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Testata registrata presso il Tribunale di Patti n. 197 del 19/07/2006 - ISSN 1974-9562
CORTE DI
GIUSTIZIA CE, (Grande Sezione), 16/07/2009, Sentenza C-428/07
DIRITTO AGRARIO - Politica agricola comune - Regimi di sostegno diretto -
Art. 5 e allegato IV, Regolamento (CE) n. 1782/2003 - Requisiti minimi per
buone condizioni agronomiche e ambientali - Manutenzione dei sentieri
gravati da servitù di passaggio - Attuazione da parte di uno Stato membro -
Trasferimento di competenze alle autorità regionali di uno Stato membro -
Discriminazione contraria al diritto comunitario. Uno Stato membro può
comprendere nelle proprie norme per le buone condizioni agronomiche e
ambientali ai sensi dell’art. 5 e dell’allegato IV al regolamento (CE) del
Consiglio 29 settembre 2003, n. 1782, che stabilisce norme comuni relative
ai regimi di sostegno diretto nell’ambito della politica agricola comune e
istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori e che
modifica i regolamenti (CEE) n. 2019/93, (CE) n. 1452/2001, (CE) n.
1453/2001, (CE) n. 1454/2001, (CE) n. 1868/94, (CE) n. 1251/1999, (CE) n.
1254/1999, (CE) n. 1673/2000, (CEE) n. 2358/71 e (CE) n. 2529/2001,
requisiti di manutenzione dei sentieri visibili gravati da servitù di
passaggio pubblico, purché detti requisiti contribuiscano a mantenere tali
sentieri come elementi caratteristici del paesaggio o, eventualmente, ad
evitare il deterioramento degli habitat. Pres. Skouris, Rel. Lõhmus.
CORTE DI GIUSTIZIA CE, (Grande Sezione), 16/07/2009, Sentenza C-428/07
DIRITTO AGRARIO - Manutenzione dei sentieri gravati da servitù di
passaggio - Attuazione da parte di uno Stato membro - Trasferimento di
competenze alle autorità regionali di uno Stato membro - Discriminazione
contraria al diritto comunitario. Quando il sistema costituzionale di
uno Stato membro attribuisce poteri legislativi alle autorità regionali, la
mera adozione, da parte di queste ultime, di norme diverse in materia di
buone condizioni agricole e ambientali ai sensi dell’art. 5 e dell’allegato
IV al regolamento n. 1782/2003 non costituisce una discriminazione contraria
al diritto comunitario. Pres. Skouris, Rel. Lõhmus. CORTE DI GIUSTIZIA
CE, (Grande Sezione), 16/07/2009, Sentenza C-428/07
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CORTE DI GIUSTIZIA
delle Comunità Europee,
SENTENZA DELLA CORTE (Grande Sezione)
16 luglio 2009
«Politica agricola comune - Regimi di sostegno diretto - Regolamento
(CE) n. 1782/2003 - Art. 5 e allegato IV - Requisiti minimi per buone
condizioni agronomiche e ambientali - Manutenzione dei sentieri gravati
da servitù di passaggio - Attuazione da parte di uno Stato membro -
Trasferimento di competenze alle autorità regionali di uno Stato membro
- Discriminazione contraria al diritto comunitario»
Nel procedimento C-428/07,
avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla
Corte, ai sensi dell’art. 234 CE, dalla High Court of Justice (England &
Wales), Queen’s Bench Division (Administrative Court) (Regno Unito), con
decisione 21 luglio 2006, pervenuta in cancelleria il 14 settembre 2007,
nella causa
The Queen, su istanza di:
Mark Horvath
contro
Secretary of State for Environment, Food and Rural Affairs,
LA CORTE (Grande Sezione),
composta dal sig. V. Skouris, presidente, dai sigg. P. Jann, C.W.A.
Timmermans, A. Rosas, K. Lenaerts e T. von Danwitz, presidenti di
sezione, dal sig. J.N. Cunha Rodrigues, dalla sig.ra R. Silva de
Lapuerta, dai sigg. K. Schiemann, J. Makarczyk, U. Lõhmus (relatore), A.
