condanna degli imputati al risarcimento, in favore della
costituita parte civile, del danno incontestabilmente cagionato, a seguito e per
effetto della prolungata condotta posta in essere: sulla sussistenza di tale
danno, è pacifico che un rumore di elevata intensità può comportare alterazione
dell'equilibrio psico¬fisico e, nella specie, è inconfutabilmente emerso che il
sistematico disturbo arrecato dall'abuso del pianoforte abbia inciso
negativamente non solo sulla salute, intesa, in senso lato, al di là di singole
manifestazioni patologiche, come benessere psico-fisico, quanta sulla qualità
della vita della parte civile e della sua famiglia.
Tale danno può essere equitativamente liquidato, tenuto conto delle conseguenze
psicologiche e di vita prodotte per cosi lungo tempo e in misura sistematica,
senza soluzione di continuità, con lesione di bene fondamentali (si pensi al
bene della tranquillità da godere all'interno della propria casa, al recupero
delle energie psicofisiche così necessario nei momenti di pause lavorative, come
i giorni festivi, o agli indispensabili momenti di rilassamento e dialogo della
vita di una famiglia, cosi incessantemente disturbati delle immissioni sonore in
oggetto, eccedenti la normale tollerabilità) nella misura di € 20.000,00.
Gli imputati vanno altresì condannati, in solido, a mente del disposto dell'art.
541 c.p.p., al rimborso delle spese sostenute dalla costituita parte civile, che
si reputa liquidare nella misura di cui al dispositivo.
Sussistono, alla stregua del certificato penale degli imputati, i presupposti
legali per la concessione, ad entrambi, del beneficio di cui all'art.163 c.p. ma
si ritiene di subordinare tale sospensione condizionale della pena al pagamento
della somma liquidate a titolo di risarcimento del danno, entro il termine
fissato in dispositivo ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 165 c.p..
P.Q M.
Letti gli artt. 533, 535 c.p.p.;
DICHIARA
XXX e XXX colpevoli del reato loro ascritto e, concesse le attenuanti di cui
all'art 62 bis c.p., li condanna alla pena di mesi 2 di arreso ciascuno, oltre
al pagamento, in solido, delle spese processuali.
Visto l’art. 538 c.p.p., condanna XXX e XXX, in solido, al risarcimento, in
favore della costituita parte civile, del danni da questa patiti equitativamente
liquidati nella complessiva somma di € 20.000,00, nonchè al pagamento delle
spese della parte civile sostenute, liquidate nella complessiva somma di €
2.863,93, oltre IVA e c.p.a..
Visti gli artt.163 e 165 c.p., concede agli imputati la sospensione condizionale
della pena, subordinata al pagamento della somma liquidata a titolo di
risarcimento del danno entro giorni 60.
Visto l’art. 544 c.p.p., indica in giorni 60 il termine per il deposito della
motivazione.
Gaeta, 20.12.2006
II Giudice
R.Brancaccio
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