Arabadjiev e dalla sig.ra C. Toader, giudici,
avvocato generale: sig.ra V. Trstenjak
cancelliere: sig.ra L. Hewlett, amministratore principale
vista la fase scritta del procedimento e in seguito all’udienza del 26
novembre 2008,
considerate le osservazioni presentate:
- per Mark Horvath, dai sigg. M. Sheridan, barrister, e R. Barker,
solicitor, nonché dalla sig.ra A. Stanic, solicitor advocate;
- per il governo del Regno Unito, dalle sig.re C. Gibbs e I. Rao, in
qualità di agenti, assistite da Lord Davidson of Glen Clova, QC, e dal
sig. D. Wyatt, QC;
- per il governo tedesco, dal sig. M. Lumma, in qualità di agente;
- per l’Irlanda, dal sig. N. Travers, BL;
- per la Commissione delle Comunità europee, dalla sig.ra K. Banks e dal
sig. F. Erlbacher, in qualità di agenti,
sentite le conclusioni dell’avvocato generale, presentate all’udienza
del 3 febbraio 2009,
ha pronunciato la seguente
Sentenza
1 La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione
dell’art. 5 e dell’allegato IV del regolamento (CE) del Consiglio 29
settembre 2003, n. 1782, che stabilisce norme comuni relative ai regimi
di sostegno diretto nell’ambito della politica agricola comune e
istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori e che
modifica i regolamenti (CEE) n. 2019/93, (CE) n. 1452/2001, (CE) n.
1453/2001, (CE) n. 1454/2001, (CE) n. 1868/94, (CE) n. 1251/1999, (CE)
n. 1254/1999, (CE) n. 1673/2000, (CEE) n. 2358/71 e (CE) n. 2529/2001 (GU
L 270, pag. 1).
2 Tale domanda è stata sollevata nell’ambito di una controversia tra il
sig. Horvath e il Secretary of State for Environment, Food and Rural
Affairs (Segretario di Stato per l’ambiente, l’alimentazione e le
attività agricole; in prosieguo: il «Secretary of State») vertente sulla
legittimità di un regolamento di attuazione nazionale che fissa, per il
territorio inglese, i requisiti minimi per le buone condizioni
agronomiche e ambientali (in prosieguo: le «BCAA»), di cui all’art. 5 e
all’allegato IV del regolamento n. 1782/2003.
Contesto normativo
La normativa comunitaria
3 Il regolamento n. 1782/2003 è stato adottato sul fondamento degli
artt. 36 CE, 37 CE e 299, n. 2, CE.
4 Il suo primo ‘considerando’ enuncia che è opportuno stabilire
condizioni comuni applicabili ai pagamenti diretti nell’ambito dei vari
regimi di sostegno al reddito della politica agricola comune.
5 Ai termini del suo art. 1, il regolamento n. 1782/2003 istituisce, in
particolare, norme comuni concernenti i pagamenti diretti nell’ambito
dei regimi di sostegno al reddito della politica agricola comune
finanziati dalla sezione «Garanzia» del Fondo europeo agricolo di
orientamento e di garanzia (FEAOG) nonché un regime di sostegno al
reddito degli agricoltori denominato regime di pagamento unico (in
prosieguo: il «RPU»).
6 L’art. 2, lett. d), del regolamento n. 1782/2003 definisce un
pagamento diretto come un pagamento corrisposto direttamente agli
agricoltori nell’ambito di uno dei regimi di sostegno del reddito
elencati nell’allegato I del medesimo regolamento. Il RPU è compreso in
tale allegato.
7 Il titolo II del regolamento n. 1782/2003 contiene un capitolo 1,
rubricato «Condizionalità», composto dagli artt. 3-9. L’art. 3, n. 1,
dispone che «[o]gni agricoltore beneficiario di pagamenti diretti è
tenuto a rispettare i criteri di gestione obbligatori di cui
all’allegato III, conformemente al calendario fissato in tale allegato,
e a mantenere la terra in [BCAA] ai sensi dell’articolo 5».
8 Secondo l’art. 4, n. 1, del regolamento n. 1782/2003, i criteri di
gestione obbligatori di cui all’allegato III del detto regolamento sono
prescritti dalla normativa comunitaria in diversi campi fra cui quello
dell’ambiente.
9 L’art. 5 del regolamento n. 1782/2003, rubricato «Buone condizioni
agronomiche e ambientali», prevede, al n. 1, quanto segue:
«Gli Stati membri provvedono affinché tutte le terre agricole,
specialmente le terre non più utilizzate a fini di produzione, siano
mantenute in buone condizioni agronomiche e ambientali. Gli Stati membri
definiscono a livello nazionale o regionale requisiti minimi per buone
condizioni agronomiche e ambientali sulla base dello schema riportato
nell’allegato IV, tenendo conto delle caratteristiche peculiari delle
superfici interessate, comprese le condizioni del suolo e del clima, i
sistemi aziendali esistenti, l’utilizzazione della terra, la rotazione
delle colture, le pratiche aziendali e le strutture aziendali, fatte
salve le norme che disciplinano le buone pratiche agronomiche applicate
nel contesto del regolamento (CE) n. 1257/1999 nonché le misure
agroambientali applicate al di sopra del livello di riferimento delle
buone pratiche agronomiche».
10 Ai sensi dell’art. 6 del regolamento n. 1782/2003, in caso
d’inosservanza delle BCAA o degli altri criteri enunciati all’art. 3, n.
1, del medesimo regolamento in conseguenza di un’azione o di
un’omissione direttamente attribuibile al singolo agricoltore,
l’ammontare progressivo dei pagamenti diretti corrisposti nell’anno
civile in cui si è verificata l’inosservanza è ridotto o annullato.
11 L’allegato IV del regolamento n. 1782/2003, intitolato «Buone
condizioni agronomiche e ambientali di cui all’articolo 5», così
dispone:
Obiettivo |
Norme |
Erosione del suolo: Proteggere il suolo mediante misure idonee |
- Copertura minima del suolo - Minima gestione delle terre che rispetti le condizioni locali specifiche - Mantenimento delle terrazze |
Sostanza organica del suolo: Mantenere i livelli di sostanza organica del suolo mediante opportune pratiche |
- Norme inerenti alla rotazione delle colture ove necessario - Gestione delle stoppie |
Struttura del suolo: Mantenere la struttura del suolo mediante misure adeguate |
- Uso adeguato delle macchine |
Livello minimo di mantenimento: Assicurare un livello minimo di mantenimento ed evitare il deterioramento degli habitat |
- Densità di bestiame minime e/o regimi adeguati - Protezione del pascolo permanente - Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio - Evitare la propagazione di vegetazione indesiderata sui terreni agricoli». |
La normativa nazionale
12 Nel 1998 il Parlamento del Regno Unito ha emanato una normativa volta
a istituire in determinati ambiti un sistema di governo decentrato
(«devolution») a favore della Scozia, del Galles e dell’Irlanda del
Nord. Nelle materie delegate il governo del Regno Unito è ormai
competente, in linea di principio, solo per l’Inghilterra. In forza di
tale normativa nonché di un «Devolution Memorandum of Understanding»
[Memorandum d’intesa sulla devoluzione] che, nella forma di una
dichiarazione di impegno politico, va ad integrarla, spetta alle
autorità regionali l’attuazione nelle rispettive sfere di competenza
degli obblighi discendenti dal diritto comunitario; dette autorità non
possono agire o legiferare in violazione di quest’ultimo. La legge di
delega riserva ai ministri del Regno Unito un potere residuale di
intervento ove necessario ad assicurare l’osservanza di tali obblighi.
13 La politica agricola comune, in generale, e l’attuazione del
regolamento n. 1782/2003, in particolare, sono materie delegate e
ricadono nella competenza di ogni singola autorità regionale.
14 Per dare attuazione agli obblighi di cui all’art. 5 del regolamento
n. 1782/2003, il Secretary of State, che agisce per la sola Inghilterra,
e ciascuna delle autorità regionali hanno adottato regolamenti di
attuazione separati che stabiliscono requisiti minimi per le BCAA tra
loro parzialmente divergenti.
15 Per l’Inghilterra le disposizioni pertinenti sono quelle del
regolamento del 2004 sul regime di aiuto e di pagamento unico
(condizionalità) della politica agricola comune [The Common Agricultural
Policy Single Payment and Support Schemes (Cross Compliance) (England)
Regulations 2004 (SI 2004/3196; in prosieguo: il «regolamento di
attuazione inglese»)]. La disciplina delle BCAA è definita nell’allegato
(«Schedule») al regolamento di attuazione inglese, i cui artt. 26-29,
rubricati «Servitù di passaggio pubblico» (in prosieguo: le disposizioni
controverse»), recitano come segue:
«26. È fatto divieto ad un agricoltore:
a) in assenza di autorizzazione o di legittima giustificazione, di
alterare, in modo tale da compromettere il passaggio pubblico, la
superficie di un sentiero pedonale visibile, di una pista equestre
visibile o di qualsiasi altra via pubblica visibile che consista di una
carreggiata non asfaltata;
b) in assenza di autorizzazione o di legittima giustificazione, di
ostruire intenzionalmente in qualsiasi modo la libera circolazione su
una via pubblica visibile.
27. L’agricoltore deve mantenere in condizioni di sicurezza ogni
scaletta, cancello o dispositivo analogo, con esclusione delle strutture
cui si applica l’art. 146, n. 5, dell’Highways Act 1980 (legge del 1980
sulle vie pubbliche), presente su un sentiero pedonale o su una pista
equestre visibili, provvedendo alle riparazioni necessarie ad impedire
ingiustificati ostacoli al passaggio su quel sentiero o su quella pista.
28. 1) Nel caso in cui abbia alterato, nei limiti consentiti dall’art.
134 dell’Highways Act 1980, la superficie di un sentiero pedonale o di
una pista equestre visibili (non di confine), l’agricoltore ha
l’obbligo, entro i termini previsti dall’art. 134, n. 7, di tale legge,
eventualmente prorogati ai sensi del n. 8 dello stesso articolo, di:
a) ripristinare la superficie del sentiero visibile o della pista
equestre visibile almeno per la sua larghezza minima, sì da permettere
un adeguato passaggio, e
b) tracciare i confini del sentiero o della pista equestre almeno per la
sua larghezza minima rendendoli visibili a chiunque voglia utilizzarli.
2) La nozione di “larghezza minima” di una via pubblica ha qui il
medesimo significato che nell’allegato 12A all’Highways Act 1980.
29. Agli artt. 26, 27 e 28 del presente allegato:
le nozioni di “pista equestre”, “carreggiata”, “sentiero di confine”,
“sentiero pedonale” e “carreggiata asfaltata” assumono lo stesso
significato loro conferito dall’art. 329, n. 1, dell’Highways Act 1980;
la nozione di “via pubblica” ha lo stesso senso che assume all’art. 328
[della medesima legge] e “visibile” significa identificabile come
passaggio per una persona dotata di vista normale che lo percorra a
piedi o a cavallo».
16 Nessuno dei regolamenti di attuazione adottati dalle autorità
regionali di Scozia, Galles e Irlanda del Nord prescrive requisiti per
le BCAA analoghi a quelli enunciati nelle disposizioni controverse.
Causa principale e questioni pregiudiziali
17 Risulta dalla decisione di rinvio che il sig. Horvath, agricoltore in
Inghilterra, è titolare di diritti all’aiuto secondo il RPU. I suoi
terreni sono gravati da servitù di passaggio pubblico che rientrano
nell’ambito di applicazione delle disposizioni controverse.
18 Detto agricoltore ha adito il giudice nazionale remittente chiedendo
la verifica della legittimità («judicial review») delle suddette
disposizioni. Egli fa valere, in particolare, che il Secretary of State
non aveva il diritto di includere disposizioni relative alle servitù di
passaggio pubblico tra i requisiti minimi per le BCAA che, ai sensi
dell’art. 6 del regolamento n. 1782/2003, possono portare in caso di
inosservanza a una riduzione degli aiuti del RPU. Secondo il ricorrente,
l’inclusione di tali disposizioni nel regolamento di attuazione inglese
integra una discriminazione che ha l’effetto di invalidare le
disposizioni controverse, dal momento che disposizioni analoghe mancano
nei regolamenti di Scozia, Galles e Irlanda del Nord.
19 La High Court of Justice (England & Wales), Queen’s Bench Division (Administrative
Court), ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla
Corte di giustizia due questioni vertenti, rispettivamente, sui due
punti portati al suo esame. A proposito della seconda questione il
Secretary of State ha fatto ricorso alla Court of Appeal (England &
Wales) (Civil Division), che ha respinto l’appello. Dopodiché la High
Court of Justice (England & Wales), Queen’s Bench Division (Administrative
Court), ha rivolto alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali:
«Laddove uno Stato membro abbia istituito un sistema di governo
decentrato, in base al quale alle autorità statali centrali è riservata
la competenza ad agire sull’intero territorio dello Stato membro allo
scopo di assicurare l’osservanza degli obblighi ad esso imposti dal
diritto comunitario, e nel contesto del [regolamento n. 1782/2003]:
1) Se uno Stato membro possa includere nelle proprie norme per le [BCAA]
ai sensi dell’art. 5 e dell’allegato IV al regolamento n. 1782/2003
requisiti di manutenzione dei sentieri visibili gravati da servitù di
passaggio pubblico.
2) Se, nel sistema costituzionale di uno Stato membro che deleghi a più
amministrazioni decentrate la competenza legislativa sulle diverse parti
costitutive del suo territorio, il fatto che per tali parti costitutive
valgano differenti norme per le [BCAA] ai sensi dell’art. 5 e
dell’allegato IV al regolamento n. 1782/2003 possa integrare
un’illegittima discriminazione».
Sulle questioni pregiudiziali
Sulla prima questione
20 Con la prima questione il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se
uno Stato membro possa comprendere nelle BCAA di cui all’art. 5 e
all’allegato IV del regolamento n. 1782/2003 la manutenzione di sentieri
visibili gravati da servitù di passaggio pubblico.
Osservazioni presentate alla Corte
21 Il ricorrente propone per tale questione una risposta negativa. A suo
avviso, il riferimento, al primo ‘considerando’ del regolamento n.
1782/2003, a condizioni comuni applicabili ai pagamenti diretti
nell’ambito dei regimi di sostegno al reddito della politica agricola
comune significa che in tale settore deve vigere un insieme di regole di
base che vadano ad integrare le norme fondamentali in materia,
segnatamente, di BCAA e siano, in linea di principio, le stesse per
tutti gli agricoltori attivi sul territorio della Comunità europea. I
requisiti minimi in materia di BCAA per ricevere pagamenti diretti
annuali, requisiti di cui all’art. 5 del suddetto regolamento, sarebbero
limitati a quanto è strettamente necessario e gli Stati membri non
potrebbero legittimamente imporre condizioni ulteriori su una o più
parti del proprio territorio. Orbene, le disposizioni controverse non
potrebbero essere considerate requisiti minimi, giacché comporterebbero
per gli agricoltori oneri supplementari importanti.
22 Secondo il sig. Horvath, le disposizioni controverse non
conterrebbero requisiti minimi di BCAA neanche ove dovessero essere
considerate norme di tutela ambientale. Dal momento che il fondamento
normativo del regolamento n. 1782/2003 è costituito dalle norme del
Trattato CE in materia di agricoltura, l’elemento della tutela
ambientale nelle BCAA non potrebbe essere considerato come una
disposizione autonoma contenente meri criteri ambientali, ma come una
che prevede, al contrario, unicamente norme rilevanti per il settore
agricolo. Ai sensi dell’art. 4, n. 1, del regolamento n. 1782/2003, solo
le istituzioni comunitarie sarebbero competenti a stabilire requisiti
fondamentali in campo ambientale perché siano riconosciuti i diritti al
RPU, requisiti elencati all’allegato III del medesimo regolamento. Il
ricorrente fa valere, inoltre, che le disposizioni controverse
costituiscono misure agroambientali la cui applicazione eccede il
livello di riferimento delle buone pratiche agronomiche; esse
esorbiterebbero, dunque, dalle BCAA ai termini della parte finale della
seconda frase dell’art. 5, n. 1, del summenzionato regolamento.
23 Egli è del parere, infine, che i sentieri gravati da servitù di
passaggio, come quelli considerati nelle disposizioni controverse, non
sarebbero elementi caratteristici del paesaggio ai sensi dell’allegato
IV al regolamento n. 1782/2003 perché mancherebbero tanto di sostanza
quanto di stabilità. Essi, infatti, se è vero che devono essere
necessariamente ripristinati, possono nondimeno essere regolarmente
soppressi dagli agricoltori ad ogni ciclo di coltivazione. Né gravare
tali sentieri di servitù di passaggio pubblico contribuirebbe ad evitare
il deterioramento degli habitat che l’allegato paventa.
24 Il governo del Regno Unito e la Commissione delle Comunità europee
sostengono che detti sentieri ben possono essere considerati elementi
caratteristici del paesaggio e che la loro manutenzione può, quindi,
costituire uno dei requisiti minimi per le BCAA di cui all’art. 5 del
regolamento n. 1782/2003.
Risposta della Corte
25 Occorre sottolineare, in limine, che dall’art. 5, n. 1, del
regolamento n. 1782/2003 risulta testualmente che sono gli Stati membri
a dover provvedere affinché tutte le terre agricole siano mantenute in
buone condizioni agronomiche e ambientali. A tal fine essi definiscono a
livello nazionale o regionale requisiti minimi «sulla base dello schema
riportato nell’allegato IV» del detto regolamento, tenendo conto delle
peculiarità delle superfici interessate.
26 Se gli Stati membri sono dunque tenuti, nel definire tali requisiti,
ad attenersi al suddetto allegato, essi dispongono nondimeno, a livello
di nozioni e di termini generali, di un certo potere discrezionale
quanto alla determinazione concreta dei requisiti medesimi.
27 Dalla stessa espressione «buone condizioni agronomiche e ambientali»
s’inferisce, inoltre, che gli Stati membri possono adottare BCAA a fini
ambientali.
28 Non infirma tale constatazione la circostanza che il regolamento n.
1782/2003 abbia come fondamento normativo gli artt. 36 CE e 37 CE, che
sono compresi nel titolo II, rubricato «Agricoltura», della terza parte
del Trattato, e non articoli appartenenti al titolo XIX, sempre dalla
terza parte del Trattato, rubricato «Ambiente».
29 Infatti, nei limiti in cui le esigenze connesse con la tutela
dell’ambiente, che costituisce uno degli obiettivi essenziali della
Comunità, devono, a tenore dell’art. 6 CE, «essere integrate nella
definizione e nell’attuazione delle politiche e azioni comunitarie», una
tale tutela deve essere considerata un obiettivo appartenente altresì
alla politica agricola comune. Il legislatore comunitario può, dunque,
decidere di promuovere la tutela dell’ambiente sulla base degli artt. 36
CE e 37 CE (v., per analogia, sentenza 23 ottobre 2007, causa C-440/05,
Commissione/Consiglio, Racc. pag. I-9097, punto 60). Così, le misure
adottate nell’ambito di un atto comunitario fondato sugli artt. 36 CE e
37 CE non si limitano a quelle che perseguono finalità agricole.
30 Del resto, la circostanza che, ai termini dell’art. 4, n. 1, del
regolamento n. 1782/2003, i criteri di gestione obbligatori siano
prescritti dalla normativa comunitaria in materia di ambiente non
significa affatto che i requisiti minimi per le BCAA definiti dagli
Stati membri ai sensi dell’art. 5, n. 1, dello stesso regolamento non
possano rientrare anch’essi nel settore ambientale.
31 Risulta, inoltre, dall’art. 5, n. 1, seconda frase, del regolamento
n. 1782/2003 che la definizione, da parte degli Stati membri, dei
requisiti minimi per le BCAA non ha alcuna incidenza sulla
qualificazione o meno di tali misure come misure agroambientali.
32 Discende da quanto sopra che un obbligo di manutenzione dei sentieri
visibili gravati da servitù di passaggio pubblico, come quello imposto
nelle disposizioni controverse, può costituire un requisito minimo per
le BCAA anche se non persegue alcun obiettivo agricolo, bensì concerne
l’ambiente, nella misura in cui concorre a realizzare gli obiettivi
stabiliti nell’allegato IV del regolamento n. 1782/2003.
33 Occorre pertanto verificare se sentieri siffatti possano, come
ritengono il governo del Regno Unito e la Commissione, costituire
elementi caratteristici del paesaggio, il cui mantenimento è
obbligatorio ai sensi dell’allegato IV del regolamento n. 1782/2003.
34 Siccome la nozione di «elementi caratteristici del paesaggio» non è
definita nel regolamento n. 1782/2003, occorre interpretarla, come
propone l’avvocato generale al paragrafo 62 delle conclusioni, tenendo
conto della sua accezione abituale nonché del suo comune contesto d’uso.
35 Emerge, poi, da giurisprudenza costante che la necessità di
interpretare il diritto comunitario in modo uniforme esclude che, in
caso di dubbio, il testo di una disposizione possa essere considerato
isolatamente in una delle sue versioni, ma esige, al contrario, che esso
sia interpretato ed applicato alla luce dei testi redatti nelle altre
lingue ufficiali (sentenze 17 giugno 1998, causa C-321/96, Mecklenburg,
Racc. pag. I-3809, punto 29, e 29 gennaio 2009, causa C-311/06,
Consiglio Nazionale degli Ingegneri, non ancora pubblicata nella
Raccolta, punto 53). Così, l’espressione «particularités topografiques»
contenuta nella versione francese del regolamento n. 1782/2003 deve
essere rapportata, per esempio, alla locuzione «landscape features» che
ricorre nella versione inglese del medesimo regolamento.
36 In base alle considerazioni che precedono non vi sono difficoltà a
qualificare sentieri gravati da servitù di passaggio pubblico, come
quelli di cui alle disposizioni controverse, elementi caratteristici del
paesaggio, poiché solo i sentieri visibili sono oggetto di dette
disposizioni.
37 Ciò è tanto più vero ove si consideri che un’interpretazione
restrittiva della nozione di elementi caratteristici del paesaggio, che,
in particolare, escluderebbe gli elementi risultanti dall’intervento
dell’uomo, sarebbe contraria al potere discrezionale di cui dispongono
gli Stati membri nel definire i requisiti minimi per le BCAA.
38 La distruzione temporanea di elementi caratteristici del paesaggio,
quale appare possibile, in date circostanze, nel caso di sentieri come
quelli oggetto del procedimento principale, non compromette di per sé il
loro carattere permanente. Gli elementi naturali, infatti, come la
vegetazione o le distese d’acqua, possono subire mutamenti stagionali,
ma non per questo cessano di essere considerati parte di un paesaggio.
Questa constatazione vale a maggior ragione per i sentieri di cui
trattasi nella fattispecie, in quanto risulta dall’art. 28, punto 1,
dell’allegato al regolamento di attuazione inglese che un agricoltore
che abbia alterato, nei limiti consentiti, la superficie di un sentiero
o di una pista equestre visibile è tenuto a ripristinarla nei termini
previsti dalla normativa nazionale pertinente.
39 Occorre pertanto verificare in quale misura un obbligo di
manutenzione di tali sentieri possa costituire una misura di
applicazione della norma posta nell’allegato IV del regolamento n.
1782/2003 consistente nel mantenere gli elementi caratteristici del
paesaggio.
40 A tale riguardo si deve far osservare che detta norma può avere due
profili ambientali.
41 In primo luogo, gli elementi caratteristici del paesaggio
costituiscono elementi fisici dell’ambiente. Sotto tale profilo, i
requisiti relativi al mantenimento di tali elementi caratteristici
devono contribuire a conservarli come elementi fisici dell’ambiente.
42 Gli obblighi di manutenzione sono idonei a contribuire al
mantenimento di tali sentieri quali elementi fisici dell’ambiente.
43 In secondo luogo, le norme relative al mantenimento degli elementi
caratteristici del paesaggio, di cui all’allegato IV al regolamento n.
1782/2003, sono associate, nel detto allegato, all’obiettivo «Livello
minimo di mantenimento: assicurare un livello di mantenimento ed evitare
il deterioramento degli habitat». Ne consegue che un obbligo risultante
da tali norme può avere un obiettivo ambientale consistente nell’evitare
il deterioramento degli habitat, senza che, come sostiene il governo del
Regno Unito nelle proprie osservazioni, le misure nazionali intese alla
manutenzione degli elementi caratteristici del paesaggio e ad un livello
minimo di mantenimento debbano avere anch’esse tale obiettivo.
44 Orbene, come hanno rilevato il giudice del rinvio e, al paragrafo 80
delle conclusioni, l’avvocato generale, sentieri come quelli oggetto
delle disposizioni controverse possono aiutare a preservare gli habitat.
45 In tal caso, i requisiti di manutenzione di tali sentieri devono
contribuire ad evitare il deterioramento degli habitat. A quanto
risulta, gli obblighi che discendono dall’obiettivo enunciato nelle
disposizioni controverse, ovverosia garantire l’esercizio del diritto di
passaggio pubblico, sono idonei a tale scopo.
46 Tutto ciò considerato, occorre rispondere alla prima questione che
uno Stato membro può includere nelle proprie norme per le BCAA ai sensi
dell’art. 5 e dell’allegato IV al regolamento n. 1782/2003 requisiti di
manutenzione dei sentieri visibili gravati da servitù di passaggio
pubblico, purché detti requisiti contribuiscano a mantenere tali
sentieri come elementi caratteristici del paesaggio o, eventualmente, ad
evitare il deterioramento degli habitat.
Sulla seconda questione
47 Con la seconda questione il giudice del rinvio vuol sapere, in
sostanza, se, quando il sistema costituzionale di uno Stato membro
attribuisce poteri legislativi alle autorità regionali, la mera
adozione, da parte di queste ultime, di norme diverse in materia di BCAA
ai sensi dell’art. 5 e dell’allegato IV al regolamento n. 1782/2003
costituisca una discriminazione contraria al diritto comunitario.
48 In via preliminare si deve osservare che, affidando agli Stati membri
il compito di definire i requisiti minimi per le BCAA, il legislatore
comunitario ha offerto loro la possibilità di tener conto delle
differenze regionali esistenti nei rispettivi territori.
49 Occorre ricordare che, qualora il Trattato o i regolamenti
riconoscano poteri o impongano obblighi agli Stati membri ai fini
dell’applicazione del diritto comunitario, la soluzione del problema
relativo al modo in cui l’esercizio di detti poteri e l’adempimento di
detti obblighi possono essere affidati dagli Stati membri a determinati
organi interni dipende unicamente dal sistema costituzionale dei singoli
Stati (sentenza 15 dicembre 1971, cause riunite 51/71-54/71,
International Fruit Company e a., Racc. pag. 1107, punto 4).
50 In tal senso, è giurisprudenza costante che ogni Stato membro è
libero di ripartire le competenze sul piano interno e di dare attuazione
agli atti di diritto comunitario sprovvisti d’effetto diretto mediante
provvedimenti adottati dalle autorità regionali o locali, purché detta
ripartizione di competenze consenta una corretta attuazione degli atti
di diritto comunitario di cui trattasi (v. sentenza 10 novembre 1992,
causa C-156/91, Hansa Fleisch Ernst Mundt, Racc. pag. I-5567, punto 23).
51 La Corte ha, inoltre, già avuto occasione di affermare che, quando il
testo di un regolamento conferisce ad uno Stato membro il potere di
emanare provvedimenti di attuazione, le modalità dell’esercizio di tale
potere sono disciplinate dal diritto pubblico dello Stato membro
interessato (v. sentenze 27 settembre 1979, causa 230/78,
Eridania-Zuccherifici nazionali e Società italiana per l’industria degli
zuccheri, Racc. pag. 2749, punto 34, e 20 giugno 2002, causa C-313/99,
Mulligan e a., Racc. pag. I-5719, punto 48).
52 La possibilità per gli Stati membri, nella misura in cui il loro
sistema costituzionale o diritto nazionale li autorizza, di permettere
ad autorità regionali e locali di dare attuazione agli atti di diritto
comunitario è, peraltro, espressamente riconosciuta all’art. 5, n. 1,
del regolamento n. 1782/2003. È, infatti, indicato nella detta
disposizione che gli «Stati membri definiscono a livello nazionale o
regionale requisiti minimi per [BCAA] sulla base dello schema riportato
nell’allegato IV».
53 Tenuto conto della libertà di cui gode uno Stato membro di trasferire
proprie competenze alle autorità regionali per definire i requisiti
minimi per le BCAA ai sensi dell’art. 5, n. 1, del regolamento n.
1782/2003, le disposizioni adottate da tali autorità possono differire
da regione a regione dal momento che, com’è stato osservato al punto 26
della presente sentenza, ciascuno Stato membro ha potere discrezionale
nel definire detti requisiti.
54 Si deve tuttavia verificare se, in tali circostanze, le differenze
fra le norme che stabiliscono le BCAA emanate dalle autorità regionali
di uno stesso Stato membro integrino una discriminazione contraria al
diritto comunitario.
55 Ebbene, risulta da giurisprudenza costante che il divieto di
discriminazione non contempla le eventuali disparità di trattamento che
possono derivare, da uno Stato membro all’altro, dalle divergenze
esistenti tra le legislazioni dei vari Stati membri, dal momento che
ciascuna di tali legislazioni si applica a chiunque sia ad essa soggetto
(v., in tal senso, sentenze 3 luglio 1979, cause riunite 185/78-204/78,
van Dam en Zonen e a., Racc. pag. 2345, punto 10; 1° febbraio 1996,
causa C-177/94, Perfili, Racc. pag. I-161, punto 17, nonché 12 luglio
2005, causa C-403/03, Schempp, Racc. pag. I-6421, punto 34).
56 Quanto all’ultima condizione enunciata al punto precedente, si deve
rilevare che, nelle cause riunite 201/85 e 202/85, che hanno dato luogo
alla sentenza 25 novembre 1986, Klensch e a. (Racc. pag. 3477), invocata
dal ricorrente, era appunto questione di disparità di trattamento tra i
produttori di uno Stato membro in ragione di una misura di attuazione,
da parte di quest’ultimo, di un obbligo comunitario che li concerneva.
In quel contesto la Corte, al punto 11 della citata sentenza, ha
affermato che, quando è possibile la scelta tra più modalità di
applicazione del regolamento comunitario in questione, gli Stati membri
non possono adottare una soluzione che, applicata nel loro territorio,
potrebbe creare, direttamente o indirettamente, una discriminazione, nel
senso dell’art. 40, n. 3, del Trattato CEE (divenuto art. 34, n. 2, CE),
tra i produttori interessati.
57 Quando, come nel procedimento principale, sono le autorità regionali
di uno Stato membro a dover definire i requisiti minimi per le BCAA ai
sensi dell’art. 5 e dell’allegato IV al regolamento n. 1782/2003,
eventuali disparità tra le misure da loro previste non possono di per sé
sole costituire una discriminazione. Come risulta dal punto 50 della
presente sentenza, tali misure devono essere compatibili con gli
obblighi imposti da detto regolamento allo Stato membro in questione.
58 Tutto ciò considerato, occorre rispondere alla seconda questione che,
quando il sistema costituzionale di uno Stato membro attribuisce poteri
legislativi alle autorità regionali, la mera adozione, da parte di
queste ultime, di norme diverse in materia di BCAA ai sensi dell’art. 5
e dell’allegato IV al regolamento n. 1782/2003 non costituisce una
discriminazione contraria al diritto comunitario.
Sulle spese
59 Nei confronti delle parti nella causa principale il presente
procedimento costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice
nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da
altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar
luogo a rifusione.
Per questi motivi, la Corte (Grande Sezione) dichiara:
1) Uno Stato membro può comprendere nelle proprie norme per le buone
condizioni agronomiche e ambientali ai sensi dell’art. 5 e dell’allegato
IV al regolamento (CE) del Consiglio 29 settembre 2003, n. 1782, che
stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto
nell’ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di
sostegno a favore degli agricoltori e che modifica i regolamenti (CEE)
n. 2019/93, (CE) n. 1452/2001, (CE) n. 1453/2001, (CE) n. 1454/2001,
(CE) n. 1868/94, (CE) n. 1251/1999, (CE) n. 1254/1999, (CE) n.
1673/2000, (CEE) n. 2358/71 e (CE) n. 2529/2001, requisiti di
manutenzione dei sentieri visibili gravati da servitù di passaggio
pubblico, purché detti requisiti contribuiscano a mantenere tali
sentieri come elementi caratteristici del paesaggio o, eventualmente, ad
evitare il deterioramento degli habitat.
2) Quando il sistema costituzionale di uno Stato membro attribuisce
poteri legislativi alle autorità regionali, la mera adozione, da parte
di queste ultime, di norme diverse in materia di buone condizioni
agricole e ambientali ai sensi dell’art. 5 e dell’allegato IV al
regolamento n. 1782/2003 non costituisce una discriminazione contraria
al diritto comunitario.
Firme
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